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Riassunto prima guerra mondiale, Appunti di Storia

All'interno del documento viene descritto il contesto storico della prima guerra mondiale con gli avvenimenti più importanti

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 17/05/2019

martina-crescini
martina-crescini 🇮🇹

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Scarica Riassunto prima guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LE CAUSE E IL CONTESTO STORICO CHE DETERMINARONO LO SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. L’attentato del 28/06/1914 ai danni dell’arciduca Francesco Ferdinando insieme alla moglie Sophie da parte dello studente bosniaco Gavrilo Princip fu soltanto la scintilla che fece scoppiare il primo conflitto mondiale. Le ragioni più profonde vanno ricercate nella fitta rete di relazioni tra le potenze che si erano costituite nel 1878 (Congresso di Berlino) in virtù della quale le potenze si riconoscevano un appoggio reciproco se qualcuno di loro fosse entrato in guerra. Questo ovviamente qualora se ne fosse presentata l’occasione, avrebbe comportato un conflitto mondiale di vaste dimensioni. IL CONGRESSO DI BERLINO: In seguito alle imprese colonialiste di Francia e Gran Bretagna, l’Austria promosse un congresso nella capitale tedesca allo scopo di rettificare il trattato della pace di Santo Stefano che prendeva il nome del villaggio turco dove la pace era stata stipulata e con il quale la Russia, che aveva sconfitto la Turchia (1877-1878), aveva accresciuto il suo potere nelle regioni Balcaniche. La Bulgaria diventava stato-satellite della Russia e l’Austria avrebbe esercitato la sua amministrazione sulla Bosnia. In tale sede vennero riconfermate l’indipendenza della Romania/Serbia e del Montenegro. La Germania in relazione a tali decisioni funse da mediatrice tra l’Austria e la Russia. Aumentò il prestigio ma iniziò ad avere problemi con la Russia (non soddisfatta). La “questione balcanica” (detta polveriera balcanica) fu un problema centrale e pericoloso sotto il profilo economico- politico. La Serbia nutriva un progetto ambizioso: quello di uno stato nazionale unito che comprendesse tutti i popoli Jugoslavi che erano sotto il controllo dell’Austria. Nell’ottobre del 1912 la Serbia si alleò con il Montenegro, Grecia, Bulgaria e si unirono nella lega balcanica e attaccarono l’impero turco ottomano che venne sconfitto e privato di tutti i suoi possedimenti, in particolare della città di Salonicco, abitata dai Greci e dai Bulgari. I greci ebbero la meglio, ed i serbi iniziarono un’operazione di pulizia etnica. L’Austria, preoccupata, decide di negare l’accesso al mare a Belgrado e in risposta alla pulizia etnica venne istituito il piccolo stato dell’Albania che si frappose tra la Serbia e rese più ampi i rapporti con l’Austria. Il 28/06, giorno dell’attentato, non era una data casuale, infatti nell’immaginario collettivo serbo, il 28/06 coincideva con un lutto simbolico, ossia la disfatta che la Serbia subì nel Kosovo. Dopo l’attentato l’Austria certa della colpevolezza serba, le invia un ultimatum di 48h chiedendo i nomi dei mandanti e di fare chiarezza sull’accaduto. L’Austria era convinta che se fosse stata costretta a dichiarare guerra alla Serbia, di sicuro quest’ultima avrebbe avuto l’aiuto della Russia. Prima di dichiarare guerra, l’imperatore austriaco decide di incontrare il kayser tedesco Guglielmo II, il quale offrì il suo appoggio incondizionato all’Austria in caso di guerra. Entrambi sapevano di aver innescato una situazione pericolosa. In assenza della risposta prevista dall’ultimatum, l’Austria dichiara guerra alla Serbia. Lo scoppio della guerra divise immediatamente l’opinione pubblica italiana e la stessa classe politica e dirigente. Giolitti sin da subito si dichiarò neutrale. Il Governo Salandra invece decise di stipula il patto di Londra. L’Italia decideva di entrare in guerra con Francia ed Inghilterra invece che con L’Austria e la Germania, nella speranza di poter finalmente recuperare le terre irredenti. Il 28 luglio 1914 l’Austria dichiara guerra alla Serbia a causa della mancata risposta all’ultimatum. Le altre potenze non volevano essere coinvolte in un conflitto mondiale ma poi si resero conto che la mancata mobilitazione dell’esercito sarebbe potuto passare come un atto di vigliaccheria. Guglielmo II era convinto di poter fare una guerra-lampo. Mise così in atto un piano politico (piano Schlieffen) ideato dalla Germania nel 1905. Esso prendeva il nome dall’allora capo di stato maggiore. Tale piano prevedeva una guerra su due fronti (Francia ad ovest e Inghilterra ad est). Insieme alla Russia, già dal 1891, aveva formato la triplice intesa, nata in opposizione alla triplice alleanza, costituita dopo il patto di Berlino del 1878 che coinvolgeva la Germania, Impero austro ungarico e Italia. L’Italia ruppe così tale patto ed entrò in guerra a fianco degli alleati. Ad est nel mirino c’era la Russia. La Germania secondo il piano Schlieffen pensava di usare le ferrovie come mezzo di trasporto per l’esercito, ma sottovalutava come quelle francese fossero più sviluppate. La Germania anticipa l’entrata in guerra perché la Russia aveva occupato i confini dell’impero austro ungarico tedesco. Il 31/07/1914 la Germania invia un ultimatum alla Russia obbligandola a ritirare le sue truppe, quest’ultima però disattese l’ordine, così la Germania dichiarò guerra, obbligando il Belgio (statoneutrale) a far passare le sue truppe per invadere Parigi da Nord. La violazione della neutralità del Belgio costrinse ad intervenire l’Inghilterra, quest’ultima dichiarò guerra alla Germania. L’occupazione belga fu molto violenta e distruttiva. Tutti coloro che opposero resistenza furono fucilati. Le truppe tedesche si diressero a Parigi. Dopo 1 mese di marcia erano già stremate. L’altra metà dell’esercito dovette combattere con la Russia nella Prussia orientale. Grazie ai generali Von Hinderburg e Ludendorff la Germania vinse a Tennenberg dove morirono circa 30.000 russi e 100.000 furono prigionieri. Non potendo occupare Parigi, la Germania si pose come obiettivo quello di colpire la Francia occupando i porti collocati sulla Manica, ma fallì nell’impresa. Già in autunno, quella che era destinata ad essere una guerra breve, divenne prima una guerra di posizione in cui Francia e Germania, stravolte si fermarono tra una linea che divideva la Francia dal mare del Nord fino alla Svizzera e che prese il nome di fronte occidentale e poi di logoramento. ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA Nella primavera del 1915 in Italia scoppiò un dibattito tra i neutralisti e gli interventisti. I primi (giolittiani) pensavano di intavolare discorsi diplomatici con l’Austria senza ricorrere alla guerra. I secondi (Cesare Battisti e D’annunzio) vedevano nella guerra l’unico mezzo per potersi riappropriare delle terre irredenti. Nel maggio 1915 le piazze italiane divennero teatro di vere e proprie manifestazioni politiche. Il 24/05/1915, nel rispetto del patto di Londra, l’Italia entra in guerra contro l’Austria. L’obiettivo è come abbiamo già detto, quello di recuperare le famose terre “irredenti”. A capo dell’esercito figura il generale Cadorna. Egli seguiva la tecnica militare della spallata (controffensiva ad oltranza dell’esercito nemico, fino allo stremo delle forze). Il fronte italiano si mosse nel Trentino e nel Carso (altopiano roccioso che si estendeva dal nord- est d’Italia fino alla Slovenia e alla Croazia) si trattò di una vera e proprio guerra alpina. Il 13/12/1916 (venerdì bianco) migliaia di soldati morirono travolti dalle valanghe. Nel maggio del 1916 gli austriaci avevano mandato un massiccio bombardamento (spedizione punitiva). Salandra si dimise dal suo incarico e il governo venne affidato a Bonomi. Tutta la regione dell’altopiano fu teatro di almeno 12 battaglie. Tale massacro ispirò molti poeti ad esempio “S. Martino del Carso” di Ungaretti. La guerra di trincea rendeva obbligatori fronti lunghi migliaia di chilometri che occupavano milioni di combattenti. Tutti gli stati belligeranti furono costretti ad adottare l'arruolamento obbligatorio. Milioni di donne furono impiegate nelle fabbriche addette alla produzione di materiale militare. Le due grandi e sanguinosissime battaglie combattute in Francia intorno alla fortezza di Verdun e sulla Somme non servirono a far avanzare di un metro le linee dei contendenti. Avviene l'esordio, ancora non
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