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riassunto primo capitolo de "I Promessi Sposi", Sintesi del corso di Italiano

Sintesi/Riassunto del primo capitolo del romanzo di Alessandro Manzoni "I Promessi Sposi"

Tipologia: Sintesi del corso

2023/2024

In vendita dal 06/01/2024

ambraragusa
ambraragusa 🇮🇹

9 documenti

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Scarica riassunto primo capitolo de "I Promessi Sposi" e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! I Promessi Sposi CAPITOLO 1 Il primo capitolo si apre con una descrizione dettagliata dei luoghi in cui avviene la prima parte della storia; i cui protagonisti vivono in un paesino vicino a Lecco, dove risiede una guarnigione di soldati spagnoli che provoca disagi e sofferenze tra la gente popolana. Manzoni ci racconta degli atti che commettevano i soldati spagnoli con ironia per smorzare e alleggerire il contenuto. Dopo un'introduzione descrittiva, il capitolo prosegue con una sequenza narrativa. Così il 7 novembre 1628 Don Abbondio, personaggio descritto dal narratore con dovizia di particolari, stava tornando a casa e attraverso il suo modo di passeggiare riusciamo a cogliere le caratteristiche della sua personalità. Mentre stava camminando Don Abbondio scorge due figure minacciose, che contraddistinguendosi per l'abbigliamento si deduce che siano dei bravi. Ora incomincia una lunga digressione in cui l'autore enuncia tutti le grida (inefficienti) che erano state emanate contro i bravi. Successivamente il racconto riprende con un dialogo che avviene tra don Abbondio e i bravi, dopo che il parroco aveva constatato che non avrebbe potuto evitarli. I due bravi in tono minaccioso dicono che il matrimonio tra Renzo e Lucia non si sarebbe fatto e quindi Don Abbondio non doveva maritarli. Don Rodrigo, Il signore del luogo, non voleva questo matrimonio; così aveva mandato i suoi sgherri per impedirlo. Al nominare “Don Rodrigo” da parte dei bravi, Don Abbondio non esita a tirarsi fuori dalla vicenda e non ribattere, così i bravi se ne vanno cantando. Successivamente il narratore ci fornisce un ritratto di Don Abbondio svolgendo una lunga digressione che dapprima tratta l'epoca in cui è ambientato il romanzo descrivendola come se non fosse semplice da vivere per la comune gente popolana, grazie a questo il lettore riesce a dare una minima giustificazione al comportamento di Don Abbondio, e poi la digressione continua soffermandosi su quest'ultimo, che per andare avanti nella vita rimane neutrale in qualsiasi circostanza senza mai opporsi ai più potenti, così capiamo anche il motivo della presunta vocazione di Don Abbondio, che non era una chiamata del signore, ma essere prete per lui era l'unico modo di appartenere a una classe sociale rispettata e sopravvivere in una società ingiusta e violenta come quella del seicento. Infatti Don Abbondio viene paragonato ad un vaso di terracotta che viaggia su un carro in mezzo a vasi di ferro; ciò ci fa capire la fragilità del parroco nel contesto in quale viveva. Arriviamo così all'ultima sequenza, una sequenza narrativa dove Don Abbondio rientrato a casa incontra la sua domestica Perpetua, che ha una caratteristica molto spiccata, ovvero la curiosità. Non appena vede il suo padrone cerca in tutti i modi di farsi dire cos’è successo e così Don Abbondio alla fine si lascia andare, sia per l'insistenza di Perpetua che per sfogarsi lui stesso. Dopo aver raccontato l'incontro e ascoltato l'opinione della domestica, si ritira agitato nella sua stanza per trascorrere la notte.
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