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riassunto primo parziale microeconomia, Appunti di Microeconomia

il riassunto contiene gli appunti presi durante le lezioni integrati al libro di Krugman e Wells. Gli argomenti sono i seguenti: - concetti e metodo (capitolo 2); - domanda, offerta ed equilibrio in un mercato concorrenziale (capitolo 3); - surplus sociale ed il concetto di efficienza (capitolo 4, 5); - applicazioni (capitolo 6, 7, 8); - le decisioni di consumo (capitolo 9, 10 e appendice).

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 27/06/2023

sofiiia28
sofiiia28 🇮🇹

4.4

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Scarica riassunto primo parziale microeconomia e più Appunti in PDF di Microeconomia solo su Docsity! Microeconomia OGGETTO dell’economia: studio del processo tramite il quale ogni società garantisce benessere materiale ai suoi cittadini. È il processo tramite il quale si studiano i meccanismi con cui si soddisfano i bisogni materiali delle persone. Secondo alcuni l’economia può essere circoscritta allo studio di un meccanismo decisionale, cioè come vengono prese le decisioni che portano al soddisfacimento dei bisogni. La scienza economica è così ridotta allo studio delle decisioni. Le risorse a nostra disposizione sono scarse e quindi è importante decidere come usarle. → ci si focalizza sul processo decisionale, che risulta dai costi e dai benefici di una decisione. Dal confronto tra costi e benefici deriva la decisione. L’economia si occupa di soddisfare i bisogni delle persone, quindi da cosa dipende il benessere materiale? Dal modo in cui si assolvono due compiti, ovvero: - la produzione dei beni - la distribuzione degli stessi. Mentre nell'antichità ogni individuo è autosufficiente, ovvero provvede da sé per soddisfare i suoi bisogni, nelle società avanzate ciò non è vero. C’è stata una maggiore specializzazione produttiva. Le economie sono diventate sempre più sofisticate, e questo ha richiesto sempre maggiori competenze → specializzazione produttiva. Adam Smith insisteva su ciò, quando faceva notare la differenza tra l’artigiano che produce un intero spillo e la fabbrica di spilli, dove ogni lavoratore contribuisce a realizzare un pezzo di esso. Messi insieme producono di più, ma ognuno dipende dagli altri, ognuno ha bisogno che ciascuno faccia la propria parte nel processo produttivo. La specializzazione ha prodotto un aumento della produttività, ma un aumento dell’interdipendenza tra persone. IL PROBLEMA ECONOMICO Secondo la visione tradizionale la produzione e distribuzione di beni sono due problemi che vengono simultaneamente assolti dall’operare del mercato, sono due facce dello stesso problema. La soluzione di questi 2 problemi è simultanea, tramite il mercato. Un problema economico si riferisce a quanti beni produrre, quali e come distribuirli tra i membri di una società. Soluzioni del problema economico: ➺ tradizione ↠ economia dei cacciatori e società tradizionali, statiche; affrontavano un problema economico senza capo e senza mercato. La soluzione veniva trovata perchè da sempre era stato così→ Dividere in modo che tutti abbiano una loro parte. Tutto si ripete sempre nello stesso modo per centinaia di anni. Eventuali cambiamenti sono esogeni. ➺ comando/autorità ↠ c’è un’autorità centrale che comanda. Il cambiamento è endogeno, perché è l'autorità che produce il cambiamento. Conviene mettere tutte le risorse insieme e chi controlla e presiede è l'autorità. ➺ mercato ↠ ognuno è libero di scegliere quello che vuole, ma i bisogni vengono comunque soddisfatti. La società è dinamica. L’ECONOMIA DI MERCATO L’economia di mercato è un sistema economico basato sul fatto che si vendono le merci, alcuni beni si trasformano in merci. Per far sì che i mercati funzionino, ogni società deve concordare su cosa sia unamerce, quali beni siano assimilabili a merce. Molti beni scambiati oggi nei mercati un tempo non erano merci, ad esempio la terra e il lavoro avevano uno status diverso. Nessuno era obbligato a “vendere le ore” per poter vivere. Le nostre società devono provare che un bene abbia lo status di una merce.Mercato del lavoro=rendere il lavoro una merce. QUAL E’ LA LOGICA CHE GUIDA IL MERCATO? Logica che guida il mercato per risolvere il problema economico: il mercato funziona grazie all'accumulazione del capitale. “Il capitale non è una cosa, ma un rapporto sociale (una relazione) tra persone mediato da cose” (mezzi di produzione, proprietà del capitalista) (Marx). «L’uomo ha (…) quasi sempre bisogno dell’aiuto dei suoi simili, e lo aspetterebbe invano dalla sola benevolenza; avrà molta più probabilità di ottenerlo volgendo a suo favore l’egoismo altrui e dimostrando il vantaggio che gli altri otterrebbero facendo ciò che gli chiede (…). Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse. Non ci rivolgiamo alla loro umanità, ma al loro egoismo e con loro non parliamo mai delle nostre necessità, ma dei loro vantaggi» A. Smith (1776). Le interazioni di mercato non sono guidate dalla benevolenza, ma ognuno cerca di soddisfare il proprio interesse, così facendo loro (secondo Smith) soddisfano i miei bisogni. Secondo gli economisti classici ciò che conferisce valore alle cose è il lavoro. Nuova visione dopo Marx che si fonda su una definizione arbitraria dell’uomo, quale soggetto che agisce in modo da ottenere la massima quantità di cose necessarie con la minor quantità di lavoro.→massimo beneficio con minimo costo, che suggerisce il fatto che il valore delle merci sta nella loro utilità, ossia quanto sono disposto a pagare per averle. Il valore dipende dalla scarsità, se sono scarse sono disposto a pagare di più. Questo si fonda sulla razionalità strumentale, ossia ogni comportamento umano è volto al perseguimento di un risultato. Dato lo scopo cerco il modo migliore per soddisfarlo e raggiungerlo. I MODELLI Il modello è una teoria, una visione semplificata della realtà. Ciò che noi osserviamo è lo schema che abbiamo in testa, vediamo solo quello che è consentito dal nostro modello. La risposta a ciò che guida i mercati dipende dalla nostra visione, dal nostro modello. Secondo krugman e wells il modello economico si fonda su: 1. Siccome le risorse sono scarse, si deve scegliere 2. Scelta razionale= decisione al margine= si confrontano i costi e i benefici di un ‘unità addizionale. 3. Costo-opportunità: è il vero costo di un bene→ a quante unità del bene devo rinunciare se voglio avere un'unità in più del bene x. VISIONE MAINSTREAM il perseguimento dell’interesse personale garantisce che la collettività raggiunga, in modo non intenzionale, un elevato grado di ordine sociale. I PRINCIPI CHE SOTTENDONO ALLE SCELTE INDIVIDUALI Tutte le attività economiche sono il risultato di scelte individuali. Le scelte individuali sono determinate da quattro principi fondamentali. ➛ Principio n.1→ Siccome le risorse sono scarse, si deve scegliere. È RISORSA tutto ciò che può essere usato per produrre qualcos'altro. Una risorsa è scarsa quando la quantità disponibile non è sufficiente a soddisfare tutti gli usi ai quali la società vorrebbe destinarla. ➛ Principio n.2→ il vero costo di qualcosa è il suo costo-opportunità. Ciò a cui si rinuncia per ottenere qualcosa che si desidera (=costo-opportunità). Il costo-opportunità è il vero costo di qualsiasi bene o servizio. ➛ Principio n.3 → Le decisioni di tipo quantitativo sono decisioni al margine. La decisione in questo caso comporta un trade-off ossia un bilanciamento tra costi e benefici. Decisioni del tipo cosa fare con un'ora aggiuntiva di tempo, come spendere un euro in più ecc sono decisioni a margine. Questo ci porta al terzo principio fondamentale delle scelte ossia: le decisioni quantitative comportano un Trade-off al margine, ovvero un bilanciamento fra costi benefici di una quantità leggermente superiore o leggermente inferiore di una data attività. Lo studio di queste decisioni è detto analisi marginalista. esempi: Una raffineria produce sia benzina che diesel (estratti entrambi dalla lavorazione del petrolio), cosa succede alla quantità offerta di benzina se il prezzo del diesel aumenta? Aumenta l’offerta di diesel, il prezzo del diesel influenza l’offerta di benzina e viceversa. Un impresa estrattiva estrae petrolio, ma anche metano, cosa succede alla quantità offerta di metano se il prezzo del petrolio aumenta? aumenta l'estrazione del petrolio e ciò sposta l'offerta di metano, perchè per estrarre maggior petrolio estraggo anche maggior metano. Sono quindi beni complementari. Equilibrio Un mercato concorrenziale è in equilibrio quando il prezzo raggiunge un livello in corrispondenza del quale la quantità domandata del bene è uguale alla quantità offerta. La quantità acquistata e venduta a quel prezzo è detta quantità di equilibrio. Per determinare il prezzo e la quantità di equilibrio si tracciano nello stesso grafico la curva di domanda e quella di offerta. Domanda e offerta non sono più uguali, abbiamo un’eccedenza nella produzione (surplus o eccesso di offerta), ciò significa che potenziali venditori non trovano acquirenti. Se il prezzo è 1,5€ al kg i compratori desiderano 8,1 kg di cotone ma le imprese allo stesso prezzo vogliono produrre 11,2 kg di cotone. A questo punto le imprese cercheranno di vendere a prezzo più basso. Smetto di abbassare quando il prezzo diventa un euro. Ogni volta che c'è eccedenza, dovrebbe esserci un meccanismo di mercato per cui si riduce il prezzo, aumenta un po’ la quantità domandata. Si riduce un po’ la quantità offerta e l’eccedenza si riduce fino a scomparire (equilibrio). L’offerta varia al variare del prezzo. L'impresa non può diminuire il prezzo per poter far sì che si compri di più. In questo caso c’è un eccesso di domanda, la domanda supera l'offerta. Aumentando il prezzo (fino ad 1€) aumenta l'offerta e si riduce la domanda, arrivando all’equilibrio. I consumatori non possono interferire sul prezzo di mercato (mercato di conc. perfetta). Questo modello funziona solo se si è all’equilibrio, fuori non funziona, non dice nulla. I mercati tendono ad avere un unico prezzo ossia quello di equilibrio; Tale prezzo tende a diminuire se è superiore a livello di equilibrio per effetto dell'eccedenza e tende ad aumentare se è inferiore quando la carenza spinge chi compra e chi vende combinazioni che alzano il prezzo. Il prezzo di mercato tende sempre verso il livello di equilibrio cioè quello in corrispondenza del quale non si registrano né eccedenze, né carenze. Mercato di concorrenza perfetta, (mercato concorrenziale) caratteristiche: ⇢ su questo mercato i beni scambiati e prodotti dalle imprese sono omogenei, ossia sono identici. Questo perché se solo io vendo qualcosa che è diverso non lo si trova ovunque. ⇢ Non solo i beni sono omogenei, ma deve esistere un numero infinito di acquirenti e di venditori. Conseguenze: se si ha un'infinità di acquirenti ognuno è di dimensioni piccole rispetto al mercato, ciò che lui vuole acquistare è trascurabile rispetto alla quantità scambiata sull’intero mercato. Esempio: la quantità che ciascuno acquista di camicie è insignificante rispetto all'intero mercato di camicie. ⇢ c’è libertà di ingresso e uscita nel mercato. Non deve esserci niente che impedisca a un produttore di entrare nel mercato. Quindi il numero di imprese di quel mercato può aumentare, oppure ridursi se i produttori escono. ⇢ informazione: l'informazione deve essere completa. Tutti sanno quali sono le caratteristiche del bene che compra, così che ognuno può farsi un’idea sul bene che sta acquistando. La conseguenza di tutto ciò è che se io sono un’impresa e decido di triplicare la produzione, la mia decisione non ha effetto sul bene (prezzo) che sto producendo. → nel mercato di concorrenza perfetta, acquirenti, consumatori sono price-takers, ossia nessun individuo o impresa può far cambiare il prezzo in virtù della sua decisione individuale. Il prezzo cambia solo sul mercato, non in seguito alla decisione di un singolo. Esercizio di statica comparata L’esercizio di statica comparata è il confronto tra l’equilibrio iniziale con quello finale, ossia cosa succede all’equilibrio se o la domanda, o l’offerta, o entrambe cambiano? Molti eventi agiscono sulla curva di domanda o sulla curva di offerta ma non su entrambe e quindi è utile domandarsi cosa succede in entrambi i casi. Cosa succede quando si sposta la curva di domanda La curva di domanda si sposta (da D1 a D2), si avrà dunque un equilibrio nuovo (E2). in corrispondenza di un aumento della domanda dovrebbero aumentare gli scambi e il prezzo di equilibrio. lo spostamento della curva di domanda può essere spiegata con un principio generale, ossia che se la domanda di un bene aumenta, aumentano sia il prezzo, sia la quantità di equilibrio. Può però accadere anche il contrario, ossia ci potrebbe essere una riduzione della domanda facendo sì che la curva di domanda si sposti verso sinistra. A questo punto se la domanda di un bene diminuisce, diminuiscono sia il prezzo sia la quantità di equilibrio. Cosa succede quando si sposta la curva di oerta Un aumento dell'offerta provoca una diminuzione del prezzo di equilibrio e un aumento della quantità di equilibrio. Se invece l'offerta diminuisce ciò provocherà sarà un aumento del prezzo di equilibrio e una diminuzione della quantità di equilibrio. Gli spostamenti simultanei delle curve di domanda e oerta (in direzioni opposte) A volte si verificano eventi che provocano uno spostamento sia della curva di domanda sia della curva di offerta. Se la domanda diminuisce e l'offerta cresce la quantità di equilibrio può aumentare o diminuire a seconda di quanto si spostano le curve di domanda e di offerta. ⇛ Se la domanda aumenta e l'offerta diminuisce il prezzo di equilibrio aumenta ma l'effetto sulla quantità di equilibrio è incerto. In questo caso la quantità scambiata aumenta perché lo spostamento della domanda domina sulla contrazione dell’offerta. ⇛ Se la domanda diminuisce e l'offerta aumenta il prezzo di equilibrio diminuisce ma l'effetto sulla quantità di equilibrio è incerto. Gli spostamenti simultanei delle curve di domanda e oerta (nella stessa direzione) ⇛ Se la domanda e l'offerta aumentano entrambe la quantità di equilibrio aumenta ma l'effetto sul prezzo è incerto ⇛ Se la domanda e l'offerta diminuiscono entrambe la quantità di equilibrio diminuisce ma l'effetto sul prezzo incerto. Disequilibrio Con eccesso di offerta sembrerebbe ragionevole ridurre la produzione, o aumentare il prezzo, ma ciò non è compatibile con il mercato concorrenziale. Allora si fa intervenire una sorta di figura fittizia, si cerca di impedire che gli scambi avvengano a prezzi diversi da quello di equilibrio. L'acquirente non va dal compratore, trasmette le intenzioni di acquisto a una figura fittizia ossia il banditore d’asta. egli annuncia un prezzo, gli acquirenti dicono quanto sono disposti a comprare a quel prezzo, i produttori dicono quanto sono disposti a produrre a quel prezzo, si fa poi somma della domanda e dell’offerta, e se c’è eccedenza, si abbassa. A questo punto si abbassa il prezzo e si rifanno i prezzi. Quando si raggiunge l'equilibrio possono avvenire gli scambi. Non è detto che il banditore faccia raggiungere l’equilibrio su tutti i mercati. Equilibrio generale= si prendono in considerazione simultaneamente tutti i mercati che compongono l’economia. deve garantire che su ogni mercato i vari equilibri vengano riassorbiti. Una situazione normale è quando l’equilibrio generale non c’è, tutti i mercati non sono in grado di convergere i vari equilibri. Equilibrio parziale= ci si concentra su un singolo mercato. Es. mercato del cotone. Piero sraa sraffa diceva che la curva di domanda e di offerta in un mercato concorrenziale non sono tra loro indipendenti (dipendono l'una dall’altra). Il prezzo delle maglie di cotone aumenta (produzione aumenta→ serve materia prima, aumenta la domanda di lavoro e la quantità offerta). Mercato di lavoro: aumenta la domanda di lavoro e si sposta a destra→ si ha un eccesso di domanda di lavoro rispetto all’equilibrio iniziale. I salari aumentano. L’offerta di lino si sposta a sinistra, c’è un eccesso di domanda di cotone, quindi il prezzo aumenta. Se il prezzo delle maglie di lino aumenta, aumenta la domanda di maglie di cotone. Le curve sono tra loro dipendenti. Il surplus del consumatore Il surplus del consumatore e del venditore si usano per capire come chi compra e chi vende trae beneficio da un mercato concorrenziale. La disponibilità a pagare è il prezzo massimo che un potenziale compratore è disposto a pagare per un bene. Ad esempio, se il prezzo di un libro è maggiore della disponibilità a pagare lo scambio non avviene. Il segmento orizzontale corrisponde alla disponibilità a pagare di ciascun potenziale compratore. Supponiamo ad esempio che la libreria universitaria venda libri di testo usati al prezzo di 30€. Siccome Alessia sarebbe disposta a pagare 59€ per il libro, il suo guadagno netto è 59-30=29€, quello di bruno è 15€ e quello di claudia 5€. Tutti gli altri non lo comprano quindi non guadagnano né perdono. Il guadagno netto che si ottiene dall’acquisto di un bene è detto surplus individuale del consumatore→ (=disponibilità a pagare-prezzo pagato (€) ) La somma di tutti i surplus individuali del consumatore di un bene è il surplus totale del consumatore.→ 49€ (29+15+5) Il surplus del consumatore è usato per indicare sia il surplus individuale del consumatore sia il surplus totale, che può essere rappresentato graficamente. Beneficio marginale→ variazione del beneficio totale conseguente alla variazione della quantità acquistata, indica quanto vale avere un libro in più a disposizione. questo dipende da quanti libri ci sono già nella società: se ce ne sono 2 (di Alessia e di Bruno) il beneficio totale è 59+45, se poi c’è un libro in più, esso andrà va a claudia, che è disposta ad acquistarlo. L'incremento del beneficio totale, quindi il beneficio marginale, sarà di 35€. L’area del rettangolo di alessia (59-30)x1=29€, rappresenta il surplus del consumatore che le deriva dall’acquisto di un libro a 30€. Quindi, il surplus individuale del consumatore di alessia è l’area del rettangolo blu scuro. Anche bruno e claudia traggono beneficio dall’acquisto del libro, anche se in misura minore. Il surplus totale del consumatore è dato dalla somma delle aree dei rettangoli (i surplus individuali) ed è quindi l 'intera area ombreggiata. In altre parole si può affermare che❗ il surplus totale del consumatore derivante dall’acquisto di un bene a un dato prezzo è pari all’area compresa tra la curva di domanda e la semiretta orizzontale corrispondente al prezzo di mercato (4.3 pg.95). Il beneficio totale in questo caso dove è rappresentata una domanda lineare è l’area OABC. Il surplus per la società????? è la differenza tra la prima e la seconda area (tra beneficio totale e costo). Al prezzo di equilibrio di mercato Giacomo vende il libro e Ivana no. se riallochiamo le vendite imponendo a Giacomo di tenersi il libro e Ivana di venderlo, ci sarà una riduzione del surplus sociale di 10€, così come quello del produttore. Così, l’equilibrio di mercato garantisce che le vendite siano allocate ai produttori che attribuiscono il maggior valore alla possibilità di venderlo. 3. modificazione della quantità scambiata Se si impedisce a Giacomo di vendere il libro ad Anna il surplus totale diminuisce di 10 €. Se si impone a Ivana di vendere il libro a Pietro il surplus totale diminuisce di 10 €. Quindi il surplus totale diminuisce ogni qualvolta si scambiano più o meno di 1000 libri. Infatti, questo spiega che una volta raggiunto l'equilibrio non c'è alcun modo di incrementare i benefici dello scambio perché qualsiasi altro risultato a ridurrebbe il surplus totale. criterio di pareto È un criterio comparativo, ossia quando si usa si stanno confrontando due situazioni sociali, una situazione sociale A e una situazione sociale B. Pareto dice che il passaggio da una situazione A ad un’altra situazione B costituisce un miglioramento (miglioramento secondo Pareto) se si verifica una delle seguenti due circostanze: ➛ se nella nuova situazione B tutte le parti coinvolte migliorano la propria posizione rispetto a quella iniziale ➛ se nel passaggio da A a B almeno uno migliora ma nessun altro la peggiora. Se nel passaggio da A a B qualcuno migliora ma qualcun altro peggiora le due situazioni non sono comparabili secondo pareto perché se uno migliora qualcun altro peggiora, ci si astiene dal giudizio (=non sono comparabili). OTTIMO DI PARETO: una situazione è un ottimo di pareto quando a partire da quella situazione non sono possibili miglioramenti paretiani. Ci si trova in una situazione nella quale per ogni spostamento è impossibile che tutti stiano meglio o uno stia meglio ma nessuno stia peggio. A e B sono due situazioni sociali. Per Adamo essere in A vale 3 e per Eva 1. Per Adamo essere in B vale 3 e per Eva 2. Supponendo di essere in A, da A a B Eva migliora, Adamo non peggiora, perciò esiste un miglioramento paretiano. perciò, da A a B non è un ottimo di pareto Supponendo ora di essere in B→ passaggio da B ad A. Per adamo non cambia, per eva peggiora. Quindi il passaggio da B ad A non è un miglioramento paretiano perché eva peggiora. B è un ottimo di pareto. C’è poi una terza situazione sociale ossia C. Da A a C adamo ed Eva migliorano entrambi. Sto passaggio è quindi anch’esso un miglioramento paretiano. Siamo ora in B. Se da B si va in C adamo migliora, eva migliora, quindi sto passaggio è un miglioramento. Siccome a partire da B esiste un miglioramento allora B non è più un ottimo di Pareto. Non è un ottimo di pareto perchè è una situazione a partire dalla quale sono possibili tanti miglioramenti. Se ci sono risorse non usate quella situazione è possibile di un miglioramento quindi non è un ottimo di pareto. Quindi, il criterio di pareto seleziona come ottimale una situazione che è senza spreco. Per questo sto criterio è associato all'idea di efficienza. L’elasticità L'elasticità della domanda al prezzo è la variazione percentuale della domanda conseguente alla variazione percentuale del prezzo. Ossia, se il prezzo di un bene varia del 10%, è proprio l’elasticità a specificare quanto varierà la domanda. Es. La domanda passa da 1000 a 800. il prezzo sale (da 1€ a 1,20€), e la domanda scende. Il prezzo si riduce del 20% e la domanda aumenta del 20%. Una variazione percentuale positiva del prezzo (aumento) si traduce in una variazione percentuale negativa della quantità domandata. Viceversa, una variazione percentuale negativa del prezzo si traduce in una variazione percentuale positiva della quantità domandata. Quindi, l’elasticità della domanda al prezzo è un numero negativo, ma per convenzione il meno si toglie. Quando l’elasticità della domanda al prezzo è elevata (ossia quando i consumatori variano la quantità domandata di una percentuale di gran lunga superiore alla variazione del prezzo), si dice che la domanda è fortemente elastica. Se invece la variazione della quantità è più piccola della variazione del prezzo allora la domanda è anelastica. Domanda perfettamente anelastica: se la quantità domandata non è affatto reattiva a variazioni del prezzo. Quando la domanda è perfettamente anelastica, la curva di domanda è una semiretta verticale. Domanda perfettamente elastica: un qualsiasi aumento di prezzo riduce la quantità domandata a 0. La curva di domanda è una semiretta orizzontale. Domanda a elasticità unitaria: quando l'elasticità della domanda al pezzo è 1. Questi sono i casi estremi, mentre per classificare quelli intermedi ci si chiede se l'elasticità della domanda al prezzo è < o > di 1. Quando è maggiore di 1 la domanda è elastica, mentre quando è minore di 1 la domanda è anelastica. Cosa determina il fatto che la domanda sia elastica? elasticità=la domanda di un bene è elastica se la quantità domandata reagisce proporzionalmente al variare del prezzo. ➻ la disponibilità di beni sostituti, se esistono tanti beni che assolvono al medesimo compito. La domanda ci si aspetta che sia elastica. (es. Ristorante o viaggi) ➻assenza di beni sostituti. se non ci sono beni che possano sostituire il bene in oggetto, l'elasticità sarà molto bassa. Es. la benzina. Se aumenta il prezzo non ci faccio niente, devo prenderla comunque quindi la domanda sarà abbastanza rigida. ➻beni di prima necessità=elasticità bassa. ➻beni di lusso La quantità domandata di un bene dipende non solo dal suo prezzo ma anche da altre variabili. In particolare per esempio possiamo misurare l'impatto della variazione del prezzo di un bene sulla -domanda di un altro bene ricorrendo all'elasticità incrociata della domanda al prezzo. L'elasticità delle domande di banana rispetto al prezzo di mandarini, caffe rispetto al tè ecc. Se i beni sono sostituiti, se aumenta il prezzo del caffè io riduco la domanda di caffè e aumento quella di te. Aumenta il prezzo del caffè, aumenta la domanda del tè. Se i beni anziché sostituti sono complementari, es caffe senza zucchero non si beve, se aumenta il prezzo del caffè diminuisce la domanda dello zucchero. -Elasticità della domanda al reddito. L'elasticità incrociata della domanda al prezzo La domanda di un bene è spesso influenzata dal prezzo di altri beni correlati: si può misurare l'intensità di questo effetto ricorrendo all'elasticità incrociata della domanda al prezzo. È definita come il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata di un bene e la variazione percentuale del prezzo dell'altro bene. -Se due beni sono sostituti, l'elasticità incrociata della domanda al prezzo è positiva e misura il grado di sostituibilità tra due beni. -Se due beni sono complementari l'elasticità incrociata della domanda al prezzo è negativa, ossia ad esempio un aumento del prezzo del caffè provoca una diminuzione della quantità domandata di zucchero. Se l'elasticità incrociata è di poco inferiore allo zero, i due beni sono debolmente complementari, altrimenti se è di molto inferiore allo zero sono fortemente complementari. Elasticità della domanda rispetto al reddito Come varia la domanda di un bene al variare del reddito disponibile dei consumatori? È la variazione percentuale della domanda, diviso la variazione % del reddito. Se all'aumentare del reddito aumenta la domanda, allora possono verificarsi due casi: - caso dei beni normali: l'aumento della domanda è piccolo rispetto all'aumento del reddito. La domanda di questi beni è anelastica al reddito perché quando il reddito aumenta la domanda del bene aumenta meno che proporzionalmente rispetto al reddito. - caso dei beni di lusso: il consumo aumenta di molto all'aumentare del reddito. (domanda elastica al reddito→ elasticità della domanda al reddito maggiore di 1) È possibile che all'aumentare del reddito il consumo di un bene si riduca. Questo non è un bene normale ma è un bene inferiore. Elasticità dell'oerta al prezzo Essa misura la reattività della quantità offerta di un bene a variazioni del suo prezzo ed è pari al rapporto tra la variazione percentuale della quantità offerta e la variazione percentuale del prezzo. ➢ Una curva di offerta è perfettamente anelastica se l’elasticità dell'offerta al prezzo è nulla, di modo che una qualsiasi variazione del prezzo non ha alcun effetto sulla quantità offerta. se l'offerta è perfettamente anelastica la curva di offerta è una semiretta verticale. ➢ Una curva di offerta è perfettamente elastica se una diminuzione minuscola del prezzo provoca un aumento incommensurabile della quantità offerta. se l'offerta è perfettamente elastica la curva di offerta è una semiretta orizzontale. Quali fattori determinano l'elasticità dell'oerta al prezzo? ➯ Disponibilità di fattori di produzione→ Quando i fattori di produzione sono disponibili in abbondanza l'elasticità dell'offerta al prezzo tenderà essere elevata e viceversa. ➯ Il tempo→ L'elasticità dell'offerta al prezzo tende ad aumentare via via che i produttori hanno il tempo di reagire a variazioni del prezzo, per questo motivo l'elasticità dell'offerta al prezzo di lungo periodo è generalmente maggiore di quella di breve periodo. L'elasticità dell'offerta al prezzo è generalmente bassa per i beni la cui produzione richiede risorse naturali disponibili in quantità limitata, ad esempio metalli come l’oro e il rame. Controllo dei prezzi e della quantità: interferire nei mercati Interferire: Il mercato genera un equilibrio che è socialmente ottimale. Interferire nel mercato quindi non è desiderabile e opportuno, perché ogni interferenza col mercato, ossia ogni azione che impedisce al mercato di fare il suo lavoro, produce una situazione che non sarà più un ottimo sociale. Ogni tipo di interferenza causerà una perdita di efficienza, una perdita di benessere sociale. Ci possono essere ragioni che spingono i governi a interferire coi mercati, ma questo ha conseguenza in termine di surplus sociale. I controlli dei prezzi da parte dei governi I controlli dei prezzi (imposti dai governi) sono vincoli legali imposti sul livello massimo o minimo che il prezzo di mercato può raggiungere e possono assumere due forme: - Livello massimo di prezzo/tetto→ è il prezzo massimo che i venditori possono praticare nella vendita di un bene. - Livello minimo di prezzo/pavimento→ prezzo minimo che i compratori devono pagare per l'acquisto di un bene. Solitamente se i mercati sono efficienti questo può provocare un'inefficienza, mentre se i mercati sono già inefficienti i controlli dei prezzi non creano necessariamente problemi. Tetti di prezzo Generalmente e si sono introdotti in periodi di crisi. Ad esempio durante la seconda guerra mondiale il governo degli Stati Uniti ha imposto molti limiti di prezzo. Teniamo in considerazione che l'equilibrio si trova ad esempio nel punto E, dove si affitterebbero 2 milioni di appartamenti a 1000$ al mese ciascuno. Supponiamo ora che il governo imponga un livello massimo di prezzo per esempio 800$ al mese. A questo prezzo però si viene a creare una La quantità incassata dal governo è il prodotto dato dall’ammontare dell'imposta ossia 40 moltiplicato x il nr di pernottamenti, ossia 5000= ammontare che incamera il governo avendo imposto una tassa sul pernottamento. Quando un accisa grava prevalentemente su chi consuma L’elasticità della domanda di benzina al prezzo è molto bassa quindi la curva di domanda è ripida (scarsa variazione della domanda in risposta a una variazione del prezzo). L’elasticità dell’offerta al prezzo è invece molto elevata, quindi la curva di offerta è relativamente piatta. (la quantità offerta varia molto in risposto a una variazione di prezzo. Un’accisa crea quindi un differenziale tra prezzo pagato dai produttori e quello pagato dai consumatori. Questo differenziale spinge il prezzo pagato da chi consuma verso l’alto e quello incassato verso il basso. Il prezzo incassato dai produttori diminuisce solo marginalmente da 1€ a 0,95€, mentre il prezzo pagato dai consumatori aumenta da 1€ a 1,95€. Quindi, se l'elasticità della domanda al prezzo è bassa e quella dell’offerta alta, allora un’accisa grava principalmente sui consumatori. La bassa elasticità della domanda al pezzo indica infatti che esistono pochi beni sostituti quindi non c’è altra scelta che consumare la benzina anche a un prezzo più elevato. La perdita di surplus sociale è l’area del triangolo. Le entrate del governo sono il rettangolo. La perdita di surplus dei consumatori è molto grande, quella dei produttori è il rettangolino. Quando un accisa grava prevalentemente su chi ore 6€ al giorno è il prezzo di equilibrio senza imposta. Ipotizziamo che l'elasticità dell’offerta al prezzo sia molto bassa perché gli spazi del parcheggio sono limitati→ la curva di offerta è relativamente ripida. L'elasticità della domanda al prezzo è invece molto elevata perché gli automobilisti possono facilmente trovare altri parcheggi. Stavolta il prezzo pagato da chi consuma aumenta solo leggermente da 6 a 6,50€mentre il prezzo incassato da chi produce diminuisce da 6€ a 1,50€ i consumatori paagno quindi solo 0,50€ dell’imposta ei produttori i restanti 4,50€. Se l'elasticità della domanda al prezzo è elevata e l’elasticità dell’offerta al prezzo è bassa allora l’accisa grava prevalentemente su chi produce. Il gettito di un’accisa L’area del rettangolo ombreggiato rappresenta le entrate della pubblica amministrazione. Il gettito dell’accisa è pari quindi all'area del rettangolo che ha per altezza il differenziale creato dall’imposta tra la curva di domanda e quella di offerta e per base la quantità acquistata e venduta in presenza dell’imposta. area= 40x5000=200000. I 40€ prelevati su ogni pernottamento costituiscono l’aliquota dell’imposta, ossia l’ammontare dell’imposta che i contribuenti sono tenuti a versare su ogni unità di ciò che viene tassato. A volte è definita in euro e a volte in percentuale. L’ampiezza delle aree è determinata dall'accisa e come si riduce la quantità di conseguenza quindi da quanto è sensibile la domanda o l'offerta. Perdite di surplus Nel caso di un'accisa l'aumento del prezzo puagato dai consumatori provoca una perdita uguale alla somma dell'area del rettangolo blu e di quella del rettangolo azzurro (A+B). la perdita di surplus del produttore è data invece dalla somma dell’area del rettangolo rosso C e quello rosa F. Una parte di surplus dei consumatori e produttori va al governo. A è la parte di surplus sociale che viene trasferita dai consumatori al governo. C è poi la parte che dai produttori viene trasferita al governo. I consumatori in termini di surplus perdono A+B. A va al governo, B è perduto perché si riduce la quantità scambiata. Complessivamente l’area di surplus dei produttori che viene perduto è l'area C+F. C è trasferita da produttore al governo. L’altra va proprio perduta perché si produce una quantità inferiore di beni. Perdita secca ed elasticità Quanto è maggiore il numero di transizioni che non si effettuano a causa dell’imposta, tanto è maggiore la perdita secca. Un’imposta su un bene la cui domanda (e/o offerta) è elastica provoca una notevole riduzione della quantità scambiata del bene e di conseguenza una perdita secca pronunciata. La domanda/offerta è invece anelastica se la quantità domandata/offerta è poco reattiva alla variazione del prezzo; di conseguenza l'imposta su un bene la cui domanda/offerta è anelastica causa una modesta riduzione della quantità scambiata e dunque una perdita secca relativamente contenuta. b)= domanda anelastica, la perdita di benessere è contenuta. c)= offerta elastica. Quando c'è una domanda o offerta rigida, la perdita di benessere è contenuta. La tassazione produce inefficienza sociale→ lo vediamo dall’area gialla. Si ostacola il libero funzionamento del mercato. Il mercato di concorrenza perfetta genera un ottimo sociale, se si ostacola c’è inefficienza. Si sta supponendo che non ci siano esternalità, cioè che tutte le parti coinvolte nella transizione riassumono gli attori che sono coinvolti. Commercio internazionale GLI EFFETTI DELLE IMPORTAZIONI→ La curva di domanda interna di un bene mostra la relazione tra la quantità domandata dagli abitanti di un paese e il prezzo del bene stesso. La curva di offerta interna di un bene mostra la relazione tra la quantità offerta dai produttori di un paese e il prezzo del bene stesso. In questi casi si è in autarchia=mercato chiuso agli scambi. Immaginiamo ora di aprire questo mercato alle importazioni. La figura mostra una situazione in cui pw è < di pa. Quindi dato che il prezzo mondiale degli smartphone è minore del prezzo interno gli importatori trovano redditizio acquistarli all'estero per rivenderli sul mercato interno. Gli smartphone importati si aggiungono all'offerta interna facendo diminuire il prezzo interno e le importazioni di smartphone continuano ad aumentare fino a quando il prezzo interno scende a livello di prezzo mondiale. Le importazioni di smartphone provocano una diminuzione del prezzo interno quindi il surplus del consumatore aumenta e quello del produttore diminuisce come mostrato qua: In autarchia il surplus sociale era la somma di W+X+Y. X e Z fanno parte del surplus dei consumatori in seguito all’apertura delle frontiere (prima era solo l’area W). Questo perché acquistano più beni pagandoli a un prezzo inferiore rispetto a quello del proprio paese. Quindi la riduzione del prezzo interno che raggiunge il livello del prezzo mondiale provoca un aumento del surplus del consumatore in misura pari alle aree appunto X + Z. Le imprese domestiche avevano invece surplus X+Y, ora aprendo le frontiere devono accettare il prezzo mondiale quindi devono vendere a Pw, perchè è un mercato concorrenziale. Perciò, i produttori perdono surplus in misura pari a X. rispetto all autarchia c’è un aumento del surplus sociale che si quantifica nell’area Z. Z dice a quanto ammontano i guadagni dagli scambi internazionali. Liberalizzare le frontiere genera un guadagno in termini di benessere. Il surplus sociale post apertura è maggiore che quello in autarchia, (è maggiore di Z). Quindi vediamo che gli scambi internazionali hanno risvolti positivi per alcuni e negativi per altri. La liberalizzazione che vede il nostro paese diventare un importatore è un miglioramento paretiano? No perché c'è un gruppo sociale ossia i produttori domestici vedono peggiorare la loro situazione nel passaggio, mentre i consumatori vedono migliorare la loro posizione. L'incremento di benessere dei consumatori è maggiore della perdita di benessere dei produttori. Se si preleva x ai consumatori e lo si dà alle imprese, il surplus delle imprese torna a essere a uguale a quello che avevano prima. I consumatori hanno un surplus maggiore di quello che avevo prima perché comunque gli rimane Z. in questo caso allora la liberalizzazione è un miglioramento paretiano, ma è un miglioramento potenziale ossia lo è solo se il governo è capace di fare questa operazione. GLI EFFETTI DELLE ESPORTAZIONI→ Siamo in equilibrio autarchico a. Apriamo le frontiere e il prezzo sui mercati mondiale ora è maggiore del prezzo in autarchia. A causa del prezzo internazionale più elevato gli esportatori possono acquistare il bene sul mercato interno e rivenderli in quello internazionale. Di conseguenza il prezzo interno aumenta fino a raggiungere il prezzo mondiale, la quantità domandata dai consumatori interni diminuisce da Qa a Qd e la quantità offerta dai produttori interni aumenta da Qa a Qo. l’eccedenza. La porzione della produzione interna che non viene consumata nel mercato interno, Qo-Qd, viene esportata. w+x+z+y=surplus dopo l'apertura delle frontiere. Si aggiunge z perché ora le imprese vendono al prezzo pw. Quindi offrono anche qo. In assenza di scambi il surplus del consumatore è W+X e quello del produttore è Y. il commercio internazionale spinge al rialzo il prezzo da Pa a Pw, fa diminuire il surplus del consumatore da W+X a X e fa aumentare il surplus del produttore da Y a Y+X+Z: i produttori guadagno surplus in misura X+Z, i consumatori perdono surplus in misura pari a X e il surplus totale aumenta di Z. Al contrario delle importazioni quindi le esportazioni danneggiano chi consuma e apportano benefici alle imprese di produttori. Gli eetti del protezionismo I provvedimenti che limitano le importazioni sono detti protezione commerciale o protezionismo Gli effetti di un dazio Un dazio è una forma di accisa che si applica solo alle vendite di beni d’importazione. per ogni unità di bene importata si pagano x euro che sono incassati dal governo. Per esempio il governo potrebbe imporre a chiunque importi smartphone dalla cina il pagamento di un dazio di 100 dollari al prezzo. Nel mondo di oggi i dazi sono usati per scoraggiare le importazioni e proteggere i produttori interni. Ipotizziamo che il prezzo degli smartphone sia Pw. Pw è il prezzo mondiale, dove l'offerta è qo. Qd è la domanda da parte di consumatori domestici. Il governo impone poi un dazio su ogni smartphone importato. Quando esso varca la frontiera, gli viene applicato un dazio, e i compratori lo coprano non più a pw, ma pw+dazio=pt→ prezzo complessivo del dazio. Il prezzo sale, la domanda dei consumatori domestici scende. Le imprese che prima producevano solo qo ora iniziano a produrre qoT. Si riduce la domanda domestica, aumenta l'offerta domestica. Le importazioni si riducono. L’effetto dell'introduzione di un dazio è quello appunto di ridurre le importazioni. Termini di surplus→ Variazione dei surplus. Aumenta il prezzo di vendita e si riduce la quantità domandata. Il surplus dei consumatori diventa il quadrato blu vuoto. Il trapezio rettangolo è il surplus che viene perso dai consumatori. tra i panieri ammissibili scelgo dunque quello che mi dà più soddisfazione. Per dirlo si usa un criterio che non è cardinale, ma ordinale. Immaginiamo il consumatore capace di stabilire una classifica tra i vari panieri. Ogni paniere soddisfa i suoi bisogni in vario grado quindi stabilisce una classifica sulla base delle conseguenze. Stabilisce quale paniere va prima, quale secondo ecc. Quello che importa al consumatore non è il valore numerico della sua soddisfazione, ma è sapere quale paniere viene prima, qual è il più in alto in classifica.← criterio ordinale, ossia si stabilisce una classifica tra panieri. I panieri che sceglie stanno nella regione economicamente ammissibile. La pendenza della curva in un punto è data dalla pendenza della retta tangente in quel punto. Man mano che ci muoviamo lungo la curva di indifferenza la curva diventa via via meno ripida. solo i panieri a,b,c,d (per ipotesi) sono ammissibili. B è preferito ad a. C e a sono preferiti a D. A e C sono indifferenti. Se sti 4 sono gli unici ammissibili il consumatore sceglierà b, che è il paniere ottimo. Paniere ottimo: è il preferito tra gli ammissibili. Proprietà delle curve di indierenza 1- le curve di indifferenza non si incrociano mai perché ad ogni paniere di consumo corrisponde un unico livello di utilità totale. 2- Quanto più una curva di indifferenza dista dall'origine tanto maggiore è il livello di utilità a essa associato 3- Le curve di indifferenza hanno pendenza negativa. Se ci si muove verso destra lungo la curva la quantità consumata di vani aumenta. 4- le curve di indifferenza hanno forma convessa. La pendenza pari a via via che ci si muove lungo la curva verso destra: La curva diventa progressivamente meno ripida mentre se ci si muove verso sinistra la curva diventa sempre più ripida. I beni che soddisfano tutte e quattro le proprietà sono detti beni ordinari. Il saggio marginale di sostituzione Saggio marginale di sostituzione tra due beni→ Indica la quantità massima di un bene che siamo disposti a rinunciare per avere un’unità in più di un altro bene. Il saggio marginale di sostituzione è sempre negativo perché si sta rinunciando a un bene per averne di più dell’altro. Il consumatore ha quel paniere ma vuole 1kg di patate in più, quante cozze cede al massimo? Il saggio marginale di sostituzione è 5. Nel paniere c ci sono 4 kg di patate e 4 kg di cozze. Quante cozze è disposto a cedere per avere 1 kg di patate in più? mezzo kg, dunque il saggio marginale di sostituzione è 0,5 kg. Man mano che ci spostiamo lungo la curva dall’alto al basso il saggio marginale di sostituzione diventa più piccolo in valore assoluto. Si cede quantità minore del bene che sta in ordinata x avere più bene che sta in ascissa. Nel paniere a ci sono poche patate e molte cozze, è quindi disposto a rinunciare a molte cozze per avere 1kg di patate in più. Due beni sono beni ordinari se: - il consumatore richiede una maggiore quantità dell'uno per compensare una minore quantità dell'altro e - se il consumatore a un saggio marginale di sostituzione decrescente sostituire uno all'altro Risoluzione della scelta ottima Come sceglie il consumatore quale paniere acquistare? C’è una regione economicamente ammissibile composta da tutti i panieri che stanno sulla o sotto la retta gialla. Non si acquistano panieri sopra il vincolo di bilancio. Nell’immagine c'è una famiglia di curve di indifferenza. c'è un paniere ammissibile preferito a b? Si, quindi b non è il preferito. Quelli che stanno nell intervallo b c sono ammissibili e sono preferiti al paniere b. Il paniere ottimo è A. B non era scelta ottima perchè curva di indifferenza e vincolo di bilancio si intersecano. Dove il saggio marginale è maggiore della pendenza del vincolo di bilancio riduco il bene in ordinata e aumento la quantità del bene che sta in ascissa. A è il preferito perché qua la curva di indifferenza è tangente al vincolo di bilancio. Il saggio marginale di sostituzione è uguale al rapporto di scambio che il mercato mi impone di realizzare, che è il rapporto tra i prezzi. Essendo tangenti da qualsiasi parte ci si sposti si peggiora la situazione. Se si è in a e si aumentano le patate riducendo le cozze si sposta verso c, ma non appartiene alla stessa curva di indifferenza quindi peggiore. Paniere Ottimo: - è 1 paniere in corrispondenza del quale il saggio marginale di sostituzione è uguale al rapporto tra i prezzi→ tangenza tra curva di indifferenza e vincolo di bilancio. In corrispondenza del paniere di consumo ottimale la retta di bilancio è tangente alla curva di indifferenza. - tutto il reddito viene speso I sostituti e complementi Il fatto che due beni siano sostituti o complementi determina la forma delle curve di indifferenza. Sostituti perfetti→ Immaginiamo che per Alessandra mangiare tre biscotti al burro o sette biscotti al cioccolato non fa differenza. Le sue curve di indifferenza quindi sono sempre linee rette ed è sempre disposta a sostituire una data quantità fissa di un bene per un'unità dell'altro indipendentemente dalla quantità di ciascuno. Il suo saggio marginale di sostituzione è costante. Se le curve di indifferenza sono rettilinee i beni sono sostituti perfetti. Il saggio marginale di sostituzione di Alessandra non dipende dalla composizione del suo paniere di consumo, infatti se il prezzo relativo dei biscotti al cioccolato è maggiore del saggio marginale di sostituzione alessandra acquisterà solo biscotti al burro, invece se è minore acquisterà solo biscotti al cioccolato. Se il prezzo relativo dei biscotti al cioccolato è uguale al saggio marginale di sostituzione allora Alessandra si colloca in un punto qualsiasi della retta di bilancio. Le curve di indifferenza non sono convesse. Sostituti imperfetti→ Quando si muove dall'alto al basso si è sempre meno disposti a dare cozze per avere patate. questi due beni sono quindi sostituiti imperfetti perché la misura con cui siamo disposti a sostituirli dipende dalla quantità che ho nel paniere. Se si è nel paniere verso il basso son disposto a rinunciare a poche pozze x avere 1 kg di cozze in più. Le curve di indifferenza sono convesse verso l’origine. I complementi perfetti Se due beni sono complementi perfetti il consumatore desidera consumarli sempre nella stessa proporzione indipendentemente dal prezzo relativo quindi le curve di indifferenza assumono una forma ad angolo retto. In questo caso Annibale decise di consumare quattro bicchieri di latte e quattro biscotti (paniere B), indipendentemente dalla pendenza della retta di bilancio che passa per quel punto. Questo perché né un bicchiere di latte in più senza biscotto in più (a) né un biscotto in più senza un bicchiere di latte in più ( c) incrementano la sua utilità totale. Spostamenti del vincolo di bilancio 1-Aumento del prezzo di un solo bene→ Supponiamo che i canoni d'affitto subiscano un brusco aumento (aumento del prezzo del bene in ascissa) e ora per ogni vano occupato Ivana deve pagare 600 € invece di 150, ma il suo reddito e il prezzo dei pasti a ristorante rimangono invariati. In questo caso, cosa succede al vincolo di bilancio? Il vincolo di bilancio ruota verso il basso e il perno è l'intercetta del bene che non vede variare il prezzo. aumentando il prezzo dell'affitto di un locale si riduce la quantità massima che posso comprare. Quando la sua retta di bilancio ruota in senso orario Ivana individua il nuovo paniere di consumo ottimale scegliendo il punto sulla retta RB2. Con l'aumento del prezzo di un bene, facendo rimanere invariato il reddito e il prezzo dell'altro bene, si restringe la regione economicamente ammissibile, infatti a ora non si può più comprare. Quindi il paniere ottimo è il paniere C, dove Ivana consuma meno vani e più pasti al ristorante rispetto a prima, dove c’è una nuova tangenza tra il nuovo vincolo di bilancio e una nuova curva di indifferenza. 2-Variazione del reddito→ a) diminuzione del reddito: Supponiamo che il reddito di Ivana diminuisca da 2400 a 1200 € e che i prezzi rimangono invariati a 150 € al vano i 30 € al pasto al ristorante. In questo caso le possibilità di consumo di ivana si riducono, in quanto si riduce sia il numero massimo di vani che può permettersi di consumare, sia quello dei pasti al ristorante. La retta di bilancio subisce uno spostamento parallelo verso il basso e la sua pendenza rimane immutata perché il prezzo relativo è rimasto invariato. b) aumento del reddito: Supponiamo ora che il reddito di Ivana aumenti da 2400 a 3000€. La retta di bilancio si sposta parallelamente verso l'esterno da RB1 a RB3. la regione economicamente ammissibile si espande, diventano ammissibili beni che prima non lo erano. Nella funzione di utilità i vani e i pasti al ristorante sono beni normali cioè beni la cui domanda aumenta all'aumentare del reddito o diminuisce al diminuire del reddito. La maggior parte dei beni sono beni normali ma esistono anche beni inferiori, ossia se il reddito aumenta la domanda diminuisce e viceversa. Un esempio sono i mobili di seconda mano. (esempio di beni inferiore pg 300 A10.16)
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