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FOSCOLO – RIASSUNTO PROFILO DI LETTERATURA ITALIANA, Dispense di Letteratura Italiana

Riassunto del capitolo di Foscolo del manuale PROFILO DI LETTERATURA ITALIANA, Dalle origini a fine Ottocento.

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 26/09/2022

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Scarica FOSCOLO – RIASSUNTO PROFILO DI LETTERATURA ITALIANA e più Dispense in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Sara Pugliese Corso di Laurea DAMS – (00562) LETTERATURA ITALIANA 2021/2022 68 UGO FOSCOLO PAROLE CHIAVE Pupil of the revolution Trattato di Campoformio Delusione politica Innovazione e rielaborazione OPERE TRATTATE Ultime lettere di Jacopo Ortis Dei Sepolcri Esperimento di traduzione dell’Iliade di Omero Ajace Le Grazie INTRODUZIONE «SPIRITO GUERRIER» E «LIBERE CARTE» Ugo Foscolo è stato un poeta costituito da due componenti: quella attiva, militare e passionale, e quella contemplativa e mitopoietica. Queste componenti in lui non sono mai disgiunte benché la prima rappresenti spesso un ostacolo. Gli eventi politico-militari lo spingono spesso a cambiare città, intraprendendo un viaggio sentimentale dall’isola di Zante, attraverso Firenze (polo positivo) sino alla napoleonica Milano (polo negativo), per poi continuare in Svizzera ed Inghilterra. Dovunque la pratica appassionata della scrittura è accompagnata dal suo rovescio e dalla sua controfigura letteraria di Didimo Chierico. LA FORMAZIONE Ugo Foscolo nasce a Zante nel 1778, e riceve i primi rudimenti di greco e latino classici al seminario arcivescovile di Spalato. Nel 1793 si reca a Venezia ma essendo di madrelingua greca, non padroneggia ancora l’italiano, idioma che adotta e impara imponendosi un rigido studio della stessa. Qui oltre ad avere la possibilità di riprendere gli studi ed introdursi nei salotti attorno ai quali gravitano personalità di spicco come Ippolito Pindemonte, futuro dedicatario dei Sepolcri, matura il primo progetto poetico: la Raccolta Naranzi (1794). Questa è una silloge manoscritta di quarantuno liriche, ad oggi smarrita. Alla fine del 1795 frequenta le lezioni del maestro Cesarotti presso l’ateneo patavino. Testimonianza del fermento formativo e progettuale di allora è il Piano di studi, composto offrendo un canone di letture amplissimo e una serie di progetti terminati o in corso. Nel 1797 si arruola a Bologna e poi rientra a Venezia. Correlativi poetici di quest’entusiasmo politico sono le odi Ai novelli repubblicani e Bonaparte liberatore. La firma del trattato di Campoformio il 17 ottobre 1797, ridimensiona violentemente la figura di Napoleone agli occhi di Foscolo, che ne rimane estremamente deluso. SOLDATO, GIORNALISTA ED ERUDITO In veste di luogotenente della Guardia nazionale tra il 1798 e il 1801, per all’incirca un anno si reca a Genova dove si dedica alla pubblicazione dell’ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e alla riedizione di Bonaparte liberatore, inserendovi una nuova dedica proprio a Napoleone: il poeta sottolinea la gravità dell’errore commesso a Campoformio alludendo alla figura di Cesare, presto divenuto tiranno. Fra il 1799 e il 1802, Foscolo lavora ad un abbozzo in prosa chiamato Sesto tomo dell’io, oppure Frammenti di un romanzo autobiografico. È l’atto di genesi dell’alter ego foscoliano. Tra il 1802 e il 1803, si cimenta nella traduzione nel commento della Chioma di Berenice di Catullo, ambizioso e singolare esperimento che trascende i limiti dell’esercizio erudito. Il testo si compone di quattro discorsi critici, seguiti dall’epistola Ad Hortalum, del testo in latino e dalla versione in Ritratto di Ugo Foscolo, François- Xavier Fabre (1813) Sara Pugliese Corso di Laurea DAMS – (00562) LETTERATURA ITALIANA 2021/2022 69 endecasillabi, da quattordici Considerazioni di natura filologica e infine da un Commiato. In particolare, il quarto discorso si articola in un’impegnativa argomentazione programmatica. Foscolo si scaglia contro una «poesia ragionatrice», sgombrando il campo dalla religione e dagli eventi sovrannaturali. Rivelatosi inconsistente il rifiuto della religio, forma di superstizione, viene storicizzata quale esigenza dei popoli, sulla scorta dell’insegnamento vichiano. Tutto questo lavorio ragionativo fungerà da base teorica anche per i Sepolcri. LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS La storia testuale di questo romanzo ricalca le orme del suo autore, estendendosi per quasi vent’anni. La prima edizione consta 45 lettere che ricoprono un arco temporale dal 1797 al 1798. Jacopo Ortis è un intellettuale disilluso dagli esisti fallimentari del triennio rivoluzionario che espone per via di lettera i propri stati d’animo in merito alla politica, alla patria e all’amore per Teresa (sentimentalismo settecentesco). Nonostante l’assenza di Foscolo, l’editore decide di immettere ugualmente in commercio il libro, incaricando Sassoli di portarlo a termine sulla base di materiali originali: così facendo esce prima in un volume e poi in due volumi col titolo romanzesco Vera storia di due amanti infelici ossia Ultime lettere di Jacopo Ortis. Sconfessato il tutto da Foscolo, nel 1801 rimette mano all’opera completandola l’anno seguente. Il triangolo amoroso si conclude tragicamente col suicidio del protagonista dopo un viaggio attraverso la penisola, a simbolizzare la disfatta di un’intera generazione di idealisti. Odoardo incarna le istanze della razionalità più arida, contrariamente alla passionalità politica e amorosa di Jacopo. Foscolo trova in altri autori europei i capisaldi del romanzo epistolare (Rousseau, Goethe…). Il carteggio con la nobile Antonietta Fagnani Arese, con la quale intreccia una relazione, mostra puntuali tangenze testuali col romanzo. Inizialmente Ortis scriveva a più destinatari, ma è poi l’invenzione dei Dolori del giovane Werther di Goethe a suggerire a Foscolo l’idea di uno scambio esclusivo tra Jacopo e Lorenzo, in modo che potesse «versare tutto il suo cuore in un sol punto». Dal punto di vista strutturale emerge però una significativa differenza rispetto allo scritto goethiano: l’attribuzione a Lorenzo di caratteristiche proprie di Foscolo-Ortis ne fanno un personaggio più complesso e nuovo rispetto al neutro omologo goethiano. Proprio questa proiezione autobiografica determina la dominante politica che attraversa l’intero corpus epistolare. Statua di Ugo Foscolo, Antonio Berti (1938) Sara Pugliese Corso di Laurea DAMS – (00562) LETTERATURA ITALIANA 2021/2022 72 La critica al potere costituito è tanto trasparente e forte che inasprisce ancor di più gli animi. FIRENZE E L’ESILIO Dopo una serie di peregrinazioni Foscolo si reca a Firenze. In questo clima rimette mano a progetti lasciati in sospeso. A Pisa, nel 1813, stampa la traduzione del capolavoro di Sterne col titolo di Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia. In calce a quest’edizione pubblica la Notizia intorno a Didimo Chierico, (auto)biografia di una controfigura ortisiana, strutturata in quindici brevi capitoli. Chi è Didimo? È il rovesciamento scettico e ironico di Ortis e di Foscolo stesso: erudito alessandrino e al contempo antipedante. LE GRAZIE Nel 1812 il poeta compone una «Prima redazione dell’inno», ovvero de Le Grazie. Il poeta si stacca poi dal progetto originario dedicato allo scultore neoclassico Antonio Canova, pensando ad un inno in tre parti dedicate rispettivamente a Venere, Vesta e Minerva. Durante l’esilio inglese, nel 1822, vede la luce la sola stampa d’autore di un estratto dell’inno alle Grazie. L’inno, nonostante si riallacci alla tradizione mitologico- didascalica neoclassica, è esito originale della riflessione foscoliana sul bello e sull’arte e sulla loro fondamentale funzione civilizzatrice e consolatoria. Qui il motivo patriottico e politico è vitale e sebbene sia frammentariamente strutturato a causa dell’instabilità politica, rimane un classico incompiuto che celebra il «valore sociale» della parola poetica. L’ESILIO Nel 1816 a Zurigo dà nuovamente alle stampe Le ultime lettere di Jacopo Ortis dando anche una falsa indicazione (Londra, 1814) per depistare le autorità dopo la sua fuga dagli austriaci. Dello stesso anno sono anche le didimee3 Lettere scritte dall’Inghilterra, serie di missive incompiute in cui l’occhio straniato e divertito dell’autore restituisce aneddoti inerenti al Paese in cui si trova. L’anno seguente esce a Londra l’ultima edizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis, preceduta da una Notizia e seguita da un’appendice intitolata Alcuni Capitoli del Viaggio sentimentale di Yorick estratti dalla traduzione italiana di Didimo Chierico. Così facendo l’esperienza ortisiana viene inquadrata ironicamente da una cornice didimea. Nei successivi lavori foscoliani, ciò che importa rilevare è l’impostazione metodologica che prevede la compenetrazione del piano storico-culturale con quello più strettamente filologico o più genericamente critico. 3 Proprie di Didimo Chierico. Tre Grazie, Antonio Canova (1812-1817) Sara Pugliese Corso di Laurea DAMS – (00562) LETTERATURA ITALIANA 2021/2022 73 Nel biennio 1824-1825 si colloca il disegno coerente di una storia linguistica italiana organizzata in sei epoche. Si tratta delle Epoche della lingua italiana, in cui il profilo di storia linguistico-letteraria è finalizzato a dare un’interpretazione politica della condizione italiana contemporanea a Foscolo. Foscolo muore nel 1827. Nel 1871 la basilica di Santa Croce accoglie le sue spoglie, compiendo così anche la sua assunzione nel pantheon dei poeti nazionali. Greco di nascita, scelse di pensare e scrivere nella lingua della patria che si era scelto.
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