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Teorie Sociali e Strutture Sociali: Gerarchie Sociali e Istituzioni - Prof. Santoro, Sintesi del corso di Sociologia Dei Media

Le teorie sociali sviluppate dai sociologi per valutare le prove empiriche e comprendere il funzionamento del mondo sociale. Il testo distingue interazione sociale e struttura sociale, e discute le gerarchie sociali e le istituzioni come componenti importanti della struttura sociale. Le gerarchie sociali influenzano le scelte di vita e le relazioni sociali, mentre le istituzioni, come la religione e le organizzazioni formali, hanno un ruolo importante nella vita sociale.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 29/03/2019

nicola.bacchetti
nicola.bacchetti 🇮🇹

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Scarica Teorie Sociali e Strutture Sociali: Gerarchie Sociali e Istituzioni - Prof. Santoro e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! L’IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA L’immaginazione sociologica è la capacità di riflettere su quanto cose da noi percepite come problemi personali siano in realtà questioni speciali ampiamente condivise da altri individui nati in un periodo e un ambiente sociale simile al nostro (Mills 1959). Siamo soliti utilizzare stereotipi, credenze solitamente false o esagerate, riferita ai membri di un gruppo, ma che sono tuttavia alla base delle supposizioni sui singoli individui che ne fanno parte. Tutti abbiamo un certo livello di immaginazione sociologica, in particolare quando utilizziamo un esercizio di people-watching. Per attuare una buona immaginazione sociologia bisogna saper porre buone domande. Per porre tali domande e saper valutare le prove empiriche a esse collegate, i sociologi hanno sviluppato un insieme di teorie sociali; ossia schemi molto generali che suggeriscono determinati assunti e assetti su come funziona il mondo. I sociologi hanno inoltre sviluppato metodi di ricerca; modi di studiare sinteticamente tali questioni per trovare nuove evidenze che permettono di elaborare nuove risposte. CONTESTI SOCIALI: DAGLI INDIVIDUI ALLA SOCIETA’ L’oggetto di studio della sociologia sono i contesti sociali, ossia come la società influenza gli individui. Le vite individuali si svolgono all’interno di contesti sociali. Sono diversi i contesti sociali che influenzano gli individui: famiglia di origine, livello di istruzione, ricchezza, reddito dei genitori, quartiere, comunità locale in cui il bambino cresce e vive, istruzione, tipi di organizzazione di cui farà parte e il tipo di occupazione, insieme al paese di nascita e al periodo storico. Per comprendere i diversi contesti la sociologia studia i modi in cui gli attributi individuali (classe, genere, istituzione, religione, ecc..) si associano a esiti differenti nel corso della vita, estendendo il proprio sguardo fino alla politica, tecnologia, economia globale e ambientale. Per studiare i contesti sociali è necessaria la distinzione tra interazione sociale e struttura sociale. L’interazione sociale si riferisce ai modi in cui le persone agiscono insieme, modificando e alterando il proprio comportamento in presenza di altri. L’interazione è governata da un insieme di norme, ossia regole fondamentali della società che ci aiutano a sapere che cosa è appropriato e cosa no in una data situazione. Presentiamo più visioni di noi stessi attenendoci al contesto e alle norme relative. Spesso ci autocensuriamo perchè preoccupati delle conseguenze sociali delle nostre azioni; le norme disciplinano i nostri comportamenti, linee guida per la condotta. Sapere quali sono le norme relative a una situazione è importante per evitare imbarazzi e agire in modo appropriato nei contesti sociali. Con struttura sociale si intendono quelle forze esterne, presenti in gerarchie e istituzioni, che incidono sui contesti sociali. Una gerarchia sociale è un insieme di relazioni sociali che fornisce a individui e gruppi differenziati tipi di status, dove alcuni individui e gruppi vengono posti sopra ad altri. Le istituzioni della società forniscono modelli su cui si fonda l’esistenza quotidiana (come il governo, la religione, la scuola); esse forniscono ordine e organizzazione. Ogni società ha in se numerose disuguaglianze e le nostre vite dipendono dai nostri ruoli. I ruoli sono in parte determinati dalla nostra condizione sociale. I ruoli sono le nostre posizioni all’interno di un’istituzione o di un organizzazione cui sono associate regole specifiche o aspettative di comportamento. Oltre le istituzioni esistono anche delle “istituzioni informali” che ha le sue norme e regole. LA SOCIOLOGIA E LE SCIENZE SOCIALI Termine sociologia solitamente attribuito al filosofo Auguste Comte che lo usò per primo nel 1839. Pensava che la sociologia sarebbe diventata la scienza fondamentale del mondo sociale articolandosi in statistica sociale (studio delle società per come esse sono in un dato momento) e dinamica sociale (studio dei processi del cambiamento sociale). Inizialmente i confini tra le discipline scientifico-sociali non erano distinti e i primi scienziati sociali si riconoscevano in più discipline: come i due economisti Vablen e Commons o i filosofi Adam Smith e Karl Marx. Tra il 1880 e il 1910 le scienze sociali han cominciato in Europa a sintetizzarsi in un insieme organizzato di conoscenze. Padre della sociologia Emile Durkheim che nel 1887 occupò la prima cattedra ufficiale in scienza sociale in Europa e fondò nel 1898 la prima rivista sociologica. Anche Chicago fu influente grazie alla Scuola di Chicago che usò la città come laboratorio di ricerca dal 1895. Due gli sviluppi che stimolarono la nascita della sociologia: industrializzazione e urbanizzazione. Periodo in cui nuove tecnologie e innovazioni rendevano possibili nuovi beni di consumo. La differenza del lavoro in fabbrica creò occupazioni che si concentravano in aree urbane; le occupazioni lavorative trainavano la crescita delle città. Ciò portò conseguenze come alti livelli di povertà, sporcizia e nuove sfide politiche da cui seguirono sindacati e movimenti sociali. La sociologia nacque nel tentativo di capire queste nuove sfide e condizioni. La sociologia si differenzia rispetto le altre discipline: i suoi concetti e le teorie coprono una gamma di temi più ampia rispetto le altre; le spiegazioni su come il mondo esterno incida sui comportamenti degli individui sociali sono più generali di quelle di altre discipline e abbracciano differenti unità di analisi. La sociologia è la disciplina che più di ogni altra si preoccupa di capire come differenti unità di analisi si colleghino e influenzino reciprocamente. Non si sceglie un’unica istituzione o area in cui concentrarsi. La sociologia lavora con differenti unità di analisi, ossia parti di un tema che un ricercatore affronta durante il suo studio. Ci si focalizza su diversi livelli di analisi scegliendo di metterne in luce uno piuttosto che un altro. Le unità di analisi influenzano gli aspetti della vita che possiamo vedere e generalmente i sociologi affrontano grazie ad esse una più ampia rete di connessioni. La sociologia è la più interdisciplinare di tutte le discipline scientifiche. STUDIARE IL MONDO SOCIALE I MATTONI DELLA RICERCA SOCIOLOGICA La maggior parte delle discussioni sui metodi di ricerca distingue tra ricerca quantitativa e ricerca qualitativa: ossia tra la ricerca che si affida all’analisi statistica dei dati e la ricerca basata su parole, osservazioni e immagini usate come dati. Per fare ricerca è importante trovare in un tema delle domande valide, ciò richiede selezione e focalizzazione e implica la scomposizione del tema in diverse parti. Le buone idee sono sia praticabili sia socialmente rilevanti. Sono praticabili nel senso che conducono a riflettere attorno a un tema in modo più specifico e a trasformare le nostre idee al riguardo in un’ipotesi di lavoro. LA COMPLESSITA’ DELLE DOMANDE DI RICERCA Ci sono sei interrogativi da porsi per determinare il valore e la praticabilità di una potenziale domanda di ricerca: 1. Conosco la risposta? Obbiettivo della ricerca è scoprire qualcosa di nuovo e non rinforzare le idee che già si hanno. 2. La domanda può essere oggetto di ricerca? Bisogna porsi domande a cui sia possibile dare una risposta. Ci sono alcune domande che richiedono il possesso dei dati a cui non possiamo avere accesso. Bisogna basarsi su domande con dati accessibili. 3. La domanda è chiara? Importante ci siano concetti definiti e pensieri chiari, importante approfondire ogni assunto nascosto che resta implicito. Modo per svelare assunti nascosti è assicurarsi che ogni domanda sia composta da parole ben definite e che si formuli un qualche assunto tra queste parole. 4. La domanda ha un legame con il sapere delle scienze sociali? I sociologi decidono su quale argomento condurre ricerca e quali domande porre solo quando hanno familiarità con i risultati già raggiunti dagli altri. 5. La domanda bilancia ciò che è generale e ciò che particolare? Le nostre domande non devono essere troppo ampie da non poter ricevere risposte sensate, né così limitate e specifiche da interessare solo noi o un gruppo di persone molto e troppo limitato. 6. Mi interessa la risposta? Se non ci si mette interesse il risultato sarà corretto ma poco significativo. Al tempo stesso troppo interesse ci può portare a non tenere la giusta distanza critica da ciò che si studia pur mettendoci passione e impegno. Esistono diversi fattori che influenzano le scelte dei sociologi sui temi da indagare: Uno dei metodi fondamentali è rappresentato dal considerare il contesto in modo continuo e intensivo; l’ambiente cambia radicalmente il significato delle parole. Dispositivo conversazionale che permette di cogliere la modalità con cui la conversazione viene gestita è l’alternanza di turni; a turno uno degli interlocutori cede la parola all’altro per salvaguardare l’interazione, questo prende il nome di interruzione. Altro metodo è l’uso delle emozioni, esse sono prestazioni che eseguiamo per scopi, sebbene le loro manifestazioni varino dal contesto. All’interno dei conflitti siamo soliti accompagnare le minacce con gesti e controsegnali, creando una serie di eventi chiamate catene o rituali dell’interazione. Grazie a ciò spesso si conclusono discussioni senza ricorrere alla violenza. Altro esempio di come il contesto influenzi l’emozione è il ridere. La nostra risata afferma l’emozione reciproca; qui non vi è alternanza di turni. L’oratore talentuoso è quello che fornisce agli altri indizi di comportamento, ad esempio su quando appplaudire. Siamo impegnati nell’uso di stesse tecniche quando la comunicazione si sposta su altri media e la comunicazione elettronica. Facebook esempio di manipolazione della presentazione del sé. Condizioni speciali nelle interazioni avvengono quando essa si sposta in spazi pubblici tra estranei. Un esempio è la disattenzione civile, ignorandosi reciprocamente pur notando la presenza dell’altro. Talvolta le nostre prestazioni pubbliche non sono perfette ma poniamo rimedio (es. ops). Talvolta però le condotte negative avvengono di spontanea volontà (es. bullo). CHI CONTA PER NOI? ALTRI SIGNIFICATIVI, GRUPPI DI RIFERIMENTO E ALTRO GENERALIZZATO Con altro significativo s’intendono individui che ci sono abbastanza vicini da poter avere forte capacità di motivazione del nostro comportamento. Nel valutare le nostre azioni facciamo riferimento ad altre persone, le cui posizioni sociali e preferenze li rendono rilevanti per la nostra autostima; tali gruppi prendono il nome di gruppi di riferimento. All’interno di tali gruppi vi sono individui chiamati modelli di ruolo i quali hanno enorme influenza. Tutti noi siamo consapevoli di quale comportamento sia appropriato, tutti conosciamo le regole di tali comportamenti e le rispettiamo. I sociologi usano l’espressione altro generalizzato per definire questo controllo sociale esercitato attraverso implicite intese comuni su ciò che è appropriato. QUALI SFIDE AFFRONTIAMO NELLO SPOSTARCI DA UN CONTESTO SOCIALE A UN ALTRO? Uno status è una categoria sociale distinta che è generata da altri ed è associata a un insieme di comportamenti e ruoli da rispettare. Ogni status comporta differenti tipi di gruppo e relative aspettative. Molti di tali status si sovrappongono. Ogni status ha aspettative di comportamento o set di ruoli da rispettare. Talvolta avvengono conflitti di ruolo: situazioni in cui il rispetto di uno dei nostri ruoli è in contrasto con la soddisfazione delle aspettative che son legate a un altro. Teoria dell’etichettamento: secondo cui l’esistenza di devianti è dovuto all’esistenza di una persona o gruppo che può essere oggetto di tale etichetta e di un individuo o un’istituzione che può incollare questa etichetta e far si che rimanga attaccata nel tempo. Spesso avviene che in conseguenza all’essere etichettati, a prescindere che ciò sia fondato o meno, i devianti cambino di fatto condotta per abbracciare proprio il comportamento che li ha incasellati come devianti. Così ci si unisce ad altri soggetti che han ricevuto lo stesso giudizio, fornendosi reciproco sostegno sociale e valorizzando il comportamento disapprovato. Tutti noi dobbiamo interpretare i nostri status e ruoli all’interno di imprese, istituzioni pubbliche e scuole e assumere comportamenti opportuni. Oltre esistono regole informali che affiancano regole ufficiali. Talvolta in società è più opportuno seguire una regola informale. Dobbiamo capire quando è opportuno dare precedenza a un tipo di regola piuttosto che un’altra, agendo per mantenere la normalità. *Leggere esperimenti sul conformismo pag.84 STRUTTURA SOCIALE Struttura sociale: insieme di forze nascoste sullo sfondo della vita quotidiana, esse influenzano e rendono possibile tutto quello che facciamo. La sua importanza risulta chiara solo quando essa è assente. Notiamo la sua importanza ad esempio nei gruppi sociali come le riunioni (dove servono regole, organizzazione e gestione del tempo). Caratteristica fondamentale di ogni struttura fisica o sociale è la sua durata nel tempo, anche quando tutto è soggetto a cambiamento. Anche se cambia l’aspetto la struttura rimane la stessa. Le strutture sociali tendono a durare nel corso del tempo assegnando alla vita sociale una regolarità che essa altrimenti non potrebbe avere. I cambiamenti quando avvengono sono lenti e modesti, più un ristauro che una ricostruzione completa. Il concetto di strutture sociali si può dividere in: • Gerarchie sociali: che possono essere individuate in ogni società in cui alcuni gruppi o individui son posti al di sopra di altri. • Ambienti istituzionali: costituiti da leggi, regole, organizzazioni e dal governo in cui gli individui si muovono. COME SONO INFLUENZATE DALLE GERARCHIE SOCIALI LE NOSTRE SCELTE DI VITA E LE NOSTRE RELAZIONI LA PRIMA DIMENSIONE DELLA STRUTTURA SOCIALE: LE GERARCHIE SOCIALI Le strutture sociali comprendono un insieme di importanti relazioni sociali, o meglio una gerarchia sociale, che forniscono a individui e gruppi differenti tipi di status. Le gerarchie sociali sorgono e si mantengono in qualunque situazione in cui i membri di un gruppo siano in grado di usare il possesso di una qualche risorsa come base per la rivendicazione di vantaggi speciali rispetto agli altri che ne sono privi. La risorsa in questione può variare ampiamente. Le gerarchie sociali più comuni sono basate su classe, razza, etnia, religione, istruzione, regione e genere. Disuguaglianza sociale: differente nelle dotazioni e nei beni posseduti da individui e famiglie. Le gerarchie sociali sono importanti per due ragioni: • La posizione in cui ci troviamo nelle gerarchie sociali principali avrà una forte influenza sulla nostra esistenza • Le gerarchie sociali influenzano le nostre vite e le nostre relazioni sociali in molti modi La nostra posizione rispetto alle gerarchie sociali avrà enorme impatto sulla nostra vita. Se si appartiene a un gruppo più potente, si è più avvantaggiati rispetto ad altri. La società subisce l’influenza delle gerarchie sociali perchè esse generano tensioni e conflitti tra i gruppi dominanti e subordinati. Esempio “soffitto di cristallo” pag.97 POTERE E PRIVILEGIO NELLE GERARCHIE SOCIALI Le gerarchie sociali implicano potere, ossia la capacità di influenzare il comportamento altrui, e privilegio, capacità di avere accesso speciale ad opportunità o ricompense, attraverso cui un gruppo dominante cerca di monopolizzare le opportunità e controlla le ricompense. Meccanismo comune di mantenimento del privilegio è la discriminazione, laddove un gruppo dominante impiega mezzi legali o informali per controllare le opportunità e ridurre o eliminare le sfide provenienti dai gruppi subordinati. Inoltre i gruppi dominanti possono usare mezzi informali come gli stereotipi, che assicurano la continua discriminazione anche quando l’uguaglianza formale a livello legislativo è stata raggiunta. DEMOGRAFIA E GERARCHIE SOCIALI La demografia, è lo studio quantitativo della popolazione. Cambiamenti nella dimensione complessiva di differenti ruoli sociali possono diventare una forte critica di cambiamento sociale complessivo e influenzare le vite degli individui, anche se questi cambiamenti possono essere colti solo quando raggiungono una massa critica. La popolazione cambia soprattutto per effetto dell’immigrazione. Talvolta immigrati invitano a migrare amici e parenti e diventano numerosi raggiungendo una massa critica e venendo visti come una minaccia dal paese in questione. Leggi esempi pag.100 PERCHÈ LE ISTITUZIONI INFLUENZANO LA VITA SOCIALE? Seconda dimensione della struttura sociale riguarda le istituzioni. Le istituzioni sono usanze consolidare nella vita sociale (come la religione o il matrimonio) e organizzazioni formali di lunga durata (come enti governativi e scuole). Esse influenzano la vita sociale. Emergono ogni volta che gruppi di perone iniziano a formalizzare le relazioni sociali e garantirne la continuità nel tempo. Quando le idee cominciano a tramandarsi da una generazione all’altra esse iniziano a rafforzarsi e si diffondono diventando credenze istituzionalizzate. Esempi sono la religione e i sistemi educativi. Le istituzioni sono creazioni degli esseri umani e possono essere reinventate nel tempo. Le grandi organizzazioni formali sono elementi importanti del complessivo contesto istituzionale di qualunque società. Tra le più importanti troviamo scuole, istituzioni economiche, il governo e la religione. Tra le istituzioni più importanti anche quella del sistema legale. Le istituzioni governative hanno enorme importanza nella struttura sociale perchè possono influenzare le altre istituzioni. Il governo si eleva al di sopra di tutte le istituzioni. Governo inteso come stato, comprendendo tutti gli enti governativi, il sistema legale, le forze armate e la costituzione. Le dittature sono esempi estremi del potere del governo. IN CHE MODO LA STRUTTURA SOCIALE È COLLEGATA ALL’INTERAZIONE SOCIALE? Ogni individuo in conformità alla posizione che occupa ha uno specifico ruolo da svolgere e deve fare determinate cose. I luoghi di lavoro sono organizzati in ruoli perchè ciò consente di organizzare le cose in modo efficace. Nel mondo reale i ruoli spesso si sovrappongono, essi sono importanti aspetti dell’ordine sociale complessivo. La forza di un ruolo può cambiare il nostro comportamento, nel corso della vita dobbiamo crescere e mutare il nostro comportamento per adattarci a nuovi ruoli. Insieme ai ruoli gli individui hanno dei vincoli chiamati norme sociali. Regole che aiutano a capire ciò che è appropriato fare in una data situazione. Esse sono associate a regole formali di comportamento anche se non sono dichiarate. Le regole sono semplici ed esplicite, le norme sono più ambigue. Quando le regole sono formalizzate in leggi la loro trasgressione implica sanzioni. Violare norme fondamentali rischia esclusioni dall’interazione sociale e dagli incontri. Ciò ci motiva a rispettare tali regole. Quando non le rispettiamo ci troviamo in un esempio di devianza. IN CHE MODO LA STRUTTURA SOCIALE CREA RUOLI E NORME? Ruoli e norme sono rinforzati da processi offerti dalle strutture sociali, e attraverso la partecipazione ai vari contesti istituzionali apprendiamo e accettiamo le norme fondamentali e le regole della società. Al cuore delle trasmissioni delle idee su regole, norme e ruoli sta il processo di socializzazione; essa è il processo che ci educa a comportarci nella società o in particolari ambienti sociali con essa giungiamo a comprendere le aspettative e le norme dei nostri gruppi. Ha inizio in famiglia e continua ad ogni stadio della vita (scuola, lavoro, luoghi sacri, politica, etc). si apprende anche attraverso i mass media. Pierre Bourdieu (sociologo francese) ha sostenuto che la socializzazione agisce con maggiore forza attraverso lo sviluppo di un insieme di abitudini specifiche, da lui chiamato habitus. CULTURA DOMINANTE E SOTTOCULTURE Alcuni gruppi si allontano deliberatamente dalla cultura dominante ossia dai sistemi significativi e strumenti culturali più ampiamente condivisi all’interno di una società. Tali gruppi prendono il nome di sottoculture, ossia piccoli gruppi di persone la cui affiliazione è basata su credenze, preferenze e pratiche che esistono sotto la superficie della tendenza dominante e che li distinguono da quest’ultima. Più facile sorgano in città. Le sottoculture vivono armoniosamente solitamente con la cultura dominante, ma talvolta alcune si esprimono in opposizione a quest’ultima. Questo tipo di sottocultura prende il nome di controcultura i quali contestano le pratiche culturali dominanti della socitetà di cui fan parte e si pongono in conflitto con esso. EGEMONIA, CULTURA, GUERRE CULTURALI O MULTICULTURALISMO? Gramsci ha sostenuto che le classi dominanti mantengono il proprio ruolo incoraggiando interpretazioni morali e culturali a esse favorevoli. Esse ottongono legittimità e manifestano la propria egemonia. Movimenti intenzionati a trasformare radicalmente una società, oltre a dover ottenere potere politico, devono anche sovvertire l’egemonia culturale. Prinicpali campi di battaglia sono le questioni economiche e quelle morali. Guerre culturali che di solito avvengono tra una cultura di stampo progressista e una conservatrice. Esiste poi il multiculturalismo, termine con cui si indicano credenze o politiche che promuovano l’integrazione e accettazione di differenti gruppi culturali. Melting pot: immigrati provenienti da ogni genere di retroterra, vengono assimilati nella società americani finché divengono effettivamente americani. caso di etnocentrismo: incapacità di comprendere o accettare pratiche culturali diverse dalle proprie. L’etnocentrismo porta a formulare assunti scorretti sugli altri in base all’esperienza personale, e ci portano a una comprensione superficiale delle altre culture. Per evitare questo i sociologi cercano di praticare il relativismo culturale, valutando significati e pratiche culturali all’interno del relativo contesto sociale, esso è opposto all’etnocentrismo. CULTURA GLOBALE La globalizzazione e l’attuale interconnessione tra le persone del pianeta sembra rendere possibile la formazione di una cultura globale. Max Weber ha provato a spiegare l’ascesa del capitalismo come conseguenza di una trasformazione culturale e religiosa su lunga scala. Ha sostenuto come l’etica protestante, applicata a un’economia monetaria come quella inglese e statunitense incoraggiasse il risparmio e l’investimento anziché il lusso e avesse così l’effetto di lanciare il ciclo capitalista di investimento, produzione e reinvestimento. Il capitalismo si propagò sul mondo insieme a un sistema culturale. Ai tempi di Weber i valori culturali associati all’etica protestante si erano diffusi solo in Europa Occidentale e Stati Uniti, dato che gli elementi non circolavano velocemente e solo in circostanze specifiche. Ma oggi il mondo è culturalmente connsesso secondo forme che non hanno precedenti nella storia (inoltre il ruolo dominante degli usa nella dimensione globale si è ridotto nel corso del XXsecolo). Con la globalizzazione i sistemi culturali sono diventati davvero globali (es. micrososft e il suo linguaggio oppure i diritti umani). Ora alcuni eventi o prodotti culturali sono diffusi e omogenei come mai in passato (es. mcdonalds), mentre altri aspetti della cultura sono diventati più eterogenei (lingue indiane che stavano per morire hanno visto una rinascita come reazione alla globalizzazione). Dobbiamo pertanto vedere la cultura globale non come un fenomeno unico bensì un insieme di flussi. CULTURE NAZIONALI Anche nell’era della globalizzazione la più importante identità di gruppo rimane la nazione. La cultura nazionale è l’insieme di pratiche e credenze condivise da uno stato-nazione. L’ascesa del nazionalismo, il fatto che persone pensino a sé come membri appartenenti a una nazione è frutto di una trasformazione culturale su larga scala. Le nazioni sono comunità immaginate: i loro membri condividono un assunto di comune appartenenza pur provenendo da clasi e retroterra culturali diversi e che non si incontrano. Le comunità nazionali sono sorte con l’origine del capitalismo di stampa, ossia la produzione in massa di libri e giornali con un pubblico sempre più alfabetizzato. Ciò che rende diversa una cultura nazionale da un’altra è una combinazione di diversi fattori, come la prosperità economica, l’espansione della longevità, la comunicazione e l’urbanizzazione di massa. Molte importanti istituzioni sociali, politiche, economiche e culturali sono organizzate a livello nazionale e hanno effetti sistematici sul modo in cui le persone vivono le loro vite. Area di ricerca e analisi sono le considerazioni economiche o la socializzazione infantile. CLASSE, STATUS E CULTURA Il gusto gioca un ruolo cruciale nel stabilire e mantenere le distinzioni di classe. CAPITALE CULTURALE Bourdie parla di capitale economico, rappresentato dal denaro e dai beni economici e di capitale sociale, rappresentato da legami sociali e reti di amici. Queste risorse etichettano gli individui in una classe sociale piuttosto che in un’altra. Esiste inoltre il capitale culturale con cui indichiamo la nostra educazione, atteggiamenti e preferenze che ci conferiscono uno status agli occhi degli altri. Il gusto implica anche il disgusto (verso chi non ha stessi gusti). Anche se alivello conscio non giudichiamo i gusti incidono sulle persone con cui vogliamo stare piuttosto che altre. I gusti aiutano a mantenere i confini di status tra i differenti gruppi. Il capitale culturale richiede scarsità: punto centrale è la difficoltà di aquisizione; per essere motivo di distinzione il consumo di oggeti culturali dev’essere difficilmente accessibile (per essere indice di alto status). Oggi la situazione s’è modificta, segno di distinzione è non avere gusto solo per oggetti culturali di status riconosciuto ma avere gusti diversificati anche più bassi della cultura popolare (ovviamente preservando una certa selettività)onnivori culturali CONFINI SIMBOLICI Le distinzioni sulla base del gusto son soltanto un tipo di confine simbolico. Due altri importanti tipi di confine riguardano lo status socioeconomico, ossia la quantità di denaro e il lavoro che si fa, e la modalità, ossia le considerazioni morali che guidano il modo in cui conduciamo la nostra vita. COME LA CULTURA RIPRODUCE LA CLASSE Riproduzione della classe è il processo che porta a mantenere nel tempo i confini e le distinzioni di classe. La teoria del gusto spiega le riproduzioni nel breve periodo. Una riproduzione è data dal denaro, da cui dipende anche, a seconda della classe un certo tipo di educazione. Un’educazione concentrata tipica delle classi medie crea nei propri figli un senso del diritto. Una crescita naturale tipica della classe operaia crea nei figli un senso del dovere. Queste due educazioni spingeranno i figli a restare dove sono o a essere spinti al successo socioeconomico. LE CONDIZIONI DELLA PRODUZIONE CULTURALE Marx ed Engels nel 1845 han sostenuto che le persone più ricche e potenti in una società sono anche quelle con più possibilità di produrre e distribuire le proprie idee e la propria cultura. Tali persone nel 19 secolo erano i capitalisti che valorizzavano proprietà private e gestione dell’impresa. LA SFERA PUBBLICA La sfera pubblica è un ideale attribuito dal filosofo e sociologo Habermans che a prescindere dalla sua attuazione pratica assegna una partecipazione ugualitaria alla vita pubblica. Secondo Habermans la forma più alta di vita pubblica in una società capitalista è data dall’assemblea di privati cittadini in un organismo pubblico che discutono attorno a questioni di interesse generale; qui i cittadini mettono da parte i propri interesse, il proprio status per discutere alla pari. Ai tempi questo era rappresentato dai giornali, club e caffè; oggi nei movimenti di attivisti e associazioni sindacale. Competono attraverso la produzione di idee finalizzate a influenzare l’opinione pubblica. I sociologi sostengono generalmente che ciò che da più potere sulla vita privata ad alcune persone (come genere, classe, istruzione) darà loro più influenza nella sfera pubblica, in contrapposizione all’ideale di Habermans. Gruppi sociali subordinati hanno spesso costruito i propri contropubblici, sfere pubbliche alternative attraverso cui far circolare valori, credenze e idee. Gli utenti di social network sono a loro volta un pubblico interconnesso. Il networking sociale offre persistenza, reperibilità, replicabilità e pubblici invisibili. INDUSTRIA CULTURALE CONTRO DEMOCRAZIA CULTURALE Due prospettive differenti: una considera la cultura popolare come un’industria e l’altra come un’arena democratica, una sfera pubblica culturale. Theodor Adorno parlando di industria culturale ne critica la produzione standardizzata, mercificata e che non mette in discussione la situazione esistente. Noi secondo adorno recepiamo passivamente la cultura. Una critica alla visione di Adorno per cui le persone recepiscono passivamente la cultura offerta, si fonda sull’idea che la cultura popolare è orientata al consumatore. Secondo tale prospettiva la cultura popolare è un elemento di democrazia culturale, nel mercato vi sono numerosi gusti differenti (inclusi quelli delle sottoculture disapprovate dall’elite) e ciò che è prodotto rispecchia il gusto. Secondo la prospettiva dell’industria culturale le persone accettano passivamente quanto ricevono dai mass media; la prospettiva della democraza culturale sostiene invece che i mass media diano alle persone ciò che esse desiderino. Esiste una terza visione, il sabotaggio culturale che le persone non ricevino passivamente i prodotti ma li sconvolgano e li sovvertano intenzionalmente proprio per reagire all’influenza delle grandi aziende sulla vita sociale. Chi pratica il sabotaggio non accetta il marketing come flusso passivo a senso unico. IL MEDIUM È IL MESSAGGIO Mc Luhan “il medium è il messaggio”, con questo intendeva che media differenti stimolano differenti modi di comunicare, organizzare il potere e centralizzare l’attività sociale. Differenti forme di comunicazione possono far vivere esperienze diverse pur comunicando lo stesso contenuto. I sociologi concepiscono pertanto i media come caratterizzati da distorsioni, ossia differenti tipi di partecipazioni incoraggiati dalle varie forme di comunicazione (le nostre idee e valori possono cambiare a seconda del media). MEDIA E DEMOCRAZIA: UN PANORAMA IN CAMBIAMENTO I giornali sono veicoli di interazione sociale, il ruolo dei giornali è di creare comunità nazionali immaginate. Essi riducono le distanze sociali tra i lettori ed enfatizzano le condizioni comuni. FARE NOTIZIA Il giornalismo è prima di tutto una forma di comunicazione: la produzione e diffusione di informazioni di interesse pubblico generale. I giornalisti inoltre creano e cambiano le notizie oltre a riferirle. I media esercitano il potere di agenda setting, cambiando il corso degli eventi politici. I media agiscono come sistema culturale: stabiliscono il contesto che rende intellegibili gli eventi del mondo; lo fanno aiutando a costruire una comunità e una conversazione pubblica. Le notizie amplificano le questioni e le legittimano pubblicamente. DISTORSIONE MEDIATICA: DOMINIO O FRAMING? Il ruolo dei media è di informare, intrattenere e radicare nei cittadini valori nazionali, sopprimendo prospettive alternative pericolose. Ciò avviene sia a scopo di propaganda sia in paesi privi di questo ruolo. Ciò per cinque motivi: • La concentrazione dei media nelle mani di un piccolo numero di proprietari • Il fatto che le pubblicità siano la fonte primaria di entrata per i media • L’affidamento a funzionari governativi, uffici PR e leader d’azienda come fonte per la presentazione di notizie • Leggi che impediscono agli operatori del mercato azionario di usare informazioni per trarre profitto. • Leggi e regolamenti che impediscono alle imprese di fare pubblicità ingannevole dei propri prodotti. • Leggi e regolamenti che richiedono alle imprese di soddisfare standard minimi di sicurezza per lavoratori e consumatori. • Leggi è regolamenti che obbligano imprese e individui a ricompensare terze parti danneggiate dalle loro azioni. Queste politiche sono elaborate nell’interesse generale della collettività assicurando la competizione tra imprese e proteggendo consumatori e terze parti, inoltre offrono agli individui che desiderano avviare un’impresa la ragionevole aspettativa che se beni e servizi saranno di qualità non avranno difficoltà a competere equamente con le imprese esistenti. PERCHÈ GLI STATI SONO IMPORTANTI NELLA DISTRIBUZIONE DEL POTERE Politiche e programmi adottati hanno enorme importanza e conseguenze. Alcune politiche possono essere programmate per assicurare che le famiglie povere ricevano una quantità di ricchezza maggiore; altre al contrario possono essere progettate per assicurare che i ricchi mantengano la propria ricchezza. La distribuzione di determinate risorse a determinati cittadini è funzione della politica di governo. Molti esempi: • Gli stati fissano o modificano le regole del gioco all’interno del quale gli individui e gruppi competono per il potere. Possono favorire piccole o grandi imprese ad esempio • Gli stati allocano una grande quantità di risorse attraverso vari tipi di programmi di spesa, conosciuti collettivamente come welfare state. Ad esempio le pensioni e l’assistenza sanitaria • Gli stati hanno il potere di decidere su questioni cruciali come le partecipazioni a una guerra o la legalità della pena di morte. Il ruolo dello stato nel persuadere gli individui e convincerli che il mondo in cui vivono è giusto e imparziale, proteggendo in realtà gli interessi dei potenti. PROMUOVERE GLI INTERESSI DEI POTENTI Gli stati tendono ad adottare politiche che favoriscano gli interessi dei potenti. Gli scienziati sociali han trovato due risposte a tale fenomeno: • Un primo punto di vista è la teoria dello stato basato sulla sicurezza d’impresa. Esso sostiene che a prescindere delle preferenze di chi è al governo, lo stato è incentivato ad assicurare che le grandi imprese abbiano la fiducia e la sicurezza necessarie per fare investimenti che creeranno posti di lavoro e produrranno la crescita economica. Quando imprenditori e dirigenti pensano che le condizioni economiche non siano favorevoli i loro incentivi a investire diminuiscono salute complessiva dell’economia • Secondo punto di vista si focalizza sul potere politico relativo posseduto da gruppi differenti. Le grandi industrie e le persone abbienti dispongono di maggiori risorse per influenzare la vita politica. Rispetto le persone povere i dirigenti di azienda e le persone abbienti hanno maggiori probabilità di entrare in contatto con i politici. Come risultato di questo squilibrio di influenza, le politiche tenderanno a favorire gli interessi e le preferenze dei potenti e di chi fa parte di un’organizzazione forte. La propensione degli stati a sostenere gli interessi dei ricchi dipende dall’orientamento politico dei governi in carica. POSIZIONE SOCIOECONOMICA E SCELTE ELETTORALI Individui appartenenti a classi diverse tendono ad avere interessi distinti e a compiere scelte elettorali differenti. La capacità delle varie classi di ottenere vantaggi dal potere politico e di influenzare la definizione dell’agenda deriva dal fenomeno noto come voto di classe, ossia la relazione che esiste fra le scelte elettorali dei cittadini e la loro classe di appartenenza: quanto più questa relazione è forte, tanto più la struttura socioeconomica di una società influenzerà la distribuzione e l’uso del potere politico da parte dello stato. CLASSI INTERESSI E COMPETIZIONE ELETTORALE Le classi sono gruppi di persone che si trovano in posizioni socioeconomiche simili, hanno all’incirca le medesime opportunità di vita e traggono vantaggi o svantaggi dagli stessi tipi di politica governativa. Ciò significa che i memrbi delle varie classi hanno interessi differenti e spesso contrapposti. I membri delle classi più svantaggiate saranno interessati a migliorare la propria condizione mediante azioni volte a ridurre le disuguaglianze di classe; e così coloro che appartengono a classi privilegiate mineranno a conservare la situazione esistente. Nelle società preindustriali le disuguaglianze erano considerate come il prodotto di qualche ordine naturale o divino e così le classi subalterne accettavano la propria condizione come data e immutabile. Nel mondo occidentale questo stato di cose cominciò a cambiare con lo sviluppo della società industriale, e la diffusione della convinzione che tutti gli individui nascono uguali e dotati degli stessi diritti. Le rivoluzioni politiche del 18secolo diedero voce a tale principio egualitario e aprirono le porte a un nuovo ordine sociale fondato sulla democrazia e sui diritti di cittadinanza a essa connessi. La crescente diffusione dei regimi democratici liberali contribuì in modo determinante allo sviluppo di molte forme di mobilitazione politica nelle quali trovarono espressione gli interessi di tutte le classi. La progressiva estensione del diritto di voto a tutti i cittadini fece sì che, a partire da fine 19secolo, l’arena elettorale emergesse come il luogo principale del conflitto politico finalizzato alla promozione degli interessi delle classi subalterne. La lotta di classe rivoluzionaria lasciò idealmente il passo alla lotta di classe democratica ossia alla competizione elettorale intesa come strumento primario delle classi per accedere al potere politico e promuovere i propri interessi. IL VOTO DI CLASSE NEI PAESI OCCIDENTALI A fine anni 40 e inizio anni 70 dello scorso secolo in tanti paesi democratici occidentali esisteva una relazione significativa fra la classe degli individui e le loro scelte elettorali. I membri delle classi più svantaggiate mostrano una propensione a votare per i partiti di sinistra e centrosinistra maggiore rispetto agli elettori delle classi superiori che preferiscono sostenere partiti liberali e conservatori. La manifestazioni del voto di classe nei paesi occidentali seguivano forme coerenti con i canoni tradizionali della lotta di classe democratica. Quest’immagine del fenomeno si è incrinata a inizio anni 80 del secolo scorso quando diversi studiosi hanno iniziato a vedere segni di declino del voto di classe. L’aumento della società postindustriale avrebbe portato con sé una riduzione delle disuguaglianze socioeconomiche fra le classi e delle differenze di classe in termini di interessi e opportunità di vita, indebolendo la relazione fra classe e scelta elettorale. Questa tesi però è eccessiva perchè s’è vero che in certi paesi è diminuito in modo sensibile in altri paesi la classe continua a esercitare influenza nelle scelte elettorali. (Mostrato da indice di Alford pag167) MERCATI E ORGANIZZAZIONI E LAVORO LA CREAZIONE E IL FUNZIONAMENTO DEI MERCATI I mercati sono il fondamento della vita economica. Nell’economie socialiste dell’Europa orientale, il governo usava la pianificazione centralizzata, sistema in cui il governo decideva quali tipi di beni e servizi sarebbero stati prodotti e a quale prezzo. Funzionarono fino agli anni 60/70, quando si svilupparono dibattiti circa la superiorità del capitalismo (un sistema economico basato sulla proprietà privata e sugli scambi di mercato) o del socialismo (sistema economico in cui il governo possiede la proprietà e controlla la produzione). Negli anni 70 incominciò un periodo di crisi che portò alla caduta delle società sovietiche di fine anni 80. Oggi l’alternativa socialista è decisamente declinata come modello praticabile di alternativa al capitalismo di mercato. In tutto il mondo la maggioranza dei beni e dei servizi sono forniti e prodotti da meccanismo di mercato e la principale alternativa sono i servizi pubblici. Quasi tutti gli spazi della vita sociale sono ormai legati al funzionamento dei mercati Gli imprenditori; persone che investono in imprese o le fondano, inventano continuamente nuovi mercati per vendere beni e servizi a potenziali compratori. Anche gli spazi più intimi delle vite delle persone hanno ora a disposizione degli spazi di riferimento pervasivo lo spazio occupato dai mercati Anche funzioni importanti di governo, prima gestite da impiegati pubblici, son ora affidate a imprese private. Consapevolezza dei sociologi che i mercati siano parte della struttura sociale che costituisce l’architettura della società moderna. I mercati come modello di organizzazione sono così onnipresenti da non notare talvolta, la loro esistenza. DEFINIRE I MERCATI Cosa sia un mercato parrebbe una questione intuitiva; bensì risulta complesso definire cosa s’intenda per mercato. Nelle dottrine economiche classiche, un mercato implica uno scambio di beni o servizi tra compratori e venditori. In questa definizione gli scambi possono avvenire in modo istantaneo e il prezzo del bene o del servizio scambiato è determinato dalla domanda di ciò che si vende. Si presume che entrambi i lati della transazione sappiano cosa comprano e vendono e che entrambi le parti in causa prendano decisioni positive per il loro benessere individuale. Gli economisti definiscono questa visione dei mercati la prospettiva della scelta razionale, una visione potente perchè basata su un insieme elementare di assunti circa le motivazioni individuali che portano le persone e le organizzazioni a prendere parte agli scambi economici. Ciò che questa definizione non considera sono i meccanismi sociali che i sociologi ritengono importanti per il funzionamento dell’economia. La definizione sociologica vede i mercati non come scambi occasionali, una tantum, tra un acquirente e un venditore, ma piuttosto come interazioni ripetute tra persone (compratori, venditori, produttori) che agiscono secondo regole formali e informali. Perchè un mercato esista ci dev’essere una definizione condivisa circa i tipi di beni che saranno scambiati, ma anche sugli agenti della transazione e sul modo in cui gli scambi avranno luogo. Per far si che ciò avvenga entrano in gioco importanti istituzioni sociali, come governi e leggi, nonché norme che definiscono i comportamenti appropriati. TRE FATTORI SOCIALI PER IL FUNZIONAMENTO DEI MERCATI Lo studio sociologico dei mercati si è concentrato su una combinazione di tre fattori sociali critici che influenzano il modo in cui i mercati funzionano: • Le reti sociali • Il potere • La cultura LE RETI SOCIALI Con reti sociali ci si riferisce ad aspetti specifici delle relazioni sociali: legami fra persone dovute a connessioni tra familiari e amici, colleghi, amici di amici, ecc... Mentre le teorie classiche disegnano i mercati come meccanismi impersonali, senza occuparsi delle identità degli agenti economici e del loro maggiore o minore grado di conoscenza, i sociologi sostengono al contrario che la connettività tra le persone sia importante nel modo in cui avvengono gli scambi di mercato. Coloro che studiano i mercati dal punto di vista delle reti sociali tendono a sostenere che le attività economiche comprese quelle di mercato, spesso si basano sulla famiglia o sull’amicizia, veicolate dalla conoscenza interpersonale. I mercati necessitano di questi legami sociali per mantenere i livelli di fiducia necessari per lo svolgimento dello scambio economico. Teorie formulate dal sociologo Karl Polanyi il quale ha sostenuto che l’azione economica è radicata nelle interazioni sociali e cioè lo scambio economico si sviluppa in contesti di socializzazione. Le reti sociali sono importanti per il modo in cui permettono lo scambio di informazioni. Generalmente le assunzioni di una nuova persona non si riduce alla scelta fra i migliori candidati disponibili, le referenze e le raccomandazioni di amici e conoscenti hanno un ruolo maggiore. La situazione varia da paese a paese: negli Stati Uniti basta la disponibilità dell’informazione per assicurare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, perchè in un mercato a elevata domanda di lavoro le occasioni di lavoro sono beni accessibili e mutevoli. Invece in Italia, dove i posti di lavoro sono scarsi e costituiscono beni durevoli (poiché la mobilità occupazionale ascendente è minima), il mercato del lavoro è regolato da relazioni di fiducia che si fondano su leggi. Le reti sociali rivestono importanza anche riguardo al modo in cui le carriere individuali si sviluppano, o all’interno di una singola impresa o nel passaggio da un lavoro all’altro. POTERE Perchè le organizzazioni si mettono a norma? Vi sono tre diversi motivi. Queste ragioni sono legate al concetto di isomorfismo organizzativo, per cui le organizzazioni che insistono nello stesso campo organizzativo tendono a cambiare nel tempo per diventare sempre più simili fra loro. Le organizzazioni all’interno di un medesimo campo tendono a diventare più simili per diversi motivi. La ragione più immediata è riconducibile al fatto che le organizzazioni sono costrette ad adeguarsi alle stesse norme legali o regolamenti. Quando il fenomeno si applica a tutte le organizzazioni di un certo campo organizzativo, si parla di isomorfismo coercitivo. In questo caso tutte le organizzazioni adottano le medesime linee di azione perchè vi sono costrette. Ma l’obbligatorietà non è il solo modo in cui l’isomorfismo dispiega i propri effetti. Ci sono altri due motivi per cui le organizzazioni adottano comportamenti e politiche reciprocamente simili. Se un’organizzazione si muove rapidamente per promuovere pari opportunità di accesso potrà pubblicizzarsi come particolarmente equa, sensibile e pronta all’azione (e le altre di conseguenza non lo sono) reagire a tali incentivi prende il nome di isomorfismo normativo: l’organizzazione reagisce alle pressioni che hanno per oggetto la sua legittimità. Non rispondere a tali aspettative e necessità porterebbe l’organizzazione a un conflitto con l’ambiente normativo e quindi a perdere legittimità. Infine, l’isomorfismo mimetico, si riferisce all’imitazione di altre organizzazioni visibili nell’ambiente d’appartenenza in modo di apparire come altre organizzazioni, non attirando l’attenzione negativa che porterebbe mettere in discussione la legittimità. LA DIVISIONE DEL LAVORO NELLA SOCIETÀ MODERNA La distribuzione generale dei lavori in una società ne definisce in modo significativo il sistema economico e molte caratteristiche di fondo. Tutte le società prevedono una divisione del lavoro in cui delle persone sono dedicate ad alcuni compiti e altre si occupano di ulteriori aspetti e funzioni. L’AUMENTO DELLA SPECIALIZZAZIONE NELLA DIVISIONE DEL LAVORO Dalla metà del 20secolo in poi si è assistito a un aumento vertiginoso dei tipi di lavoro che è possibile svolgere (processo che oggi ancora continua). La rivoluzione industriale si è basata sulla nascita della fabbrica come luogo centrale in cui svolgere l’attività economico-produttiva. Con lo sviluppo tecnologico il lavoro è andato via via specializzandosi. All’interno delle fabbriche nasce la catena di montaggio e di pari passo ruoli manageriali di supervisione. L’aumento del benessere richiedeva e incitava la creazione di un vasto insieme di impegni che fornivano servizi e sostenevano il manufattoriero. Scuole e università, prima riservate ai ceti alti, conobbero una enorme espansione favorendo la crescità continua dei tipi di lavori. IL PROCESSO LAVORATIVO Il processo lavorativo è il concetto con cui si descrive tanto il controllo esercitato da manager e supervisori, sia l’insieme delle relazioni fra lavoratori e ruoli dirigenziali nelle imprese. L’analisi del processo lavorativo si prefigge di far luce sui luoghi di lavoro esaminando il modo in cui i lavoratori svolgono effettivamente le loro mansioni, come i manager cercano di controllarli e dirigerli e come si sviluppano le relazioni fra lavoratori e supervisori. Baverman descrisse la crescita dell’organizzazione scientifica del lavoro. Tale approccio si basa sull’idea che i manager devono capire e controllare le azioni dei lavoratori a loro sottoposti. Invece di favorire l’autonomia un management è tanto più efficace quanto più è in grado di controllare tutte le azioni dei lavoratori, mantenendoli così concentrati sui compiti dettagliati e specifici. Il punto fondamentale dell’organizzazione scientifica del lavoro descritto è caratterizzato da un continuo processo di deskilling (dequalificazione) dove il management cerca di impedire che i lavoratori possano trarre vantaggio dalla loro migliore conoscenza delle operazioni di lavoro. Le loro mansioni individuali diventano facilmente sostituibili e ciò ne diminuisce il potere di resistere alle richieste del management. Ma in realtà l’industrializzazione ha seguito uno schema più complesso producendo in alcuni casi deskilling, ma creando al contempo nuovi tipi di lavoro che richiedono più abilità. Così la tecnologia moderna ha in molti casi aumentato le abilità richieste per un determinato lavoro. Altre ricerche tracciano un ritratto più sfumato delle relazioni fra abilità dei lavoratori e tentativi dei manager di sfruttarli il più possibile. Ad esempio molte abilità che nascono sul luogo di lavoro sono importanti ma difficili da misurare. Come l’abilità di reagire a problemi che anche il più elaborato programma di organizzazione scientifica del lavoro non sa prevedere o controllare. I cambiamenti in corso nell’organizzazione del lavoro e nel processo lavorativo si riflettono nei nuovi luoghi di lavoro del 21secolo. BUONI IMPIEGHI, CATTIVI IMPIEGHI E NESSUN IMPIEGO LA SODDISFAZIONE DEL LAVORO Ci sono diverse dimensioni specifiche per cui definire buono un impiego La più ampia tra queste è la retribuzione, inoltre han rilevanza il livello di autonomia, lo status, la quantità di fiducia, il livello di abilità richiesto, l’importanza attribuita ai titoli di studio e il grado di sicurezza (continuare a lavorare). Il livello di autonomia e fiducia associato a un lavoro è importante perchè la soddisfazione per un compito è sempre minore quanto più è elevato il controllo e monitoraggio delle azioni da parte di terzi. Aver la fiducia del proprio datore sono condizioni associate a maggiori responsabilità e a retribuzioni elevate. I lavori si differenziano principalmente per il livello di abilità richiesto e per il grado di autorità esercitato dalla gerarchia. Avere autorità sul posto di lavoro è spesso un fattore che rende un lavoro più ambito. La capacità richiesta di svolgere un lavoro è importante per garantire sicurezza e una retribuzione maggiore. Alcuni lavori si possono apprendere nel giro di poche ore o alcuni giorni. Come conseguenza chi è impiegato in un lavoro del genere è facilmente sostituibile. Al contrario, lavori che richiedono apprendistato o credenziali scolastiche sono più difficili da ottenere ma garantiscono sicurezza del posto e motivano l’aspettativa di una retribuzione maggiore. All’interno di professioni con lo stesso nome vi possono essere consistenti differenze di reddito, ma in generale, aver credenziali professionali come una laurea e l’esperienza nella pratica di una professione permettono di accedere a guadagni maggiori, a uno status superiore e a migliori condizioni di lavoro. Infine buona sicurezza del lavoro e della sua esistenza nel tempo, poiché lavori hanno elevata sicurezza, la maggioranza offre sicurezze minori. IL LAVORO IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI: UNA COMPARAZIONE Le economie capitaliste di mercato possono organizzare il lavoro in molti modi ma due fattori sono importanti: il ruolo dei sindacati e il numero di leggi e regole che proteggono i lavoratori dal rischio di perdere il posto di lavoro. I sindacati svolgono molti compiti come aumentare il potere negoziale dei lavoratori, ma aiutano anche a monitorare e controllare le condizioni del lavoro. In quasi tutti i paesi negli ultimi decenni i sindacati hanno conosciuto una vistosa diminuzione degli iscritti. In quei paesi dove i sindacati svolgono un ruolo importante nella gestione dei sussidi di disoccupazione, i tassi di sindacalizzazione sono rimasti costanti nel corso degli ultimi due decenni o sono addirittura cresciuti. Con il declino dei sindacati molte imprese hanno sviluppato strategie di competizione sul mercato globale basate sulla produzione snella. Il principale scopo della produzione snella dal punto di vista al management consiste nell’identificare e ridurre costantemente i costi di produzione. Ciò ha portato all’introduzione delle nuove tecnologie e alla riduzione degli sprechi nel processo produttivo. Ma conseguenza negativa per i lavoratori è l’eliminazione di benefici e forme di sicurezza prima date per scontate. Con la maggiore flessibilità del lavoro e dell’organizzazione, molti benefici legati al lavoro vengono cancellati (pensione o copertura sanitaria) e può accadere vengano eliminate pause. I datori talvolta riducono i costi eliminando l’orario tradizionale e sostituendo con lavori part-time con paghe inferiori e prive di benefici. Inoltre ulteriori riduzioni dei benefit si verifica con la crescita del out sourcing che si realizza quando un’impresa esternalizza funzioni come la gestione pagamenti, la pubblicità e l’amministrazione, licenziando pripri dipendenti e affidando a cooperative o lavoratori esterni con costi minori. STRATIFICAZIONE SOCIALE, DISUGUAGLIANZA E POVERTÀ DISUGUAGLIANZA: UN’INTRODUZIONE L’analisi sociologica della stratificazione sociale ha come oggetto lo studio sistematico delle disuguaglianza tra individui e gruppi. LA STORIA DELLA DISUGUAGLIANZA La disuguaglianza, ossia la distribuzione disuguale di beni e opportunità è una caratteristica di tutte le società umane conosciute. Nelle comunità primitive era spesso messa in dubbio la sopravvivenza e nulla rimaneva dopo che erano stati soddisfatti i bisogni primari. Non esistendo significative opportunità era raro si verificassero disuguaglianze. La schiavitù è stata una delle prime disuguaglianze manifestatasi in modo sistematico. Gli schiavi sono individui privi di diritti di cittadinanza, obbligati a lavorare per altri; il sistema schiavista prevede la creazione di ricchezza per i loro padroni. La schiavitù è la forma estrema di disuguaglianza. Prima dell’avvento del capitalismo il sistema dominante era quello del feudalesimo: un ordine sociale in cui i feudatari possiedono la terra e ricevono i prodotti di coloro che la lavorano, i servi, obbligati per legge a lavorare per il feudatario. In questo modo poche famiglie di feudatari potevano accumulare ricchezze considerevoli mentre l’ampia maggioranza degli esseri umani viveva al limite della sopravvivenza. La rivoluzione industriale ha reso possibile una crescita economica rapida e sostenuta, le società divenute nel complesso più ricche hanno fatto emergere al loro interno disuguaglianza complicate e sempre maggiori. Oggi, in tutto il mondo i ricchi sono diventati più ricchi e complessivamente controllano un’enorme quota della ricchezza mondiale. SOGGETTI E OGGETTI DELLA DISUGUAGLIANZA Tra le tante disuguaglianze possibili gli scienziati sociali hanno prestato attenzione a due risorse in particolare: reddito e ricchezza. Con reddito si indica la quantità di denaro o beni percepita in un particolare periodo contabile. Esistono molteplici fonti di reddito, legali e non, principalmente questo deriva dall’attività lavorativa. La ricchezza è il termine con cui si intende il valore netto delle risorse possedute da un individuo o una famiglia. La ricchezza più diffusa è la proprietà immobiliare, storicamente il primo bene con cui famiglie con redditi modesti han potuto accumulare ricchezze (poiché aumenta il suo valore nel tempo). Un sottoinsieme limitato della popolazione possiede risorse finanziarie nette, espressione con cui si indica il valore dei risparmi, degli investimenti e di altre risorse convertibili, al netto dei debiti. Il reddito e la ricchezza sono misure fondamentali di disuguaglianza ma non le uniche rilevanti. Prospettiva diversa è fornita dal consumo reale, ossia ciò che gli individui e le famiglie sono davvero in grado di compiere e consumare (spesso nelle famiglie povere e medie il consumo supera il reddito dichiarato). Infine la disuguaglianza di benessere riguarda numerose dimensioni della vita, essenziali per la nostra esistenza e distribuite in modo impari (come la salute, l’esposizione al crimine o ai rischi ambientali, o il livello generale di felicità). CLASSI E DISUGUAGLIANZA Il sistema delle disuguaglianze non contrappongono semplicemente ricchi a tutti gli altri, nella maggior parte dei paesi esiste un’ampia classe media che gode di benefici e vantaggi offerti dalla ricchezza. A tale classe appartengono le persone che lavorano in posizione dipendente svolgendo prevalentemente occupazioni impiegatizie o tecniche, e proprietari di piccole aziende. disuguaglianza delle condizioni di vita, minore è il livello di mobilità sociale (ma ciò non significa che la disuguaglianza sia una causa dei livelli di mobilità sociale). ISTRUZIONE E MOBILITÀ SOCIALE Nelle società moderne le posizioni privilegiate sono di rado ereditate ma sono distribuite attraverso i sistemi scolastici. I sistemi scolastici possono competere con altre forme di distribuzione delle posizioni privilegiate, come ad esempio l’eredità occupazionale. I sistemi scolastici realizzano tale obbiettivo tramite i principi meritocratici. I sistemi scolastici possono inoltre essere utili per mantenere e preservare un accesso privilegiato a posizioni presenti in scarsa misura e produrre credenziali che i gruppi possono impiegare per distinguere chi ha privilegi da chi n’è privo. Le scuole svolgono un ruolo fondamentale perchè operano in modo da selezionare coloro ai quali sarà garantito l’accesso alle occupazioni più desiderabili. Le scuole possono favorire od ostacolare la mobilità sociale. LA VITA DEGLI ULTIMI: IL PROBLEMA DELLA POVERTÀ La povertà è una condizione che implica l’impossibilità di soddisfare bisogni primari come cibo, vestiti, casa e assistenza sanitaria. Al di là di un minimo di risorse per assicurare la sussistenza è difficile definire cosa siano i bisogni primari (forse oggi avere un cellulare, un auto o un pc è primario e fondamentale). Negli stati uniti il governo misura la povertà definendo una soglia di reddito minimo necessario per soddisfare le necessità primarie. Tale soglia è chiamata soglia di povertà, varia a seconda della dimensione della famiglia o dell’essere soli. Il problema di tale misura è che essa non tiene in considerazione il cambiamento del tenore di vita. Pertanto molti governi usano una misura di povertà relativa che cerca di cogliere i cambiamenti. Tale definizione coinvolge famiglie che vivono con redditi inferiori al 50 % del reddito mediano, pertanto comporta un significativo svantaggio rispetto ad altri membri della società. LA POVERTÀ IN PROSPETTIVA COMPARATA INTERNAZIONALE Comparare livelli di povertà tra gli stati non è semplice perchè richiede una soglia di povertà comune e un comune metodo di calcolo. Un importante studio comparativo ha messo a confronto undici paesi industriali avanzati, per paragonare la povertà l’autore utilizza sia una soglia di povertà assoluta come quella impiegata dagli USA (che cerca di definire la quantità minima di reddito necessario per soddisfare i bisogni primari ma non si adatta a cambiamenti del tenore) sia una soglia di povertà relativa, come quella usata in EU. L’esito, considerato tutto ciò, è che la povertà risulta più alta negli USA che in altre nazioni industriali avanzate. POVERTÀ E BAMBINI Preoccupazione in tema di povertà è come essa incida sui bambini. La povertà minorile crea un circolo vizioso che riproduce lo svantaggio attraverso le generazioni. Un bambino cresciuto in povertà quando diventa adulto ha maggiori probabilità di ritrovarsi povero e di avere bisogno dell’assistenza pubblica. Vivere in povertà causa stress, assolutamente negativo nel bambino. La povertà non riguarda solo l’impossibilità di permettersi determinati beni, è anche associata all’esposizione, all’inquinamento, alla violenza, all’insicurezza, alle difficoltà di accedere a servizi istituzionali come assistenza sanitaria o scuole. La povertà e relativi fattori di rischio possono influenzare nella fase evolutiva la neurobiologia del bambino in maniera significativa, compromettendone lo sviluppo cognitivo e la concentrazione, inficiandone i risultati scolastici. HOMELESS Una delle forme più estreme di povertà è l’homelessness, ossia la mancanza di una fissa dimora. Gli individui e le famiglie possono diventare senza tetto per diverse ragioni (come ad esempio guerre)ma, in circostanze normali, la condizione universale è quella dell’estrema povertà. La maggior parte dei senzatetto non rimane in questa condizione per una quantità di tempo indeterminata; tuttavia, anche brevi periodi senza fissa dimora possono essere devastanti. Nel caso di senza dimora italiani si tratta di persone che si trovano in questo stato da maggior tempo e con un’età più elevata. Diverso nel caso si tratti di senza dimora stranieri, sono più giovani e si trovano in questo stato da meno tempo. Negli USA 1,5 milioni di bambini sperimenta la homelessness. GENERE E SESSUALITÀ LE DIFFERENZE DI CLASSE Pensiero comune che le differenze di genere nei comportamenti e nelle scelte siano un fatto naturale, causato da diversità biologiche (ormoni, anatomia, struttura del cervello). In parte vi è una dose di verità. I sociologi han dimostrato che oltre la biologia le forme di organizzazione sociale hanno potenti effetti su tali differenze. I processi sociali e la struttura sociale che creano e sostengono le differenze e le disuguaglianze di genere vengono spesso sintetizzati con l’espressione costruzione sociale del genere. Le società si basano su un ampio sistema di genere composto da modelli di comportamento e interazioni sociali tra piccoli gruppi in cui ciò che ci si aspetta da una persona è ciò che in una persona viene premiato varia in base al genere di appartenenza. Quando gli uomini hanno in modo sistematico più potere delle donne nella politica, nell’economia, nella famiglia, il sistema di genere è detto patriarcale. LA SOCIALIZZAZIONE DI GENERE Uno dei modi in cui il genere viene costruito a livello sociale è il processo di socializzazione. Percorso attraverso cui un individuo viene intessuto in un gruppo sociale o in una comunità, apprendendo le sua norme e le sue pratiche. Parte di ciò che viene appreso durante il processo di socializzazione è costituito da convenzionalità di genere. I genitori sono agenti importanti nel processo di socializzazione e con essi anche il gruppo dei pari e i mass media. La socializzazione non si limita alla crescita ma è un processo continuo ed esteso a tutto l’arco della vita perchè chi ci circonda continua a influenzarci, continuiamo a guardare e ascoltare le rappresentazioni mediatiche e siamo soggetti all’azione di grandi istituzioni come religione e governo. SESSO VS GENERE Il sesso di una persona è un fatto biologico. Gli umani si dividono in due sessi; maschi e femmine differiscono nell’anatomia, nei cromosomi e nei livelli medi di alcuni ormoni. Alcune persone, gli ermafroditi nascono con caratteristiche di entrambi i sessi. Il genere di una persona è il risultato di come la società forma le differenze e le disuguaglianze fra uomini e donne. I transessuali sfidano la nostra visione di sesso e genere, essi sono persone cui viene assegnato un sesso alla nascita in base a criteri anatomici, ma che si sentono forntemente di appartenere alla categoria opposta. LE DIFFERENZE DI GENERE VARIANO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO Ci sono due motivi per cui molte delle differenze più tipiche che osserviamo fra uomini e donne sono crostruiti socialmente. Il genere, prima di tutti, varia a seconda dei diversi luoghi e ambienti sociali. In secondo luogo il modo in cui la società è organizzzata lungo le linnee di genere è cambiata nel corso del tempo. I ricercatori hanno concluso che comportamenti di genere stereotipati (conformità maggiore a norme di mascolinità e femminilità) si verificano con più probabilità quando gli individui sanno di essere osservati. Alcuni modi in cui uomini e donne agiscono deriva dal talento di mettere in atto comportamenti conformi a ciò che gli altri si aspettano dagli appartenenti al loro sesso. L’IMPATTO DEGLI STEREOTIPI Alcune aspettative sociali sono basate su stereotipi, credenze che spesso risultano in descrizioni false o esagerate del gruppo in questione, per poi essere applicate da singoli membri del gruppo, per i quali possono anche non essere affatto vere. È emerso come ciò che viene detto alle persone riguardo ai risultati relativi alla categoria del sesso di appartenenza ha un’influenza sulle loro effettive performance, e ciò succede anche se la generalizzazione che viene loro comunicata è falsa. Pertanto, stereotipi che sono falsi tendono a produrre la realtà che sostengono anche se a priori la differenza non esisteva. Gli uomini vogliono apparire più mascolini e quando sospettano che gli altri possano mettere in dubbio la loro mascolinità, raddoppiano gli sforzi per avere atteggiamenti che la società codifica come mascolini. Diversamente le donne sono meno preoccupate di quanta femminilità proiettino, il che riflette una minore pressione sociale. LA RIVOLUZIONE DEL GENERE Con rivoluzione di genere ci riferiamo a cambiamenti nella vita della donna, verificatisi negli ultimi 50 anni. L’AUMENTO DELL’OCCUPAZIONE E DELL’ISTRUZIONE FEMMINILE Di tutti i cambiamenti nella vita delle donne il più rilevante è costituito dallo straordinario aumento del numero di coloro che entrano nel mercato del lavoro retribuito. Le due principali ragioni della crescita dell’occupazione femminile sono state di tipo economico. Con l’aumento degli stipendi negli anni ’60 e ’70 crebbe anche l’incentivo per le donne a scegliere un lavoro retribuito. Inoltre l’economia era cambiata e prevedeva un numero maggiore di occupazioni nel terziario, incursioni tipicamente femminili. IL CAMBIAMENTO NEL LAVORO FEMMMINILI E IL DIVARIO RETRIBUTIVO TRA UOMO E DONNA Nei primi decenni della seconda metà del 20 secolo molte donne lavoravano svolgendo compiti tipicamente femminili. A artire dagli anni 70 un numero sempre maggiore di donne è entrato in settori tradizionalmente maschili (entrando anche nell’esercito). Il cosiddeto livello di segregazione occupazionale per sesso può essere misurato con un indice che va da 1 nel caso di completa segregazione a 0 nel caso di completa integrazione. Adoperando tale indice la segregazione occupazionale per genere negli stati uniti è calata in modo sostanziale negli anni 70 e 80, ma da allora la sua diminuzione è stata più lenta. Nonostante una certa integrazione di genere però le occupazioni continuano a essere abbastanza segregate dal punto di vista del sesso. Ciò dipende dal fatto che il processo di socializzazione incoraggia ancora i giovani uomini e donne ad aspirare a lavori differenti. Dall’altra la discriminazione gioca ancora un suo ruolo. Anche gli stipendi delle donne sono aumentati, ma comunque tendono a guadagnare meno degli uomini. Una prima ragione di questo va ricercata nel fatto che i datori di lavoro pagano di più chi matura una maggiore esperienza lavorativa, e le donne hanno più frequentemente interruzioni di carriera per occuparsi dei bambini. Una seconda ragione va ricercata nel fatto che le donne sono concentrate in occupazioni meno remunerative, ciò accade in parte perchè scelgono lavori che sono meno retribuiti di altri che richiedono pari livello di istruzione; e dall’altra parte perchè alcuni datori di lavoro discriminano le donne quando assumono per mansioni ben pagate, lasciandole senz’altra scelta che cercare tra quelle meno retribuite. Ulteriore fattore che spiega il divario retributivo tra uomini e donne è il fatto che i datori di lavoro spesso stabiliscono retribuzioni inferiori per mansioni che sono prevalentemente svolte da donne rispetto a quelle che richiedono qualifiche scolastiche analoghe ma svolte in prevalenza da uomini. Alcuni datori di lavoro discriminano le donne semplicemente perchè sono madri. L’IMPATTO SUGLI UOMINI Non solo le vite delle donne a essere cambiate; anche quelle di uomini e ragazzi. A partire dagli anni 70 gli uomini sposati hanno cominciato a passare sempre più tempo con i figli e partecipare al lavoro familiare. A partire dalla seconda metà del 20secolo è avvenuto in tutti i paesi occidentali un progressivo avvicinamento dei tempi maschili e femminili nella partecipazione al lavoro domestico e familiare. Le donne hanno ridotto in modo consistente il tempo dedicato al lavoro domestico. Mentre molte donne hanno scelto di studiare discipline maschili, gli uomini si sono riservati dall’intraprendere mansioni femminili per due ragioni: il primo è che tali occupazioni spesso sono retribuite in modo minore rispetto quelle maschili; il secondo riguarda la maggiore stigmatizzazione sociale riservata dalla nostra cultura a chi svolge mansioni che fanno sembrare un uomo femminili rispetto a quella che colpisce donne che compiono lavori per cui appaiono maschili. SESSUALITÀ Attrazione e comportamenti sessuali sono influenzati dalla biologia ma sono anche una costruzione sociale. Ogni società opera molte restrizioni sul sesso. In alcuni paesi l’omosessualità è illegale. L’ORIENTAMENTO SESSUALE Il termine orientamento sessuale si riferisce al fatto che gli individui possono essere attratti da membri del sesso opposto, dello stesso sesso o entrambi, con i rispettivi termini eterosessuale, omosessuale, bisessuale. È importante distinguere fra la frequenza o rarità di certi comportamenti da un lato e se essi violano regole scritte o implicite dall’altro. I comportamenti poco diffusi sono devianti nel senso che non sono comuni ma non necessariamente lo sono in senso sociologico. Se in una classe un piccolo gruppo decide di indossare un cappello durante le lezioni, tale azione di indossare un copricapo durante la lezione potrà essere definita statisticamente deviante poiché la maggior parte degli studenti non lo indossa, ma non potrà essere definita come socialmente deviante ossia come un comportamento che viola regole sociali. L’adulterio è statisticamente molto frequente, nonostante non si tratti più di un reato è ancora considerato deviante dal momento che viola una norma sociale sul matrimonio. Quando riflettiamo sulla devianza è necessario distinguere fra comportamenti devianti e persone devianti. Il fatto che qualcuno compia un’azione che altri membri del gruppo o della società definirebbero deviante non significa che questa persona venga definita allo stesso modo. Quando gli individui che le trasgrediscono sono tanti, la reazione consueta è di normalizzare quel comportamento deviante, ovvero di ricollocare il comportamento all’interno di una cornice che fa si che l’individuo sia percepito come “normale” anche se l’azione è considerata “deviante”. NORME SOCIALI: LE REGOLE NON SCRITTE DELLA VITA QUOTIDIANA Quando leggi esplicite e scritte vengono violate adoperiamo nomi per i cosiddetti devianti (stupratore, assassino, ...). Un aspetto vitale del controllo sociale è legato all’adozione di regole implicite, non scritte, che i sociologi chiamano norme. In ogni società esistono inevitabilmente molte regole non scritte e comportamenti che un individuo deve conoscere per evitare di apparire deviante. Durkheim le definiva “le regole non scritte del contratto sociale”. Le norme sono regole di base della società che aiutano a comprendere cosa è appropriato e cosa è inappropriato fare in una determinata situazione. Es. “norma dell’impegno”: non sta scritto da nessuna parte, ma molti di noi concordano sul fatto di dover essere sempre impegnati con qualcosa e con qualcuno. Non è facile stabilire da dove derivano queste regole non scritte. Ma qualunque sia l’origine esatta di queste norme, possiamo essere certi che esse provengano da un processo sociale di definizione di ciò che è normale alla luce di altre considerazioni riguardanti il comportamento accettabile. IL PROBLEMA DELLA REGOLAZIONE MORALE Le società si confrontano con questioni legate al comportamento morale, cioè su quali siano i comportamenti considerati buoni e giusti (o morali) e quali, invece, ingiusti o cattivi (o immorali). È sempre difficile individuare quali comportamenti sono considerati immorali dal momento che in ogni società gruppi differenti avranno costantemente idee e concezioni diverse. LA PUNIZIONE INTERESSATA E QUELLA DISINTERESSATA Distinzione tra punizione interessata e punizione disinteressata: si riferisce a due diversi tipi di individui devianti e a due diversi tipi di motivi per cui vengono puniti: la punizione può derivare dal desiderio di proteggere i beni e la proprietà, oppure dal tentativo di orientare il comportamento degli individui. Poiché in tutte le società vi è di fatto una distribuzione di benessere e potere, i gruppi e le classi privilegiate sono fortemente motivati a mantenere la loro ricchezza e il loro potere politico. Ci sono moltissime leggi nei codici che non hanno nulla a che fare con la distribuzione della ricchezza. Poiché tali norme hanno poco a che fare con la redistribuzione della ricchezza, sono state definite punizioni disinteressate. Un tipo di punizione creato non per proteggere beni ma per controllare la morale e il comportamento sociale delle persone. I due tipi di punizione non sono del tutto indipendenti. Nel corso della storia il tentativo di controllare il comportamento morale di certi gruppi di basso status sociale è stato fortemente collegato agli interessi dei potenti al mantenimento dell’ordine sociale. MOVIMENTO DELLA TEMPERANZA COME CROCIATA MORALE Leggere pag. 263 LA CAMPAGNA CONTRO L’OPPIO Leggere pag. 264-265 LE CROCIATE MORALI CONTEMPORANEE Leggere pag.265 DEVIANZA, CRIMINALITÀ E POTERE Leggere pag. 267-276 LE ISTITUZIONI DEL CONTROLLO SOCIALE Quando certi tipi di devianza diventano reati entrano nel regno delle istituzioni del controllo sociale. Controllo sociale viene formalizzato all’interno di istituzioni. SANZIONI E RICOMPENSE COME FORME DI CONTROLLO SOCIALE Una dimensione fondamentale del controllo sociale si esprime attraverso le sanzioni che i gruppi e la società stabiliscono per rendere effettive le norme. Pene di vario tipo. Spesso rispettiamo regole e norme non solo perchè temiamo la punizione, ma anche perchè cerchiamo delle ricompense. I sociologi distinguono anche fra sanzioni e ricompense formali e informali: • Le sanzioni formali sono utilizzate per far rispettare le norme previste dalle leggi scritte e sono comunicate da un gruppo di individui destinati a farlo • Le sanzioni informali includono insulti o sguardi di disapprovazione, mentre le ricompense informali comprendono i complimenti Nonostante nella maggior parte dei casi la denunzia sociale produce una risposta negativa, ci sono tuttavi situazioni in cui agire in modo deviante può riscontrare risposte positive, mentre comportarsi in modo conforme può ricevere disapprovazione. Non è facile affermare che rispettare le regole e le norme sociali condurrà all’approvazione, mentre infrangerle alla disapprovazione. Capire il giusto equilibrio riflette una piena comprensione delle regole scritte e non scritte IL SISTEMA PENALE Il sistema penale comprende le leggi di polizia che identificano e arrestano che non le rispetta, avvocati e tribunali che valutano le prove di colpevolezza ed emettono sentenze e carceri dove mandare i colpevoli. Le società puniscono chi contravviene alle leggi penali per quattro motivi fondamentali: 1. Per esigere una riparazione per le vittime dei reati 2. Come deterrente per scoraggiare i colpevoli e gli altri dal commettere reato in futuro 3. Per impedire ai colpevoli di commettere nuovi reati 4. Per riabilitare i colpevoli Riparazione: pagare per il male commesso, con pena commisurata Deterrente: disincentivo a violare la legge in futuro Questi due non richiedono la detenzione. Mettere in prigione può avere due obbiettivi: togliere dalla società e fornirgli una riabilitazione INCARCERAZIONE DI MASSA NELL’AMERICA DI OGGI Leggere pag. 278
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