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RIASSUNTO PROGRAMMA AUTORI GRECO DI QUINTO, Sintesi del corso di Greco

Riassunto su vite, opere e temi principali di: Platone, Aristotele, Callimaco, Teocrito, Menandro, Plutarco, Polibio, Apollonio Rodio, storiografia e filosofia ellenistica, Luciano di Samosata, romanzo greco

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 31/05/2023

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Scarica RIASSUNTO PROGRAMMA AUTORI GRECO DI QUINTO e più Sintesi del corso in PDF di Greco solo su Docsity! PLATONE VITA: Platone nacque nel 427 a.C. da una delle più nobili famiglie ateniesi. Cugino di Crizia, intraprese da giovane la carriera politica sotto il regime dei 30 tiranni, che delusero la sua speranza di un governo oligarchico all'insegna della giustizia. intorno ai vent'anni entrò in contatto con il circolo di Socrate e segui il maestro fino alla sua morte nel 399 a.C. (motivo di delusione per il governo dei tiranni); il filosofo abbandonò allora Atene per stabilirsi, dopo vari viaggi, a Siracusa. Qui Platone coltivò il sogno di promuovere la nascita di uno stato ideale, governato da un sovrano filosofo: ebbe però rapporti burrascosi con il tiranno dioniso I e con il suo successore dioniso II. Tornò all'ora ad Atene, dove fondò una scuola filosofica che restò aperta sino alla fine dell'antichità: L'Accademia, che prese il nome dall'eroe Academo, al quale era stata consacrata la località suburbana dove sorse quest'istituzione. (chiusa da giustiniano nel 529 D.C. OPERE: di Platone ci sono pervenute 36 opere, di cui 34 sono dialoghi + apologia di Socrate + raccolta di lettere. questo corpus restituisce tuttavia solo un quadro parziale del pensiero platonico, perché il filosofo affidava all’oralità l'esposizione delle dottrine più importanti, seguendo l’insegnamento di Socrate, in partendo ai discepoli insegnamenti non scritti (di cui dà testimonianza Aristotele, suo allievo), poiché credeva che la verità scaturisse solo dalla dialettica (dialogo maestro allievo). Per questo motivo, la sua filosofia si costruisce poco alla volta, è un sistema in fieri, che approda alla DOTTRINA DEL MONDO DELLE IDEE, in cui esistono le idee prime, modelli per il mondo fenomenico. L’idea suprema è quella del Bene, che l’uomo deve perseguire tutta la vita. • Dialoghi: Sappiamo (grazie a Diogene Laerzio) che i dialoghi avevano un fine anche propagandistico: venivano letti fuori dall’accademia per attirare nuovi adepti. Si suddividono fra quelli in cui i personaggi discorrono in prima persona (natura drammatica) e i “racconti nel racconto” (natura diegetica). I dialoghi non sono mai monotoni, sono caratterizzati da squarci narrativi, caratterizzazione dei personaggi e ovviamente due opinioni contrastanti (una delle quali è di Socrate), in cui una è destinata a vincere. PRIMA FASE Critone, ione, protagora e gorgia + Apologia SECONDA FASE Fedone, simposio, fedro, Repubblica, menone TERZA FASE Parmenide, sofista, timeo • Apologia di Socrate: ARISTOTELE VITA: Aristotele, discepolo dell'accademia di Platone, fu il primo intellettuale greco allegare strettamente il suo nome a quello di una Corte. Nacque a stagira nel 384 a.C., Ma trascorse infanzia in Macedonia, dov'è il padre era medico personale del re aminta II. Frequentò L'accademia di Platone, e il successore macedone Filippo II lo scelse come precettore del figlio, Alessandro Magno. nel 335 a.C. tornò ad Atene per fondarvi la sua scuola, il liceo, chiamato così perché sorgeva in un ginnasio situato nei pressi del santuario di Apollo “liceo” e poiché le lezioni si svolgevano sotto un portico coperto (peripatos), la scuola fu detta anche “peripatetica”. la scuola prevedeva corsi per gli allievi interni la mattina e lezioni pomeridiane rivolte ad un pubblico più vasto. Alla morte di Alessandro, fu coinvolto in una ribellione anti macedone, quindi si dovette rifugiare in eubea, dove morì nel 322 a.C.. OPERE SUPERSTITI: poiché Aristotele, a differenza di Platone, poneva il libro alla base dell'insegnamento, il liceo conobbe una ricchissima produzione di testi sia di Aristotele stesso che dei suoi allievi. Tali opere si dividevano in due categorie: gli iscritti essoterici, destinati alla divulgazione fuori dalla scuola che sono andati tutti perduti (ad eccezione della Costituzione degli ateniesi), e quelli esoterici, da utilizzare nella scuola, dei quali ci sono state trasmesse 46 opere (grazie alla sistemazione di Andronico di Rodi). SISTEMA FILOSOFICO: il sistema filosofico aristotelico ha un forte carattere enciclopedico: gli interessi dello scrittore abbracciavano tutti i campi del sapere. • Logica: la logica era alla base della filosofia stessa e il sillogismo era una tecnica di ragionamento, fondata sulla conclusione universale e necessaria cui si giunge partendo da due premesse, dette maggiore e minore, aventi in comune un termine chiamato medio. Strumento euristico fondamentale. • Fisica: dedicata ai principi del mondo sensibile, che Aristotele descrive nei termini di sintesi unitaria, sinolo, di materia e forma. l'universo e continuo passaggio dalla potenza all'atto, movimento che ha origine dal motore immobile, che è atto puro che non crea né plasma il mondo, ma lo fa muovere intorno a sé. • Metafisica: e da qui che deriva il termine con il significato che ha assunto nel tempo, letteralmente significa le opere che seguono gli scritti di fisica. 14 libri di metafisica rappresentano una speculazione sulle cause prime (aitiologia), sull'essenza delle cose (ontologia) e sulla divinità (teologia). • Etica: il libro più noto e l'etica nicomachea, in cui Aristotele identifica la felicità dell'uomo nel vivere secondo intelletto, realizzando la propria natura razionale. • Politica: poiché il vivere secondo virtù è il vivere in società, la politica è strettamente legata all'etica. l'uomo per Aristotele è per sua natura un animale politico, che tende a vivere con gli altri per realizzare se stesso. Aristotele è uno degli iniziatori della teoria delle costituzioni e delle loro degenerazioni (verrà poi ripresa da Polibio). Per Aristotele lo stato ideale è uno stato che si ponga come criterio il giusto mezzo e che dia all'istruzione un ruolo importante. • Retorica: viene teorizzata la distinzione nei tre generi deliberativo, giudiziario ed epidittico; la retorica, dunque, non è epistemè (scienza esatta fine a se stessa), ma tecne relativa al soggetto che ascolta, con un fine etico-politico. DALLA μέση ALLA νέα I critici antichi suddividevano la commedia in tre diverse categorie: la commedia antica del V secolo a.C. (Aristofane, eupoli, cratino), la commedia di mezzo del IV secolo a.C. E la commedia nuova (menandro). COMMEDIA NUOVA: La produzione comica del secolo IV voi a.C. ci è nota solo attraverso le opere superstiti di menandro. La trama è basata perlopiù su una storia d'amore tra due giovani, che riescono a sposarsi dopo numerose peripezie generati da una serie di equivoci. Mentre aristofane rispondeva a un'idea primitiva del teatro, quello di menandro è ormai teatro nel senso più specifico del termine: Rispetto alla commedia antica, la νέα perde ogni interesse per la politica e si concentra invece sul mondo della famiglia e degli affetti, portando in scena un microcosmo familiare il cui equilibrio viene momentaneamente infranto. Le invenzioni fantastiche di aristofane (discese negli inferi o voli su scarafaggi) lasciano il posto a situazioni realistiche, in cui risalta la psicologia dei personaggi, che sono caratteri e non più tipi, in quanto dotati di un'etica autonoma. Se gli attori di aristofane dialogavano costantemente con il pubblico, nella commedia nuova si assiste invece alla chiusura della quarta parete: lo spettatore è escluso da una partecipazione diretta allo spettacolo e resta fuori dal palcoscenico. Il pubblico dell'enea non è più costituito dai cittadini della polis, ma dalla classe dirigente colta alla ricerca di un momento di evasione: anche se il teatro continua a essere un servizio pubblico, ora esprime i gusti di questa classe sociale. MENANDRO L'ateniese menandro ha avuto un notevole impatto sulla commedia Latina, molto più del suo rivale aristofane, e ha così influenzato anche la cultura europea di epoca successiva. Le sue opere, a parte il bisbetico Che ci giunta per intero, si sono conservate in stato frammentario su papiri e per questo possiamo ricostruire la trama di quattro commedie: la ragazza tosata, la ragazza di samo, l'arbitrato e lo scudo. PERSONAGGI DINAMICI: I personaggi di menandro sono tipi umani, Ma non tanto tipici da non essere anche se stessi: sono realistici da un punto di vista psicologico e soprattutto sono personaggi in evoluzione, dinamici. Essi ad esempio sono capaci di riconoscere i propri errori e di ravvedersi: quanto accade Cnemone, il misantropo protagonista de il bisbetico. Salvato dal figliastro gorgia, che egli aveva sempre trattato male, si rende conto che al mondo esistono anche persone altruiste e per riconoscenza decide di adottare il ragazzo. FILANTROPIA: Il ravvedimento dei personaggi menandrei rispecchia una visione ottimistica dell'essere umano. Menandro è convinto che l'uomo sia capace di imparare dai propri errori (per questo gli scontri generazionali come quello tra padre e figlio spesso si risolvono). La filantropia e la solidarietà sono temi importanti del teatro di menandro, LA FILOSOFIA ELLENISTICA Il ruolo centrale dell'etica: la filosofia conosce un grande sviluppo in epoca ellenistica diventando, con la retorica, il fondamento dell'educazione superiore della classe dirigente. Al centro delle nuove correnti filosofiche si pone l'etica: la filosofia deve accompagnare l'individuo nella vita, offrendogli un modello di comportamento che mira all’autarkeia (capacità del saggio di bastare a sé stesso, perseguendo la felicità), Indirizzando l'uomo verso una vita libera da passioni e timori. Le filosofie ellenistiche: la capitale della filosofia continua a essere Atene, dove sorsero i tre movimenti fondamentali del pensiero ellenistico: 1. Epicureismo: di Epicuro ci restano tre lettere che riassumono i principi del suo pensiero (la più famosa è la lettera a Meneceo). l'epicureismo è una dottrina materialistica basata sull’atomismo di Democrito: l'incontro meccanico degli atomi in movimento determina il formarsi di infiniti individui e poiché anche l'anima è fatta di atomi, nasce e muore insieme al corpo. Epicuro vuole liberare l'uomo dai quattro farmaka: non si deve temere la morte, che in nessun modo può comportare sofferenza, essendo assenza di sensazione; non si devono poi temere gli dèi, che non si interessano alle vicende umane; Apri il dolore non si deve temere perché o è lungo e quindi breve o è breve e quindi sopportabile e infine non si deve temere di non raggiungere la felicità, poiché basta l’atarassia e l’apatia, imperturbabilità dell'anima e del corpo. Questa dottrina vuole proporsi come medicina per l'animo e ricerca del piacere (non il piacere dell’edonismo chiaramente). 2. Stoicismo: fondato da Zenone e giunto a Roma grazie a Panezio e Posidonio, lo specismo divenne la filosofia dominante della classe dirigente romana. il saggio storico persegue l'imperturbabilità di fronte alle passioni, grazie a una severa disciplina morale. 3. Cinismo: la scuola cinica ebbe il suo indiscusso maestro in Diogene, il cui stile di vita provocatorio è testimoniato da numerosi aneddoti. Forte il loro contatto con la gente: sono predicatori che vagano di città in città praticando pubblicamente il proprio esercizio di virtù. E nell'ambito di questa scuola nasce il genere della diatriba, immaginaria conversazione tra filosofo e pubblico su temi morali e caratterizzata da un tono polemico. LA STORIOGRAFIA ELLENISTICA I primi storici, da erodoto a senofonte, erano stati essenzialmente storici della polis, ma l'impresa di Alessandro costrinse la storiografia greca ad ampliare i propri orizzonti. Pochi decenni più tardi, fra il sec III e II, cominciò l'ascesa di un'altra potenza imperialista, Roma. Si passò dunque dal descrivere il microcosmo della polis a imperi di dimensioni continentali. La straordinaria personalità di Alessandro e il carattere semileggendario delle sue imprese. Furono oggetto di tanti scritti, anche quando Alessandro era ancora in vita, ma di questi restano solo frammenti. Delle opere più tarde abbiamo la Vita di Alessandro di Plutarco e tra gli autori latini Curzio Rufo, autore di una Historia alexandri Magni. In età ellenistica la vita politica è accentrata nelle mani dei sovrani ellenistici: la storiografia, infatti, nasce nell'ambiente della corte ed è contrassegnata dai rapporti di amicizia fra il re e gli storici, che spesso cadono nell’adulazione. Inoltre la storiografia di questo periodo manifesta un interesse per il meraviglioso, conseguenza della penetrazione di Alessandro fino all'india; Dunque l'approccio etnografico di erodoto, che si concretizza in molteplici excursus narrativi. CALLISTENE Tra i più importanti storici di Alessandro ricordiamo Callistene, che scrive le Gesta di Alessandro, in cui oltre a narrare le imprese, difendeva l’origine divina di Alessandro. Nonostante questo, cadde in disgrazia proprio perché si rifiutò di inchinarsi all’imperatore, secondo il rito orientale della proskunesis (fatto che ci viene raccontato da Plutarco). Venne poi implicato nella congiura dei Paggi e condannato a morte nel 327 a.C. EFIPPO DI RODI Una voce fuori dal coro è quella di Efippo di Rodi che delineò un ritratto fortemente negativo del sovrano e della Corte. Gli scritti denigratori non provengono dalla cerchia D'Alessandro, ma dalle scuole filosofiche, nelle quali a partire dalla sventura di callistene, il sovrano venne visto come un tiranno che aveva avuto particolare fortuna. TEOCRITO Teocrito nacque a Siracusa attorno al 315 a.C. ma i luoghi più importanti per la sua esperienza letteraria furono l'isola di kos, ambientazione delle talisie, e Alessandria, dove si trasferì, già poeta affermato. La sua morte è collocata attorno al 260 a.C.. CORPUS TEOCRITEO: sotto il nome di teocrito è trasmesso un corpus di 30 componimenti poetici o idilli: Tirsi o il canto, serenata e capraio e pastore, talisie, mietitori e ciclope, incantatrice, siracusane, ila. • Talisie: è il più importante fra gli idilli bucolici, Prende il nome da una festività dell'isola di kos. in quest'occasione l'incontro fra il cittadino Simichida (Teocrito stesso) e il capraio Licida dà luogo a uno scambio di canzoni e alla simbolica donazione da parte di licida di un bastone pastorale (richiamo a Esiodo), segno dell'iniziazione poetica. CARATTERI DELLA POESIE DI TEOCRITO: Teocrito è il creatore di un nuovo genere poetico, la poesia pastorale o bucolica, che narra situazioni di vita quotidiana sullo sfondo di scenari campagnoli quali amori campestri e sfide di canto (agoni). L'originalità di questo genere risiede proprio nell'ambientazione campestre: e fino ad allora la letteratura greca aveva avuto come centro la cultura della polis. La rivalutazione della campagna parte proprio dai personaggi: il Polifemo omerico che non conosce le leggi della civiltà diviene in Teocrito un eroe positivo, protagonista di una vicenda d'amore. Si tratta comunque di un mondo idealizzato: Teocrito ci parla di una campagna filtrata attraverso una prospettiva cittadina, un’ARCADIA letteraria, un luogo incontaminato, in cui pastori dall'animo delicato si dedicano al canto e all'amore. La campagna teocritea e quella che poteva piacere al dotto pubblico della cosmopolita Alessandria, vale a dire un luogo fisicamente e spiritualmente remoto, collocato nella Sicilia pastorale. Si ispireranno a Teocrito Longo sofista nel romanzo di Dafni e Cloe e, nel mondo romano, VIRGILIO, Che fece rivivere nelle sue ecloghe il mondo pastorale degli idilli di Teocrito. LA SECONDA SOFISTICA INTRODUZIONE: La seconda sofistica è la corrente letteraria in cui confluisce la prosa d'arte greca lungo tutta l'epoca imperiale. Così come la prima, anche la seconda fase si fonda sull'arte di parlare: la retorica era la disciplina fondamentale nell'educazione e formazione sociale dell'individuo, ma in particolar modo la SECONDA ebbe lo scopo di formare la nuova classe dirigente. Mentre la prima sofistica trattava di argomenti tradizionali come gli dèi e le virtù umane, la seconda “ritrae poveri e ricchi, nobili e tiranni” ovvero tutti i soggetti umani che la vita ci porta a conoscere. La produzione letteraria è varia: dialoghi, trattati, libelli satirici, novelle, encomi, declamazioni pubbliche atte a intrattenere un pubblico. Eunapio di sardi stilò una serie di biografie di sofisti che giungeva fino alla sua epoca (secolo V d.C.). Ma chi è il sofistès stesso? Egli è nello stesso tempo un professore, un letterato, un uomo di spettacolo, un avvocato; un individuo che, formatosi nelle scuole di retorica, è proteso verso la propria affermazione pubblica; come in età arcaica non c'era pubblica ricorrenza in cui mancasse un'esecuzione di rapsodi e cantori, così ora il sofista è chiamato alla declamazione. A differenza degli antichi sofisti che si ponevano in contrasto rispetto al potere reggente, l'oratore della seconda sofistica è legato al potere politico e spesso sotto la protezione di esso (come Luciano). Il secolo secondo d.C., l'età d'oro della seconda sofistica, fu anche l'età d'oro dell'impero, specialmente nelle ricchissime città d'asia, dove questo fenomeno conobbe la sua massima diffusione grazie alla protezione di imperatori filelleni come traiamo, Adriano, Marco Aurelio. LUCIANO DI SAMOSATA: La vita Luciano nacque attorno al 120 a Samosata in una regione di popolazione mista ai confini orientali dell’Impero Romano, ed è probabile che la sua lingua madre non fosse il greco (ma il siriano). Veniva da una famiglia di modeste condizioni: il padre lo mise a lavorare in una bottega; la storia della vocazione letteraria è narrata ne Il sogno, in cui si racconta che il primo giorno di apprendistato spezzò una lastra di marmo e lo zio lo picchiò. Nella notte gli apparvero in sogno due donne, la cultura e la scultura, che decantando ciascuna la propria superiorità gli proposero di scegliere e Luciano scelse la cultura. Si trasferì nelle città della Ionia per studiare retorica. Poi andò a Roma dove fu presentato alla famiglia imperiale, la cui conoscenza gli valse un incarico In Egitto. Questo era allora l’Impero Romano: un'istituzione unica e organica, in cui da una città sulle rive dell’Eufrate si arrivava sino alle coste dell'atlantico trovandosi sempre sotto le stesse leggi, e Luciano fu il rappresentante esemplare di questa forma di globalizzazione, di cui un esempio sul versante latino fu il suo contemporaneo Apuleio. La sua morte va fissata dopo il 180 d.C. poiché parla della divinizzazione di Marco Aurelio, che morì in quell'anno. IL ROMANZO GRECO Caratteri generali e trama Dai primi secoli dell’età imperiale (dal I al IV circa) ci sono pervenute cinque narrazioni in prosa, che per i numerosi tratti comuni (es. trama e ambientazioni) rientrano tutti nella categoria di “romanzi greci”. Cherea e Calliroe di Caritone di Afrodisia; le Storie efesiache di Senofonte di Efeso; Leucippe e Clitofonte Di Achille Tazio; Dafni e Cloe di Longo sofista; le Storie etiopiche di Eliodoro di Emesa. Sulle vite degli autori non sappiamo quasi nulla. La trama si dispiega secondo uno schema rigido: un ragazzo e una ragazza si innamorano perdutamente l'uno dell'altra, ma ostacoli imprevisti si frappongono al loro amore. Inizia così un viaggio in cui saranno forzatamente allontanati: il nucleo della vicenda si accompagna a veri e propri luoghi comuni del racconto romanzesco come il naufragio in mare, la cattura da parte di pirati, la morte apparente di uno dei protagonisti, tentativi di seduzione da parte di altri personaggi. La questione delle origini Nel 1876 apparve un saggio intitolato “Il romanzo greco e i suoi precursori” del filologo tedesco Erwin Rohde, grazie al quale oggi il romanzo greco è considerato parte della letteratura greca dopo che per tanto tempo è stato considerato di derivazione orientale. Dopo averlo circoscritto alla Grecia, il filologo dedicò la sua disamina all'individuazione dei progenitori letterari del romanzo, ma sappiamo che lui riconduceva il romanzo soprattutto al periodo della seconda sofistica,quindi, alla pubblicazione dei frammenti papiracei del Romanzo di Nino datato I secolo a.C., la sua tesi venne superata. Vi fu poi il filologo Merkelbach che aveva ipotizzato che il modello di base del romanzo greco fosse legato ai culti misterici, in particolare al mito egiziano di Iside che narrava le peregrinazioni della dea per recuperare i brandelli del corpo di Osiride; quindi la trama rispecchiava le prove che l’iniziato doveva affrontare per accedere al culto; oggi la tesi iniziatica è quasi generalmente respinta perché manca nel romanzo quel carattere soterico/salvifico dei culti misterici (vi è solo il lieto fine). Il genere del romanzo ha alle spalle una lunga e molteplice tradizione. I testi in nostro possesso si collocano cronologicamente intorno al periodo della seconda sofistica ma sappiamo che il materiale romanzesco esisteva in epoca preletteraria. Già nell'Odissea di Omero ritroviamo in versi il tema della peripezia dell'amore e della magia; vi fu poi Senofonte che scrisse la Ciropedia, la prima biografia costruita con materiale fittizio. Vi è poi l’ellenistico Romanzo di Nino, che narrano del re assiro Nino diciassettenne innamorato di Semiramide, e il Romanzo di Alessandro, biografia romanzata del conquistatore macedone attribuita erroneamente a Callistene. Infine il più recente è sicuramente la Storia Vera di Luciano di Samosata, prototipo del romanzo di fantascienza. Il romanzo è figlio della grecità postclassica: l’individuo non vive più la singola realtà della polis ma la realtà cosmopolita delle monarchie ellenistiche prima e dell’Impero romano poi. Proprio perché questi individui erano completamente sgravati dalle responsabilità politiche, la finalità del romanzo è senza dubbio il diletto, lo svago, tanto che si parla di “letteratura di consumo”, destinata all’intrattenimento leggero.
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