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Manifesto di Giovanni Pico Della Mirandola e Nicola Cusano: Dignità dell'Uomo e Conoscenza, Appunti di Filosofia

I principi filosofici di giovanni pico della mirandola e nicola cusano riguardanti l'autodeterminazione dell'uomo, la libertà di scelta, la conoscenza e la relazione tra l'uomo e dio. Cusano introduce la idea della 'dotta ignoranza' e la correlazione tra macrocosmo e microcosmo, mentre pico della mirandola critica la concezione finalistica di dio e la concezione cartesiana di mente e corpo.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 16/01/2024

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Scarica Manifesto di Giovanni Pico Della Mirandola e Nicola Cusano: Dignità dell'Uomo e Conoscenza e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Umanesimo e Rinascimento 1400-1500 c’è l’idea di uomo che non è più proteso verso il trascendente, ma che recupera fiducia nelle proprie potenzialità; e che quindi costruisce il proprio destino, ne è l'artefice (faber ipsum fortune). Manifesto: di Giovanni Pico Della Mirandola “Sulla dignità dell’uomo” afferma che dio nel momento in cui ha creato l’uomo non gli ha fornito una natura determinata, pertanto l’uomo deve autodeterminarsi; cioè dio ha lasciato all’uomo la libertà di scegliere cosa vuole essere, se vuole vivere la vita con una prospettiva divina o no. l’uomo si assume la responsabilità delle sue scelte. quest’idea fa sì che l’uomo possa agire all’interno del mondo dove vive e opera questo mondo non viene più visto come immutabile ma come il teatro delle azioni dell’uomo, l’uomo cerca di capire come operare all’interno. l’uomo ha un interesse nei confronti della natura, e uno dei pensatori che la valorizza e cerca di capire l’assoluto dio a partire dal creato, è Nicola Cusano. Nicola Cusano è un teologo (vescovo) di origini tedesche parte dall’analisi della conoscenza: per lui conoscere significa confrontare, stabilire un rapporto tra noto e ignoto. questo rapporto vale nel mondo umano, Cusano afferma che non è possibile stabilire questo rapporto tra dio e uomo, e perciò si può pensare dio in termini di dotta ignoranza. ignoranza nel senso di impossibilità per l’uomo di conoscere dio, questa è però dotta perché l’uomo è consapevole dell’impossibilità di conoscere dio (sa di non sapere). Ciò non è sufficiente per l’uomo, egli perciò continua a tendere verso l’assoluto. Questa tensione verso l’assoluto viene ad essere paragonata ad un poligono inscritto in un cerchio, se si aumentano infinitamente i lati del poligono il perimetro del poligono corrisponderà al perimetro del cerchio all’infinito. non bisogna adeguarsi alla dotta ignoranza ma bisogna tendere progressivamente verso l’assoluto. si interroga anche su che rapporto può sussistere tra dio e il creato partendo però dall’idea secondo la quale dio rimane assoluto trascendente (rimane al di là delle cose che crea): questo rapporto è da lui chiarito con l’utilizzo di tre termini: -complicatio: dio contiene in sé tutto l’universo, dio contiene in potenza tutto ciò che è il creato. -explicatio: dio si manifesta nell’universo, cioè tutto il creato è attualizzazione di dio. -contratio: l’universo è un dio contratto, dio si contrae all’interno dell’universo. Cusano identifica dio come coincidenza degli opposti: cioè in dio gli opposti coincidono, dio è contemporaneamente massimo e minimo (perché è nullo/altro rispetto alle cose che crea). in dio troviamo ciò che si determina nella realtà, dio è coincidenza degli opposti la coincidenza degli opposti viene semplificata da un atto di cerchio, se si aumentano le dimensioni dell’atto di cerchio esso corrisponde a una retta: nella realtà retta e cerchio sono opposti, in dio essi coincidono. I Maghi, sviluppano interesse per la natura. sono uomini pensatori che vengono identificati come ministri o manipolatori della natura; hanno come obiettivo quello di cercare di comprendere come funziona la natura, quello di descrivere i fenomeni naturali per cambiare il corso degli eventi a favore dell’individuo. hanno come idea quella di modificare la natura a beneficio dell’uomo. modificano la natura per cercarne all’interno quelle corrispondenze segrete, forze occulte operano secondo due pratiche: -l’astrologia: cercano di osservare la posizione degli astri per consigliare agli uomini di intraprendere o meno un’attività perché gli astri sono in una posizione favorevole o no. -l’alchimia: è una sorta di chimica delle origini, l’alchimista cerca di scombinare un composto (metalli), quindi trovarne gli elementi all’interno, per poi ricombinare questi elementi per creare un nuovo composto che ha delle virtù che intervengono sul comportamento degli individui. Teofrasto Paracelso, è uno dei maghi più importanti di questo periodo (medico svizzero) che parte dal presupposto che ci debba essere una correlazione tra macrocosmo (universo) e microcosmo (uomo). è possibile che un composto possa modificare le azioni degli uomini solo se c'è questa correlazione; per lui non c'è differenza tra mondo celeste e mondo sublunare perciò inizia ad essere scardinata la filosofia aristotelica. Bernardino Telesio, filosofo di Cosenza che si approccia alla natura per cercare di spiegare i fenomeni naturali per poterli manipolare e volgerli a favore dell’uomo. scrive “La natura secondo i propri principi” Parte dal criticare gli antichi, egli afferma che per indagare la natura non occorre fare come gli indagatori antichi, perché essi hanno fatto riferimento solo alla concezione aristotelica (una concezione astratta), e hanno cercato di adeguare questa concezione alla realtà. per lui, per indagare la natura, occorre usare i sensi. se l’uomo non si sente natura non può indagare la natura, deve sentirsi partecipe alla natura stessa le cause che servono per spiegare i fenomeni naturali sono denominate cause seconde e sono 3: - un principio passivo: la materia o massa corporea - e due principi attivi: caldo e freddo; sono forze che penetrano la materia e la rendono viva. la materia è in movimento perché il caldo la dilata e il freddo la restringe secondo Telesio c’è una causa prima che ha creato l’universo (e che una volta creato non interviene più nelle faccende umane): dio, che garantisce l’uniformità della natura in modo che tutti possano descrivere il fenomeno naturale allo stesso modo. Giordano Bruno, nasce a Nola ed entra a far parte all’ordine dei domenicani, non per vocazione religiosa, ma per continuare gli studi che la chiesa finanzia. Ha una natura ribelle che si manifesta nel momento in cui comincia a criticare l’incarnazione e la trinità; per evitare la scomunica comincia a viaggiare in Europa (per 15 anni) attirando l’attenzione di sovrani europei. Ritorna in Italia perché sa che la cattedra di matematica all’università di Padova è libera e vuole provare ad occupare, nel mentre egli è ospite presso il nobile veneziano Giovanni Mocenigo. Mocenigo era interessato alla mnemotecnica, dottrina secondo la quale era possibile associare un concetto ad un’immagine per ricordare meglio il concetto (di cui Bruno conosceva i segreti). Mocenigo si rende però conto che le idee di Bruno erano eretiche, pertanto lo denuncia all’inquisizione. Inizia il processo che dura 7 anni (Bruno a volte sembra rinnegare le sue tesi per poi riaffermarle). Bruno riteneva Clemente VIII amico dei filosofi, infatti cerca di ottenere la sua grazia inviandogli i suoi scritti; il pontefice non li accoglie perché nessuno poteva avere un rapporto così diretto col papa. Elaborò questo concetto a seguito della visione di una cometa, calcola il percorso della cometa e si rese conto che essa entrava in contatto con tutta una serie di sfere materiali, ma se ci fossero state le sfere la cometa si sarebbe infranta: le sfere non esistono ma i pianeti si muovono lungo delle orbite. - Brahe osservò un fenomeno che denominò il fenomeno della stella nuova; un punto luminoso nel cielo la cui luminosità aumenta di intensità per poi indebolirsi e scomparire: era il fenomeno di una supernova e della morte di una stella. La stella inizialmente era considerata un corpo del mondo celeste perciò non avrebbe dovuto subire mutamento: Brahe ha eliminato la concezione secondo la quale i corpi celesti siano diversi da quelli terrestri non c’è differenza tra celeste e terrestre. Keplero fu per poco assistente di Tycho Brahe. era vicino alla visione eliocentrica Elimina la concezione della circolarità dei movimenti: i pianeti compiono dei movimenti ellittici, non perfettamente circolari. Lo capisce osservando il movimento di Marte, che quando si avvicina al sole aumenta velocità: aveva un’orbita ellittica schiacciata ai poli. Elabora le tre leggi del movimento dei pianeti, di cui il primo è: “le orbite sono ellittiche e il sole è uno dei fuochi” Galileo Galilei nasce a Pisa nel 1564, era il primo di 7 figli. suo padre aveva un'attività commerciale e suonava il liuto. Galilei per volontà del padre si iscrive alla facoltà di medicina, ma non essendo una scelta volontaria egli preferisce andare per osterie piuttosto che frequentare la facoltà; così comincia da autodidatta a studiare matematica. Si trasferisce a Firenze e dopo la morte di suo padre egli ottiene una cattedra di matematica all'università di Padova (la cattedra ambita da Bruno); qui a Padova costruisce un laboratorio scientifico dove ha la possibilità di costruire i suoi strumenti. Nel 1609 gli giunge la notizia di uno strumento che serviva a ingrandire gli oggetti distanti: il cannone dalla lunga vista/perspicillum. riuscì ad acquistare questo strumento grazie alla mediazione dei commercianti veneziani, lo ricostruì e lo migliorò aumentando la capacità di ingrandimento. Lo presentò anche al governo veneziano cercando di far capire l’importanza di questo strumento dal punto di vista militare e commerciale. Galilei inoltre dà a questo strumento un valore dal punto di vista scientifico: capisce che questo strumento può essere utilizzato per potenziare la vista, lo punta verso il cielo. Nel 1610 tutte le osservazioni da lui compiute col telescopio nelle notti tra il 1609 e il 1610 vengono pubblicate in un trattato scritto in latino: Sidereus Nuncius (annuncio astronomico) le sue osservazioni più importanti sono: - le macchie lunari: vede che la superficie della luna non è omogenea ma è rugosa (presenta avvallamenti, monti ecc.), la luna che è un corpo celeste è corruttibile; conferma quanto aveva già detto Tycho Brahe. - le macchie solari: vede che ci sono alcune regioni sulla superficie del sole che hanno una temperatura più bassa, e sono quelle zone in cui avviene l'attività magmatica. - pianeti “medicei”(con questo appellativo vuole omaggiare Cosimo II dei medici): sono i satelliti di giove la visione di questi verifica in maniera indiretta la concezione eliocentrica: conferma che all’interno dell’universo esista più di un centro di rotazione. - fasi di venere: osserva le diverse fasi di illuminazione di venere; venere ruotava intorno al sole, questo spiegava le sue diverse illuminazioni. - via lattea: pensava ci fosse una fascia di stelle omogenee al confine dell’universo che fosse equidistante dalla terra, con questa scoperta però mette in evidenza che questa fascia non è né omogenea né equidistante dalla terra. Queste scoperte provano la teoria eliocentrica (quella che all’epoca era solo un’ipotesi) e il fatto che non esistesse distinzione tra universo celeste e terrestre. (nel momento in cui egli punta il cannocchiale al cielo ha già dentro di sé l’idea che una cosa terrestre avrebbe potuto ingrandire una cosa celeste, per lui non esisteva già differenza tra celeste e terrestre.) La pubblicazione di queste scoperte porta a lui visibilità e fama, al punto che Cosimo II dei Medici dà a Galilei la possibilità di continuare a fare ricerche senza l’obbligo di insegnamento all'università di Padova. Queste sue scoperte però provano l’ipotesi eliocentrica infatti Galilei comincia ad essere osteggiato dagli ecclesiastici. Egli era convinto di riuscire a difendere le proprie idee tramite le sue dimostrazioni. infatti scrive due lettere per cercare di convincere la chiesa e l’autorità scientifica dei peripatetici della veridicità delle sue teorie: 1613 una a don Benedetto Castelli, allievo di Galilei. 1615 una a Madama Cristina di Lorena (madre del granduca Cosimo II dei medici). Galilei in questa lettera dice che nel momento in cui si indaga un fenomeno naturale occorre non accomodarsi all’autorità ne della chiesa, ne degli aristotelici; perché la sacra scrittura e la natura sono entrambi libri scritti da dio, ma: - La sacra scrittura è una dettatura dello spirito santo tramite racconti, parabole e immagini che fanno sì che questa verità possa essere compresa dal popolo. l’uomo che legge la sacra scrittura infatti non può fermarsi al significato letterale ma deve recuperare il messaggio nascosto, perché se si fermasse al significato letterale potrebbe incorrere in eresie (come quando si dà a dio natura umana). - Quando invece si indaga un fenomeno naturale bisogna interrogare l’altro libro di dio: la natura; la scienza è in autonomia alla fede; la natura è inesorabile e immutabile e facendo riferimento ad essa si possono spiegare i fenomeni però la natura è quel grande libro aperto davanti a noi scritto in caratteri matematici (natura strutturata matematicamente) quindi l’uomo se conosce la matematica può approcciarsi alla natura e comprenderne i fenomeni. Anche le finalità di bibbia e natura sono diverse, la bibbia fornisce indicazioni su come si vada in cielo, e non su come funziona il cielo; per capire come funziona il cielo bisogna interrogare la natura e comprenderne il suo linguaggio matematico. per fornire una spiegazione dei fenomeni naturali l’uomo deve servirsi di un metodo che si basa su due momenti complementari (non c’è la priorità di un momento sull’altro): - sensate esperienze: nel momento in cui si osserva la natura lo si fa in modo sistematico raccogliendo dati in modo scrupoloso, un’osservazione che avviene tramite gli strumenti che arricchiscono i sensi; e tramite l’osservazione si devono cogliere le proprietà misurabili, le grandezze del fenomeno (le proprietà primarie di Democrito). - certe necessarie dimostrazioni: fase deduttiva del metodo, una volta raccolte le informazioni si stabiliscono delle relazioni tra i dati raccolti che conducono ad una ipotesi; i dati si trasformano in legge solo nel momento in cui l’ipotesi supera il cimento dell’esperienza (il cimento era una sostanza utilizzata dagli alchimisti per purificare il composto nel momento in cui gli alchimisti lo stavano scomponendo in elementi), ovvero la verifica dell’ipotesi in una situazione artificiale s verifica l’ipotesi all’interno di un laboratorio. Galilei voleva dimostrare che la velocità di caduta dei corpi non era direttamente proporzionale al peso: si dice che egli abbia fatto cadere un corpo dalla torre di Pisa ma egli nel calcolo della velocità doveva tener conto dell’attrito dell’aria. oppure fece rotolare un corpo lungo le pendici di una collina, bisogna tener conto dell’attrito tra corpo e superficie. utilizza il piano inclinato, gli permette di avere a disposizione un corpo di bronzo che non è deperibile e una superficie senza attrito. la conoscenza si può distinguere in: conoscenza estensiva conoscenza intensiva dal punto di vista quantitativo non è possibile paragonare la conoscenza umana a quella divina ma dal punto di vista qualitativo l’uomo le cose che conosce le conosce come dio, da dio, in maniera perfetta. le proprietà soggettive non misurabili dipendono dalla reazione dei nostri organi di senso nel momento in cui entrano in contatto con l’oggetto, le paragona al solletico: il solletico non è qualcosa all’interno della piuma che crea la reazione, ma è la risposta della nostra pelle nel momento in cui l piuma entra in contatto con la pelle stessa. entra in polemica con gli aristotelici perché essi per spiegare un fenomeno naturale non utilizzavano le osservazioni, ma ricorrevano al mondo di carta di Aristotele; invece di usare i sensi essi anteponevano ai sensi il mondo di carta. per loro lil telescopio distorce l’immagine una dottrina per loro ha valore perché è associata a una figura che ricopre una determinata posizione in un determinato ambito 1616 la teoria eliocentrica viene dichiarata eretica infatti Galilei riceve un’ammonizione in forma privata e verbale da parte di uno degli inquisitori che mise a morte Giordano Bruno, il cardinale Bellarmino: in questa ammonizione si chiede a Galilei di non diffondere le tesi eliocentriche né in forma orale, né in forma scritta. Nel 1623 diventa pontefice un amico di Galilei, il cardinale Maffeo Barberini con il titolo di Urbano VIII. Essendo egli amico di Galilei e una persona di cultura, Galileo pensava di trovarsi in una mirabile congiuntura: pensava di trovarsi in un contesto favorevole per diffondere la teoria eliocentrica. Egli comincia a scrivere il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano”, pubblicato nel 1632 è un'opera prettamente scientifica ma scritta in italiano volgare, perché egli parte dal presupposto che i risultati della scienza debbano essere condivisi da tutti perché possano essere rivedibili. la propone sotto forma di dialogo e non sotto forma di trattato, proprio perché la verità nasce dal confronto. Galilei immagina di ambientare presso la dimora di un nobile veneziano, Sagredo, che diventa mediatore tra la posizione di Solviati, un nobile fiorentino che difende le tesi copernicane (rappresenta l’alter ego di Galilei), e dall’altro lato Simplicio che difende le tesi aristoteliche. Solviati e Sagredo sono due allievi di Galilei mentre Simplicio è un personaggio di fantasia che viene chiamato così proprio perché rappresenta la concezione comune. è un testo che si articola in 4 giornate: ● Schematismo Latente: analizzare la forma di un fenomeno in termini statici; cercare di rintracciare la struttura di un corpo, ovvero come le particelle si dispongono all’interno di un corpo. ● Processo Latente: analizzare la forma di un fenomeno in termini dinamici; cercare di rintracciare il movimento impercettibile delle particelle all’interno di un corpo. Se si decifra la forma di un corpo si può dominare la natura. La natura è quella struttura che determina il comportamento di un fenomeno. Bacone si rivolge al mondo chiedendosi come avviene un fenomeno. Bacone ritiene la matematica pericolosa perché astratta. Bacone paragona tre approcci dell’indagine della natura a tre modalità di agire di insetti: ● Formiche: coloro che indagano la natura come le formiche immagazzinano e accumulano le informazioni senza rielaborare (i maghi). ● Ragni: coloro che operano come i ragni partono da assiomi generali formulati dalla ragione e cercano di adeguarsi ai fenomeni che indagano (i peripatetici). ● Api: coloro che indagano come le api fanno interagire contemporaneamente sensi e intelletto; accumulano osservazioni, le classificano e le elaborano tramite la ragione. Bacone scrisse un racconto filosofico utopico che rimarrà incompleto, “Nuova Atlantide”. Ambienta questo scritto sull’isola di Atlantide che era riemersa dopo il diluvio universale. Su quest'isola si era sviluppata la civiltà di Bensalem, e a governare era una comunità di ricerca di scienziati, la Casa di Salomone. il loro obiettivo era quello di ampliare la conoscenza della natura affinché possano migliorare le condizioni di vita della civiltà. Vengono illustrate tutte le modalità attraverso la quali si può modificare la natura tramite la tecnica, che cerca di risolvere i limiti dell’uomo. Vengono illustrate tutte le tecniche diventano strumenti per migliorare la natura. le tecniche diventano un problema però quando hanno potere distruttivo, infatti questa comunità di scienziati condivide con i suoi concittadini solo quelle invenzioni che apportano benefici alla società e non condivide quelle che possono essere distruttive per la civiltà stessa. per Bacone queste invenzioni devono avvenire attraverso la cooperazione della comunità di scienziati, da questo presupposto di dover compiere le ricerche cooperando nasceranno delle comunità di ricerca scientifica. Cartesio è il fondatore del razionalismo moderno, ovvero una concezione filosofica che pone a fondamento della verità la ragione. La sua attenzione non si focalizza sull’oggetto da conoscere bensì sul soggetto che pensa. è colui che inaugura il piano cartesiano, la geometria analitica, che è la correlazione tra la figurazione geometrica e il calcolo. Nasce in Francia e a 8 anni comincia a frequentare un percorso di formazione umanistica all’interno del collegio dei gesuiti (oltre ai voti da monaci facevano anche voto al papa). Poi affronterà studi giuridici all’università. Egli si rende conto che ha ricevuto la migliore formazione possibile per l’epoca, è stato formato dai migliori maestri, ma si rende conto che la sua conoscenza non apporta certezza nella conoscenza e non è utile alla vita. Questo perché egli si rende conto che questa sua conoscenza mette gli uomini in relazione col passato ma è molto distante dal presente; inoltre molte sue conoscenze sono contraddittorie tra di loro. Decide di abbandonare il mondo di carta e avventurarsi nel gran libro del mondo, decide di viaggiare in Europa (Olanda, Danimarca, Germania ecc.) Si arruola con un esercito germanico e combatte nella Guerra dei 30 anni e si rende conto che la conoscenza che ha ricevuto non è molto diversa. Si rende conto che non riesce a raggiungere una conoscenza certa, perché le opinioni umane sono diverse e in contrasto (cos’è vero e cos’è falso?) e quindi decide di ripiegare su se stesso, ovvero decide di fare un’analisi della ragione. Scrive un testo “Discorso sul Metodo” (1637) che doveva servire da prefazione ad un altro testo più lungo, che però Cartesio decide di non pubblicare perché al suo interno c’erano delle posizioni vicine all’eliocentrismo ed egli aveva paura di essere condannato come Galilei. Parte dall'affermare che la ragione è la facoltà di giudicare, ovvero di distinguere il vero dal falso. La ragione è presente in tutti gli uomini però non tutti sono in grado di utilizzarla in maniera corretta, questo porta alla nascita delle opinioni contrastanti. Cartesio dice che per evitare i contrasti occorre che la ragione sia guidata da un metodo, da delle regole, affinché si possa giungere ad una conoscenza vera. Il metodo che serve per ben guidare la ragione verso una conoscenza certa, deve essere ricavato dalla matematica perché questa è una scienza esatta all’interno della quale non ci possono essere opinioni contrastanti. Le regole ricavate dalla matematica sono 4: ● Regola dell’Evidenza: prescrive di assumere come vero ciò che si presenta in maniera evidente, ovvero chiaro e distinto. ● Regola dell’Analisi: di fronte ad un problema complesso occorre scomporlo in parti più semplici e analizzare ogni parte separatamente. ● Regola della Sintesi: prescrive di procedere gradualmente verso la conoscenza, ovvero di partire da aspetti più semplici e via via procedere verso aspetti più complessi. ● Regola della Enumerazione o Revisione: prescrive di rivedere tutto ciò che si è fatto precedentemente affinché non ci siano errori. La ragione, se guidata da questo metodo ricavato dai procedimenti matematici e esteso in ogni ambito del sapere, può raggiungere la conoscenza vera. Cartesio afferma che occorre giustificare il metodo perché non si ha la certezza che il metodo sia applicabile a tutti gli ambiti; occorre trovare un criterio che faccia sì che quel metodo possa, anche esteso ad altre conoscenze, condurre alla verità. Occorre mettere in dubbio tutte le conoscenze, si devono sottoporre al test del dubbio tutte le conoscenze che si hanno per vedere se si riesce a giungere ad una conoscenza indubitabile, evidente, che possa giustificare il metodo e condurre alla verità. Bisogna utilizzare il dubbio come metodo, procedere con il dubbio metodico. Le prime conoscenze messe in dubbio sono le conoscenze che derivano dai sensi perché i sensi sono ingannevoli, queste conoscenze ci ingannano (basta che ci ingannano una volta per farci mettere in dubbio tutte le altre conoscenze che derivano dai sensi). Bisogna porre in dubbio la percezione attuale di un corpo e la percezione attuale dell’uomo stesso, e lo si fa immaginando di essere in un sogno. Ciò che resta evidente nel sogno sono le conoscenze matematiche, si sottraggono al dubbio. Estremizzare il dubbio metodico in dubbio iperbolico. Nell’estremizzazione del dubbio bisogna ipotizzare la presenza di un genio maligno, una divinità malvagia ingannatrice che ha creato il mondo e vuole mantenere l’uomo in una situazione di inganno ed errore perenne facendogli credere che 3+2=5, quando in realtà questo non è vero. Eppure nel dubbio estremo emerge la prima certezza, emerge l’evidenza originaria: il fatto che l’uomo sta dubitando. Nel dubbio radicale l’unica certezza è che l’uomo sta dubitando: Il dubbio è una modalità del pensiero: : Quindi l’uomo sta pensando : Quindi l’uomo è soggetto pensante : Quindi l’uomo esiste nella misura in cui pensa Cogito Ergo Sum (penso dunque sono) Res Cogitans (sostanza pensante, ciò che esiste indipendentemente, l’essenza) l'essenza dell’uomo è pensare, esistere come pensiero. Se si ha la certezza che esiste il soggetto come cosa che pensa, c’è certezza dell’esistenza delle idee: che sono rappresentazioni mentali che si formano nel momento in cui l’uomo pensa. (per Platone erano enti intelligibili che esistevano indipendentemente dal soggetto che pensa) Ci sono tre classi di idee: ● Idee Innate: quelle idee connaturate all’uomo stesso, già presenti dalla nascita. es. l’idea di dio e l’idea di anima ● Idee Fattizie: quelle idee costituite dal soggetto combinando più idee tra di loro. es. l’idea di sirena, di chimera, dell’ippogrifo (idea che si costituisce mettendo insieme l’idea di leone, aquila e cavallo) ● Idee Avventizie: quelle che si formano nel momento in cui l’uomo entra in contatto con la realtà esterna. Chi da la certezza che alle idee avventizie corrisponda una realtà esterna? Per risolvere questa problematica occorre far riferimento/trovare ad un’idea che riesce a riferirsi in maniera immediata alla realtà esterna, l’idea innata di dio. Se si dimostra l’esistenza di dio si può avere la certezza dell’esistenza della realtà esterna e quindi che le idee avventizie siano vere (corrispondenza tra idee avventizie e realtà esterna). : bisogna dimostrare l’esistenza di dio, egli lo fa attraverso 3 prove 1. L’uomo nel momento in cui riflette su se stesso, dubita, nel momento in cui l’uomo dubita è imperfetto; ma l’uomo può considerarsi imperfetto solo se possiede un termine di paragone, ovvero se ha l’idea della perfezione. Parte da definizioni, nozioni certe poi assiomi e postulati, informazioni non dimostrate assunte come vere e scoli, approfondimenti si parte da definizioni e si procede con approfondimenti Egli parte dalle tesi cartesiane, all’interno della concezione cartesiana c’è una contraddizione che Spinoza rileva e che anche lo stesso Cartesio mette in luce all’interno dei Principi di Filosofia. Cartesio pone il concetto di sostanza non soltanto a dio bensì anche a pensiero e estensione pensiero ed estensione derivano dalla sostanza divina, dio in Cartesio è un’idea innata che esiste solo dopo aver dimostrato l’esistenza di dio attraverso le tre prove per Cartesio esistono tre sostanze, ma l’unica ad avere una definizione di sostanza è la sostanza divina Per risolvere questo problema parte dalla definizione di sostanza: Sostanza è ciò che non ha bisogno di altri concetti per essere definita, ciò che in sé e per sé si concepisce (ha autonomia dal punto di visto neoseologico). Sostanza è ciò la cui essenza coincide con l’esistenza, causa della sostanza è se stessa non ha bisogno di altro per esistere (ha autonomia dal punto di vista ontologico). Da queste due definizioni derivano, in maniera rigorosa, alcune qualità della sostanza: -Infinita: non può essere determinata, perché se fosse determinata sarebbe determinata da altro, e se fosse determinata da altro si entrerebbe in contraddizione con la definizione della sostanza (inconfutabile). -Unica: perché se esistessero più sostanze l’una determinerebbe l’altra, una sarebbe causa dell’altra. -Increata: perché è causa di se stessa, dalla sua natura, dalla sua essenza. -Eterna: perché alla base della sua esistenza c’è l’essenza, se la sua essenza venisse meno verrebbe meno anche la sua esistenza. Queste qualità, che derivano rigorosamente dalla definizione di sostanza, sono le qualità che la tradizione ebraico-cristiana attribuisce a dio. La sostanza può essere dio, ma se la sostanza fosse dio avremmo due alternative: -Se dio fosse la sostanza tutto ciò che è al di fuori di dio non esisterebbe, perché esisterebbe solo la sostanza. -Per far si che tutto ciò che non è dio possa esistere occorre che dio e la natura si identificano, “Deus Sive Natura”: La natura è dio e dio è la natura (ripropone la concezione panteistica di Bruno). Spinoza ha una concezione monistica e panteistica. La sostanza Deus Sive Natura presenta infiniti attributi, ovvero le proprietà intrinseche della sostanza. Di questi infiniti attributi l’uomo, che è un individuo limitato, può coglierne soltanto due perché sono gli unici a cui partecipa: -Pensiero -Estensione Questi attributi si presentano sotto forma di modi, ovvero le modalità attraverso le quali gli attributi si manifestano. I modi si distinguono in: -Modi Infiniti: le proprietà costanti, permanenti, degli attributi. -Modi Finiti: sono le concretizzazioni, le determinazioni particolari, della sostanza/degli attributi.attributo estensione: i modi finiti sono i singoli corpi i modi infiniti sono movimento, quiete ecc. attributo pensiero: i modi finiti sono le idee i modi infiniti sono la volontà, l’intelletto ecc. La Deus Sive Natura può essere considerata da due prospettive diverse: -Può essere considerata come Natura Naturans, si considera la parte attiva della sostanza ovvero dio e gli infiniti attributi. -Può essere considerata come Natura Naturata, si considera la sua parte passiva le sue concretizzazioni ovvero i modi finiti e infiniti. Causa e effetto coincidono, perché l’effetto è interno alla causa, la parte passiva è interna alla causa dio è causa immanente, perché cosa ed effetto si identificano dio è anche causa necessaria, nella misura in cui le cose derivano da dio necessariamente le cose essendo modi di essere della sostanza non possono se non in materia necessaria derivare da dio dalla natura del triangolo deriva necessariamente che la somma dei sui angoli interni sia 180° Si pone contro la concezione finalistica: dio crea il mondo in vista di uno scopo, ovvero la salvezza dell’uomo ma se dio crea in vista di un fine, significa che dio desidera qualcosa ma nel momento in cui dio desidera significa che dio è mancante di qualcosa ma dio non può essere mancante di qualcosa -> cade la concezione finalistica La concezione finalistica è una falsa credenza dell’uomo che nasce nel momento in cui l’uomo pensa che dio abbia creato la natura per la sua sopravvivenza, ma l’uomo poi si rende conto che nella natura accadono anche degli eventi non favorevoli alla sopravvivenza dell’uomo, che la minacciano, e che l’uomo vede come punizione di dio di fronte ai peccati. dio è causa libera nella misura in cui è causa prima delle sue azioni senza nessun effetto che abbia generato quella causa stessa dio si autodetermina, è libero nel compiere l’azione, nulla è intervenuto nella scelta che dio fa di fronte ad un comportamento ma gli uomini e gli eventi non si autodeterminano, accadono perché devono necessariamente accadere all’interno dell’ordine necessario e gli uomini pensano di essere liberi di scegliere perché non conoscono la causa delle loro scelte, ma in realtà sono sempre determinati nelle loro scelte: non siamo liberi ma condizionati da eventi passati, condizionamenti sociali, influenzati da situazioni di possibili agevolazioni o minacce per cartesio mente e corpo si trovano in una relazione causale perché mente e corpo sono due sostanze per spinoza mente e corpo sono attributi di un'unica sostanza, non c’è una relazione reciproca tra mente e corpo c’è una relazione che prende il nome di parallelismo psico-fisico: all’ordine e alla connessione delle idee corrisponde necessariamente l’ordine e la connessione delle cose significa che ad una modifica del corpo corrisponde necessariamente una modifica della mente per cartesio si conosce nel momento in cui si formano le idee Per spinoza esistono 3 livelli di conoscenza: 1. Conoscenza Sensibile: si fonda sulla sensazione e sull’immaginazione; nel momento in cui l’uomo fa esperienza di un oggetto esterno si generano idee di quell’oggetto che però sono confuse, oscure e slegate dalle altre. 2. Conoscenza Razionale: si basa sulla ragione e si forma nel momento in cui l’uomo tramite la ragione stabilisce delle relazioni causali tra le idee. 3. Conoscenza Intuitiva: si basa sull’intelletto; ovvero tramite un’intuizione intellettuale si coglie immediatamente la realtà nella sua unità, ovvero si coglie che dio è tutto e tutto è dio, si coglie la sostanza Deus Sive Natura. Nel momento in cui l’uomo coglie la sostanza Deus Sive Natura sta cogliendo la realtà Sub Specie Aeternitatis; sta cogliendo la realtà dal punto di vista di dio. Cogliendo la realtà dal punto di dio l’uomo riesce ad intraprendere un percorso di amore intellettuale per dio, che porterà l’uomo ad uno stato di beatitudine nel quale l’uomo riesce a concepire di essere parte del tutto, di essere un modo di essere della sostanza. a questi livelli di conoscenza fa corrispondere tre livelli della vita morale cerca di descrivere il comportamento dell’uomo partendo dal presupposto che alla base del comportamento dell’uomo c’è uno sforzo di autoconservazione: conatus ovvero l’uomo tende a conservare se stesso e quindi ad allontanarsi da tutto ciò che ostacola 1.passionalità: l’uomo nel momento in cui conosce in maniera non corretta la realtà, ovvero ha della realtà idee oscure e confuse, è un uomo schiavo delle passioni le passioni fondamentali sono gioia: l’uomo prova gioia quando lo sforzo di autoconservazione è potenziato fa scaturire sentimento d’amore tristezza: di fronte ad eventi che ostacolano lo sforzo di autoconservazione fa scaturire sentimento d’odio 2. imperturbabilità: l’uomo è imperturbabile comprende che gli eventi negativi si inseriscono all’interno di un ordine necessario 3. amore intellettuale di dio Locke 1690 scrive un saggio Descrive il motivo per cui ha redatto lo scritto: afferma che si trovava con alcuni suoi amici a discutere di problematiche etiche e religiose, ma questa discussione ad un certo momento giunge ad un punto morto pertanto prima di procedere nella discussione occorre necessariamente analizzare le capacità conoscitive. Bisogna comprendere le fonti e i limiti della conoscenza. Critica l’innatismo: la concezione secondo la quale esistono sin dalla nascita delle idee innate presenti in tutte le epoche e in tutti i luoghi. es. l’idea innata di dio, concetti morali di bene e di male, principi logici di con i quali Spinoza formula il concetto di sostanza. Il fatto che esistano i principi universali non giustifica l’esistenza delle idee innate per due motivi: -Possedere un’idea innata significa esserne consapevoli, avere la consapevolezza di possederle. cioè se l’uomo conosce l’evento-causa anticipa l’esperienza, ovvero anticipa l’evento effetto. es. se l’uomo vede una fonte di calore lui sa che se si avvicina si brucia si deve provare ad immaginare il primo uomo Adamo che aveva di fronte a sé un tavolo da biliardo lui fa per la prima volta esperienza di un rapporto causale tra due eventi: fa per la prima volta esperienza dell’urto tra la palla a e la palla b. sulla base dell’esperienza cosa si verifica nel momento in cui l’uomo assiste ad una relazione tra evento causa e evento effetto? si verificano tre circostanze: 1. la contiguità spazio-temporale: la vicinanza nello spazio e nel tempo tra evento causa e evento effetto, perché la palla b possa muoversi occorre un contatto tra palla a e b. 2. priorità temporale o successione temporale: l’evento causa precede l’evento effetto; il movimento della palla a precede il movimento della palla b 3. connessione costante: in situazioni analoghe cause simili determinano effetti simili; ogni volta che la palla a si muove verso la palla b, la palla b si muoverà. sulla base del principio di causalità l’uomo tende a prevedere il futuro e quindi ad anticipare l’evento effetto conoscendo la causa. ma perché nell’uomo c’è questa tendenza ad anticipare l’esperienza, a prevedere senza aver fatto ancora esperienza dell’effetto? com’è possibile anticipare l’esperienza quindi dedurre l’evento effetto? è l’abitudine, sono le continue esperienze che portano l’uomo a dedurre l’evento effetto dall’evento causa soltanto sulla base dell’evento causa, prima dell’esperienza dell’effetto. l’abitudine crea la credenza che porta l’uomo ad anticipare l’esperienza una volta che sia ha conoscenza dell’evento causa. cioè l’uomo sulla base della credenza, frutto dell’abitudine, tende a trasformare una relazione costante (che si ripete sulla base delle continue esperienze) in una relazione certa necessaria oggettiva, che lo porta ad anticipare l’esperienza. l’uomo pensa che la natura sia uniforme: cioè che il corso della natura sia sempre costante e regolare, che non ci siano variabili. il principio di causalità è una connessione certa necessaria? no, è una costante frutto delle continue abitudini, l’uomo crede che quella connessione sia certa e ciò lo porta ad anticipare l’esperienza. analizza il concetto di sostanza come l’aveva analizzato anche Locke: Quel concetto di sostanza che è autonoma e indipendente nasce dalla credenza, che deriva dall’esperienza, di osservare tante qualità sensibili associate sempre insieme; da questa esperienza nasce la credenza che esista una sostanza che riunisce in un oggetto unitario queste qualità sensibili. questo oggetto unitario non esiste ma esistono qualità non è possibile conoscere la realtà come ne nega l’esistenza c’è la credenza dell’uomo che nasce da plurime esperienze ovvero dall’abitudine egli critica la sostanza come res cogitans cartesiana: afferma che l’io non è la sintesi di percezioni, di impressioni stabili permanenti, che sono racchiuse in questo io la cui essenza è il pensiero perché per lui l’io è un fascio di impressioni che si susseguono nel tempo: l’io è un flusso di impressioni ovvero di passioni emozioni che cambiano si evolvono nel tempo non è permanente ma cambia Immanuel Kant nasce a Konigsberg una cittadina delle Prussia orientale proviene da una modesta famiglia suo padre era sellaio, sua madre era una donna di casa ma era devota ad una forma di religiosità protestante detta pietismo, una forma protestante molto rigorosa con un rispetto dei riti molto intransigente (questo inciderà su Kant) La caratteristica del suo pensiero è la sistematicità, il rigore, che caratterizza la sua vita. Kant aveva l’abitudine di passeggiare dopo pranzo, per lui passeggiare è trascorrere il senso del pensiero (i cittadini di Konigsberg regolano l’orologio al suo passaggio) egli scrive in Prussia durante gli anni di Federico II Il Grande punto di partenza della sua riflessione è la sua “risposta alla domanda che cos’è l’illuminismo” invita gli uomini a non chinarsi di fronte all’ la ragione ha tre interessi, questi si possono formulare attraverso tre domande: che cosa posso conoscere? che cosa devo fare? che cosa mi è lecito spiegare? queste domande vengono ad essere racchiuse in una domanda fondamentale: che cos’è l’uomo? l’uomo è conoscenza, l’uomo è dovere morale, l’uomo è speranza la risposta a queste tre domande è presente all’interno delle tre grandi opere kantiane la risposta alla prima nella Critica Della Ragion Pura 1781-1787 la risposta alla seconda è presente nella Critica Della Ragion Pratica 1788 la risposta alla terza è pubblicata all’interno della Critica Della Facoltà Di Giudizio 1790 Critica Della Ragion Pura - prima critica cerca di rispondere alla domanda: cosa posso conoscere? la ragione umana quando si avvia verso la conoscenza cade in questioni che non riesce a risolvere, interrogativi contraddittori che oltrepassano l’esperienza; questi sono privi di risposte proprio perché oltrepassano l’esperienza questi interrogativi sono: 1 esiste una vita futura? l’anima dopo la morte del corpo continua ad esistere? 2 è possibile conoscere il mondo nella sua totalità? 3 esiste dio? creano contraddizioni perché questi interrogativi oltrepassano l’ambito dell’esperienza sono gli interrogativi della metafisica: un campo di battaglia di contrasti senza fine. occorre istituire un tribunale della ragione, in cui la ragione è al contempo giudice e imputata solo istituendo ciò, ovvero solo nel momento in cui si indaga la ragione, è possibile avviarsi sul sicuro cammino della conoscenza. istituire un tribunale della ragione significa indagare le fonti (oggetto di conoscenza), la validità (ambito nel quale la conoscenza è certa e non incorre negli equivoci della ragione) e i limiti della ragione. istituire un tribunale della ragione significa compiere un’indagine trascendentale, ovvero analizzare le condizioni di possibilità della conoscenza, le modalità entro le quali la conoscenza ha valore trascendentale. (non è trascendente perché trascendente va al di là dell'esperienza mentre trascendentale sono le modalità). nel momento in cui si compie l’analisi trascendentale rispondo ad una domanda ovvero: come si analizza le modalità di conoscere con le quali si è rapportato. si basa su giudizi analitici a priori: sono conoscenze che si fondano su giudizi di spiegazione nei quali la verità del predicato è contenuta nel soggetto e il soggetto e il predicato si uniscono a priori. formulati dai razionalisti in quelli analitici analitici la loro parte negativa è il fatto di essere analitico perché sono giudizi che non apportano nuova conoscenza perché sono giudizi di spiegazione si basa su giudizi sintetici a posteriori in quelli a posteriori hume sveglia kant dal sonno dogmatico partendo dall’aspetto positivo dei razionalisti prova a capire se è possibile costruire una conoscenza che si formano su ma che sia al contempo universale e necessaria analizza le condizioni di possibilità della matematica e della fisica ovvero di quelle conoscenze che apportano nuove informazioni, ma che al contempo sono universali e necessarie. la conoscenza parte dall’esperienza, ma l’esperienza non è l’unica fonte della conoscenza perché due sono le fonti: la sensibilità e l’intelletto. -sensibilità: facoltà che fornisce l’oggetto della conoscenza -intelletto: l’oggetto della conoscenza è pensato/conosciuto la sensibilità è studiata nella prima parte della critica ovvero l’estetica trascendentale l’intelletto è studiato nella seconda parte che prende il nome di logica trascendentale; che si divide in due parti: -l’analitica trascendentale: che studia l’intelletto in senso stretto e gli elementi della conoscenza -la dialettica trascendentale: che studia le pretese della ragione di andare al di là dell'esperienza possibile, del condizionato; studia l’intelletto in senso ampio. 1 livello della conoscenza- Sensibilità è la capacità di ricevere il dato molteplice della sensazione e di rappresentarlo (ordinarlo, organizzarlo, inquadrarlo) nello spazio e nel tempo. ciò significa inserire il dato della sensazione in un ordine di successione temporale e in una posizione spaziale. spazio e tempo prendono il nome di intuizioni pure, sono forme a priori della sensibilità cioè sono delle funzioni del soggetto con le quali il soggetto ordina il dato della sensazione. unendo il dato delle sensazioni alle forme a priori di spazio e tempo si ottengono, a livello di sensibilità, le intuizioni empiriche. lo spazio descrive geometricamente il dato della sensazione nel momento in cui lo organizza in una posizione spaziale. il tempo descrive aritmeticamente il dato della sensazione nel momento in cui inserisce il dato della sensazione in una successione temporale. spazio e tempo sono le condizioni di possibilità della matematica. lo spazio è l’intuizione pura dei fenomeni del senso esterno. il tempo è l’intuizione pura dei fenomeni del senso interno. ma i fenomeni del senso esterno devono, per essere rappresentati, passare anche l’intuizione pura dei fenomeni del senso interno, ovvero devono passare attraverso il tempo. quindi il tempo diventa l’intuizione pura sia dei fenomeni del senso esterno sia di quello interno. non posso conoscere il noumeno di x perché non è oggetto di conoscenza sensibile lo posso soltanto pensare. nel momento in cui l’intelletto chiama il noumeno come la cosa in sé, quella è un limite al processo di conoscenza, questo limite non è una barriera ma è un confine perché aumentando le esperienze cominciò a rendere più conoscibile l’essenza, il noumeno rimarrà sempre una parte di x che non conoscerò ma se si fanno più esperienze si accresce la conoscenza del noumeno. Il limite della conoscenza è l’esperienza anche se questo limite non è un muro invalicabile ma è un confine. il rapporto con Hume emerge ma che sia a priori oggettiva certa hume dice che nel momento che le conoscenze dei dati di fatto nascono anche quelle che per hume il principio di causalità si forma sull’esperienza però le continue esperienze portano a pensare l’oggetto come oggettivo per kant la causalità essendo una dell’intelletto una volta applicate le intuizioni empiriche mi fornisce una conoscenza certa dialettica trascendentale ultima parte della ragion pura parla delle pretese della ragione di andare al di là dell'esperienza possibile quando la ragione va al di là dell'esperienza quindi applica le categorie a oggetti che superano l’esperienza possibile nascono le idee trascendentali è un’applicazione illegittima non consente di conoscere le idee trascendentali sono l’idea di anima mondo e dio anima: è l’idea della totalità assoluta di tutti i fenomeni interni al soggetto mondo: idea della totalità assoluta di tutti i fenomeni esterni al soggetto dio: idea dell'unità assoluta di tutti i fenomeni esterni e interni del soggetto pensante queste tre idee sono oggetto di studio di tre branche della metafisica anima: studiata dalla psicologia razionale mondo: studiato dalla cosmologia razionale dio: studiato dalla teologia razionale psicologia razionale si fonda su un paralogismo (è un’inferenza dialettica, un ragionamento dialettico) che nasce nel momento in cui la ragione applica la categoria di esistenza all’io penso trasforma l’io penso in anima, una sostanza immutabile individuale afferma che l’anima esiste applicazione illegittima perche l’io penso è una funzione, un modo di conoscere cosmologia razionale studia il mondo si fonda sulle antinomie (ragionamenti doppi in cui tesi ed antitesi si escludono a vicenda perché non possiamo conoscere il mondo nella sua totalità le antinomie portano a confli il mondo ha un inizio nello spazio e nel tempo, il mondo non ha un inizio teologia razionale studia dio si fonda sulle dimostrazioni dell’esistenza di dio tutte le dimostrazioni si fondano sulla prova ontologica di anselmo d’Aosta sono inconcludenti perché si assiste a un salto dal piano logico, dal definire dio, al piano ontologico, dell’esistenza l’esistenza è implicita nell’essenza è un giudizio analitico a priori angelo giunge ad affermare l’esistenza di dio cent un conto è pensare a 100 talleri un conto è possedere nelle tasche 100 monete sonanti per poter conoscere dovrei fare esperienza e non partire dal ragionamento dall’essenza le idee non hanno una funzione conoscitiva le idee trascendentali hanno una funzione regolativa, sono delle regole degli stimoli che spinge avanti la ricerca della conoscenza infatti pensare come se esistesse un’anima penare come se l’uomo possa conoscere il mondo nella sua totalità e come se fosse un dio porta l’uomo ad andare avanti nella ricerca della conoscenza è uno stimolo.
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