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Riassunto Provero Vallerani, storia medievale, parte terza, Sintesi del corso di Storia Medievale

Riassunto completo della PARTE TERZA del manuale di storia medievale di Provero Vallerani

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 29/05/2018

silviacarro
silviacarro 🇮🇹

4.4

(41)

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Scarica Riassunto Provero Vallerani, storia medievale, parte terza e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! PARTE TERZA CAP1: LE ISTITUZIONI DELLA CHIESA E L’INQUADRAMENTO RELIGIOSO DELLE POPOLAZIONI TRA XI E XIII SECOLO XI secolo: chiese conservano magg. capacità risp ai regni di modellare i quadri sociali delle popolazioni europee, di immaginare schemi di governo in grado di individuare una gerarchia di comando processo di ripensamento della funzione della chiesa = RIFORMA ->temi impo di questa nuova visione della chiesa: • recupero beni delle chiese • affermazione natura inalienabile delle cose sacre (es. cariche, che non potevano essere vendute) • esaltazione carattere sacro del sacerdozio (non contaminato da rapp carnali->celibato del clero) • necessità i un vertice della chiesa libero da condizionamenti esterni. ->programma lungo, difficile da imporre e da accettare ->resistenze in primo luogo degli stessi quadri episcopali->si opposero a ondata moralistica dei riformatori radicali che mettevano in discussione le basi del loro potere sotto pontificato di Gregorio VII ->scontro coinvolse anche imperatore Enrico IV scintilla= questione tecnica MA motivo profondo= tentativo del papa di inserire i vescovi in una gerarchia solo religiosa, escludendo il ruolo dell’imperatore nella creazione delle cariche ecclesiastiche lotta violentissima: scomuniche, deposizioni eccrisultati sul piano politico modesti: compromesso trovato lasciava le cose + o meno come erano al tempo di Gregorio. cambiò invece il modo di pensare la Chiesa come istituzione istituzioni dovevano seguire delle regole che si ripetessero nel tempo senza farsi condizionare dalle azioni dei singoliriflessione giuristi->ampio processo di produzione di norme che esprimeva esigenza della chiesa di stabilità x sé e per la società. stabilità istituzioni: premessa necessaria x svolgere meglio compito della chiesa di portare fedeli sulla via della salvezza ->essi dovevano accettare regole e seguire con fiducia la guida del clero in caso di ribellione disobbedienza (es. gruppi di persone decidevano in proprio di leggere il mex evangelico)->peccato, reato, crimine grave ->ciò che più lo allontanava dalla chiesa= ostinazione, no pentimentoeresia era il cancro della società->andava reciso anche con uso della forza->a ciò dovevano provvedere i poteri laici 1.Per una riforma della chiesa: vescovi, imperatori e papi nella prima metà dell’XI secolo ->spinta impo x una riforma della chiesa < vescovi impegnati nella riorganizzazione delle loro diocesi. I vescovi del secolo XI si impegnarono in difesa e recupero dei beni ecclesiastici sui quali si era perso il controllo o che erano stati usurpati dai laici nel secolo prec. difesa condotta anche sul piano culturale e ideologico: affermazione di un concezione sacrale della funzione ecclesiastica, e quindi necessità di rispettare rigore dei costumi dal parte del clero. ->tutto ciò contribuì a ricostruzione di un apparato istituzionale delle chiese locali , in grado do esercitare vera e propria funzione pastorale (vescovi=guide della società) ->in questa fase della riforma, papato=sostenuto da imperatore e sua curia formata da vescovi principali del regno di Germania ->in questa impresa si impegnarono anche molti membri della curia imperiale, ++ sotto Enrico III = garante di un processo di Riforma della chiesa in generale, estendendo questa azione di controllo anche al papato di Roma, dove: conflitti tra famiglie romane->quando E. scende in Italia, a Roma erano stati eletti 3 papi nello stesso momento1046 a Sutri, E. li depose e impose come candidato Clemente II (vescovo di Bamberga) era l’inizio di una lunga serie di papi tedeschi < dalla cerchia dei fedeli del re, esponenti di un clero episcopale convinto della necessità di un riforma radicale della chiesa, incentrata ++ su lotta a simonia e concubinato del clero. 1) vendita o alienazione delle cose sacre < Atti degli apostoli: Simon Mago, mago samaritano convertito al cristianesimo, che chiese a Giovanni e Pietro la facoltà di imporre lo spirito santo con le mani ->campo ideologico dello scontro: potere di valutare cose, distinguere quelle che avevano un prezzo, e che potevano essere vendute, da quelle fuori mercato, come appunto le cose sacre era un posizione di principio MA anche dato politico + terreno: vendita delle cariche ̴ pratica diffusa tra le elite politiche dell’occidente cristiano fin da età carolingia: donare beni o denaro a autorità laiche/ecclesiastiche quando si riceveva una carica impo. ->episcopato era una di esse ->vescovi= prìncipi dell’impero. Pagare x la carica =forma di ringraziamento x chi l’aveva assegnata e di investimento x chi l’aveva comprata nessuna corruzione dei costumi ecclesiastici! La chiesa funzionava così->lo sapevano bene sia i vescovi corrotti, che i riformatori che dovettero faticare x trasformare pratica politica corrente in un’eresia 2) x buona parte dell’alto medioevo il matrimonio del clero non era del tutto violato: non era possibile dopo aver preso gli ordini, MA se si accedeva al sacerdozio dopo il matrimonio, la situazione= sorta di limbo di tolleranza. ancora più diffuso= concubinato = semplice convivenza con una donna a di fuori del matrimonio. Speso queste coppie riuscivano a garantire ai propri eredi una carica ecclesiastica ->prassi presa di mira e censurata dal artito imperiale e riformatore, che anche qui dipinse clero come corrotto Atti (++ la simonia) severamente condannati in tutte le sinodi provinciali, dal concilio di Pavia, 1046. In particolare: concilio di Reims, 1049->l’iniziativa riformatrice = toni teatrali e drammatici di un processo pubblicovescovi chiamati a discolparsi da accusa di aver acquisito carica con simonia-->colpisce violenza vs simoniaci ++ uso di una procedura di accusa pubblica che permetteva di rimuovere prelati anche molto radicati nella loro diocesi si ponevano basi di un primato del papa di Roma sulle sorti dei vescovi. ->le tensioni che interessavano le istituzioni ecclesiastiche riguardavano anche la base dei fedeli, chiamati in causa dalle frequenti lotte tra vescovi di opposti schieramenti. ++ Milano= sede di un conflitto aspro tra riformatori =”PATARINI” e l’alto clero locale - >apertura scontro: Arialdo (chierico del clero minore) contestò corruzione del clero ->trascinò parte dei fedeli in una sollevazione violenta VS i preti indegni, prima quelli sposati o concubinari, poi quelli simoniaci—> sua predicazione sosteneva anche la nullità dei sacramenti impartiti dai preti indegni, invitando fedeli a disertare le loro chiese I patarini tennero in scacco la Chiesa milanese x decenni, cacciando preti indegni dopo aver confiscato loro beni e costringendo ecclesiastici milanesi a giurare 1 editto di castità. Anche dopo uccisione di Arialdo movimento continuò->appoggio dei papi riformatori che inviarono il vessillo di San Pietro a Erlembaldo (cavaliere nobile postosi alla guida dei laici armati) crisi della Pataria: radicalismo dei riformatori = eccessivo sul piano politico e pericoloso su quello ideologico: perse gradualmente anche appoggio della chiesa di Roma (in particolare: negazione del valore dei sacramenti impartiti dai preti indegni= dottrina ambigua->implicava svalutazione della natura divina dei sacramenti, che potevano essere macchiati dalla persona fisica del prete). vicenda patarina mostra la natura contraddittoria della riforma: da un lato= spinte verso una religione + vicina a mex evangelico trovavano appoggio presso fedeli laici che richiedevano un clero + puro, dall’altro= questi interventi laici erano sempre + spesso respinti dalle istituzioni ecclesiastiche come indebite intrusioni nei dogmi della fede e come minaccia dell’autonomia del clero la chiesa come istituzione doveva essere superiore e indipendente risp ai comportamenti dei suoi ministri, tanto + rispetto ai fedeli che doveva guidare verso la salvezza. conferma dell’eletto MA in Germania i vescovi italiani e tedeschi protestarono Pasquale sospese allora incoronazione dell’imperatore ma fu arrestato, e riconobbe il potere del re di investire con anello e pastorale i vescovi MA proteste da parte romana! Pasq. fu costretto ad annullare questo privilegio e confermare condanna di Enrico, senza però ottenere grandi risultati. ->era chiaro che il dissidio non poteva essere risolto con 1 atto di separazione violenta delle sfere spirituale e temporale dell’azione dei vescovisi doveva tenere presente sia l’implicazione politica dei vescovi, sia la natura sacrale del loro potere spirituale fine della lotta x le investiture=accordo di Worms, 1122, tra Enrico V e Papa Callisto II: al papa spettava investitura con anello e pastorale e al re l’investitura dei regalia con lo scettro->in Germania le elezioni dei vescovi/abati->fatte alla presenza dell’imperatore ≠ nelle altre èarti dell’impero (es. italia) veniva prima la consacrazione e dopo sei mesi l’investitura ->accordo “regionalizzato” 3.Pretese universali e definizione istituzionale della Chiesa Papato aveva trovato soluzione al conflitto MA ne era uscito fortemente indebolito sul piano politico: numerosi antipapi, papi ufficiali che risiedevano a Roma solo per brevi periodi, papi cacciati da Roma o in esilio volontario, deposizioni mediante convocazione di concili di vescovi fedeli -->MA in ogni caso alla fine del secolo XI il papa di Roma = istituzione nuova, un centro di potere spirituale e politico in grado di condizionare i contesti locali e la politica dei regni europei già dagli anni 60 del secolo il raggio di intervento dei pontefici verso i re europei si era esteso molto->ampliamento senza precedenti delle regioni sottoposte alla religione cristiana (spagna con Reconquista, paesi del nord e dell’est) MA il papa rivendicava ruolo di guida delle anime che prescindeva dai confini territoriali dei regni e si sovrapponeva alle fedeltà locali la chiesa aveva un nuovo popolo= tutti i fedeli abitanti nei regni ->fedeli-sudditi sottoposti alla Chiesa di Roma in virtù dell’adesione alla fede cattolica. su questa visione della Christianitas la chiesa elaborò un immenso edificio istituzionale e religioso in grado di condizionare x secoli la vita politica, sociale e religiosa delle società europee. [Vediamo trasformazioni interne alle istituzioni ecclesiastiche e religiose:] intensa produzione normativa della Chiesa di Roma nei decenni della riforma aveva prodotto, già dalla fine del secolo XI raccolte di decisioni conciliari e di lettere pontificie + ampia letteratura a sostegno delle prerogative dei 2 poteri (imperatore/papa) nata < conflitto tra Gregorio VII e imperatore ->x mettere ordine, un maestro di nome Graziano (attivo a Bologna intorno a 1140) mise insieme una raccolta di canoni = Decreto =opera alluvionale, redatta almeno in 2 fasi, che riuniva concili, lettere papali, passi biblici ̴ materie del diritto ecclesiastico, affrontate con metodo dialettico ->conciliazione di passi in aperta contraddizione. esso x lungo tempo= principale compilazione di diritto ecclesiastico studiata dai giuristi di chiesa (canonisti) =“decretisti” sviluppo di tali giuristi fu cruciale xchè sempre + l’organizzazione delle istituzioni ecclesiastiche fu sottoposta a regole giuridiche: giuristi intervenivano su tutto, partendo però dal caso concreto, ->per il diritto della chiesa non ci sono leggi assolute, ma casi da risolvere tenendo conto delle circostanze->decisione finale poteva distaccarsi dal rigoroso rispetto della legge ->arbitrio del giudice sistema duttile-> necessità di linee guida. Prima di tutto: necessitò di un rafforzamento della gerarchia interna alla chiesa: • Vescovi= sempre + incardinati nelle loro diocesi ->essi erano responsabili del clero cittadino e delle parrocchie di campagna, accentravano su di loro funzioni controllo e ++ giudicavano cause ecclesiastiche della diocesi • Papi= tentativo di creare una rete di controllo sui vescovi locali, attraverso rappresentanti= legati apostolici->ruolo di giudicare conflitti locali e avocare a Roma la soluzione delle cause in corso ->potere locale del vescovo= sottoposto a quello del pontefice in caso di conflitto. facoltà di decidere dei casi + impo= prerogativa rivendicata dai Papi di Roma ->i casi da decidere furono allora distribuiti in base alla gerarchia dei gradi interni alla chiesa: materie di base= competenza del clero parrocchiale ≠ altre=>vescovo ≠ altre=> solo papa ->inoltre ultimi anni del secolo XII->nuova procedura giudiziaria x conoscere e perseguire i reati del clero: inchiesta d’ufficio=divenne presto strumento x imporre supremazia politica del papa attraverso esercizio di un potere giurisdizionale superiore. ->inchiesta partiva dalla FAMA (=voce collettiva su una persona o un fatto, suscitata da un comportamento riprovevole di un chierico. ->questo fatto noto rischiava di allontanare i fedeli dalla chiesa, creava SCANDALO e impediva la salvezza ->ecclesiastico doveva essere processato e punitonovità: non si trattava solo di accusare o difendere una persona, ma di valutare se e quanto il suo comportamento, una volta conosciuto, potesse danneggiare la chiesa nel suo complesso. ->stessi anni anche modifica della titolatura del papa: prima vicario di Pietro > vicario di Cristo->qualifica in senso sacro della figura del papa + sviluppo del primato > diversa e più ragionata articolazione istituzionale della curia romana: • Decisioni collettive della chiesa= concilio ecumenico=riunione di tutti i vescovi del mondo cristiano. • Intorno al papa si creò: “sacro collegio”= cardinali • Affari di governo affidati alla curia, con uffici, tribunali e la Camera Apostolica, che gestiva finanze chiesa di R. • Parallelamente: definizione sul piano giuridico e istituzionale delle presenze ecclesiastiche locali: 1)clero urbano 2) esperienze monastiche 1. Tentativo di ristabilire una disciplina della vita del clero secondo una regole < età carolingia->i canonici (=chierici adibiti al servizio della cattedrale) furono di nuovo chiamati a condurre vita di penitenza, rinunce e castitàrisposta a questa tensione organizzativa= vita in comune= >costruzione di CANONICHE= edifici collettivi x ospitare clero cittadino->esse nel XI secolo adottarono la regola detta di S. Agostino x organizzare vita religiosa ed economica. ->attorno alle cattedrali= “capitoli”= collegi di canonici del vescovo ->essi assunsero personalità giuridica autonoma, con propri beni immobili e dotazioni economiche separate da quelle del vescovo ->centri impo di concentrazione del potere politico: articolati in uffici gerarchizzati al proprio interno, avevano proprio tribunale e si ponevano alla guida della vita religiosa cittadina ->organizzazione in capitoli coinvolse non solo vescovi, ma sacerdoti di tutte le chiese importanti ->sorsero capitoli di collegiate ->la moltiplicazione delle istituzioni > moltiplicazione di strutture organizzative con interessi religiosi, economici e culturali propri, spesso in conflitto tra loro processo a 2 facce: 1)ordine gerarchico imposto dal papa 2)diffusione di istituti ≠ sparsi in tutta la società cristiana. 2. Tra XI-XII->nuovi movimenti monastici con netta accentuazione della natura ascetica e pauperistica: alcuni diedero vita a ordini monastici di grande successo: • Cistercensi: nome < luogo della prima congregazione= Citeaux, in Borgogna-> monastero fondato da Roberto, abate di Molesme, che Rob aveva lasciato per fondare una nuova congregazione dove osservare in modo + rigoroso la regola di San Benedetto ->R. predicava ritorno a una vita delle origini: preghiera, ascesi, duro lavoro manuale =penitenza e disciplina dell’anima. ->anche luoghi=scelti in funzione di questa vita solitaria e ritirata->posti isolati, difficilmente raggiungibili->favorivano concentrazione del monaco su di sé. Esperimento ebbe fortuna->appoggio di potenti locali e del papa stesso (Pasquale II) 1108= elezione dell’abate Stefano Harding->lungo abbaziato che diede struttura + stabile ai cistercensi In pochi anni, grazie a arrivo di nuovi monaci (Bernardo di Fontanay e di Chiaravalle) sorsero in Francia 4 abbazie figlie 119->Stefano Harding scrisse la carta di carità= regola dell’ordine. Inoltre, mentre prima generazione di monasteri->relativa autonomia ≠ col moltiplicarsi delle abbazie “figlie” si dovette imporre un coordinamento + stretto, ordinare legami e dipendenze tra le 4 abbazie madri e le figlie x formalizzare direzione della casa centrale->convergenza non avvenne prima del XII secolo 1150->si stabilì principio che un capitolo generale poteva discutere gli affari relativi agli alti monasteri e prendere decisioni valide x tutti cistercensi divennero in breve tempo esperti colonizzatori e grandi proprietari terrieri // anche sul piano politico->successo > conseguenze inaspettate e forse lontane da ispirazione iniziale ->alcuni abati= figure di rif x intera comunità cristianità: es. Bernardo Chiaravalle= fu al centro delle + intense esperienze politiche e religiose della prima metà sec. XII (polemica con Cluny, espansione dell’ordine, promozione di ordini militari, predicazione delle crociate ecc.) - >fu un polemista ascoltato e temuto ->dietro tutto ciò: idea di una chiesa combattente in difesa di una fede senza compromessil’ordine cistercense produsse uomini potenti, vescovi e papi, promosse crociate, campagne di repressione dell’eresia->divenne braccio politico della Chiesa di Roma, un ordine potente che lottava per il potere della chiesa. 1. Certosini: nati nel 1084, iniziativa di Bruno Colonia ->isolamento e ritiro dal mondo ancora maggiore rispetto ai cistercensi ->creazione di una comunità ascetica di preghiera, inseguendo ideale del “deserto”= luogo fisico senza uomini e contatti, impervio e irraggiungibile. Modello: monastero fondato nel 1084 sul massiccio di Chartreuse (Francia del sud)=luogo isolato e impervio; all’interno: tante celle isolate che affacciano su un giardino chiuso. ≠ cistercensi->certosini: modello misto tra eremitismo dei padri del V secolo e vita in comune del modello cenobiticomonaco x magg. parte del tempo viveva nella cella, erano escluse attività manuali, contati esterni, attività di apostolato e di carità presso i laici. ->distacco dal mondo > distacco dalle cose: limite numerico x tutto->monaci, oggetti da tenere nella cella, beni, animali ecc. ->garanzia di preservare dimensione eremitica che poteva essere compromessa da esigenze di una comunità troppo ampia. anche x certosini, problema della forma di vita da regolare ->1127 padre Giuigo I, priore della Chartreuse= raccolta di Consuetudini = regole monastiche antiche aggiornate secondo esigenze dell’ordine + aumento delle filiazioni > necessità di stabilire controllo fondazioni lontane=> scelsero di assegnare al capitolo generale il potere di decidere le forme di vita da adottare x tutti i monaci e di regolare la vita interna e i conflitti tra i ≠ monasteri che si rifacevano alla Certosa madre. ->altro problema: inserimento certosini nei contesti locali ->conflitti orolungati ++ x interpretazione del concetto di “deserto” >luogo fisico e ideale =spazio necessario x mantenere isolamento. ->spazio delimitato con confini concreti, inglobando possessi di altri soggetti: in essi i monaci non permettevano passaggio di donne, caccia, pesca, coltivazione - > scontri spesso risolti a favore dei monaci grazie a protezione vescovi di riferimento. • sia certosini che cistercensi trovarono appoggio nell’episcopatoregole furono redatte dietro richiesta dei vari priori o su impulso vescovile. Anche pontefici offrirono propria protezione a ordini che si ripromettevano di vivere secondo la regola (di s. Benedetto) la “vita secondo la regola” servì a conferire quadro istituzionale coerente alle molteplici esperienze eremitiche o cenobitiche sorte tra XI e XII secolo. 4L’inquadramento religioso dei laici “laicus”=> nelle traduzioni della bibbia= parte della popolazione non consacrata a Dio; nei testi cristiani= insieme dei fedeli non insignito del sacerdozio. ->x i padri della chiesa->distanza incolmabile tra clero (->capace di comprendere i misteri divini grande al sacramento dell’ordine) e uomini “carnali”=laici= legati alla materialità del corpo fisico. ->dal sec. X = metafore del mondo cristiano diviso in 2 parti: piramide divisa per strati (laici=base ≠ religiosi in alto); corpo umano (clero=testa, sede della ragione ≠ laici= membra inferiori, sottoposti agli ordini della mente ispirata da Dio) ->lunga tradizione di testi e immagini < Decreto di Graziano del XII secolo ->in esso si ribadisce la differenza tra natura “regale” dello stato clericale e quella “popolare” dei laici, dipinti sempre come rapaci e ostili al clero ->da qui: necessità anche di una protezione giuridica dell’ordine clericale ->nessun laico Di fronte alla necessità di ordine e di una strategia di difesa di lunga durata la chiesa promosse delle iniziative: “paci”/”tregue” di Dio = riunioni di vescovi di una o più diocesi che disponevano sospensione delle violenze in nome di Dio. si ordinava sospensione attività bellica in momenti e spazi determinati (es. domenica, giorni festivi, vicino alle chiese) erano spazi e luoghi sacri che salvaguardavano in primo luogo i beni/persone ecclesiastiche e disciplinavano l’attività armata->es. era lecito combattere una guerra giusta, sotto comando di 1 autorità legittima, o usare violenza come atto di giustizia.-->alla luce di ciò le paci di Dio sono state reinterpretate: NO generica condanna della violenza, ma difesa dei beni delle chiese dalle “rapine” degli aristocratici violenti e ribelli .->difesa che, in assenza del re, era presa in carico da autorità laiche fedeli all’episcopato 2.La sacralizzazione della guerra e le prime crociate Violenza militare regolata > processo + ampio di definizione di una dimensione religiosa della guerra come difesa della fede e strumento di espansione della religione cattolica->processo che coinvolse anche figura del cavaliere e le funzioni del ceto armato =ormai gruppo dominante dell’EU medievale insieme alla riforma della chiesa.->intensa attività bellica x conquistare o liberare regioni periferiche da tutte le forze locali che si opponevano alla Chiesa di Roma papi riformatori sostennero queste guerre concedendo ai cavalieri privilegi spirituali e lo statuto di “combattente di Cristo”. Es. già Leone IX vs normanni ->bande di “cavalieri della chiesa di S. Pietro; Alessandro II->bolla di remissione dei peccati x chi partiva a combattere in Spagna i musulmani gli appelli alle spedizioni militari sotto il vessillo di san Pietro si fecero numerosi sotto Gregorio VII: lettera 1073 invitò principi cristiani a liberare regno di Spagna dai pagani + incitò vescovo di Cartagine a resistere vs persecuzioni dei saraceni + invitò i milites al servizio di san Pietro a soccorrere cristiani di Costantinopoli perseguitati dai Saraceni + in una lettera a Enrico IV Gregorio pensò addirittura di guidare lui stesso una spedizione a Gerusalemme. la qualifica di “soldato di Cristo” si diffuse e venne concessa a molti principi laici ce si impegnavano in conflitti religiosi->fu estesa addirittura ai patarini. Ricompensa x questi soldati meritevoli: alla morte, ingresso in paradiso. dietro tutto ciò: straordinaria capacità di assimilare cose ≠ in una contrapposizione semplice: • Interessi della chiesa di Roma e quindi di Dio -> papato= espressione immediata della volontà divina • Serie infinita di nemici (vescovi simoniaci, cavalieri ribelli, eretici, saraceni ecc)=manifestazioni ≠ di un’unica presenza diabolica che minacciava la fede 3.Le spedizioni in Terrasanta Per perfezionare esercizio dell’attività bellica, la chiesa predispose strumenti di inquadramento culturale/ideologico: concessione generalizzata di indulgenze e remissione dei peccati x i morti nelle guerre di liberazione /pellegrinaggi armati pellegrinaggi come forma di devozione= straordinario successo nel secolo XI ->motivazioni ≠: vicinanza con luoghi santi, toccare tombe/corpi dei santi (potere taumaturgico), viaggio come forma di penitenza, ricerca della solitudine x misurare la fede, penitenza come strumento di salvezza. + da tempo, ricchissimo mercato di reliquie attirava circuiti locali di chiese e monasteri che conservavano resti dei santi o dello stesso Salvatoresi scatenò una competizione internazionale x accaparrarsi le reliquie + impo, che davano prestigio politico ai loro possessori ->parteciparono anche principi laiciil possesso di reliquie + difesa delle vie di pellegrinaggio=strumenti di legittimazione x 1 aristocrazia militare in cerca di un sistema ordinato di preminenze locali emersero poli di attrazione religiosa : an Giacomo di Compostela in Spagna, ma ++ la via x Gerusalemme interessò insiemi ≠ di fedeli (semplici pellegrini, grandi aristocratici, re) ->viaggio pericoloso =ostilità di alcuni gruppi musulmani spesso impedivano di arrivare a destinazione > diffuso era il ricorso alla protezione armata di soldati. appello al pellegrinaggio a Gerusalemme lanciato da Urbano II durante concilio di Clermont 1095= in esso: tema della violenza pericolosità della guerra tra cristiani, incitati a combattere i nemici della fede. ->Il papa offriva indulgenza plenaria a tutti i pellegrini intenzionati a partire primo atto ufficiale delle “CROCIATE” in realtà nelle fonti del secolo XI il termine ancora non esisteva, così come non esisteva l’idea di crociata.ù Nel 1095 papa Urbano aveva confezionato una bolla con materiali già usati da predecessori: pellegrinaggio come penitenza, necessità di proteggere pellegrini co armi, liberazione luoghi sacri, remissione peccati ai morti in battaglia. risposta all’appello papale fu inaspettata: partenza di una serie di spedizioni penitenziali e militari verso città santa: una prima armata, spontanea e disorganizzata, formata da laici violenti e impreparati ebbe rapida dispersione. • (I^ CROCIATA) altra spedizione, militarmente + rilevante, guidata da nuclei di cavalieri normanni e francesi, riuscì ad arrivare a Gerusalemme. In realtà le armate erano 4 e si mossero in autonomia l’una dall’altra. ->MA tutti rispondevano al medesimo appello: riaprire pellegrinaggio verso santo sepolcro + rivendicare luoghi santi come possesso della cristianità. Nella bolla= NO appelli allo sterminio del nemico MA la “vendetta” implicava uso della violenza + penitenza comprendeva guerra santa come via di salvezza: morire e dare la morte x fede= azioni santificate eserciti EU raggiunsero Costantinopoli e, spinti da imperatore di Bisanzio (=vedeva in loro strumento x riaffermare presenza in territori orientali occupati da musulmani) iniziarono discesa verso Palestina ->conquistarono città impo: Nicea, Antiochia= qui gruppi militari si divisero: alcuni si ritirarono, altri (come Baldovino di Boulogne, fratello di Goffredo di B.) intravidero possibilità di impiantare dominazione stabile a loro vantaggio. quelli che arrivarono a Gerusalemme->lungo assedio della città ->15 luglio 1099= ingresso a Gerusalemme- >eccidio della popolazione musulmana e ebraica + saccheggio pellegrinaggio > conquista militare senza regole Baldovino di Boulogne si fece incoronare re e i territori conquistati negli anni precedenti =organizzati in principati autonomi , senza legami con i potentati europei: contee di Edessa e Tripoli; principato di Antiochia; regno di Gerus. • Successive spedizioni= no stesso successo -> dopo caduta di Edessa (1114) Luigi VII di Francia organizzò seconda spedizione (II^ CROCIATA) che finì in un nulla di fatto • III^ CROCIATA ->ancora peggio: il Saladino, esponente sunnita della dinastia ayyubide, era diventato visir e dominava vasto territorio tra Egitto e Siria->sconfisse i latini ad Hattin (1187)= vittoria gli aprì porte della Palestina- >conquista Gerusalemme e stati cristiani della costa caduta città santa spinse i re a organizzare terza spedizione: conseguenze militari disastrose: imperatore Federico I morì, un’epidemia decimò i crociati, re di Francia abbandonò spedizione e altri capi dovette scendere a patti con il Saladino= concesse pellegrinaggio a G. e ai mercanti italiani di commerciare con stati della costa durante crociate= nascita di ordini monastici di natura militare->creazione originale del XII secolo che univa preghiera e vita monastica con difesa attiva della fede, che doveva garantire assistenza a pellegrini, cura malati in luoghi sacri e lungo vie di pellegrinaggio. Origini abb incerte MA radici=contesto crociato del pellegrinaggio a Gerusalemme. ->primi: ospedalieri di San Giovanni, nati x assistere pellegrini del santo sepolcro e riconosciuti dal papa nel 1112 come ordine religioso. Nel XII sec. l’ordine iniziò ad accogliere anche cavalieri da impiegare in campagne militari vs musulm. ->TEMPLARI = fondati in Terrasanta nel 1119 ->connotazione + militare fin dall’inizio: 8 cavalieri giurarono davanti a patriarca di Gerusalemme di difendere i cammini per la Terrasanta e di osservare i voti monastici (castità, povertà, obbedienza), pur continuando a esercitare arte della guerra nei decenni successivi: grande successo sia in Terrasanta (fondazione di numerose piazzeforti e castelli ) sia in Occidente i loro membri = consiglieri dei re e potenti principi , anche grazie a loro abilità finanziarie (cavalieri > banchieri= successo MA anche rovina! [Vedi poi]) i componenti di tali ordini avevano doppia natura: monaci guerrieri + luoghi dove si riunivano = monasteri-caserme- >non stupisce se li si inquadra nel contesto di legittimazione dell’idea di guerra santa e di martirio (vedi sopra) Es. Bernardo di Chiaravalle nell’Elogio della cavalleria legittimò templari e li prese come modello di una nuova milizia spirituale da contrapporre a quella secolare->i militi di cristo usavano una violenza legittima e salvifica=assicura vita eterna al cavaliere -> essi “se muoiono è nel loro interesse, se danno la morte è nell’interesse di Cristo” attenzione ai valori della guerra > intervento attivo dei monaci cistercensi nella fondazione di nuovi ordini militari ->+ + nelle zone di frontiera= formazione di unità affiliate all’ordine nell’opera di predicazione e difesa dai paganisi stabilì un nesso tra espansione del Cristianesimo e penetrazione degli “eserciti cristiani”, ++ nella Spagna musulmana e nei paesi baltici slavi(= in essi gli ordini militari riuscirono a impiantare un vero “stato militare”=territori direttamente dipendenti dai maestri dell’ordine)->difesa dei cristiani > conversione violenta dei pagani + sottomissione militare. 4.Da guerrieri a cavalieri: la disciplina del ceto militare Mai come nel tardo XI secolo la fluidità delle clientele armate rivela necessità di una disciplina delle fedeltà e dell’attività bellica ->2 furono le vie tentate x inquadrare il ceto militare in un ordine politico territoriale stabile: 1. Inserimento dei membri della milizia in una rete di rapporti di fedeltà tendenzialmente gerarchica che doveva limitare attività bellica a precise azioni di guerra decise dai poteri superiori. 2. Sistema di natura culturale e ideologica->imposizione di un modello di comportamento basato su autolimitazione dell’azione violenta in base a un’etica propria del cavaliere “ideale” + elaborazione di una ritualità specifica del mondo cavalleresco in grado di individuare i tratti unificanti di un ceto militare ormai distinto dal resto della società (addobbamento, torneo, vita di corte ecc.) rapporto vassallatico di età carolingia= trasformazioni nella lunga crisi dei sec. XI-XII ->fedeltà militare=spesso messa in secondo piano risp. ai disegni di affermazione personale dei cavalieri il servizio veniva sempre + messo in relazione con l’importanza del feudo ricevuto. inoltre, fedeltà poteva essere concessa a + signori contemporaneamente->in questi casi esigere aiuto militare era molto difficile->quadro complicato ulteriormente dalle “riserve” di fedeltà= eccezioni all’aiuto militare da prestare al signore- >il vassallo non avrebbe combattuto vs personaggi con cui aveva precedenti legami di fedeltà mutamento anche nel modo di intendere il beneficio (= bene materiale concesso in cambio della fedeltà)->era sentito dai vassalli come un bene proprio, passibile di trasmissione ereditaria->questa era la regola nel secolo XI (stabilità sancita anche da Imperatore Corrado II = per sedare ribellione dei vassalli minori a Milano, emanò nel 1037 un editto: divieto di sequestrare i beni dei vassalli senza colpa, e possibilità di trasmettere il beneficio x via maschile) col tempo si diffuse tendenza a alienazione dei benefici con una vendita o una sotto-infeudazione, che sottraeva al signore la scelta del nuovo concessionariovera rottura del legame di fiducia e di dipendenza tra vassallo e signore conseguenza della prassi di pensare il feudo come cosa propria: i grandi signori non riuscivano + a ottenere il servizio dovuto in base al feudo concesso. In alcune regioni dell’impero (Italia) legame tra servizio e feudo=scisso del tutto.-->il feudo era concesso come atto di benevolenza del senior, dopo generico giuramento che lasciava ampia disponibilità del bene, trasmissibile in eredità ai discendenti. sono categorie giuridiche fluide, non rigide, che cercavano di def. una realtà in movimento, dove i comportamenti delle persone > nuove regole che sfuggivano alle tradizionali categorie di bene in concessone e bene in allodio per contrastare la dispersione delle fedeltà e l’ereditarietà dei benefici = strumenti dello stesso diritto feudale: • Sperimentazione di regole di protezione dei diritti del signore, es. le commise= sequestro del feudo in caso di disobbedienza ->MA provocava conflitti armati->richiedeva quindi 1)capacità militare x piegare resistenze del vassallo 2) prestigio riconosciuto da altri vassalli della curia che dovevano giudicare loro compagno infedele • + diffuso =ricorso al feudo “ligio”=fedeltà privilegiata che si doveva a 1 signore in particolare ->tentativo di gerarchizzare le fedeltà->in alcuni casi funzionò come collante di una schiera + prossima di vassalli. le pratiche negoziali (=minacce, compensazioni, violenze, atti di conciliazione) dominarono il medioevo centrale in tutta EU: questi compromessi locali tendevano, almeno in teoria, a una spartizione regolata dei diritti sulle zone contesegiustizia dei secolo XI-XII= funzione di “redistribuzione concordata” ->i giudici (ormai sostituiti da vassalli e signori superiori) dovevano garantire applicazione del nuovo patto raggiunto nel processo MA raramente si assegnava un bene a 1 solo dei 2 litiganti->spesso: compensazione tra le 2 parti ->era sempre meglio ottenere l’approvazione del perdente al giudizio espresso nel processo • I sistemi di inquadramento delle fedeltà militari ∈ + ampio problema di ordinare relazioni sociali le solidarietà di gruppo in una rete di alleanze stabili->una rete “orizzontale” e non piramidale! I signori ordinavano propri alleati secondo rapporti individuali contrattati caso x caso 5.L’ideale cavalleresco e la società di corte Necessità di un regolazione dell’attività guerresca era una convinzione diffusa non solo tra le élite ecclesiastiche MA anche laiche->invenzione letteraria di 1 etica cavalleresca serviva bene questo scopo. romanzi cavallereschi propagandarono immagine idealizzata del cavaliere, che si sceglieva nemici + forti, li cercava e li affrontava come prove di un percorso di ricerca della propria identità ->racconti narrano speso un viaggio in terre sconosciute e pericolose che prot deve affrontare x raggiungere/conservare nuovo status di cavaliere= aveva riti di entrata e modelli di comportamento codificati , ++ “addobbamento”= rito di ingresso nella cavalleria, esaltato come momento di passaggio e trasformazione da cadetto in cavalier, ragazzo > uomo, milite errante > crociato. in esso prevaleva un aspetto politico molto concreto: l’entrata nel mondo degli adulti di un giovane erede, la sua capacità di difendere e rivendicare con armi i diritti su un possesso, un castello, un feudo. ->ergo: rituale giuridico e sociale che metteva in moto meccanismi a catena: ricevere armi > legittimità come erede > reazione negativa parenti prossimi (potevano condividere quote di quel bene) o dei signori vicini (avanzavano pretese su di esso) ambiguità nei sistemi ereditari (es. doppi matrimoni ecc) alimentavano guerre di successione che > stato di conflitto regionale che andava tenuto sotto controllo. Addobbamneto= primo passo->se ne dovevano compiere altri: esaltazione del valore personale e della forza da sfogare in momenti ludici, es. tornei, riutilizzando una violenza spesso brutale e distruttiva invenzione di un’etica del cavaliere =modello di comportamento MA! Le guerre feudali non avevano nulla di eroico- >basate su assedio di un castello e sul saccheggio dei territori circostanti->pratica distante dal mito della difesa deboli! Forse, come rimedio parziale a questi elementi negativi =forme embrionali di combattimenti ristretti a pochi campioni, questi scontri limitati e sottoposti a regole condivise lungo il XII secolo sfumarono sempre + in una rappresentazione ritualizzata della battaglia da giocare in occasioni pubbliche: i tornei ->essi: molteplici funzioni: • Piano simbolico: mostrare valor individuale come uomo d’armi in un combattimento singolo • Piano sociale= pto di incontro di cavalieri di livello ≠ in un rito che aumentava la socialità interna • Piano politico: possibilità per il signore di affermare la sua capacità di coordinare le forze militari del proprio territorio. ->si è molto discusso sugli effetti di questa disciplina della violenza sulla nascita di un ordine cavalleresco in EU: alcuni vedono nella emersione di un ordine militare l’affermazione di un ceto nuovo (=cavalieri di umile origine innalzati socialmente dalla valorizzazione dell’attività militare); altri sottolineano continuità della preminenza del ceto militare già dall’età carolingia. spesso notevoli differenze regionali->anche linguaggio delle fonti è ambiguo e def ruoli/persone con termini ≠ a seconda delle situazioni. Su piano militare: miles (combattente a cavallo) ≠ pedites (a piedi) ≠ rustici (contadini)- >quindi miles è un ceto superiore, dotato di forza militare e potere di coercizione ->MA ceto degli uomini armati= gruppo sociale molto variegato: dipendenza economica e personale tra contadino e proprietario + concrete protezioni armate imposte dal signore (con annessi pagamenti x la protezione) e imposte e giurisdizioni di tradizione pubblica. nei singoli villaggi tali poteri e prelievi= condivisi e spartiti tra i ≠ signori ->questo perché: basi del potere signorile avevano proiezioni sul territorio molto ≠: • Castello->forma di difesa che si estendeva omogeneamente al territorio circostante • Patrimonio fondiario di un signore era solitamente frammentato e disperso in vari villaggi. questo portò a conflitti tra i diversi signori, tra chi controllava un castello e chi aveva un grande patrimonio fondiario nei pressi di quel castello MA > ++ forme di convivenza e spartizione del potere signorile nei singoli villaggi: in una signoria territoriale (= organizzata attorno a un castello e proiettata sul territorio circostante)convivevano signorie fondiarie (=signorie minori, costruite sul patrimonio fondiario dei signori e sul controllo dei contadini che lo coltivavano) alcune tasse andavano al sign territoriale, altre a quello fondiario ->lo stesso vale x i diritti di giustizia. ulteriore complicazione: questi poteri signorili =considerati parte del patrimonio del sign. ->subivano esiti di spartizioni ereditarie, vendite ecc. come qualunque altro bene ->vediamo quindi spesso signori che comprano, vendono e spartiscono singoli diritti giurisdizionali, prelievi di specifiche imposte ecc. piuttosto che l’insieme dei poteri su un villaggio ESITO= quadro altamente frammentato del potere ->non esisteva un singolo sign del villaggio ->ogni contadino pagava diverse imposte a diversi signori 3.Chiese potenti e chiese private Maggiori poteri signorili= chiese e dinastie (vedi sopra) ma essi presentano alcune impo differenze nella propria azione politica locale: • Stabilità del patrimonio= chiese= punti di fortissimo addensamento fondiario, grazie a donazioni dei laici->ma questi patrimoni non subivano stessi processi di frammentazione e dispersione dei patrimoni laici: 1) non subivano divisioni ereditarie 2) il diritto canonico non permetteva alle chiese di vendere propri beni • Immunità= larga esenzione fiscale + tutela dei beni delle chiese -> introduce idea che i beni delle chiese non sono come gli altri, ma sono connotati politicamente come un ambito in cui gli ufficiali regi non potevano intervenire. MA no distinzione per quanto riguarda comportamento verso sudditi: coercizione e violenza e ̴capacità di azione armata monaci e chierici compivano e facevano compiere atti di violenza vs propri concorrenti e sudditi. ->chiese= no solo protagoniste sviluppo signorile, ma anche strumenti di questo sviluppo->erano molte le “chiese private”=enti religiosi fondati e controllati da una dinastia o da un’altra chiesa MA bisogna distinguere tra monasteri e “chiese in cura d’anime” =enti religiosi la cui finalità= officiare i culti destinati ai laici, dalle cattedrali cittadine fino alle piccole chiese di villaggio. ->alto medioevo= sistema dominante =pievi=articolazioni della diocesi, chiese create dai vescovio e destinate a guidare la cura delle anime di un gruppo più o meno ampio di villaggi. Caratteristica connotativa: presenza del fonte battesimale->era quindi passaggio obbligato x i nuovi nati. A fianco delle pievi= chiese e cappelle minori NON dotate di diritti battesimali, ma che rappresentavano luogo di normale frequentazione dei riti religiosi, luoghi in cui società locale si riuniva regolarmente esse nascevano spesso dall’azione dei signori x ragioni 0 3 3 4≠ che in parte si possono al tentativo di mettere mano su una quota della decima (=imposta destinata a garantire il mantenimento del clero) MA anche prospettiva simbolica e identitaria (e quindi politica)-> chiesa= centro della vita sociale locale, luogo di riunione della popolazione (x discutere anche questioni pratiche, no solo religiose)atto di costruire e proteggere la chiesa era modo x il signore di impadronirsi di uno dei centri simbolici della società localeIl sign. così come garantiva sussistenza e protezione, garantiva anche accesso al sacro e luogo di riunione x la collettività. ≠ monasteri privati-> molti di essi nascevano per iniziativa di un aristocratico->ragioni sono 3: • Funzione dei monaci= pregare (x personale ascesi e per salvezza dei benefattori), quindi x un laico fondare monastero= modo x ottenere impo benefici spirituali • Importanza materiale=> monastero privato= funzione di riserva patrimoniale sicura x sé e i propri discendenti ->il monastero non poteva alienare i beni che gli venivano affidati (non era loro consentito di vendere/donare beni) + òa famiglia del fondatore ne avrebbe avuto sempre ampia disponibilità grazie al controllo sulla nomina dell’abate. MA a lungo termine tale prospettiva ebbe successo in pochi casi->molti monasteri dall’XI sec. si svincolarono dal controllo dei laici e spesso usarono il patrimonio x le proprie specifiche politiche. • Importanza simbolica e nell’elaborazione dell’identità familiareprimo impegno dei monaci= pregare x salvezza dell’anima del proprio fondatore e del suo gruppo familiare->MA “gruppo familiare”= espressione fluida che varia da caso a caso gli atti di fondazione dei monasteri = modo x definire l’ampiezza di tale gruppo parentale. ergo: fondare un monastero = azione tramite cui dare forma alle proprie solidarietà familiari, evidenziarne l’estensione e i limiti manipolazione strutture familiari emerge se si considerano diritti e doveri della famiglia signorile= diritto a ricevere preghiere dei monaci, a essere seppelliti nel monastero, nominare i nuovi abati ≠ dovere di proteggere monastero, suoi membri e suoi beni tutti questi passavano ereditariamente all’insieme dei discendenti del fondatore ->monastero = elemento costitutivo dell’identità familiare ->in generale l’esistenza di un monastero privato rendeva i legami parentali + forti e definiti, rendendo + chiaro chi ne facesse parte. impo! perché siamo in un contesto sociale in cui la posizione politica del singolo dipende in larga misura da ciò che aveva ereditato ->era impo quindi sapere chi era figlio ed erede e quali altre persone avessero diritto a condividere stessi beni. inoltre, x quanto vita monastica non avesse come obiettivo crescita spirituale/assistenza materiale popolazioni vicine, la presenza di un ricco monastero aveva forte incidenza su società locale->dai monaci si potevano ottenere preghiere x propria salvezza, ma anche concessioni di terre. E se il monastero era privato, questa sua funzione di punto di riferimento x società locale si rifletteva sulla famiglia signorile=si poneva a centro dei suoi meccanismi. 4.produzione e prelievo in un’età di sviluppo Al di là di tutto ciò, il dato fondamentale= nell’XI sec. i contadini divennero sudditii signori divennero un potere pienamente pubblico, che faceva su piccola scala quello che un tempo aveva fatto il re attraverso suoi funzionariin assenza di un potere di controllo, i signori erano in grado di controllare efficacemente i propri sudditi e operare pesante prelievo. ->tale pressione < no solo volontà di arricchimento MA anche logica di un’economia di spesa, tipica del mondo signorile-> spese enormi (cavalli, armi, fortificazioni ecc.) x costruire proprio potere: consolidare capacità militare, forza politica e controllo su piccola aristocrazia // analogo atteggiamento: grandi sedi monastiche->destinavano ricchezze a chiese e alla liturgia x rafforzare agli occhi dei fedeli loro funzione di garanti della mediazione mondo/Dio. per sostenere spese->signori=accentuazione pressione economica sui sudditi, traendo vantaggio da crescita demografica ed economica dell’EU dall’ XI al XIII sec. ->tra VIII-IX= crescita popolazione fu lieve ma costante // XII (e ++ XIII) crescita divenne evidente: • cambia composizione famiglie contadine ->+ figli, parentela + ampia • moltiplicazione flussi migratori e degli spostamenti di popolazione > creazione di nuovi centri rurali • aumento delle terre coltivate (con disboscamenti da parte delle famiglie contadine) fenomeni sostenuti da aumento generalizzato della forza lavoro “sistemare” gli uomini= preoccupazione costante dei signori nel secolo XII mutarono anche le condizioni di lavoro->innalzamento qualità degli strumenti tecnici a disposizione, ++ x l’aratura- >maggior ricorso ad attrezzi in ferro, in particolare gli aratri a versoio ->esisteva infatti legame stretto tra nuovo aratro in ferro, numero di arature possibili e tempi di lavorazione: esso permetteva arature + profonde e frequenti > aumento produttività dei semi + osservazione più attenta dei cicli produttivi > diffusione del riposo periodico dei campi (parte del capo lascata a maggese) ->in base a fonti archeologiche= ricerca consapevole di una magg. fertilità dei terreni->sensazione che si lavorasse la terra x uno scopo “economico” + esplicito ->lavorare meglio terra x produrre di +e scambiare/vendere le eccedenze speranze avverate solo in parte: sicuramente innalzamento delle rese risp. a età carolingia->possibilità di accumulare eccedenze, alimentare mercati locali, sostenere insediamenti rurali + popolosi. MA questo denaro non rimase a lungo nelle mani dei rustici->tale efficace sistema economico era pur sempre inserito in un sistema politico di dominazione signorile! sistema ambivalente: signoria bannale= motore dello sviluppo (finanziava trasformazioni tecniche e incoraggiava estensione colture) MA tale sviluppo rese possibile aumento del prelievo signorile ->più uomini =+ terre coltivate = + sudditi da cui prelevare imposte = + ricchezza in circolazione. prelievi signorili aumentarono di quantità e qualità: alcuni erano di origine pubblica (es. fodro= in origine mantenimento esercito regio; albergaria= dovere di sostenere costi dell’alloggiamento del re/signore), altre di origine signorile (es. taglia=tassa x contributo alla difesa; focatico= gravava sui nuclei familiari) + signore chiedeva tasse x il mantenimento del territorio (pedaggi, uso dei fiumi, boschi, acqua) ergo: la crescita economica non andò a vantaggio dei contadini MA sostenne lo stile di vita e le spese dell’aristocrazia la pressione su risorse contadine cambiò forma = X-XI= prelievo sul lavoro contadino ≠ progressivamente prelievo= pagamento in natura e ++ in denaro ->il lavoro dei contadini = + libero, meno condizionato dalle richieste di prestazioni d’opera MA quota impo. delle loro risorse finiva in mano signorile MA NB! Il mondo contadino aveva una sua forza politica in grado di far fronte alla rapacità coercitiva dei signori. 5.L’inquadramento delle popolazioni rurali e l’azione politica contadina Stragrande maggioranza della popolazione delle campagne= contadini, rustici= realtà assai diversificata: ampia varietà di condizioni economiche: dal bracciante privo di qualsiasi patrimonio, che vive grazie al proprio lavoro su terre altrui, fino al medio proprietario terriero= patrimonio fondiario + ampio, che la sua famiglia non poteva coltivare direttamente e che quindi sfruttava in parte tramite manodopera salariata e in parte dando la terra in affitto a contadini viciniin mezzo: serie di sfumature intermedie e varianti. ->anche all’interno del mondo contadino le figure + deboli dipendevano in larga misura dal lavoro e dalle terre che potevano ottenere da quelle + forti. diversificazione contadina = connotati + politici grazie a capacità dei strati superiori della società contadina di entrare in sistemi di solidarietà clientelare che facevano capo a chiese e signori locali-> i contadini + ricchi si legavano, ad es., a monasteri ->donavano terre x ottenere preghiere + spesso contadini svolgevano funzioni x conto die signori->piccoli incarichi come riscuotere censi, gestire infrastrutture signorili ecc. ->grazie a queste funzioni gli uomini del luogo instauravano col signore un rapporto basato sullo scambio di servizi, vantaggi e protezione =legame clientelare. ->questo gruppo di uomini, dotato di forza economica e capacità di azione politica, all’interno della società contadina è quello da cui partiamo x comprendere la forma + evidente dell’azione politica contadina = COMUNI RURALI “comuni rurali”= casi in cui la popolazione di un villaggio si organizzava, agiva collettivamente sul piano politico e si dava una piccola struttura istituzionale. ->dal pdv delle forme istituzionali e delle intitolazione= imitazioni dei comuni cittadini MA interesse x comuni rurali= NO per le loro forme istituzionali, ma perché ci fanno vedere come il potere signorile non era assoluto e fondato solo sulla forza MA era sempre contrattato, l’esisto del confronto signore/sudditi. FRANCHIGIE= testi che ci mostrano esistenza e funzionamenti dei comuni rurali = atti in cui signore e sudditi mettevano x iscritto diritti e doveri, ridefinendo forme e contenuti del potere signorile in alcun casi l’atto < debolezza contingente del signore, costretto ad alleggerire pressione sui sudditi - vedi accordo del 1058 tra abbazia di S. Silvestro di Nonantola e gli abitanti del villaggio posto nei pressi dell’abbazia: -> la presenza di garanzie e di penalità imposte a chi violerà gli accordi ci mostra come non ci troviamo di fronte a concessione di un potere assoluto ai propri sudditi, ma a un accordo, un atto fondato sulla reciprocità degli obblighi. Altro dato impo: clausola iniziale= garanzie relative alla giustizia signorile e al possesso delle terreesigenza dei sudditi= avere a che fare con un potere regolato e limitato, non secondo capricci del signore: necessità di vedersi garantiti il regolare possesso di terre, un’imposizione fiscale prevedibile e di peso tollerabile ì, una giustizia efficace che desse sicurezza nei conflitti tra vicini. • XII secolo= aumento della possibilità di creare nuovi centri abitati, su iniziativa di signori laici e grandi monasteri. Esigenze di ripopolamento > grandi possessori cercarono di creare condizioni favorevoli per attirare abitanti, attenuando richieste fiscali e obblighi signorili->in molti i questi insediamenti i suoli furono concessi in proprietà agli abitanti dietro corresponsione di un canone. In Italia queste fondazioni in funzione dello sfruttamento agricolo furono leggermente + tarde presero nome i VILLENOVE/VILLEFRNACHE =villaggi in cui abitanti= stessi diritti dei cittadini ->rivoluzione insediativa (che accompagnò quella agricola) e tendenza ad accentramento della pop. in luoghi di convivenza collettiva contesto in cui si svilupparono anche i centri urbani nell’EU medievale. CAP. 4 : LE CITTA’ NELL’EUROPA MEDIEVALE XI secolo= sviluppo di una fitta rete di città in molte regioni europee. ->fenomeno diffuso che ha riguardato centri di origine ≠ (villaggi rurali, borghi nati attorno ad abbazie e castelli, città di origine romana ecc.) ->motivi: pareri diversi, ma in generale difficile da stabilire ->bisogna però partire da una concezione + dinamica della città, in quanto elemento non separabile da suo territorio + legame con i centri di potere che governavano i principati regionali ->XII secolo= movimento assunse ritmi + ordinati: costruzione di mura, atti giuridici x sancire statuto della città, affermazione di una nuova elite economica ->XIII secolo= processo di stratificazione sociale mise in luce contrasti e gerarchie interne al mondo urbano. 1.Le basi dello sviluppo urbano Città= processo di trasformazione continua di diversi elementi culturali e materiali->tra essi, i 3 che + di altri hanno determinato le vicende dello sviluppo urbano nell’EU medievale: 1. Il legame con il territorio=>elemento di natura demografica ed economica: tutti i centri abitati dipendevano dai movimenti di popolazione e dai processi produttivi del territorio circostante1) aumento pop. campagne > colonizzazione di nuove terre da mettere a coltura/spostamento verso borghi vicini che stavano prendendo forma di città (vedi cap. 3) 2) la città non era in grado di mantenersi da sola->rapp constante e vitale col territorio: si riforniva di prodotti agricoli e materie prime e redistribuiva prodotti finiti. 2. Capacità di trasformare la condizione degli abitanti: due dati sembrano essere costanti: • Dipendenza signorile dal nucleo originario di abitanti delle città= contadini, artigiani, cavalieri, grandi vassalli e loro signori si addensavano a ridosso della “cité” (=residenza signorile spesso fortificata con chiesa e castello) e poi nei borghi circostanti città nel sec. XI= organismi plurimi e divisi anche spazialmente. gente” MA pace=centrale anche nella legislazione regia ->i re inglesi continuavano a fare leggi pace del regno era ancora compito del re MA condiviso con le comunità anche Guglielmo riprese questa tradizione MA la realtà era molto + complessa: • I baroni normanni che avevano seguito Guglielmo esigevano assegnazione di terre dei nobili inglesi e una relativa autonomia politica nei rispettivi possessi + ruolo di controllo sulle azioni del re. • Il dominio del re x sopravvivere doveva continuare a fondarsi sulla nozione di “popolo”, conservando la libertà dei possessori e l’appoggio dei vescovi e degli abati. -->tensione interna! Il regno inglese si dibatteva tra spinte contraddittorie (necessità dell’appoggio dei baroni, ma rischio che questi indebolissero presenza regia nel territorio)->MA a differenza dei monarchi sul continente esso sviluppò prima e meglio strumenti di governo che assicurarono al regno una esistenza autonoma prima organizzazione del regno: Guglielmo nominò un suo rappresentante in Inghilterra= giustiziere, un viceré dotato di pieni poteri in assenza del re->figura nuova, impo x diffondere idea di regno in astratto. + eliminò i conti e nominò al loro posto gli sceriffi= ufficiali pubblici con compito di amministrare la giustizia e controllare le finanze nei singoli shire. + tutti gli uomini liberi furono dichiarati sudditi del re (vs prepotenze dei baroni) e la terra data in concessione ai baroni sottoposta a concreti obblighi di fedeltà militare nei suoi confronti. • X molti storici qui: inizio del feudalesimo inglese, con creazione di gerarchia basata sul possesso di terre che iniziava dal re, poi baroni, arcivescovi, vescovi, nobili, uomini liberi MA non tutte le forme di possesso nell’Inghilterra medievale potevano essere ricondotte a concessioni feudali ->rimaneva presente il possesso x eredità e la acquisizione successiva a conquista. • era quindi difficile ricostruire vera provenienza feudale di tutte le terre come fossero concessioni regie, e semmai sotto Guglielmo si pose problema di inquadrare in 1 cornice istituzionale le terre distribuite ai baroni normanni e agli enti ecclesiastici ->quantificare possessi come concessioni regie permetteva di legare l’assolvimento di obblighi militari (partecipare all’esercito/fornire corrispondente in denaro) al possesso della terra. ciò spinse Guglielmo a ordinar grande inchiesta in tutte le contee inglesi sullo stato delle terre nel regno prima e dopo la conquista ->ciò diede origine al Domesday book “il libro del giorno del giudizio”= il più completo censimento medievale di uomini e terre e del potenziale economico dei beni->i dati gli avrebbero permesso di sapere su quanti uomini poteva contare x l’esercito regio e quanto poteva chiedere tasse ai possessori. ->esso è organizzato per contee (circoscrizioni magg. del regno), per scendere a feudi, centene, ville, manor (=unità di base della proprietà contadina). ->il piano fiscale era quello che + interessava il re perché permetteva di tenere sotto controllo sia i baroni (che dovevano dare prestazioni militari/corrispondente in denaro) sia i sudditi del regno (= corpo politico sottoposto al re). • Enrico I (figlio e successore di G.) ricercò un rapp con il “popolo” inglese come freno all’arroganza dei baroni egli emanò la “carta delle libertà” in cui prometteva ritorno alle “antiche consuetudini inglesi” contro quelle nuove illegittime e ingiuste (dei normanni), che opprimevano il popolo dal pdv fiscale ->baroni esigevano tasse eccessive e non motivate, imponendo anche ai liberi prestazioni non dovute->con la carta E. limitò campo d’azione dei baroni attraverso un controllo sulla trasmissione ereditaria delle terre baronali e punizione loro malefatte secondo la legge. + rafforzò giustizia regia nelle singole località vs prepotenza dei grandi. • Era comunque un equilibrio precario: morte di Enrico->sale al trono suo nipote, Stefano di Blois, cui si contrappose la figlia, Matilde ->ancora guerre di successione e conflitti civili > rafforzamento del potere dei baroni, che si impossessarono delle magg. cariche pubbliche e cercarono di renderle ereditarie. ->azione del successore Enrico II->tentativo di porre rimedio a tale stato di violenza. ->suo regno: periodo + impo x Inghilterra del secolo XII: - matrimonio co Eleonora d’Aquitania-> unione di Normandia, Inghilterra, Aquitania in una dominazione internazionale - sotto suo governo presero forma in modo + definito le istituzioni monarchiche del regno inglese ->fece dell’apparato di corte il motore politico del regno ->in particolare fu in grado di connettere curia-sudditi x mezzo di 2 sistemi istituzionali: 1- uno fisso, incentrato sul giustiziere (vero primo ministro del re) e sulla “curia regia” (0i grandi del regno, che dovevano esprimere consenso formale alle decisioni del re) + lo Scacchiere = responsabile delle finanze pubbliche con potere di controllo su tutti gli ufficiali 2- uno mobile= collegio di giudici itineranti che amministravano l’alta giustizia x conto del re nelle singole contee. + riforma ancora più impo: costituzione del sistema delle giurie dei “dodici uomini saggi” nelle comunità =ruolo: giudicare colpevoli e tenerli in custodia fino all’arrivo dei giudici regi. Per quelli che non potevano aspettare loro arrivo il re potenziò le funzioni giudiziarie della corte centrale a Londra, che divenne un vero tribunale aperto a tutti i sudditi del regno. ancora una volta i re puntavano su regolazione della giustizia per tenere il regno unito e in pace. • + Enrico si rese conto della necessità di rendere + stabile un esercito nazionale x difesa del regno ordinò a tutti i sudditi possessori e liberi di partecipare all’esercito con un armamento proporzionale al reddito ->significato ideologico che inquadrava i sudditi in una dipendenza diretta dal re + fine fiscale. • Queste grandi riforme furono accompagnate da strumenti di governo particolarmente aggiornati ->E. usò di frequente l’inchiesta come forma collettiva di conoscenza delle situazioni del regno -> a diff di Guglielmo (obiettivo= avere un quadro preciso dei doveri militari dei grandi) sotto Enrico->inchieste= funzione politica= distinguere baroni fedeli/infedeli, separare ricchi/meno ricchi, controllare comportamenti della grande aristocrazia • MA Enrico portava con sé farddello dei possedimenti continentali (Normandia e Aquitania)->riuscì x lungo tempo ad avere la meglio sui re francesi MA stato di guerra continua > aggravio delle tasse sia nel regno insulare, che nei domini francesi. ->crisi del regno sotto i figli di Enrico II->accelerata da: - lotte dinastiche tra 2 fratelli: Riccardo e Giovanni Senzaterra - la lontananza dei re - pressione fiscale ancora + dura dopo la perdita dei possedimenti in Normandia nel 1204 dopo sconfitta di Giovanni a Bouvines x opera di Filippo Augusto (1214) Giovanni fu contestato dai grandi del regno e costretto a firmare la Magna Carta= documento di concessioni assai ampie al “popolo” ->nelle intenzioni dei baroni essa riprendeva le antiche libertà concesse da Enrico I MA in realtà = nuovo equilibrio di potere tra re e baroni.-->essa è infatti un grande patto di limitazioni delle prerogative regie in materia fiscale e feudale: • Il re non poteva imporre tasse senza il consenso dei baroni e doveva convocare l’assemblea pubblicamente mediante lettre di citazione rivolte a tutti i grandi del regno. • Ritorno alle consuetudini > diminuire obblighi fiscali che Giovanni aveva imposto sul passaggio dei feudi a eredi. 3.Il regno di Francia da Luigi VI a Filippo Augusto In Francia da tempo il re aveva solo privilegio nominale sui principati vicini : la magg. parte dei territori meridionali gli sfuggivano completamente (ducato d’Aquitania, contea di Tolosa, di Provenza) + nord= difficoltà: Bretagna e Normandia (poteri condivisi con l’Inghilterra), contea di Champagne (in mano a conti restii a sottomettersi al re), contea di Fiandra (si percepiva autonoma). i re avevano da tempo preso atto di ciò->i principi dei ducati + estesi e antichi non si recavano + nelle adunate della corte del re e x decenni si rifiutarono di prestargli omaggio del resto i loro principati erano + estesi, potenti e organizzati del regno di Francia ->si erano dati una struttura “monarchica” di dimensioni regionali + avevano creato una corte di castellani fedeli, di grandi vassalli in competizione ma che riconoscevano al principe una relativa superiorità di coordinamento Luigi VI provò a concentrarsi ++ su due punti: • All’interno del suo dominio: disciplinare castellani ribelli • All’esterno: frenare espansione del re inglese Enrico I e frenare le aspirazioni dei conti di Fiandra e di Champagne- Blois. fronte interno= + promettente: sostenuto da vescovi e da 1 consigliere impo: Sugerio abate di Saint-DenisLuigi lanciò una serie di battaglie “punitive” vs i potenti locali interni ed esterni al suo dominio->guerre individuali, non di schieramento. ->Sugerio fornì inquadramento ideologico forte all’azione di Luigi: teoria che ogni feudo “muoveva” da un altro feudo e che solo il re non aveva superiori ->presentava tutti gli altri principi come necessariamente dipendenti dal re + ricordava come le azoni militari del re fossero sollecitate da un esplicito mandato degli uomini di chiesa->le spedizioni militari del re vs castellani che minacciavano chiese e turbavano “pace pubblica” = approvate da un concilio provinciale di vescovi che invocavano il re come difensore armato della chiesa. presenza costante della mediazione ecclesiastica= apparentemente debolezza MA col tempo= punto di forza poco alla volta funzione di paciere fu assunta dal re: uno dei meriti di Sugerio> trasmettere al re il dovere di mantenere la pace. Cambiamento si ebbe con Luigi VII Sugerio fu nominato suo reggente quando re partì x la 2^ crociata nel 1144 ->egli riuscì a disegnare nuova funzione della monarchia attraverso una serie di atti di governo fatti in nome e per il bene del “regno” ->configurazione di una entità astratta anche in assenza del re, imponendosi come sogg. politico da rispettare e temere. 1155 concilio di Soissons->Luigi VII proclamò la “pace x tutto il regno”= atto impo proprio per la dimensione sovralocale che aveva assunto il re grazie a suo compito di pacificatore. ->concetto ribadito durante concilio di Reims 1157->RE = compito di assicurare la pace e punire colpevoli che i signori locali non avevano perseguito. 1) assegnazione al re di una funzione superiore e sostitutiva risp ai signori locali 2) mantenere la pace= esercitare giustizia coercitiva e punitiva vs tutti. MA le guerre che i re combatterono nel XII secolo non portarono alcun accrescimento territoriale vero->allo stesso tempo i poteri regionali confinanti rimasero grossomodo nei limiti territoriali di partenza • Unico caso in cui i principi minacciarono direttamente i confini del regno: unione (x ragioni matrimoniali) dei ducati di Normandia, Aquitania e il regno d’Inghilterra sotto i duchi d’Angiò (poi Plantageneti): Luigi VII aveva sposato Eleonora d’Aquitania, che avrebbe portato in dote il suo (riottoso) ducato; re decise poi do divorziare da lei, la quale sposò giovane conte d’Angiò = Enrico II, figlio di Enrico I duca di Normandia e re d’Inghilterra- >divenne quindi anche duca di Aquitania unendo in un solo dominato tutta la Francia nordoccidentale e meridionale attrito coi francesi inevitabile= Enrico come duca di Normandia era vassallo di Luigi VII, ma come re inglese si sentiva al suo pari se non superiore x quanto riguardava controllo della Francia atlantica e meridionale • Iniziò la cosiddetta “prima guerra dei cent’anni” tra re francesi e re inglesi =serie di guerre e tregue che proseguì fino alla morte di Luigi VII ->guerre misero a dura prova le reti di alleanze di entrambi i re, permeabili una con l’altra. Luigi morì nel 1180 lasciando il figlio Filippo in balia di 2 potenti protettori: 1) conti di Champagne (x via di madre) 2) i conti di Fiandra (x via matrimoniale)->sposò la figlia del conte d’Alsazia) regno= stesse urgenze di sempre: contenere le pretese dei baroni vicini + difendersi dalla minaccia plantageneta. regno di Filippo Augusto: punto di svolta della monarchia Francese x durata e trasformazioni impresse ai metodi di governo: le guerre contro i baroni vicini furono fruttuose: re costrinse conte d’Alsazia a cedere al regno 2 contee impo (Vermandois e Artois) + nello scontro con gli anglo-normanni Filippo sfruttò divisioni interne alla dinastia plantageneta, che sebbene avesse costruito una conglomerazione vastissima, governando con abilità territori molto diversi, subì contraccolpi della successione->competizione violenta tra i figli di Enrico II = Giovanni Senzaterra e Riccardo > rovina del dominio continentale dei plantageneti. • Alla morte di Riccardo, Giovanni= erede unico MA senza avere reale supporto né tra vassalli inglesi né normanni questo portò alla conquista della Normandia da parte di Filippo, che si alleò con i baroni normanni e a estendere un’influenza diretta sui ducati dipendenti ->via feudale= promettente, MA fu una guerra a dare a Filippo un prestigio mai raggiunto prima da un re francese: • Battaglia di Bouvines , 1214->coalizione vs Filippo di tutti i suoi avversari storici: Giovanni Senzaterra, Ottone IV imperatore tedesco, conte di Fiandra, duca di Brabante e molte città fiamminghe vittoria di Filippo gli permise di superare le magg. resistenze alla sua espansione alla sua espansione verso la Fiandra e il nord del regno. E ++ non fu + costretto a difendersi > inizio di una politica + aggressiva: • “crociata albigese” (spedizione che i baroni del nord della Francia dal 1209 avevano condotto per conto del papa vs il conte di Tolosa)= aveva aperto la una via di penetrazione vs i principati del sud. ->cavalieri francesi al comando di Simone di Montfort sostituirono temporaneamente il conte di Tolosa->Filippo tentò di riprendere controllo della città a 2 riprese, senza successo MA ormai la questione del sud era aperta: ++ impresa di Simone di M. aveva dato a Filippo arma x giustificare intervento vs il conte di Tolosa (che non aveva fatto nulla x essere attaccato): la lotta vs l’eresia->conte era stato accusato di eresia da papa Innocenzo III > eretici =sciolti da fedeltà, potevano essere privati dei beni Filippo poteva rivendicare spedizione come difesa della fede. • MA importanza del regno e successo di Filippo < capacità di accumulare e mobilitare risorse economiche - >riuscì ad assicurare al regno superiorità economica in grado di sostenere apparato militare così imponente e incerto egli riuscì a razionalizzare la contabilità e l’amministrazione locale + sfruttare pieghe finanziarie dei rapp feudali ->possibilità di sfruttare meglio il dominio regio fu sostenuta anche da creazione di nuova figura di ufficiale pubblico- >balivo= responsabile del governo, giustizia, fiscalità di una circoscrizione definita + miglioramento delle tecniche contabili e di controllo->balivi dovevano redigere rendiconti mensili della lor attività > entrate + stabili e prevedibili. + amministrazione centrale affidata a della media cavalleria e della nobiltà urbana, membri dell’ordine templare (scomparsa di grandi del regno e baroni)ceto amministrativo fedele al re. MA novità +grande= entrate “straordinarie” che riguardarono ++ tasse “feudali” Filippo usò sul piano economico gli strumenti ideologici che già Sugerio aveva elaborato per il padre (il re non doveva prestare omaggio a nessun principe di cui pure era vassallo): richiese somme enormi x riassegnare i feudi in caso di morte del vassallo e per la custodia in caso di minorità dell’erede. + riuscì a monetizzare il mancato servizio militare + distribuì anche molto: nelle zone contese creò dei feudi-rendita da assegnare a cavalieri e signori locali x comprare loro neutralità in caso di guerra. • Ergo: struttura feudale e amministrativa del regno si svilupparono in parallelo e non in contrasto 4.I re spagnoli Spagna del sec. XI-> numerose contee con aspirazioni monarchiche (++ nella parte sett della pen) ->gran parte del territorio= dominio musulmano esso è stato letto dalla storiografia spagnola come lunga parentesi del regno visigoto, mai del tutto scomparso->un regno cristiano avrebbe continuato a esistere a nord, per poi risvegliarsi nel sec. XI e iniziare lenta riconquista dei territori verso sud“reconquista” (=formazione dei regni spagnoli nel basso medioevo) visione trionfalistica che pecca di esagerazioni ideologiche i regni spagnoli del secolo XI = contee di dimensione regionale che occupavano solo parte sett della penisola (contea di Barcellona=a lungo legata a vicende della Francia meridionale; Navarra, Castiglia, Leon, Aragona= formazioni territoriali fluide, con unioni e separazioni) • Colpa del feudalesimo? NO! Il regno normanno non era feudale! ->no distribuzione sistematica di concessioni di feudi, né una gerarchia di fedeltà che regolava rapp aristocrazia-re. ->ambiguità nel linguaggio delle fonti ancora + grave che in Inghilterra: anche cavalieri normanni in Ita conservavano ampia disponibilità dei propri beni, che in pochi casi erano stati concessi dal re. ->vedi il Catalogo dei baroni , 1142= + impo documento apparentemente “feudale” del periodo normanno = censimento di tutti i cavalieri normanni del regno e del loro potenziale militare-fiscale ->NB! Non contiene elenco dei feudatari del re MA elenco dei soldati che i baroni normanni erano in grado di armare in caso di guerranon importava quale fosse origine della terra! • Ruggero II x assicurare solida base economica alla monarchia usò anche altri strumenti di governo: • Sfruttamento del demanio imperiale (terre di diretta pertinenza regia)->chiave di volta x 2 motivi: 1) si crearono nuovi ufficiali pubblici nelle città del dominio->un apparato locale di controllo che garantiva gettiti fiscali + sicuri 2) sperimentazione nelle terre demaniali di nuove forme signorili di sfruttamento del lavoro contadino-> ufficiali regi (+ dei baroni) = controllo diretto del lavoro contadino, con prelievo del surplus disponibile. • Legislazione pubblica-> es. Ruggero II proclamò (nelle Assise di Melfi) divieto di guerre private in favore della giustizia del re. Ma ++ “assise” di Ariano, 1140->i re della dinastia Altavilla, recuperando testi ≠ (fonti romane, bizantine, modelli papali) rivendicarono potere esclusivo verso i sudditi latini, musulmani, greci. + stabilirono dipendenza dei baroni dal re sul piano delle fedeltà militari + raggiunsero egemonia politica su tutte regioni del regno anche qui, strumenti usati= miscela di organizzazione amministrativa e diritto feudale: i re cercarono di limitare le prerogative giurisdizionali dei baroni attraverso rete di giustizieri regi che avocavano a sé le cause magg. • Regno normanno alla fine del XII sec. ->polarità di tensioni politiche: instabilità delle fedeltà locali dei baroni conviveva con un governo molto accentrato ed efficace sul piano giurisdizionale ->Fede II dovette affrontare tutto ciò. 7.La successione imperiale e il regno di Federico II ->Federico II ereditò subito il regno di Sicilia, MA per il titolo imperiale le cose erano + complesse: Primo conflitto x la successione: Filippo di Svevia VS Ottone di Sassonia ->arbitro: Papa Innocenzo III che cambiò + volte idea. Egli era però anche tutore legale di Federico, che divenne presto pretendente all’impero->complicazione: Fede era già re di Sicilia x via della madre + nomina imperiale gli avrebbe dato anche regno d’Italia > accerchiamento di Roma e dei domini pontifici. ->1211 Innocenzo III appoggiò Federico, che fu eletto re di Germania nel 1214. + uscito vincente nella battaglia di Bouvines, fu eletto prima re dei romani, poi nel 1220 Imperatore da papa Onorio III. • Come suo nonno (barbarossa) operò subito x rafforzamento dei domini nelle regioni meridionali, dove agì con successo nel recupero dei beni della sua casata e del regno: ->quando agiva come signore= rafforzò controllo politico dei suoi domini personali, con aumento delle forme di controllo diretto attraverso ufficiali pubblici e promuovendo città del ducato ≠ come re di Germania =>risiedette relativamente poco in terra tedesca e x mantenere pace del regno: compromessi continui con i potentati regionali ->doveva sforzarsi di non provocare ribellioni aperte vs suo governo al momento della sua elezione imperiale emanò documento impo: privilegio ai principi ecclesiastici di Germania ->concessione di ampie autonomie giurisdizionali che si trasformò in un pericoloso procedimento politico: vedi un decennio dopo, quando Enrico, suo figlio, x domare una ribellione dei principi tedeschi dovette concedere serie di privilegi molto simile > ulteriore rafforzamento dell’autonomia dei principi. • Anche in Sicilia Fede = recupero dei beni usurpati dai nobili durante reggenza materna ->appena maggiorenne formò un consiglio di giuristi incaricato di elencare le possessioni del re e un inventario di beni sottratti alla corona. + nel 1220 in un’assise legislativa ordinò severa politica di recupero dei beni demaniali in mano ai baroni ->richiese che i baroni presentassero privilegi emanati dai genitori con perdita dei diritti per chi non presentava titoli validi. [->1231= emanò a Melfi il + impo atto legislativo del suo regno: Liber Augustalis/liber constitutionum] MA il regno d’Italia continuava a sfuggirgli: nell’Italia sett. l’inquadramento regio fu + debole->territorio diviso in distretti cittadini largamente autonomi, sotto il governo collettivo dei comuni ->sistema che Federico cercò di scardinare (vedi cap. succ.). 8.Conclusioni Quadro pieno di contrasti: tentativi del re di porsi come vertice di una configurazione sovraregionale che esisteva solo sulla carta + contraddizioni < incerte fedeltà dei grandi + tensioni continue con gli apparati pubblici promossi dai re. ->ancora nel 200 le carte territoriali dei regni sono occupate dalle macchie irregolari e mutevoli dei principati regionali. ≠ strumenti di governo: i re si proposero come autorità legittimate a 1) ricomporre in un quadro unitario questi poteri dispersi 2) creare un nuovo equilibrio tra prerogative personali dei signori ed esercizio di funzioni pubbliche di coordinamento e di pacificazione riservate al potere regio. nessuno pretendeva un controllo diretto e capillare da parte dei sovrani! ergo: i re potevano contare sulle fedeltà dei territori, NON sui territori in quanto suoi dominati. ->per tutto il secolo XII la mediazione dei signori regionali/principi= condizione inevitabile x determinare successo e durata delle monarchie per promuovere funzioni regie i monarchi usarono metodi ≠: 1. Fecero ampio ricorso al diritto feudale x intervenire in territori esterni al loro dominio ->intervennero spesso come superiori feudali del principe nelle liti fra potenti e fra questi e i loro vassalli minori + sfruttamento della natura patrimoniale del feudo attraverso politiche matrimoniali accorte e controllo serrato dei passaggi ereditari. + in altri casi il re comprava feudi e principati, usando il denaro x acquisire poteri pubblici su territori in teoria di sua pertinenza->dava magg. garanzie di stabilità risp a una fedeltà incerta e contrattata 2. Creazione di funzionari di corte e ufficiali locali che dovevano governare i soggetti del loro dominato->x lungo tempo maggiori uffici di corte = grandi vassalli di rango principesco, mentre al di fuori del loro dominio= signori territoriali ≠ dalla fine del XII secolo: a corte emersero persone di livello sociale medio, spesso origini non nobili che presero posto dei grandi vassalli= meno ambiziosi, + fedeli e + capaci di usare tecniche contabili complesse. ->controllo del territorio strumento impo sul piano giudiziario, poi anche fiscale ->agenti locali (balivi/ siniscalchi) = collettori fiscali del fisco regio.->sfruttarono meglio il dominio dei prinicpi ma integrarono anche le nuove acquisizioni (++ città) MA sul piano dell’elaborazione culturale e giuridica delle forme di potere le corti monarchiche rimanevano superiori risp ai vicini ->si trattava di porre il sovrano come “vertice politico” in base a cui gli altri poteri dovevano conformare il proprio spazio di azione ->re = superiore xchè era in grado di fare cose che altri principi non potevano ripetere (pacificatore, giudice supremo, difensore della fede ecc) CAP. 6 NUOVE STRTTURE POLITICHE NELL’ITALIA MEDIEVALE: CITTA’ E COMUNI 1.Nascita del comune consolare: una rappresentanza autonoma delle forze cittadine Metà secolo XI= città italiane = collettività senza capo, una comunità di cittadini che si autogovernava al di fuori di un preciso ordine gerarchico di poteri delegati la figura del conte (imposta dai carolingi) era ormai scomparsafigura di magg. rilievo= VESCOVO: guidava vita cittadina, assicurava unità religiosa e la pace sociale, mediava conflitti, e deteneva impo diritti pubblici->MA egli non prese mai il posto del conte come funzionario pubblico inserito nella gerarchia del regno (≠Germania e Francia) il vescovo era era al tempo stesso un grande signore feudale, con interessi economici da tutelare: doveva inquadrare vassalli in una clientela stabile, ricompensarli con terreni e spesso scendere a patti con loro. ->infatti famiglie di tradizione militare non rinunciavano ad ampliare a propria potenza privata con usurpazioni di terreni di proprietà vescovile. MA la funzionalità del governo cittadino era una cosa + complessa di un semplice raccordo milites-vescovo nelle città= gruppi sociali ≠ in grado di condizionare il governo del publicum (=sfera pubblica della vita cittadina), che si configurava lui stesso come un coacervo di alleanze e cooperazioni forzate tra vescovo-milites-cives = insieme ancora indeterminato di abitanti politicamente attivi es. in molte realtà urbane, “cittadini”= abitanti di estrazione non militare distinti secondo livelli di ricchezza e di mestiere: • Parte alta della cittadinanza: categorie di professionisti ≠ semplici abitanti ->nucleo di persone centrale x costruzione delle istituzioni cittadine: giudici (dotati di cultura tecnica necessaria x dare “forma” ai governi cittadini) + mercanti, cambiatori, prestatori di denaro (=>élite economica della città) • Al di sotto: abitanti senza particolari qualifiche, soggetti al potere del vescovo, esposti ad angherie dei suoi vassalli MA capace di farsi sentire come “corpo collettivo” nelle assemblee pubbliche che ratificavano decisioni impo. vescovo= punto di raccordo di questo groviglio di interessi ->nei momenti di conflitto era il presule a risolvere le liti e a imporre la pace, spesso con giuramento collettivo di rispetto della tregua->chi la rompeva->bandito, cacciato da città • XI secolo= città crebbero x num di abitanti, attività economiche ma ++ x importanza delle decisioni politiche prese nelle assemblee e nel palazzo episcopale città= centri decisionali che regolavano sempre + la vita delle persone - >ciò spinse i vescovi e le élite urbane a creare una nuova istituzione che si occupasse specificamente del governo 0 3 3 4urbano: tra 1090-1120 ->in quasi tutte le città italiane= “CONSOLI 0 3 3 4” ( rep. romana) ->consolato= numero variabile di membri (4-6, a volte 12) che si riunivano in genere nel palazzo del vescovo ->dipendenza dal potere episcopale (almeno nella fase iniziale). + provenivano spesso da famiglie di suoi vassalli->ciò condizionò a lungo le scelte di governo-> chiara difesa degli interessi delle classi alte. la carica era annuale e la nomina elettiva->i consoli venivano scelti dai un organo collettivo della città = concio= assemblea generale dei cives col tempo si rese necessario creare un “consiglio cittadino” = un centinaio di persone in grado di affiancare i consoli nelle scelte + impo. ->lentamente prese piede una politica “parlamentare”: nel consiglio si avanzavano richieste, discutevano decisioni, si contestava operato dei consoli ecc. + spesso i consoli si garantivano facendo approvare propri atti dalla “maggioranza” del consiglio questo era il fondamento della “libertà” delle città italiane: autonomia di scelta dei propri governanti e decisioni legittimate dalla maggioranza di 1 assemblea cittadina eletta dagli stessi cives tra cittadini e istituzioni= legamen diretto, rafforzato da un giuramento reciproco ->patto di natura pubblica che legittimava i magistrati ad agire come rappresentanti ufficiali della comunità e imporre l’ordine sociale (anche con strumenti coercitivi es. bando). • Fu un processo di maturazione anche sul piano culturale e lessicale= la parola comune compare solo alla fine del XII secolo ->nato come aggettivo (“di tutti”), assunse connotazione politica >sostantivo= “ciò che è comune” e quindi gli si può applicare il linguaggio della res publica, dello stato. 2.Le funzioni di governo: giustizia, economia e controllo del territorio Tra fine XII e inizio XIII= città ita= sfide impo: 1) aumento demografico, con migrazioni che portavano in città persone di ≠ livelli sociali; 2)ampliamento delle zone abitate, con creazione di sobborghi 3)inserimento sociale dei nuovi arrivati 4) richiesta dei nuovi ceti urbani di ampliare gli spazi di partecipazione politica e di riformulare le istituzioni comunali secondo differenti equilibri sociali. crescita economica e politica > nuove tensioni (liti x possesso della terra, conflitti di lavoro tra artigiani e mercanti ecc) che mettevano in pericolo il giovane organismo comunale il consolato = organo superiore in grado di risolvere conflitti senza ricorrere alla violenza giustizia= funzione prioritaria della nuova magistratura ->si instaurarono corti comunali dove chiunque poteva presentare lamentele e ottenere giustizia dopo un processo. • Altro compito fondamentale = mantenimento dell’istituzione comunale= problema economico e politico->comune e città avevano bisogno di continui finanziamenti, di entrate garantite da un costante afflusso di denaro < cives. le tasse in città= sempre straordinarie, (≠contado= ordinarie->raccolte ogni anno come segno di dipendenza dalla città)->x convincere cives a pagare, i pagamenti dovevano essere giustificati come necessaria contribuzione alle urgenze del momento. ->essere cives era anche un dovere che materialmente > contribuzione volontaria ma doverosa sempre + la condizione giuridica del cittadino si legò al pagamento delle imposte pubbliche ->amministrazione economica = compito fondamentale dei consoli: assicurare arrivo di grano in città, organizzare mercati ecc. .>compiti che richiedevano competenze tecniche nuove + controllo del territorio circostante da cui dipendeva sostentamento popolazione urbana Rapporto con il territorio circostante= contado= una delle principali conseguenze dell’affermazione del sistema comunale nel XII secolo i comuni progettarono di estendere il loro potere sull’intero territorio diocesano come conseguenza della superiorità politica del centro urbano rispetto al territorio. i consoli sapevano che un controllo diretto e capillare era impossibile-> si cercò piuttosto di ottenere un potere di coordinamento sul territorio circostante la città ++ sul piano: • Militare= era impo poter disporre di centri strategici x proteggersi da nemici esterni • Economico= possibilità di imporre tasse ai contadini come contributo x il mantenimento della città. ->queste funzioni apparivano ai signori rurali come una forma ingiusta di sommissione politica e sfruttamento così i comuni percorsero vie diverse per ottenere dal contado il riconoscimento della superiorità politica: 1. Con i signori disposti ad allearsi: compromessi onorevoli->molti s inurbarono e iniziarono nuova vita politica come esponenti di spicco del comune. In alcuni casi il signore, dopo aver donato il castello al comune lo ricevevano in feudo dai consoli conservandone il controllo di fatto FEUDO OBLATO 2. Numerosi privilegi furono concessi alle comunità di villaggio che si sottraevano al dominio di un signore->abitanti venivano dichiarati liberi, sottomessi solo alla città e a volte spostati in altri luoghi con novo nomemolti di questi novi centri (vilefranche o villenove) avevano condizione giuridica ibrida: abitanti =considerati cives MA con forme di dipendenza quasi rurale verso il comune di pertinenza 3. Quando poteva, il comune poteva acquistare i castelli situati in posizioni strategiche.- >acquisizione finanziaria= forma + efficace di penetrazione del comune sul territorio. NB! Il dominio su vaste zone del contado era spesso + virtuale che reale e molte comunità=contese con altre città infatti, presto le società fecero richieste politiche: consiglio aperto a membri delle società popolari, tasse imposte secondo ricchezza, riduzione privilegi dei nobili, e ++ assicurare pace interna alla città, limitando violenza dei nobili. davanti queste pressioni, sistema consolare= incapace di superare divisioni interne e soddisfare richieste di apertura dall’esterno->alcune città cercarono soluzioni alternative: • Una via: sostituzione consoli con una magistratura di emergenza che tentasse di riportare pace in città: PODESTA’= rettore unico, eletto x un anno e detentore dei maggiori poteri di governo della cittàprimi incarichi furono dai a podestà locali MA questi aumentavano invece di diminuire le rivalità interne! Allora si decise di chiamare delle personalità esterne alla città. Con stipendio adeguato a pagare giudici e notai al suo seguito (“famiglia” del podestà) ->maggiori garanzie di imparzialità nei conflitti interni + no creazione di poteri personali (carica= 1 anno) + con la sua sola esistenza toglieva alle forze politiche cittadine un motivo di scontro. compromesso funzionò e in qualche decennio tutte le città passarono dal regime dei consoli >governo del podestà. regime podestarile= sistema complesso->podestà= snodo centrale della vita politica: sanava discordie, assicurava scambi, difendeva comune vs attacchi esterni, guidava dibattiti, amministrava giustizia ->molti di essi si specializzarono nella politica itinerante e ricoprirono carica in diversi comuni x 10/15 anni di filaera diventato x molti una professione, la prima di carattere politico del medioevo: furono scritti manuali specifici: “libri del governo della città” x istruire podestà su come parlare, presentarsi in pubblico, formulare proposte + cultura 200esca costruì attorno al comune un sistema di conoscenze scientifiche: ripresa da Cicerone e Agostino del mito della parola civilizzatrice->dopo età primitiva= età della parola e della civilitas che portò uomini a unirsi in comunità, costruire città e sottomettersi alle leggi2 elementi fondanti di tale rappresentazione: 1) centralità della parola nella scienza del governo 2) centralità della legge come fondamento del vivere civile. • Legge era creata di cives= assunsero sotto regime podestarile maggiore imprtaza ->consiglio comunale= cuore politico del comune: doveva non solo eleggere i podestà e approvare sue decisioni, ma anche prendere decisioni impo per la vita politica ed economica del comune ->votazione a maggioranza (palese o segreta)->principio rivoluzionario agli occhi del ceto nobiliare, abituato a dominare vita politica con relazioni familiari e clientelari->esse continuarono a esistere MA ora bisognava elaborare programmi politici che, se volevano essere approvati dal consiglio, tenessero conto degli interessi generali sistema bilanciato tra podestà e organi consiliari ->comando del singolo equilibrato dal “potere dei molti” • MA trovare sintesi generale deli interessi dei cittadini->+ difficile che sec. precedenteaumento abitanti: molti immigrati dal territorio circostante/altre città->popolazione addensata i quartieri periferici che rese necessario trovare nuove forme di integrazione nelle strutture urbane->molti divennero lavoranti salariati, altri artigiani in proprio. ceto artigianale emerse sul piano economico e politico->corporazioni contavano ormai migliaia di membri iscriversi alle Arti divenne molto impo nelle città del 200 x 2 motivi: 1) economico: corporazioni controllavano il lavoro e stabilizzavano i prezzi di merci/salari->x poter aprire una attività= essere iscritti alle Arti; 2) politico: seconda metà del 200= peso delle arti aumenta enormemente ->i consoli delle arti confluirono in un consiglio unitario =”popolo” che prendeva decisioni impo x tutta la città. ->inoltre in molti comuni= liberalizzazione dell’iscrizione alle Arti->non si doveva esercitare x forza un mestiere, era suff avere intenzione di ∈ a quella società e aver suff conoscenze x essere accettati compimento del passaggio a società pienamente politiche e non +/non solo corporative. 5.Il governo delle corporazioni nel ‘200 Da seconda metà del 20, Arti si candidarono al governo della città ->nuova idea di comunità fondata su lavoro artigianale e commerci, giusta divisione delle spese pubbliche e pace sociale ->inizialmente= Popolo duplicò istituzioni comunali affiancando al podestà del comune un proprio magistrato, forestiero e a tempo= Capitano del Popolo, che guidava il Consiglio del Popolo // poi: instaurò un nuovo governo dominato direttamente dal gruppo dirigente delle Arti->nomi ≠ a seconda del luogo: Priori (Firenze e Perugia); Anziani (Bologna); Nove (Siena) ma esperienze simili: governo “collegiale” formato dal podestà, dal capitano, dai 2 consigli (comunale e del Popolo), coordinati dai rappresentanti delle Arti. Una volta al potere, all’interno del Popolo= gruppi egemoni che influenzarono indirizzo della politica comunale nelle singole città: es. a Firenze= dominio delle “Arti Maggiori”->alleanza fra grandi commercianti e banchieri che tendevano a limitare partecipazione politica e azione economica dei gruppi artigiani minori; a Bologna= notai influenzarono in modo diretto indirizzo politico del governo ->si dimostrarono (ovunque) custodi gelosi e diligenti esecutori della politica di “controllo totale” che caratterizzò le città ita nella 2^ metà del 200 infatti processo di razionalizzazione delle pratiche di governo->brusca accelerazione. in tutte le città: creazione di liste di appartenenza “qualificata” alla città. Si censirono residenti (elenchi di cittadini divisi per parrocchie/cappelle) e i contribuenti (prima distribuiti in liste fiscali di soggetti al fodro, e poi in estimi + moderni con una valutazione reale della ricchezza individuale. ->operazione lunga e costosa che aprì la via all’adozione di un criterio proporzionale nella raccolta delle imposte pubbliche su un piano ideologico: mezza rivoluzione-> x la prima volta si intaccavano patrimoni dei + ricchi ≠ piano pratico->cautele prese dalla nuova oligarchia furono efficaci: i capitali mobili sfuggivano all’estimo + sconti per i crediti non pagati= concessi con generosità + dare soldi al comune= NO perdita, ma forma di investimento! in base a questi elenchi generali che delimitavano cittadinanza (residenti e contribuenti):->elaborazione di liste “secondarie” di appartenenti ai consigli/ società corporative/ uffici comunali presupposto della rivoluzione delle prassi documentarie: controllo delle condizioni individuali dei cittadini, da attuare con strumenti sintetici e facilmente aggiornabili Anche la politica repressiva si adeguò a uso di questi mezzi->creazione di elenchi di appartenenti alla “parte” nemica e posta al bando. giustizia divenne + severa->ai giudici= poteri speciali x scoprire e punire infrazioni vs ordine pubblico. + si presero provvedimenti vs speculazioni economiche dei grandi proprietari + in città= limite ai prezzi degli affitti delle case; nel contado= divieto di esportare grano fuori del contado o ammassare frumento nei periodi di carestia x far aumentare prezzo. • Contado= oggetto di una profonda ristrutturazione nelle sue articolazioni amministrative ->ultimi decenni del 200 le pretese delle città comunali sul contado aumentarono: divisione territorio x zone amministrative (corrispondenti + o meno a prolungamenti dei quartieri cittadini), a loro volta divise in aree minori affidate a un ufficiale cittadino, il vicario o il podestà. ≠ castelli =controllati direttamente da contingenti militari anch’essi cittadini. ++ si imposero alle comunità del contado forti doveri fiscali e annonari-> liste di villaggi con la quota di denaro che dovevano alle città + estimi del contado, che definivano una quota fissa di tasse x i singoli villaggi in base a un conteggio ipotetico degli abitanti ->criterio spesso approssimativo e ingiusto, che non teneva conto di processi di mobilità/spopolam + provvedimenti di chiusura verso immigrati rurali meno integrabili nel tessuto urbano. • Nonostante tensioni, comune di Popolo ricercava una legittimità + alta del regime podestarile, fondata sulla disciplina e sulla compartecipazione agli interessi collettivi, attraverso un sistema di rappresentanze a catena che mettevano in contatto i membri delle associazioni di mestiere con gli organismi dirigenti del Popolo. ? (vedi libro p. 316)->i governi popolari erano + aperti, legalistici e partecipati risp. ai regimi precedenti e succ ma non per questo durarono + a lungo: divisione in fazioni/parti = diffusa durante le guerre vs Federico I, e ++ Federico II ->in quel periodo le famiglie e le città si divisero in Guelfi e Ghibellini, alleati di papa/imperatore->MA scelta di aderire all’una o all’altra < fattori diversi, spesso di carattere sociale e personale, NO reale fedeltà a papa/imperatore. in molte città parti > istituzione, con propri consigli e podestà->in questo modo offrivano ai loro aderenti un’altra via di accesso al potere (es. nobili= esclusi da società di popolo, potevano tornare al governo come membri della parte Guelfa). ->di fronte a conflittualità diffusa il Popolo cercò di combattere l’eccessiva carica di violenza facendo della pace=ideale politico della città. ->essa era un “atto di forza”=>molti comuni di Popolo emanarono a fine 200= “ordinamenti di giustizia” o “leggi antimagnatizie” x assicurare pace interna vs i “magnati”= i grandi che si opponevano al comune e lo minacciavano con atti di sovversione violentaad essi fu vietato di assumere cariche comunali, e fu imposto regime speciale nelle questioni giudiziarie + a molti di coloro che non rispettavano tali precetti fu comminato il bando e esilio • In questi anni di forte divisione interna-> affermazione della teoria del “bene comune” come fine ultimo della politica ->fonte= Aristotele, Politica =giudicava giusti e legittimi solo i regimi che inseguivano il “bene di tutti” e non del singolo. il Popolo si presentò (nella sua propaganda) come unica forma di governo in grado di raggiungere il bene comune MA la realtà non era affatto così: il bene comune faticava ad essere raggiunto senza strumenti repressivi ->lotte tra fazioni e conflitti sociali > in molte città l’esperimento del Popolo finì presto->il potere fu assunto da personalità di prestigio ->un signore che si impose sulle forze cittadine sostituendosi al comune nella guida della vita politica in Lombardia si sperimentarono alleanze ibride tra i movimenti di Popolo e le prime figure signorili MA NO svolta definitiva! Città italiane = fase di sperimentazione ancora incerta ->quello che era in gioco in tutte le città: delega del potere a un magistrato forestiero (=cuore del sistema comunale- podestarile) ->tale compromesso alla fine del 200 non poteva + sopportare pressioni contrastanti delle forze politiche urbane ->tutte volevano contare, avere spazio di accesso diretto al potere.
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