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Teorie sulle Dinamiche e la Formazione di Gruppi Sociali, Appunti di Psicologia Sociale

Teorie del gruppoComunicazione InterpersonalePsicologia Sociale e Personalepsicologia sociale

Le teorie di lewin, sherif, tajfel e altri sulle dinamiche e la formazione di gruppi sociali. Si tratta di concetti come la percezione di un destino comune, la struttura sociale, l'interazione faccia a faccia, l'autocategorizzazione, la relazione con altri gruppi e la categorizzazione sociale. Vengono inoltre discusse le tipologie di gruppi, il processo di identificazione sociale, la coesione sociale e il leadership.

Cosa imparerai

  • Che fattori contribuiscono alla formazione di un gruppo sociale?
  • Come la struttura sociale e l'organizzazione dei membri influiscono sulla definizione di un gruppo?
  • Come la percezione di un destino comune influenza la formazione di un gruppo?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 05/12/2019

ZiaMaria13
ZiaMaria13 🇮🇹

4

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Scarica Teorie sulle Dinamiche e la Formazione di Gruppi Sociali e più Appunti in PDF di Psicologia Sociale solo su Docsity! CAPITOLO 8 I GRUPPI Brown: un insieme di due o più persone che condividono un destino comune che li porta a qualche forma di interdipendenza tra loro (scopi, attese..) e che si percepiscono come membri di uno stesso aggregato sociale che è riconosciuto come tale da altre persone Lewin: gruppo come una totalità dinamica che è qualcosa di diverso dalla somma delle parti. Una delle peculiarità del gruppo è la sua interdipendenza.  Interdipendenza del destino: qualsiasi aggregato di persone può diventare un gruppo se percepisce di condividere un destino comune, attivato da circostanze ambientali  Interdipendenza del compito: le persone diventano un gruppo quando gli sforzi delle persone per raggiungere un obiettivo determinano un legame tra i membri tale che i risultati delle azioni di ciascuno hanno delle implicazioni sui risultati degli altri  Interdipendenza positiva o collaborazione: quando il risultato positivo di una persona implica il successo del gruppo.  Interdipendenza negativa o competizione: quando il successo di una persona costituisce l’insuccesso di un'altra o dell’intero gruppo Sherif: un gruppo si definisce tale quando presenta due proprietà essenziali: una struttura e un’organizzazione dei suoi membri, che si differenzia per funzioni, potere o per posizione sociale, e dalla presenza di una serie di norme o di valori che regolano il comportamento dei membri del gruppo nell’attività nella quale questo è inserito Tajfel: processo di autocategorizzazione: un gruppo esiste quando due o più individui percepiscono se stessi come membri della medesima categoria sociale. Il sentimento di appartenenza include tre componenti:  Cognitiva: ovvero il conoscere di appartenere a quel gruppo  Valutativa: ovvero la possibilità di connotare positivamente o negativamente tale gruppo  Emozionale: ovvero i sentimenti e le emozioni che si provano nell’appartenere ad un gruppo In sintesi, elementi per la definizione di gruppo  Destino comune (Lewin)  Struttura sociale ( Sherif)  Interazione faccia a faccia (Bales)  Autocategorizzazione (Turner, Tajfel)  Relazione con altri gruppi (Brown) : quando la sua esistenza è riconosciuta da un’altra persona Categorizzazione sociale: processo che porta a identificare singole persone come membri di un gruppo sociale poiché condividono determinate caratteristiche. Tipi di gruppo: Gruppi primari: caratterizzati da associazioni e cooperazione intima tra un numero limitato di membri, uniti da una forte interdipendenza. Perseguono un fine condiviso che risponde ai loro bisogni più profondi. Sono stabili, i legami affettivi, intimi e spontanei. ( famiglia, gruppo di amici ecc) Gruppi secondari o organizzazioni: caratterizzati dall’orientamento verso uno scopo specifico che giustifica l’appartenenza dei membri al gruppo stesso. Sono gruppi con un numero variabile di partecipanti e una strutturazione molto elevata: i ruoli sono predefiniti e rigidi. I legami sono funzionali, abituali e pianificati (scuola o industria) Vengono distinti dal gruppo alcune forme di aggregazione umana: Folla: grado di strutturazione debole. Persone che partecipano a una manifestazione di protesta o ad uno spettacolo. Massa: composta da un numero superiore di persone che non sono raccolte fisicamente in uno stesso luogo, per esempio i telespettatori di un programma. Banda: strutturazione debole e in genere è formata da poche persone, spesso ha breve durata. Raggruppamento: composto da un numero variabile di persone tra cui intercorrono rapporti superficiali, livello medio di strutturazione e i genere si riunisce periodicamente per raggiungere un obiettivo comune (club sportivi). Tajfel, teoria dell’identità sociale: la motivazione delle persone a derivare un’autostima positiva dalle appartenenze di gruppo è una delle forze che inducono maggiormente alla distorsione a favore del proprio gruppo. Questa teoria poggia su tre assunti: 1. Valorizzazione del gruppo di appartenenza 2. Percezione di omogeneità del gruppo cui non si appartiene 3. Favoritismo nei confronti del proprio gruppo e discriminazione nei confronti degli altri. Identità personale: descrizioni che le persone danno di se stesse sulla base di caratteristiche individuali, x esempio definirsi una persona molto timida Identità sociale: quando ci si riferisce a quegli aspetti del concetto di sé che derivano dalla consapevolezza di appartenere a uno o più gruppi e dal sentimento suscitato da tali appartenenze. Essa Diventa accessibile quando:  Stimoli diretti richiamano alla mente l’appartenenza di gruppo  Presenza di persone esterne al gruppo  Siamo in condizione minoritaria  Conflitto Situazione intergruppi minima: una situazione sperimentale tale per cui le persone vengono classificate, in base a elementi arbitrari ed effimeri, in gruppi che non hanno alle spalle né storia, né conflitti di interesse né stereotipi. Anche in questo caso si preferiscono i membri del proprio gruppo rispetto agli altri. Coesione sociale: caratteristica dei gruppi tali per cui le persone sono legate le une alle altre affettivamente in modo da dare senso di unità e solidarietà al gruppo. Hogg, distingue tra:  Attrazione personale: è intesa come simpatia tra le persone definita su preferenza idiosincratica  Attrazione sociale: simpatia per qualcuno in base all’appartenenza al gruppo e determinata dalla prototipicità di quella persona rispetto al gruppo. E’ uno degli effetti dell’autocategorizzazione. LE FASI DI SVILUPPO DEL GRUPPO Moreland e Levine, modello temporale di sviluppo dell’appartenenza a un gruppo: basato sull’assunto che i cambiamenti che si verificano nel tempo nei membri e nel gruppo sono dovuti alla loro mutua influenza e interdipendenza. I processi psicologici che inducono una persona a far parte di un gruppo sono tre: 1. La valutazione inziale reciproca tra persona e gruppo. Si basa su un duplice processo:  Ricognizione individuale: relativo alla capacità del gruppo di soddisfare i bisogni della persona  Reclutamento di gruppo: relativo alla capacità della persona di soddisfare i bisogni del gruppo. 2. Il sentimento di impegno che segue questa valutazione 3. Le transizioni di ruoli che derivano dal cambiamento di impegno nel gruppo. Gli stadi dello sviluppo di un gruppo sono cinque: 1. Fase di esplorazione: fase in cui le persone cercano un gruppo che soddisfi i loro bisogni e il gruppo cerca persone che consentano il raggiungimento degli obbiettivi. 2. Fase di socializzazione: le persone si conoscono e cercano di dare il massimo per lo sviluppo del gruppo 3. Fase di mantenimento: fase in cui il gruppo cerca di stabilire i nuovi ruoli specializzati per i suoi membri a pieno titolo in modo da massimizzare il loro contributo per il raggiungimento dell’obbiettivo del gruppo. Se l’influenza sociale è soddisfacente sia la persona che il gruppo si impegnano di più, se invece fallisce l’impegno decrescerà e la persona diverrà membro marginale. 4. Fase di risocializzazione: fase in cui entrambe le parti, membro marginale e gruppo cercano di convincere l’altra a esaudire le proprie aspettative. 5. Fase del ricordo: il membro marginale diventa ex membro, e sia questi sia il gruppo sviluppano consenso in merito al contributo dell’ex membro al gruppo e viceversa. Forsyth, contesto dei gruppi faccia a faccia che si riuniscono per uno scopo ben preciso. 1. Formazione: scambio di opinioni, informazioni ed esplorazione del compiti. Processi sociali: conoscenza reciproca, apertura di sé, dipendenza da leader 2. Conflitto: disaccordo sulle procedere e sugli obbiettivi. Processi sociali: disaccordi concernenti lo status, critica delle idee, ostilità, formazione di coalizioni 3. Evoluzione: formazione del consenso e delle norme. Processi sociali: crescita della coesione e dell’unità, affiliazione al gruppo positiva. 4. Esecuzione del compito: energie concentrate sull’obbiettivo, orientamento alla padronanza e all’esecuzione del compito. Processi sociali: influenza sociale, cooperazione. 5. Conclusione e scioglimento: completamento dei compiti, dissoluzione dei ruoli. Processi sociali: ci si ritrae dal gruppo, si esprimono le proprie emozioni, si ricordi. LEADERSHIP Processo per il quale ad alcune persone del gruppo viene permesso di mobilitare e guidare gli altri componenti del gruppo per aiutarli a conseguire gli obbiettivi. Una leadership efficace dipende spesso dalla situazione. Hollander: pone l’accento sulla capacità di alcune persone di esercitare un’influenza sulle altre. Turner: capacità di alcune persone di ricoprire posizioni elevate in gerarchia di status e di posizione centrale nella rete di comunicazione. Moscovici: oltre all’influenza introduce anche il tema del potere. Due funzioni del leader: 1. Leader orientati al compito: adottano uno stile direttivo, guidano il gruppo nell’esecuzione del compito, danno ordini chiari e coordinano l’attività dei membri 2. Leader orientati alla relazione: adottano uno stile democratico, delegano l’autorità, favoriscono il coinvolgimento delle persone e aiutano ad evitare il gruopthink. Esistono alcuni tratti di personalità che distinguono il leader dagli altri: • propensione alla responsabilità e alla esecuzione del compito, • tenacia nel perseguire gli obiettivi, • originalità nell’affrontare i problemi, • tendenza a • prendere l’iniziativa, • fiducia in sé, • capacità di tollerare le frustrazioni, • abilità nell’influenzare gli altri (Stodgill,1974) Le teorie che associano la leadership a tratti o caratteristiche di personalità non trovano fondamento. Hollander nota come questo modello (l’approccio dei tratti) non tenga conto del fatto che le persone sono propense a variare il proprio comportamento di situazione in situazione e che i tratti non sono caratteristiche stabili ma dinamiche. Hollander, approccio situazionista: si basa sull’idea che il leader debba assolvere funzioni diverse in situazioni diverse. Il contesto e il tipo di attività determinano il tipo di leader: • Clima competitivo/cooperativo • Tipo di compito da svolgere • Grandezza del gruppo • Struttura • Storia Fielder, approccio interazionista: corrispondenza tra lo stile adottato dal leader e il controllo che lo stesso possiede della situazione. Lo stile della leadership viene misurato con un punteggio nominato Least Preferred Co-worker (LPC). Basso LPC, collaboratori considerati sfavorevoli; orientati al compito – alto LPC viceversa. Il controllo della situazione dipende da tre fattori: 1. Le relazioni del leader con il gruppo, che possono essere + o – positive 2. La struttura del compito, che può essere + o – chiara 3. La posizione di potere del leader, forte o debole. Un leader avrà un altro controllo quando le relazioni con i membri del gruppo sono buone, la struttura del compito è chiara e la sua posizione di potere è forte. Limite: modello piuttosto statico. Hollander, modello transizionale: relazione bidirezionale fra leader e membri del gruppo  i membri del gruppo, in modo implicito o meno, con le aspettative e le richieste influenzano il loro leader. Il leader deve conquistare il proprio gruppo dando prova di competenza e di adesione alle norme del gruppo, come x dimostrare la sua lealtà. La credibilità viene acquistata attraverso 4 fonti di legittimità: 1. La conformità iniziale alle norme del gruppo 2. L’essere scelto dalle persone del gruppo e nn imposto 3. Il dare prova di competenza al fine di raggiungere l’obbiettivo del gruppo 4. L’identificazione con lo stesso Tra le teorie transizionali vi è:  La teoria dello scambio leader-gregario (LMX): le relazioni che i leader intrattengono con i gregari sono all’insegna dello scambio e possono essere di qualità elevata o scarsa. Fiducia, rispetto ed impegno  relazioni di qualità elevata. Contratti di lavoro  qualità scarsa poiché i leader non offrono benefici ai collaboratori, non li motivano e non li supportano.  Teoria trasformazionale: i leader trasformazionali si propongono di trasformare un gruppo, migliore le competenze dei collaboratori, innalzare le loro motivazioni, infondere energia e aiutarli a trovare strategie migliori. Elementi che connotano questo tipo di leadership:  L’abilità di comunicare una vision, ossia un ideale futuro basato su valori condivisi dal gruppo  Chiarire continuamente gli obbiettivi al gruppo, offrendosi come modello e supporto e riconoscendo a ciascuno valori e meriti  Abilità di avere uno stile comunicativo carismatico. Gli stili di leadership: stile autoritario  maggior aggressività tra i membri, sottomissione al leader, la produttività inizialmente elevata poi calava in assenza del leader. Stile democratico relazione amichevole tra i membri, una coesione elevata e un buon orientamento al compito, l’attività diminuiva limitatamente durante l’assenza del leader
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