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riassunto “Psicologia Sociale” Elliot Aronson, Appunti di Psicologia Sociale

riassunto accurato dal capitolo 1 al capitolo 8

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 03/06/2024

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alice-bertolini-6 🇮🇹

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Scarica riassunto “Psicologia Sociale” Elliot Aronson e più Appunti in PDF di Psicologia Sociale solo su Docsity! Che compiti ha lo psicologo? comprendere il comportamento umano concentrandosi sull’influenza. Psicologia sociale cosa è? Una disciplina che studia il modo in cui i nostri pensieri/comportamenti vengono influenzati dagli altri. -Influenza:l’influenza sociale va oltre la persuasione (negativa o positiva viene qualificato dal messaggio contenuto) -Presenza reale, immaginaria, tecnomiediata -Livello di analisi: individuo nel contesto sociale La psicologia sociale è una scienza —> metodo di studio che include la raccolta di dati per verificare ipotesi -teoria: insieme di concetti e principi che spiegano un fenomeno -ipotesi: previsioni verificabili empiricamente (con i dati raccolti si può capire se un imporsi è vera o no) -esperimento: messa alla prova di una ipotesi (metodo sperimentale manipolazione di variabili dipendenti per indagare gli effetti sulle variabili indipendenti) > variabile dipendenti cambiano in relazione a modifiche di variabili indipendenti. Variabili indipendenti aspetti della situazione che possono essere manipolati per modificare la variabile dipendente. Differenze con altre discipline ● Psicologia sociale vs filosofia: tanti contributi filosofici hanno dato vita a numerose ricerche della psicologia sociale ● Psicologia sociale vs biologia: gli psicologi sociali ricorrono a teorie della biologia come quella evoluzionista. Psicologia evoluzionista > spiegare il comportamento sociale in termini genetici che si evolvono secondo i principi della selezione naturale ● Psicologia sociale vs psicologia della personalità: la ps. della personalità si concentra sulle differenze individuali (si concentra sul singolo) / ps.sociale ritiene insufficienti gli aspetti caratteriali per una buona spiegazione (pone l’individuo nel contesto). Per la ps. della personalità è importante percezione,comprensione e interpretazione del mondo sociale). Quindi La psicologia sociale è racchiusa tra due discipline: sociologia e psicologia della personalità. Il potere della situazione —> non siamo in balia delle situazioni ma alcuni elementi della situazione hanno una forte influenza su di noi. -lo psicologo sociale si scontra con l’errore fondamentale di attribuzioni (si tende a spiegare i comportamenti sulla base dei tratti di personalità sottostimando l’influenza sociale) > spiegare il comportamento in termini di personalità può darci la sensazione di una falsa sicurezza Esperimento di Ross e Samuel (1993) •Variabile dipendente: adozione di strategia cooperativa vs strategia competitiva •scelta di studenti ritenuti adatti per la cooperativista e la competitività •variabile indipendente: nome del gioco —> wall street game vs community game Una metà delle persone cooperative e competitive hanno giocato ad un gioco e l’altra metà all’altro. L’effetto più importante è stato della variabile sociale e non della personalità (non conta il carattere del soggetto ma le regole del gioco,la situazione sociale influenza il carattere) > Anche elementi apparentemente ininfluenti possono essere determinanti (come il nome del gioco) - potere della situazione Comportamentismo —> per comprendere il comportamento umano bisogna focalizzarsi sulle cose fornite dall’ambiente -nasce da osservazioni su specie animali -ricompense e punizioni derivanti dall’ambiente determinerebbero il comportamento umano (come ipotizzato dallo psicologo comportamentista Skinner) Per gli psicologi sociali il comportamento non è influenzato direttamente dalla situazione ma dall’interpretazione della stessa. —> Psicologia della Gestalt É fondamentale il modo (soggettivo) con cui le persone interpretano le situazioni sociali. L’interpretazione della realtà è importante (realismo naïve - tipo speciale di interpretazione - ossia ogni parte ritiene dare l’interpretazione della situazione più giusta). Motivi per cui ci forniamo un’interpretazione soggettiva: 1. Bisogna di autostima —> tutti hanno bisogno di percepirsi come persone di valore, per difendere l’autostima l’uomo inconsapevolmente altera la realtà per preservare una buona immagine di sé Esempio: -una coppia divorzia dopo decenni matrimonio a causa della gelosia del marito -il marito non ammette la verità -diminuiscono le probabilità di imparare dall’esperienza e il marito nel suo nuovo matrimonio creerà probabilmente stessi problemi 2. Bisogna di accuratezza —> soggetto vuole leggere in modo preciso le situazioni per selezionare, interpretare le informazioni e prende delle decisioni (la cognizione sociale si occupa di questo studio). 2. La cognizione sociale > gli individui sono molto abili di quest’ultima. Il pensiero del soggetto può essere: -controllato -automatico (guida l’interpretazione di situazioni che non si conoscono). Questo tipo di pensiero è involontario dove si interpretano situazioni nuove riprendendo esperienze precedenti > quest’ultime si trovano all’interno di schemi mentali che facilitano la conoscenza. Le loro funzioni sono: semplificare la realtà, aiutano ad organizzare le informazioni,aiutano a interpretare le situazioni per darle un senso. (Le persone prive di questi schemi soffrono di una malattia neurologica chiamata sindrome di korsakov, affrontano ogni situazione se fosse nuova) Spesso ciò che vediamo è privo di ambiguità e non ci occorrono schemi; più le informazioni sono ambigue più è probabile che utilizziamo gli schemi. e Aristotele (concentrata sulle leggi che governano gli oggetti indipendentemente dal contesto). Le persone di ogni cultura sono capaci di pensare in maniera olistica e analitica ma l’ambiente in cui vivono (o ambiente oggetto di priming) stimola l’attivazione di uno dei due stili. La cognizione sociale controllata Pensiero pensiero controllato —> pensiero conscio intenzionale volontario e richiede sforzi (questo pensiero si può attivare rispetto ad una cosa per volta). Pensiero controllato il libero arbitrio > la possibilità che abbiamo di decidere noi le azioni da compiere sono influenzate anche dal pensiero automatico di cui non siamo consapevoli (illusione di libero arbitrio). Esempio: supponiamo di riposarci sul divano e di avere un pensiero improvviso di voglia di gelato. Apriamo il frigo e prendiamo il gelato. Ma forse il desiderio di un gelato si è manifestato inconsciamente, questo desiderio inconscio guida il pensiero conscio di volere un gelato sia la decisione di alzarsi e aprire il frigorifero. Pensiero controfattuale —> ragionamento su cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate diversamente (es. se solo non avessi cancellato la prima risposta che avevo dato avrei passato l’esame). Questi tipi di pensieri influenzano le reazioni emotive agli eventi. Questo pensiero è conscio e richiede sforzi ma non è sempre intenzionale o volontario. Il pensiero contrattuale può essere positivo (se si concentra sugli aspetti aspetti che possono aiutare le persone nella gestione della loro vita futura) o negativi (se porta al concentrarsi ripetuto degli aspetti negativi della vita, può contribuire alla depressione). Come potenziare il pensiero umano Se si vuole potenziare il pensiero umano un ostacolo potrebbe essere l’eccessiva fiducia —> un esempio possono essere gli errori di pianificazione (la tendenza ad essere troppi ottimisti per completare un progetto). I tipi di ragionamento statistici, però, possono migliorare la pianificazione. 3.La percezione sociale (lo studio del modo in cui creiamo impressioni e i giudizi sugli altri e cerca anche di spiegare perché l’individuo si comportano in un certo modo) La comunicazione non verbale—> modo in cui le persone comunicano senza parole. Ci aiutano a esprimere le nostre emozioni, atteggiamenti, personalità (e a percepire quelle altrui). Canali + utilizzati: espressioni, tono della voce, gesti, posizioni e movimenti del corpo, l’uso del tratto e lo sguardo. Esprimere le emozioni con il viso Espressioni del volto = aspetto più importante della comunicazione non verbale Darwin —> la sua ipotesi svolta sull’espressione del volto e che tutti gli esseri umani esprimono (o codificano) queste emozioni allo stesso modo e tutti gli esseri umani possono interpretare (o decodificarle) con precisione. Sei principali forme di espressione delle emozioni: rabbia, felicità, sorpresa, paura, disgusto e tristezza. Altri stati emotivi che vengono comunicati con espressioni facciali: disprezzo, ansia, vergogna, orgoglio e invidia (l'orgoglio esiste in tutte le culture e implica un’espressione facciale, la postura del corpo e alcuni gesti). Esperimento tracy e matsumoto Hanno studiato l’orgoglio e la vergogna attraverso l’espressione spontanea di atleti che avevano vinto perso. -l’orgoglio era associato alla vittoria -la vergogna associata alla sconfitta (con eccezione degli atleti provenienti dagli Stati Uniti e dall’europa occidentale poiché la vergogna è un’emozione negativa e che quindi tendevano a nasconderla). Ragioni per le quali la decodifica risulta complessa: -emozioni miste -la stessa espressione può avere implicazioni diverse in base al contesto -la cultura (gli individui sono più bravi a decodificare le espressioni facciali dei membri del proprio gruppo etnico) La cultura e i canali della comunicazione non verbale Esistono le regole di esibizione, diverse per ciascuna cultura, che prescrivono quali tipi di espressione emotiva vadano mostrati (es. le norme culturali americane scoraggiano gli uomini a manifestare dolore mentre lo consentono alle donne). (Regole occidentali differenti da quelle orientali). Altri canali di comunicazione non verbale influenzati dalla cultura: -contatto visivo e sguardo (es. nella cultura americana si diventa sospettosi quando una persona non guarda negli occhi mentre in altre parti il contatto visivo è irrispettoso) -modo in cui le persone si posizionano nei confronti dell’interlocutore (grandi differenze fra le varie culture a proposito dell’uso dello spazio, es. gli Stati Uniti sono una cultura a basso contatto mentre il Sudamerica ad alto contatto) -emblemi > gesti chiari e comprensibili, non sono universali poiché ogni cultura ne crea di propri Le prime impressioni: veloci ma durevoli Ci facciamo un’impressione iniziale degli altri a partire soltanto da aspetti fisici (es. L’altezza può determinare il guadagno, persona alta = stipendio alto). Gli schemi quando possediamo un numero limitato di informazioni provvedono a riempire gli spazi vuoti —> teoria implicita di personalità (è il modo in cui formiamo le impressioni sugli altri). Questa teoria è costituita dalle nostre idee riguardanti i tratti di personalità che si accordano fra loro (sulla base di tratti centrali vengono organizzate molte informazioni, es. persona calda anche socievole). Quando formiamo un’impressione veloce usiamo due schemi: calore umano e competenza (indicano di quali persone possiamo fidarci o no). Inoltre, le impressioni sono influenzate dall’ordine in cui si ricevono: effetto primacy, effetto recency (le informazioni iniziali influenzano di più). Quando le impressioni sono durature, spesso entra in gioco la credenza della perseveranza > rimanere convinti delle conclusioni iniziali anche se una serie di informazioni ci dicono il contrario. Le teorie implicite di personalità hanno una forte componente culturale. Ad esempio: nella cultura occidentale quando si parla di personalità artistica si fa riferimento ad una persona che ha creatività,passione; i cinesi non possiedono uno schema per il tipo artistico > i cinesi hanno delle categorie di personalità che noi non abbiamo, come ‘shi gu’ fa riferimento a chi ha il culto della famiglia è ben inserito nella società. Esperimento L’ipotesi è che queste teorie culturali della personalità influenzano il modo in cui le persone creano le impressioni sugli altri. VD > storie di tipo artistico/shi gu VD >descrizione in inglese/cinese VI > anglosassoni bilingue. -le versioni in inglese vennero date date a un gruppo che parlava solo inglese è un gruppo di bilingui -l’altro gruppo di bilingui ricevette le versioni scritte in cinese - i ricercatori dovevano mettere prescritto le impressioni sui personaggi delle storie Leggendo le storie in inglese i madrelingua inglesi formavano impressioni coerenti con il tipo artistico i risultati opposti vennero mostrati dai bilingui che lessero le descrizioni in cinese —> la lingua ha veicolato l’applicazione degli schemi. > Decodificare i comportamenti non verbali e collegarli alle teorie implicite di personalità è un processo automatico, spesso non ne siamo consapevoli. Teorie dell’attribuzione —> riconosciuta Heider, raffigura le persone come degli scienziati che cercano di comprendere il comportamento degli altri unendo varie informazioni finché non arrivano a una spiegazione. - attribuzione interna: disposizionale (spiegazione che riconosce il carattere interno di un comportamento) - attribuzione esterna: situazionale (spiegazione riconoscere il carattere esterno del comportamento, la situazione) Il modello della covariazione —> teoria di kelley: mentre formuliamo un’attribuzione, raccogliamo dati che ci possono aiutare a formulare un giudizio sulle cause del comportamento altrui. Secondo kelley esistono tre tipi fondamentali di informazioni: consenso, specificità, coerenza. > Esempio X spiegarle Durante il lavoro part-time in un negozio osserviamo il proprietario che urla e sgrida alla commessa, senza accorgercene ci poniamo la domanda se la ragione riguardi il proprietario o la situazione che lo circonda. Attore = capo (obbiettivo dello sforzo attribuzionale) Stimolo = commessa che riceve l’azione Concetto di sé = insieme delle credenze che le persone hanno riguardo ai propri attributi personali Influenze culturali nella definizione di sé La cultura in cui cresciamo esercita un’influenza importante sulla definizione del nostro sé: -visione di sé indipendente (cultura occidentali) > un modo di definirsi in termini individuali tralasciando gli altri -visione di sé interdipendente (culture non occidentali) > si valorizzano le relazioni tra le persone tenendo conto che il comportamento del singolo è determinato, spesso, dai pensieri degli altri Le 4 funzioni del sé: conoscenza di sé (come capiamo chi siamo), autocontrollo (come prendiamo decisioni), controllo delle impressioni (come ci presentiamo agli altri), autostima (come cerchiamo di mantenere un’immagine positiva di noi stessi). 1.conoscere sé stesso L’introspezione è risorsa che ci porta in modo diretto alla conoscenza di sé > consiste nel guardarsi dentro ed esaminare le informazioni interne che solo noi abbiamo. Teoria della consapevolezza di sé = secondo questa teoria quando ci focalizziamo su noi stessi valutiamo e confrontiamo il nostro comportamento presente rispetto alle regole interne. -può portare sensazioni piacevoli o spiacevoli (molto spesso gli individui per scappare da se stessi mostra comportamenti pericolosi, es. abuso di alcol devia temporaneamente pensieri negativi). -può aiutarci a stare lontano dai guai (la consapevolezza ricorda le regole morali). Un’altra funzione dell’introspezione è cercare di capire perché ci sentiamo in una certa maniera. Fenomeni = “ dire più di quanto si può sapere” si danno spiegazioni, ai sentimenti o ai comportamenti, al di là di quanto una persona può effettivamente sapere (teorie apparentemente logiche che in realtà possono non essere giuste). > teorie causali (le cose dedotte con gli schemi non sono sempre corrette) La teoria dell’autopercezione —> afferma che quando i nostri comportamenti sono incerti gli inferiamo osservando il nostro comportamento alla situazione in cui ci troviamo (usiamo il comportamento come guida per capire i sentimenti). La teoria bifattoriale delle emozioni —> se proviamo eccitazione, cerchiamo di capire la causa. La comprensione dei nostri stati emotivi richiede due stadi: a) Dobbiamo provare un’eccitazione (il nostro corpo subisce un’alterazione), b) Dobbiamo cercare una spiegazione adeguata (capire quale emozione stiamo provando). I nostri stati emotivi non si presentano automaticamente etichettati ma usiamo le informazioni presenti nella situazione per attribuire le ragione della nostra eccitazione. Esperimento V1 = livello di eccitazione (epinefrina vs placebo) V2 = spiegazione emotiva (presente vs assente) -alcuni soggetti ricevettero l’ epinefrina (farmaco che prova eccitazione), L’altra metà ricevette un placebo (privo di effetti). -lo sperimentatore successivamente consegnò a ciascuno un questionario da compilare, con alcune domande inappropriate e offensive -i partecipanti che ricevevano l’epinefrina, vedevano reagire furiosamente l’altro (in realtà complice dello sperimentatore), si sentivano eccitati per la stessa rabbia. Un’altra dimostrazione: Gli sperimentatori cercano di impedire alle persone di provare rabbia informandoli che avevano ricevuto l’epinefrina. Quando i soggetti iniziarono a provare quelle reazioni fisiche impedirono che la ragione non era la rabbia ma l’effetto del farmaco. Di conseguenza questi individui non reagirono con rabbia questionario. > le persone ricercano le spiegazioni più plausibili per l’eccitazione che avvertono, MA: non sempre è facile interpretare l’eccitazione, spesso eccitazione riconducibile a più cause. L’attribuzione errata di eccitazione Quando l’eccitazione è riconducibile a più cause si può verificare un’attribuzione errata di eccitazione, con la quale le persone compiono attribuzioni sbagliate sulle sensazioni che provano. Esperimento -i partecipanti tutti uomini si trovano a visitare un parco -una bella ragazza si avvicina con alcune scuse, e lascia il suo numero di telefono ai partecipanti (se gli uomini erano eccitati per ragioni estranee potevano erroneamente credere che l’eccitazione derivasse dall’attrazione della ragazza) -una metà degli uomini si trovavano ad attraversare un ponte traballante colpito da raffiche di vento (rendeva le partecipanti a sentirsi più eccitati), subito dopo incontravano la ragazza -l’altra metà degli uomini dopo la attraversamento del ponte avevano il tempo per riprendersi, successivamente si presenta la ragazza Nella prima condizione parte dell’eccitazione provata sul ponte verrà erroneamente attribuita all’attrazione per la ragazza. Infatti, la prima metà degli uomini (ponte traballante) richiamarono la donna mentre nell’altra metà solo pochi uomini la richiamarono. Motivazione intrinseca vs estrinseca Uno dei primi è fondamentali principi della psicologia è il rinforzo positivo: spiega che dare una ricompensa ogni volta che accade un certo comportamento porterà ad aumentare la frequenza del comportamento stesso. Motivazione intrinseca: desiderio di fare una certa cosa perché la si trova piacevole e non per avere una ricompensa. Motivazione estrinseca: desiderio di fare una certa attività per ricompense e non perché la si trova piacevole. Quando si sostituiscono motivazioni intrinseche con quelle estrinseche (quando chiama già la lettura viene ricompensato), induce gli individui a perdere interesse per l’attività che inizialmente era piacevole. > effetto di sovragiustificazione (le persone si concentrano sulle ricompense e sottostimano il loro interesse per il comportamento). Esperimento Dei maestri delle scuole elementari spiegavano gli studenti quattro nuovi giochi matematici e nei successivi 13 giorni osservavano per quanto tempo ogni bambino giocasse con ciascuno di essi. -inizialmente i bambini provavano interesse intrinseco per i giochi -dopo viene introdotto un programma di ricompense dove i bambini potevano guadagnare trofei se passavano più tempo con quei giochi (i bambini chiaramente iniziano a giocarci di più) -Quando questo programma terminava, i bambini non ricevevano più alcuna ricompensa, smettevano di giocarci indebolendo l’interesse intrinseco che provavano inizialmente (ipotesi della sovragiustificazione) > Le ricompense annullarono l’interesse intrinseco verso i giochi tanto che alla fine dell’esperimento nessuno ci giocava più Il tipo di ricompensa fa la differenza: -ricompense contingenti al compito (le persone le ottengono solo per avere eseguito un compito) -ricompense contingenti alla prestazione (Le quali dipendono dalla bravura con cui la persona svolge un compito) > questo tipo di ricompensa a meno probabilità di diminuire l’interesse per un compito anzi può aumentarlo. “Mindsets” e motivazione La percezione di sé influenza la motivazione (ossia il modo con cui percepiamo le nostre doti e le nostre abilità), alcune persone ritengono che la loro abilità siano immutabili: o ci sono o non ci sono. > “fixed mindset” —> l’idea che possediamo una quantità determinata di abilità e non può modificarsi (queste persone dopo un insuccesso sono più propensa a rinunciare). > “growth mindset” —> l’idea che i nostri successi siano risultato di duro lavoro (queste persone vedono gli insuccessi come un’opportunità di miglioramento) Usare le altre persone per conoscere se stessi Il concetto di sé è modellato dalle dalle persone che ci circondano. La teoria del confronto sociale —> un modo per giungere a conoscere noi stessi il confronto con gli altri. Si basa su due importanti: a) quando mettiamo in atto il confronto sociale (quando avvertiamo in sicurezza); b) con chi scegliamo di farlo, esistono tre confronti sociali. -confronto verso l’alto (ossia confrontarci con persone più dotate di noi, ma questo potrebbe farci sentire inferiori) -confronto con i simili (ossia confrontarci con chi ha un’esperienza simile alla nostra) -confronto verso il basso (ossia confrontarci con persone che sono peggio di noi rispetto ad una certa abilità, sentendosi meglio). Questo confronto lo facciamo anche con un sé passato. Conoscere noi stessi attraverso gli occhi degli altri Sè rispecchiato —> vediamo noi stessi e il mondo mediante gli occhi degli altri e spesso adottiamo quelle opinioni (cioè particolarmente vero quando due persone vogliono andare d’accordo tra di loro). > questa sintonizzazione sociale (processo mediante il quale le persone adottano gli atteggiamenti di un altro) si può verificare anche quando si incontra qualcuno per la prima volta e con il quale si vuole andare d’accordo (può avvenire anche inconsciamente). 2.il controllo di sé (autocontrollo) Questa funzione del sé, chiamata esecutiva, dirige le scelte su cosa fare nel presente e fa progetti per il futuro, pianificando a lungo termine. -un terzo delle ragazze venne sottoposto ad uno screening severo (erano obbligate a leggere ad alta voce elenco di parole oscene, di fronte a un ricercatore uomo) -un altro terzo dei soggetti subì una procedura leggera (dovettero leggere l’elenco di parole oscene che erano riferite al sesso) -l’altro terzo viene ammesso al gruppo senza alcuno screening L’incontro era stato concepito per essere il più noioso possibile. Alla fine dell’incontro venne chiesto a ciascuna delle partecipanti di giudicare in termini di gradimento e di interesse l’incontro. -le partecipanti che avevano compiuto pochi o nessuno sforzo per entrare nel gruppo non si appassionano affatto e giudicano l’incontro noioso e una perdita di tempo -i soggetti sottoposti a un severo screening si convincono che l’incontro offriva spunti interessanti e pertanto viene considerato una bella esperienza. “Coenterattitudinal behaviour” —> si verifica quando le nostre azioni entrano in conflitto con le nostre credenze, come accade quando esprimiamo un’opinione in contraddizione con quello che pensiamo davvero. La nostra cognizione, dell’importanza di non arrecare dolore alle persone che amiamo, fornisce una valida giustificazione esterna per la nostra menzogna (esempio: la nostra amica compra un abito molto costoso e ci chiede un parere, stiamo per dirle che le sta malissimo, ma pensiamo che in fondo la nostra amica sia felice e che se le rivelassimo le nostre impressioni finiremo per farla arrabbiare, così decidiamo che di dirle che il suo vestito ci piace). Giustificazione interna > avviciniamo le due cognizioni dissonanti (se la nostra amica è ricca non si preoccupa di aver buttato i soldi in un vestito che è meglio che non indossi e quindi noi avvertiamo dissonanza se continuiamo evitare di dirle la nostra opinione). Esperimento Festinger 1959 ? Il “counterattitudinal behaviour” è stato utilizzato per cambiare diversi atteggiamenti delle persone, dai pregiudizi alle pratiche dannose come la bulimia. Quando chiediamo a qualcuno di farci un favore nel tentativo di piacere a lui, quest’ultimo utilizzerà una giustificazione interna per essersi comportato in modo gentile nei nostri confronti (giustificare le proprie azioni). Anche il contrario è vero: se facciamo del male a qualcuno per ridurre la minaccia all’immagine che abbiamo di noi tendiamo a giustificarci umiliando la vittima (giustificazione della crudeltà) > in casi estremi come in guerra molti sono convinti che la vittima o il nemico abbiano meritato tutto quello che accade loro perché non sono esseri umani. Giustificare le nostre azioni immorali: un’altro tipo di counterattitudinal behaviour quando decidiamo di agire contrariamente alle nostre credenze morali esempio: copiare agli esami. Dilemma tra copiare all’esame (azione immorale) e non copiare (azione morale). Se mi comporto bene (non copio) massimizzo gli aspetti negativi di un’azione immorale. Se mi comporto male (copio) minimizzo gli aspetti negativi. Evitate tentazioni Ogni membro della società si trova continuamente in situazioni in cui è minacciato di essere punito dalla legge se si rifiuta di seguire le regole. Pena pesante > sufficiente giustificazione esterna nell'astenersi da un determinato comportamento. Minaccia leggera > minore giustificazione esterna (maggiore è il bisogno di una giustificazione interna) > pena insufficienze Esperimento -lo sperimentatore indicò il giocattolo che risultava più gradito e disse ai bambini che non potevano giocarci -metà dei bambini subì una minaccia leggera in caso di disobbedienza e l’altra metà una più pesante -nessuno dei bambini gioca con il giocattolo -i bambini che avevano ricevuto una pesante minaccia avevano un’ampia giustificazione: sapevano perché non avevano giocato con il giocattolo e pertanto non modificano il loro atteggiamento verso di esso (continuano a desiderarlo molto) -bambini nella condizione di minaccia lieve non avendo una giustificazione esterna per essersi astenuti dal giocare col giocattolo, trovavano una giustificazione interna (si convincono di non aver giocato con il giocattolo perché non gli piaceva). Riducono così la dissonanza nel non giocare con un bel giocattolo. > se vogliamo che una persona si impegni a cambiare un certo atteggiamento minore sarà la punizione maggiore sarà il cambiamento finale del comportamento ottenendo un effetto permanente. Il paradigma dell’ipocrisia Comprendere l’autogiustificazione ci aiuta a spiegare il fenomeno dell’ipocrisia —> gli ipocriti giudicano gli altri più aspramente di quanto facciano le persone che non hanno commesso quello stesso atto e immorale, vedendo più lati negativi negli altri e più lati giusti e positivi insieme stessi. Ipocrisia indotta: rende le persone consapevoli della dissonanza tra quello che fanno e quello che dicono agli altri di fare (è stata applicata un gran gran numero di problemi problemi come smettere di fumare applicare o la crema solare per prevenire tumori della pelle,ecc.). la risonanza è presente in molti parti del mondo anche se non assume la stessa forma. Sviluppi recenti della teoria della dissonanza cognitiva La teoria dell’auto affermazione —> secondo questa teoria le persone possono ridurre la dissonanza focalizzandosi e confermando la loro competenza in qualche aspetto non collegato alla minaccia (un fumatore potrebbe ammettere di sbagliare continuando a fumare, ma ricordarsi di essere un bravo cuoco o un amico meraviglioso). Queste giustificazioni sono importanti perché cercano di ridurre la dissonanza cognitiva in quanto minaccia l’autostima. La risonanza nelle relazioni interpersonali: la teoria del mantenimento dell’autovalutazione Secondo questa teoria, le persone sperimentano dissonanza nelle relazioni quando si verificano tre condizioni: -ci si sente vicini all’altra persona -che è migliore di noi sotto un certo aspetto -centrale per la nostra autostima X ridurre tale dissonanza possiamo cercare di cambiare una di queste tre componenti: -prendere distanza dalla persona -cercare di migliorare in un’altro ambito -sabotare performance dell’altro Riflessioni conclusive sulla dissonanza e sull’autostima La riduzione della dissonanza è volta a difendere la nostra autostima, può comportare pericoli: tendiamo a giustificare il nostro comportamento non imparando mai dai nostri errori. > Bisogna imparare a esaminare il nostro comportamento in modo oggettivo, Non giustificando il nostro errore e cercando di correggerlo. Il narcisismo e i pericoli di una stima eccessiva Molti di noi hanno un’alta autostima, che ci permette di evitare la depressione, e come dimostrato dalle ricerche sulla “terror management theory”, di proteggerci da pensieri di morte. Ma esiste una forma eccessiva di autostima, il narcisismo —> viene definito come un eccessivo amore di sé, quest’ultimi raramente analizzano in modo critico i loro comportamento e così non imparano dai loro errori Un’autostima alta è un bene in quando rende le persone ottimiste riguardo al futuro ma il narcisismo è la forma di alta autostima problematica. Combinazione migliore > sentirsi bene con te stessi ma essere in grado di imparare dai propri errori e prendersi cura degli altri. Influenza sociale (dispensa,capitolo 7) Gordon Allport definisce la psicologia sociale come lo studio dei processi di influenza. Storia La storia delle ricerche sull’influenza sociale in psicologia sociale può essere definita come la storia psicosociale del Novecento (grandi catastrofi umane e disastrosi fallimenti). Gli studi sull’influenza raccontano un contesto culturale e scientifico che prova a comprendere il dramma della Shoah (sterminio di Ebrei che vennero deportati nei campi di concentramento e uccisi dai nazisti del Terzo Reich con la complicità di altri governi come quello fascista Italiano). dramma di proporzioni così vaste aveva dunque spinto a interrogarsi sulle motivazioni alla base del fiorire di tante dittature sanguinose (in particolare Germania e in Italia) con un così grande consenso popolare. L’influenza sociale non è né un bene né un male, è un processo psicosociale che può trasformarsi a seconda dei casi. 2 diti di influenza sociale (distinti da Deutsch e Gerard): 1. Influenza informativa —> entra in gioco quando l’individuo, in condizioni di incertezza, fa affidamento sugli altri (desiderio di essere nel giusto e pensa che gli altri possano aiutarlo). 2. Influenza normativa —> le persone adeguano le proprie idee/comportamenti alle aspettative altrui (desiderio di evitare l’esclusione sociale e ottenere il massimo vantaggio nei rapporti con gli altri). > in entrambi i casi si aderisce alle idee/comportamenti altrui ma i bisogni motivazionali alla base di queste adesioni sono differenti. - convergenza moderata: fattori motivazionali (concessioni reciproche ed adattamento); fattori cognitivi (considerazione della stima altrui per esprimere la propria). - convergenza polarizzata: (decisioni più polarizzate), si prendono decisioni più rischiose in gruppo rispetto a quando si è soli (è chiamato spostamento del rischio). Effetto contagio: avviene all'interno delle folle, quando emozioni e comportanti si diffondono nella folla (da qui deriva la malattia psicologica di massa, ovvero il diffondersi in modo epidemico di sintomi fisici, privi di una vera causa, in un gruppo di persone). Effetto nocebo (nocebo vs placebo) 2 fattori che agiscono congiuntamente: -risposta attesa -modellamento Le norme sociali del gruppo dettano quali sono i comportamenti, chi non li segue è considerato un deviante. Gli esseri umani sono una specie sociale: con le interazioni con gli altri ricevano sostegno emotivo, affetto e amore. I membri devianti sono spesso rifiutati dagli altri (bullismo). —> l’influenza sociale normativa si manifesta quando l’influenza altrui ci comporta a conformarci per essere accettati. Esperimento di Asch (1951-1956) Asch > “studiare le condizioni sociali e personali che inducono l’individuo a resistere o a conformarsi alle pressioni del gruppo quando il gruppo esprime un parere contrario all’evidenza percettiva”. L’esperimento: un individuo doveva svolgere (all’interno di un gruppo) un compito ovvero individuare quale, tra 3 linee rette di differente dimensione, fosse uguale a un’altra linea presa come campione. -ai partecipanti fu chiesto di fare 18 valutazioni -gruppi di 8 partecipanti -all’interno di ogni gruppo era presente un solo soggetto critico (ossia inconsapevole), mentre le altre persone erano collaboratori e dovevano rispondere dando 12 risposte palesemente errate. -il soggetto ignaro di tutto, penultimo a dover parlare, si trovava esposto a una maggioranza che esprimeva un giudizio contrario all’evidenza percettiva. Risultati —> nel gruppo di controllo (cioè dove non c’erano complici dello sperimentatore) i giudizi errati erano stati pochissimi, nei gruppi sperimentali le valutazioni errate della maggioranza avevano influenzato circa un terzo dei partecipanti. Si arrivò alla conclusione che le pressioni normative (anche se da parte di estranei) portavano alla COMPIACENZA, cioè l’adesione pubblica senza l’accettazione privata. Esperimento di Crutchfield (1955) Variante dell’esperimento di Asch: no incontro faccia a faccia tra i soggetti > l’obiettivo era quello di testare se i risultati si replicavano anche quando il gruppo non era fisicamente presente. -I partecipanti vennero fatti sedere in cabine individuali affiancate e dovevano esprimere il loro giudizio su uno stimolo che veniva proiettato. -non potevano parlare tra di loro -nelle cabine grazie a strumenti luminosi le persone potevano conoscere l’opinione degli altri (in realtà erano segnali inviati dallo sperimentatore uguale per tutti) -a tutti gli individui veniva fatto credere che erano gli ultimi a effettuare la valutazione Risultato —> si confermó il fenomeno rilevato da Asch: nonostante non ci fosse l’interazione faccia a faccia, il conformismo apparve lo stesso non solo rispetto a determinati compiti ma anche riguardo opinioni o atteggiamenti. A partire dalle ricerche di Asch,si fecero molte ricerche per comprendere i fattori che facilitano o ostacolano l’influenza della maggioranza. Ma i due fattori più importanti: 1. DISCREPANZA = Asch aveva constatato che aumentando la discrepanza tra il giudizio della maggioranza e la realtà dei fatti (ossia la maggioranza esprimeva una valutazione molto contrastante con l’evidenza) diminuiva la tendenza ad arrendersi alla maggioranza. Un aumento lieve della discrepanza comporta un aumento equivalente dell’influenza,mentre, quando la discrepanza supera una certa soglia, l’influenza della maggioranza diminuisce, scomparendo nei casi di discrepanza estrema. È stato anche ipotizzato che il conformismo, nei casi di debole discrepanza, si basi soprattutto sull’influenza informativa, mentre nei casi di forte discrepanza sia prevalentemente fondata sull’influenza normativa. 2. L’UNANIMITÀ e SOSTEGNO SOCIALE = x Asch è il fattore più significativo > avere un minimo di sostegno (a differenza di essere soli) costituisce «la differenza psicologica fondamentale». Infatti, quando un collaboratore rispondeva in modo esatto prima del soggetto critico, si verificava un drastico calo dell'influenza maggioritaria. I motivi del conformismo motivi che spingono le persone ad aderire a una maggioranza: -quando gli individui pensano di essere meno esperti della maggioranza. Ci confrontiamo tra la nostra posizione e quella della maggioranza (Moscovici) > se non troviamo una spiegazione soddisfacente del nostro punto di vista, tenderemo a far prevalere il punto di vista della maggioranza (la cosiddetta euristica del consenso). -bisogno di proteggere o rafforzare l’immagine e la stima di sé. -bisogno fondamentale per gli esseri umani è il bisogno di appartenenza (timore della disapprovazione o di un’esclusione) > si scaturisce L’OSTRACISMO (imitazione dei comportamenti non verbali), le persone, dopo aver subito un’esclusione sociale, si conformano di + alla maggioranza (non è tanto l’attrazione per il gruppo ma la paura dell’esclusione). L’influenza della minoranza Con l’influenza della minoranza si ottiene il cambiamento sociale (influenza di gruppi senza potere) mettendo in discussione regole, credenze e opinioni. Minoranze: -inferiorità numerica -differenza di potere e stato (es. donne suffragette, no diritto al voto) -bassa rappresentanza numerica (ad es. un gruppo è più numeroso di un altro in un preciso contesto) -espressione di atteggiamenti. Se dunque la maggioranza rendeva conto del mantenimento dello status quo, le minoranze potevano spiegare i processi di cambiamento sociale. Studi di moscovici Moscovici sostiene che la forza delle minoranza sta: -nella loro capacità di attivarsi aprendo un conflitto con la maggioranza -nel modo di gestire tale conflitto La minoranza efficace mostra una coerenza sincronica e diacronica > mostrarsi coerente mantenendo una posizione durevole nel tempo. Secondo Moscovici sì il comportamento assunto da una minoranza incide sull’influenza. >Studio emblematico di Pèrez e Mugny -è stato chiesto a un gruppo di ragazze di leggere un testo a favore della legalizzazione dell’aborto (posizione contraria alla legge di quel paese, Spagna). -dopo la lettura le ragazze dovevano esprimersi non solo sull’aborto ma anche sulla contraccezione Risultati —> la maggioranza ha ottenuto più consenso rispetto all’aborto (influenza diretta); la minoranza ha avuto uno scarso impatto sull’aborto ma è riuscito a cambiare l’atteggiamento delle persone rispetto alla contraccezione (influenza indiretta). Il prevalere dell’influenza indiretta è stata definita conversione. Quest’ultima può assumere varie modalità: -il cambiamento può avvenire non subito, ma in tempi ritardati rispetto a quando la persona è stata esposta alla fonte -in modo trasposto (su uno stimolo o problema diverso; se pur collegato, rispetto a quello su cui la minoranza si è espressa) -in situazione privata (quando la fonte è assente e quando anche le altre persone non ne vengono a conoscenza) Un’altro modo per avvicinarsi indirettamente alla minoranza, anziché assumere le idee, è quello di adottare il comportamento,applicandolo una altri contesti —> si tratta dell’effetto modellante Differenze tra maggioranza e minoranza: - La maggioranza promuove il processo di confronto (le persone si focalizzano sulle differenze tra le loro posizioni e quelle degli altri, e sulle possibili conseguenze sociali) suscitano un modo di pensare convergente e infine è compiacente (influenza diretta) - La minoranza suscita un modo di pensare divergente (considera lo stimolo non solo dal punto di vista della fonte ma anche da altre prospettive), adotta un processo di convalida (le persone riflettono sull’argomento) ed è convergente (influenza indiretta) - vicinanza della vittima del crimine (la distanza permette di non vedere le vittime e così vengono considerate come “fronte avverso” da distruggere > fenomeno della deumanizzazione) - responsabilità personale (non è possibile prevedere la sottomissione all’autorità tenendo conto solo dei fattori situazionali, ma è necessario considerare anche quelli disposizionali,come la fiducia negli altri o provare empatia nei confronti degli altri. —> Milgram ha affermato che, pur non essendo riuscito a individuare fattori disposizionali, alla base dell’obbedienza della autorità vi sono differenze nella struttura della personalità. Critiche dell’esperimento di Milgram -inganno dei partecipanti -non c’era consenso informato -il compito arrecava disagio psicologico -non veniva detto ai partecipanti di poter interrompere -debriefing sino ad un anno dopo (la valutazione finale di un processo,es. che le scosse non veniva inflitte realmente venne scoperto dai partecipanti addirittura 1 anno dopo) Norme etiche della ricerca -consenso informato e libertà della ricerca -riservatezza e trattamento dati -evitare il rischio di danno permanenti o temporanei -protezione di chi partecipa alla ricerca -diffusioni delle ricerche in sedi scientifiche La dissonanza etica deriva dal fatto che i nostri comportamenti ci forniscono un’immagine di noi stessi non corrispondente a quella che vorremmo, producendo una serie di meccanismi di autoassoluzione e giustificazione per ridefinire quei comportamenti come corretti. 8. I processi di un gruppo, influenza nei gruppi sociali I gruppi sociali = insieme di 2/+ persone (che generalmente condividono lo stesso obbiettivo) che interagiscono reciprocamente e sono indipendenti, nel senso che sono spinti dai propri bisogni e obiettivi a influenzarsi reciprocamente. Perché le persone si riuniscono in gruppi? Entrare in relazione con gli altri soddisfa molti bisogni umani. In passato, stabilire dei legami con gli altri costituiva un vantaggio in termini di sopravvivenza, di conseguenza, il bisogno di appartenenza è diventato innato, ed è presente in tutte le culture: le persone sono motivate a formare relazioni con gli altri. Gli individui non solo hanno un forte bisogno di appartenere a un gruppo, ma anche di sentirsi distinti dai gruppi ai quali non appartengono. I gruppi ci aiutano a definire chi siamo. Essi, dunque, diventano una parte importante della nostra identità e stabiliscono anche delle norme sociali, che definiscono quale sia il comportamento accettabile. La natura dei gruppi: - Le DIMENSIONI > le dimensioni possono variare (la maggior parte dei gruppi tre i 3 e i 7 membri). Esso si fonda su interazioni reciproche tra i membri. - NORME SOCIALI > ogni società ha le sue norme che contengono i comportamenti accettabili, alcune sono condivise, mentre altre variano da gruppo a gruppo (sono specifiche). Le norme sociali si dividono infatti in prescrittive (ci dicono cosa dobbiamo fare) e proscrittive (ci dicono cosa non dobbiamo fare). Tuttavia quando le persone le violano troppo spesso, vengono rifiutate dagli altri membri e in casi estremi sono indotte ad abbandonare il gruppo (esclusione). - RUOLI SOCIALI > sono aspettative condivise in un gruppo riguardo al comportamento di alcune persone in particolare (i ruoli specificano come si debbano comportare le persone che ne occupano determinate posizioni). Inoltre i ruoli facilitano l’interazione sociale, permettendo agli individui di sapere cosa debbano aspettarsi l’uno dall’altro. - I RUOLI DI GENERE - LA COESIONE DI GRUPPO > si intendono le qualità che uniscono i membri di un gruppo e incoraggiano il reciproco gradimento. - LA DIVERSITÀ DI GRUPPO I gruppi e il comportamento Per comprendere il comportamento di un gruppo si deve osservare il modo in cui un gruppo condiziona e viene condizionato. —> una risposta ci viene degli scarafaggi: Esperimento Zajonc > studiare come il comportamento di questi insetti venisse influenzato dalla presenza di altri simili. Gli scarafaggi venivano posti in un corridoio al termine del quale vi era una luce intensa (stimolo fastidioso per loro), i ricercatori cronometrarono il tempo che gli scarafaggi impiegavano per fuggire dall’altra parte, in una scatola buia. Obbiettivo > accertare se gli insetti avessero compiuto questa azione più in fretta quando erano da soli rispetto a quando erano in compagnia. A tal scopo i ricercatori disposero altri scarafaggi come “spettatori”. Conclusione > i singoli scarafaggi svolgevano questo compito più velocemente quando si trovavano in presenza dei loro simili, piuttosto che quando erano da soli (il loro comportamento era facilitato dalla presenza di altri scarafaggi). La facilitazione sociale = finché il compito è relativamente semplice e facile da apprendere, la prestazione viene migliorata dalla presenza di altri.
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