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La Letteratura Giovanile: Sfida alle Scienze dell'Educazione - Prof. Piazza, Schemi e mappe concettuali di Letteratura

Il ruolo della letteratura giovanile nella complessità attuale dell'educazione, analizzando la sua influenza sulla vita dei lettori, le difficoltà epistemologiche interne, la trattazione della morte, il razzismo letterario e la critica a salgari. Inoltre, viene discusso il contributo umanistico della fantascienza e la carriera di jack london, con particolare attenzione ai suoi romanzi avventurosi come 'zanna bianca' e 'il tallone di ferro'. Una panoramica complessa e articolata delle opere di salgari e del loro impatto sulla letteratura e sulla società.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

In vendita dal 21/05/2024

alire
alire 🇮🇹

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Scarica La Letteratura Giovanile: Sfida alle Scienze dell'Educazione - Prof. Piazza e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura solo su Docsity! I CAPITOLO - EPISTEMOLOGIA DELLA LETTERATURA GIOVANILE 1. LA LETTERATURA GIOVANILE, SFIDA ALLE SCIENZE DELL'EDUCAZIONE Quasi sempre un libro incide sulla vita personale a prescindere dalle intenzioni dell'autore e del lettore. Quello che ci si chiede è se la letteratura giovanile incide o meno sul fare scienza o sul conoscere sul e per l'educazione nell'attuale complessità contestuale e all'interno di processi innovativi parecchio accelerati. La letteratura giovanile affronta alcune difficoltà: - Difficoltà operative, in quanto la vita dei giovani è immersa nelle strumentazioni tecnologiche, nella formazione di docenti ed educatori la ricerca pedagogica fa riferimento alle tecnologie e non alla letteratura e perché non è semplice stare al gioco del mercato editoriale: - Difficoltà cultural-epocali, poiché è avvenuta la scomparsa dell'infanzia e della fanciullezza, vi è un’omologazione adultistica della vita e vengono per lo più trattate tematiche di devianza e situazioni relazionali difficili. - Difficoltà epistemologiche interne poiché anche se si parla di letteratura per l'infanzia si fa riferimento ad un campo ben più vasto, in sede accademica è vista in modo marginale tra letteratura e didattica e perché si parla di "letteratura di" quindi come rispecchiamento psico-sociologico-epocale› della condizione giovanile e non "per" quindi finalizzata alla formazione. Per tali difficoltà la letteratura giovanile rimane una sfida alle scienze dell'educazione. Possono essere evidenziate 4 sfide. La prima riguarda l'interrogarsi sui processi di inculturazione e socializzazione primaria. La letteratura giovanile può costituire fonte di arricchimento sia quanto alla trasmissione dei valori e di condotta morali sia sul piano delle conoscenze culturali di base. La seconda sfida riguarda l'aspetto strumentale nel senso che la letteratura giovanile può essere un medium pedagogico, che arricchisce le competenze del saper leggere, comprendere quanto si leggere, quanto si vive e a sapersi esprimere. La terza fa riferimento alla relazione educativa, che si può venire a creare tra libro e lettore. Infine, la quarta riguarda il fatto che la letteratura possa essere stimolo per la riflessione e la ricerca pedagogica. La letteratura giovanile costituisce una pedagogia in atto perché intenzionalmente o meno, è mossa da impartire una buona educazione. Nella ricerca pedagogica, la letteratura può entrare a diversi livelli: - Rilevativo di tendenze, cioè una fonte informativa non scientifica per la conoscenza della condizione infantile. - Metodologico, può insinuare strategie a misura di bambino. - Teorico-epistemologico, la letteratura giovanile può educare ad essere attenta alle ragioni del cuore, ad utilizzare l'empatia. - Strategia interdisciplinare, spinge le scienze dell'educazione ad apire i propri confini, a ricercare strategie, nuove argomentazioni. 2. UNA DISCIPLINA DI FRONTIERA Paruolo definisce la letteratura per l'infanzia come una disciplina di frontiera o di confine, che si pone come punto di intersezione tra più saperi, abbracciando un territorio di frontiera vastissimo e in continuo mutamento. Per questo, ha necessità di aprirsi ad un insieme di saperi; sicuramente la psicologia, per comprendere come avviene l'avvicinamento del giovane al libro, la filosofia, d'altronde i primi a porsi grandi domande sono proprio i bambini (philosophy for children), le tradizioni popolari che trattano segni della cultura e della civiltà contadina e infine la didattica, in quanto la scuola deve mettere in atto percorsi e metodi per avvicinare i ragazzi alla lettura. Si tratta, quindi, di una letteratura che è indirizzata ad un pubblico specifico, con rispettive esigenze, sogni, idee. La scrittura di questi testi che avviene nell'adulto ovviamente trasmetterà sensazioni ai bambini e quindi si tratta di una letteratura di tipo valoriale. Inoltre, oggi i bambini sono esposti a una varietà vastissima di eventi planetari, emigrazione, problemi ambientali, allarmi ecologici e per questo la letteratura per l'infanzia non deve essere solo gioco ma anche presa di coscienza del mondo e percorso di formazione. II. CAPITOLO - LETTURA, PROCESSI FORMATIVI E SVANTAGGIO SOCIO-CULTURALE Il libro ha molteplici valenze formative, tra queste si presenta anche come uno strumento di riscatto da situazioni di inferiorizzazione sociale e culturale, di elevazione personale e di ampliamento degli orizzonti cognitivi. E uno strumento di crescita culturale e potenziamento linguistico, in quanto favorisce l'acquisizione della parola, quella su cui insiste Don Milani affermando che Ogni parola che non conosci è una fregatura in più, una pedata in più che avrai nella vita". E se ci si chiede se il computer è in grado di superare la valenza del libro, la risposta è negativa poiché il libro rimane un mezzo per allenare i processi cognitivi e migliorare le proprie abilità di espressione delle impressioni. Nonostante è evidente quanto la società sia mutata, i valori autentici vanno salvaguardati e trasmessi. III CAPITOLO - LA SCRITTURA PER RAGAZZI E LE LOGICHE EDITORIALI 4. LE ILLUSIONI DELLO SCRITTORE E I MECCANISMI EDITORIALI La figura dello scrittore purtroppo risulta poco valente, in quanto spesso i giovani si chiedono quanto si guadagni e nello scoprire che vi sono tante condizioni che incidono negativamente e non è un mestiere che rende ricchi. Inoltre spesso le case editrici creano problemi agli autori ostacolando le pubblicazioni. Altro problema sta nella presenza di autori non professionisti che riempiono le pagine piuttosto che strutturare storie e per questo poi risultano, vuote di senso. Lo scrittore non è, dunque, colui che scrive ma colui che sa farsi leggere, con incipit, suspence. Quanto alla scuola, spesso gli insegnanti si servono di biblioteche obsolete che ospitano libri foderati che non permettono ai ragazzi di utilizzare e servirsi in modo efficace del libro. La lettura collettiva costituisce per la classe un momento in cui tutti leggono per il piacere della lettura e non per fare analisi e riassunti. È necessario avvicinare il bambino alla lettura, sin dalla tenera età, nella consapevolezza della sua valenza informativa, formativa e ricreativa. 5. SCRIVERE PER BAMBINI E RAGAZZI Per entrare in sintonia con bambini e ragazzi, è necessario che lo scrittore possieda doti connaturate alla persona e una particolare vocazione. Occorre che si sia letto molto e che ci si continui a nutrire della narrativa, e ovviamente, che si possegga una vena creativa e doti letterarie e di stile. Quando si scrive per i bambini o per. i ragazzi, è importante rispondere alla loro predilezione verso trame avvincenti, appagando la "fame di storie", coinvolgendolo e utilizzando uno stile dialogato, con storie che coinvolgono pochi personaggi e facilmente memorabili. Makarenko e Rodari raccomandano che la vicenda si concluda con messaggi di ottimistica speranza. Rispetto a chi scrive per adulti, lo scrittore per ragazzi e bambini deve rispondere ad un codice deontologico più cogente, consapevole che i destinatari si trovano negli anni più cruciali del loro percorso di crescita e formazione e quindi più recettivi e vulnerabili. Quanto ai temi, Manuela Salvi ritiene che con i bambini possa essere affrontata qualsiasi tematica. Ciò da un lato risulta vero, in quanto essi sono esposti ad un bombardamento mediatico che contamina le loro vite con quelle adulte, accelerando le fasi evolutive, dall'altro è importante non prescindere dall'utilizzo di filtri e opportune cautele. L'obiezione alla prospettiva pedagogico-valoriale risulta priva di fondamento in quanto lo scrittore per ragazzi e il libro realizzato ha un'incidenza sulla vita del lettore, ogni frase, ogni parola, può avere grande influenza. Il problema della comprensione non è meno importante poiché le scelte linguistiche sono fondamentali. Il linguaggio, i passaggi narrativi, le difficoltà concettuali devono essere commisurate alla maturità complessiva del potenziale lettore. Il libro troppo difficile allontana e rischia l'abbandono della lettura. alcune carenze formali. Angelo Nobile osserva l'impegno divulgativo di Salgari e l'effetto positivo che le sue opere hanno avuto su milioni di giovani lettori in tutto il mondo, enfatizzando l'amore per la giustizia, il coraggio e l'ardimento che trasmettevano. Nonostante alcune critiche riguardo alla semplicità delle situazioni e alla sciattezza del linguaggio, viene riconosciuto il valore del realismo presente nelle opere di Salgari. In conclusione, la critica su Emilio Salgari riflette la complessità del suo lavoro e il dibattito continuo su temi come l'educazione, la violenza e il ruolo della letteratura nell'influenzare il pubblico giovane. JACK LONDON Paragrafo 1: Jack London: romanziere poliedrico e “randagio” Jack London (1876-1916) fu uno scrittore inizialmente autodidatta ma divenne subito uno dei collaboratori delle redazioni di riviste più popolari e produttore di scritti su temi sociali. I suoi romanzi furono tradotti in tutti i Paesi del mondo e alcuni furono tradotti in trasposizioni cinematografiche di successo. La sua fantasia e l’istinto narrativo, nonostante la mancanza di una disciplina formale, aiutarono lo scrittore a descrivere le sue esperienze di una vita agitata e vagabonda; difatti, lo scrittore (ma anche instancabile lettore), sognatore e razionale allo stesso tempo, vittima di alcol e depressione ciclica, ama parlare delle sue esplorazioni di territori selvaggi del Canada settentrionale tanto da essere considerato un naturalista americano. Egli oltre a descrivere i luoghi visitati, li fotografa dando nascita alla fotografia realista. Jack morì in California per uremia. Paragrafo 2: Il richiamo della foresta e Zanna Bianca: narrazioni avventurose di grande ricchezza e complessità. Entrambe i romanzi nominati nel titolo sono best seller incentrati su trame di caccia e avventura, dallo stile curato, agile e sciolto, dal ritmo narrativo vigoroso e incalzante, attenuate talvolta da lunghe descrizioni di immagini suggestive del paesaggio. Entrambe le opere, destinate ad un pubblico eterogeneo e ispirate da esperienze autobiografiche, si rifanno alla legge darwiniana della sopravvivenza del più forte e per l’affermazione di sé stessi all’interno del gruppo, animale come umano, e della natura. Entrambe le storie raccontano del rapporto uomo-bestia dal punto di vista dell’animale: ciò le rende originali. Il richiamo della foresta ha come protagonista un cane, che nelle zone polari ritorna a vivere come un lupo e la cui liberazione dalla sottomissione all’uomo, fa rinascere un forte desiderio di ritorno alla vita selvaggia e un innato sentimento di appartenenza ad un branco. Zanna Bianca ha come protagonista un cane-lupo e nasce dall’esperienza dello scrittore nella corsa all’oro e dal contatto con quel mondo violento e spietato. Zanna Bianca" è un romanzo avventuroso scritto da Jack London e pubblicato nel 1906. La trama segue le vicende di un giovane lupo, battezzato "Zanna Bianca" per la sua particolare colorazione, che vive nell'ambiente selvaggio del territorio del Canada settentrionale durante la corsa all'oro. Il romanzo si apre con la storia di Zanna Bianca quando è ancora cucciolo e viene catturato da una tribù indiana. Successivamente, viene venduto a un uomo crudele che lo sottopone a duri addestramenti per renderlo un cane da combattimento. Zanna Bianca è costretto a lottare contro altri animali per la sopravvivenza, e la sua ferocia e determinazione lo rendono una figura temuta. Tuttavia, la situazione di Zanna Bianca cambia quando viene acquistato da un uomo di nome Weedon Scott, che lo tratta con gentilezza e lo addestra come un cane da lavoro. Weedon Scott e la sua famiglia sviluppano un legame affettuoso con Zanna Bianca, che impara ad affidarsi e a difendere la sua nuova famiglia. Il romanzo esplora i temi della natura selvaggia, della civilizzazione, e del rapporto tra l'uomo e gli animali. Zanna Bianca deve navigare tra il suo istinto animale e il suo desiderio di appartenenza e amore. Alla fine, Zanna Bianca trova un nuovo scopo e una nuova identità nella sua relazione con Weedon Scott e la sua famiglia, dimostrando che anche un animale selvaggio può trovare la redenzione attraverso l'affetto e la fiducia umana. Paragrafo 3: Un testo utopico-politico: “Il tallone di ferro” Il pensiero politico di London, socialista, rivoluzionario e influenzato dalle ideologie marxiste, è rappresentato nell’opera “Il tallone di ferro” (1907). Si tratta di un’opera propagandista che spera di cambiare la società del presente e contribuire nella costruzione di una società futura. In essa, London, attraverso le vicende del protagonista Ernest Everhard, denuncia e condanna lo sfruttamento della classe operaia ad opera dei capitalisti e la difficile situazione economica attraversata dalla popolazione proletaria americana durante il periodo che prende il nome di “gilded age” (1865-1918). Il libro inizialmente venne osteggiato e divenne di successo e un classico mondiale della rivoluzione solo dopo dieci anni e cioè dopo le prove, portate dalla prima guerra mondiale, di quanto lui avesse profetizzato. Dal punto di vista stilistico l’opera non è piacevole, talvolta lenta e ripetitiva. Il periodo di militanza politica di London durò poco per via dell’incongruenza tra il pensiero e lo stile di vita e fu sostituita dall’ideologia nietzschiana del superomismo. Paragrafo 4: Martin Eden e John Barleycorn: romanticismo esistenziale e realismo metaforico- autobiografico Nei romanzi semi-autobiografici “Martin Eden” e “John Barleycorn”, London presenta due protagonisti con desiderio di libertà e riscatto ma, allo stesso tempo, consapevoli della durezza della vita e dell’incapacità di superare il proprio vissuto, rispecchiando lo stato d’animo ossimorico e contraddittorio proprio di London. Per dare immediatezza, rapidità, impeto e forza, la scrittura è veloce, talvolta scarna, quasi giornalistica, con lessico e forma poco ricercati, ma di notevole effetto scenico. Martin Eden (1909) narra le vicende di uno scrittore impegnato, senza risultati positivi, nella sua rampicata sociale: viene rifiutato dalle case editrici e anche dalla moglie (sposata perché di buona famiglia). Solo dopo il successo di un suo libro, gli altri vogliono tornare sui loro passi ma è troppo tardi: lo scrittore, distrutto, parte con una nave verso i mari del sud e muore lasciandosi cadere tra le onde. John Barleycorn (1913) prende il nome dal termine orzo, ovvero barley. L’alcol è la droga dei più poveri che spesso veniva usata contro la depressione. In quest’opera lo scrittore ricorda che la prima volta che si ubriacò aveva 5 anni e che per tale motivo è stato avvelenato in quanto paragona la lotta contro l’alcol a una lotta contro il veleno. Paragrafo 5: Una puntualizzazione di carattere pedagogico Come Nobile sottolinea, London è capace di attirare l’attenzione del giovane lettore, di permettergli di identificarsi con vari personaggi e di sognare modi lontani e sconosciuti; ma nonostante l’indubbio valore formativo, scientifico e morale di questi testi, alcune parti crude e realistiche o celebrazioni della forza e spietatezza, non risultano adatte a un’età al di sotto dell’adolescenza. Paragrafo 12: LA POESIA E LA NARRATIVA: BIVIO CREATIVO DI JACK LONDON Anche se la fama internazionale di London dipende dalle sue opere narrative, egli era incline a scrivere liriche, poesie e canti. In particolar modo amava il genere poetico. L’interesse per la poesia sboccia a 10 anni, quando cominciò a frequentare la biblioteca comunale di Oakland, grazie anche alla bibliotecaria che la dirigeva (Ina Coolbrith) che gli fece conoscere tutti i generi letterari, compresa la poesia. La sua poesia è frutto di un lungo studio della produzione poetica di molti autori e dell’esercizio che svilupparono padronanza della scrittura e abilità tecnica. Gli studiosi però non elogiarono né condannarono i suoi tentativi definendo la sua poesia non memorabile né innovativa nonostante, London ha sperimentato diverse forme. Paragrafo 2: L’indifferenza degli editori Gli editori rifiutavano sistematicamente la pubblicazione delle liriche di London: tra marzo 1897 e agosto 1899, gli furono pubblicati solo 2 dei 35 poemi scritti in quel lasso di tempo; altri 16 furono pubblicati solo dopo che divenne famoso. Le persone che gli stavano vicino lo scoraggiavano a “perdere tempo” a tentare di convincere le redazioni e le riviste a pubblicare le sue opere, ma egli riconosceva che, nonostante la disciplina di scrivere poesie e la dedizione applicata allo studio non gli portasse i risultati sperati, la sua abilità a scrivere prosa ne beneficiasse perché si esercitava a scrivere i propri pensieri in uno spazio ristretto. 3. I temi delle sue liriche Nel 1906 London dichiara ce non ha più scritto poesie, però non smette di frequentare poeti illustri, di leggere e declamare poesie. I temi principali delle sue liriche si possono riassumere nell’osservazione della natura e nel sentimento amoroso declinato sia tra giovani promesse sia tra amanti consolidati. London rappresenta un uomo che ha saputo foggiare il proprio destino, che ha superato i limiti della sua condizione sociale e si è liberato grazie alla cultura e alla forza di volontà. Ha scritto una poesia per il suo amico George Sterling, rappresentato mentre srotola il lembo esterno di un petalo di iris e le sue dita seguono il bordo come se fosse en grado di stimolare la crescita. 4. Le dediche Jack London scrive anche delle opere dedicate alla moglie e alle figlie, per comunicare a tutto il mondo la sua gratitudine per il dono che la vita gli ha fatto. Però, le dediche alle figlie mostrano un certo distacco a causa dei freddi rapporti che si erano istaurati. Di questa situazione London si era rammaricato e aveva cercato di conquistare la stima e l’affetto della figlia maggiore, ma senza successo. 5. Conclusioni Wichlan vuole trasmettere la sua ferma convinzione che London fosse in primis un poeta, prestato poi alla narrativa per cause diverse, tra cui quelle finanziarie. Anche altri autori condividono l’opinione che lo scrittore possedesse una sensibilità poetica. Nel corso della sua vita ha avuto un’involuzione, cioè da materialista marxista e sostenitore del metodo scientifico a una realtà di benessere che gli permette spese folli. CAPITOLO 6: IL FUMETTO Il fumetto è nato come una forma di intrattenimento per adulti su grandi quotidiani americani nel 1895, ma ha rapidamente guadagnato popolarità come passatempo anche per i giovani. Tuttavia, inizialmente, veniva disprezzato dalla scuola e non considerato come una forma legittima di lettura. Il Corriere dei Piccoli, fondato da Luigi Albertini, è stato uno dei primi giornali a includere fumetti e ha puntato sull'uso del divertimento e della cultura per educare i giovani lettori. Il fumetto è oggi riconosciuto come un valido strumento di comunicazione e intrattenimento, capace di veicolare messaggi storico-sociali. Una didattica del fumetto potrebbe essere possibile nelle scuole, incoraggiando la lettura attraverso biblioteche ben fornite e conferenze che suscitino interesse e curiosità nei ragazzi. Il fumetto ha anche affrontato critiche nel corso degli anni, con educatori, genitori e pedagogisti che hanno spesso visto il medium con sospetto a causa del suo presunto impatto negativo sui giovani. Sono state condotte campagne contro il fumetto sia in America che in Europa, spesso percepito come un'influenza negativa che promuoveva stereotipi e comportamenti indesiderati. Tuttavia, nel tempo, alcune grandi case editrici, come Disney, hanno imposto regole più rigorose sul contenuto dei fumetti, evitando temi controversi come l'handicap, l'alcolismo e le differenze razziali. Nonostante le critiche, il fumetto continua ad essere considerato un medium valido e affascinante, capace di trasmettere messaggi significativi e di coinvolgere il pubblico giovane. La sua utilità nella didattica è oggi oggetto di dibattito, ma molte voci sostengono che, se utilizzato in modo appropriato, può essere uno strumento efficace per promuovere la lettura e l'interesse per la cultura.
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