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riassunto R. BIANCHI BANDINELLI, INTRODUZIONE ALL'ARCHEOLOGIA, Sintesi del corso di Archeologia

riassunto R. BIANCHI BANDINELLI, INTRODUZIONE ALL'ARCHEOLOGIA

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 10/06/2018

matteo_flyingpig
matteo_flyingpig 🇮🇹

4.5

(21)

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Scarica riassunto R. BIANCHI BANDINELLI, INTRODUZIONE ALL'ARCHEOLOGIA e più Sintesi del corso in PDF di Archeologia solo su Docsity! R. BIANCHI BANDINELLI, INTRODUZIONE ALL'ARCHEOLOGI Fino ai primi sessant'anni del '900 l'archeologia era intesa solo nella sua accezione winckelmanniana: l'archeologia, cioè, intesa come storia dell'arte greca e romana. L'archeologia non era una disciplina a sè, ma -soprattutto quella classica- era un ramo della Scienza dell'Antichità, affinchè si formasse una scienza unitaria, sintesi di tutto quello che riguardasse l'antichità classica (letteratura, filologia, arte, archeologia, storia). Oggi invece la ricerca archeologia, congiunta a quella etnologica, si estende ad ogni età e ad ogni luogo, e l'antichità classica è uno dei tanti argomenti che essa comprende, con finalità storica. In questo senso si parla di un nuovo e più ampio umanesimo, universale, che si sta formando. L'Introduzione di Bandinelli può essere vista o come un invito alla ripresa dei problemi storico- artistici quali problemi autonomi ed intrinsechi all'essenza dell'arte, o come un epilogo ad un tipo di studio che si sta ormai concludendo. La parola archeologia può suscitare due tipologie di reazioni: una positiva (romantico entusiasmo per un misterioso passato, pensando all'avventura e all'esplorazione) ed una negativa (riferendosi ad avvenimenti e questioni obsoleti e inutili). Quando questa disciplina nacque aveva come principale scopo la contemplazione ed era uno studio accessibile a pochissimi. Troviamo il termine archaiologhìa negli scritti degli autori antichi, con il significato di indagine sulle cose del passato. Tucidide ne parla come deduzione storica da un dato che costituisce una prova. Nel Rinascimento l'archeologia divenne studio delle antichità di per se stesse, tolte dal loro contesto, divenendo mero oggetto di curiosità. E' questo il tipo di studio che operò Winckelmann stesso nei confronti dell'arte classica, il quale ebbe però il merito di portare una distinzione cronologica delle varie fasi dell'arte antica e ricercò delle leggi che portassero al raggiungimento della Bellezza assoluta nell'Arte (definizione estetica). Da erudizione dine a se stessa, mera curiosità accademica e letteraria, con Winckemann divenne una prima ricerca. Con Stendhal l'archeologia venne intesa come storia dell'arte greca desunta dalle fonti letterarie, era figlia diretta della filologia. Lo scavo archeologico continuava ad essere concepito come recupero di pezzi da collezione. Agli inizi del '900 ebbe origine l'idea che la ricerca archeologica potesse essere utile per l'indagine storica. L'archeologia quindi non è più storia dell'arte (che decontestualizza l'opera), ma è storia dell'arte che si inserisce in un ampio quadro storico. L'archeologia può essere utilizzata come documentazione per mezzo della ricerca di scavo sul terreno (fatto per primi dagli archeologi preistirici che venivano chiamati da quelli classici come scienza degli analfabeti). Tuttavia ogni scavo archeologico distrugge una documentazione accumulatasi nel corso dei secoli; perciò questa documentazione deve essere rilevata, via via che viene alla luce e viene asportata, con estrema esattezza. Ogni scavo non scientifico è deprecabile non tanto perchè sottrae alla collettività oggetti più o meno preziosi, ma soprattutto perchè distrugge una documentazione. Nel corso degli anni si è andato perfezionando lo scavo stratigrafico, il quale viene affiancato da altre tecniche scientifiche (quali il radiocarbonio C14, lo studio dei depositi di polline, i sondaggi elettrici, le prospezioni magnetometriche, la fotografia aerea). Grazie al radiocarbonio C14, abbiamo fatto risalire le prime fasi dell'associazione umana in comunità stabili a Gerico, tra l'8000 e il 7000 a. C. , nella valle del Giordano. Da raccoglitore di cibo, l'uomo divenne produttore di cibo, il che gli permise di creare insediamenti stabili. Questa rivoluzione si compì nell'altopiano anatolico, e non in Mesopotamia o in Egitto (dove si iniziò sì una grande agricoltura irrigua presso le sponde dei fiumi, però più tardi) come si pensava in origine. Dunque l'archeologia è maturata in vera e propria scienza storica, e non scienza ausiliaria della storia. Essa rappresenta un modo di indagine storica, che si basa sui dati materiali che una civiltà produce e accumula. Il dato archeologico va confrontato, quando possibile, con il documento storico, e viceversa. Si viene così creando una scienza storica.
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