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La Russia agli inizi del Novecento: Transizione dal feudalesimo all'industrializzazione, Appunti di Storia

Storia modernaStoria EconomicaStoria SocialeStoria politica

Il documento descrive le condizioni socio-economiche e politiche della Russia all'inizio del Novecento. Paese prevalentemente agricolo, con una popolazione rurale e proprietà concentrate in poche famiglie benestanti e contadini arricchiti. L'industrializzazione era in corso grazie all'intervento statale e al capitale straniero, ma mancava una borghesia. L'autocrazia zarista si basava sull'aristocrazia, l'esercito, la burocrazia e la chiesa ortodossa. L'opposizione era rappresentata dal populismo, che difendeva i valori contadini e operava con il terrorismo. Verso il 1900, si formarono i partiti socialisti: partito operaio socialdemocratico russo, partito socialrivoluzionario e partito costituzionale democratico. La Russia era caratterizzata da instabilità politica e sociale, con scioperi, ribellioni contadine e ammutinamenti, che portarono alla caduta dell'impero nel 1917.

Cosa imparerai

  • Come si organizzarono i partiti socialisti in Russia e quali furono le loro ideologie?
  • Che ruoli ricoprivano l'aristocrazia, l'esercito, la burocrazia e la Chiesa ortodossa nella Russia zarista?
  • Come era costituita la società russa all'inizio del Novecento?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 19/10/2019

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4.4

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Scarica La Russia agli inizi del Novecento: Transizione dal feudalesimo all'industrializzazione e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! All'inizio del '900 la Russia è fondamentalmente un paese agricolo:  l'82% della sua popolazione, infatti, vive nelle campagne. Quasi tutte le proprietà appartengono alle famiglie benestanti o a qualche contadino arricchito. Ed esistono ancora forme di comunismo agrario. La Russia è in pieno decollo industriale,anche se le sue potenzialità non sono sfruttate come dovrebbero. Lo sviluppo, è stato possibile grazie all'intervento statale e al capitale straniero (soprattutto interventi di Germania, Francia e Inghilterra). Però nella società mancava un ceto: la borghesia---> nella società russa c'erano i ricchissimi e i poverissimi, non c'era via di mezzo: appunto un ceto borghese. L'autocrazia zarista (l'autocrazia è un potere illimitato concentrato nelle mani di una sola persona) A livello politico la Russia rappresenta il bastione dell'assolutismo che si regge sull'aristocrazia, sull'esercito, sulla burocrazia e sulla chiesa ortodossa. Nell' 800 l'opposizione si era incarnata nel populismo che difendeva i valori del mondo contadino e operava anche attraverso il terrorismo (Alessandro II fu ucciso nel 1881). Verso il 1900 si organizzano i partiti socialisti: Partito Operaio Socialdemocratico Russo Partito Socialrivoluzionario Partito Costituzionale Democratico La divisione del POSDR Nel congresso del 1903 si separano in : •  Bolscevichi (la maggioranza) che auspicano un partito di militanti disciplinati da un'avanguardia rivoluzionaria. •  Menscevichi (la minoranza) che mirano a un partito di massa sul modello tedesco e alla trasformazione riformistica della società. Lenin era il leader dei Bolcevichi La rivoluzione del 1905 Le sconfitte del 1905 col Giappone generano scontento e scatenano scioperi, ribellioni contadine e ammutinamenti. Nel frattempo compaiono i Soviet che sono consigli di operai e soldati che cercano di dare unità alla rivoluzione e di guidarla verso uno sbocco positivo. Il soviet più importante è quello di San Pietroburgo presieduto da Lev Trosky. Lo Zar Nicola II, di fronte ai disordini,  è costretto fra l'altro a concedere un parlamento rappresentativo ( o duma). Le speranze dei liberali sono però presto deluse: le dume che si oppongono allo Zar vengono sciolte. La Russia non resiste dal logoramento derivante dal conflitto: al fronte si susseguono le sconfitte e aumenta la diserzione all'interno del paese. La struttura economica collassa: gli approvvigionamenti diventano impossibili, mancano cibo e combustibile. La rivoluzione di Febbraio
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