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Riassunto Rousseau discorso sull'origine della disuguaglianza, Sintesi del corso di Filosofia Moderna

Riassunto libro " discorso sulla origine e fondamenti della disuguaglianza tra gli uomini"

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 17/02/2021

B.0
B.0 🇮🇹

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Scarica Riassunto Rousseau discorso sull'origine della disuguaglianza e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia Moderna solo su Docsity! Rousseau 2°libro DISCORSI SULL’ORIGINE DELLA DISUGUAGLIANZA FRA GLI UOMINI Introduzione - Nella specie umana concepisce 2 specie di disuguaglianza: 1) naturale o fisica 2) morale o politica (dipende da una convenzione ed è permessa dal consenso degli uomini) - Obbiettivo discorso: trattare il momento in cui la natura fu sottomessa alla legge, e si riferisce all’uomo in generale - La religione ci comanda di credere che avendo Dio tratto gli uomini dallo stato di natura subito dopo la creazione, essi son o disuguali xchè egli ha voluto che tali fossero; ma possiamo fare altre ipotesi 1°parte - Per giudicare lo stato naturale dell’uomo R. non fa ricorso alle conoscenze naturali, ma supporrà l’uomo conformato in ogni tempo come lo vedeva al suo tempo il corpo dell’uomo selvaggio essendo il solo strumento che egli conosceva, egli l’adoperava a diversi usi di cui, per difetto d’esercizio, i nostri sono incapaci (agilità e forza indebolite dall’industria) - ipotesi sull’uomo selvaggio: 1) Hobbes: uomo naturalmente intrepido e cerca solo di assalire 2)Cumberland e Pufendorf: nessuno è tanto timido quanto l’uomo nello stato di natura; esso è sempre pronto a fuggire al minimo rumore ciò potrebbe essere x gli oggetti che non conosce, ma quando li conosce come con gli animali con cui si confronta capisce che li può superare in destrezza poi non li teme più. - vi erano nemici + temibili (x cui non avevamo difese) degli animali (sembra che nessun animale faccia naturalmente la war all’uomo, fuor che nel caso della propria difesa o fame estrema): infermità naturali, infanzia, vecchiaia e le malattie – es. infanzia : le madri portavano sempre con loro i figli a differenza degli altri animali era così facilitata a nutrirlo es. nei vecchi il bisogno d’alimenti diminuisce cin la capacità di provvederli e alla fine si spegnevano senza che gli altri si accorgessero es. non ci sono prove che nei paesi dove l’arte della medicina è trascurata, la media delle vite umane sia + corta – la maggior parte dei nostri mali x R. sono opera nostra, e che noi li avremmo evitati quasi tutti conservando la maniera di vivere semplice  se la natura ci ha destinato ad essere sani, lo stato di riflessione è uno stato contronatura e l’uomo che medita è un animale depravato [x R. l’uomo originario vive sano in spontaneo equilibrio con l’ambente, mentre il manifestarsi di una precarietà di salute corrisponderà all’adozione di uno stile fondato sulla riflessione # Buffon: l’uomo per lui ha una salute + malferma degli animali ] - Con scarse fonti di mali, l’uomo nello stato di natura non aveva affatto bisogno di rimedi es. animali che perdono la metà dei loro vantaggi diventando domestici, le nostre cure non riescono che ad imbastardirli; così avvenne anche per l’uomo che finì x snervare a un tempo la sua forza e coraggio. - Il primo uomo che si fece degli abiti e una casa probabilmente diede a sé stesso poche cose necessarie poiché ne aveva fatto a meno sino allora; poiché la sua unica cura era la conservazione, le sue facoltà + esercitate debbono essere quelle x oggetto l’ASSALTO e la DIFESA , sia x soggiogare la preda sia x difendersi - L’uomo dal lato metafisico e morale viene visto da R. come una macchina ingegnosa come gli animali, ma ci sono differenze: 1) la natura fa tutto da sola nelle operazioni della bestia, là dove l’uomo concorre alle sue in qualità di agente libero. L’una sceglie o respinge x l’istinto, e l’altro per un atto di libertà la bestia non può allontanarsi dalla regola prescritta, l’uomo se ne allontana spesso a suo danno (gli uomini dissoluti si danno agli eccessi fino alla morte, xchè l’intelligenza deprava i sensi e la volontà parla ancora quando la natura tace). Ogni animale ha idee poiché ha sensi e combina le idee fino a un Uomo fisico Uomo morale certo punto, l’uomo non differisce [l’uomo differisce quindi non x l’intelligenza ma x la sua qualità di agente libero, e nella coscienza di questa libertà si mostra la spiritualità della sua anima] 2) L’uomo si differisce dall’animale anche per la facoltà di perfezionarsi, ma è anche questa la fonte delle sue disgrazia perché lo trae fuori dalla sua condizione.  la conoscenza della morte è uno dei primi acquisti, mentre i progressi spirituali si sono proporzionati ai bisogni che i popoli avevano ricevuto dalla natura e x conseguenza alle passioni che li portavano a provvedere ai loro bisogni - Ci sono voluti migliaia di secoli per sviluppare nello spirito umano le operazioni di cui era capace , tra cui il linguaggio e le lingue  Condillac : ipotizza una società già stabilita fra gli inventori del linguaggio – R. espone le difficoltà di tale teoria: 1) come ha potuto il linguaggio divenire necessario , poiché gli uomini non avendo alcuna corrispondenza fra loro non ne avevano bisogno, forse solo i figli x comunicare alle madri i propri bisogni, il che moltiplica le lingue quanti sono gli individui , ma la vita errante non lascia ad alcun idioma di prendere consistenza - 2) chi furono gli interpreti di tale convenzione di idee? Il 1à linguaggio fu il grido naturale, ma con l’estendersi delle idee essi cercarono segni + numerosi , moltiplicarono le inflessioni della voce e i gesti ( esprimevano con gesti gli oggetti visibili e con suoni imitativi quelli uditi); i primi inventori non hanno potuto dare nomi che alle idee che avevano già, ne segue che i primi sostantivi erano nomi propri (ogni idea generale è puramente intellettuale, poi una volta entrata l’immaginazione diventa particolare). “è stata + necessaria la società già stabilita dall’istituzione delle lingue o le lingue già inventate è stata + necessaria la società già stabilita dall’istituzione delle lingue o le lingue già inventate alla fondazione della società?” Viene fatta l’ipotesi di una istituzione divina del linguaggio per enfatizzare l’impossibilità di risolvere il problema proposto - Molti ritengono l’uomo in quello stato miserabile, ma in quale delle due fra la vita civile o naturale, è + soggetta a diventare insopportabile a quelli che ne fruiscono? Nella nostra dove ci sono + persone che si lamentano della loro esistenza e a volte se ne privano… mentre l’uomo selvaggio aveva nel solo istinto tutto ciò che gli abbisognava a vivere, e non si è mai sentito un selvaggio in libertà che si lamentasse della vita - R. concorda con Hobbes e Spinoza che l’uomo originario non pratica né conosce regole morali, ma ritiene ingiustificata l’ipotesi di Hobbes che per non avere alcune idea di bontà l’uomo sia naturalmente cattivo - Si potrebbe dire che i selvaggi non sono cattivi, precisamente xchè non sanno che cosa significhi essere buoni, e la calma delle passioni (che sono invece prodotte dalla società) e l’ignoranza del vizio impediscono loro di far del male. - C’è un altro principio che Hobbes non ha scorto: la nostra ripugnanza innata a veder soffrire il prossimo [la pietà], virtù universale e utile all’uomo che precede in lui ogni riflessione , da questa sola derivano tutte le virtù sociali – la compassione(riconosciuta anche da Mandeville) sarà tanto + energica, in quanto l’animale spettatore si identifica + intimamene con l’animale sofferente ( identificazione + nello stato di natura che in quello civile) l’uomo selvaggio non riesce a voltarsi, e si abbandona sempre al sentimento immediato dell’umanità [cit. Diderot]– la pietà moderando in ogni individuo l’attività dell’amor di se stesso , concorre alla mutua conservazione di tutta la specie (ci porta in aiuto dell’altro, e ispira una massima di bontà naturale “è stata + necessaria la società già stabilita dall’istituzione delle lingue o le lingue già inventate fai il tuo bene col minor male altrui possibile” - Le passioni + sono violente + sono necessarie le leggi a frenarle  sentimento diviso in : 1)fisico – desiderio generale che porta un sesso ad unirsi all’altro 2)morale è ciò che determina questo desiderio , il morale dell’amore è un sentimento artificiale, nato dall’uso sociale ed è fondato su nozioni di merito o di bellezza che il selvaggio non è in grado d’avere [perché come il suo spirito non ha potuto formarsi idee astratte di regolarità e proporzione, così il suo cuore non è più suscettibile di quei sentimenti di ammirazione e d’amore che nascono dall’applicazione di tali idee] limitato all’amore fisico l’uomo selvaggio sente meno gli ardori del temperamento 5. se avesse posato piatto il piede come la mano avrebbe avuto nella gamba posteriore un’articolazione in meno 6. il tarso troppo grosso x far le veci del cannone 7. articolazioni col metatarso e la tibia troppo ravvicinate x flessibilità IV: ipotesi fertilità della terra – R. è contrario: lo strato di terra vegetale di un paese abitato deve sempre diminuire, ma se lasciassimo un bosco intoccato la terra aumenterebbe troppo e rendendo meno agli animali V: caratteri generali dei quadrupedi carnivori [Buffon]: i denti e la conformazione intestini. Gli animali erbivori: denti piatti e colon l’uomo avendo i denti e l’intestino come i frugiferi dovrebbe essere in questa classe, ma se fosse così avrebbe avuto maggiore facilità di vivere nello stato di natura e meno bisogno di uscirne [abitanti Lucanie morirono x aver mangiato carne cit. Francesco Corrèal] VI: tutte le conoscenze che richiedono riflessione sembrano al di fuori dei selvaggi, avevano conoscenze e industria limitate ma in ciò erano molto bravi (basati su esercizio corpo es. Ottentotti cit. Kolben – selvaggi Antille cit. padre Du Tertre- 1746 indiano Buenos ayres) VII: la durata di vita dei cavalli= proporzionata alla durata del tempo della crescita come l’uomo: 14 anni x crescere e 90-100 di vita / cavallo 4 crescita e 25-30 di vita  se cavallo grosso cresce prima, muore prima VIII: differenza carnivori ed erbivori – numero dei piccoli, che non eccede mai di due per ogni portata nelle specie che vivono di vegetali , e che va al di là di 2 nei carnivori; il destino naturale del n° delle mammelle di 2 negli erbivori è sempre di 6 o 8 nei carnivori, e negli uccelli carnivori si depongono + uova rispetto a quelli che si cibano di solo grano i carnivori infatti facendo i pasti quasi in ogni momento riparano al disperdimento di + latte con + facilità IX: Maupertuis riteneva i mali >beni ha tratto ciò dalla costituzione dell’uomo civile, ma se fosse risalito all’uomo naturale avrebbe rilevato un risultato diverso. L’uomo non ha quasi altri mali se non quelli che s’è dati da sé. L’uomo per R. è naturalmente buono e solo i cangiamenti sopraggiunti nella sua costituzione, i progressi fatti e le conoscenze acquisite possono averlo depravato. Noi nella società civile troviamo il nostro vantaggio nel danno dei nostri simili; la perdita dell’uno fa quasi sempre la prosperità dell’altro- x capire l’uomo bisogna penetrare nel fondo dei cuori (anche x Montaigne) alcuni direbbero che la società è costituita in modo che ognuno guadagni a servir gli altri, ciò sarebbe un bene, se non si guadagnasse ancor di più nuocendo loro. Non v’è guadagno così legittimo che non sia superato da un illegittimo. Nell’uomo civile meno i bisogni sono naturali e urgenti, più aumentano le passioni e il potere di soddisfarle #selvaggio che dopo aver mangiato è in pace con i suoi simili  anche i gesti brutali e depravati non erano conosciuti dagli animali e dai selvaggi, sono nati nei paesi civilizzati da un’immaginazione corrotta. lusso: il peggiore di tutti i mali, dal lusso e dalla società derivano le arti che fanno fiorire l’industria e arricchiscono e perdono gli stati. Le arti sono lucrose in ragione inversa della loro utilità es. agricoltura, lo stato si arricchisce da una parte ma dall’altra si indebolisce e si spopola, e le potenti monarchie dopo grandi lavori x rendersi opulente finiscono prede di nazioni povere, che a loro volta poi saranno invase e distrutte. alcuni potrebbero vedere le leggi e le scienze come una peste salutare, inventate dagli uomini per prevenire l’eccessiva moltiplicazione della specie; gli avversari obbietterebbero che r. sta dicendo di annullare la specie x tornare nelle foreste (cit. Voltaire); ma R. sta invece dicendo che è possibile una costituzione con persone rispettabili, ma senza la situazione rimane tale. X: diversità oggi le differenze nazionali sono diminuite rispetto a prima che ci stupivamo di tutto. Tutte le osservazioni sulle varietà, che hanno prodotto mille cause nella specie umana, fanno dubitare a R. se diversi animali, simili agli uomini, presi dagli esploratori x bestie non fossero in realtà uomini selvaggi es. “è stata + necessaria la società già stabilita dall’istituzione delle lingue o le lingue già inventate storia dei viaggi” in Congo: - pongos (+ grossi e alti, sopracciglia + spesse e no polpaccio) uccidono x Battel, mentre x Purchass se non li guardi sono innocui - enjcos - orangutang/beggos/mandrilli =abitanti dei boschi talmente simili all’uomo che si pensò a un incrocio(naso piatto e ricurvo, dietro ricoperto di peli- verosimiglianza con il satiro) cit. Dapper molte somiglianze e differenze minori di quelle che ci potrebbero essere tra due uomini, forse x pregiudizi non sono stati studiati accuratamente, e con ricerche + esatte si troverebbe che non sono né bestie né divinità ma uomini [abbiamo tutti organi parola, ma la parola stessa non è naturale] dopo 300-400 anni R. è persuaso che noi non conosciamo gli uomini, ma solo gli Europei; gli esploratori (es. Condamine e Maupertuis 1736 Lapponia x grado meridiano / Chardin e Kaempfer) passati hanno scorto solo ciò che toccava loro osservare senza uscir di strada, da ciò è venuto l’adagio morale che gli uomini sono ovunque gli stessi (non trovati i veri caratteri distintivi). XI: l’uomo selvaggio siccome non desidera se non le cose che conosce, e non conosce se non quello il cui possesso è in suo potere, nulla dev’essere così tranquillo come il suo animo e così limitato come il suo spirito XII: obiezione vs “è stata + necessaria la società già stabilita dall’istituzione delle lingue o le lingue già inventate governo civile” di Locke- il fine di ogni società fra maschio e femmina è di procreare e continuare la specie, la società deve durare anche dopo la procreazione- questa regola la vediamo nelle creature inferiori, negli erbivori la società non dura + a lungo del singolo atto di congiungimento; nelle bestie da preda l’assistenza del maschio è necessaria, la stessa cosa negli uccelli. la ragion x cui negli uomini duri di + è x R[industria>] : che la femmina è in grado di concepire, ed è d’ordinario incinta di nuovo e fa un nuovo figlio, prima che il precedente sia in grado di far senza il soccorso dei genitori; così il padre è obbligato a prendersi cura dei generati, ed è nella necessità di continuare a vivere nella società coniugale + a lungo delle specie in cui il vincolo si rompe da sé fino alla nuova stagione degli amori. x chiarire ciò: 1) unione uomo-donna permanente non x la natura, sennò sarebbero sue tutto ciò che si pretende sia utile agli uomini 2) pare che in realtà l’aiuto sia è necess. negli erbivori che nei carnivori 3)la coabitazione continua è occasione così prox di esporsi a nuova gravidanza che è difficile che l’incontro fortuito o il solo stimolo producessero effetti così frequenti 4) Locke prova che potrebbe esservi nell’uomo un motivo di restare attaccato alla femmina quand’essa abbia un figlio, ma non prova che egli abbia dovuto attaccarvisi prima del parto XIII: nulla mancherebbe alla felicità del genere umano se abolita la confusione di tante lingue, praticassero un solo artifizio[..]la condizione degli animali è di gran lunga migliore della nostra: senza intermediari essi fanno conoscere sentimenti e pensieri in modo + rapido e forse è adeguato di quanto non possa alcun mortale quando usa un’altra lingua (cit. ISAAC VOSSIUS) XIV: Platone e la nascita idee di quantità: x inventarli bisognò rendersi familiari le meditazioni filosofiche, astrazione faticosa ma senza la quale queste idee non avrebbero mai potuto trasportarsi da una specie o da un genere all’altro; xchè altra cosa è l’dea rappresentativa (ci dipinge l’ogg), l’altra è l’idea numerica (lo determina) XV: differenza amor proprio e amore di sé stesso - l’amore di se stesso è un sentimento naturale, che porta a vegliare alla propria conservazione diretto dalla ragione, modificato dalla pietà porta all’umanità e virtù - l’amor proprio è un sentimento relativo, artificioso e nato nella società, che porta ogni individuo a far più caso di sé che d’ogni altro, che ispira agli uomini tutti i mali, ed è la sorgente dell’onore - nel nostro stato primitivo l’amor proprio non esiste, xchè considerando ogni uomo come il solo spettatore che osserva non è poss. Un sentimento che trae origine da paragoni, non proverebbe né odio né desiderio di vendetta, passioni che nascono dall’opinione di una qualche offesa ricevuta XVI: rifiuto del selvaggio di civilizzarsi – i nostri missionari ne fanno talvolta cristiani ma mai uomini civili, se quei selvaggi sono infelici perché rifiutano? Alcuni direbbero x mancanza di lumi (ma x R. la felicità è questione di sentimento non di ragione) – forse vedono che le nostre fatiche convergono sempre e solo a 2 cose: comodità x noi stessi; considerazione in rapp agli altri – x altri è per abitudine che rifiutano (R. porta es. contrario del ragazzo allevato da van der Stel governatore del Capo) XVII: Dispersione – possibile prima quando ognuno non avendo bisogno che di se stesso prendeva la sua decisione senza aspettare il consenso di altri XVIII: storia del maresciallo e fornitore di viveri che non venne impiccato XIX: giustizia distributiva opposta all’uguaglianza rigorosa dello stato di natura quando fosse praticabile nella società civile; tutti i membri debbono questi servigi proporzionati alle loro capacità e forze, i cittadini a loro volta debbono venir distinti in proporzione ai loro servigi. Passo di Isocrate: loda ateniesi x aver distinto 2 specie di uguaglianza: 1) partecipare a stessi vantaggi 2) distribuirli x merito  non facendo diff. Tra buoni e malvagi si legarono a quella che compensa e punisce ognuno secondo il proprio merito. La legge interdice al magistrato il giudizio sulle persone e gli lascia quello sulle azioni; spetta inoltre alla stima pubblica di diff. Cattivi e buoni. Il magistrato è il giudice solo del diritto rigoroso, ma il popolo quello dei costumi; le classi devono invece essere regolate sui servizi reali che rendono allo stato non i meriti
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