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riassunto saggi Santato e Ghidetti (Vittorio Alfieri), Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunti dei saggi Santato (La vita e i viaggi. Il tempo e lo spazio nell'Alfieri Viaggiatore) e Ghidetti (Vittorio Alfieri e la nascita della coscienza nazionale italiana) su Alfieri

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 21/01/2022

andrea-ferri-8
andrea-ferri-8 🇮🇹

4.4

(38)

42 documenti

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Scarica riassunto saggi Santato e Ghidetti (Vittorio Alfieri) e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! SAGGIO GHIDETTI
 1. Ogni scrittore lascia da un parte il corpus delle tragedie e l’autobiografia, e dall’altra il mito del profeta della nazione italiana (Borges). Questo attraversa la storia e viene tramando. Il ruolo guida dello scrittore trova conferma ne Del Principe e delle lettere i quanto parla e tutti e, nel Misongallo ci dice che è necessario tuonare per farsi sentire dagli uomini peccatori di poco sentire. 
 La stima di se stesso dell’alfieri gli pone il traguardo di entrare nel quadretto dei grandi poeti ella traduzione qual Petrarca, dante, tasso e Ariosto. Obiettivo che pare conseguirsi con il Misongallo, re instaura la figura antica del poeta vate sulla pianta risorgimentale, modifica la figura e ruolo del letterato italiano. L’identità letteraria italiana risulta con alfieri trasformata impiantando il letterato modello all’umanista tradizionale. 2. I 9 anni in cui alfieri stese i suoi scritti politici, mancando uno sbocco nella vita reale: questo malato contatto con la realtà del momento merita di ricordare un dettaglio e cioè che Della tirannide sebbene concluso nel 1785-6 e stampato nel 1789-90, non venne pubblicato in quanto l’autore attendeva tempi più propizi, passati i tempi della rivoluzione così che le sue idee potessero essere giudicate più serenamente e non scambiate con quelle dei gallici rivoluzionari. 
 Il timore dell’autore rende corpo nel 1800-1 quando il libraio Molini li pubblica. Alfieri risponde con una nota pubblica in cui non le accetta per sue. In una lettera all’amico Valperga di Caluso si sfoga dando animo alle sue preoccupazione che quella stampa potessi intaccare il suo buon nome, ma con un cambio di tono rivendica all’alfieri Giovanile i suoi 2 scritti. Afferma che il motore di talis scritture era l’impeto della gioventù e l’odio dell’oppressore. L’involuzione ideologica di alfieri costituisce l’episodio terminale di un itinerario ideologico che inizia da giovane all’insegna di una passione libertaria e si conclude nel nazionalismo e nel ripiegamento controrivoluzionario. 
 Tale itinerario costituisce una parabola nella storia dell’Italia moderna in quanto la posizione di Alfieri dall’inizio del 1800 nella formazione della coscienza nazionale è speciale. Nel Principe c’è il segreto della poetica che sarà epicentro per la stesura della Vita. La Vita è una trascrizione selettiva di un vissuto già da tempo miticizzato prima di essere messo su carta. È quindi il modello della mitobiografia. Della Tirannide è pienamente letteratura antitirannica, utopistica. 
 L’ascesa al potere dei rivoluzionari è per alfieri una continuità di tirannia, in quanto è un’illimitata autorità. Il tiranno è infatti colui che ha illimitata facoltà di nuocere. È caos che porta ad annullare tute le dinamiche socio-politiche arrivando al fondo della decadenza umana. Degenera lo spirito di civile convivenza proprio delle società antiche romana e greca. Con alfieri nasce il pensiero, divenuto poi centrare nella generazione romantica e in Leopardi, per cui le civiltà classiche non come un canone estetico ma come stadio dell’umanità dopo il quale inizia la degenerazione umana. Alla tirannide moderna si possono opporre solo gli intellettuali, colore che non riconoscono nello stato titanico la partita perché essa è dove l’uomo è libero sotto le leggi. Polemico indirettamente anche contro gli intellettuali collaboratori dei principi. 
 Di qui nasce l’idea del superuomo alfieriano, forma della resistenza intellettuale alla tirannide, è colui che cerca stima di sé, pura fama, che persegue la gloria dello scrivere, pensare e dire. Quando la resistenza sta per degenere in viltà, le opzioni rimangono suicidio o tirannicidio. 
 Il rovesciamento della tirannide resta possibile solo nella crescita della tirannide stessa sino a provocare l’insurrezione dei molti. 
 Ancora, alfieri riflette sulla forma di governo che dovrebbe seguire una tirannia. 3. Del principe e delle lettere è vita morale. 
 Il principe incarna volontà di potenza, nell’arbitrio del singolo, non sotto vincoli giuridici, non necessariamente posseduto da pulsione di morte. 
 La prima giustificazione del trattato si trova quindi nel ragionamento sull’assolutismo. Il principe è uomo privato che riunisce in se indipendenza ed educazione/conoscenze umane. 
 La via per la liberazione cambia rispetto al suicidio-tirannicidio e erte verso una lunga rifondazione culturale, formazione di un ceto intellettuale libero in grado di scuotere gli altri con i propri libri. La fisionomia dello scrittore cambia, Lo scrivere puro può spingere l’uomo ad essere quasi che un dio. 
 La prosopopea del sublime scrittore, del semidio, inizia con il paradosso del principe scrittore:
 I principi potrebbero sere scrittori per eccellenza perché nulla li porterebbe a tacere o alterare al verità. Questo contatto tra principe e scrittore va in cortocircuito: lo scrittore acquista un potere divino nel momento in cui, essendo che il primo impulso delle arti è distinguersi, lo scrivere è l’unica arte che basta a se stessa, allora Lo scrittore si eleva. È questo l’elemento psicologico morale più significativo della La molla che lo ha fatto diventare un uomo nuovo era legato più che al mondo reale, al legame con il mondo antico. 
 I suoi drammi sono permeate dall’idea di patria non moderna, ma ancorata agli studi passati ed è per questo ce oltre a non essere tragedie brillanti, non possono nemmeno essere considerate tragedie moderne. Alfieri rimane educatore delle nuove generazione che accelera la formazione di una coscienza nazionale. Carducci punta solo alla celebrazione dell’uomo Alfieri. Benedetto Croce: Alfieri tocca corde che vibreranno nel 19esimo secolo con Foscolo, Leopardi, lo vede come la scintilla del romanticismo, però tuto questo salvando solo Saul, Agamennone ed Oreste. SAGGIO SANTATO
 Secolo dei lumi, fioritura letteratura da viaggio. Baule a Ginevra nel 1768. 
 Smania di viaggiare, Grand Tour. 
 3 viaggi. 1766-7, 1667-8, 1769-72. 
 Elogio alla libera Inghilterra 
 Appartamento a piazza san Carlo e vita oziosissima 
 Aristocratico libertino inquieto dal voler far grande. 
 Non ha ancora deciso d’esser auto tragico -> conversione letteraria e politica 
 Dopo Ginevra si da agli studi filosofici -> letture quotidiane in francese 
 Crea la Società dei Senza Jella 
 Bilinguismo base dell’inizio letterario di alfieri-> purità toscana 
 Viaggi letterati in toscana, primo nel ’76: primo caso di migrazione letteraria a Firenze (dà centralità linguistica). Dimensione temporale: 
 Inizio con attitudine memoralistica, narrazioni, man mano si impianta una struttura narrativa che evase a proiettare la carriera letteraria nella posterità. Azzera la continuità tra passato e presente lasciando spazio all’affermazione del tempo finale della morte, il tempo è protetto oltre la vita del poeta verso i posteri. Dimensione dello spazio: 
 Ha 3 momenti: 1) la casa della madre e città natale, 2) periodi di viaggi e nomadismo, 3) immobilità nella casa a Lungarno, ha tagliato i ponti con il mondo. Nel 2) periodo gli spazi e le percezioni delle distanze sono incalzanti, si susseguono rapidissimi. Anche nella satira 9 “I Viaggi” del 1797è trasportata in versi la stessa narrazione die viaggi della Vita, si svolge al presente, la frenesia dei viaggi è enfatizzata dalla teatralità verbale -> poetica algerina dell’energia. De sanctis ci dice che ciò era espressione di irrequietezza insoddisfatta. Solo pensiero e affetto rimangono immobili. Dopo la conversione ad auto tragico e l’incontro del degno amore lo spazio diviene ostacolo. L amata è la gloria letteraria eterna dei classici. Il tempo diventa testa dell’eternità letteraria. Alla fine della Vita Alfieri p soddisfatto d se e ritiene di meritare un premio per cui si nomina Cavaliere del da lui inventato Oridne di Omero. Se inizialmente la sui identificazione letteraria guardava a Dante, ora guarda ai classici antichi. Alla fine della sua esistenza il tempo di Alfieri viene scandito dagli studi e non già dalla composizione. Gli studi rovistano alfieri alla dimensione mitica, inizia a vivere per la morte, l’antichità classica è l’unica esistenza autentica. 
 Emblematica è l’inserzione delle epigrafi del 1799, con le stesse ragioni per la stesura della Vita. Finita l’opera Alfieri appaga il suo desiderio di vivere oltre se stesso, è eternato nel monumento letterario. Ha completato la sua esistenza mitica, l’eroe scrittore si protrae nella nuova storia nazionale della futura Italia che lo riconoscerà come suo profeta. Alfieri abbandona il tempo presentificato, storico, e si rispecchia come poeta avete in un futuro che già gli appartiene.
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