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Riassunto saggio da Courbet agli anni '20 - A. Negri, Appunti di Storia dell'arte contemporanea

Storia dell'Arte ModernaRealismo in arteGustave Courbet

Riassunto saggio sul Realismo per esame storia dell'arte contemporanea Unito (Rovati)

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 18/06/2021

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Camilla_ok 🇮🇹

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Scarica Riassunto saggio da Courbet agli anni '20 - A. Negri e più Appunti in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! “IL REALISMO – DA COURBET AGLI ANNI ’20”- A. Negri  DIFFICOLTA’ DI DEFINIZIONE 1855-> anno del Pavillon de Realisme di Courbet durante l’Esposizione Universale di Parigi. 1. termine già comparso nel 1830 nel linguaggio della critica parigina. 2. linguista russo ROMAN JAKOBSON nel “Du Realisme artistique” (1921) sottolineò le conseguenze “fatali” dovuto all’impiego disordinato di questo termine dal contenuto “vago”. Definisce pertanto due ambiguità: a. confusa utilizzazione per definire le aspirazione degli artisti, chiamando “realista” l’opera di un autore che propone come VEROSIMILE. b. confusa utilizzazione per definire le percezioni degli spettatori, chiamando “realista” l’opera percepita come VEROSIMILE da colui che lo guarda. 3. ricerca della libertà tanto quanto la deformazione come perpetuazione di canoni artistici dominanti. Es: “La libertà che guida il popolo”- DELACROIX- 1831 -> ha ricevuto 2 tipologie di critiche: 1. CRITICHE dalla parte più CONSERVATRICE= è andato contro natura; personaggi rappresentati, ma in realtà non si erano visti nelle famose 8 giornate di luglio. A riguardo CHARLES PARCY sostiene che nel dipinto si vede un morto ucciso 8 giorni prima dell’inizio dei combattimenti, a giudicare dal colore dei lividi e dell’incarnato. Inoltre non è mai accaduto che togliessero calze e pantaloni a un morto durante queste giornate. 2. CRITICHE dalla parte REPUBBLICANA/BONAPARTISTA e LIBERALE DI SX= rappresentazione “VERA”, non forzata, dove le stesse facce sono riscontrabili nella realtà. 4. esistenza di un’altra corrente dell’800 definita come “realista” (1840-1860). 5. Uno dei primi teorici del movimento -> CHAMPFLEURY, amico di Courbet, il quale sosteneva che il realismo sarebbe in realtà come “vecchio come il mondo”. 6. 1878-> “DICTIONNAIRE DE L’ACADEMIE”= nel campo dell’arte e della letteratura, riproduzione minuziosa e fedele delle cose; modo di dire “si trova in queste opere un realismo scioccante”. Nel 1884-1891 nel Nuovo dizionario universale della lingua italiana, “dottrina artistica che vorrebbe considerare le cose nel puro aspetto del vero materiale, escludendo l’ideale”. 7. REALISTI= a. pittori e scultori che hanno perseguito una riproduzione minuziosa e simile delle cose con declinazioni e intenzioni diverse. b. artisti del tutto disinteressati alla rappresentazione delle forme visibili 1. W Kandinskij= grande realismo equivalente all’astrattismo/ il puro realismo coincideva con il fantastico incarnato nella materia più concreta -> “CAVALIERE AZZURRO a MONACO”. Bisogna attingere la VERITA’ della visione in base a una necessità interiore (ciò poteva avvenire anche nella pittura astratta come la sua). 2. N. GABO e A. PEUSNER= 1920, Manifesto del realismo a Mosca/ COSTRUTTIVISMO DI GABO a MOSCA. “Realtà del ritmo costante delle forze insite negli oggetti, dove vi è la rinuncia dei valori pittorici del colore, ai valori descrittivi della linea , al volume e alla massa della scultura( DECLINAZIONE PURA DEL COSTRRUTTIVISMO). Per loro il realismo è l’insieme dei modi di una ricerca astratta fondandosi su leggi fisiche e matematiche attraverso le quali si sarebbe presto arrivati sul “movimento immobile”. 3. NOUVEAUX REALISTES ->Manifesto dei a Milano nel 1960. Essi cercavano di far rivivere il DADAISMO storico coniugandone gli intenti provocatori con la manipolazione di prodotti e strumenti della civiltà dei consumi e dei mass media. 1/2/3--->hanno in comune solo il fatto di non essere riconducibili alla nozione più comune di realismo e di arte realista-> REALISMO derivato da riflessioni di tipo filosofico sui concetti di REALTA’ e REALE come risultati linguistico-formali bruscamente divergenti da quegli stessi modelli.  IL PROGRAMMA DI COURBET 1830.1840 860-1870 -> “Epifania del Realismo”  1855= Padillon du Realisme agli Champs Elisèes in contemporanea e in polemica con L’Esposizione Universale. Si trattava di lavori eseguiti tra ’41 e ’55 tra cui: Lo studio del pittore, Un funerale a Ornans . Le bagnanti, I lottatori, Ritratto di Baudelaire, Ritratto dell’apostolo Jean Journet in partenza per la conquista dell’armonia universale . Nel catalogo della sua mostra privata, cui si poteva accedere pagando l’ingresso( CORRADO MALTESE dice che C. approfitta di 2 libertà faticosamente conquistate in Francia: la LIBERTA’ DI PAROLA e la LIBERTA’ DI INIZIATIVA COMMERCIALE), Courbet pubblicò una dichiarazione poetica intitolata “Il realismo”, in cui sostiene che ha studiato al di fuori di ogni sistematicità e senza partito preso l’arte degli antichi e l’arte dei moderni; non ha mai inteso IMITARE GLI UNI NE’ COPIARE GLI ALTRI; e non ha nemmeno pensato di arrivare allo scopo ozioso dell’arte per l’arte. La sua idea è “SAPERE PER POTERE”, ovvero essere in grado di tradurrei costumi, le idee, l’aspetto della sua epoca secondo il suo giudizio, essere non soltanto un pittore ma un uomo, in una parola “FARE DELL’ARTE VIVA, ECCO IL SUO SCOPO”. Tale discorso è come una POLEMICA contro: 1) lo studio sistematico dell’arte passata e presente senza prevenzioni dell’arte passata, quindi NO TRADIZIONE ACCADEMICA e IMITAZIONE; 2) L’ARTE PER L’ARTE ossia polemica contro quella forma di elaborazione artistica che cercavano al proprio interno le proprie ragioni, senza confrontarsi con le condizioni e “le cose” della società del tempo, quindi ARTE SCELTA IN PIENA AUTONOMIA CON MODELLI DI RIFERIMENTO AUTONOMI. Il concetto di sapere è inteso come linguaggio strettamente individuale, originale, non ripetitivo, nel suo complesso di formule preesistenti. L’operatività dell’artista si configura come presa di posizione di parte, tendenziosa, sostenuta da un punto di vista ideologicamente determinato, oltre che individuale.  REALISMO che gioca con i dati della realtà, spostandoli, sovvertendoli e caricandoli di significati complessi: un REALISMO che NON rispecchia l’ideologia borgese del tempo e le sue aspirazioni morali, né il realismo politico di Napoleone III, ma al contrario li prende in contropiede giocando la carta del CAPOVOLGIMENTO CARNEVALESCO, PARODISTICO, LUDICO, DEI VALORI DOMINANTI.  L’idea di TRASGRESSIONE sembra una componente primaria della sua pittura, modo per comunicare a un maggior numero di persone il suo messaggio politico-morale.  Dopo il 1855 ->Courbet dipinse soprattutto paesaggi e nature morte, mostrando una caduta d’interesse per la rappresentazione di soggetti specificamente contemporanei, tanto da diventare per i giovani artisti degli anni ’60 l’esempio vivente del “pittore puro”. L’artista è libero inventore e imprenditore di se stesso, era arrivato a una concezione del quadro come oggetto materiale autosufficiente, diminuendo l’importanza del soggetto e allargando il baricentro del suo intervento innovativo. L’essere nella contemporaneità richiedeva la negazione e il superamento del sistema di produzione artistica vigente. Sostiene che parlare di una scuola di realismo è cosa assurda, essendo il realismo espressione di individualità, è quella sensazione che l’artista deve manifestare quando si trova a confrontarsi con qualche cosa.  Nel ’56-’57-> si definì la nozione di gruppo o di SCUOLA REALISTA. Cominciò a diffondersi e ad avere successo un tipo di pittura che aveva poco da spartire con Courbet, ma che comunque nel suo complesso interpretava adeguatamente l’emergente cultura positivista. In Francia un filo comune collegava l’opera di pittori come BOVIN, ANTIGNA, TESSAERT, BRETON, DAUMIER, MILLET, LHERMITTE, JEANRON, RIBOT, ROSA BONHEUR, BONHOMME’, HERNER, FANTIN-LATOUR, PILS, BRION e MEISSONNIER. Essi raffiguravano la vita contemporanea a Parigi, nelle città di provincia e in campagna, i modi di essere e di comportarsi delle diverse classi sociali, svolgendo i temi del lavoro industriale e contadino, del commercio, dell’ambiente domestico, della loro condizione di artisti, con particolare attenzione per avvenimenti di grande risonanza storica e sociale: disastri naturali, incidenti sul lavoro, guerre e rivoluzioni.  Il realismo di Courbet costituiva il polo della massima soggettività, della manifesta tendenziosità, del desiderio e del piacere allo stato puro, la pittura di FRANCOIS BONHOMMÈ ( veduta di una grande forgia all’inglese) può essere preso come modello di un realismo opposto, che si pretendeva come obiettivo nella dichiarata adesione alla filosofia della conoscenza scientifica e del progresso. F. B. come Courbet voleva dipingere moderni quadri di storia e lo fece concentrando la massima parte dei suoi sforzi artistici sul tema dell’industria contemporanea, della metallurgia. Ma il realismo di B. è discutibile benché i motivi delle sue infrazioni, ovvero dei suoi modi di alterare il vero, fossero diversi da quelli di C., perché commisurati da altri obiettivi. Il contenuto didattico dei suoi dipinti si allarga dalla semplice documentazione di un processo lavorativo alla visualizzazione della filosofia da esso sottintesa. Lo stesso “DETERMINISMO PLASTICO” che governava il suo approccio all’immagine gli imponeva una maniera diversa di dipingere gli uomini in azione, vediamo delineati senza contorni precisi, come riverberi colorati della luce violetta del metallo incandescente. Si combina così una composizione ordinata attraverso la quale B. rifletteva un’ideologia saintsimoniana agli antipodi del sovversivismo di C. e viceversa gradita al ragionevole, realistico riformismo di Napoleone III.  Il problema di una destinazione e di un uso sociale dell’arte aveva le sue radici nella cultura illuminista e nei suoi sviluppi legati a correnti di pensiero positiviste. Il cambiamento di forma praticato da Courbet per arrivare a un pubblico più ampio andava di pari passo con un programma di “incanaglimento” dell’arte che in un’ottica del genere era inaccettabile. La sua pittura non poteva essere considerata dallo Stato seria e monumentale, cosicché i vaghi progetti suoi e di Manet di decorazioni murali per stazioni, potenziali veicoli di nuove forme per nuove comunicazioni, non ebbero alcun seguito concreto.  Il lavoro di Bonhommè rispondeva bene all’interpretazione positivista del concetto di destinazione sociale dell’arte: egli proponeva messaggi edificanti che traducevano in immagini forti idee come quella del concorso di tutte le classi al progresso della nazione.  Tra 1881 e 1883 HENRI GERVEX ed EMILE BLANCHON decorarono la sala dei matrimoni del municipio del XIX arrondissement di Parigi con scene di vita contemporanea che si svolgevano in quello stesso edificio e nel quartiere circostante, attraversato dal canale commerciale della Villette e sede di grandi macelli. Egli ritrasse gli scaricatori al lavoro sul Quai della Villette e l’ufficio di pubblica assistenza con la sua piccola folla di poveri e diseredati. Ma il loro realismo era diverso da quello di Courbet, che aveva lanciato il suo appello a una parte sola, ben determinata, del corpo sociale.  Courbet riveste una notevole influenza in territorio belga dal 1851 con lo Spaccapietre esposto al Salon di Bruxelles; luogo dove l’anticonformismo artistico si organizzò dal ’68 sotto il segno del realismo della Societè Libre des Beaux-Arts, i quali sostengono di rappresentare la nuova arte con la sua assoluta libertà di modi e di tendenze e con i suoi caratteri di modernità; l’arte di questo periodo DEVE avere per missione il ritorno all’uomo e alla natura. “fare con amore e onestà ciò che si vedere, questo è il motto della pittura moderna. Ma questo cambiamento di soggetti era visto dalla critica conformista come il culto del brutto, dell’ignobile, dello storto, del cretino, ecc. quindi il realismo è la cancellazione dell’anima a vantaggio dei lividi bagliori del cretinismo e dell’abbruttimento. In una lettera a Champfleury scritta da Ornans nella primavera del 1850 Courbet descrive in quadro: due personaggi, uno vecchio, macchina resa rigida dal lavoro e l’età, la testa abbronzata e coperta con un cappello di paglia nera per la polvere e la pioggia; le sue braccia sono coperte di una camicia di grossa tela, nel suo panciotto si vede una tabacchiera di corno orlata di ottone, al ginocchio i suoi pantaloni di panno spigato, con una larga toppa. L’altra figura alle sue spalle è un giovane con all’incirca una quindicina d’anni con la tigna, dei brandelli di tela sudicia e lasciano vedere le braccia e i fianchi, ai piedi porta le vecchie scarpe di suo padre. Qua e là gli utensili del loro lavoro sono sparsi sul terreno: una gerla, un picco, una vanga, una marmitta da campo nella quale si portava una zuppa per mezzogiorno, un pezzo di pane nero posato su una bisaccia. Tutto questo in pieno sole, lungo un fossato che fiancheggia una strada. Questi personaggi spiccano sul pendio verde di una grande montagna che occupa tutta la tela e sulla quale corre l’ombra delle nuvole, alla destra del quadro la montagna in pendio lascia vedere un po’ di cielo azzurro. Confida ancora all’amico di non aver inventato nulla, perché ogni giorno andando a spasso vedeva questi paesaggi.  FREDERIC ha dato corpo all’idea di ARTISTA come SCIENZIATO, la cui opera concorre a una più approfondita conoscenza dei differenti milieux della società contemporanea. Es: i cicli pittorici come “Le età del contadino”, “L’età dell’operaio” si presentano come autentiche descrizioni antropologiche di tipi umani socialmente determinati, analizzati nella loro evoluzione fisica, psicologica, morale legata ovviamente a determinati ambienti di vita. Con il tempo però le sue opere si allontanano da questo grado di realismo, verso uno sfrenato allegorismo, mezzi comunque di bravura, studiati con molta cura sino ad arrivare NON alla SCOMPAGINAZIONE DELLA FORMA, MA agli AVVENTI CALDI CON PASTE GENEROSE.  RAPPRESENTAZIONE DI ASPETTI POCO GRADEVOLI DELLA REALTA’ CONTEMPORANEA E ATTEGGIAMENTO “SCIENTIFICO” ERANO CARATTERI SALIENTI DELLA LINEA REALISTA. PROGRAMMATICA METAMORFOSI DELLA VISIONE nel complesso quadro del Postimpressionismo.  1890-> RIPRESA DEL REALISMO DI COURBET da parte di quei pittori che ricercavano un equilibrio tra rappresentazione della realtà e realtà della visione, risolvendo quest’ultima nelle tecniche del Pointillisme e del Divisionismo, come pure della lavorazione “autonoma” della materia pittorica.  Graduale slittamento da un realismo in paste pesanti e colori terrosi a un REALISMO IN PASTE FLUIDE E TONALITA’ CHIARE.  In Italia si manifesta uno spostamento dal verismo sociale verso una pittura di realtà che interpretava molto criticamente la situazione del proprio tempo. Es. Pellizza da Volpedo, il più dotato dal punto di vista della qualità della pittura tendeva a una concentrata trasfigurazione ideale e simbolica delle tematiche sociali, arrivando a immagini di massimo impatto visivo( Il quarto stato, 1901). Furono artisti come MORBELLI, PUSTERLA e LONGONI a rivolgere la loro attenzione alla storia contemporanea a un ricambio del pubblico in senso “popolare”. Tra i primi dipinti di MORBELLI vi è da ricordare La stazione centrale di Milano( 1889) cui fecero seguito la serie dedicata ai vecchi dell’ospizio (Parlatorio del Luogo Pio Trivulzio, 1891) e opere come Per 80 centesimi (1985) e In risaia (1901) che in base a riprese fotografiche dello stesso autore, documentavano il lavoro bracciantile delle donne nella pianura padana.  Come le ombre dei lottatori di Courbet, anche le ombre dell’oratore e dell’affamato di Longoni uscivano dai limiti del quadro per toccare un pubblico ampio e pericolosamente influenzabile: non disegnate dalla matita di un caricaturista, ma catturate e diffuse in migliaia di esemplari da processi fotomeccanici di riproduzione dell’immagine.
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