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Riassunto seconda guerra mondiale, pt. 2, Dispense di Storia

Secondo file riassunto dettagliato sulla seconda guerra mondiale. Contenuti seconda parte (1942-1945): soluzione finale, campi di concentramento, Stati Uniti, Repubblica di Salò, il regno del Sud, lotta partigiana, sbarco in Normandia, offensiva sovietica, bomba atomica, la pace, processo di Norimberga.

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 06/07/2023

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elisa-frascari-1 🇮🇹

30 documenti

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Scarica Riassunto seconda guerra mondiale, pt. 2 e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! CAPITOLO 12: LA SECONDA GUERRA MONDIALE (1942-1945) 12.1 LO STERMINIO DEGLI EBREI 12.1.1 LA SOLUZIONE FINALE p.354-355 Gli ebrei per i nazisti rappresentavano l’incarnazione del male assoluto, una fonte di inquinamento insopportabile per la supremazia razziale dei tedeschi nonché la causa dell’umiliazione subita con la pace di Versailles, della crisi economica e la fonte delle ideologie nemiche del nazismo come la democrazia, il bolscevismo, il socialismo e il capitalismo. Con le leggi di Norimberga del 1935 erano stati fortemente discriminati e già prima dell’inizio della II guerra mondiale i tedeschi volevano eliminare gli ebrei dalla Germania con l’emigrazione forzata: con l’inizio della guerra pensarono di usare il territorio polacco occupato come una zona dove concentrare gli ebrei. Dopo la conquista della Francia, i tedeschi pensarono anche di concentrare gli ebrei tedeschi e gli ebrei dei territori occupati dalla Germania nella colonia francese del Madagascar ma questo progetto si dimostrò irrealizzabile in quanto il territorio era troppo piccolo per 4 milioni di ebrei e sarebbero serviti molti ufficiali tedeschi per controllare la situazione. Nella seconda metà del 1941 si iniziò a pensare al massacro generale degli ebrei, ad un progetto totale di morte, ad una soluzione finale. Eccidi di massa di ebrei si erano già verificati nel 1939 in Polonia e poi successivamente in tutti i paesi occupati dai tedeschi come durante i mesi dell’avanzata nazista in Unione Sovietica. Con la conferenza di Wannsee, un sobborgo di Berlino, il 20 gennaio 1942 vennero gettate le basi per la ‘soluzione finale’ ovvero l’eliminazione fisica di tutti gli ebrei presenti nei territori controllati dalla Germania: iniziò quello che, secondo quanto stabilito dalle Nazioni Unite nel 1978, venne chiamato genocidio cioè la distruzione totale o parziale di ‘un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso’. Fino agli anni Ottanta si è utilizzato il termine ‘Olocausto’ che significa il rogo sacrificale di vittime rituali, termine che è stato contestato proprio perché rimanda ad un’accezione religiosa. A livello storiografico si è affermato anche il termine ‘Shoah’, in ebraico catastrofe, che ben incarna il punto di vista e la percezione delle vittime anche se i detrattori di questo termine sostengono che esso si riferisca a catastrofi naturali con l’esclusione della ricerca dei responsabili. 12.1.2 CAMPI DI CONCENTRAMENTO E CAMPI DI STERMINIO p.355-356-357 I lager erano o campi di concentramento come Buchenwald, Mauthausen, Dachau o veri e propri centri di sterminio come Treblinka e Auschwits-Birkenau, in Polonia, il più grande, in grado di eliminare parecchie migliaia di persone al giorno in quattro turni, uno ogni sei ore. I campi di concentramento vennero creati dal 1933 nei territori del Reich, spesso vicino a città come Berlino e Monaco, con lo scopo di detenere e punire gli elementi ‘asociali’ come gli oppositori politici e religiosi e gli ebrei. Durante la guerra, la rete dei campi di concentramento si accrebbe fino ad assumere l’aspetto di un’enorme sistema di sfruttamento del lavoro forzato fino alla morte dei prigionieri soprattutto nel settore della produzione bellica. I campi di sterminio vennero creati nei territori polacchi per eliminare fisicamente ebrei e zingari e vennero distrutti quando finirono il loro compito: ad esempio Treblinka, dove morirono 2 milioni di ebrei, venne distrutto nel 1943. Gli ebrei, definiti Untermenschen cioè sottouomini, venivano arrestati dalla Gestapo in tutti i territori occupati, marchiati con una stella gialla da portare sugli indumenti e portati verso i campi di sterminio: 6 milioni di ebrei subirono questa sorte ed intere comunità ebraiche come quelle dell’Europa centrale vennero così cancellate per sempre in nome dell’unica accusa di esistere in quanto tali e non per le loro opinioni o la loro fede. In Italia, dei 33.000 ebrei italiani e stranieri residenti, 6.808 furono arrestati e deportati tra il 1943 e il 1945 e solo 837 si riuscirono a salvare. Gli ebrei del ghetto di Varsavia che tentarono di ribellarsi ai tedeschi nel 1943 furono sterminati. 1 12.1.3 L’UNICITÀ di AUSCHWITZ: LA FABBRICA DELLA MORTE p.357 Auschwitz venne realizzato come una fabbrica della morte dove morirono il 90 % degli ebrei detenuti: 1.100.000 su 1.300.000 di prigionieri rinchiusi. Aveva l’aspetto di un grande fabbrica, di un enorme stabilimento: annesso al campo vi era una stazione alla cui banchina arrivavano continuamente treni carichi di deportati dopo viaggi in condizioni disumane. All’arrivo al campo venivano svestiti e in poche ore venivano uccisi, caricati su vagoni ribaltabili e scaricati in fosse comuni. Dal settembre del 1941 gli ebrei iniziarono ad essere uccisi con i gas nella cantina del blocco 11 e, dal 1942, due case coloniche del sottocampo di Birkenau, che dipendeva da Auschwitz, vennero trasformate in camere a gas. Successivamente, nel 1943, entrarono in funzione a Birkenau quattro fabbriche della morte che comprendevano camere a gas e forni crematori che servivano per incenerire i cadaveri: erano attrezzate con stanze per la svestizione dei prigionieri; di zone camuffate con docce in cui veniva fatto penetrare dall’esterno l’ossido di carbonio o l’acido cianidrico che erano inizialmente letali all’altezza del suolo, poi salivano poco alla volta provocando il terrore tra le vittime che si calpestavano, cercando di arrampicarsi le une sulle altre. Dopo le esecuzioni, si mettevano in azione dei ventilatori per disperdere i gas, i cadaveri accatastati gli uni sugli altri venivano innaffiati con acqua e poi trascinati fuori: se qualcuno era riuscito a salvarsi veniva ucciso con la pistola dalle SS che erano la massima autorità del campo che dirigevano. I corpi venivano poi privati dei denti d’oro, del piombo delle protesi e dei capelli. Le vittime venivano bruciate e le loro ceneri venivano triturate e ridotte ad una polvere sottile in quanto i nazisti volevano evitare di lasciare qualsiasi traccia delle loro vittime. 12.1.4 SONDERKOMMANDO p.359 Le squadre speciali dei campi di sterminio erano chiamate Sonderkommando ed erano costituite da deportati soprattutto ebrei che dovevano occuparsi di tutti quei compiti connessi con l’uccisione dei loro compagni di prigionia. Anch’essi erano destinati ad essere uccisi in quanto le SS non volevano lasciare alcun testimone dei loro crimini. Primo Levi in ‘Se questo è un uomo’ sostenne che ‘il delitto più demoniaco del nazionalsocialismo fu proprio il tentativo di spostare su altri e precisamente sulle vittime, il peso della colpa, talché, a loro sollievo, non rimanesse neppure la consapevolezza di essere innocenti’. Gli aguzzini inoltre continuavano a dire ai membri dei Sonderkommando che nessuno avrebbe creduto ai loro racconti e per questo essi nascosero sotto la terra attorno ai forni i loro scritti sconvolgenti: sono stati proprio questi messaggi ritrovati che hanno consentito alla storia di conoscere quanto è successo nei campi di sterminio nazisti. 14.2 LA SVOLTA NEL CONFLITTO: LE PRIME SCONFITTE DELL’ASSE 14.2.1 IL PESO DEGLI STATI UNITI p.360 A metà del 1942 la situazione militare era favorevole ai paesi dell’Asse: ciononostante le sconfitte britanniche e russe ad opera dei paesi del Patto tripartito non erano state definitive; l’Italia si era rivelata a livello bellico inadeguata e Germania e Giappone non erano riusciti a coordinarsi. Questo rendeva difficile per i giapponesi difendere le migliaia di isole conquistate nel Pacifico e nell’Asia sud-orientale: di questo approfittarono gli americani che riuscirono a catturare le guarnigioni delle isole più lontane dall’arcipelago nipponico con l’obiettivo di avanzare verso il centro di esso. 2 Le formazioni partigiane connesse ai partiti di sinistra come le Garibaldi (comuniste), le Giustizia e libertà (del Partito d’azione) e le Matteotti (socialiste) avevano lo scopo di lottare contro i tedeschi ma anche di arrivare alla creazione di un’Italia rinnovata a livello democratico mentre le altre bande partigiane come quelle autonome, quelle liberali o quelle organizzate dalla Democrazia Cristiana avevano come obiettivo la sola lotta contro i tedeschi. Durante la Resistenza tutte le formazioni partigiane di qualsiasi orientamento fossero facevano riferimento al Comitato di liberazione nazionale Alta Italia che venne riconosciuto dagli Alleati come rappresentante al Nord del legittimo governo italiano che si era insediato nella Roma liberata: i partigiani combattenti furono 232.481 di cui il 50% comunisti, il 20 % appartenenti alle formazioni di Giustizia e Libertà e il rimanente 30% diviso tra autonomi, socialisti e democristiani. 12.3.7 LE STRAGI FASCISTE IN ITALIA p.368-369 I tedeschi e i fascisti arruolati nella Repubblica sociale italiana utilizzarono nella lotta contro il movimento partigiano metodi di terrore soprattutto nei confronti della popolazione civile con oltre 400 stragi collettive arrivando fino all’uccisione di 15.000 vittime. Si trattò di crimini che violavano le leggi vigenti e le convenzioni internazionali e delle 400 stragi accertate solo una decina portarono al processo e alla condanna esemplare dei responsabili come quelle a Kappler e Reder mentre per le altre uccisioni i procedimenti furono insabbiati e le vittime non riuscirono ad avere giustizia. Kappler venne condannato all’ergastolo per aver ucciso 335 italiani presso le cave vicine alla via delle Fosse Ardeatine, nel 1944, per rappresaglia in seguito all’uccisione di 32 militari tedeschi. Reder venne condannato all’ergastolo per la strage di Marzabotto, nel 1944, nell’appennino bolognese dove reparti dell’esercito tedesco e delle SS uccisero 770 civili. 12.4 LO SCONTRO FINALE 12.4.1 LO SBARCO IN NORMANDIA p.370-371 Nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944 l’esercito degli Alleati sbarcò in Normandia al comando del generale Eisenhower: era composto da 3 milioni di uomini, 1.200 navi da guerra, 13.000 aerei e 6.500 anfibi che ad un mese dallo sbarco erano riusciti ad oltrepassare lo schieramento difensivo nazista. I nazisti usarono per la prima volta i razzi V1 e V2 che riuscivano a raggiungere il loro bersaglio senza essere lanciati dagli aerei ma che non si dimostrarono efficaci. Nell’agosto del 1944 le truppe del generale De Gaulle sbarcarono in Provenza e risalirono la Francia meridionale e il 24 agosto entrarono a Parigi che era stata già liberata dai partigiani che avevano allontanato i nazisti. A metà settembre del 1944 quasi tutta la Francia e il Belgio erano stati liberati dal dominio nazista. Lo sbarco in Normandia, fatale per Hitler, fu fortemente voluto dal presidente americano Roosevelt che concordava con Stalin riguardo alla necessità di impegnare i nazisti su due fronti, situazione che i nazisti stessi avevano sempre cercato di evitare. Stalin aveva chiesto più volte agli anglo-americani di aprire un secondo fronte a ovest ma Churchill si era sempre opposto per le differenze ideologiche che lo separavano da Stalin. Churchill accettò però il compromesso di aprire un secondo fronte sui Balcani: in tal modo le armate anglo-americane sarebbero state vicine se l’URSS, una volta sconfitto Hitler, avesse cercato di espandersi nei Balcani. 12.4.2 L’OFFENSIVA SOVIETICA p.371-372 Dal 1943 al 1944 l’Armata rossa riuscì a liberare l’Ucraina e la Crimea arrivando a far arretrare i tedeschi fino ai confini polacchi. Nel 1944 la Romania e la Bulgaria dichiararono guerra ai loro ex alleati nazisti mentre l’Ungheria sottoscrisse un armistizio con i sovietici. Nell’estate del 1944 l’unico successo nazista si ebbe a Varsavia dove i nazisti riuscirono a reprimere una rivolta scoppiata proprio nella capitale in quanto i responsabili della rivolta non 5 avevano voluto l’aiuto dell’Armata rossa paventando le mire espansionistiche russe: l’Armata rossa giunse alle porte di Varsavia ma non aiutò gli insorti che dovettero arrendersi alle tremende vendette naziste. 12.4.3 LA FINE DELLA GUERRA IN EUROPA p.372 Nonostante nell’autunno del 1944 fosse ormai chiara la sconfitta tedesca, Hitler non volle ascoltare i suoi generali che spingevano per la firma di un armistizio con gli anglo-americani al fine di dedicarsi unicamente alla lotta contro l’URSS ma decise la mobilitazione totale del popolo tedesco arruolando ragazzini dodicenni, statali, artisti, anziani ed invalidi. Nonostante ciò gli Alleati nel marzo del 1945 riuscirono a passare il Reno e ad occupare tutta la Germania centrale mentre il mese successivo l’Armata rossa riuscì ad arrivare ad occupare Berlino passando per la Polonia: Hitler si suicidò nel bunker costruito sotto la Cancelleria e il 7 maggio 1945 la Germania si arrese totalmente. In Italia nell’aprile del 1945 gli Alleati e gli italiani che si erano uniti agli Alleati riuscirono a sfondare la linea Gotica; Torino, Milano e Genova riuscirono a liberarsi dai tedeschi; l’arrivo degli alleati nella pianura padana provocò la fine sia dell’occupazione nazista sia della Repubblica di Salò. Il 28 aprile 1945 Mussolini venne catturato dai partigiani e fucilato. 12.4.4 LA BOMBA ATOMICA p.372-373 Nel Pacifico e in Asia gli americani con i loro bombardieri riuscirono a cacciare i giapponesi da tutti i paesi che avevano occupato nella prima fase della guerra. Successivamente, nel 1945, venne bombardato lo stesso Giappone iniziando con Tokyo e in seguito con Okinawa che rappresentava l’ultimo baluardo difensivo nel Giappone meridionale: i giapponesi utilizzarono anche i kamikaze cioè i piloti-suicidi pronti a morire abbattendosi con i loro aerei sulle navi nemiche. Nonostante ciò la resistenza giapponese non venne piegata e allora il presidente americano Harry Truman stabilì di utilizzare la bomba atomica che era appena stata approntata e dal potenziale altamente distruttivo. La prima bomba atomica venne sganciata sulla città di Hiroshima il 6 agosto 1945, la seconda su Nagasaki il 9 agosto. A Hiroshima vi furono 90.000 morti e altrettanti ustionati e quasi tutti i sopravvissuti morirono di cancro a causa delle radiazioni mentre a Nagasaki 140.000 persone morirono per l’esplosione e la radioattività nei cinque anni successivi. Il 2 settembre 1945 il Giappone firmò l’armistizio ponendo fine ad una guerra che aveva causato 50 milioni di morti di cui 30 milioni in Europa. p. 404-405-406: Ingenti erano state le perdite umane, di beni materiali e di industrie subite da tutti i paesi in guerra dalla Germania, alla Polonia, alla Francia, alla Iugoslavia, all’Italia, alla Gran Bretagna a cui si sommavano le gigantesche spese sostenute per i rispettivi eserciti. L’URSS fu il paese più colpito a livello di morti e distruzione di risorse industriali e agricole ma assieme agli USA ebbe un ruolo decisivo nel ridisegnare gli equilibri politici del mondo emerso dalla guerra. Le potenze europee avevano un ruolo secondario sulla scena mondiale, il loro obiettivo era la ricostruzione per la quale avevano bisogno dell’aiuto corposo degli USA. Anche il Giappone, privo di tutti i territori occupati, si ritrovò in uno stato di dipendenza dagli USA. 12.4.5 LA PACE p.374 Le potenze vincitrici fondarono una nuova organizzazione internazionale al fine di giungere alla pacifica soluzione dei conflitti da sostituire alla Società delle Nazioni che non era stata in grado di assolvere a questo delicato compito. 6 Il 26 giugno 1945 nacque l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite e la prima Assemblea generale, cioè il Parlamento dell’ONU che si riunisce una volta all’anno, si ebbe a Londra nel gennaio del 1946 alla presenza di 51 paesi. L’ONU prevede anche un Consiglio di sicurezza che è il governo dell’ONU inizialmente composto da 11 membri, mentre oggi sono 15, di cui 5 sono permanenti con diritto di veto sulle decisioni ritenute sgradite: Stati uniti, URSS oggi Federazione russa, Gran Bretagna, Francia e Cina (fino al 1971 Taiwan). I 51 paesi aderenti accettarono i cinque paesi permanenti anche se fu subito chiaro che due erano le potenze con maggior potere: Stati uniti e URSS. L’ONU è dotata di un segretario generale che rappresenta per un quinquennio l’ONU in ambito internazionale, dirige l’apparato burocratico ed esegue le decisioni prese dall’Assemblea generale e dal Consiglio di sicurezza (il portoghese Antonio Guterres è il nono Segretario Generale e ha assunto l’incarico il 1° gennaio 2017). L’ONU prevede numerose agenzie specializzate che hanno scopi specifici (come il FAO cioè l’Organizzazione delle Nazioni Unite per L’Alimentazione e l’Agricoltura; l’UNICEF cioè il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia; il WHO cioè l’Organizzazione Mondiale della Sanità; l’IMF o FMI cioè il Fondo Monetario Internazionale; la World Bank cioè la Banca Mondiale; l’UNESCO cioè l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura e l’OHCHR cioè il Centro delle Nazioni Unite per i Diritti umani) ed è fornita di un suo tribunale per la tutela dei diritti umani: la Corte internazionale di giustizia dell’Aja che si trova nei Paesi Bassi (p.406- 407) Venne subito deciso che l’ONU avrebbe avuto poteri più ampi della Società delle Nazioni nel senso che avrebbe potuto intervenire direttamente a livello militare con truppe fornite dai paesi membri nel caso di conflitti armati tra i suoi componenti Presto tra URSS da un lato e USA e Gran Bretagna emersero disaccordi: l’unico punto di intesa era quello di punire la Germania creando a tal fine un tribunale apposito per giudicare e condannare i nazisti per i crimini da loro perpetrati nei territori occupati. Nell’aprile del 1945, alla Conferenza di Yalta, Churchill, Roosevelt (sarebbe morto proprio durante questo mese) e Stalin decisero di dividere il mondo in due zone d’influenza in base agli eserciti che le occupavano: i paesi della zona balcano-danubiana che erano stati liberati dall’Armata rossa vennero posti sotto il controllo sovietico, mentre gli Stati occidentali sotto quello statunitense. Numerosi e difficoltosi furono i trattati di pace avvenuti nel 1945, nel 1946 e nel 1947: l’Italia dovette cedere numerosi territori come il Dodecaneso alla Grecia e parte della Venezia Giulia e l’Istria alla Iugoslavia; Trieste venne divisa in due zone amministrate dagli anglo-americani e dagli iugoslavi; l’Albania tornò indipendente così come la Libia, l’Eritrea e la Somalia. La Germania venne divisa in due zone di occupazione, una affidata agli Alleati, l’altra ai sovietici; Berlino venne divisa in un settore occidentale (suddiviso tra americani, inglesi e francesi) e in uno orientale (assegnato all’URSS). 14.4.6 IL PROCESSO DI NORIMBERGA p.375 Tra il 20 novembre del 1945 e il 1° ottobre del 1946 a Norimberga (che era, assieme a Berlino e Monaco, una delle città simbolo del regime nazista, la città delle ‘Celebrazioni del Partito del Reich’) si tenne il Processo dei principali criminali di guerra del Reich che giudicò ventiquattro dei più importanti capi nazisti tra cui Goring, Ribbentrop e anche i maggiori esponenti dell’esercito e della marina. Essi vennero giudicati da un Tribunale militare internazionale in base alle seguenti quattro imputazioni: - Cospirazione per commettere crimini contro la pace. - Aver commesso crimini contro la pace. 7
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