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Studi etnografici sul silenzio e la produzione dell'azione: un caso studio in un mattatoio, Dispense di Sociologia

Antropologia socialeSociologiaEtnografiaSociologia del Lavoro

Un'indagine etnografica condotta in un mattatoio francese, che si focalizza sulla comprensione delle pratiche di due gruppi di lavoratori: gli uccisori e gli impiegati. L'autore Catherine Rèmy esplora come il silenzio, invece di essere un ostacolo alla comprensione, può essere un potente rivelatore delle regole e dei comportamenti degli attori. del dosaggio tra norme esplicite e implicite nella produzione dell'azione e come questo varia a seconda della strutturazione e formalizzazione delle situazioni sociali.

Cosa imparerai

  • Come le pratiche di lavoro negli uccellatori sono influenzate dal silenzio?
  • Come il silenzio può essere un rivelatore delle regole e dei comportamenti degli attori?
  • Come varia il dosaggio tra norme esplicite e implicite nella produzione dell'azione?

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 11/07/2022

franco-culatelli
franco-culatelli 🇮🇹

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Scarica Studi etnografici sul silenzio e la produzione dell'azione: un caso studio in un mattatoio e più Dispense in PDF di Sociologia solo su Docsity! SILENZIO SULL’UCCISIONE Inchiesta etnografica in un mattatoio Catherine Rèmy Lo studio è stato condotto in un mattatoio in Francia, focalizzato sulle pratiche di due gruppi di lavoratori: gli uccisori e gli impiegati  Il filoso Charles Taylor spiega che ‘la nostra azione si svolge in buona parte senza essere fondata’. Essa deriva da una comprensione che per gran parte non è esplicita A partire da questo presupposto, l’articolo di Rèmy vuole caratterizzarsi come uno ‘studio etnografico del silenzio’, mostrando come esso, lungi dall’essere un ostacolo alla comprensione, sia al contrario un potente rivelatore delle regole degli attori. Questo metodo parte dall’inchiesta etnografica condotta per alcuni mesi dall’autrice in un macello, ossia un’officina specializzata nell’abbattere gli animali e trasformare i corpi in carcasse per il consumo umano  L’azione in questo luogo di lavoro è sostenuta da un codice o norme impliciti: nel macello non tutti uccidono, da ciò consegue l’esistenza di tacite separazioni categoriali e spaziali. In linea generale, il dosaggio normativo tra esplicito ed implicito nella produzione dell’azione varia ‘morfologicamente’ in funzione del grado di strutturazione e di formalizzazione delle situazioni sociali: più un’attività è precarica o fragile, tanto più gli attori metteranno in opera un insieme di procedure, spesso implicite, al fine di supportare la produzione dell’azione Come sottolinea Taylor, possiamo dire che alcune norme implicite vengono seguite ovunque vi sia attività sociale. Il dosaggio esplicito/implicito, ossia l’ampiezza del silenzio, varia secondo il tipo di situazione L’occultamento dell’uccisione  I macelli furono creati all’inizio del XIX secolo in Francia. In precedenza, l’uccisione sfruttava la luce del sole e avveniva all’aria aperta. Inizialmente, la creazione dei mattatoi ha lo scopo di nascondere l’uccisione, poiché lo spettacolo dell’uccisione corrompe l’uomo, banalizzando morte e violenza. Ciò permette anche una razionalizzazione dell’abbattimento: l’uccisione si industrializza. L’uccisione degli animali diventa così allo stesso tempo più esplicita/regolata e più libera, autonoma per coloro che la compiono. E’ un’ attività difficile. E tanto più è difficile da gestire, tanto più gli attori si appoggeranno su accomodamenti locali, spesso impliciti, al fine di realizzare la loro azione  Il terreno d’indagine è un mattatoio francese privato di piccole dimensioni, situato nel Massiccio Centrale. Costruito nel 1969, è gestito da un gruppo di macellai. In questo mattatoio vengono uccisi più o meno da 100 a 200 animali al giorno. La catena di produzione impiega sei uccisori a tempo pieno, due persone preposte al controllo sanitario e una segretaria contabile. Per quanto riguarda lo svolgimento del lavoro, si suddivide in due momenti principali: l’uccisione degli animali e la preparazione (habillage) delle carcasse Metodologia L’inchiesta etnografica è durata tre mesi, suddivisi in tre periodi di osservazione a intervalli di due mesi l’uno dall’altro. La presenza della ricercatrice durante l’uccisione provocherà un malessere e alcune reazioni da parte degli attori, uccisori o meno, il che la condurrà, durante il terzo periodo di osservazione, a non assistere più all’uccisione con la conseguenza che i rapporti risulteranno più distesi Importanza del momento dell’uccisione nella strutturazione delle interazioni fra i lavoratori Il protocollo di ricerca era costruito dall’osservazione diretta e la raccolta di appunti in merito alle interazione e alle conversazioni. Con il tempo la presenza della ricercatrice si è normalizzata. Gli attori ‘stranieri’, ossia non interni al mattatoio come per esempio un postino, hanno addirittura preso l’abitudine di rivolgersi alla ricercatrice per chiederle di andare a cercare qualcuno o trasmettere un messaggio. Ben presto i dipendenti del macello iniziarono ad apprezzare queste forme di partecipazione. L’osservatore interagisce di frequente con gli attori al fine di acquisire un riconoscimento e non essere ‘outpur’ astenendosi dall’prendere parte alle attività principali L’ordine di senso nella situazione Ricordiamo il codice implicito: nel mattatoio non tutti uccidono, e ciò comporta un insieme di tacite separazioni categoriali e spaziali. Tale codice distingue due primi gruppi: gli uccisori e i non uccisori (personale amministrativo e sanitario). All’interno del gruppo degli uccisori, abbiamo inoltre tre sottogruppi: i ‘veri uccisori’, gli ‘uccisori occasionali’ e i ‘non uccisori’. Il codice si divide in differenti norme o regole implicite di comportamento: i due gruppi hanno ciascuno i propri spazi(entrano nell’edificio da porte differenti, non si mescolano mai nel corso della giornata..), i non uccisori non devono guardare l’uccisione cosi come gli uccisori non devono penetrare nel locale dei non uccisori ecc. Il codice è una sorta di matrice che orienta l’insieme dei comportamenti e può venire declinato sottoforma di varie clausole non fissate una volta per tutte perciò l’impiego della locuzione ‘eccetera ‘ è indispensabile l’idea è che esista un ordine che lega le azioni all’interno della situazione sociale  Querè afferma che per comprendere un universo narrativo, bisogna conoscerne i significati. Comprendere il significato di un evento equivale ad afferrarne le potenzialità non ancora attualizzate. Pertanto, percepire il senso di un avvenimento o di un’azione è comprendere il suo legame con un insieme che lo supera.  L’oggetto non viene percepito come isolato, ma inteso nella sua complessità ossia in quanto parte/fase di una totalità strutturata Il sociologo, secondo questa prospettiva, comprende degli ‘ambienti’ di comportamento, a partire da elementi manifesti e osservabili  La scoperta del codice o delle norme implicite in una situazione esige un processo di familiarizzazione che permette di percepire le connessioni che vigono nello svolgimento dell’azione e di legare gli aspetti osservabili del comportamento degli attori a un tutto. La comprensione del tutto è divisa fra momenti di percezione diretta del senso e momenti di percezione indiretta, che risultano cioè dalla devianza dell’osservatore. La presenza fisica di questo pertanto è determinante per capire le norme implicite. Gli attori cercheranno di corregge i comportamenti ‘devianti’ dell’osservatore ma senza esplicitare direttamente le norme da seguire, perché esse sono implicite e non possono essere enunciate. Così, l’espressione dell’emozione assume il ruolo di regolatrice dei comportamenti  La devianza in un contesto normativo largamente implicito richiama da parte del gruppo una reazione parimenti implicita rivelatore di ciò che costituisce il cuore delle interazioni. E’ importante sottolineare però, come sottolinea Watson, che il silenzio non equivale all’inconsapevole poiché il primo può essere sempre esplicitato. Questa ricerca è interessante perché ha utilizzato l’indagine etnografica, molto utile nella ricerca sulle organizzazioni. E’ però scarsamente teorica. Il punto fondamentale consiste nello scoprire il modo in cui codici e norme impliciti, taciti, concorrono alla produzione del lavoro all’interno del mattatoio. Da queste norme discendono modalità di organizzazione del lavoro e di separazione(anche spaziale) delle attività. Più un attività è precarica dal punto di vista formale e tanto più moralmente carica, più queste norme implicite saranno centrali nella produzione dell’azione. Il contesto è quello in cui l’attività centrale – l’uccisione – avviene in modo separato e interdetto. Il codice è una sorta di matrice che orienta l’insieme dei comportamenti e può venire declinato sotto varie forme. Le norme implicite, sembrano costituire il motore della produzione dell’azione. La mancanza di strutturazione dell’attività è occultata dalla messa in pratica di numerose clausole tacite di comportamento. Le norme tacite sono elastiche e spesso la norma risiede nella regolarità della pratica. Il tacito è negoziato e collettivamente prodotto Appunti lezione: Una parte delle persone, in maniera routinizzata, uccidono animali per consumo di carne. Fanno uso di regole implicite, senza discutere con gli altri (migliore organizzazione) Emerge come la vita organizzativa sia regolata da insieme di norme implicite e esplicite; quanto è non detto produce l’esito finale, uccisione efficace degli animali. Gran parte del lavoro in questo contesto si fonda sul non detto che conduce a produrre buone pratiche. (controintuitivo) - i membri negoziano costantemente e a volte non ne hanno neanche bisogno. Forme di interazione, divisione del lavoro, attribuzione di status, e anche lo spazio del lavoro (gli uccisori da una parte, i non uccisori dall’altra). Ipotesi di Remy: più un’attività è precaria, non regolata da procedure formali, e moralmente difficile, marginale e impura, più chi ci lavora all’interno cercherà di parlarne il meno possibile. All’interno di quelli etichettati come uccisori, vi sono i veri uccisori, che lo fanno sempre, e quelli occasionali, solo per intoppi organizzativi. (segregazione di spazi) Poche norme esplicite, molte quelle implicite creativamente interpretate dai membri. Queste norme producono script d’azione non espresse formalmente. Come gli uccisori pensano se stessi? Si autoisolano. Pratica al di fuori delle norme, per questo fanno sì che sia invisibile agli altri. Il vero uccisore lo fa nel modo più tecnico possibile. Creazione di subculture all’interno delle organizzazioni -aspetto pratico -aspetto razionale Qual è il rapporto fra un qualunque tipo di organizzazione e il contesto culturale in cui opera? 1) Esistono dimensioni del mondo sociale che influiscono sul modo in cui i produttori in un’organizzazione producono un determinato oggetto culturale 2) Possiamo considerare che la cultura (insieme di valori, norme, ruoli sociali..) dà forma al modo in cui gli agenti operano nell’organizzazione Visione comune secondo cui vi è una modalità di membership diversa rispetto ad altri paesi. Ricerca: come lo stesso tipo di org funziona in mondi sociali e contesti culturali differenti. Come queste culture diverse danno forma al modo in cui opera l’org. Come trasferire certe pratiche da una cultura all’altra. La stessa pratica finisce per avere gradi diversi di successo. Il discorso della Griswold nasce in termini di sociologia classica (Weber): problema—> le società che entrano nella modernità, si affermano grazie a una particolare forma di organizzazione, che è la burocrazia. • Lo stato moderno è organizzato secondo un modello burocratico • Questo modello è tendenzialmente razionalizzato. Caratteristiche strutturali di questa organizzazione • tende all’efficienza. • efficienza prodotto da progressiva specializzazione all’interno delle burocrazie. • necessità dello Stato-nazione di autoriprodursi (politica) Rispetto alla situazione precedente (feudo), distinzione in termini di autorità. C’è un numero ristretto che ha potere decisionale solo su determinati aspetti della vita organizzativa, possono svolgere determinati compiti e non altri. I compiti sono specializzati: • chi opera all’interno dell’org deve eseguire determinati compiti e non può togliervisi. Critiche: -Quasi mai le organizzazioni sono così impersonali come si pensa. -Come le org cercano di difendere se stesse, per massimizzare i benefici di chi lavora al suo interno. Sono autonome, hanno vita propria, distaccata dal resto del mondo sociale in cui sono inseriti. Sistemi che si autoriproducono. Producono distinzioni funzionali e inflessibilità burocratica che impediscono il raggiungimento di risultati da parte dell’org. (Analisi di Crozier sulla burocrazia francese.) Risultato: paralisi dell’org, dopo i vari trasferimenti di decisioni, e inefficienti dal punto di vista del rapporto. Spiegazione culturale: i francesi hanno una cultura individualista che si traduce in una insofferenza per i rapporti di dipendenza gerarchica. - visione di Crozier In quanto sistema, le org si differenziano al loro interno e riescono a fornire autorità a tutti, anche ai livelli più bassi della scala gerarchica. (visione organicistica) - visione di Cossu
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