Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto social media e comunicazione d'emergenza Comunello, Sintesi del corso di Sociologia Della Comunicazione

Riassunto social media e comunicazione d'emergenza Comunello

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 05/09/2023

martina-serra-27
martina-serra-27 🇮🇹

4.5

(2)

3 documenti

1 / 51

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto social media e comunicazione d'emergenza Comunello e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! SOCIAL MEDIA E COMUNICAZIONE D’EMERGENZA – FRANCESCA COMUNELLO Questo volume si focalizza sulla comunicazione di emergenza (con particolare riferimento ai disastri naturali), Senza affrontare la letteratura sul rischio e propone un quadro teorico e una serie di analisi empiriche multidisciplinari, frutto della collaborazione di vari autori nell'ambito di un progetto di ateneo della Sapienza Università di Roma (Giuseppe Anzera, ricostruisce l'evoluzione della comunicazione d'emergenza; Simone Mulargia focalizza l'attenzione sui social media e in particolare su Twitter, proponendo un'analisi dei significati socio culturali attribuiti alle forme di partecipazione sui social media durante l'emergenza, con particolare attenzione alla dimensione dell'empowerment) Oggetto delle analisi empiriche (eventi sismici): - Terremoto in Emilia del maggio 2012 - Terremoto del 2013 in Lunigiana Carfagna. Studio empirico che si concentra da diverse prospettive sul flusso di tweet attivato nei giorni successivi alle principali scosse - Alluvione in Sardegna del novembre 2013, interessante per leggere le forme di engagement e attivazione dal basso degli utenti che hanno attivamente contribuito a orientare la conversazione online verso contenuti di utilità pratica e di supporto alle operazioni di aiuto alle popolazioni coinvolte I casi di studio si concentrano su differenti piattaforme digitali (siti web, crowdmap), pur assegnando un ruolo di particolare rilievo a Twitter = è importante, più in generale, per lo studio delle dinamiche socioculturali abilitate dall'uso dei social media durante i disastri naturali, far riferimento ad un approccio ecologico, che tenga in considerazione la vasta varietà di piattaforme che i cittadini utilizzano durante le emergenze - Nel caso specifico si è scelto Twitter per una serie di fattori : la natura istantanea della comunicazione su Twitter che rende la piattaforma adeguata per comunicare in tempo reale; alcune specifiche funzionalità di Twitter che agevolano un'ampia diffusione dell'informazione (es. retweet) e le conversazioni centrate su specifici #che favoriscono discussioni focalizzate anche tra utenti che non sono in diretto contatto tra loro. Infine, la scelta è motivata anche dalla prevalente natura pubblica degli account, caratteristica che distingue questa piattaforma da altri social network site: questo favorisce conversazioni pubbliche, anche tra utenti non in contatto tra loro e rende più agevole condurre analisi che ricostruiscano la diffusione dei flussi di comunicazione all'interno della piattaforma, oltre a rendere meno critico l'utilizzo a scopo di ricerca di messaggi prodotti da parte degli utenti - I database analizzati nel volume sono estratti ricorrendo a diverse tecniche : bisogna tenere a mente che la rapidità con cui evolvono le piattaforme digitali, insieme alle modalità d'uso rendono molto problematica qualsiasi generalizzazione che punti a descrivere le caratteristiche di una piattaforma senza situarla storicamente (ad esempio, oggigiorno Facebook sembra più adatto e maggiormente utilizzato per le espressioni di stati d'animo e per la valorizzazione della memoria legata ai disastri naturali; Twitter, invece, sembra essere ad oggi più efficace nella ricerca e nella diffusione di comunicazioni istantanee legate all'emergenza in corso – ma che comunque risulta essere una piattaforma ancora minoritaria nel nostro paese – ) PREMESSA (SI) L'utilizzo dei social media in contesti di emergenza inizia ad avere una discreta visibilità a livello di discorso pubblico oltre che in ambito scientifico - In un paese a rischio sismico ed idrogeologico come l'Italia, la diffusione di informazioni affidabili gioca un ruolo importante per la mitigazione dei danni. Alcuni episodi recenti hanno mostrato che un numero crescente di cittadini si rivolge ai social media per condividere emozioni, cercare supporto, offrire il proprio aiuto alle popolazioni colpite, ottenere e diffondere informazioni. Anche le istituzioni hanno iniziato a far ricorso ai social media, con esiti diversi: accanto ai casi di eccellenza, nel nostro paese si registra ancora una certa diffidenza nei confronti dei media digitali - Non bisogna attribuire alle tecnologie digitali un potere salvifico, ma piuttosto bisogna indagare le potenzialità nei contesti di emergenza in termini informativi ed organizzativi voi a partire dalla consapevolezza e dal riconoscimento della crescente pervasività dei social media nella vita quotidiana delle persone - Il mondo online, si affianca al mondo offline, offrendo opportunità di comunicazione, di condivisione e di diffusione di informazioni Solo di recente il ruolo dei social media in contesti di emergenza è stato riconosciuto e le analisi hanno iniziato a focalizzarsi sul ruolo dei social media in situazioni di emergenza. Tutto ciò anche a seguito della normalizzazione dell'uso dei social network site (SNS) che hanno assunto ormai da qualche anno il ruolo di piattaforma mainstream - La ricerca sul rapporto tra social media ed emergenze è marcatamente multidisciplinare: alcuni studiosi si soffermano sulle ricadute operative del fenomeno, altri si concentrano sull'analisi dei fenomeni osservati, sto fermandosi sulle differenti fasi dell'emergenza, altri ancora tentano di integrare la dimensione dell'operatività con quella della ricerca empirica qualsiasi istituzione impegnata nella comunicazione d'emergenza, e la presenza del web, unita alla diffusione dei social media, ha sottolineato ancor di più la necessità di agire in maniera rapida no - Coerenza nelle affermazioni: bisogna seguire una linea comunicativa comune è una continua condivisione di informazioni da parte dei vari soggetti esperti che sono chiamati a interagire con i media - Le condizioni di vita durante la gestione delle emergenze, spesso disagiate anche per i soccorritori, il contatto con le vittime o con i parenti delle vittime alimentano lo stress da gestione delle emergenze, obbligando ad un turnover dello staff se non si può ricorrere il rischio di errori o cedimenti durante il lavoro La comunicazione di emergenza di tipo strategico: punta a creare una cornice comunicativa collegata all'intero settore del management dell'emergenza; l'intento è quello di creare un modello uniforme che unisca la fase che precede l'emergenza con la gestione dell'emergenza stessa e infine con il periodo post emergenziale NB: Ma se da un lato abbondano le analisi di carattere tattico, ed esistono numerose ricerche sul framework strategico, alcuni settori di quest'ultimo campo sono ancora relativamente poco battuti: ad esempio, lo studio delle reazioni del pubblico alla comunicazione di emergenza, considerando che una comunicazione poco chiara, incoerente o fuorviante può alimentare il panico o dei comportamenti che ostacolano nei soccorsi piuttosto che favorirli - L'analisi della risposta da parte del pubblico alla comunicazione di emergenza è tendenzialmente polarizzata attorno a due approcci principali basati su due note teorie di psicologia sociale: la teoria dell'attribuzione e la teoria della contingenza - Un altro settore ancora poco studiato della comunicazione di emergenza di tipo strategico è quello del recupero della legittimazione per le istituzioni che hanno subìto critiche durante un'emergenza: esiste una letteratura sul tema della cosiddetta reputation repair La teoria dell’attribuzione Questa teoria ritiene che, specialmente di fronte ad eventi negativi, gli individui tentano di comprendere le origini cercando di risalire a una causa e di stabilire se essa sia umana o naturale . Nel caso delle emergenze, pur non essendo direttamente imputabile un individuo, spesso l'attribuzione si sposta su specifici soggetti, soprattutto in presenza di lutti e distruzioni, come nel caso del tentativo di cercare responsabili dei crolli di palazzine dopo un evento sismico La teoria della contingenza Questa teoria analizza il contesto emergenziale in ottica situazionale, tentando di comprendere quale sia la risposta del pubblico a seconda del tipo di evento. Cameron suggerisce il bisogno di creare una linea comunicativa di base da modulare rispetto a differenti tipi di situazioni da adattare alle necessità dell'audio Grugin ha individuato una segmentazione dei pubblici, tuttora considerata valida dagli studiosi della comunicazione d’emergenza, che suddivide in almeno 4 gruppi la popolazione; bisogna tenere a mente che questi tipi di pubblico si presentano simultaneamente e richiedono, contemporaneamente, l'invio di differenti messaggi informativi: c'è chi dovrà essere convinto della gravità della situazione e chi andrà informato correttamente sulle procedure da seguire. Il problema è ulteriormente acuito dal fatto che uno stesso messaggio, otterrà reazioni diverse da parte dei diversi gruppi - Gruppo “no public”: soggetti che non comprendono la gravità della situazione in cui si trovano e che sottovalutano i messaggi di pericolo provenienti dalle istituzioni - Gruppo del pubblico latente: gruppo sociale potenzialmente coinvolto nell'evento è a rischio di subirne gli effetti diretti o indiretti ma che non è ancora consapevole del contesto - Gruppo composto dal pubblico consapevole: ci si rende conto della portata dell'emergenza e si richiede e si esige un flusso ininterrotto di informazioni e direttive da parte delle istituzioni - Gruppo del pubblico attivo : il quale direttamente collegato nella gestione dell'emergenza e che va informato sul campo delle procedure da seguire per essere di supporto all'istituzione Le fasi e gli strumenti della comunicazione di emergenza Attualmente la più importante guida teorica, valida sia per la comunicazione di crisi che per la comunicazione di emergenza, è la SCCT (Situational Crisis Communication Theory), approccio che tenta di sintetizzare efficientemente esperienze pratiche e modelli teorici - Uno degli aspetti centrali della SCCT è dato dai modelli di risposta mano a mano che nuove esperienze si aggiungono alla storia della gestione delle emergenze La SCCT divide la comunicazione di emergenza in tre fasi: pre emergenziale, emergenziale e post emergenziale e prevede due modelli comunicativi, a seconda di come si presenta la situazione di emergenza Il primo modello riguarda contesti critici in cui il problema principale deriva dall'assenza di dati, informazioni ed esperienze precedenti perché deve gestire l'emergenza (ad esempio il disastro di Fukushima); in questo caso, il focus comunicativo riguarderà le fonti di informazione, la scelta degli esperti e dei soggetti da impiegare come portavoce, così come il controllo del flusso di informazioni mediatiche per evitare che si propaghino informazioni prive di fondamento o esagerate Il secondo modello è maggiormente improntato alla gestione comunicativa della reazione dell'opinione pubblica di fronte a notizie gravi o catastrofiche e riguarda la pianificazione dei contatti con i media, la selezione delle informazioni da fornire al pubblico e le notizie sulla reazione delle istituzioni di fronte alla catastrofe Prima fase (comunicazione pre emergenziale): prevede un lavoro preventivo di programmazione prima che scoppi un'emergenza; in questa fase è importante consolidare i rapporti fra le varie entità che dovranno cooperare durante l'emergenza (forze dell'ordine, operatori sanitari, protezione civile ecc.). Gli obiettivi di questa fase sono quattro: addestramento, interoperatività tra diverse istituzioni, creazione di rapporti di legittimazione e sperimentazione della capacità di impatto dei messaggi emergenziali Seconda fase (comunicazione emergenziale): può essere suddivisa in due sub fasi relativi alla gestione iniziale dell'emergenza e al mantenimento dei soccorsi una volta che si rendono disponibili maggiori risorse per contrastare l'evento - Nella fase di gestione iniziale dell'emergenza , le principali esigenze dal punto di vista della comunicazione riguardano la semplicità, la credibilità, la velocità, la coerenza e la verifica di informazioni in modo da limitare l'effetto controproducente della diffusione incontrollata di voci e rumors. Sul piano operativo, i messaggi sull'emergenza devono spiegare quanto sta avvenendo ed informare il pubblico sugli eventi in corso; nei confronti dei media è importante consolidare la credibilità dei portavoce, dare indicazioni su come e dove reperire le informazioni; - Durante la sub fase del mantenimento dei soccorsi , gli obiettivi della comunicazione iniziano a distaccarsi da quelli della fase iniziale. Aumentando le informazioni, è importante aiutare i gruppi sociali coinvolti a comprendere meglio a quali rischi sono esposti oltre a rendersi necessario rafforzare il supporto dei soggetti non direttamente colpiti verso le operazioni di gestione dell'emergenza, promuovendo campagne di sensibilizzazione e fornendo indicazioni su come aiutare concretamente le popolazioni colpite. Inoltre, in questa fase è possibile correggere le eventuali informazioni errate in circolazione sui media e tra l'opinione pubblica Terza fase (comunicazione post emergenziale): questa fase è stata molto trascurata in passato, ma la sua importanza è ormai riconosciuta dai principali esperti del settore. Solitamente è divisa anch'essa in due sub fasi: il momento della risoluzione dell'emergenza e il momento della valutazione - La sub fase della risoluzione dell’emergenza ha inizio quando la gestione dell'emergenza sta per essere definitivamente portata a termine: in questa fase è importante trarre delle prime conclusioni rispetto a quanto ha funzionato e quanto no; è anche importante rinforzare i messaggi di prevenzione e spiegare come comportarsi durante la normalità = importante insistere sulla prevenzione - Durante la sub fase della valutazione , quando l'emergenza è ormai definitivamente superata, è possibile valutare la performance della comunicazione, capire cosa abbia funzionato e cosa no, implementando i piani di intervento da utilizzare in futuro NB: La fase post emergenziale oltre ad essere il contesto ideale per stilare e analizzare le lezioni apprese dalla gestione dell'evento emergenziale e valutare le performance istituzionali, e anche il periodo di lunghezza indefinita e di gestione degli effetti dell'emergenza: specialmente se si sono verificate delle evitare tutto ciò e addestrare le istituzioni nelle fasi di assenza dell'emergenze, attraverso simulazioni e la creazione di un codice Comune di base di comunicazione d'emergenza Comunicazione dalle istituzioni al pubblico: in questo caso il problema maggiore riguarda l'insorgere di eventuali carenze da parte degli enti di soccorso nel suggerire efficacemente alla popolazione quali comportamenti adottare. Il rischio di dare per scontato informazioni importanti, presumendo che siano già in possesso della popolazione, genera messaggi fraintendibili incomprensibili Comunicazione dal pubblico alle istituzioni: le difficoltà in questo caso riguardano la possibilità che le istituzioni abbiano gravi problemi a elaborare l'elevatissimo numero di messaggi e stimoli comunicativi in arrivo da parte della popolazione. Nel caso dei contatti telefonici ai numeri verdi ad esempio, i problemi sono almeno due: il sovraccarico di chiamate che può generare il fenomeno delle linee intasate, e la difficoltà di evadere ogni richiesta di fronte ad un fenomeno imprevedibile di cui non sempre si conosce immediatamente la reale portata Comunicazione tra i soggetti coinvolti nell'evento: in alcuni casi specifici e per alcuni individui, in determinati orari delle attività lavorative diurne, si può verificare una bassa esposizione ai mezzi di comunicazione online ed offline e la conseguenza principale di tale effetto si tradurrà in una scarsa capacità di avere adeguate informazioni rispetto all'emergenza. Tutto ciò si connette alla sempre maggior dipendenza dalle informazioni fornite attraverso la rete Internet, e al fatto che in assenza della possibilità di accedere a tale strumento si incorra ad una maggiore vulnerabilità NB: gli effetti di una comunicazione istituzionale inefficace possono creare notevoli problemi durante la fase della gestione dell'emergenza. Si è erroneamente convinti che la comunicazione dell'emergenza tende a spaventare eccessivamente le persone piuttosto che a rassicurarle. Ultimamente è stata riscontrata una sempre maggiore dipendenza (soprattutto nelle fasi iniziali dell’emergenza) dai messaggi emergenziali da parte dei media, che devono trasmetterli, e da parte del pubblico che deve acquisirli Principali errori che si verificano nella comunicazione di emergenza - I messaggi contraddittori rilasciati dai più esperti, dovuti principalmente ad un mancato coordinamento interistituzionale nei processi di comunicazione o ad una scarsa capacità informativa, spingono i media a rivolgersi ad altre fonti informative - La lentezza nel rilascio delle informazioni che rischia di creare una percezione distorta dell'andamento dell'evento e il ripetersi degli stealing thunder, tenderà progressivamente a rafforzare la delegittimazione delle fonti istituzionali da parte del pubblico e dei media - Il rilascio di messaggi eccessivamente rassicuranti generato nel tentativo di evitare il panico e di tenere sotto controllo la popolazione ma che rischia di avere conseguenze catastrofiche: il pubblico va informato correttamente e non tenuto all'oscuro del problema - Diffondere raccomandazioni senza un controllo della realtà dei fatti . Specialmente quando le istituzioni seguono delle checklist standardizzate per la comunicazione d'emergenza si corre il rischio di mischiare i messaggi utili con altri fuori contesto - Non per seguire i rumors e lasciare che le notizie false o prive di senso circolino in modo incontrollato rischiando di propagare un flusso di informazioni contraddittorie e caotico - Essere la causa dei rumors e quindi di una comunicazione basata su messaggi vaghi, poco chiari e significativi che porterà i media a cercare fonti di informazioni alternative - Impiegare dei portavoce che non esprimono empatia e preoccupazione per la situazione NB: Una volta chiarito che la comunicazione è un aspetto delicato della gestione dell'emergenza bisogna anche sottolineare che non è un'attività che possa essere improvvisata: va gestita attraverso una pianificazione preventiva e degli schemi operativi da seguire - Attualmente è in corso un dibattito tra gli analisti e gli studiosi sull'utilità di creare procedure e checklist standardizzate da seguire minuziosamente allo scoppio dell’emergenza, oppure creare schemi non eccessivamente rigidi da adottare a contesti caotici e complessi come le emergenze disastri - Sicuramente, alcune procedure tendono a costituirsi nel tempo come best practices della comunicazione di emergenza e dunque a costituirsi come importanti punti di riferimento Glick riporta alcune condizioni che rendono la comunicazione di emergenza più efficace - Fonte e messaggio : se la fonte è credibile è il messaggio specifico, coerente e usa termini familiari, aumenta la risposta positiva delle persone ad un messaggio di allarme - Chiarezza rispetto alla gravità della situazione : le persone coinvolte vanno informate e non anestetizzate - Tenere in considerazione lo stato d'animo delle persone coinvolte - Considerare le componenti sociali : i soggetti relativamente più isolati e con poche risorse sociali a disposizione, potrebbero avere minori possibilità di essere esposti ai messaggi emergenziali Il Manuale del CDC Il Manuale del CDC (Center for Disease Control and Prevention noto come CERC (Crisis and Emergency Risk Communication) è uno dei più diffusi tra gli operatori di emergenza per la precisione con cui descrive dettagliatamente le varie fasi comunicative: esso raccoglie una serie di indicazioni e suggerimenti che hanno il loro principale limite nello scarso adattamento ai contesti emergenziali - Uno dei pregi è sicuramente l'utilità di avere a disposizione una checklist da impiegare in una situazione caotica e frenetica come quella di un contesto emergenziale; i limiti sono connessi alla rigidità di queste procedure poiché durante un'emergenza o un disastro l'applicazione di direttive standardizzate può talvolta diventare difficoltosa - Oggi ci si sta spostando dagli approcci rigidi e centralizzati comprensivi di lunghe checklist alla creazione di cornici operative da adattare all'evento in corso che prevedano processi di decentralizzazione e consentano agli operatori sul posto di impiegare espedienti improvvisati per far fronte ad eventi così turbolenti - L'utilizzo delle checklist continua ad avere grande utilità quando le istituzioni che devono gestire un'emergenza si confrontano con dei fenomeni noti e su cui hanno maturato una sufficiente esperienza È auspicabile che nel prossimo futuro, si cominci a prevedere sempre più spesso un doppio livello operativo che contempli l'impegno delle tecniche più rigide e standardizzate per la gestione di minacce e l'adozione di cornici operative flessibili per le emergenze più complesse e destabilizzanti CAPITOLO 2 – SIMONE MULARGIA, TWITTARE IN CONDIZIONI DI EMERGENZA. DALL’ATTIVAZIONE SPONTANEA DEGLI UTENTI ALLE STRATEGIE ISTITUZIONALI (NI) Le tecnologie comunicative sono incorporate nella vita quotidiana delle persone . La quotidianità appare naturalmente accompagnata da dispositivi che consentono di attivare, per ragioni differenti, le forme di relazionalità formalizzate su delle piattaforme digitali Le interazioni comunicative che avvengono a ridosso di un evento sismico coinvolgono dal lato le istituzioni, votate alla gestione effettiva dell'emergenza e dall'altro gli utenti, che si attivano in risposta all'evento stesso - Secondo i tradizionali modelli comunicativi (modelli lineari), alle istituzioni spettava un ruolo ben preciso: portatrici di informazioni ufficiali e affidabili dovevano comunicare attivamente la corretta interpretazione dell'evento e indicare i giusti comportamenti da seguire; le persone, in conseguenza all'evento emergenziale, soddisfacevano il loro bisogno di informazioni approvvigionandosi a fonti informative ufficiali riconoscibili - L'ecosistema comunicativo contemporaneo ha polverizzato quello schema, inutile strumento non rappresentativo dei comportamenti quotidiani dei soggetti all’interno delle piattaforme digitali Un evento catastrofico rompe la sequenza della routine quotidiana dei soggetti e costringe a una qualche forma di presa d'atto del cambiamento, il quale mette in crisi le sicurezze e costringe ad una loro riorganizzazione - Le persone tendono a rispondere a questa pressione attivando i propri network, alla ricerca di differenti forme di supporto. Un social network (SNS) come Twitter e parte dell'ecosistema mediale a disposizione dei soggetti e può funzionare come piattaforma da utilizzare risposta ad un evento catastrofico - Il comportamento degli utenti e i motivi che li spingono ad usare un social network site (prima, durante e dopo una situazione di emergenza) non possono essere analizzati senza comprendere le caratteristiche personali socioculturali dei soggetti e le caratteristiche stesse della piattaforma Bruns e altri forniscono, a ridosso delle inondazioni nello stato del Queensland del 2011, un'esaustiva classificazione delle forme di attivazione degli utenti di Twitter in risposta all'emergenza . Vengono individuate 5 macrocategorie: non è sempre consentita nei canali social. Infine, i diversi canali di comunicazione web hanno funzioni prevalentemente diverse: - I social media assicurano l'aggiornamento, il recall, vu la raccolta di contatti o di lead - I blog consentono discussioni più approfondite - I siti aiutano a costruire un'identità organica, a raccontare una storia, a documentare e approfondire e a fornire servizi complessi Il sito web dell’Istituto Nazionale di geosifica e vulcanologia (INGV) e il confronto con altre agenzie straniere che operano nello stesso settore Il primo passo di un'analisi della comunicazione web e la ricostruzione del sistema integrato di canali che fa capo ad un unico annunciatore: al centro di questo sistema c'è spesso un sito o, meglio, il sito web ufficiale ma è anche nel caso dell’INGV, al centro del sistema vi è un sito: www.ingv.it - Di questo sito non esiste una versione specifica per il mobile (l'utente modello utilizza un computer): esistono due applicazioni per dispositivi mobili: “Ingv/Terremoti” (per Iphone) voi che mostra gli aggiornamenti sugli eventi sismici in Italia e “Hai sentito il terremoto?” Per il sistema Android, che raccoglie dagli utenti informazioni sulle scosse percepite - Il sito fornisce alcune informazioni istituzionali e rinvia a pagine interne ed esterne di approfondimento sui fenomeni monitor - Il sistema web dell’INGV è composto anche da altri siti , che possono essere distinti in due gruppi principali: i siti delle articolazioni geografiche dell'istituto, cioè delle sezioni locali, e di alcune delle sedi distaccate = questi siti sono accomunati dal dominio di secondo livello (gli url sono tutti nella forma www.nomesezione.ingv.it) e dal marchio dell’INGV; per il resto, ogni sito alla sua architettura dei contenuti e sua grafica (fra i siti più interessanti della “seconda famiglia” c’è ingvterremoti.wordpress.com, un blog con pagine di approfondimento sul monitoraggio sismico e sui terremoti in Italia) - Questo significa che non esiste un enunciato unico, ma un enunciato centrale a cui si affiancano una serie di enunciatori secondari - Per quanto riguarda i social media sono anche attivi diversi canali tra cui youtube (aggiornamento non regolare, riporta video scientifici su simulazioni o fenomeni geofisici, conferenze stampa interviste ai tecnici dell'istituto), Twitter (account che pubblica tweet con dati sulle scosse di magnitudo superiore a 2) , Facebook (in cui vengono pubblicati i posti di blog per le schede degli eventi sismici; accettati i commenti degli utenti ma non previsto feedback) e Flickr (in cui esistono due profili: uno più ufficiale in cui vengono pubblicate immagini di eventi ed appuntamenti; il secondo mostra foto di faglie o di altri fenomeni connessi all'attività sismica) All'interno del sistema web dell’INGV troviamo tre tipi principali di informazioni, ognuno rivolta pubblici e bisogni specifici: informazioni istituzionali: riguardano l'organizzazione e le attività dell'istituto e si trovano prevalentemente sul sito ufficiale, sul canale youtube, sul profilo Flickr principale e in misura minore sugli altri siti. Lo stile verbale, il tipo di immagini, il momento di pubblicazione il frequente rinvio a comunicati stampa indicano come utente modello i media e secondariamente le istituzioni e la comunità scientifica Divulgazione e ricerca scientifica: approfondimenti, documenti e studi particolari sui campi di competenza dell’INGV, pubblicati soprattutto sui siti delle sezioni locali specifiche, sul blog wordpress, sull’account Flickr. L'utente modello si identifica in parte con la comunità scientifica e in parte con gli utenti che sono interessati a questi argomenti Dati sugli eventi sismici: in questo caso lo scopo è diffondere il più rapidamente possibile i dati del terremoto. Il canale più adatto a Twitter e le stesse informazioni vengono pubblicate anche su Facebook e sul sito del centro nazionale terremoti. Il pubblico a cui si rivolge è in questo caso molto eterogeneo: media, comunità scientifica, interessati agli eventi sismici, abitanti delle zone colpite o persone direttamente coinvolte La struttura del sito dell’INGV e la sua interfaccia La struttura può essere descritta attraverso un diagramma che mostra le relazioni fra le pagine (e che chiamiamo blueprint). Il suo cuore è l'albero di navigazione, cioè la ramificazione delle sezioni principali del sito e può essere ricavato da una sitemap o dall'analisi delle barre di navigazione globale, cioè quelle che compaiono su tutte le pagine del sito - L'albero di navigazione e il modo in cui denunciatore ha organizzato il suo materiale in categorie e ha fissato percorsi, gerarchie e priorità Le sezioni presenti possono essere raggruppate in alcune macro categorie: - Presentazione: organizzazione, storia, obiettivi ecc. - Attività: attività svolte, ricerche e progetti, educational, divulgazione, relazioni internazionali e news - Eventi naturali: dati sugli eventi monitorati - Contatti e strumenti: ufficio stampa, link, strumenti di navigazione Tutte queste macrocategorie sono presenti nei quattro siti (con la significativa eccezione dei dati sugli eventi naturali, assenti o non facilmente raggiungibili dal sito Gns Science), ma alcune differenze sono evidenti - La prima riguarda la posizione della sezione di presentazione: (INGV e Gns la collocano all'inizio dell'albero, Usgs preferisci la penultima posizione e Jma la relega addirittura nella barra secondaria = si oppongono una strategia istituzionale, in cui l'annunciatore decide di presentare innanzitutto se stesso e una strategia pragmatica, in cui si dà priorità alle azioni intraprese - Un altro aspetto rilevante dell'albero di navigazione è il cosiddetto labelling, cioè la scelta delle “etichette verbali” che indicano le varie funzioni del sito: si tratta di scelte lessicali che innescano meccanismi connotativi e danno molte informazioni sul tipo di utente modello che denunciatore è previsto Ogni soggetto deve avere un programma narrativo (PN) che ha come obiettivo il raggiungimento di un determinato oggetto di valore - Il confronto con testi diversi e utili a comprendere quali siano, anche all'interno dello stesso ambito, le alternative possibili nella scelta di strutture narrative e strategie comunicative INGV La presentazione dell’INGV si trova nella pagina introduttiva della prima sezione (“L’istituto”), ed è praticamente la prima pagina del sito dopo la home. Il titolo (“Chi siamo”) della pagina è impersonale, conciso e non specifica quale sia l'istituto di cui si parla Il PN dell’INGV: “raccogliere in un unico polo le principali realtà scientifiche nazionali nei settori della geofisica e della vulcanologia”; un PN che ha come oggetto di valore “il Centro Unico” Un riferimento iniziale alla nascita dell’INGV vs sembrerebbe attribuire importanza al valore “tradizione”, ma il resto del testo non conferma questa ipotesi: manca chi lo volle, l'artefice e anche l'anno di nascita Bisogna arrivare all'inizio del secondo capoverso per capire che la “missione principale” è il monitoraggio dei fenomeni geofisici, la sorveglianza della sismicità dell'intero territorio nazionale e delle attività dei vulcani italiani = il suo PN principale, vero scopo dell’INGV è monitorare e sorvegliare la sismicità e l'attività vulcanica in Italia Un PN Secondario è diffondere la cultura scientifica, di cui l’oggetto di valore è il “sapere”, che l’INGV deve acquisire e che dovrà trasmettere ad altri (se c’è questa trasmissione, non è specificato verso chi sul sito e sembra che ci si volga alla ricerca del sapere per sé stessi) = non c’è un destinatante esplicito e sembra che il compito da portare a termine non sia neanche difficoltoso (le conoscenze devono essere presupposte da parte del lettore) Non sono chiari neanche i rapporti con gli altri attori, come il governo o la società, e anche per questo motivo il fare dell'istituto sembra autoreferenziale Stile enunciativo: discorso condotto in terza persona, presenta un enunciato implicito (non c'è alcun riferimento all’enunciatario, cioè l’utente del sito e il lettore di questo testo) L'unica immagine che accompagna la presentazione è la foto di un mappamondo su cui sono indicate le placche terrestri, immagini non accompagnata da alcuna didascalia che indica un utente modello che si presuppone competente JMA La prima importante differenza tra la narrazione dell’INGV e quella della JMA riguarda la posizione dell'agenzia rispetto ad altri attori: nel discorso dell’INGV Gli altri enti compaiono solo quando si parla di collaborazioni, per il resto sembra muoversi autonomamente: non si sono destinanti, non è chiaro il beneficiario della conoscenza accumulata e non si parla della fase di sanzione = cornice narrativa vaga e un isolamento che potrebbe far pensare all'autorefenzialità La JMA sembra essere fortemente inserita in un tessuto di relazioni e rapporti gerarchici: si presenta come componente di un'entità più ampia (l’amministrazione giapponese), all'interno della quale svolge una funzione molto precisa l'unica immagine che si trova nella pagina è un diagramma del funzionamento della rete di emergenza giapponese che mostra una chiara gerarchia il testo ci dice chiaramente che la moralizzazione e quella del dover fare e lo si comprende dai numerosi riferimenti alla legge il destinante e la società che non si presenta direttamente, sotto forma di persone che la compongono, ma si presenta con i volti istituzionali del suo apparato di governo (lo Stato) un'altra differenza riguarda il programma narrativo: nel primo caso la ricerca di un oggetto di valore sapere; qui abbiamo due PN collegati ma profondamente diversi: il monitoraggio dell'ambiente è la prevenzione e mitigazione dei disastri naturali = è chiaro quindi che i dati non hanno più valore per se stessi ma perché servono a prevenire i disastri naturali e mitigare gli effetti (valore d’uso) la strategia iniziativa è quella oggettivante, già osservata nel sito dell’INGV, VR anche se nel titolo c'è una piccola ma è importante concessione all'uso del noi esclusivo (Our missions) USGS La condizione attoriale è più articolata di quelle precedenti. Essa si muove all'interno di una rete di attori pubblici e privati chiamati in causa da un programma narrativo comune. Nel sito dell’USGS Earthquake Hazard Program si dice che sto faccia parte del National Earthquake Hazard Rduction Program insieme ad altre agenzie nazionali L'oggetto di valore è un sapere (“information”). Il PN ci aiuta a comprendere quale valore abbia questo sapere. A più riprese l’USGS afferma che il suo compito è fornire informazioni che hanno un valore d'uso. In questo caso specifico vengono esplicitati destinatari. Anche qui il destinante appare sotto forma di nazione ma non si presenta attraverso lo stato bensì si identifica con i cittadini Si osservano delle scelte lessicali non presenti negli altri casi: Il discorso recente di una certa retorica pragmatista e a tratti aziendale (business, stakeholders ecc.) Le immagini ti accompagnano il testo presentano persone, più precisamente, dipendenti dell'agenzia in spazi aperti mentre compiono operazioni pratiche di misurazione e rilevamento. Il compito viene presentato come molto difficile La strategia enunciativa del sito è composita: si passa dalla terza persona, alla prima persona plurale che non può che essere il noi inclusivo tipico di Il ruolo di Twitter durante il terremoto in Emilia (maggio 2012) Nel maggio del 2012 una rilevante sequenza sismica si è verificata nel Nord Italia. Le due principali scosse sono state classificate come eventi rispettivamente di magnitudo 5,9 con epicentro a Finale Emilia in provincia di Modena e 5,8 con epicentro nella zona di Medolla e Cavezzo, Modena - Il sisma ha interessato in primo luogo le province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Bologna e Rovigo ed è stato avvertito in buona parte dell'Italia centro settentrionale - Il terremoto ha causato 27 vittime, circa 400 feriti e 15.000 sfollati: numerosi edifici storici e pubblici, residenze private, azienda agricoli fabbriche sono state danneggiate gravemente in prossimità dell'epicentro si sono registrati numerosi crolli di edifici - Il sisma ha rappresentato uno dei primi disastri naturali commentati in modo esteso su Twitter, al punto che l'hashtag terremoto è stato a lungo tra i “trending topic” italiani nel periodo in questione È stata portata avanti una ricerca che descrive le modalità di diffusione dell’informazione su Twitter e le reti di influenza che si sono crete durante il terremoto de maggio 2012 in Emilia. Si è analizzato un dataset di 12.799 tweet che presentano le seguenti caratteristiche: - contengono la parola chiave terremoto o earthquake - sono prodotti tra il 20 maggio e il 4 giugno 2012 - sono geolocalizzati in Italia (ricordando che la geolocalizzazione dai tweet deve essere abilitata dall'utente) i tweet sono stati estratti in tempo reale dall’INGV attraverso la Streaming API di Twitter, probabilmente la fonte di dati più utilizzata per condurre ricerca su Twitter Anche se i tweet geolocalizzati rappresentano un'esigua minoranza, si ritiene che la localizzazione dei tweet passo offrire importanti elementi per interpretare le attività di comunicazione in relazione ai terremoti. Voi essa viene utilizzata con l'obiettivo di comprendere se la distanza degli utenti dall'epicentro di un sisma attivi differenti strategie nell'utilizzo di Twitter Inoltre, la ricerca ha previsto l'identificazione di tre zone, definite facendo riferimento alla mappa dell'intensità macrosismica creata dall’INGV, dei risultati del questionario “hai sentito il terremoto”: - la zona rossa (zona in cui il sisma è stato percepito con intensità maggiore) - la zona verde (include le aree dove il terremoto è stato percepito distintamente VR sebbene con intensità minore) - la zona bianca (che contiene tutte le zone della penisola dove il terremoto non è stato percepito) l'uso di Twitter durante una sequenza sismica: distribuzione oraria e giornaliera dei tweet il 68% dei tweet prodotti nell'arco di due settimane si concentra nelle due giornate in cui si sono verificate le scosse principali. In quelle stesse giornate, i picchi nella produzione di tweet si verificano nella prima ora dopo le scosse principali anche se questi hanno luogo di notte Nella distribuzione temporale dei tweet emergono alcune significative differenze tra le tre aree - la più alta concentrazione di Twitter dopo le scosse principali si verifica nella zona verde - nella zona rossa si registra un picco nella produzione di tweet immediatamente successivo alle scosse maggiori, sebbene meno evidente rispetto a quanto osservato nella zona verde; al contempo, in questa zona si registra una produzione più estesa dei rit durante l'intero periodo della sequenza sismica - nella zona bianca, l'andamento dei tweet sembra legato ai cicli sonno veglia e alla possibilità di aver ottenuto informazioni indirette sul sisma NB: Twitter sembra confermare, in riferimento ai terremoti, il suo orientamento verso una comunicazione sostanzialmente in tempo reale coinvolgimento degli utenti nell'uso di Twitter rispetto alla loro distanza dal sisma la ricerca ha voluto analizzare gli utenti più attivi, ovvero coloro che hanno pubblicato il maggior numero di tweet, nel corso della rilevazione. L'utente più attivo su Twitter e inequivocabilmente @ingvterremoti, profilo creato dall’INGV con l'obiettivo di descrivere quasi in tempo reale tutti i terremoti di magnitudo superiore a 2.0 che si verificano in Italia (durante la sequenza sismica l’INGV ha pubblicato 909 tweet geolocalizzati, sia nella zona rossa che nella zona verde) - il primo tweet relativo alla scossa in Emilia è apparso alle 2.50 a.m. UTC, 47 minuti dopo la relativa scossa, segnalando ufficialmente un terremoto di magnitudo 5.9 localizzato nella provincia di Modena - il secondo utente più attivo (169 tweet) VR è localizzato nella zona rossa e appare come un semplice utente di Twitter NB: è possibile affermare che la vicinanza rispetto all'evento di crisi – e dunque l'elevato ho bisogno comunicativo – rappresentino fattori in grado di favorire un uso più intenso dei social media. Prevedibilmente, gli utenti localizzati nella zona rossa si rivelano maggiormente coinvolti nella produzione di Twitter riguardanti il terremoto, persino quegli utenti che solitamente risultano essere poco attivi sulla piattaforma. Ciò dimostra come nei pressi di una zona colpita da un terremoto il tema prevalga sull'utilizzo quotidiano di Twitter. Nelle zone dove il sisma non è stato avvertito (zona bianca) vs l'utilizzo quotidiano prevale sul tema e gli utenti più attivi nel commentare il terremoto sono coloro che già pubblicano su Twitter un'elevata quantità di contenuti, a conferma di come la distanza geografica da un evento determini il coinvolgimento emotivo del pubblico Uno sguardo alla grammatica di Twitter: uso di mention (@), hashtag (#),retweet (RT) e link l'analisi della distribuzione dell'uso delle mention e dei RT vv fai emergere usi differenti di Twitter rispetto alla diversa localizzazione degli utenti. Gli utenti che pubblicano contenuti nella zona rossa, mostrano una più bassa prevenzione ha menzionare utenti o a fare un RT, vv rispetto agli utenti che twittano dalla zona bianca - emergono due funzioni diverse nell'utilizzo di Twitter: una funzione orientata alla testimonianza diretta è una funzione che impiega Twitter in quanto dispositivo utile per acquisire informazioni di seconda mano Nella zona rossa si registra la più alta percentuale di tweet che contengono un hashtag (#), vv simbolo utilizzato per organizzare efficacemente la comunicazione su Twitter intorno ad un determinato tema la zona bianca fa registrare la più alta percentuale di mention e RT: trattandosi di cittadini che non potendo condividere un'esperienza diretta riguardo al terremoto, si limitano a condividere l'esperienza riportata da parte di altri utenti o le informazioni prodotta dai media o da personaggi pubblici in ciascuna delle tre zone sono state analizzati gli account più citati, cioè quelli che raccolgono circa il 15% delle citazioni complessive - Il profilo istituzionale dell’INGV (@ingvterremoti) sempre presente; profili appartenenti ai media come @skyTg24 e @gazzettamoderna, profili di alcune twitstar - Tra i profili maggiormente ritwittati emerge un solo account collegato ad un'istituzione, ovvero @ingvterremoti. Nella zona verde, complessivamente si osserva una prevalenza dei media sulle twitstar, mentre nella zona bianca le twitstar predominano sui media: questo è un dato che appare con correlato a diversi livelli di attenzione e di attivazione riguarda un tema, che cittadini sperimentano in due zone d'Italia differenti rispetto all'emergenza sismica: nella zona verde, gli utenti appaiono spinti a cercare attivamente in prima persona le informazioni (seguendo una logica pull); nella zona bianca, i cittadini sono meno portati a cercare attivamente informazioni, mentre è più probabile che ricevano aggiornamenti da account che stanno già seguendo: in questo contesto le Twitter si rivelano per loro fonti di informazioni (logica push). nella zona rossa, gli utenti tendono anche a rispondere ad altri utenti che chiedono informazioni dirette NB: emerge chiaramente che i profili istituzionali non siano quasi mai citati da parte degli utenti; allo stesso modo, il profilo @ingvterremoti è l'account più citato. Il profilo dell’INGV, in linea con la missione stessa dell'istituzione, fornisce esclusivamente uno specifico tipo di informazioni (localizzazione del terremoto e magnitudine). VR si constata dunque come gli utenti di Twitter non ricevano informazioni prodotte da parte di autorità o istituzioni pubbliche nazionali relativamente alla gestione delle situazioni di crisi - a livello locale l'iniziativa è lasciata alle buone pratiche presenti sul territorio. Nel corso dell'ultimo rilevante terremoto in Italia, i media mainstream (tv e quotidiani) e le tristar hanno avuto un ruolo centrale nel processo di mention/RT, vo esercitando un'influenza derivata dalla posizione di centralità acquisita su Twitter o dal loro ruolo professionale. In questo modo i profili dei media e delle tweet star hanno in parte colmato il vuoto lasciato da parte delle istituzioni italiane, favorendo la diffusione di informazioni di pubblica utilità quali il numero ufficiale di vittime e feriti, i comportamenti da tenere in caso di nuove scosse, un aggiornamento rispetto ai disservizi e ai malfunzionamenti nelle aree colpite dal terremoto ecc. Twitstar e hub L'elemento cruciale per comprendere il ruolo giocato dalle twitstar, voi che spesso sono popstar (cantanti presentatori tv, scrittori) a digiuno di competenze riguardanti la sismologia o gli strumenti di protezione civile, è la struttura di rete: si tratta di utenti che sono hub (fulcro,centro) all'interno della Twitter sfera italiana - Boccia Artieri e altri, sempre in relazione al terremoto dell’Emilia, voi hanno messo in luce come Twitter, nei minuti successivi alla prima scossa, si è utilizzato in prevalenza con una funzione di testimonianza, in primo luogo descrittiva, ma anche emotiva. Nelle ore successive, gli utenti, appaiono rivolgersi a Twitter invece per cercare informazioni o in alcuni casi per richiederle direttamente sono molti progetti di ricerca dedicati a mettere a punto specifici algoritmi in grado di estrarre automaticamente le informazioni da tweet geolocalizzati prodotti dagli utenti con l'obiettivo di rilevare le emergenze in corso L'obiettivo è quello di osservare da vicino le informazioni pubblicate da parte degli utenti su Twitter nel corso di una sequenza sismica allo scopo di descrivere, anche in base alla distanza degli utenti rispetto all'epicentro terremoto, quali siano le modalità di diffusione dell'informazione, gli attori partecipanti, i bisogni e le esigenze dei cittadini che abitano queste piattaforme, anche per contribuire alla progettazione dei servizi informativi più efficaci - l'analisi ha evidenziato come, durante una sequenza sismica, Twitter si è utilizzato dagli utenti come strumento di comunicazione in tempo reale - nelle prime due ore dopo la scossa emerge una prevalente funzione di testimonianza, sia descrittiva che emotiva. Gli utenti mettono in campo diverse modalità di coinvolgimento in base alla loro localizzazione: nella zona rossa, dov'è il sisma è percepito con maggiore intensità, l'evento terremoto predomina rispetto al quotidiano uso che di Twitter viene fatto dai singoli utenti. Al contrario di altre emergenze o eventi catastrofici naturali (alluvioni, frane) il sisma è un fenomeno univocamente definito in italiano dalla parola “terremoto” in questo senso l'analisi su Twitter ha beneficiato dell'esistenza di un'unica parola chiave utilizzata - si è rilevata l'importanza di lavorare alla creazione alla gestione di hashtag che favoriscano l'aggregazione di informazione sotto una medesima etichetta - nel corso del terremoto dell'emilia i profili dei media e delle twitstar hanno in parte colmato un vuoto comunicativo lasciato da parte delle istituzioni pubbliche. Emerge che nel corso dell'emergenza gli utenti siano alla ricerca di informazioni affidabili e puntuali - Voi la struttura di Twitter comporta che, voi la prima informazione con la quale l'utente entrerà in contatto sarà quella fornita da un profilo che gode di una visibilità e di un potere di influenza rilevante all'interno della piattaforma: sono gli hub solidi a riuscire a comunicare in maniera efficace in contesti di emergenza - all'interno della Twitter sfera italiana vo emergi come le istituzioni pubbliche debbano ancora conquistare una posizione comunicativa privilegiata ci si propone per il futuro di elaborare le linee guida per le istituzioni affinché possano gestire in maniera più efficace la comunicazione di emergenza sui social media voi e per far sì che sappiano andare incontro ai comportamenti, bisogni ed aspettative degli utenti. Ci si auspica che, durante i periodi di pace, i cittadini siano accompagnati dalle istituzioni ad acquisire una crescente familiarità con la gestione di una situazione di emergenza e che gli enti e le amministrazioni pubbliche acquisiscano competenze per fornire una comunicazione affidabile CAPITOLO 5 – MAURO SARRICA, MARA PAOLA GERMANI, SONIA BRONDI, ISTANTI, ORE, GIORNI DOPO IL TERREMOTO. SPUNTI DALL’ANALISI DEI TWEET PER LA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA (SI) Il termine “Emergenza” è un termine polisemico, cioè ha più significati e solo recentemente è stato associato a “Psicologia”, al fine di identificare e definire un particolare ambito di ricerca, pratica e applicazione - Sbattella distingue diversi contesti nei quali questo termine viene utilizzato e differenti connotazioni che esso assume La Legge italiana n.225 del 24/2/1992, istituisce il Servizio Nazionale di Protezione Civile e definisce “emergenza” il verificarsi di calamità naturali e connesse con l'attività dell'uomo, chi ragione della loro intensità ed estensione debbano, con immediatezza di intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari - Nel contesto della protezione civile, quindi, il termine emergenza fa riferimento principalmente ad una serie di norme e procedure che permettano di attivare risorse straordinarie, voi diversificate per tipologia di evento - in medicina, l'emergenza è una situazione o è presente un pericolo di vita, ovvero un danno organico tale da richiedere un intervento immediato. In un contesto sanitario è richiesta dunque di immediatezza del soccorso - dal punto di vista psicologico, si sceglie invece una definizione contestuale di emergenza, ovvero “una situazione interattiva caratterizzata dalla presenza di una minaccia da una richiesta di attivazione rapida e di rapide decisioni, dalla percezione di una sproporzione improvvisa tra bisogni e potenziale risposta attivabile dalle risorse immediatamente disponibili, da un clima emotivo congruente La sorpresa è il primo elemento che colpisce con intensità in una situazione di emergenza: ci stupiscono eventi nuovi, ignoti, che non si adattano ai nostri schemi conoscitivi. La sorpresa segnala l'allontanamento da ciò che è solito, atteso e prevedibile - L'emergenza è quindi una di quelle situazioni della vita che possono portarci fuori da quella che noi conosciamo come quotidianità. L’emergenza, per via delle sue caratteristiche dirompenti, si differenzia rispetto ad altre trasformazioni del quotidiano perché mette alla prova capacità di residenza ed adattamento e alla quale segui il desiderio di recuperare la stabilità e la prevedibilità della vita: l'emergenza è tale, dunque, perché è una situazione alla quale non siamo psicologicamente preparati e che mette seriamente alla prova le nostre capacità di reazione e adattamento L’affermarsi della psicologia dell'emergenza La psicologia dell'emergenza è un insieme di conoscenze e di tecniche utili a comprendere e sostenere gli individui e le comunità che fronteggiano eventi potenzialmente distruttivi, prima, durante e dopo il loro manifestarsi. Essa studia il comportamento individuale, di gruppo e comunitario in situazioni di crisi e si interessa ad attuare tutti quegli interventi clinici e sociali necessari in caso di eventi catastrofici e/o traumatici L’interesse crescente nei confronti della psicologia dell'emergenza e il maggiore investimento in termini di energia e forse verso gli aspetti psicologici conseguenti alle emergenze è legato ad un profondo cambiamento culturale e di approccio chi ha avuto inizio negli anni 90 - a livello internazionale si assiste ad un ripensamento profondo delle mie dimensioni umanitarie e di assistenza, passando da un punto di vista prettamente medico riassumibile nel concetto “salute per tutti”, ad un più globale “raggiungimento di uno stato di benessere psicofisico di ciascun individuo”. Si tratta di un mutamento che è interessato anche le modalità di definire la salute e il benessere - da una definizione in negativo, come assenza di malattie o disturbi, si afferma sempre più una visione attiva, positiva e multifattoriale: il benessere individuale è caratterizzato da componenti quali autonomia, padronanza ambientale, possibilità di crescita personale, presenza di relazioni positive con altri, percezioni di avere degli obiettivi nella vita e una piena accettazione di sé = a livello sociale, il benessere è definito di sentimenti di integrazione nel proprio gruppo, di accettazione dell'altro da sé, della percezione di contribuire attivamente alla comunità - Tutte queste ricezioni sono recepite dalla normativa Direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 13 giugno 2006 Questa direttiva sancisce “i criteri di massima sugli interventi da attuare nelle catastrofi”. All'interno della direttiva si dice esplicitamente che le catastrofi possono produrre sugli individui effetti di lunga durata e mettere a dura prova le capacità di reazione e di adattamento sia del singolo individuo che dell'intera comunità - È importante che gli interventi psicosociali tengano in considerazione le caratteristiche specifiche del territorio e della comunità che lo abita, oltre alla necessità che azioni di interventi coordinati siano in grado di garantire risposte efficaci e di qualità = presupposto per la costruzione di equipe psicosociali per le emergenze (EPE), per il supporto psicosociale alla popolazione colpita da calamità - Il ruolo dello psicologo nei contesti emergenziali è quello di comprendere come le persone possono percepire l'evento, quali sono le reazioni psicologiche che possono presentarsi e i comportamenti ad essi legati = è bene che l'intervento psicologico nella situazione di emergenza non faccia riferimento ad un'unica branca della psicologia, ma si concretizzi attraverso un insieme di conoscenze (psicologia clinica, cognitiva, sociale, della comunicazione, ambientale e di comunità) puoi che ciascun elemento fornisce il proprio contributo Ogni intervento di psicologia dell'emergenza prevede sia il sostegno della comunità investita dall'evento che dei soccorritori, attraverso azioni mirate preventive, concomitanti e successive di carattere psicosociale, psico educativo e clinico. Si possono distinguere due ambiti di intervento: Quello delle emergenze individuali, o comunque riferibili a un numero contenuto di persone (ad esempio una sparatoria, un'aggressione un incidente automobilistico) - Quello delle emergenze collettive, o che coinvolgono un numero elevato di individui (ad esempio terremoti, alluvioni o disastri ferroviari) Si può distinguere inoltre tra - Intervento preventivo, che si svolge in situazioni di normalità ed è finalizzato alla preparazione delle persone a rischio e alla formazione degli operatori a fronteggiare gli eventi che si prevede possano accadere NB: Non tutti coloro che si trovano a fronteggiare un'emergenza, agiscono allo stesso modo e non tutte le esperienze suscitano le stesse tipologie di reazioni. Non è facile però, determinare le cause di tali differenze - Tra i fattori di resilienza individuale e di comunità si possono annoverare caratteristiche personali e fattori di rischio (l'età, genere, storia personale, modelli di attaccamento, precedenti traumi, supporto sociale) tipologia di disposizione all'evento (, diretta in diretta o vicaria) valutazione complessiva (schemi cognitivi, modulazione delle emozioni, percezione del rischio, strategie di coping) Tra tutti i tipi di emergenze, il terremoto, sul piano psicologico, presenta alcune caratteristiche peculiari: - Si tratta di un evento che si riconnette con una paura primitiva, che ha radici molto profonde: non a caso, quando vogliamo prendere l'idea di disperazione e disorientamento, usiamo l'espressione “mancare la terra sotto i piedi” - Il terremoto è un fenomeno che interessa ampie porzioni di territorio e che investe intere comunità, privandole non solo di beni di prima necessità, come la casa, ma anche di luoghi simbolo per l'identità culturale e religioso. Le persone e i gruppi fondano parte della propria identità a partire dalle relazioni con i luoghi che sono significativi per la storia individuale e condivisa, creando veri e propri legami affettivi con l'ambiente che abitano. Lo sradicamento diventa ancora più grave laddove l’opera di ricostruzione non avvenga ripristinando la situazione precedente, negli stessi luoghi ma con edifici estranei - Il terremoto è particolarmente insidioso dal punto di vista delle conseguenze psicologiche, poiché spesso, alla prima scossa principale, seguono scosse di assestamento = per quanto di minore entità e durata, le persone sono costrette a convivere per giorni, mesi con scosse ripetute Il perdurare dell'incertezza rappresenta un terreno fertile per la diffusione di notizie incontrollate (ad esempio, che la scossa più forte debba ancora arrivare) - Le ICTs Internet, possono e devono diventare parte integrante dell'intervento di emergenza. In un contesto di incertezza e di perdita del controllo, la condivisione di informazioni accurate e uno tra i fattori vu più importanti che possano contribuire al recupero del benessere sociale - i social media, si rivelano anche perché deve programmare l'intervento, una fonte interessante è un mezzo attraverso cui favorire i processi che contribuiscono al superamento dell'emergenza e a medio lungo termine, forniscono uno spazio dove poter continuare ad osservare e favorire processi di aggregazione, di ricostruzione identità, legami e narrazioni, dunque a ripristinare la situazione di quotidianità Il terremoto in Emilia Ci si propone di fornire un primo esame circa il modo in cui i contenuti trasmessi tramite Twitter, nelle fasi dell'emergenza, nei primi giorni successivi al terremoto, possano fornire indicazioni utili nell'ambito della psicologia dell'emergenza - E’ stata portata avanti un'analisi lessicometrica che risponde a due necessità: da un lato, l'ampia mole di dati è adeguata all'uso di statistiche in grado di evidenziare lemmi e specificità; dall'altro, questo genere di analisi è contraddistinto da rapidità e modalità di esecuzione semi automatiche - Dalla analisi statistico testuale è stato possibile constatare che il vocabolario fosse costituito complessivamente da 108.599 forme lessicali. L'ampiezza del vocabolario suggerisce in modalità e strategie comunicative che si accostano all'emergenza molto differenziate tra loro, confermando la natura polisemica dell'emergenza e dei suoi effetti oltre alla dimensione polifonica della narrazione dei vissuti a essa legati - La parola maggiormente presente è “terremoto” a cui seguono “scossa”, “paura”, “casa”, “earthquake” ecc. - I luoghi più citati sono “Emilia”, “Modena”, “Bologna”, “Milano”, “Italia” ecc. - I verbi più frequenti sono “sentire", “fare”, “svegliare”, “dormire”, “tremare” ecc. - Aggettivi ed avverbi di rilievo sono “forte”, “solo”, “oggi” - Le emozioni espressa in modo esplicito sono, oltre alla “paura”, “ansia”, “tranquillità”, “panico”, “coraggio” Sono state individuate 8 zone a seconda della distanza in km le scosse di maggiore intensità (quella del 20 maggio di magnitudo 5.9 è quella del 29 maggio di magnitudo 5.8) e sono stati ripartiti i 16 giorni considerati (dal 20 maggio al 4 giugno) - Nelle giornate in cui si sono verificate le due scosse di maggiore intensità tutti i contenuti emotivi aumentano sensibilmente rispetto agli altri giorni; tuttavia, se la paura è percepita più forte il 20 maggio rispetto al 29 maggio, l'ansia e il panico sembrano crescere al susseguirsi delle scosse così come simmetricamente diminuiscono coraggio e tranquillità Interessante esaminare il modo in cui le persone più o meno colpite dall'emergenza definiscono se stesse: - In particolare, i termini come “vittima” e “popolazione” (e con minor frequenza “terremotato”) sono ampiamente sovrautilizzati dagli autori di tweet più lontani dagli epicentri. Le persone più vicine, preferisco il termine “sfollato” e di gran lunga “noi” - Cambia il modo di interpretare l'evento come emergenza individuale oppure collettiva/comunitaria, anche rispetto alla distanza dall'epicentro e nonostante il vissuto sia nel complesso espedito individualmente, è possibile notare come il pronome “io” sia sensibilmente più utilizzato dalle persone più lontane e il pronome “noi” da chi ha vissuto l'evento sismico più da vicino Analisi di classificazione gerarchica: 4 classi, ognuna contraddistinta da forme lessicali peculiari - Classe 1: la più ampia, connotata da una forte componente emotiva. Sono presenti i termini che indicano stati d'animo anche contrastanti, interrelazioni, riferimenti alla sfera degli affetti, ma anche ricerca di informazioni. Questa classe è caratterizzata dalle giornate comprese tra la prima e la seconda intensa scossa (tra 21 e il 28 maggio) - Classe 2: rimanda prevalentemente alla dimensione esperienziale. Emergono localizzazioni precise, descrizioni dell'evento, della sua intensità e delle relative reazioni. Questa classe corrisponde al primo giorno (20 maggio) voi e a tweet inviati dalle zone più lontane taglio epicentri in cui era le scosse sono state percepite - Classe 3: è profondamente intrisa di contenuti identitari legati al contesto locale. Innanzitutto, i luoghi a cui ci si riferisce diventano piccoli comuni o frazioni, o luoghi simbolo che presentano ferite talvolta anche insanabili e che vanno ad aggiungersi a quelle che hanno colpito la comunità stessa. Qui il terremoto è descritto come una calamita. Questa classe è caratterizzata tutti inviati dalle zone più vicine all'epicentro - Classe 4: è caratterizzata da una marcata componente assistenziale. Sono presenti parole che fanno riferimento all'emergenza e alla sua gestione. L'intervento di aiuto si muove in due direzioni parallele: da un lato la coordinazione delle operazioni da svolgersi in loco per venire incontro hai bisogno delle comunità più colpite; dall'altra, la solidarietà dell'intera nazione. Questa classe è associata alle giornate comprese tra la seconda e intensa scossa e la fine della rilevazione (tra il 29 maggio e il 4 giugno) e ai tweet inviati dalle zone più lontane dagli epicentri Approfondimento dei 612 tweet inviati, dalle persone nelle zone più vicine all'epicentro, nel giorno in cui si è verificata la prima forte scossa L'analisi statistica testuale identifica un vocabolario costituito da 5795 occorrenze complessive e da 1862 forme distinte - In questo sottoinsieme di tweet sono presenti i termini che suggeriscono maggiore attenzione ad alcuni luoghi precisi, anche il simbolo, agli effetti dell'evento sismico e alle prime fonti di informazione. Rispetto ai luoghi molto evocati sono piccoli centri abitati in corrispondenza dell'epicentro e anche tra i verbi, quello più utilizzato, rimane “sentire” - È interessante constatare la pressocchè dall'assenza del verbo “fare” – indice di una certa immobilità forse dopo dal senso di impotenza e alla cosiddetta reazione freeze allo shock – che è sostituito, almeno parzialmente da “fare come”, Chi rimanda a strategie di coping volte ad ancorare l'alterità dell'emergenza in atto ad esperienze e contesti pregressi e quindi noti - L'analisi di classificazione gerarchica ha permesso di individuare tre classi di contenuti: la classe 1, rimanda prevalentemente alla dimensione esperienziale del vissuto di frattura della normalità. Questa classe è caratterizzata dai tweet inviati dalla fascia più lontana dall'epicentro; nella classe 2, alla dimensione esperienziale sempre presente, si aggiunge la componente emotiva legata allo shock dell'evento, fortemente presente nelle espressioni di stati d'animo negativi ma che si coglie anche in manifestazioni di speranza e di riconoscenza. Questa classe è associata a tweet inviati da zone comprese entro i 10 km dall'epicentro e tra 20 e 30 km dall'epicentro; la classe 3 è profondamente connotata da contenuti identitari legati al contesto locale: anche in questo caso i luoghi nominati sono piccoli centri abitati colpiti i loro simboli storici. Questa classe è caratterizzata da tweet inviati dalla fascia tra i 10 e i 20 km dall'epicentro I sistemi di comunicazione come Twitter potrebbero essere nel futuro, per l'intervento in psicologia dell'emergenza, molto utili. Ci si chiede se possa essere utile esaminare ed utilizzare Twitter nelle diverse fasi dell'emergenza. In linea di massima si - Sarebbe utile identificare delle parole chiave e tenere sotto controllo il loro andamento nel tempo al fine di esaminare l'evolversi dello Stato emotivo delle popolazioni colpite o le strategie prevalenti di coping adottate - Twitter potrebbe essere utile strumento da impiegare per interventi psico sociali e psicoeducativi, favorendo una maggiore diffusione e tempestività - Lo stretto collegamento tra online ed offline conferma l'opportunità di fornire spazi e strumenti che consentano di preservare i legami tra territorio e comunità e tra membri della comunità stessa così fondamentali per il ritorno alla stabilità della vita quotidiana - Emerge anche la capacità dei social media di fornire accesso, in modo tanto rapido quanto estensivo, dal punto di vista dei diretti interessati. Questa capacità può essere utilizzata al fine di fornire indicazioni mirate sui bisogni e le necessità manifestate dal basso - Tweet Archivist unifica le due funzioni, creando un unico dato: dai 10.084 tweet, sono state estratte 6273 mention/retweet. 4514 sono i tweet che riportano almeno una mention/retweet - Tra i 20 utenti più menzionati e ritwittati emerge subito @INGVterremoti, che con 1170 mention/retweet ciò è l'account più segnalato in assoluto (centralità dell'istituto, confermata in questo caso dalla necessità degli utenti di coinvolgere nei propri tweet una voce autorevole sugli eventi sismici). Il secondo account più menzionato è il profilo del Corriere della Sera @Corriereit - Rai News24, Repubblica, Il Fatto Quotidiano e SkyTg24 fanno la loro prima comparsa affiancandosi aggiorna li più attivi sul micro blog, come il Tirreno, Lucca in diretta e Lo Schermo - Nelle prime 20 posizioni troviamo due account legati alla politica e al territorio. Una presenza ridotta ma decisiva nel segnalare come il terremoto stabilisca un significativo rapporto sia con la rete giornalistica che con gli enti nazionali e locali - L'assenza di tweet star si pone in linea con la natura circoscritta del terremoto, lasciando invece spazio ai media informativi e alle istituzioni locali. Probabilmente la minore copertura mediale che ha caratterizzato il terremoto, ha conseguentemente influenzato la visibilità dell'evento stesso nella scena pubblica = ad un evento sismico più circoscritto sembra accompagnarsi una minore produttività da parte delle twitstar, forse perché non direttamente colpite, forse perché è lontano dall'epicentro del terremoto o poco interessato ad approfondire un evento a cui i i media hanno riconosciuto ridotto spazio Gli URL Tramite gli indirizzi URL, l'utente ha la possibilità di ampliare il discorso, rimandare a contesti e pagine esterne, toccare quanto 140 caratteri non permettono di affrontare e approfondire - Il 44% dei tweet analizzati riporta un indirizzo URL ed è possibile notare come nei giorni di maggiore produttività di tweet, cresca in parallelo anche il numero di indirizzi associati - La funzione informativa, attribuita al proprio tweet appare dominante: la maggior parte degli URL fanno riferimento a testate giornalistiche presenti online e gli articoli linkati propongono un quadro riassuntivo delle ultime scosse, notizie sulla situazione degli abitanti colpiti dal terremoto e la conta dei danni. - Parte del bisogno informativo legato al terremoto si esaurisce nella prima giornata, mentre successivamente preme riportare aggiornamenti sulle condizioni dei comuni - interessante anche la costruzione degli articoli: nella maggior parte dei casi, l'elemento multimediale viene accostato al tradizionale pezzo scritto dal giornalista, proponendo video testimonianze, foto gallery e la localizzazione geografica del terremoto tramite infografica - spicca tra gli URL anche “labs.tranquilli.org”, l'applicazione “Terremoto”, progettata da Nico Tranquilli Per iPhone ed iPad. Il servizio riporta i dati dell’INGV - Colpisce invece la posizione secondaria giocata dall'applicazione ufficiale dell’INGV - Sembra che, a circa tre giorni dalla prima scossa, gli utenti arricchiscano di materiali contenuti proprio tweet, proponendo articoli, immagini e video che accorciano le distanze verso le zone colpite: questi sono prodotti di seconda mano: manca una testimonianza diretta il racconto di chi ha vissuto sulla propria pelle i momenti di confusione e di paura Gli hashtag I 10.084 tweet contengono un numero variabile di hashtag, da un minimo di uno ad un massimo di 11: complessivamente sono stati estratti 1407 hashtag diversi - Da questo calcolo sono stati esclusi gli hashtag #terremoto, presenti nella totalità dei tweet - Una prima tendenza sembra essere quella di favorire la localizzazione geografica degli eventi sismici: #Lunigiana è l’hashtag più utilizzato con 843 occorrenze, seguito subito dopo da #Toscanae #Garfagnana - L’hashtag #emergenze24 è presente il 99 tweet, delineando la significatività del progetto sperimentale di gestione delle emergenze sui SNS - Anche #UnipolCsr (gruppo finanziario ed assicurativo bolognese che nell'estate del 2013 ha organizzato una serie di incontri sul tema dell'impegno sostenibile, sfruttando i canali social per sostenere l'iniziativa), con 93 tweet, si posiziona tra i 20 hashtag più utilizzati Riflessioni conclusive il terremoto e Lunigiana Garfagnana si è presentato fin da subito con un'interessante punto di osservazione sul rapporto tra comunicazione digitale ed emergenze ambientali - Nei 10.084 tweet analizzati, vv il bisogno informativo appare come un'esigenza primaria a cui Twitter prova a dare soluzioni in maniera forse più decisiva ha rilasciato delle scosse di terremoto - La microblogged communication si lega temporalmente agli eventi sismici: orario e produzione dei tweet testimoniano un'accentuazione dell'attività produttiva degli utenti nei giorni più critici, proprio quando il sisma intensifica la propria violenza. In corrispondenza dei terremoti più forti, la produzione giornaliera di tweet subisce un incremento quantitativo, ospitando reazioni e commenti quasi in tempo reale - l'analisi della concentrazione temporale dei tweet permette di definire strategie comunicative adeguate al momento produttivo analizzato, mirate a rispondere alle esigenze che gli utenti definiscono: le ore immediatamente successive alle scosse di terremoto, si rivelano sotto questo punto di vista decisive - I 40 utenti più attivi su Twitter appartengono in maggioranza al mondo mediale ed informativo. Le fonti tradizionali accompagnano i cittadini nella costruzione elegante e dell'emergenza anche attraverso la nuova piattaforme digitali - l'eterogeneità di utenti coinvolti contribuisce a creare un ambiente informativo vasto e vivace, garantendo una costruzione discorsiva ricchi e partecipata - Twitter sembra confermare le potenzialità di uno strumento in grado di disseminare informazioni a un vasto pubblico in maniera istantanea e veloce, dando spazio a un ampio gruppo di personalità, voci e commenti: l'informazione parte dal basso, attraverso due utenti che rielaborano i contenuti e li ripropongono in rete - nella vastità di argomenti, esperienze e contenuti condivisi, anche mention e retweet definiscono una via preferenziale per orientarsi nel mare magnum informativo. Mention e retweet consentono una diffusione ampia del materiale informativo. Poter contare su un'informazione attendibile ed affidabile rappresenta un elemento decisivo nella gestione dell'emergenza proprio quando i punti di riferimento vengono a mancare e l'accesso ai media tradizionali e compromessi, - il ruolo che utenti come Il Corriere della Sera e Il Tirreno, viene riconosciuto anche su Twitter, come fonti affermate nel panorama informativo nostrano e altrettanto attive sul microblog NB: una più elevata produttività non si accompagna necessariamente ad una maggiore visibilità, espressa in termini di mention/retweet e viceversa. Vv la funzione informativa si esprime anche negli indirizzi URL che i tweet analizzati contengono: questi sono utilizzati per produrre un quadro informativo completo ed approfondito e superare il limite dei 140 caratteri applicando i contenuti twittati ciò che manca e la testimonianza diretta, link a immagini, video o contenuti prodotti in prima persona dagli utenti, in grado di dare un'impronta e un'impatto totalmente diverso a quanto si sta twittando e condividendo - sono i giornali e le redazioni presenti online a dominare la scena L'individuazione geografica del sisma, voi è strettamente legata all'aspetto informativo e descrittivo - Gli hashtag utilizzati evidenziano la localizzazione del terremoto, arricchendo i commenti e i contenuti condivisi dal dato geografico: una delle prime necessità cercare in modo attivo è proprio quella di individuare in maniera rapida l'epicentro dell'evento sismico, attribuendo confini metti al disastro e agli eventuali danni. Attraverso i 5 hashtag più utilizzati (Lunigiana, Toscana, Garfagnana, Lucca, Massa) è possibile individuare nell'immediato la zona colpita dal sisma La ricerca ha permesso di Lineare il ruolo dell'account @INGVTerremoti voi nei processi comunicativi legati al sisma in Lunigiana Carfagna: è il terzo utente più produttivo del database e dell'account in assoluto più menzionato e ritwittato. I primi giorni dell'emergenza sono quantitativamente dominati dall’INGV - indiscussa centralità riconducibile anche al vuoto lasciato da altri attori istituzionali: è assente una figura che Guidi i cittadini in generali situazioni di emergenza e crisi ambientale, definendo precise strategie di intervento e risoluzione dell'emergenza e orientando di conseguenza il flusso produttivo di Twitter. Ad esempio, lo stesso dipartimento nazionale della protezione civile non è presente sul microblog le tweetstar, che in altri casi di studio rappresentano un elemento decisivo nei processi di diffusione dell'informazione, lasciano spazio ad utenti caratterizzati da minor numero di tweet e followers, sottolineando la singolarità del caso di studio analizzato anche questo caso, suggerisce come Twitter sia un ambiente particolarmente adatto ad ospitare i processi comunicativi ed interattivi durante un'emergenza ambientale come un terremoto. Questo caso ha inoltre permesso di mettere in luce alcune particolari tendenze e riflessioni per un terremoto di media entità, sottolineando come una situazione critica e potenzialmente destabilizzante venga costruita e condivisa su una piattaforma di social net noworking: nello specifico, l'analisi della distribuzione temporale dei tweet, degli utenti, di mention/retweet, URL e hashtag, ha consentito di misurare e valutare i contesti di produzione e Circolazione di informazione molto rimane ancora da esplorare, osservare e comprendere. Voi bisogna rafforzare l'utilizzo della conoscenza di queste tecnologie affinché rappresentino dei veri e concreti strumenti in situazione di emergenza e disastro ambientale, per la molteplicità di bisogni che quotidianamente affrontiamo, per la molteplicità di stimoli che il caso ha offerto ma soprattutto per le sfide che il futuro ci riserva CAPITOLO 7 – LORENZA PARISI, FRANCESCA COMUNELLO, ANDRE AMICO, #ALLERTAMETEOSAR: ANALISI DI UN HASHTAG DI SERVIZIO TRA DINAMICHE DI INFLUENZA E NUOVE FORME DI ENGAGEMENT (SI) La diffusione dell' hashtag in oggetto è stata fortemente favorita dalle inclusioni tra i trending topic italiani di Twitter avvenuta intorno alle 23. L'inclusione tra i trending Topic probabilmente ha favorito la convergenza degli utenti verso questo specifico hashtag contribuendo ad incrementare l'attenzione per gli eventi in corso da parte di utenti distanti dal territorio con volto. Anche la copertura degli eventi da parte delle emittenti televisive può aver favorito la visibilità del tema e dell'hashtag mentre le attività tendono a decrescere nel corso della notte per tornare a crescere l'indomani mattina Le modalità di articolazione del discorso relativo alla comunicazione d’emergenza, e della specifica costruzione di un hashtag “di servizio” sono difficilmente analizzabili solo utilizzando strumenti quantitativi. Si è dunque deciso di osservare la produzione discorsiva di alcuni utenti particolarmente attivi nella diffusione e nell'orientamento dell'hashtag con attenzione prioritaria al creatore e l'hashtag stesso (@insopportabile) - Sin dal primo tweet l'attività di tali utenti appare prima di tutto volta a diffondere l'hashtag e a renderlo visibile e a chiarirne la natura operativa. #allertameteoSAR pare porsi fin dall'inizio come uno strumento di servizio ma la tua stessa diffusione è attribuita grande importanza - Affianco all'invito ad utilizzare l'hashtag, si diffondono gli inviti a seguire specifici account e a diffondere materiali anche fotografici dotati di un'utilità pratica e informativa - vv gli utenti che si trovano distanti dalle aree colpite sottolineano il proprio coinvolgimento attraverso “RT utili” a partire dalla sera del 18 novembre, quando l'hashtag inizia ad essere usato in modo crescente, si rileva un crescente coinvolgimento delle testate giornalistiche nazionali e locali ed attori istituzionali sardi. Intorno alle 23 si osserva l'inizio dell'attività di vera e propria vs moderazione dell'hashtag con l'obiettivo di diffonderlo nella sua corretta grafica e soprattutto di “ripulirlo” tali informazioni non immediatamente utili sul piano operativo: emerge la necessità e volontà di marcare chiaramente la differenza tra un #che si pone come strumento di servizio e le altre forme di interazione che hanno luogo su Twitter - Parallelamente, inizia l'attività di coordinamento dei volontari digitali a cui si chiede ripetutamente di verificare le informazioni che diffondono e digitarne le fonti, evitando di amplificare anche con un retweet, Ciao informazioni non attendibili nella mattinata del 19 aumentano gli appelli alle istituzioni, alle quali si chiede di fornire notizie verificate o di dare conferma delle informazioni diffuse sui social network site; la complessiva assenza di informazioni ufficiali viene ribadita con accentuazioni polemiche - si raccomanda inoltre cautela rispetto alle raccolte di fondi che iniziano ad essere rilanciate anche sui social media nel pomeriggio del 19 novembre il focus per spostarsi ulteriormente: Twitter pare assumere una funzione di raccordo tra le diverse piattaforme utilizzate per la diffusione di notizie verificate: crescono ulteriormente gli appelli ai volontari digitali, invita terra a raccogliere informazioni sui social media, verificarle ed inserirle negli specifici spazi online dedicati = l'attività dei volontari online è proposta come strumento per colmare un gap relativo Alla mancanza di notizie verificate Riassumendo: l'opera di moderazione dell'hashtag da parte del suo creatore ha attraversato fasi differenti: inizialmente, l'attenzione è stata rivolta alla promozione, alla diffusione the l'hashtag stesso; in un secondo momento, si è insistito sulla differenza tra l'hashtag in questione e #più generici; se dunque sviluppata una polemica per la mancanza di informazioni verificate e parallelamente si è lavorato per indirizzare le pratiche degli utenti, spingendoli ad abbandonare azioni ritenute poco utili per l'obiettivo comune, per impegnarsi piuttosto nell'alimentazione specifici spazi creati ad hoc con informazioni verificate Nella settimana oggetto di valutazione, gli utenti che hanno incluso almeno una volta l’hashtag #allertameteoSAR nei propri tweet sono 25.421. Di questi, 14.545 hanno prodotto un solo tweet con l'hashtag in questione, mentre il numero medio di tweet per utente è pari a 3,7 - L'utente più attivo ha prodotto 436 tweet - Il corpus analizzato è caratterizzato da un'elevata presenza di URL all'interno dei tweet e da un’elevatissima incidenza dei retweet. In particolare, 31.509 tweet presentano un link, mentre sono ritwittati 78.098 tweet. Per quanto riguarda i retweet la distribuzione nel corso del tempo segue l'andamento temporale dei tweet - Bruns e Stieglitz evidenziano come gli #relativi ai disastri naturali si caratterizzino per una marcata presenza di retweet e di URL: una peculiarità riconducibile almeno in parte alla specificità dell'hashtag analizzato che si pone come strumento di servizio esplicitamente orientato a far circolare informazioni utili. Un tale obiettivo accertamenti sollecitato un'elevata quota di ritweet al punto che, @insopportabile giunge nei giorni successivi al primo, a stigmatizzare l'eccesso di RT “inutili”, sollecitando al contrario una più mirata attività di selezione e validazione delle notizie da parte degli utenti - il ritweet ha rappresentato una sorta di livello minimo di attivazione degli utenti, l'azione meno impegnativa in termini di investimento temporale cognitivo, ma comunque percepita come una forma di partecipazione accessibile anche gli utenti più esterni è dotata di qualche utilità - la diffusione degli URL sembra invece più vicino alla costruzione discorsiva del volontario digitale in quanto si tratta spesso di rendere visibili i link ad altri spazi digitali (il link più citato in assoluto rimanda alle mappe SardSOS) le mention e i retweet Sono strumenti efficaci per leggere le dinamiche di influenza all'interno di Twitter - le mention sono uno strumento per citare altri utenti e possono avere lo scopo di alimentare conversazioni tra utenti può segnalare un tweet a uno specifico utente - i retweet consentono di rilanciare le informazioni prodotta da altri Nel corpus analizzato, gli utenti complessivamente più influenti sono i personaggi del mondo dello spettacolo e twitstar prevalentemente legato al territorio; anche gli account delle principali testate giornalistiche mostrano una discreta influenza, mentre è limitato il numero di account riconducibile a personalità istituzionali o ad amministrazioni locale - Se si osservano i singoli tweet, che hanno ricevuto il maggior numero di reweet, appare chiara la centralità di personaggi dello spettacolo dotati di una grande visibilità online; vb Ciao può essere messo in relazione alla struttura del network di Twitter e alla particolare posizione che tali utenti occupano al suo interno: si tratta di hub, di connettori, di utenti con un elevato numero di follower la cui capacità di influenza è certamente maggiore rispetto agli utenti comuni - La situazione cambia se si considerano nuovi utenti il cui tweet raggiungono complessivamente un maggiore numero di retweet: oltre a Marco Mengoni, gli utenti che ottengono il maggior numero di retweet sono @insopportabile, Virus1979C ed altri (oltre ai personaggi dello spettacolo, gli utenti che ottengono più retweet e mention sono in prevalenza cittadini legati al territorio sardo perlopiù caratterizzati da una propria visibilità per il resto sulla piattaforma) Osservando il numero di mention e retweet due soli account riconducibili all'ambito istituzionale sembrano esercitare un ruolo di rilievo nella conversazione sviluppata a ridosso dell'hashtag: il Comune di Cagliari e Ugo Cappellacci, allora presidente della Regione Sardegna. Questi due account sono seguiti, concerto di stacco dal Comune di Palau e da due account istituzionali che fanno rispettivamente riferimento a sindaco e al Comune di Milano - nell'arco dei 7 giorni della rilevazione il Comune di Cagliari produce 38 tweet: in un primo momento sono pubblicati aggiornamenti sull'emergenza in corso,, nuovi bollettini meteo, informazioni sulla viabilità, numeri utili, informazioni su cosa fare in caso di Alluvione e in alcuni casi, risposte alle domande di alcuni utenti; con il passare dei giorni sono diffusi anche informazioni relative ai centri di raccolta per i beni da donare - nei giorni seguenti il sito web della regione inviterà i cittadini ad utilizzare le piattaforme di comunicazione create dai volontari di #allertameteoSAR - mentre la protezione civile nazionale è ad oggi ancora priva di un profilo Twitter ufficiale, alcuni account riconducibili a sezioni locali non sarde della protezione civile, o indirettamente riconducibile alla protezione civile stessa, raggiungono una qualche capacità di influenza che resta però limitata - forse in misura meno marcata l'aspetto alle altre emergenze analizzate, anche in questo caso il ruolo delle istituzioni non appare centrale nella comunicazione sui social media. I pochi rappresentanti istituzionali che raggiungono qualche livello di visibilità e di influenza in relazione all'hashtag #allertameteoSAR, non hanno avuto un ruolo di promozione e coordinamento dello stesso, ma si sono limitati a rilanciare i risultati di attività generate da parte degli usa = gli utenti di Twitter non hanno mancato di sottolineare questa assenza da parte delle istituzioni, in più occasioni oggetto di polemiche - delle considerazioni parzialmente analoghe possono essere fatte a proposito dei media tradizionali: una quota rilevante delle mention voi indirizzate da account riconducibili ai media tradizionali, consiste in lamentele per la mancata copertura dell'evento, mentre si elogiano gli account che seguono l'evento sin dalle prime ore - numerosi pit sollecitano i telegiornali e i programmi di prima scelta ad interessarsi all'evento, con particolare riferimento a Piazza Pulita, programma della 7 che integra l'utilizzo di Twitter nel dialogo con i telespettatori: si sottolinea che inizialmente è solo Rai News e successivamente Sky tg 24 hanno dedicato attenzione all'evento, poi nelle ore successive, c'è stato lo speciale del tg tre Nelle prime ore sembra riuscito l'intento di diffondere l'hashtag, mentre i contenuti diffusi da parte degli utenti restano altamente differenziati e spesso più orientate alle espressioni di solidarietà e alla polemica con i media mainstream che non diffondono la notizia - nelle fasi successive le informazioni pratiche riescono a prendere il sopravvento (numeri di emergenza alternativi al 115, spesso fuori servizio; richiesta e offerta di alloggi o di altre forme di aiuto ed inviti ad aprire il wifi oltre alle raccolta fondi) la maggior parte dei tweet che hanno raggiunto almeno 100 retweet contiene informazioni utili, per lo più relative ai numeri da chiamare in caso di emergenza; astrit diffondere i contatti di cittadini e strutture che offrono posti letto ed altri ancora segnalano la localizzazione delle farmacie aperte o diffondere le indicazioni su come aprire le reti wifi occasione dell'emergenza dell'alluvione o addirittura sorde rispetto a questa opportunità comunicativa nelle società contemporanee sono evidenti le trasformazioni profonde nelle modalità di relazione tra le persone e nei loro rapporti comunicativi con aziende, organizzazioni complesse ed istituzioni pubbliche, rese particolarmente visibili dallo sviluppo di nuove tecnologie e dal loro impatto sulla vita quotidiana - la forma sociale prevalente oggi, il sistema operativo sociale, e il network individualism inteso come socialità basata su network di individui connessi più che come membri integrati di un gruppo. Un fenomeno peculiare di questa fase storica è rappresentato dalla crisi delle tradizionali forme della partecipazione democratica e dall'emergere di pratiche più individualizzate di partecipazione ed attivismo che coinvolgono sia la sfera politica che la sfera civica - con l'affermarsi di Internet e dei social media i cittadini hanno oggi la possibilità di procurarsi facilmente informazioni, di diventare editor di se stessi, di attivare relazioni sociali con altri individui appartenenti a contesti geografici e culturali diversi. I cittadini hanno a disposizione un inedito potere comunicativo, abilitato dalle tecnologie digitali, che sono in grado di usare per soddisfare bisogni sociali e sviluppare il proprio processo di empowerment e accumulazione di capitale sociale dopo una prima fase di valorizzazione delle potenzialità delle tecnologie di rete, prevale oggi un atteggiamento di maggiore riflessione critica rispetto al reale portato democratico del web 2 0 e all'affermarsi di nuovi istituti di partecipazione e di forme di coinvolgimento attivo dei cittadini, abilitate dagli ambienti digitali. Viene posta in discussione anche l'effettiva utilità di queste piattaforme dietro alle quali si celano logiche di business e nuove forme di sfruttamento dei cittadini - è comunque evidente l'affermarsi di forme singole e collettive di partecipazione e media attivismo civico con le quali i cittadini sono presenti sul web come produttori di informazioni di interesse generale - attraverso le piattaforme 2 0 i social media, i cittadini cercano di far sentire la propria voce e di contribuire alla risoluzione dei problemi di pubblica utilità. I social media non agiscono solo come il facilitatore dei rapporti sociali, voi ma sono dunque molto utili e promuovere un empowerment soggettivo in senso civico - in casi di emergenza e criticità, il percorso di presa di parola e di engagement dei cittadini è evidente, mettendo in luce un presumere ismo comunicativo che non si caratterizza solamente come risposta emotiva all'evento catastrofico, ma rappresenta invece una risposta di attivazione e che spesso sostituisce la comunicazione pubblica istituzionale: i casi emergenziali ci consentono di cogliere la progressiva trasformazione delle dinamiche relazionali e comunicative tra cittadini e amministrazioni pubbliche che si trovano a fronteggiare una riduzione delle tradizionali forme di comunicazione basate su flussi informativi top down, tipici della comunicazione pubblica fin dalla sua fase di istituzionalizzazione - si sta progressivamente affermando una comunicazione pubblica conversazionale e relazionale, che all'interno di una prospettiva multicanale tende a privilegiare l'uso di Internet e delle piattaforme del web 2 0 per attivare bidirezionalità e interazioni con i pubblici dell'amministrazione - l'adozione di un approccio 2 0 alla comunicazione pubblica può essere strategico per stimolare da parte delle amministrazioni una relazionalità diffusa con i cittadini, sfruttando la capacità dei social media di sviluppare trasparenza e publicness, ma anche pratiche innovative di partecipazione, collaborazione era engagement Vs interessante soffermarsi anche sull'emergere di un particolare tipo di piattaforme che consentono e favoriscono, oltre allo scambio di messaggi tra pubblica amministrazione e cittadini, la collaborazione degli stessi di cittadini per la definizione delle politiche pubbliche e la gestione di servizi e attività di salvaguardia dei beni comuni di un certo territorio: queste piattaforme vengono definite media civici che hanno come obiettivo la produzione di informazioni e attività rilevanti per la comunità - a differenza dei social media, i media civici, sono ideati e progettati specificamente con lo scopo di promuovere la trasparenza, la partecipazione il Civic engagement - un esempio di queste piattaforme è LiquidFeedback o Ushahidi, insieme a tutti quegli spazi che consentono ai cittadini di mobilitarsi non solo nella partecipazione attiva alle palesi pubbliche ma anche in occasione di crisi di emergenze climatiche di grande intensità - voi queste piattaforme nascono dalla volontà della cittadinanza e di altri soggetti privati di sopperire alla mancanza di spazi due zeri offerti dalla pubblica amministrazione oltre che dal desiderio di contribuire al miglioramento dei servizi: si tratta spesso di cittadini che non vogliono solo essere informati, ma che vogliono farsi sentire, in quanto portatori riproposti di esperienze in grado di superare l'inerzia delle istituzioni pubbliche si stanno sempre più sviluppando forme di comunicazione pubblica digitale promosse e coordinate dalle amministrazioni attraverso le proprie strutture di comunicazione e informazione - al di là dello sparuto numero di amministrazioni che hanno creato e gestito flussi dialogici con i cittadini, la maggior parte degli enti locali ha privilegiato flussi comunicativi unidirezionali anche in occasione delle emergenze, situazione nelle quali la componente dialogica con la comunità locale diventa importante, essenziale - numerose amministrazioni pubbliche, in particolare gli enti locali, si sono organizzati per gestire la comunicazione in caso di crisi e di emergenze climatiche sui propri canali ufficiali all'interno dei social media mentre altri soggetti istituzionali si sono trovati in situazioni improvvise di emergenza hanno deciso di aprire presidi ufficiali social - alcuni enti locali sono dotati di crisis management social media plan, come ad esempio il Comune di Monza la presenza di canali e profili ufficiali gestiti da parte delle amministrazioni pubbliche diventa ancora più importante in quanto può svolgere una funzione di filtro all'interno dell' overload di messaggi prodotti durante le emergenze e per evitare o limitare la propagazione di informazioni false e strumentali - una gestione strategica e proattiva dei canali social ufficiali da parte delle istituzioni pubbliche e in grado di informare i cittadini tempestivamente limitando la diffusione di contenuti negativi e cinici, stimolando messaggi positivi e di aiuto per trasmettere un senso di comunità e solidarietà civica (caso di successo, quello di #Firenzeneve ad esempio) - al di là dei casi di successo è evidente come molto spesso in casi di emergenza le amministrazioni pubbliche non siano in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e del territorio in tempi rapidi e attraverso le piattaforme digitali da loro abitate: ed è per questo che assistiamo al successo e alla popolarità di piattaforme come FIxMystreet e Ushahidi che rispondono appieno alla necessità e ai bisogni di quella che De Biase definisci la società dell'informazione di mutuo soccorso - le mappe condivise, come quelle su Ushahidi, rappresentano un esempio di pratica dell'informazioni di mutuo soccorso, utile non solo per favorire lo scambio di informazioni durante le crisi, ma strategiche per sviluppare spazi di collaborazione tra cittadini Le crowdmap Appartengono alle humanitarian free and open source software (HFOSS), Degli strumenti che sono sempre dei tool di software libero, ma modificati o utilizzati nuovi modi per gli sforzi umanitari. A volte questi software sono scritti per salvare vite, aiutare i governi a rispondere ai disastri più velocemente o addirittura ridurre gli impatti delle crisi umanitarie. Sono diversi strumenti creati a questo scopo è sicuramente quello che si è affermato maggiormente negli ultimi anni è Ushahidi (in swahili, testimone), Piattaforma africana specializzata in crowdmap - la crowdmap e stata inventata da quattro attivisti kenioti dei diritti umani e dell'open source per la prima volta nel 2007: creata in origine per avere delle informazioni raccolte dai cittadini ed inserite in un sito web, generalizzando reso una cartina, per informare sulla violenza post elettorale in Kenya. La singola mappa si è poi evoluta in una piattaforma, l’Ushahidi, estendendo i suoi scopi ed utilizzi: l'intento iniziale di dare voce ai cittadini che stavano ai margini della società durante le emergenze se ora allargato, e le crowdmap voi sono strumenti utilizzati in tutto il mondo per eventi di crisi o semplice raccolta di vari tipi di dati - Ushahidi voi a coperto numerosi crisi umanitarie, il terremoto di Haiti è quello del Cile del 2010, oltre alla primavera araba del 2011 - Le crowdmap sono promosse come mezzo attraverso il quale gli individui possono facilmente contribuire e condividere informazioni riguardo a disastri naturali e umanitari e sono un'opportunità di fondere conoscenza locale e supporta alle comunità marginali, partendo dal presupposto che i cittadini hanno una conoscenza più approfondita della loro comunità o di quel dato evento - Le crowdmap delle emergenze, si è aperta a tutta la popolazione e non solo ai professionisti di un dato settore, consentono attraverso il contributo individuale di costruire una storia corale non filtrata di ciò che sta avvenendo nella situazione che intendono affrontare permettendo di accumulare dati quantitativi e qualitativi su una crisi e facilitando la comunicazione durante l'emergenza poiché si basano su segnalazione delle persone direttamente coinvolte nella situazione - spesso, le crowdmap sono create da volontari,, organizzazioni non governative, associazioni di professionisti dell'emergenza dopo l'utilizzo di Ushahidi nel 2010 Ad Haiti, si è dato vita ad un vero e proprio fenomeno di crisis mapping, ovvero “attività di raccolta, visualizzazione ed analisi dei dati in tempo reale i miei eventi di crisi dovuti a causa di natura diversa”, dove i volontari da tutto il mondo si riuniscono per aiutare - il crisis mapping fa parte di un fenomeno più generale che vede la partecipazione volontaria delle persone a sistemi di informazione geolocalizzata, spesso chiamato “VGI” (Volunteered Geographic Information), un trend nato alla fine degli anni 90 ma in vera crescita negli ultimi anni OpenStreetMap OpenStreetMap è una piattaforma definita VGI, nata nel 2004, voi chi ha come scopo principale quello di creare il database libero del mondo più completo e dettagliato possibile. I dati raccolti in questo archivio sono di tipo geografico, topografico e urbano e mirano a creare una mappa libera del pianeta - una caratteristica fondamentale del progetto e la licenza libera con cui vengono rilasciati i dati inseriti nel database che garantisce il libero utilizzo e la diffusione di questi dati per qualsiasi scopo, con il solo vincolo digitare OpenStreetMap - l'accesso al contributo alla piattaforma sono liberi e gratuiti e chi partecipa viene definito “mapper” e può contribuire inserendo i dati a mano o tramite upload l'emergenza, e anche quello percepito da chi ha partecipato all'indagine, a cui si aggiungono una buona percentuale di utenti che hanno pensato che servisse a coordinare gli aiuti fra cittadini e cittadini ed avere informazioni immediate all'alluvione. Un 10% dei rispondenti ha pensato che la mappa fosse una sorta di protezione civile digitale il giudizio complessivo sulla crowdmap è molto positivo: la maggior parte dei rispondenti ha valutato la mappa molto utile e solo tre utenti hanno dedicato la mappa poco utile due dei quali non avevano mai visto la mappa prima di compilare il questionario - l'ultima parte del questionario chiedeva di esprimere le proprie opinioni relativamente alle mappe condivise e alla loro utilità in casi di emergenza indagando anche le opportunità di un'eventuale adozione di queste piattaforme da parte delle pubbliche amministrazioni: la metà dei rispondenti ritiene che le crowdmap voi siano efficaci modo di collaborazione con i cittadini in caso di emergenza; ma si nota anche una significativa percentuali di cittadini che pensa che le mappe partecipative possano rappresentare uno strumento innovativo per la comunicazione delle amministrazioni pubbliche, attribuendo una valenza comunicativa di interesse generale e di pubblica utilità a tali mezzi anche al di là dell'emergenza. La maggior parte dei rispondenti pensa che le pubbliche amministrazioni debbano usare OSM, ovvero mappe geografiche aggiornabili dai cittadini anziché quelle non modificabili i prodotti ed aziende private infine, alla domanda “chi preferiresti fornisce informazioni in una mappa pubblica durante un'emergenza”, la maggior parte dei rispondenti ha indicato la voce “i cittadini insieme alle amministrazioni e agli enti preposti all'emergenza”, mettendo in evidenza una richiesta esplicita di dialogo collaborazione e condivisione di informazioni e conoscenza trattori sociali che spesso si informano e si attivano con mezzi e velocità diverse, e non solo in casi di emergenza Conclusioni Le nuove tecnologie che consentono la raccolta dei dati attraverso diversi strumenti quali web, social media, mobile i sistemi geografici, hanno cambiato profondamente il modo di affrontare le crisi umanitarie: le mappe condivise hanno consentito ai cittadini, di diversa provenienza geografica e con competenze e vissuti differenti, di aggregarsi e contribuire attivamente ad affrontare le emergenze climatiche e le situazioni di crisi, mettendo in evidenza sempre più le dinamiche di sviluppo dei network relazionali nella nostra società contemporanea e SardSOS, ne è stata la dimostrazione - una mappa condivisa non può essere considerata la soluzione ad un'emergenza ma ciò che tenta di fare è essere uno strumento utile per i cittadini durante e post emergenza Alluvione per poter coordinarsi oltre che come canale di comunicazione orizzontale. I cittadini, si sono dimostrati ben disposti ad attivarsi per la causa il potere comunicativo diffuso che le tecnologie digitali hanno abilitato nella nostra società, laddove la comunicazione pubblica digitale in casi di emergenza non è presente, fa sì che questa venga sostituita velocemente da forme di produzione comunicativa dal basso che sfruttano non solo i social media ma anche altre piattaforme 2.0 come i media civici - uno dei problemi aperti è quello di una presenza qualificata della pubblica amministrazione nel web sociale durante la comunicazione di emergenza spesso assistiamo anche a pratiche di uso inappropriato degli #di emergenza e di trasmissione di messaggi non veritieri che fanno aumentare l'entropia comunicativa causando confusione tra la popolazione. La presenza delle amministrazioni potrebbe garantire non solo autorevolezza nella produzione dei messaggi di mutuo soccorso ma anche svolgere una funzione strategica di filtro comunicativo per la cittadinanza i social media hanno svolto un ruolo chiave di visibilità e propagazione della mappa, dato che sono stati utilizzati come strategia di diffusione virale del progetto; sicuramente i motori propulsori del progetto però sono stati altri: la motivazione in occasione del drammatico evento dell'alluvione e il coinvolgimento dei cittadini attivi, dei volontari digitali ma soprattutto degli OpenStreet Mappers
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved