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Storia e filosofia dell'educazione: dalla Grecia alla pedagogia attiva, Schemi e mappe concettuali di Storia dell'Educazione

Una panoramica storica e filosofica dell'educazione, partendo dalla grecia antica e arrivando alla pedagogia attiva. Esplora le idee di platone, aristotele, cicerone, fenelon, rousseau, pestalozzi, herbart, il naturalismo e l'attivismo, fino alla pedagogia cognitiva e al movimento curricolare in europa. Il documento illustra come l'educazione è stata concepita e praticata attraverso i secoli, dalle origini greche fino ai movimenti pedagogici moderni.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 01/03/2024

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Scarica Storia e filosofia dell'educazione: dalla Grecia alla pedagogia attiva e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia dell'Educazione solo su Docsity! SCHEMA RIASSUNTIVO ST DELL’EDUCAZIONE Epistemologia del pensiero pedagogico: la pedagogia è intesa come disciplina ed ha l’educazione come oggetto di studio; infatti la storia del pensiero pedagogico ai poggia su questa dialettica storica tra filosofia dell’educazione e senso comune educativo. L’educazione diventa un problema quando emergono vari stili educativi e si parla di Periodi Rivoluzionari, cioè in cui si verificano cambiamenti del senso comune, cioè varia il significato d’insieme, c’è un mutamento nel modo di pensare. Il pensiero pedagogico nell’età antica: che va dall’antica Greca all’antica Roma. Grecia e Roma: entrambe si affacciano sul Mar Mediterraneo, crocevia di scambi commerciali e culturali. L’educazione conobbe differenze diatopiche ( luoghi geografici) ma anche diatratiche, cioè in base allo stato sociale, tra cittadini liberi e schiavi, ricchi o poveri. Ad un certo punto le due civiltà, greca e romana, si fondono. Grecia antica: 2 millennio A.C. civiltà micenea fino al crollo nel 1200 A.C. e poi divenne Ellade. Il periodo storica dell’antica Grecia si divide in 3 periodi: Arcaico, Classico e Ellenistico. Polis: città stato greca, autonoma, con un proprio governo. L’educazione greca cerca di trasmettere la cultura ai membri della comunità sociale; nasce così la scuola, cioè uno spazio formativo finalizzato solo alla trasmissione di conoscenze particolari, tecniche legate alla scrittura e lettura (destinate alla formazione degli scribi). L’educazione tende a fondersi con la scuola, a far parte del suo uso e tradizioni. Il termine usato dai Greci per indicare l’educazione è Paideia (cioè il modo di formare il ragazzo, di istruirlo come adulto e cittadino. Il processo educativo si formava nelle polis, che erano viste proprio come comunità educativa in cui avveniva un’educazione permanente, che durava tutta la vita. Religione: insieme di credenze in divinità, accompagnate da riti o pratiche volte a creare un rapporto tra uomo ed essere soprannaturale. La religione greca era politeista e ci sono tanti dei come Zeus, Atena, Ares, Poseidone …). Esperienze artistiche ed educative greche: la poesia, il teatro, la musica e le arti figurative. Ci sono gli Aedi cioè i cantori presso le corti e i Rapsodi, cioè i poeti che recitavano i poemi nelle piazze. La poesia epica proponeva modelli eroici e contribuiva a formare la mentalità dell’uomo; i due poemi più conosciuti sono di Omero, L’Iliade e l’Odissea: il primo narra il periodo della guerra di Troia, che durò 10 anni ma nel poema sono scritti solo gli ultimi 50 giorni del conflitto che vede scontrarsi figure come Achille e Agamennone, Ettore, Patroclo e la caduta di Troia. L’Odissea invece il rientro di Ulisse nella sua città Itaca dopo i 10 anni di guerra ma dovrà affrontare tanti altre avventure che lo porteranno lontano da casa per oltre 10 anni in cui incontrerà vari personaggi tra cui Nausicaa, Maga Circe, Calipso, Eolo … 1 La concezione della vita che circola nei due poemi è quella tipica dell’etica aristocratica, che coltiva una visione eroica insieme alla capacità di affermare il proprio potere come guerriero. In Ulisse in più c’è l’uomo coraggioso che ama l’avventura ma rinuncia per la famiglia. Le due virtù a cui educare l’uomo secondo il poema epico sono le armi e la parola. Invece la poesia lirica si svolge in forma cantata con l’accompagnamento della lira e del flauto, destinata a soggetti aristocratici perché ne celebra le gesta. Poeti lirici sono Saffo e Pindaro: Saffo è sacerdotessa , la sua poetica si svolge nel tiaso dove prepara le ragazze dalla pubertà al matrimonio impartendo un’educazione al bello e al sentimentale attraverso l’arte, la musica e la poesia. Pindaro è il cantore della classe aristocratica maschile e fa la stessa cosa con la comunità maschile, la preparazione e celebrazioni dei giochi olimpici e gare sportive. Le due città greche più conosciute sono Sparta e Atene dove l’educazione maschile era rivolta ai ragazzi che volevano diventare guerrieri valorosi, forti e coraggiosi; per i bambini l’educazione iniziava a 7 anni e fino al 14 c’era la scuola, fino ai 18 il ginnasio e l’addestramento militare. Le ragazze invece rimanevano in casa fino alla fine dell’adolescenza, erano escluse dal governo e dalla vita sociale, il loro compito era di diventare spose e madri. Ad Atene assume importanza anche la Filosofia con la scuola di Mileto con Talete: è presentata come un passaggio dal racconto al discorso; secondo alcuni la filosofia nasce dalla meraviglia, intesa come atteggiamento e sensazione davanti ad un fenomeno e dal desiderio di superare la fase di stupore e dal rapporto dell’uomo col mondo naturale. Lo sviluppo del pensiero filosofico si divide in due periodi: quello cosmologico in cui l’oggetto dell’indagine è rappresentato dalla natura e un periodo antropologico rappresentato dall’uomo sociale e dalle polis, collocabile intorno al 5 secolo con l’ingresso ad Atene di un gruppo di filosofi detti Sofisti: essi affermano di insegnare l’oratoria, cioè l’abilità del discorso persuasivo di tipo politico e giudiziario. Nel campo della democrazia ateniese, si era sviluppato il pensiero critico e quindi arriva Socrate: l’oracolo di Delfi aveva predetto che non esisteva un uomo più sapiente di Socrate. Socrate credeva nel “sapere di non sapere”: sostiene che la sua arte dialogica svolge un’azione maieutica cioè aiuta gli uomini a esprimere i loro pensieri, opinioni sorreggendoli in questo processo. La capacità di pensare in modo critico e autonomo è fondamentale per la formazione del cittadino, perché chi pensa e ragiona con la propria testa non si fa influenzare dall’esterno. Quindi l’insegnamento di Socrate porta dall’ethos al logos, dalla tradizione autorevole al ragionamento libero. Euripide invece sviluppò una critica significativa nei limiti della democrazia ateniese; egli mirava a suscitare una riflessione critica circa l’atteggiamento di esclusione su cui si reggeva il sistema ateniese non solo verso le donne ma anche verso gli schiavi, gli stranieri. Con Platone il sistema filosofico trova la sua massima espressione teorica; infatti il suo capolavoro in questo campo è sicuramente “La Repubblica” in cui diceva sempre che bisognava assicurare l’unità della città con la formazione di una nuova classe dirigente, capace di concepire 2 del cittadino. L’eventuale alfabetizzazione delle femmine avveniva dentro le mura domestiche. A differenza di quella greca, nell’educazione romana non vi era spazio per la musica e per la ginnastica (solo a scopo militare), ossia per una cultura fisica inspirata all’ideale, mirata alla bellezza del corpo e al valore atletico. L’esperienza artistico- letteraria aveva una funzione secondaria – no poesie\miti; i Romani scrivevano solo per compilare gli annali, le cronache degli avvenimenti accaduti da tramandare. Si sviluppa a Roma la scuola secondaria, iniziata da Andronico ed Ennio, che tennero il loro insegnamento di tipo privato, nella propria casa. Questo insegnamento secondario è articolato dalla grammatica ‘la metodica’ e sulla letteratura, ‘la histórica’, si basa principalmente sulla lettura e commento di testi greci. Nel II secolo, a.C. c’è un’educazione colta, basata sull’etica e sulla scuola secondaria per le classi dirigenti; il teatro per tutti, ma in particolare per l’intrattenimento popolare. C’è la necessità di una cultura che, senza rinnegare il mos romano, assume un profilo più universale e di maggior prestigio cioè l’HUMANITAS. Marco Porcio Catone detto il Censore assume il ruolo di portavoce dell’aristocrazia conservatrice, vero custode della tradizione romana, difensore più fermo e coerente del Mos Maiorum come riferimento per la vita sociale e l’educazione dei giovani. Cercò di salvaguardare l’ideologia della virtù legata al mondo rurale della Roma arcaica, dell’integrità e dell’energia morale che la caratterizzava. Egli considerava il fondamento del diritto del dovere, della nobiltà a governare lo Stato. Catone fu il primo grande oratore di Roma. Il circolo degli Scipioni, con a capo Scipione l'Africano, è favorevole a un rinnovamento culturale. Tra gli intellettuali che ne faranno parte c’è Terenzio, nelle cui opere nascerà il nuovo atteggiamento socio educativo (così prendeva forma la cultura ellenistica romana). Terenzio, schiavo africano liberato, portò sulle scene i problemi che preoccupavano i suoi amici, attingendo alla commedia nuova greca, ma rinunciando alla vis comica plautina (= capacità di far ridere). Marco Tullio Cicerone: aveva una buona capacità oratoria; con le sue opere retoriche e filosofiche egli intendeva tracciare un progetto culturale capace di risolvere la crisi della Repubblica. Il Centro di tale progetto era costituito da un nuovo modello di cultura per le classi dirigenti, ispirato all'ideale ellenistico della paideia: formazione generale completa, dove confluivano la letteratura e la filosofia e il cui epicentro era costituito dalla retorica. La figura dell'oratore personificava questo modello culturale, e la formazione dell'oratore come civis diventava così la finalità dell'educazione permanente romana. Con Cicerone il concetto di humanitas viene legato alla nozione ellenistica di paideia: Formazione dell'uomo attraverso il rapporto con la cultura elevata, filosofica e letteraria. Cicerone fu anche il grande mediatore tra la cultura greca e la cultura latina; formulò una netta distinzione tra le arti liberali, che si addicono a uomini liberi (es.: attività politica e forense) e le arti servili, svolte a titolo di profitto (es.: l’insegnamento, anche della retorica). Nel pensiero di Cicerone, la letteratura e la filosofia 5 erano indirizzate al progetto di una nuova paideia (l’humanitas) per le classi dirigenti, finalizzata di rinsaldare e riqualificare l’ethos civico. Lucrezio fu il massimo interprete dell’epicureismo Romano-ellenistico. L’autore si pone come un vago che riunisce in sé le virtù del podestà, del saggio e della profeta, e che è il messaggero di un messaggio filosofico- morale destinato agli spiriti i eletti. Il contenuto è l'insensatezza del timore della morte e delle punizioni divine; l'esortazione a perseguire soltanto i desideri naturali e necessari, rinunciando alle brame che compromettono la serenità dell'animo; la felicità che deriva dalla contemplazione dello spettacolo della natura. Catullo: Si dedicò totalmente all’otium, inteso come una dimensione permanente dell’esistenza, votata alla poesia e alla vita mondana in una società consumistica e sofisticata. La sua poetica è basata sull’espressione dell’individuo e dei suoi sentimenti intimi, e in particolare dell’amore. Età imperiale: Cesare Ottaviano Augusto, il primo imperatore romano decise di integrare il proprio potere personale con una politica culturale volta all’egemonia sulle classi dirigenti. Il compito fu affidato a Mecenate (ricco aristocratico e suo collaboratore) che formò un circolo letterario di cui fecero parte i maggiori poeti del periodo. Il programma politico-culturale di Augusto favoriva la restaurazione degli ideali del mos maiorum. Virgilio nelle Georgiche canta le virtù e la felicità legate alla natura e alla vita agricola con un accento sulla moralità dell’ambiente rurale. Con l’Eneide Virgilio narra le vicende di Enea fuggito da Troia che approda sulle coste del Lazio e i cui discendenti saranno fondatori di Roma. Dell’eroe troiano non viene messa in evidenza la virtù bellica e nemmeno l’astuzia, bensì la pietas (virtù fondamentale dell’antico romano) e il senso di dovere verso la missione che gli ha assegnato il destino. Orazio nelle sue Satire conduce una riflessione morale critica e disincantata sui costumi del suo tempo e sui vizi e gli eccessi (avidità, ambizione, sfarzo...). Anche i canti lirici delle Odi sono pervasi dal valore del giusto mezzo, dal privilegio dell’otium e dal sentimento di autosufficienza. Valori che permettono di coltivare la propria interiorità. Orazio celebra la sfera privata dell’esistenza: l’amore, i piaceri, i ricordi, la vita a contatto con la natura, il tempo che fugge e il presentimento della morte. Augusto ripristina le scuole latine di retorica, la formazione alla retorica subisce un cambiamento che valorizza gli aspetti formali diventando un’educazione elegante ma priva di funzione etico- politica. Quintiliano fu chiamato alla cattedra di retorica latina. Compose l’institutio oratoria, opera pedagogica dedicata alla formazione dell’oratore. La preparazione culturale dell’oratore è di tipo letterario e non filosofico. Ritiene che l’istruzione debba iniziare già dopo i tre anni in forme ludiche per sfruttare la plasticità mentale dei bambini. Con lui assume chiarezza il curricolo della scuola romana di età imperiale. Alla scuola del magister si impara a leggere e scrivere. Poi alla 6 scuola del grammaticus dove si studia la grammatica greca e latina e contemporaneamente si inizia l’apprendimento enciclopedico: l’aritmetica, la geometria, l’astronomia e la musica. In fine, la scuola di retorica per la formazione dell’oratore. Nella Roma imperiale l’altra direzione dell’educazione era la formazione filosofica, svolta attraverso le scuole filosofiche. I quattro indirizzi erano: stoico, epicureo, platonico e aristotelico. L'insegnamento si basa sulla lettura e sul commento delle opere dei fondatori e mirava a orientare gli atteggiamenti etici ed esistenziali fino a modificare i modi di essere, di vedere le cose e i modi di vivere. La filosofia viene concepita come una medicina capace di restituire la salute all’anima, così bisogna ritirarsi dalla vita pubblica e rifugiarsi in quella privata e prendersi cura della propria anima. Seneca fu un intellettuale politico che concepì l’esigenza della collaborazione tra l’imperatore e il senato, sottolinea l’esigenza di formare moralmente la classe dirigente e la necessità di un’adeguata educazione al principe. Scrisse il De clementia, il trattato sulla clemenza che contiene i principi dell’amministrazione della giustizia. L’opera filosofica assume un taglio educativo di natura morale: la felicità, la tranquillità dell’animo che deriva dal moderare i propri desideri, la vita dedicata all’ozio quindi la solitudine che permette di coltivare la propria anima, il senso della brevità della vita. Marco Aurelio fu imperatore romano. È di rilevanza pedagogica la modalità che scelse per esprimere i propri pensieri. Praticare un costante esercizio spirituale volto a dare forma alla propria interiorità e al proprio atteggiamento verso gli altri. Aurelio scrive a sé stesso, come pratica auto educativa per modificare il proprio modo di pensare, di vedere le cose e di atteggiarsi verso il mondo. Fedro fu un liberto che si diede alla letteratura favolistica. La favola è un genere popolare affidato alla trasmissione orale. Voleva insegnare la morale attraverso la narrazione di una breve vicenda esemplare perché attraverso la metafora e l’esempio il contenuto morale dell’insegnamento risulta accessibile a tutti. Età medievale: si intende il periodo che va dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (metà V sec.) al Rinascimento (XV sec.). Il cristianesimo è la forza formativa del Medioevo. Questa fu un’epoca che si può dividere in due periodi: l’Alto Medioevo, che va dalla caduta dell’Impero romano ai tentativi della sua riorganizzazione da parte dei Carolingi e degli Ottoni (V-X); e il Basso Medioevo, che va dalla ripresa dei commerci e della vita cittadina all’Umanesimo e al Rinascimento (XI-XV). Nell’Alto Medioevo, l’educazione e il pensiero pedagogico erano in stretto rapporto con la dimensione etico- politica e veniva mediato dalla dimensione religiosa. Dopo il Mille la società medievale era ripartita in 3 ordini: gli oratores (quelli che pregano), i bellatores (quelli che combattono) e i laboratores (quelli che lavorano). Nasce poi, nella parte orientale dell’Impero romano, il monachesimo. Il monaco è colui che si isola nel deserto e nel silenzio cerca il contatto con Dio. Esistono due tipi di monachesimo: 7 L’Umanesimo si espanse in tutte le grandi città italiane; si torna ad attribuire importanza alla retorica. La cultura antica doveva essere la base per una nuova cultura moderna. Guarino da Verona → la sua scuola prevedeva 3 corsi: elementare (lettura lingue classiche), grammaticale (lettura dei classici) e retorica. Si riattiva la formazione classica, ma con le finalità dell’Umanesimo. Egli bilancia lo studio con pause e svago (educazione fisica). L’Umanesimo riguarda i letterati. Il Rinascimento rappresenta la maturazione dei valori dell’Umanesimo. Nel Rinascimento la realtà terrena è la patria dell’uomo. Giovanni Pico della Mirandola → l’uomo è l’unico essere libero capace di scegliere. PEDAGOGIA DELL’ESSENZA → l’educazione è vincolata da un’essenza immutabile dell’uomo e ha il compito di realizzarla in ogni individuo. PEDAGOGIA DELL’ESISTENZA → il processo educativo non è vincolato da nessuna essenza precostituita: ciò che diventa l’essere umano è frutto delle sue scelte ed esperienze. Vengono prodotti libri a stampa → pubblico più ampio. ‘400 → lotta tra le frazioni interne → forme di governo oligarchico. Firenze è sotto la signoria dei Medici, guidati da Lorenzo il Magnifico. Ludovico Ariosto → 1516 pubblica “L’Orlando Furioso”, il quale non manca di ironia verso il mondo della cavalleria. Miguel de Cervantes → pubblica il “Don Chisciotte della Mancia”→ mostra la fine della cavalleria. Egli intende seguire le gesta dei suoi eroi, ma sarà vittima di molte disavventure tragicomiche. Shakespeare → mostrava l’ambizione e i meccanismi del potere. In “Riccardo III” il protagonista in preda alla sete di potere fa assassinare i suoi familiari per conquistare il trono. Baldassarre Castiglione→ disegna l’ideale del gentiluomo di corte. Per essere cortigiano era necessaria un’educazione completa (lettere, pittura, danza, giochi…). Nicolò Machiavelli → scrive il "Principe"→ qui la politica è una materia autonoma e bisogna considerarla quale è (non come la si vorrebbe). Giovanni Della Casa → L’oggetto dell’attenzione formativa è il contegno esteriore da assumere (addestramento più che educazione). Le norme del Galateo consistono nella recitazione di una parte → l’apparenza era ciò che contava. Erasmo da Rotterdam → massimo esponente dell’Umanesimo. Voleva un ritorno al vangelo per fondare una filosofia di Cristo. Rimane fedele alla cattolicità, sostiene gli ideali per una riforma interna alla Chiesa. Con il libero arbitrio si distinse da Lutero, il quale sosteneva la dottrina della predestinazione (servo arbitrio). 1511 → scrive “l’Elogio alla follia” → coincidenza della saggezza e della follia = l’uomo è visto come unione di RAZIONALITA’ e SENTIMENTO. Rotterdam sostiene 10 l’opportunità di iniziare l’istruzione del bambino in età precoce (prima dei 6 anni) → per sfruttare l’elasticità della sua mente. I problemi dell'umanità si possono risolvere solo grazie all’educazione. Il bambino non è ancora nella centralità (lo sarà con Rousseau). La spontaneità dell’infanzia tende a degenerare se non viene disciplinata dall’educazione. Montaigne si dedica agli studi e alla meditazione e nel 1580 scrive “I Saggi”. La sua opera rappresenta un colloquio con sé stesso → ricerca dell’ideale della saggezza, mira alla salvezza laica e personale. Alcuni saggi sono consigli sull’educazione del figlio. Montaigne riteneva più importante la formazione della mente (saper pensare con la propria testa). Egli critica lo studio del greco e del latino poiché richiede troppo tempo: è più importante dedicarsi a saper bene la propria lingua e quella delle popolazioni vicine. Montaigne dentro di sé cerca sé stesso e la propria libertà. Per Lutero l’educazione aveva un fine religioso: cioè che tutti sapessero leggere la Bibbia fin da fanciulli. Perciò considerò necessario garantire delle scuole pubbliche che provvedessero ad una alfabetizzazione di massa, centrata sulla lingua madre anziché su quelle classiche. La Riforma, quindi, portò un grosso miglioramento in termini di scolarizzazione e alfabetizzazione, anche se non in maniera omogenea. LA RIFORMA trovò anche altri interpreti come Giovanni Calvino il quale accentua alcuni elementi del pensiero luterano elaborando una nuova dottrina che sarà detta Calvinismo. Secondo Calvino, l’uomo non potrà mai raggiungere la salvezza con le proprie forze, ma solo tramite la grazia. Il disegno divino stabilisce chi sarà destinato alla salvezza e chi alla dannazione, e l’uomo non può influenzare questo disegno in nessun modo né con opere né con preghiere. Tuttavia, la rettitudine, la fede e la partecipazione ai sacramenti restano condizione necessarie per la salvezza. L’uomo è chiamato a operare sulla terra per la maggior gloria di Dio e il successo del proprio lavoro è segno del favore divino. L’azione educativa dei Gesuiti si rivolge sia alla formazione delle classi dirigenti (con i collegi), sia alla formazione delle masse popolari con la predicazione, sia alla conversione delle popolazioni extraeuropee con le attività missionarie. Presto individuarono nella scuola e nell’educazione una delle proprie strategie. Si usa il latino che è la lingua della Chiesa e delle classi colte. La Novità stava nell’organizzazione scolastica: i corsi erano organizzati per allievi della stessa età, le lezioni ad un preciso orario, lo spazio e i banchi erano attentamente predisposti. LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E IL PENSIERO UTOPICO. IL PENSIERO SCIENTIFICO: Di rilievo furono studiosi italiani come Bernardino Telesio, Tommaso Campanella e Giordano Bruno. Bernardino Telesio elaborò una idea di natura animata da uno spirito vitale, Tommaso Campanella tentò una sintesi fra le dottrine magico naturalistiche e quelle cristiane, cosa che lo portò ad essere incarcerato dall'Inquisizione, Giordano Bruno tentò l'elaborazione di una nuova religione naturale che sostituisse le dottrine ecclesiastiche e per il quale fu condannato al rogo 11 dall'Inquisizione; nello stesso periodo altri studiosi svilupparono le conoscenze astronomiche, Copernico che formulò la tesi dell’eliocentrismo, Keplero che sviluppò le leggi del moto dei pianeti. Francesco Bacone elaborò un metodo di ricerca empirico e induttivo che partiva dall'esperienza concreta e Galileo Galilei mise in connessione la conoscenza empirica legata all'osservazione, con la quantificazione, misurazione dei fenomeni e con l'elaborazione matematica geometrica. La sua idea fondamentale era che il grande libro della natura fosse scritto in caratteri matematici e in figure geometriche e che la conoscenza scientifica procedesse attraverso esperienze e dimostrazioni combinando la via empirica con quella matematica. Le sue ricerche astronomiche col cannocchiale lo portarono a formulare l'ipotesi eliocentrica. Cartesio si era dedicato alle ricerche fisiche e matematiche che però aveva preferito non pubblicare ; il suo discorso sul metodo mirava ad una riforma complessiva del pensiero che comprendesse la filosofia naturale e quella morale. Secondo Cartesio la ragione è un bene naturale comune a tutti gli uomini. Il suo modello è rappresentato dalla matematica nella quale si parte da principi evidenti e si procede in modo rigorosamente deduttivo. Per questi principi Cartesio sarà considerato il padre del razionalismo moderno. Un tratto peculiare del pensiero cartesiano è la prima idea, quella di Dio: Dio nella sua sincerità non può ingannarci circa le idee chiare e distinte. Le vicende politiche del Rinascimento favorirono la nascita del pensiero utopico. Per utopia si intende sogno irrealizzabile, termine coniato da Tommaso Moro. Il termine utopia può derivare sia da eu-topia luogo buono sia da ou-topia luogo inesistente. Le utopie nascono generalmente in situazione di profonda crisi sociale e rappresentano dei tentativi di risposta. La Repubblica di Platone che è un’utopia politico-sociale, ma anche pedagogica. La Nuova Atlantide di Francesco Bacone che rifacendosi al continente perduto immagina un’organizzazione sociale che fa perno su un’istituzione culturale- formativa. COMENIO: vedeva la vita terrena come una preparazione alla vita eterna e anche l'educazione viene vista in questa prospettiva. Siccome la vita terrena è lacerata da guerre e conflitti è necessario recuperare la pace e l'armonia fra gli uomini LA PANARMONIA. Ciò richiede che tutti debbano essere educati attraverso la scuola. L'educazione deve tendere alla Sapienza universale e alla padronanza di tutte le conoscenze fondamentali la PANSOFIA, occorre cioè, insegnare tutto a tutti attraverso un metodo che si chiama la Didactica Magna. Emerge quindi la grandiosità del pensiero di COMENIO: unire e pacificare l'intera cristianità con l'educazione e la cultura e fornire un metodo universale capace di garantire a tutti l'apprendimento di tutto il sapere umano. LA PANSOFIA: Si apre dichiarando che il contenuto dell'opera sarà il tutto, l'intero Universo, e la sua forma sarà la PANARMONIA cioè la concordanza reciproca di tutte le cose. In pratica Dio ha creato con ordine ogni cosa per cui la natura è regolata secondo l'ordine voluto da Dio. I conflitti fra gli uomini e i dissidi creano turbamento, ma poiché gli uomini sono stati creati da un unico Dio, fra loro deve regnare la Concordia, indispensabile per la salvezza del genere umano. A 12 fatte, conoscendone cause e genesi. Ne consegue che l'uomo può avere piena conoscenza della storia perché ne è l'artefice; così la storia diventa la scienza nuova, i cui principi sono rintracciabili nella mente umana stessa e sono il senso, la fantasia e la ragione. Ecco il valore pedagogico dell'opera. Da ciò deriva una rivalutazione pedagogica dell'attività sensoriale e soprattutto della fantasia come caratteristica tipica del bambino e fattore della sua evoluzione mentale. L'iIluminismo mette al centro la ragione come capacità di rischiarare il cammino dell'uomo. Secondo Kant, la ragione realizza pienamente il suo compito quando diventa la guida della prassi politica, e quando il pensiero darà vita all'azione allora la rivoluzione diventerà politica (com' era già accaduto in Francia e America, dove la borghesia era forte e vitale). I testi più richiesti nelle biblioteche erano i romanzi e sempre meno quelli religiosi, segno di un percorso verso una laicizzazione della società borghese. Le idee propagandate dagli illuministi riguardavano il valore della ragione contro le superstizioni, i meriti della conoscenza scientifica e della tecnica, la tolleranza religiosa, il liberalismo politico, l'uguaglianza giuridica (ma non sociale). DEFOE: puritano, il suo “Robinson Crusoe” ebbe un notevole successo, libro riconosciuto fino ai nostri giorni, tutt’oggi analizzato e studiato. SWIFT: rappresenta la voce dell’ARISTOCRAZIA. Il suo libro “I viaggi di Gulliver” riporta una visione pessimista, a tratti ironica, sarcastica , una satira amara, il disincanto nei confronti dell’ottimismo borghese. Si espande il pensiero di HUME proiettato alla spiegazione dell’idea del vero e del falso che può essere tradotta tramite l’uso corretto dei nostri sensi (empirismo radicale esposto nel “trattato della natura umana”) = le idee sono l’esito della nostra esperienza sensoriale ma che sia reale, tangibile per creare idee vere e riconducibili, quindi, al concreto, alla sua attuazione. In ambito sociale l’uomo è guidato dal desiderio dell’UTILE = la ragione è solo uno strumento per raggiungerlo e la moralità è un meccanismo necessario per la simpatia e l’equilibrio tra le persone (non ha nulla a che vedere con il divino ma con la natura umana) = Il patto sociale è soprattutto ricerca di utilità. Voltaire: i principi sono la tolleranza, la pace, la fratellanza e la fede in Dio. Voltaire ha anche un pensiero fortemente pedagogico. Un testo famoso che lega valenze educative-pedagogiche ad un pensiero filosofico incentrato sulla vita, la natura della vita stessa, l’illusione e la concezione che solo tramite i propri sensi, la propria esperienza (visione empirica di Locke) si può giungere alla conoscenza ed alla verità è il racconto di “Candide” (le disavventure di Candido), un fanciullo a cui viene inculcato che tutto è bene e che tutto accade per il meglio ma le sue esperienze lo porteranno a capire come sia in realtà complessa l’esistenza umana. 15 Rousseau →Conosciuto come personaggio di spicco per le valenze educativo- pedagogiche del suo pensiero; si fece conoscere sviluppando l'antitesi del pensiero e confronto tra il progresso delle scienze che non migliora l'uomo, anzi lo corrode portandolo ad una degradazione morale. La sua teoria si sviluppa in questo modo: all'origine l'uomo non è chiuso nel suo egoismo, egli prova un naturale amore di sé, necessario all' autoconservazione ed ha una forte compassione per i propri simili dovuta all'originaria e buona indole. Solo in una società GIUSTA con la SOVRANITÀ DEL POPOLO tramite votazioni, assemblee pubbliche è necessaria un'educazione pubblica adeguata di ogni individuo coltivandone pure le personali virtù. Lo Stato deve educare i cittadini, è un'opera formativa, un'educazione pubblica che deve iniziare fin da bambini a svolgersi secondo regole dettate dallo Stato. Nel "contratto sociale" egli afferma che l'uomo è nato libero ma sono le convenzioni sociali che lo hanno reso incatenato. Secondo Rousseau, per educare i cittadini occorre avere uno Stato giusto, che possa farsi educatore del popolo. Nell’Emile, Rousseau afferma che, attraverso l’educazione pubblica, si possa decidere di formare l’uomo con l’educazione domestica e naturale che mira a formare l’uomo secondo la sua natura, e quindi non a prepararlo ad uno specifico ruolo o professione ma al suo compito di “essere umano” in generale. L’allievo immaginato da Rousseau e assunto come paradigma è Emilio: un bambino francese, nobile, benestante e orfano. Il contesto della sua educazione è la campagna, lontano dalle corruzioni della società. I principi dell’educazione tracciati da Rousseau nell’Emile sono tre: l’educazione negativa, l’educazione attiva e l’educazione indiretta. Con “educazione negativa” si intende dire che per Rousseau, data la naturale bontà del bambino, l’educatore non debba insegnare condotte virtuose, ma evitare che apprenda cose errate: ciò basterà a condurlo al bene. Il secondo cardine è quello dell’educazione attiva: il bambino deve imparare non dai libri ma dalle cose concrete, facendo esperienza con le cose per mezzo del gioco e del lavoro, spinto da curiosità e interesse. Infine, l’educazione deve essere indiretta, nel senso che il precettore non dovrà indirizzare l’attività del bambino in modo diretto e autoritario, bensì indirettamente, predisponendo ad arte le situazioni educative in modo che siano le cose stesse a dirigere l’attività del bambino. In Germania l’Illuminismo ebbe caratteri molto diversi che in Francia e rimase un movimento culturale. Sul piano pedagogico, l’ambiente tedesco di questo periodo è caratterizzato dal movimento del filantropismo, che trova le proprie radici nell’Illuminismo. Esso è caratterizzato dall’idea del rispetto e amore per ogni uomo, in quanto essere razionale, e dallo scopo di garantire uno sviluppo armonico all’individuo. La figura principale di questo movimento è Basedow. KANT: Per formare il carattere morale, occorre educare attraverso le massime che sono principi generali e astratti con categorie di situazioni come consigli, cioè sono in grado di dirigere il giudizio piuttosto che prescrivere o vietare un comportamento. L’approdo finale sarà aver compreso i principi fondamentali dell’agire umano a cui devono sottostare le massime che 16 guidano le sue scelte per essere universali (devono valere per tutti, per sé e per gli altri, a prescindere dalla posizione o ruolo che si occupa), ovvero quei principi che per il soggetto soddisfano la regola fondamentale della ragione pratica. 800 e GOETHE: Goethe esprime in modo diretto le proprie idee educative, raffigurando un'immaginaria “provincia pedagogica” nella quale la formazione conduce in modo naturale all'esercizio dell'attività adatto alle proprie inclinazioni e la dimensione artistica e quella religiosa sono garanti dell'arricchimento spirituale. von Humboldt → propose la costituzione di scuole pubbliche indirizzata alla formazione generale e basate su un’educazione umanistica disinteressata. Schiller → poeta e filosofo, amico di Goethe, partecipò al movimento Sturm und Drang per poi approdare al classicismo neoumanistica. → critica Kant perché la bellezza è un valore, non un ornamento, espone la propria critica della società borghese (della Rivoluzione francese) e la propria concezione politico-pedagogica. L’utile economico è diventato l’idolo del tempo, ma soltanto attraverso l’esperienza estetica della bellezza si può arrivare alla libertà. Per conquistare quest’ultima è necessario che il popolo passi dallo stato di natura, nella quale è schiavo dei propri istinti, allo stato morale. Il romanticismo → L’educazione romantica si preoccupa della formazione individuale della persona umana, ma non dimentica, che ciascun uomo con la sua libertà, con la sua individualità, è parte di un ambiente sociale al quale ognuno porta contributo d’elevazione nella misura in cui è onesto, laborioso e perfetto nella sua umanità. Fichte → fu l’iniziatore dell’idealismo romantico. Il suo pensiero è articolabile in due fasi: egli tese a collegarsi agli ideali della rivoluzione e a difenderli per cambiare idea nella seconda fase dopo la disfatta di Jena del 1806; egli afferma che la destinazione di un uomo è quella di un infinito perfettamente etico e che la consapevolezza di tale destinazione è propria dell’intellettuale, poi chiarisce che il compito della società: è quello di promuovere il perfezionamento dell’intera specie umana, potenziando le capacità umane a livello collettivo → la società provvede a una formazione onnilaterale della specie in modo che la specializzazione di ogni membro si raccorda in una reciprocità inter-umano. Hegel → filosofo dell’idealismo tedesco, razionalista (antiromantico). Ci sono tre momenti corrispondenti al suo pensiero: la fase di Jena, quella di Norimberga e quella di Berlino. (FASE DI JENA) “Fenomenologia dello spirito” → si tratta della storia dello spirito umano e del suo tormentato percorso, scandito dal superamento delle sue tappe successive. L’assoluto è il vero soggetto di questo percorso, ma ancora non sa di esserlo perché deve prendere coscienza di sé. Si divide in tre parti: 1. Coscienza (tesi): predomina l’attenzione verso l’oggetto. 2. Autocoscienza (antitesi): predomina l’attenzione verso il soggetto e 3. Ragione (sintesi): si riconosce l’unità tra 17 Marx: definisce la realtà del lavoro capitalista parla di LAVORO ASTRATTO. Il capitale: la merce ha un duplice valore, valore d'uso e quindi per soddisfacimento dei bisogni e valore di scambio, destinata ad alimentare il mercato. Anche il lavoro ha un doppio lato: lavoro concreto, finalizzato a realizzare beni dotati di valore d'uso e destinato a produrre merce di scambio. Marx propone il proprio principio educativo: la FORMAZIONE DELL'UOMO OMNILATERALE → si deve formare l'uomo omnilaterale ossia un uomo completamente sviluppato nella manualità come nell'intelletto, padrone delle conoscenze scientifiche inerenti al lavoro e quindi in grado di controllare il processo produttivo, in grado di dominare le tecnologie. La prospettiva pedagogica marxiana, basata sulla filosofia della praxis, sostiene che l’uomo non deve assumere un atteggiamento contemplativo verso il mondo bensì un atteggiamento attivo volto a cambiarlo e trasformarlo in base alle proprie necessità storiche. Marx pone qui l’esigenza di superare l'unilateralità del materialismo e dell’ idealismo : l’uomo non va concepito né come pura sensibilità ( materialismo) né come attività spirituale ( idealismo) bensì come attività pratica e trasformatrice. Nietzsche: non indica un metodo ma indica il tipo d'uomo da formare e a cui il singolo deve ispirarsi nella propria autoformazione; si tratta non di nuovi metodi educativi bensì di nuovi scopi educativi da sperimentare. Critica → 3 fasi del pensiero di Nietzsche a cui corrispondono 3 tipi umani: l'uomo eroico, lo spirito libero, l'oltreuomo o superuomo. → sviluppo tragedia viene legato al dualismo tra due motivi: l'Arte figurativa, con Apollo e quella musicale, legata a Dionisio. A queste due divinità sono legate due diverse prospettive della vita: il dionisiaco è legato alla brezza esistenziale, la vitalità primordiale, l'estasi (legato alla danza), l'apollineo legato invece alla dimensione del sogno, all'immagine artistica che trasfigura le cose, all'equilibrio e all'armonia. L'impulso primordiale dionisiaco veniva poi riequilibrato da quello apollineo→ dalla loro unione nasceva la tragedia. Prende forma l'idea dello spirito dionisiaco→modello esistenziale di affermazione della vita. →nella società borghese il giovane nobile d'animo non può raggiungere la felicità MA può raggiungere la vita eroica →ricerca la verità nel dolore e nella solitudine →sofferenza via per una vita superiore. L’oltre uomo è definito da una triplice liberazione: ● La liberazione, il recupero dell’innocenza del divenire; ● La liberazione dalla ratio del sistema ● La liberazione della creatività, della possibilità di creazione e di sperimentazione di nuovi valori. Un altro aspetto connesso all’oltre uomo è la figura dell’eterno ritorno e il suo legame con l’amor fati = amore per il proprio destino, il superamento del risentimento verso il proprio passato, che va accettato così com’è. L’uomo deve aspirare a cambiare sé stesso: l’educazione come cambiamento invece che come cultura e tradizione. Prende così forma un sistema scolastico 20 tripartito: → la scuola secondaria ginnasio-liceale destinata alla futura classe dirigente → le scuole secondarie- tecniche finalizzate alla preparazione dei quadri intermedi del sistema socioeconomico; → le scuole post-elementari a ciclo breve cioè la scuola media. ATTIVISMO → Il Movimento dell'educazione attiva nasce tra fine 800 e 900; Il movimento attivista ha un carattere internazionale e come tale non risponde a un modello univoco, ma possiamo indicare alcuni punti salienti: 1. costruito dall'idea dell'attività spontanea del bambino. 2. centralità del bambino nel processo educativo. 3. esperienza diretta del bambino, del fare e agire 4. rilevanza di motivazioni intrinseche che spinge il bambino a impegnarsi spontaneamente nell'attività educativa. I punti più periferici sono i seguenti: · L'accento sulla globalità del bambino · L'individualizzazione del percorso educativo che va costruito su misura alle caratteristiche dell’allievo · Accento sulla socialità del bambino come bisogno e valore educativo del lavoro di gruppo. CLAPARÈDE: Secondo lui il fondamento della pedagogia è rappresentato dalla psico-biologia e della ricerca sperimentale. Ogni organismo tende a sopravvivere e a rimanere in una condizione di equilibrio adattivo col proprio ambiente. Dal punto di vista psicologico il bisogno si esprime nell'interesse per un certo oggetto; questo interesse spinge ad agire. la chiave quindi è l'interesse. Il gioco svolge un'importante funzione nello sviluppo del bambino, perciò l'attività educativa dovrà assumere prevalentemente la forma ludica. Secondo Freinet il problema di una scuola popolare è che è necessario adattarla ai bisogni specifici dei figli dei lavoratori. Oltre a ciò, la scuola tradizionale non preparava più alla vita, quindi la necessità di una scuola moderna diviene un'esigenza per tutti. Tale nuova scuola sarà accentrata sul fanciullo come membro della Comunità e il suo scopo educativo svilupperà al massimo la sua personalità in una comunità razionale che gli serve e che egli serve. WASHBURNE → L’ aspetto fondamentale è che fa una distinzione tra programma minimo comune e attività facoltative di tipo creativo. Il programma comune è concepito per le materie che portano a capacità specifiche tipo l’ aritmetica, la letteratura ecc.. per le quali esistono esigenze minime che tutti devono poter soddisfare in modo uniforme. Le attività creative, i punti d’ arrivo e le differenze sono innocue. Si adatta agli interessi, capacità e maturità di ciascun allievo e ciò che egli aveva tratto dalle sue esperienze. PARKHURST → Fu insegnante e pedagogista, seguace della scuola progressiva di Dewey, fu influenzata dalla Montessori; il suo modello consisteva nel dare una ristrutturazione all’ organizzazione scolastica: -sostituzione delle aule con un sistema di laboratori disciplinari; → abolizione dell’ orario scuola; → attivazione di un regime di libera circolazione degli alunni nei laboratori; Secondo la Parkhurst libertà significa poter impiegare il tempo che occorre. Se non si permette al fanciullo di apprendere secondo il proprio ritmo, egli non sarà mai in grado di assimilare nulla. 21 SORELLE AGAZZI → Il modello esposto da ROSA AGAZZI rielabora un orientamento attento al mondo affettivo del bambino, basato sulla continuità con l’ambiente domestico e l'atteggiamento materno. M. Montessori: → Il suo metodo: la casa dei bambini è un ambiente concepito a misura di bambino anche negli arredamenti, concepito per favorirne lo sviluppo. Le attività si suddividono in due parti: quelle dedicate alla gestione domestica e le attività sensoriali- intellettuali che si basano su materiali strutturati. Il metodo montessoriano è fondato sul libero lavoro individuale dei bambini , volto a sviluppare le loro capacità, a soddisfare il loro bisogno di attività e di indipendenza così da favorire un equilibrato sviluppo socio-affettivo. Il pensiero della Montessori può essere articolato in due aspetti: → il metodo, ossia l’ impostazione della pratica educativa; → la giustificazione del metodo, sia alla luce di una teoria pedagogica che ne individua le finalità. Nel suo pensiero si incontrano e sovrappongono due diversi orientamenti: quello positivista (basi scientifiche) e quello spiritualista (educazione come crescita interiore del soggetto). La mente del bambino è una MENTE ASSORBENTE che assimila in maniera inconsapevole una grande quantità di espressioni dall’ ambiente, senza riordinarle. L’ attività dei bambini è strutturata in modo individuale , ogni bambino sceglie un materiale e si esercita individualmente con esso (è permesso l’ aiuto reciproco tra bambini). A ogni bambino viene lasciato tutto il tempo di cui ha bisogno, la maestra non conduce direttamente l’ attività , ma assume un ruolo di educazione indiretta. La maestra ha il compito di predisporre l’ ambiente e i materiali di sviluppo in forme tali da favorire l’attività autonoma del bambino. Il compito della maestra è quindi quello di aiutare a fare da solo. Il pragmatismo: prima metà del 900. In America, ad esempio, nasce il pragmatismo che vede come maggiore esponente Dewey, uno dei più grandi pedagogisti del Novecento. Questa corrente filosofica insiste sul rapporto conoscenza-azione, considerando la conoscenza in connessione con l’azione del soggetto. JOHN DEWEY → la democrazia rappresenta per Dewey non solo una forma di governo ma anche un sentimento condiviso dalla comunità; la democrazia risponde all’obbligo di dare modo a tutti e a ognuno di sviluppare pienamente la propria personalità. Nella democrazia ogni uomo deve essere tutelato e promosso dalla società. Fonda la sua scuola-laboratorio, una delle più significative esperienze di scuola attiva: attraverso la pratica dei laboratori. Il suo intento è quello di applicare all’educazione i principi di una società democratica; secondo lui, infatti, la democrazia non è una semplice forma di governo ma un tipo di vita associata. Gentile →aveva come fine quello di portare una minoranza all’elevazione spirituale, allo scopo di formare una classe dirigente colta e virtuosa; Gentile elabora un proprio sistema filosofico conosciuto come attualismo o idealismo attualista, secondo il quale l’unica vera realtà è l’atto puro del “pensiero che pensa”. Due temi fondamentali: → DIALETTICA SOGGETTO/OGGETTO → 22
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