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La Crisi Europea del 1939: La Formazione dell'Asse Roma-Berlino e la Caduta di Polonia, Dispense di Storia Delle Relazioni Internazionali

Storia della Seconda Guerra MondialeStoria del XX secoloStoria dell'EuropaRelazioni internazionali

La crisi europea del 1939, iniziata con la crisi cecoslovacca, e la formazione dell'Asse Roma-Berlino. Il testo traccia la serie di eventi che portarono alla fine dei rapporti diplomatici tra Germania e Polonia, culminati nella sottomissione di Bratislava alla supremazia tedesca. Viene inoltre discusso il tentativo francese di recuperare i rapporti con l'Italia e la decisione di Stalin di rimanere neutrale o accordarsi con Hitler a danno della Polonia.

Cosa imparerai

  • Come la Francia ha cercato di recuperare i rapporti con l'Italia attraverso soliti temi dei negoziati italo-francesi?

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 08/05/2018

lizpad
lizpad 🇮🇹

4.2

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Scarica La Crisi Europea del 1939: La Formazione dell'Asse Roma-Berlino e la Caduta di Polonia e più Dispense in PDF di Storia Delle Relazioni Internazionali solo su Docsity! Verso la guerra (cap. IV) L'Europa dopo Monaco 1.1 Stati Uniti e Unione Sovietica dinanzi alla crisi europea Dopo la grande depressione del '29 gli Stati Uniti si allontanano dall'Europa. Dal '32 Roosevelt, attraverso il New Deal, cerca di uscire dalla recessione e di restituire agli Stati Uniti il ruolo di leadership, è costretto a lottare però contro un'ondata isolazionista che punta invece al disinteresse verso gli eventi europei e porta a non collaborare con la Società delle Nazioni e nel 1935 ad approvare il primo Neutrality Act (embargo sugli armamenti delle parti coinvolte in conflitti). Nel 1938 Roosvelt parla della possibilità di una guerra e della necessità di un intervento in favore dei paesi aggrediti con ogni mezzo eccetto la guerra. Nel 1939 viene approvato un nuovo neutrality act e rinnovata la clausola cash and carry, questo segnale rappresenta la resistenza dell'isolazionismo e quindi l'assenza diplomatica degli Stati Uniti nella politica europea. L'Unione Sovietica vede l'accordo di Monaco come la volontà del capitalismo occidentale di dirigere l'aggressività di Hitler contro l'URSS. Dall'ascesa di Hitler, Stalin inizia un'azione internazionale più cauta: aderisce alla Società delle Nazioni combatte il nazismo con fronti popolari stipula accordi di amicizia con paesi minacciati dal revisionismo Nonostante questo Stalin continuava a mandare ad Hitler continui segnali per riprendere una politica comune (politica di Rapallo). 1.2 Crisi della politica di "appeacement" Chamberlain inizialmente fa affidamento sulle promesse hitleriane, soprattutto perché la Gran Bretagna ha bisogno di contenere l'ondata anticolonialistica, facendo quindi ogni sforzo per mantenere la pace in Europa. La politica di appeacement portava al rafforzamento della Germania. Chamberlain viene criticato, ma continua comunque cercando un dialogo con l'Italia l'11 Gennaio del 1939. Questo incontro gli fece capire l'assenza di influenza di Mussolini sulle decisioni di Hitler e la sua volontà di rimanere al fianco della Germania. Con la crisi della Cecoslovacchia iniziava a sgretolarsi il sistema di alleanze che avrebbe dovuto controbilanciare la Germania nell'Europa centromeridionale. La crisi politica in Francia la esponeva ad una forte perdita di influenza finanziaria, il ministro Bonnet pensava ad un rovesciamento delle alleanze in modo da poter concedere una vera politica di appeacement. Von Ribbentrop venne inviato a Parigi nel dicembre del 1938 (dopo la notte dei lunghi coltelli del 9-10 novembre) dove firmò con la Francia un patto di non aggressione in cui: si impegnavano a mantenere relazioni pacifiche per consolidare la situazione europea riconoscevano come definitive le frontiere esistenti si promettevano una mutua consultazione in caso di crisi internazionali I tedeschi sostennero che la Francia avesse deciso di disinteressarsi dell'Europa orientale ritenendola zona d'influenza tedesca, per questo Ribbentrop cercò di legittimare l'occupazione di Praga come una concessione francese. 1.3 L'asse e l'approfondirsi della crisi nell'Europa centrale 1 L'iniziativa era nelle mani di Hitler, Mussolini non aveva la possibilità né la volontà di intervenire, il suo scopo era ottenere controllo dell'Europa. Göring, come inviato di Hitler, propone alla Polonia una stretta collaborazione contro l' Unione Sovietica, dove la Polonia avrebbe avuto il ruolo di stato alleato satellite con la possibilità di espandersi poi verso est, in direzione dell'Ucraina. Dal 1936 si inizia a parlare di grandi aree autarchiche di paesi revisionisti in Europa e in oriente con il Giappone. Si vuole creare un'alleanza politica che sia in grado di contrapporsi alle superpotenze sovietica e americana. 25 Novembre 1936 -> patto anti-Comintern (tra Germania e Giappone contro URSS, a carattere antibritannico) Il rifiuto del Giappone di allearsi apertamente a un sistema avverso alla Gran Bretagna nel 1939 impedisce la saldatura tra le diverse aree. Hitler continuò Mussolini nel 1936 annuncia la formula dell'asse Roma-Berlino Dopo la conferenza di Monaco, il 24 ottobre del 1938, la Germania propone alla Polonia di far passare la città di Danzica sotto la sovranità tedesca in cambio di un mutuo riconoscimento dei confini e dell'adesione al patto anti-comintern della Polonia. Aderendo ad uno schieramento antisovietico la Polonia sarebbe diventata dipendente dalle politiche tedesche, oltretutto i polacchi erano certi di possedere una propria forza in grado di opporre resistenza alle pressioni tedesche, per questo il 19 novembre respinge la proposta. Il costante rifiuto della Polonia e il mancato rinnovo da parte della Germania del patto di non aggressione segnano la fine dei rapporti diplomatici tra i due paesi - tra marzo e aprile del 1939. 2. La dissoluzione della Cecoslovacchia 2.1. La crisi interna della Cecoslovacchia Con l'accordo di monaco era stata segnata la frammentazione della Cecoslovacchia, comunque segnata da forti rivalità interne. I partiti slovacchi chiedevano la formazione di un governo autonomo slovacco guidato da monsignor Josef Tiso. Il 6 ottobre del 1938 ottengono quello che vogliono, si crea quindi la Ceco-Slovacchia, con il governo di Tiso, a Bratislava, e quello di Beràn, a praga. I polacchi avevano rivendicazioni sulla regione di Teschen e il 2 ottobre occupano il territorio ceco. L'Ungheria aveva, a sua volta, rivendicazioni sulla Slovacchia, che vennero assecondate dall'Italia; Grazie a questo furono costretti a trovare un accordo, rinunciando ad una parte del territorio. La Rutenia, regione strategica della Cecoslovacchia, perchè ponte tra Polonia e Ungheria, dichiara l'indipendenza il 9 ottobre del '38, costituendo un governo composto da 6 membri. Il governo di Tiso venne subito convocato a Berlino dove Hitler gli comunica le sue volontà. 2.2 La fine della Cecoslovacchia L'invasione tedesca della Boemia-Moravia del 16 marzo 1939 non fu improvvisa, ma scontata, vista la situazione di Praga. Tiso, convocato a Berlino, proclamò l'indipendenza slovacca. Hacha, presidente slovacco, venne a sua volta convocato a Berlino, dove venne obbligato a sottoscrivere un appello che legittimava l'intervento tedesco. Tiso agì per nazionalismo, senza considerare la morsa tedesca che presto si fece sentire. Il 12 Agosto il governo di Bratislava si sottomise alla supremazia tedesca stipulando un trattato con la Germania in cui cancellava la propria sovranità. 1 suolo Polacco senza il consenso di Varsavia. Il 12 agosto iniziarono i colloqui conclusivi, male decisioni erano inficiate dal fatto che i rappresentanti anglo-francesi NON erano PLENIPOTENZIARI. Alla fine Stalin aveva deciso a favore della Germania. 4. Le reazioni italiane alla politica tedesca 4.1 Alternative diplomatiche per l'Italia? I cambiamenti seguiti all'occupazione di Praga indebolirono la posizione dell'Italia, che ormai poteva o seguire gli obiettivi del revisionismo italiano, o limitare l'allineamento italiano a impegni non scritti. Nel primo caso l'Italia sarebbe stata in balia delle azioni tedesche, M. non voleva impegnarsi in maniera vincolante perché la Germania era incontrollabile. Dopo l'occupazione di Praga però M. si rese conto dell'egemonia di H. nell'Asse e accettò il ruolo di seconda potenza nel trattato imminente. L'alleanza con la Germania avrebbe dovuto rafforzare la posizione dell'Italia sia con a Gran Bretagna sia con la Francia. Inoltre M. aveva bisogno di una pace che durasse almeno 5 anni. Nel 1939, con la visita di Chamberlain a Roma, M. avvertì un isolamento italiano, e decise di accettare la stipulazione di un trattato con la Germania. Il problema era porre un limite a H. M. tentò, con l'occupazione dell'Albania, conclusa in due giorni ( 7 aprile 1939), di dimostrare l'autonomia dell'Italia, ma risultò come un'imitazione della Germania, facendo allarmare Francia e GB. A questo punto M. cercò di stipulare un'alleanza che costringesse i tedeschi a consultare il governo italiano prima di compiere azioni a nome dell'Asse. 4.2 Il "Patto d'acciaio" del 22 maggio 1939 L'obiettivo di M. era quello di mettere l'Italia in grado di programmare la propria politica internazionale. Il 5 e 6 maggio Ribbentrop venne mandato a Milano per una discussione conclusiva con Ciano, e chiarì, con l'equivoco, che le intenzioni della Germania erano di non essere coinvolta in una guerra su due fronti. Ciano ribadì che l'Italia non sarebbe stata pronta per un conflitto prima di 3-5 anni, punto su cui Ribbentrop diede rassicurazioni. La redazione del testo fu affidata ai tedeschi. Il trattato, firmato il 22 maggio, prevedeva: il continuo contatto tra le parti per raggiungere sempre un intesa su situazioni comuni l'impegno reciproco di prestarsi assistenza con tutte le proprie forze nel caso di implicazioni belliche, aggressive o difensive nessuna delle esigenze italiane era stata tutelata M. avvertendo queste lacune inviò un memorandum per precisare i limiti dell'impegno militare italiano, era necessario un periodo che comprendesse almeno tutto il 1942, era un'integrazione del patto. (documento chiamato anche Memoriale Cavallero). Venne programmato un incontro tra M. e H. per il 4 agosto. Ma né H. né Ribbentrop avevano intenzione di rispettare i tempi italiani. La politica di potenza italiana fallì proprio per l'idea di non scegliere allo scopo massimizzare le opportunità italiane. 5. I riflessi balcanici del revisionismo tedesco 5.1 La distruzione del sistema del 1919 nella penisola balcanica Dopo l'Anschluss la regione aveva messo in evidenza le sue fragilità, gli Stati erano condizionati sia dalle fazioni interne, sia dalle situazioni internazionali; le intese erano impossibili. Solo l'Intesa Balcanica promossa dalla Turchia andava in senso opposto. 1 Nel 1930 Kemal Atatürk normalizzò i rapporti con la Grecia (guerra greco-turca 1920-23) stipulando un trattato di amicizia ( interessi comuni: ordine nel mediterraneo; necessità di tutelarsi dall'espansione italiana e dall'unione sovietica). Godevano entrambi dell'appoggio della GB, la Francia invece aveva rapporti tesi con la Turchia per le diatribe sul confine con la Siria. Il 9 febbraio 1934 viene creata l' Intesa Balcanica, patto di mutua difesa tra Grecia, Turchia, Romania e Jugoslavia. In Romania, Titulescu mantenne una politica estera filo-francese fino al 1936, quando venne sostituito da Re Carol II che mantenne un clima di lotte interne fino a quando nel 1938 sciolse i partiti e formò un Fronte di rinascita Nazionale, affidato a Calinescu e Gafencu. Dopo la caduta della Cecoslovacchia cercarono appoggio nell'URSS. In Jugoslavia erano presenti anche tensioni etniche, problemi di successione a Re Alessandro e di terrorismo finanziato dai Bulgari (con appoggio Italiano). Nel 1934 era ormai circondata, e si sentì ancora più isolata quando la Francia, nel 1935, tentò di fare accordi con l'Italia (accordi Mussolini-Laval). Nello stesso anno il reggente Paolo chiamò al governo Sojadinovic, che tentò un consolidamento delle relazioni con le potenze occidentali, Paolo invece orientò la politica verso la Germania e l'Italia. La Germania indirizzò re Boris III, di Bulgaria, a stringere un patto di eterna amicizia con la Jugoslavia. Dopo aver visitato Berlino e Londra il reggente cambiò indirizzo, le politiche revisioniste potevano solo danneggiare la Jugoslavia, bisognava quindi investire in progetti militari comuni a GB, Garcia e Turchia. La Turchia è stata guidata fino al 1938 da Atatürk, la Grecia dal 1936 sotto dittatura anticomunista di Metaxas. Quando nel 1939 iniziò lo sforzo di penetrazione tedesca, guidato da Von Papen, il ministro degli esteri turco fece un accordo con gli inglesi il 12 maggio 1939 in cui dichiaravano un impegno comune alla difesa del mediterraneo orientale dalla guerra. 6. Il patto nazi-sovietico 6.1 Le delusioni della diplomazia italiana Il 23 maggio, il giorno dopo la firma del patto d'acciaio, H. convocò una riunioni di capi nazisti in cui espose i progetti e gli obiettivi che intendeva perseguire; ovvero l'occupazione di territori a est per la ricerca dello spazio vitale. H. era consapevole del fatto che sarebbe stato necessario combattere, per questo aveva come obiettivo l'isolamento della Polonia. Doveva decidere allora se attaccare prima GB e Francia o la Polonia, la conclusione fu che era necessario preparare un attacco che mettesse fuori gioco la Polonia, spiazzando Fr. e GB, e preparare una guerra lunga che mirasse a occupare Olanda, Belgio e Fr, per avere delle basi e vincere la GB. 6.2 Le alternative di Hitler Il problema tedesco nel 1939 era quello di isolare la Polonia, H poteva perseguire questo risultato in tre modi: Rivalutazione della politica di appeacement e intesa con la GB, la Polonia avrebbe dovuto accettare una situazione di compromesso, smembramento del territorio, ma sopravvivenza politica. In questo modo avrebbe trionfato la politica di contenimento dell'URSS. Cambiamento della natura del patto anti-Comintern in vero trattato con Italia e Giappone, con comune linea antisovietica.. il problema di questa scelta era la mancanza di sorpresa e strategia dopo la sconfitta della Polonia. Nel caso in cui il Giappone avesse esitato troppo a lungo, la Germania si sarebbe potuta trovare di fronte ad una Polonia non isolata, perché l'URSS poteva allearsi con GB e Fr, creando un fronte con la Polonia. Quindi le esitazioni giapponesi avrebbero spinto la Germania a trovare un 1 accordo con l'URSS, tralasciando la politica estera orientata alla conquista dello spazio vitale verso est finche conveniente. 6.3 I rapporti tedeschi con l'Italia e il Giappone alla vigilia della guerra Il potere diplomatico tedesco diminuì quando H. mostrò la sua propensione all'uso di mezzi militari, inoltre H. si trovò a dover dipendere da variabili esterne. La prima variabile era quella giapponese, nel giugno 1939 a Tokyo si formò il governo di Hiranuma, che discusse in 70 riunioni la proposta di alleanza con H. Questa riluttanza era causata dal rifiuto di una guerra europea in difesa di interessi esclusivamente tedeschi. (Scelta obbligata della terza alternativa). Da giugno inoltre l'ambasciatore italiano aveva iniziato ad annunciare l'imminente iniziativa militare tedesca. H. non voleva incontrare M. per non rendergli noti i suoi piani, ma l'11 e 12 agosto incontrò Ciano, a cui confermò i timori dell'ambasciatore Attolico. Ciano cercò di sganciare l'Italia dal patto d'acciaio, ma inutilmente, e tornò a Roma con l'intento di far ribadire a M. L'impossibilità per l'Italia di sostenere una guerra. I colloqui con Ciano non segnano ancora il disimpegno italiano, ma creano una difficoltà, perché arrivano nel momento in cui anche il Giappone vacilla. 6.4 Il patto nazi-sovietico del 23 agosto 1939 Iniziando a sentire la pressione dell'isolamento tedesco H. maturò tra luglio e agosto la volontà di un intesa con l'URSS. Nel frattempo procedevano i negoziati tra Fr, GB e URSS, con una lentezza che lasciava sospettare ai sovietici fosse dovuta alla volontà di vedere maturato un piano di intesa europea verso un isolamento sovietico. Stalin voleva evitare un nuovo periodo di appeacement che potesse mettere a rischio le sue frontiere. L'azione diplomatica di H. era basata sulla rapidità, i negoziati economici con l'URSS vennero conclusi il 20 agosto, immediatamente H. chiese a Stalin di ricevere Ribbentrop, che aveva rispolverato l'idea di un patto di non aggressione accompagnato da clausole segrete, entro il 23 agosto (attacco alla Polonia previsto per il 26 agosto). Il 23 agosto vennero redatti il testo del patto e i protocolli segreti aggiuntivi (testo dei protocolli pubblicato da USA ne 1949, confermato dalla Russia solo nel 1990). Il patto prevedeva non solo la reciproca non aggressione, ma anche l'obbligo di astenersi dall'aiutare altri stati che avessero attaccato l'altro contraente e dalla partecipazione ad alleanze rivolte contro uno di essi. Il protocollo segreto invece era diviso in 4 articoli: Il confine settentrionale della Lituania segnava il confine tra l'influenza sovietica e tedesca Il confine tra le due aree della Polonia era fissato lungo i fiumi Narew, Vistola e San La Bessarabia era di esclusivo interesse sovietico Il protocollo era vincolato da assoluta segretezza H. con questi protocolli consegna la maggior parte degli stati baltici, la Polonia orientale e la Bessarabia all'Urss, in cambio solo della Polonia occidentale e della libertà di movimento a occidente che il patto gli concedeva. H. Pensava fossero concessioni provvisorie. 6.5 Le ripercussioni del patto nazi-sovietico H. e Stalin non si preoccuparono di tradire né gli impegni presi, né le attese dell'opinione pubblica (per la sinistra il fascismo e il comunismo erano il principale nemico). 1 bianco: documento del 1939 in cui gli inglesi promisero alla Palestina l'indipendenza entro 10 anni) In India, perla dell'impero britannico, il movimento indipendentista aveva acquistato forza dagli inizi del secolo, specialmente dopo che il Partito del Congresso, rappresentante della popolazione indù, e la Lega musulmana, rappresentante della popolazione islamica, avevano raggiunto un patto di unità d'azione. Richiesero lo status di Dominion ma vennero repressi violentemente. Gandhi nei suoi viaggi in Europa aveva parlato anche con i capi fascisti, indicando tendenze potenziali. Il rimedio britannico era stato l'emanazione nel 1935 dell' India Act, primo passo verso l'autogoverno. Quando la GB nel 1939 dichiarò lo stato di guerra venne esteso anche all'India, ma il Partito del Congresso affermò che l'India avrebbe confermato la sua solidarietà alla GB sono a condizione che le fosse riconosciuta l'indipendenza; il 18 ottobre uno statement del viceré affermò come obiettivo della politica britannica che l'India conseguisse il suo posto tra i dominions, ma solo dopo la fine della guerra. In Indocina l'amministrazione della Francia non aveva ottenuto la collaborazione delle autorità tradizionali, pensando solo alla soddisfazione degli interessi economici della madrepatria. La diffusione dei nazionalismi venne repressa violentemente, costringendo l'opposizione locale alla clandestinità, rendendo il partito comunista vietnamita una delle forze politiche più influenti del sud-est, sopravvalutando la forza del colonialismo francese. Situazione simile era quella dell'impero olandese in Indonesia. Giappone e Germania erano sempre stati legati dalla lotta contro l'URSS sin dalla firma del patto anti-Comintern del 25 novembre 1936. Questo progetto era limitato da due contraddizioni: Diverso modo di concepire i rapporto della Gran Bretagna, per la Germania era il nemico numero uno, per il Giappone erano presenti degli spiragli per un accordo. Diverso grado di flessibilità verso l'URSS, la Germania dimostra la sua flessibilità nel 1939 con la stipulazione del patto nazi-sovietico, mentre per il Giappone era il nemico tradizionale. 3. La sconfitta polacca e i nuovi accordi tedesco sovietici. La "guerra d'inverno". 3.1 La guerra lampo in Polonia La guerra lampo prevista dai tedeschi ebbe successo, le truppe polacche furono travolte. Il 26 settembre Varsavia era in mani tedesche e il governo polacco era già in esilio a Londra. I sovietici a quel punto si trovarono due difficoltà: la prima era la velocità dell'attacco tedesco, Mosca non immaginava fosse così imminente la presa della Polonia; la seconda era causata dalla situazione dei rapporti formali con la Polonia, infatti non aveva motivo di attaccare dato che dal 1932 la Russia e la Polonia erano legate da un patto di non aggressione, rinnovato nel novembre del 1938 e nel gennaio 19239. Molotov trovò come giustificazione quella di dover proteggere le minoranze bielorusse e ucraine dalla minaccia germanica, poi modificata come minaccia di una terza potenza. Il 17 settembre le truppe sovietiche varcarono il confine polacco. 3.2 Gli accordi tedesco-sovietici del 28 settembre 1939 Il 28 settembre per risolvere la questione vennero siglati accordi di nuovi confini dei rispettivi interessi nazionali, nuova linea coincide con la linea Curzon del 1919, e la Germania ottenne la regione del triangolo di Suwalki, in cambio la Lituania venne assegnata alla zona di influenza sovietica. Ci furono poi intese politiche riguardanti: Reciproco impegno a garantire la libera emigrazione delle popolazioni delle regioni Non tolleranza di agitazioni polacche, eventualmente represse con la fora 1 Impegno a stipulare accordi commerciali tra URSS e Germania Consenso dell'URSS all'utilizzazione delle ferrovie per il traffico della Germania con Romania, Iran, Afghanistan e l'estremo oriente Stalin impose ai tre stati baltici (Lituania, Estonia e Lettonia) la stipulazione di patti di mutua assistenza sulla base dei quali questi paesi concedevano all'URSS il diritto di collocare basi aeree e navali sul loro territorio, allo scopo di proteggerli dal pericolo di aggressione. In questo modo la costa meridionale del Mar Baltico era tutta sotto il controllo sovietico. 3.3 La guerra d'inverno Il confine tra la Finlandia e l'URSS, definito nel 1920 con il trattato di Juriev, era a poco meno di trenta chilometri da Leningrado. Nel 1939 Mosca riprese i negoziati chiedendo che la Finlandia cedesse l'istmo di Carelia e accettasse basi navali sovietiche sul territorio, la Finlandia si oppose. Stalin allora a dicembre riconobbe un governo della Repubblica finlandese presieduto da Otto Kuusinen, vecchio funzionario del Comintern, formato da un gruppo di emigrati che vivevano nell'URSS. Con questo governo stipulò un trattato e tentò di applicarlo con la forza. Il governo di Helsinki fece ricorso alla società delle nazioni che deliberò, il 14 dicembre 1939, l'espulsione dell'URSS. L'armata rossa nel frattempo aveva subito delle sconfitte umilianti. L'aggressione suscitò consensi verso la Finlandia, ma soprattutto rese evidenti le debolezze dell'esercito sovietico ai tedeschi. All'inizio di marzo del 1940 i Sovietici riuscirono a superare la linea Manneheim, la linea fortificata finlandese, e il 12 marzo conclusero la pace con la Finlandia con la cessione dell'istmo di Carelia, della città di Viborg e di alcune basi navali sul territorio. 3.4 L'"offensiva di pace" di Hitler e la risposta anglo-francese Nella campagna in Polonia gli anglo-francesi non contrastarono militarmente la Germania, i protocolli franco polacchi prevedevano l'intervento francese il 19 settembre, ma la Polonia in quella data era già sconfitta, inoltre Chamberlain voleva evitare rappresaglie contro le fabbriche inglesi e dava la Polonia già per perduta. In questa circostanza, il 6 ottobre 1939, H. lanciò la sua "offensiva di pace", in un discorso al Reichstag annunciò che ora che la questione polacca era stata risolta, la Germania era disposta a consentire la ricostruzione di uno stato polacco purché non diventasse un covo di intrighi contro Germania e URSS; chiedeva inoltre una conferenza economica per la stabilizzazione dell'Europa, senza la quale avrebbe continuato la guerra sino in fondo. Se la GB avesse accettato di avvicinarsi alla Germania, H. avrebbe ripreso la ricerca dello spazio vitale verso est, abbandonando il patto nazi-sovietico e creando una grande coalizione antisovietica. La Fr nelle intenzioni di H. sarebbe dovuta diventare un alleato subalterno alla Germania. Non era ancora palese la supremazia militare della Germania, e la credibilità politica delle proposte di H. era nulla. Subito dopo l'inizio della guerra cambiarono sia il governo inglese, con l'entrata di Churchill al posto di Chamberlain, sia quello francese, da Bonnet a Daladier, entrambi con indirizzo più intransigente verso la Germania del precedente. Il 12 settembre si riunì il consiglio di guerra anglo-francese, vennero disposte 4 divisioni britanniche, sbarcate in Francia, sulla frontiera con il Belgio. Daladier rispose al discorso di H. che gli alleati avrebbero accettato la pace solo dopo aver ricevuto garanzie di sicurezza. Subito dopo Chamberlain negò la possibilità che la GB potesse accettare una pace che riconoscesse le conquiste tedesche. Il rifiuto di Fr e GB fornì a H. l'occasione per riversare la responsabilità del conflitto sulle potenze occidentali. 1 3.5 La "drôle de guerre". Le alternative militari di Hitler Data l'esistenza di due sistemi fortificati, la linea Maginot e la linea Sigfried, i punti strategicamente più delicati erano l'Olanda e il Belgio, entrambi neutrali. H. voleva che gli attacchi a occidente iniziassero il 12 novembre, ma le 80 divisioni vennero fermate da un cambiamento del clima che paralizzò le possibilità dei mezzi corazzati e aerei. I movimenti delle truppe tedesche sulla frontiera di Olanda e Belgio non passarono inosservati, i due paesi con il rinvio delle operazioni ebbero modo di tentare di bloccare le mosse tedesche. Leopoldo III, Re di Belgio, pensava che le azioni tedesche fossero solo intimidatorie, ma il suo governo, come il governo e la regina olandese non erano della stessa opinione, e rivolsero un appello di pace a tutte le potenze belligeranti. Speravano in una dilazione che consentisse ai francesi il tempo di preparare una contromisura militare. 3.6 L'attacco tedesco alla Norvegia Daladier voleva attaccare la regione scandinava per bloccare i rifornimenti di ferro svedesi alla Germania, per questo a metà marzo del 1940 proponeva un azione in Norvegia. Churchill però era era preoccupato dalle possibili reazioni degli Stati Uniti e dalle difficoltà militari dell'operazione, proponeva in alternativa un azione di posa di mine nei fiumi tedeschi, specialmente nel Reno, in modo da paralizzare la navigazione tedesca, operazione che aveva come svantaggio per i francesi la maggiore vicinanza alla Germania e quindi la suscettibilità maggiore di ripercussioni dirette sul proprio territorio. Questo stallo militare obbligò Daladier alle dimissioni (19 marzo 1940) in favore di Reynaud. Venne riunito il Comando supremo di guerra anglo-francese il 28 marzo e si stabilì che entrambe le potenze non potessero concludere armistizi o paci separatamente, inoltre decisero di attuare entrambi i piani militari, minare i fiumi tedeschi e quelli norvegesi. Il governo norvegese avrebbe dovuto essere avvertito all'inizio di aprile e il 5 sarebbe dovuta iniziare la posa delle mine, ma il governo di Oslo venne avvertito in ritardo, l'8 aprile. H. decise come ritorsione difensiva di attaccare la Danimarca e la Norvegia 12 ore dopo che il comunicato anglo-francese venne consegnato ad Oslo. H. era spinto anche dall'esito della guerra d'inverno (era chiaro che l'URSS volesse rafforzare le sue difese verso la Germania e ed estendere la sua presenza sul Mar Baltico ai paesi scandinavi per proiettarsi sull'atlantico), infatti iniziò ad affiorare il progetto di ottenere il pieno possesso della Norvegia e della Danimarca in modo da avere il pieno possesso delle vie di accesso al Mar Baltico. Si sviluppò l'idea di giungere pacificamente allo scopo attraverso la collaborazione di Vidkum Quislin, capo del Partito di unità nazionale norvegese. Il 1° marzo 1940 H. impartì le istruzioni definitive per l'occupazione della Norvegia, iniziata poi il 9 aprile, facendo passare le operazioni come risposta alla violazione della neutralità della Norvegia delle azioni anglo- francesi. Il re della Danimarca ordinò alla popolazione di non reagire e di ubbidire alle autorità tedesche; il 15 aprile le forze anglo-francese anziché minare le acque, furono fatte sbarcare nelle regioni settentrionali della Norvegia, il 24 aprile la Germania dichiarò guerra alla Norvegia. Il 9 giugno le forze norvegesi cedettero, Re Haakon, e il governo fuggirono a Londra. L'espressione "drôle de guerre", ovvero guerra per burla, fu usata in senso dispregiativo, per lasciar intendere che gli Alleati avessero lasciato a H. il tempo per disporre a suo piacimento ogni mossa. La Fr., dopo la rivelazione del potenziale militare tedesco, si trovò nella condizione di dover aspettare l'iniziativa tedesca per commisurare la sua risposta. Gli inglesi non erano pronti ad affrontare una guerra come quella che i tedeschi intendevano fare in Polonia, non esisteva un armata di terra britannica efficace. 4. La sconfitta militare francese 1
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