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Riassunto "storia globale" di Conrad, Dispense di Storia Moderna

Riassunto di tutti i capitoli del libro

Tipologia: Dispense

2019/2020
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Scarica Riassunto "storia globale" di Conrad e più Dispense in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA GLOBALE - SEBASTIAN CONRAD Mentre nelle società tradizionali le relazioni storiche sono state spiegate come endogene e analizzate all'interno di una società, al contrario la storia globale preferisce interpretazioni che accordino un ruolo importante alle interazioni e alle connessioni così come alle strutture a tutti i livelli nella società. CAPITOLO I --> Ragioni boom della Storia Globale a fine 900: a) Insoddisfazione nel concepire la storia nazionale per compartimenti stagni. b) attese sociali per cui serve un livello storico più ampio per l'insegnamento generale. c) Tecnologia informatica e l'aumento della mobilità che hanno facilitato il collegamento della ricerca storica e la nascita di forum storici. Che cosa significa la storia globale? Conrad la definisce come una forma di analisi storica nella quale fenomeni, eventi e processi vengono inquadrati in contesti globali, un approccio cioè attento ad evidenziare le connessioni, scambi e la circolazione di merci, persone, idee e istituzioni all'interno di processi storici su scala globale, il cui sguardo quindi supera quei confini nazionali che così spesso la storiografia non ha oltrepassato. Supera i confini nazionali, indagando e studiando fenomeni al di fuori e rifiuta spiegazioni che non tengano conto di forze esterne. Non eurocentrica e non internalistica, un progetto dalle implicite valenze politiche e scientifiche. Uno sguardo al passato non eurocentrico ed ecumenico fa apparire molte storie importanti e paritarie. Ottica del rispetto dell'alterità e del rifiuto di fondamentalismi variamente connotati, rispetto di esigenze delle società multietniche e multiculturali che la globalizzazione fa. Al centro della storia globale vi sono i processi transnazionali, rapporti di scambio e confronti nell'ambito di relazioni globali. La storia globale è una prospettiva, cioè un approccio che pone in primo piano determinati aspetti, connessioni e dimensioni, domande. No storia del globo -> Spesso si tratta della storiografia di aree limitate quindi non globali ma con consapevolezza delle relazioni globali. Il raggio di azione varia in base al tema e alle domande. PREFERENZA METODOLOGICA E COLLOCAZIONE POLITICO-SCIENTIFICA In primo luogo non si intende un metodo rigido e vanno considerate 2 dimensioni: da un lato la storia globale vuole un’analisi del passato che non si lascia limitare da confini esistenti come lo Stato Nazionale, dall'altro una direzione anti-eurocentrica. In secondo luogo mira a un cambiamento dell'organizzazione e dell'ordine istituzionale del sapere. A lungo nelle scuole e nelle università la storia è stata identificata nella prassi con la storia della propria nazione la storia globale vuole il superamento di queste ristrettezze disciplinari. Infatti, una formazione storica generale deve comprendere un sapere sommario e va superata la specializzazione delle facoltà storiche nella storia del proprio paese. 1 5 10 15 20 25 30 35 In realtà però non è solo una prospettiva: bisogna rendere conto del grado dei collegamenti delle reti globali. (Ex. il crash della borsa di Vienna nel 1873 ebbe un'importanza diversa perchè grado diverso di collegamento con l'economia mondiale) TRE FORME DI RIFERIMENTO ALLE RELAZIONI GLOBALI 1. storia con orizzonte globale =lavori storici si riferiscono ai contesti globali come quadri di riferimento senza analizzare quei contesti. 2. storia delle connessioni globali = Necessario collocare molto esplicitamente l'oggetto in contesti globali ad esempio attraverso il confronto. La connessione del mondo il punto di partenza dell'analisi di storia globale. (il raggio d'azione dipende) 3. storia sullo sfondo dell'integrazione globale = Integrazione globale come condizione di una storia globale in senso stretto. Solo quando il mondo politicamente economicamente e culturalmente è un'unità si afferma come eventi locali siano plasmati da un con testo globale. La storia globale è dunque storia dell'interazione all'interno di sistemi universali. La storia globale ha abbracciato sia la ricerca sia la didattica. Già dissertazioni accademiche sono orientate in maniera storico globale; inoltre nella didattica come corsi di laurea semplici e la discussione viene portata avanti da settori disciplinari molto differenti. ELEMENTI COSTITUTIVI STORIA GLOBALE Spatial turn: Questa svolta vuole la preminenza dello spazio sul tempo. Dunque rifiuto delle teleologie Moderne secondo cui le società si trasformano dal loro interno e la loro direzione del cambiamento sociale è prestabilita Storia relazionale: La formazione del mondo moderno non è il risultato di diffusione (europa al centro) Ma bisogna evidenziare la dimensione relazionale dei processi storici e ruolo costitutivo che le interazioni tra regioni e nazioni ma anche tra Europa e mondo extra europeo hanno giocato per la formazione delle società moderne. Sincronicità: Come ha argomentato Bayly la sincronia ha un ruolo molto importante. I processi operanti contemporaneamente e le forze esterne erano molto importanti per la dinamica dei fenomeni. Nazione: rifiuto dell'idea Che lo stato sia il contenitore dei processi sociali e che i rapporti sociali risultano osservabili e spiegabili solo dentro i confini. In questo modo il sapere sul mondo veniva prestrutturato in modo tale da mettere da parte il ruolo dei rapporti di scambio. Tuttavia la categoria della nazione non è superflua ma viene sottolineato il grande significato degli stati nazionali per i processi sociali e In ogni caso la sua realtà istituzionale rimane definita in molti aspetti in maniera nazionale fino ad oggi (ordine politico, lo Stato assistenziale ecc.) Posizionalità: l'intenzione cosmopolita della storia globale. Infatti lo sviluppo di questa grande rete globale ci mette davanti a un pubblico molto eterogeneo. Modelli concorrenti: storia mondiale, transnazionale e della globalizzazione  STORIA MONDIALE il suo uso risale al 1800, utilizzata per rappresentazioni che comprendono grandi regioni in maniera comparata.(David Landes Storia dell ultimo millennio,dimensione comparativa dato che confronta diverse grandi regioni e cerca le particolarità che spiegano l'ascesa europea). -big history di David Christian e Fred Spier, macrodisegno ripercorre la storia del Big Bang fino all'homo 2 40 45 50 55 60 65 70 75 5 Nella prassi la storia mondiale come narrativa era ancora più importante delle descrizioni di tutte le regioni. --> bussola per molti paesi con la quale lo sviluppo della propria società non solo veniva misurato storicamente ma anche regolato per il futuro. La narrativa eurocentrica fu a lungo egemonica. Ma aveva alternative o critiche come Lian Qichao che contesta che la storia della razza Ariana sia la storia mondiale. --> DUE DIREZIONI DELLA CRITICA -APPROCCIO-SISTEMA Questo filone della critica rimanda a Marx L'approccio marxista infatti aveva aspramente criticato lo sfruttamento del mercato mondiale da parte della borghesia che aveva dato vita alla produzione e al consumo di tutti i paesi in modo cosmopolita e ad un commercio universale creando una dipendenza universale delle Nazioni tra loro. A questo approccio si sono rifatti storici mondiali venuti dopo, In particolare i teorici del sistema-mondo, ma anche forme di opposizioni di una storiografia dal basso come gli studi subalterni. - CONCETTO DI CIVILTA' Consiste nel paritario coinvolgimento di altre tradizioni e nell'insistere sulla differenza culturale Il cui sviluppo non si realizzerebbe nel paradigma di progresso con la sua concezione lineare del tempo. Alcuni autori che si richiamavano al concetto di civiltà rimandavano all'opera di Johann Gottfrier von Herder, la cui opera partiva dal l'individualità e dalla particolarità delle diff culturali del mondo, che in seguito all'espansione europea, correvano il rischio di essere distrutte. Inoltre dopo la fine della prima guerra mondiale questa concezione ebbe una grande risonanza anche in Europa ad esempio nella critica della civiltà di fin de siecle. Popolare nel mondo arabo islamico così come nell'asia orientale intorno agli anni 80 dell'800. STORIA MONDIALE DOPO IL 1945 Arnold Toynbee 21 civiltà differenziate, visione contraria alla narrativa del progresso universale ebbe risonanza dopo la 2° gm ma rimase comunque ai margini. Nella maggior parte dei paesi la storia mondiale rimase marginale all'interno della disciplina sino agli anni 90. La storia nazionale continuò ad essere predominante così come persisteva l'orientamento occidentale di molti storici anche al di fuori dell’Europa e degli Usa. Contemporaneamente si rafforzava la supremazia della storiografia anglofona: l'opera di Macneill "the rise of the West" divenne uno dei punti di riferimento più influenti al livello internazionale. Quest'opera era rappresentativa di una macro-prospettiva fortemente eurocentrica, secondo cui il mondo moderno veniva considerato un prodotto di tradizioni occidentali esportate in altre regioni del mondo. Si trattava di una visione che manteneva la dicotomia "paesi sviluppati" e "paesi sottosviluppati". Su scala globale furono più importanti le opere marxiste e quelle influenzate dal materialismo storico essi ebbero una grande importanza dopo il 1945 soprattutto in paesi come l'unione sovietica e la Cina (ma anche Italia, Francia, India, Giappone, America Latina), dove la storia mondiale con l'avvento del comunismo assunse maggiore rilevanza che nelle scienze storiche occ. In molte università cinesi sorsero specifici dipartimenti di storia mondiale Inoltre un terzo degli storici lavorava nell'ambito della storia mondiale. Tuttavia dal punto di vista contenutistico si limitavano alla storia di un paese che veniva collocata nel corso generale dello sviluppo storico. Infatti veniva mantenuto il rigido modello marxista degli stadi di sviluppo reso canonico da Stalin nel breve corso di storia del partito comunista dell'unione sovietica. Gli storici procedevano perlopiù in maniera deduttiva cercando prove di un modello universale di sviluppo, che erano già prestabilite e precedenti la ricerca 5 170 175 180 185 190 195 200 205 15 empirica.  teoria del sistema-mondo Si sviluppa in risposta a questa "storia mondiale di un solo paese" negli anni 70 grazie all'opera di Wallerstein 1974.Sì invitavano gli storici a comprendere il passato in un contesto globale e non sulla base solo di un astratta logica di sviluppo. opposizioni di lettura eurocentrica: storia dal basso e microstoria come  La storia dal basso e microstoria, gli "annales", la ricerca di genere, crescente valore delle scienze regionali come opposizione alla lettura eurocentrica (Anche wallerstein presupponeva l'ammissione del mondo nel sistema mondo europeo)  Posizioni non occidentali = prime posizioni postcoloniali. Gli autori di questo genere criticano i valori e riassunti alla base della missione civilizzatrice occidentale; ma fu molto influente nel dibattito scientifico la teoria della dipendenza, che critica la politica di sviluppo degli Stati Uniti nel sud del continente e ha concepito la povertà e regresso non come risultato di tradizioni locali moderne ma come frutto dell'integrazione nelle strutture del capitalismo globale.  Subaltern studies Anni 80, mettono in discussione le letture eurocentriche. Nacquero in India vogliono scrivere la storia dalla prospettiva dei ceti marginalizzati e subalterni. Questo approccio si sviluppa in condizioni sociali particolari e si tratta quindi di un approccio contestualizzato ma contemporaneamente ha anche appoggi internazionali (Gramsci a Focault da said a derrida). L'approccio dei subaltern studies si diffuse al di fuori dell Asia meridionale e in altre regioni anche se rimasero sempre associati all'India. Dunque la storia mondiale mostra che l'interesse attuale per le relazioni globali e culture transfrontaliero non è una novità nè in Europa nè in altre regioni. Ciò che è cambiato nel corso del tempo è la concezione di "mondo", per cui le storie universali del 1700 si basano su esperienze diverse dalle storie ecumeniche dell'antichità o dalla discussione sulla globalizzazione nel presente. La storia globale era ed è una prospettiva e per questo è condizionata dalle sue coordinate spazio-temporali. L'odierna ricerca storico-globale si differenza dai suoi precursori soprattutto perché sottolinea connessione e integrazione e rifiuta narrative teleologiche. *Erodoto, le Storie in cui descrive la battaglia greca Contro i persiani come contrasto tra occidente e Oriente tra libertà e dispotismo. Nelle cronache egiziane dell' antico e del medio regno tutti i non egizi sono definiti nemici senza valore. L'Egitto Rappresentava un mondo ordinato mentre tutti gli stranieri erano forestieri con cui non si potesse avere relazione. CAPITOLO III La prospettiva globale è una specifica lettura delle relazioni globali e, in quanto prospettiva, è importante considerare da dove essa viene osservata. Singoli temi come soprattutto il concetto di "mondo" non sono affatto omogenei in differenti società e nazioni. Dunque Conrad tematizza la pluralità dei dibattiti di storia globale. - Da un lato prende in considerazione che valore hanno la storia globale e mondiale e quali sono i 6 210 215 220 225 230 235 240 245 motivi determinanti per il diverso successo o mancanza di interesse per questo approccio - Dall'altro presenta le tendenze generali del rapporto con le problematiche storico mondiali | Distinguiamo tre approcci: 1) l'analisi di connessioni transnazionali; 2) la storia della civiltà; 3) le variazioni della storia globale e mondiale in senso stretto PAESAGGI ISTITUZIONALI Gran parte delle istituzioni, delle discussioni influenti a livello internazionale in merito alla storia globale hanno avuto origine nei paesi anglofoni, in particolare negli USA e Gran Bretagna. Stati Uniti --> La storia globale qui non è stata un campo definito ma è nato dalla sovrapposizione di tendenze molto diverse. Diversi sono i fattori che hanno contribuito al crescente interesse per questo campo: - le scienze regionali Importanti perché già da tempo e studiosi degli area studies chiedevano di prendere in maggiore considerazione le proprie regioni all interno del quadro storico generale anche se metodologicamente rimanevano ai rispettivi luoghi indagine in quanto nessuna via conduceva direttamente alla storia globale che enfatizzava connessioni e scambi. - società segnata dall'immigrazione Nella quale molti gruppi che negli anni 70 raggiunsero anche le università non erano d'accordo con la lettura eurocentrica secondo cui la propria immagine nazionale derivi dalla storia europea. L'affermazione della storia globale corrispose quindi anche alla richiesta di partecipazione da parte soprattutto di immigrati ispanici asiatici. - Consapevolezza del ruolo dell America nel mondo negli anni 60 e 70 I movimenti cittadini Hanno dato vita a un dibattito sulla supremazia delle prospettive nazionali messa in discussione. Ciò costituiva solo un con testo di fondo e la storiografia mondiale non dovrebbe essere considerata come risposta consapevole a sfide politiche ed economiche. Dopo il 1991 è attività di politica di potenza degli USA presero una nuova direzione - Sviluppo del sistema universitario negli anni 90 fu esercitata una forte pressione sulle università per riformare i piani di studio e trasformare i tradizionali corsi western civilization in corsi generali di storia mondiale. così i futuri insegnanti nella condizione di dover esser preparati a una nuova offerta formativa. Ciò portò a una ricaduta istituzionale ovvero la fondazione della World History Association nel 1992 e nella pubblicazione del "Journal of World history" nel 1990. Ma più importante sono i tanti approcci diversi degli storici che nuovi concetti di spazio e inseriscono la regione del loro studio in molti contesti senza limiti delle storie statali e nazionali. Gran Bretagna --> Secondo centro di storia globale d'importanza internazionale. l'Interesse per le connessioni mondiali è nato dalla tradizione dell'imperial history la storia dell'impero britannico rivestiva una posizione rilevante nei corsi universitari di conseguenza anche la storia dell'Asia dell' Africa o in generale dell ex colonie britanniche era più presente che in altri paesi. Alla loro maggiore rilevanza contribuiva anche l'influenza di approcci critici come i subaltern studies, la storia di genere, i post colononial studies che volevano decentrare la storiografia dell'impero britannico. Perciò in Gran Bretagna la storiografia mondiale si è scoperta come un avvicinamento alla storia imperiale mentre negli US invece è stato grazie alle richieste degli studiosi di Scienze regionali. -centri di storia globale sia in GB sia in USA -seminari per studenti con specializzazioni diverse (Princeton, Harvard ecc.) -centri di ricerca di storia globale (Columbia university, Oxford) 7 250 255 260 265 270 275 280 285 290 20 generale possiamo dire che in molti paesi dagli anni 90 in poi si è potuto osservare un aumento della problematizzazione transnazionale anche se quasi ovunque la storia della propria nazione resta la forma di storiografia prevalente. Tuttavia è evidente che molte società non occidentali il concetto di regione abbia ruolo centrale sia per opporsi dal punto di vista metodologico all'interesse per lo stato nazionale, sia come risposta politica al processo di globalizzazione. CIVILTA' Negli anni 90 insieme all'interesse per la regione il focus ci fu anche sulla civiltà invece che sulla connessione interazione. E' posto sulla demarcazione e sulle enfatizzazione delle specificità culturali: da questo approccio però difficilmente possono partire stimoli per una futura storia globale. Il ritorno di questa vecchia categoria interpretativa deve essere intesa come reazione alle esperienze di globalizzazione. Dal punto di vista contenutistico il dibattito si rifa a genealogie locali ma anche a concettualizzazioni come quello dello scontro delle civiltà di huntington o della pluralità della modernità di eshainstadt. Esistono molti progetti di civilizzazione che si caratterizzano per un tratto populistico e per il fatto di nutrirsi di conflitti locali. Attualmente si può vedere un ritorno del concerto di civiltà un po ovunque ad es. -l'afrocentrismo negli USA e in alcune parti dell' Africa che delinea l'immagine di una città africana omogenea che sarebbe moralmente e culturalmente superiore a quella europea, alcuni storici fanno risalire a precursori e influenze africane le radici della cultura occidentale nell'antica Grecia. - L'idea di latinidad in America Latina risale al 1800 ma alla fine della guerra fredda ha assunto una nuova dinamica contrapponendosi agli USa percepiti come imperialisti - Hassan anfri in Egitto sviluppato un immagine opposta a quella della citta europea americana, Infatti promossa negli anni 90 una scienza dell occidentalistica che mirava al superamento della dipendenza intellettuale del mondo arabo dall'occidente una decolonizzazione del pensiero. Questo tipo di concetto di città è spesso negato da nazionalistiche e xenofobe ed ha avuto fortuna perché dà risposte semplici alle trasformazioni dell ordine globale ponendosi come difensori di presunte tradizioni autentiche e garanti di specifici percorsi di sviluppo, criticando aspramente l'omogeneizzazione conseguente alla globalizzazione e nei confronti della migrazione globale. Tra le diverse varianti del pensiero civilizzatore ci sono molti aspetti comuni: -Operano in contrapposizione all'occidente -si caratterizzano per una rappresentazione della natura pacifica della propria civiltà che solo con il contatto con l'occidente sarebbe entrata in relazione con la violenza. APPROCCI STORICO-GLOBALI Sono in pochi paesi al di fuori del mondo anglofono e nata un'ampia gamma di approcci strettamente storico globali. Questo vale in particolare per l'Asia orientale dove il genere della storia mondiale esiste da tempo come ad esempio in Cina e in Giappone.  CINA eterogeneo campo della storia mondiale e globale è caratterizzato da 3 aspetti: 10 380 385 390 395 400 405 410 415 30 1. Critica al eurocentrismo, nonostante l'influenza della narrativa storica europea abbia contribuito al allontanamento da modelli eurocentrici. 2.Critica dei modelli di sviluppo Universalistico 3. La categoria di nazione cinese non è stata messa in discussione dalle prospettive globali. Questo perché la storia mondiale deve la sua popolarità in questo stato anche al fatto che è strettamente legato allo stato di grande potenza economica e politica della Cina. Nei discorsi pubblici la globalizzazione viene addirittura utilizzata come strumento politico.  GIAPPONE Nella storiografia del 21° sec. Si è affermato indifferente panorama di ricerche di storia globale. Vengono infatti colte e recepite le discussioni anglofone, ma allo stesso tempo vengono sviluppate importanti approcci autonomi. Così mentre ad esempio in Cina le prospettive storico mondiali vengono considerate solo in un ottica di autocomprensione nazionale o di un allargamento del proprio valore nel mondo, in Giappone vengono discusse proposte per una storiografia mondiale che va al di là delle date unità geografiche, parte dalla relazionalità e connessione connessione dei processi storici e mira a una comprensione comune in qualità di cittadini del mondo. STORIE MONDIALI SUBALTERNE? I diversi contesti istituzionali contribuiscono a rendere diseguale la discussione mondiale sulla storia globale e hanno fatto sì che il campo sia eterogeneo e asimmetrico. Di conseguenza domande e interpretazioni possono essere molto diverse e le differenze hanno in parte a che fare con le rispettive tradizioni storiografiche e le confuse situazioni politiche, perciò non si dovrebbero assolutizzare la diverse letture nazionali dei processi di globalizzazione. Un altro fattore che ha contribuito Alla moltiplicazione delle prospettive sono le differenze sociali e politiche, le quali possono condizionare fortemente la percezione del passato. Opinioni politiche contrarie creano spesso interpretazione opposte all'interno di singole nazioni. Infatti la richiesta di subaltern studies si spiega proprio con il fatto che gli storici hanno promesso letture alternative finora marginalizzatete dello sviluppo. CAPITOLO IV Gli approcci di storia transnazionale hanno avuto uno sviluppo naturale promosso soprattutto dal cambiamento generazionale e dall'internalizzazione del mercato del lavoro accademico e, inoltre la sg si collega con tutto e sembra un ampliamento delle altre storie, non un sostituto di approcci. In realtà non è rimasta esente da critiche epistemologiche, teoriche e normative, anche da parte dei suoi sostenitori. Le obiezioni devono essere colte, altrimenti rischio di essere rimproverati di non considerare alcune importanti parti della realtà storica nonostant globale. In questo capitolo si sonda quali obiezioni critiche devono essere considerate e quali aspetti della riflessione. CRITICA DI FONDO 1. riserva metodologica per cui gli storIci sono obbligati alla ricerca empirica e legata alle fonti e l'impossibilità di conoscerle tutte Quindi da un lato critica alla macroprospettiva di molti lavori storico mondiali, dall'altro alla scelta della letteratura e delle fonti considerate. 11 420 425 430 435 440 445 450 455 - primo aspetto: le grandi sintesi (Bayly) non si basano sulle fonti primarie, ma su una letteratura già raccolta e compendiata che dunque non comprende ricerche aggiornate. Ma non è sempre questo il caso. Anche se comunque lo scetticismo verso la macroprospettiva è solo in parte legittimato perchè ad alcune domande si risponde meglio su un macropiano (rapp. industrializz.-capitalismo), la storia globale oggi non è più sinonimo di macrostoria. Anzi la maggior parte dei lavori operano su sogg. e domande concreti e sviluppa le proprie argomentazioni empiricamente e legata alle fonti come qualsiasi altra analisi storica. - secondo aspetto: Magrit Pernau rischio di una forma di colonialismo accademico. Molti vi si occuoano senza avere le conoscenze linguistiche adatte per le società extraeuropee e quindi-> immagine distorta dellaa realtà. E' allettante limitarsi a fonti facilmente accessibili ma l'obiettivo è storia globale + scienze regionali (cioè studio di condizioni ling. culturali e storiche) 2. I macroconcetti usati nella storia globale comportano il rischio di omogolare concettualmente situazioni diverse e appiattire particolarità (storico dell'Africa Cooper) 3. Rischio di costruire una genealogia dell'attuale processo di globalizzazione: l'euforia per il movimento, la mobilità e la circolazione può contribuire a far sembrare la connessione del mondo sempre più naturale trascurando i processi nazionali e internazionali che hanno permesso ciò. Dirlik ha fatto proprio il distacco dalle narrative eurocentriche che hanno fatto il capitalismo europ. come se non ci fosse alternativa. L'accentuazione delle specificità culturali permetterebbe di pluralizzare i punti di partenza dell'integrazione globale e non solo in Occidente. -> postcolonial studies e multiple modernities 4. Marginalizzazione riferimenti regionali e riduzione della connessione globale in relazione alle relaz. europee. °Lal storico dell'India diche che era già collegata economicamente e culturalmente con Africa, sud-est asiatico e area araba ma vi era l'opinione x cui il colonialismo l’ha smossa. Per Lal il modo stesso della storiografia era egemonia occ. Ancora oggi per Lal l'India non pensa storicamente e si sono appropriati ancora del passato e del futuro. *storia=genocidio culturale* CRITICA DI REDAZIONE DEI LAVORI STORICI GLOBALI 1. Tendenza ad assolutizzare e ribaltare l'eurocentrismo (es. dall'euroc. al sinocentrismo "reorient" di Frank). Ma la problematica centrale ovvero la misurazione della realtà storica con uno standard dotato di un valore normativo non è così risolta. L'ascesa dell'Europa non è stata autogenerata ma fu risultato di interazioni molteplici. Questa visione viene però lasciata da parte quando il discorso ruota intorno ad altre regioni società (funzione euristica); non si deve ignorare la lunga storia dei processi di scambio nelle connessioni e dello squilibrio di potere che hanno prodotto il mondo moderno. 2. Sopravvalutazione dei fattori esterni operanti contemporaneamente e particolare significato al contesto spaziale. <iTensione tra contemporaneità spaziale e lunghi processi interni=Trascurano la continuità e i processi interni, così da poter formulare in lingua universale questioni locali. (es. lavori del 1968 dove proteste in tutto il mondo e movimenti collegati apparentemente, però in fattori interni erano molto differenti) 12 460 465 470 475 480 485 490 495 500 35 1500 dal xx sec. STUDI POSTCOLONIALI Convinzione che il mondo moderno si basi su un ordine coloniale, sia per lo sfruttamento economico sia per il sapere e i modelli di passato e futuro. "Post"--> interpretazione dopo la supremazia del colonialismo; una dimensione epistemica (conoscenza scient.), dunque il livello degli ordini del riconoscere e del sapere nati storicamente.  Fornisce sguardi sulla dinamica di processi di scambio transnazionali e di trattative transculturali con riserva nei confronti di prospettive estese.Grazie all'accentuazione del complesso intreccio di spazi di manovra individuali(agency), mostrano come alcune categorie coloniali di caste e religioni siano state fissate in maniera arbitraria a popoli regioni.  Sottolineano la costituzione relazionale del mondo moderno contro una visione eurocentrica limitata dove lo sviluppo europeo è slegato dal resto del mondo (storia come entanglement). Maggior peso al ruolo dell'interazione tra Europa e extraEuropa nella formazione della società moderna.  Attenzione per l'integrazione globale che si compie all'interno di strutture di disparità di potere. Nel settore della storia economica ad esempio si parla di processi anonimi guidati soltanto dalla mano invisibile ma L'integrazione dei mercati era indivisibile dal pugno dell'imperialismo ( Lavoro forzato, estrazioni delle materie prime, apertura violenta dei mercati, indentured labor). La connessione del mondo avvenne soprattutto per il colonialismo elemento centrale dell ordine politico e della legittimazione giuridica e ideologica di quest'ordine. La globalizzazione era plasmata dalle asimmetrie del colonialismo. --> Gli studi postcoloniali non mancarono di critiche : 1. Trascuravano la dimensione strutturale del colonialismo all'interno dei processi scambio. Interessati solo questioni culturali-identitarie. 2. Concetto di colonialismo generalizzato e poco rivelatore. In questo modo si appianano le rispettive particolarità delle forme di dominio delle differenze sociali ecc. 3. Quando gli storici postcoloniali si concentrano sulla storia moderna rischiano spesso di scivolare dalla critica un essenzialismo culturale: cercano di riabilitare esperienze e storicità alternative con rappresentazioni nativistiche della propria cultura. *Dagli anni 80 impronta la discussione su interazioni transculturali e tiene conto degli spazi di manovra degli attori sociali nel mondo colonizzato.(Edward Said e "orientalismo"). RETI 15 585 590 595 600 605 610 615 620 45 Epoca delle connessioni procede all'interno di reti e non attraverso l'espansione di imperi mondiali. (impero mongolo dei Khan erano stati in forma di associazione di persone con legami come vassalli ecc) Questo approccio si basa sullo sviluppo di tecnologie informatiche e reti che hanno permesso una connessione e il trasferimento di merce, informazioni ed esseri umani più efficaci. -> Castells "Età dell'informazione. Economia, società, cultura". La società della rete è un prodotto del tardo 20º secolo: tecnologie informatiche, computer e in particolare internet=interazioni! -New economy: Sviluppata negli ultimi 25 anni del 1900 ( perché la tecnologia ha fornito l'indispensabile per la sua creazione) è informazionale globale e Inter connessa. È globale perché l'attività di produzione consumo circolazione sono organizzate su scala globale. È in rete perché la concorrenza alla produttività hanno luogo in una ragnatela globale di interazione tra reti aziendali. Le reti inoltre esistevano già da tempo (stampa a caratteri mobili coreana, internet Vittoriano telegrafo). Il concetto di rete però viene utilizzato in maniera pragmatica e metaforica, Il valore di questo concetto appare vago. Quanto sono fitte le interazioni? Quanto è lunga la loro durata? Quali media rendono possibile la stabilizzazione delle reti?  Il discorso su rete e flow non ha carattere autogenerativo. L'affermazione della rete era resa possibile da istituzioni statali  La partecipazione alle reti = risorse e potere ; l'esclusione da queste = marginalizzazione. Anche all'interno le gerarchie hanno un ruolo central  Reti sono legate a strutture di potere estese. Possono avere ripercussioni anche sugli emarginati in quanto l'esclusione non implica l'immunità dagli effetti della rete. MODERNITA' MULTIPLE Anni 90. Approccio che si basa sulla civilizzazione e promette di superare l'ordinamento eurocentrico della storiografia e di attribuire un maggiore peso alla dinamica regionale e culturale.* Ha suscitato molto interesse al di fuori dell Europa, mondo islamico e asia-est. --> Eisenstadt influenzato da Parsons ha sviluppato un analisi dei modelli di ordine e integrazione sociale per  superare l' eurocentrismo e quindi mirano a una pluralizzazione delle linee di sviluppo nella modernità e sono contrarie all'omogeneizz. cult.  Nuova valutazione della religione e analisi della forza plasmante delle tradizioni religiose: si oppone alla secolarizzazione in quanto il percorso di modernizzazione non devono comportare il regresso dei legami religiosi. Quindi il concetto di civilizzazione fondato in modo sociologico-religioso.  Con questo approccio si può non concepire il cambiamento sociale culturale soltanto come occidentalizzazione ma si può porre in primo piano il complesso rapporto di transfer e diffusione e il ruolo delle tradizioni interne. -> Stanley Tambiah scienziato e Weiming Tu confucianesimo d'accordo. Tu concetto di una modernità cinese che fa a meno dell'individuo compiuto in cambio punto sui rapporti sociali, sulla coesione e sul collettivo 16 625 630 635 640 645 650 655 660 665 CRITICA DELL'APPROCCIO 1. Il programma di questo approccio è indefinito e si concentra solo sul campo della cultura. Le varie modernità devono qualificare molteplici progetti o una modernità al singolare con Il disincanto di una burocrazia statale e meccanismi di mercato capitalistici? In tal caso si parla di variazione della modernità cioè molteplicità delle sue impronte culturali. 2. Le civiltà non occidentali sembrano essere unità chiuse in se stesse, quasi ermetiche, In cui la modernizzazione e endogena. È problematico inoltre definire attraverso la religione il nucleo culturale delle civiltà (dinamiche istituzionali). Rischio di essenzializzazione 3. La lunga storia delle loro interazioni e relazioni di scambio viene ignorata dal momento che le civiltà postulate come unità di analisi che guardano indietro a processi autonomi di sviluppo culturale. modernità non è collegata alle idee occidentali. Concetto di Eisenstadt resta endogeno. * Dopo la guerra fredda questo tema ha visto il ritorno, clash of civilizations (Huntington) CAPITOLO VII In questo cap. Conrad mette in risalto dove la storia globale sta dando frutti. Interesse per la storia globale ha portato alla ribalta dei temi che prima non erano considerati: -temi di storia economica, campo con > affinità alla sg; -storia politica specialmente la storia delle relazioni internazionali grazie a lavori su organizzazioni internazionali come la società delle Nazioni e in generale l'internazionalismo del tardo 18º secolo, alleanze interstatali e sovranazionali e la guerra fredda sono gli oggetti preferiti dalla ricerca; -storia culturale campo prediletto ha contribuito allo studio a livello globale di ideologie tipo liberalismo. Negli ultimi anni soprattutto 4 ambiti nei lavori pioneristici: 1. Contesti transnazionali e globali della trasformazione della vita quotidiana (storia del consumo o dell'abbigliamento) 2. Storia comparata di classi e ceti. -> Osterhammel e storia globale della nobiltà e della borghesia. Inoltre si può analizzare la forma stessa di strati e mileu sociali quali effetti della globalizzazione dei mercati degli stili di vita (es. lavoratori nelle città portuali) 3. Nascita di gruppi autenticamente transnazionali come i dirigenti di imprese internazionali, movimenti sociali con programma transnazionale (movimento per diritto di voto alle donne,abolizionisti..) 4. Cambiamento dei mercati del lavoro, delle condizioni e della valorizzazione, e si è sviluppato in un campo di ricerca specifico. <I GLOBAL LABOR HISTORY = mobilità del lavoro dal 1500 e più dal 17 670 675 680 685 690 695 700 705 50 1. In primo luogo, gli storici hanno accertato la misura in cui grandi imperi hanno contribuito all’integrazione del mondo e il British Empire è stato descritto in tale contesto come forza motrice di globalizzazione, grazie soprattutto alle colonie di popolamento che garantivano comunanze culturali e creavano fiducia. 2. La seconda tendenza invece elabora criticamente questa prospettiva anglocentrica, sottolineando la lunga continuità e rilevanza di formazioni imperiali concorrenti (Qing, la Russia). L’egemonia degli imperi europei si impose solo nel 1800. 3. Infine la lettura tradizionale dell’ascesa dello Stato nazionale del tardo 18º secolo deve essere rivista. Parlando in termini storico globali, gli Stati nazionali autentici erano ancora intorno al 1900 l’eccezione assoluta. La tendenza degli studi postcoloniali ha fatto posto a una lettura meno critica, che riconosce non tanto nell’impero un peccato originale dei colonizzatori europei quanto piuttosto la normalità storica. È importante ricordare però che il dominio imperiale si fondava su squilibrio di potere sfruttamento e repressione. La connessione globale era nel segno di struttura imperiali e l’economia mondiale si basava su sfruttamento spesso violento di manodopera materie prime e sulla domanda delle società colonizzate. NAZIONE Negli ultimi decenni il concetto di Stato nazionale è andato declinandosi ma la storia globale continua a tenerne conto in quanto la storia non ebbe affatto luogo solo nei confini nazionali. La storia degli stati nazionali in una prospettiva storico globale diviene più complessa e rinvia alla tensione e alla reciproca dipendenza di dinamiche interne ed esterne. Ad esempio, Thomas Bender evidenzia in una sua opera come gli eventi del continente americano fossero influenzati dalla concorrenza britannica e francese. Ciò vale ancora di più per studi che cercano non solo di arricchire la storia nazionale attraverso contesti più ampi, ma anche di comprendere il nazionalismo e l’istituzione dello Stato nazionale stessi come prodotti di processi globali. La teoria del nazionalismo avuto da sempre una portata globale. Approcci recenti hanno evidenziato che la propagazione mondiale del nazionalismo del 19esimo secolo non può essere condotta solo a fattori interni ma deve essere compresa anche come processo di diffusione delle idee……… STORIA DELL’AMBIENTE Dall'inizio del 21º secolo la storia dell’ambiente è divenuto uno dei campi di ricerca in più rapida crescita per gli storici la storia dell’ambiente. Questa tratta del reciproche relazione tra sviluppi sociali e naturali e delle loro conseguenze. Le domande della Environmental history a motivo dell’oggetto trascendono quasi automaticamente dai confini nazionali regionali, adattandosi particolarmente ad un approccio di storia globale. I temi sono ampi e molteplici: la maggior parte degli studi si caratterizza per il fatto che le tematiche dell’ambiente si collegano a processi sociali e si domandano come cambiamenti dell’ambiente naturale abbiano effetto anche a livello sociale e si ripercuotano in forme di disuguaglianza (e al contrario come l’agire umano abbia conseguenze sull’ambiente). La maggior parte degli autori fa iniziare la environmental history come storia globale nel tardo 15º secolo. la conquista dell emisfero occidentale da parte di spagnoli e portoghesi mise moto il columbian Exchange che non solo portò nelle Americhe malattie europee, ma fece anche circolare piante e 20 795 800 805 810 815 820 825 830 60 animali tra Europa Asia e America e in molti luoghi portò con sé un fondamentale cambiamento degli stili di vita e dei modelli di consumo. Dall’uscita del libro di Alfred Crosby, la domanda su quali fattori in primo luogo possono essere resi eziologicamente responsabili della distruzione o radicale trasformazione delle condizioni ambientali è rimasta al centro della ricerca ambientale di carattere storico globale: del capitalismo l'imperialismo o l'industrializzazione? a) il capitalismo: soprattutto il passaggio della terra a proprietà privata valse come il meccanismo che rafforzo lo sfruttamento selvaggio della natura uno sguardo storico globale mostra però che progetti di formazione statale e di sviluppo urbano sin dall’età moderna hanno avviato in regioni diverse un’intensificazione dell'uso della terra e dei rifiuti che non può essere ricondotto all'espropriazione capitalistica b) L’imperialismo: secondo questa interpretazione (non perseguita) la diffusione di agenti patogeni nelle Americhe fu una delle fautrici dell’imperialismo europeo in età moderna. Anche questa opinione è stata modificata e ristretta all'ambito della ricerca storico globale: il disincanto per la natura era iniziato da tempo in vari luoghi e aveva portato a bonifiche disboscamenti ed erosione del suolo c) l'industrializzazione: il passaggio dal legno e da altre fonti di energia rinnovabile al carbone della metà del 18º secolo ha segnato l'inizio di un’era di produzione a forte consumo di energia, che dura ancora oggi. Gli storici dell'ambiente hanno ricostruito gli effetti concreti della produzione industriale e constatato il loro effetto accelerante sulla distruzione di risorse naturali e biotopi; ma negli ultimi anni sotto l'influenza del riscaldamento globale e dell’effetto serra gli studiosi di Scienze naturali hanno iniziato a sostenere una posizione più radicale: la produzione industriale e l’uso di energie fossili hanno avviato una nuova epoca geologica. Il premio Nobel per la chimica Paul cruzan ha proposto di definire il presente con il concetto di antropocene ossia un’epoca iniziata nel 1830 in cui la vita umana modifica il clima e le condizioni geologiche del globo in modo sostanziale RACE Un oggetto che ancora non si è sviluppato come campo di ricerca autonomo, presso il quale però una prospettiva storico globale si sta affermando, è la storia del razzismo, del discorso razziale e della prassi di esclusione e privazione di diritti fondata su categorie razziali. Le esposizioni generali esistenti finora si sono limitate a singoli casi e nel farlo si concentrano sull’occidente. In effetti sorprende la mancanza di approcci storico globali per un tema la cui rilevanza mondiale salta all’occhio. Sono soprattutto 3 i problemi che richiedono una risposta globale. 1. Tra esse rientra la questione della genealogia del razzismo moderno e sono stati citati da una prospettiva di storia globale 3 cesure possibili - In primo luogo, la conquista spagnola del nuovo mondo segnata simbolicamente con l'anno 1492 e la contemporanea reconquista cioè l'espulsione dalla Spagna di ebrei e musulmani - in secondo luogo, si fa regolarmente riferimento all'illuminismo europeo come importante cesura nella storia delle idee. Solo la graduale sostituzione dell’idea biblica di una stirpe unitaria, e con ciò l'affermazione di un'interpretazione poligenetica secondo la quale indifferente grazie potrebbe essere condotte a diverse specie, ha reso possibile una radicalizzazione del pensiero in categorie razziali durante l’età moderna. - A questi 2 momenti è stato contrapposto l'assunto secondo cui solo dagli anni 60 dell 800 la forma 21 835 840 845 850 855 860 865 870 moderna del razzismo si è sviluppata, è divenuta potente e abbia iniziato la sua marcia trionfale per il mondo. Questa lettura è sostenuta dalla maggioranza degli storici. 2. In modo complementare a questa edizione si possono puoi cercare le possibilità di azioni non ho centrale del pensiero razziale. Ciononostante, non si dovrebbe soccombere alla tentazione di ricercare una genesi indipendente, indigena del discorso razziale. In tal modo verrebbero ignorate le condizioni globali di nascita e diffusione che permisero il trionfo mondiale della categoria di razza 3. Lo spazio di origine e di risonanza del pensiero razziale nel tardo 19º secolo, ma anche nell'età tra le 2 guerre deve essere analizzato in maniera più sistematica di quanto sia stato fatto finora. Il razzismo giunse a un’egemonia globale nell’epoca del colonialismo e dell’imperialismo e per tale ragione deve essere osservato in questo contesto. L’analisi storica non può che avvantaggiarsi se fenomeni che si presumono unici come lo stato razziale nazionalsocialista vengono collocati nel più ampio contesto di una storia degli imperi e del pensiero razziale. Solo attraverso una prospettiva globale giungono allo sguardo i fattori di reciproca influenza che hanno prodotto forno e storicamente mutabili di identificazione razziale. 22 875 880 885 890 65
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