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Riassunto storia moderna, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

Riassunto avvenimenti storici ed evoluzioni sociali e culturali dal 500 alla Restaurazione

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 27/01/2019

Sabinozza
Sabinozza 🇮🇹

4.8

(6)

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Scarica Riassunto storia moderna e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA 22. Francia all'inizio dell'età moderna Francio: sotto Carlo VIII e i suoi successori, Luigi XII e Francesco I, la monarchia francese volle accentrare il potere nelle mani del re e dei suoi collaboratori. Si rafforzò l’amministrazione finanziaria basata sulla riscossione della taglia → imposta sui sudditi da cui erano esenti la nobiltà e il clero, e sulla suddivisione del Paese in circoscrizioni fiscali. Inoltre crebbe l’autorità del Consiglio del re e si affermarono in ambito giudiziario l’azione del Gran Consiglio e dei Parlamentari. I funzionari e i magistrati venivano reclutati attraverso il meccanismo della vendita delle cariche pubbliche (1522). Con questo meccanismo lo Stato acquisiva introiti supplementari e si costituiva un ceto burocratico numeroso e potente, i vertici di questo ceto formavano una nobiltà di toga più rivale e una nobiltà di spada. Nei confronti del papato furono fatti valere i privilegi della Chiesa gallicana,nel 1516 Francesco I stipulò con papa Leone X un concordato a Bologna → superiorità del concilio sul pontefice e in cambio il re aveva i diritto di nomina dei vescovati e arcivescovati. La monarchia francese nel 1500 non esercitava ancora l’autorità assoluta su tutto il territorio in quanto i grandi feudatari mantenevano il potere locale. Le province di recente annessione : Linguadoca, Provenza, Borgogna e Bretagna, avevano le loro assemblee di stati e avevano un autogoverno. 23. Spagna all'inizio dell'età moderna Spagna: il matrimonio di Isabella di Castiglia con Ferdinando d’Aragona nel 1469 portò alla congiunzione dei due regni. La Castiglia era la regione più ricca e popolosa. Vennero repressi l’anarchia feudale e il banditismo con la Santa Fratellanza → una confederazione di città che svolgeva compiti di polizia. La sottomissione della nobiltà fu agevolata dalla politica di concessioni e di favori di Ferdinando, che oltre a farsi proclamare Gran Maestro ottenne dal papa la facoltà di conferire seggi episcopali e altri benefici ecclesiastici. Le tre province del Regno d’Aragona: Aragona, Catalogna e Valenza, mantennero inalterati i propri privilegi e le proprie autonomie. Glie elementi in comune tra i due regni erano : la tradizione della Reconquista, della guerra contro i mori e la difesa dell’ortodossia religiosa. L’Inquisizione spagnola, nel 1478, era l’unico organo la cui giurisdizione si estese alla Castiglia e all’Aragona. La tradizione spagnola di sostegno alla fede cattolica fu confermata nel 1492 con la conquista del Regno di Granada e con l’espulsione degli ebrei. Successivamente anche i mori rifiutarono la conversione al cristianesimo e furono costretti ad emigrare. Alla morte di Isabella, 1504, succedette Ferdinando. 24. Inghilterra all'inizio dell'età moderna Inghilterra: Enrico VII Tudor consolidò il proprio potere stroncando varie congiure e ribellioni nobiliari, amministrando le finanze e rafforzando gli organi centrali del governo → il Consiglio della corona, i Consigli del nord e del Galles e il tribunale della Camera Stellata. In sede locale furono rafforzate le funzioni amministrative e giudiziarie dei giudici di pace nominati dal re. Il Parlamento fu convocato da Enrico VII solo una volta in dodici anni di regno. Suo figlio e suo successore Enrico VIII continuò questa forma assolutistica e pose in primo piano la politica estera lasciando l’amministrazione interna al suo cancelliere Thomas Wolsey. 25. Germania all'inizio dell'età moderna Germania: alla morte di Federico III d’Asburgo (1493) l’impero germanico rimase un ammasso di stati territoriali ingovernabili. Erano forti i contrasti tra le aree più urbanizzate e più sviluppate e le zone rurali che avevano ancora un modo di vita medievale. Il sovrano aveva una duplice qualità in quanto reggeva a titolo ereditario gli stati della Casa d’Asburgo (Austria, Stiria, Carinzia, Carniola e Gorizia) e doveva la dignità imperiale alla proposta della Dieta composta da sette elettori. Durante il regno di Massimiliano I (1493-1519) ci fu la pace di Senlis con la Francia che riconosceva agli Asburgo il possesso dei Paesi Bassi, dell’Artois e della Francia Contea. Venne creato un tribunale imperiale e un consiglio composto da 17 membri e inoltre il versamento all’imperatore di un “soldo comune” era subordinato all’approvazione annuale della Dieta. 26. La prima fase delle guerre d’Italia (1494-1516) In Italia l’equilibrio sancito dalla pace di Lodi (1454) non durò molto in quanto nel 1492 morirono i due contraenti : papa Innocenzo VIII e Lorenzo dè Medici. La stabilità del Paese era minacciata dalle mire espansionistiche di Venezia e di Milano con Ludovico Sforza detto il Moro. Il re di Francia Carlo VIII voleva fare valere sul regno di Napoli i diritti della discendenza angioina e aveva firmato nel 1493 la pace di Senlis con l’Impero germanico cedendo alla Spagna alcune regioni di confine con aiuti da Venezia e da Milano. Nel 1494 Carlo passò le Alpi con un forte esercito e l’anno successivo entrò a Napoli accolto come un liberatore dai nobili. A Venezia venne stipulata una Lega che comprendeva la Serenissima, Milano, Firenze, lo Stato pontificio, la Spagna e l’Impero germanico. Nel maggio del 1495 Carlo VIII fece ritorno in Francia ma l’esercito della Lega cercò di chiuderli il passaggio con un scontro. In Toscana Piero dè Medici, successore di Lorenzo il Magnifico, era stato cacciato dai fiorentini a causa della sua condiscendenza alle richieste di Carlo VIII. In questa situazione ebbe grande successo la predicazione di un domenicano Gerolamo Savonarola che era contro la corruzione della Chiesa e invocava una riforma costituzionale e morale per fare di Firenze la nuova Gerusalemme. I seguaci di Savonarola detti piagnoni, imposero l’adozione di un sistema di governo popolare il cui perno fu l’istituzione di un Consiglio composto da 3000 cittadini, ma il papa scomunicò il frate. Venezia nel 1498 concluse con Luigi XII di Francia un trattato di alleanza che le garantiva Cremona e la Ghiara d’Adda in cambio del suo appoggio alla conquista francese dello stato di Milano. Cesare Borgia detto il Valentino (figlio del pontefice Alessandro VI) prese il dominio nella Romagna e nelle Marche ma la morte del papa fece abolire l’impresa. Papa Giulio II organizzò spedizioni militari contro i signori di Perugia e Bologna e intimò Venezia di ritirarsi da Rimini e Faenza. Il pontefice si fece promotore di un’alleanza antiveneziana firmata a Cambrai nel 1508 dai rappresentanti dell’imperatore Massimiliano, del re di Francia e del re di Spagna. Il pontefice soddisfatto delle sue pretese di carattere temporale e spirituale tolse la scomunica contro la Repubblica, si ritirò dalla Lega e promosse la Lega santa contro la Francia. Pace di Noyon nel 1516 tra Francia e Spagna consolidava l’equilibrio raggiunto nella penisola italiana, agli spagnoli rimaneva il Regno di Napoli e alla Francia il Ducato di Milano. 27. Carlo V : il sogno di una monarchia universale Alla morte di Ferdinando il cattolico (1516) il nipote Carlo d’Asburgo ereditò la corona di Spagna, ma alla sua candidatura si contrappose il re di Francia Francesco I appoggiato dal pontefice Leone X. Carlo fu eletto all’unanimità della Dieta a Francoforte nel 1519. Carlo ereditò un orgoglioso denso dinastico, la cultura aristocratica e cavalleresca franco-borgognona, una religiosità sincera e profonda e l’idea imperiale intesa come dovere di guidare la cristianità, di mantenerla unita nella giustizia e nella fede. Nel suo soggiorno in Spagna egli aveva scontentato la nobiltà locale distribuendo molte cariche ecclesiastiche e laiche ai fiamminghi e borgognoni e chiese nuove tasse per pagare le spese dell’incoronazione imperiale. Nel 1520 scoppiò una rivolta, nata come una coalizione di città che rivendicavano le proprie autonomie → rivolta dei comuneros (cittadini che però vennero sconfitti da un esercito nobiliare). L’aumento della popolazione, la prosperità della manifatture di pannilani (tessuto morbido do lana) a Segovia, Toledo e Cordoba, di drappi serici di Granada indicano che sotto Carlo V l’onore della politica imperiale non era ancora sproporzionato alle risorse del paese come avverrà con Filippo II. 28. Asburgo contro Valois : la ripresa della guerra in Italia In Germania Carlo V si trovò a fare i conti con il problema luterano, ma dopo il 1520 la sua attenzione era posta sulle questioni italiane. Milano dovette essere evacuata dai francesi nel 1521 e la situazione si fece più difficile con l’elezione di Adriano VI , ex precettore di Carlo V. Francesco I riuscì ad organizzare nel 1524 un esercito di 30mila uomini, per metà composto da svizzeri per entrare a Milano e cingere d’assedio Pavia, ma gli imperiali, con l’aiuto della Germania, sconfissero i francesi facendo prigioniero Francesco I. quest’ultimo fu costretto a firmare il trattato di Madrid (1526) rinunciando a Milano e alla Borgogna. Le promesse non vennero mantenute infatti nel 1526 venne stipulata a Cognac una lega difensiva tra la Francia, papa Clemente VII, Firenze e Venezia, intanto i turchi avanzavano in Ungheria alleati di Francesco I. I lanzichenecchi al servizio di Carlo quadra e un ponte con castello. Nel Mediterraneo era possibile orientarsi con certezza con l’aiuto di punti di riferimento visivi e di portolani (carte nautiche che indicavano le distanze e le rotte), invece nell’Oceano Atlantico era più difficile determinare la rotta e la posizione della nave. La navigazione in mare aperto dipendeva dalla valutazione delle distanze percorse controllata mediante l’osservazione della latitudine. L’espansione marittima portoghese ebbe inizio con la conquista di Ceuta a sud dello stretto di Gibilterra nel 1415 e successivamente con l’occupazione dell’isola di Madera, delle Azzorre, la scoperta delle isole di Capo Verde e del golfo di Guinea. Il re del Portogallo Giovanni II si pose l’obiettivo di circumnavigare l’Africa in direzione dell’oriente e di ottenere informazioni per quanto riguarda i porti e la navigazione nell’oceano Indiano. Bartolomeo Diaz nel 1487 effettuò una spedizione in cui doppiò l’estremità meridionale del continente africano da lui chiamato Capo di Buona Speranza. 34. Cristoforo Colombo Cristoforo Colombo, un navigatore genovese, si rivolse a Giacomo II con il progetto di raggiungere l’oriente circumnavigando la terra verso occidente. Questo portò Paolo Toscanelli alla convinzione che le coste del Giappone fossero separate dall’Europa occidentale da una sessantina di gradi di longitudine. Ma la corte portoghese era scettica nei confronti del progetto di Colombo per cui la monarchia spagnola accettò la sua richiesta che in quegli anni voleva concludere la Reconquista con la presa di Granada. La regina Isabella concedeva a Colombo il titolo di ammiraglio del mare Oceano, la carica di viceré e governatore delle terre da lui scoperte. Il 3 agosto 1492 primo viaggio di Colombo con tre velieri: due caravelle e una nave più grande la Santa Maria, con 120 uomini a bordo partirono dal porto di Palos e ad ottobre si intravide una terra, l’attuale Bahamas, battezzata da Colombo San Salvador convinto di essere giunto in Asia. Successivamente Colombo scoprì le isole di Haiti e di Cuba scambiandole per le isole del Giappone. Il secondo viaggio di C. produsse solo un carico di schiavi per cui venne accusato di malgoverno. Le altre due spedizioni portarono alla scoperta delle foci del fiume Orinoco e delle coste dell’America centrale. Le scoperte di Colombo hanno portato ad altre due spedizioni del veneziano Giovanni Caboto, per conto della corona inglese, effettuate a Terranova, al Labrador e alle coste nord-occidentali degli Stati Uniti e alle spedizioni di Amerigo Vespucci. 35. Amerigo Vespucci Amerigo Vespucci in tutta la costa atlantica dell’America meridionale al servizio prima della Spagna e poi del Portogallo. Vespucci fu il primo a capire che non si trattava dell’Asia ma di un nuovo continente che in suo onore venne chiamato America. Altra conseguenza del primo viaggio di Colombo fu la disputa tra Spagna e Portogallo per quanto concerne l’appartenenza dei territori scoperti → Giovanni II stipulò con la corte spagnola il trattato di Tordesillas nel 1494 dove venne fissata la linea divisoria tra l’area portoghese e quella spagnola a 370 leghe ovest delle isole di Capo Verde. 36. Le esplorazioni del Portogallo: da Gama, Cabral e Magellano Il Portogallo affidò a Vasco de Gama, nel 1497, la spedizione per le Indie orientali che con 4 caravelle risalì la costa orientale dell’Africa fino a Malindi. Vasco da Gama riuscì a caricare le sue navi di spezie e pietre preziose ma solo due delle 4 navi erano riuscite a fare ritorno in patria. Pedro Alvares Cabral → partì con una flotta di 13 navi riuscendo a prendere in possesso il Brasile in nome del Portogallo, poi raggiunse l’India ripetendo il viaggio di Vasco da Gama nel 1500 dove stabilì relazioni d’affari con il sovrano di Cochin. L’obiettivo principale dei navigatori era quello di trovare un passaggio, a sud o a nord, che permettesse di andare oltre l’America per trovare la rotta marittima per l’Asia. Il primo che vide l’oceano del continente americano fu lo spagnolo Nunez de Balboa. Ferdinando Magellano, portoghese, partì da Siviglia con 5 navi al servizio della Spagna, affrontò il pacifico conquistando le Filippine. Morto Magellano il comando della spedizione fu assunto da Sebastiano del Cano che riuscì a raggiungere le coste spagnole circumnavigando l’Africa nel 1522. 37. Spezie e cannoni: l’impero marittimo dei portoghesi Tutti gli sforzi del Portogallo furono incentrati nello sfruttamento ai fini commerciali della via marittima delle Indie orientali scoperta alla fine del 400. Anche nell’Africa orientale e nell’Asia meridionale vennero costruite, come nel Golfo di Guinea, le fortezze e i feitorias (empori commerciali) in luoghi strategici, gli accordi con i sovrani locali per la fornitura di spezie o altri prodotti a condizioni di monopolio o di favore. Il tentativo di bloccare l’espansione portoghese fu compiuto dal sovrano mamelucco d’Egitto in alleanza con il sultano dello stato indiano. Ai territori controllati dal Portogallo si aggiunsero le nuove conquiste nell’isola di Ceylon e nelle Molucche, per cui al pepe, allo zenzero e ai tessuti di cotone dell’india si aggiunsero la cannella di Ceylon, i chiodi di garofano, la noce moscata, le sete pregiate, i legni profumati. Il commercio era controllato dalla corona attraverso la “Casa de India” di Lisbona che prelevava il 30% delle importazioni. Grazie alla conquista ottomana della Siria e dell’Egitto, nel 1516, le spezie e gli altri prodotti orientali ricominciarono ad affluire nel Mediterraneo e si arrivò ad una sorta di spartizione del mercato europeo tra Venezia e i portoghesi con i loro alleati. 38. Le imprese dei conquistadores spagnoli Dopo la scoperta dio Colombo la presenza europea nel nuovo mondo si limitò alle isole caraibiche e puntò in particolar modo alla ricerca dell’oro sfruttando la popolazione indigena ridotta ai minimi termini dagli stenti e dalle malattie introdotte dagli europei. Nel 1517 ebbe inizio l’esplorazione della terraferma con i conquistadores → soldati spagnoli di origini nobili ma povere che attraversarono l’oceano e conquistarono grandi regni. Hernan Cortes nel 1519 partì all’isola di Cuba con 500 uomini, cavalli e cannoni procedendo verso l’impero azteco dove venne accolto dal sovrano Montezuma II che vide in lui la reincarnazione del “serpente piumato”= divinità tolteca. Cortès lo fece prigioniero e lo obbligò a pagare un enorme riscatto, ma dopo gli spagnoli furono costretti a ritirarsi. Nel 1521 Cortès occupò l’impero azteco e lo distrusse facendo degli abitanti una carneficina e costruì una nuova città sul modello spagnolo chiamata Mexico. Nel 1522 Carlo V nominò Cotès governatore e capitano supremo della Nuova Spagna. Francisco Pizarro e Diego Almagro, due spagnoli, nel 1531 mossero verso sud da Panama conquistando il Perù, l’impero inca. La visione dei vinti venne analizzata da Nathal Wachtel nel suo libro “La visione dei vinti. Gli indios del Perù di fronte alla conquista spagnola”. Le cause del crollo di questi grandi regni → il terrore che incutevano le armi da fuoco, i contrasti etnici e dinamici che indebolivano i due imperi, il profondo trauma determinato dalla sensazione di essere abbandonati dagli dèi, lo sfruttamento a cui gli indios furono sottoposti, le malattie diffuse dagli europei (vaiolo, morbillo, tifo) contro le quali gli organismo degli indios non avevano difese immunitarie e infine la degradazione dell’ambiente provocata dalla mancata manutenzione delle opere irrigatorie e dalla preferenza degli spagnoli dell’allevamento rispetto all’agricoltura. 39. La colonizzazione spagnola del Nuovo Mondo Nel 500 la colonizzazione spagnola si estese sia verso sud: California e Florida, sia nel continente sudamericano. Ebbe grande sviluppo il fenomeno del meticciato → dall’unione di uomini e donne di razza: • Meticci → nati dagli accoppiamenti di uomini bianchi con donne indie, • Mulatti → nati dall’incrocio tra bianchi e neri, • Zambos → nati dall’unione tra neri e indiani. Tra gli strumenti della colonizzazione grande importanza ebbero la fondazione di città e l'encomienda → commenda, ossia assegnazione ad un conquistadores o colono spagnolo di una circoscrizione territoriale al cui interno avevano il diritto di esigere determinati tributi e prestazioni di lavoro degli indigeni, in cambio gli encomenderos dovevano proteggere i vassalli e convertirli alla fede cristiana. Ma l'encomienda divennero strumento di uno sfruttamento del lavoro indigeno. La corona spagnola riuscì a svolgere Nuove Leggi promulgate da Carlo V nel 1542 per operare un controllo della società coloniale e per moderare i soprusi che la caratterizzavano. A tale scopo contribuì l’azione degli ordini regolari : francesi, domenicani e gesuiti che si preoccuparono dell’evangelizzazione degli indios e di combattere e denunciare le forme di maltrattamento e sfruttamento. Es: il domenicano Batrolomè de Las Casas. Per quanto riguarda gli aspetti economici della colonizzazione bisogna distinguere le varie zone: Nelle isole caraibiche → dopo la fase della ricerca d’oro, tra 1511 e 1515, si iniziò la coltivazione della canna da zucchero, per la quale fu necessario importare schiavi africani. Nel continente americano → la rapida diminuzione della popolazione indigena e l’importazione di nuove specie animali e vegetali dall’Europa portarono a modificazioni dell’economia. Oltre al mais si coltivava anche il frumento e nel Perù l’olio e la vite. Venne spostata la cocciniglia, un ottimo colorante rosso che veniva ottenuto da insetti. Si moltiplicarono le greggi di pecore e le mandrie di buoi e di cavalli dando così origine ad una locale industria laniera. Nel Messico → vennero scoperte nel 1546 le miniere d’argento di Zacatecas oltre alla miniera d’oro trovata nel Perù. La produzione d’argento ebbe un rapido incremento. 40. Le ripercussioni in Europa L’afflusso di metalli preziosi dalle Americhe era considerato la causa della “rivoluzione dei prezzi”, ossia della tendenza inflazionistica che portò nel VI secolo ad una moltiplicazione dei prezzi di cereali e altre derrate. In buona parte i metalli preziosi furono utilizzati per pagare l’importazione di spezie e altre merci dall’oriente. Non venne influenzata dal colonialismo solo la vita economica ma anche le abitudini alimentari e la vita sociale trasformate dai prodotti importati dai nuovi mondi → importanza del mais, la patata, il pomodoro, lo zucchero, il caffè e il cacao. Ci fu un enorme ampliamento della conoscenze geografiche e scientifiche → la dimostrazione della sfericità della terra, la percezione esatta delle sue dimensioni, la consapevolezza della falsità di alcune leggende sull’esistenza di terre inabitabili e di uomini di forma mostruosa. Il confronto con civiltà diverse contribuì alla definizione di un identità europea, John Elliot dice (scoprendo l’America, l’Europa aveva scoperto se stessa). 41. La civiltà del Rinascimento italiano Il termine “Rinascimento” riprende il concetto di rinascita, fu coniato nella metà del XIX secolo da Jules Michelet e Jacob Burkhardt e si riferisce al ritorno ai valori e ai modelli dell’età classica nella filosofia, nella politica, nella letteratura e nell’arte ed è anche l’adozione di un atteggiamento positivo verso la natura e verso l’uomo posto al centro dell’universo. Il concetto di Rinascimento è incluso nel termine Umanesimo, gli umanisti: coloro che si dedicavano alla riscoperta e allo studio delle opere dell’antichità latina e greca. Lorenzo Valla riuscì a dimostrare nel 1440 la falsità di un celebre documento medievale : la donazione fatta da Costantino a papa Silvestro. (appunti metodologia-fonti). 42. Aspettative e tensioni religiose alla fine del Medioevo: Erasmo da Rotterdam La cultura rinascimentale era fortemente impregnata di valori laici e terreni e indifferente alle dottrine. Vi era il bisogno di una Riforma della Chiesa che la riportasse alla purezza e alla povertà delle origini che portò allo scisma d’oriente, alle contese per il primato tra il papato e i concili di Costanza e di Basilea, al prevalere degli interessi politici e mondani della curia di Roma. Alle origini del movimento protestante vi era anche la volontà di ristabilire l’autenticità del messaggio cristiano attraverso lo studio diretto dei testi sacri senza tener conto delle elucubrazioni dei teologi per il la necessità di una religiosità più intensa. Gli esponenti di questo movimento solo Tommaso Moro che nella sua opera “Utopia” descrive una società immaginaria basata sull’amore tra gli uomini e sulla comunione dei beni; il rappresentante più importante è l’olandese Erasmo da Rotterdam che a sei anni lasciò la vita del chiostro per seguire liberamente i suoi studi. Erasmo delineò il quadro di una morale che concilia le differenze del mondo classico con l’insegnamento di Cristo libero dalle credenze superstiziose e dai riti. Il cristianesimo di Erasmo era un ideale di vita pratica invece che un insieme di dogmi, per questo egli non volle mai separarsi dalla Chiesa cattolica. 43. La riforma luterana Martino Lutero era figlio di un piccolo imprenditore minerario, è nato nel 1483 ad Eisleben (Germania) dove dominava ancora una religiosità medievale. Nel 1505 Lutero decise di farsi monaco, ma lo tormentava la sensazione della propria inadeguatezza di fronte ai comandamenti divini, la paura del peccato e della dannazione eterna. Nel 1507 divenne sacerdote e dopo aver conseguito il grado di dottore insegnò teologia in Sassonia. La giustizia divina non va intesa come L’organo superiore della Chiesa era il Concistoro formato da dodici anziani e da un piccolo numero di pastori. 48. La diffusione del protestantesimo. La riforma in Inghilterra Le principali paesi di grande diffusione del calvinismo furono: Francia, Paesi Bassi,Gran Bretagna e l’Europa orientale (Polonia, Boemia e Ungheria). In Inghilterra e nei Paesi scandinavi i mutamenti in campo religioso sono legati al processo di costruzione di un’unità nazionale e di un potere monarchico. Nel 1528 il re d’Inghilterra Enrico VIII Tudor chiese al pontefice Clemente VII l’annullamento del suo matrimonio con Caterina d’Aragona (zia di Carlo V) che non gli aveva dato l’erede maschio, ma il pontefice non accolse la richiesta per cui egli decise di fare da sè. Nel 1528 convocò un Parlamento da cui ottenne l’annullamento del matrimonio e anche la rottura di tutti i vincoli di dipendenza con Roma e successivamente ebbe anche l’approvazione dell’Atto di supremazia che lo dichiarava capo suprema della Chiesa inglese. Thomas Cromwell fu l’artefice dello scisma anglicano e del riordinamento del Consiglio privato della corona e il rafforzamento dell’apparato amministrativo, ma nel 1540 venne accusato di tradimento e giustiziato. Dal punto di vista religioso la vera riforma ebbe luogo durante il breve regno di Edoardo VI, nato dalla terza moglie di Enrico VIII, in cui la dottrina calvinista si diffuse in Inghilterra. Maria Tudor, che succedette ad Edoardo, tentò di riportare l’Inghilterra alla fede cattolica ma senza risultati. Anche in Scozia il calvinismo divenne la religione dominante, invece nei Paesi scandinavi la religione di stato fu il luteranesimo, come anche in Svezia e in Danimarca. 49. La controriforma e l’Italia del tardo 500: Speranze e propositi di rinnovamento religioso Il termine Controriforma venne coniato in Germania alla fine del XVIII secolo, alcuni storico preferiscono chiamarla “Riforma cattolica” per sottolineare l’autonomia e la spontaneità del modo di rinnovamento. La Riforma cattolica viene distinta tra: • l’esame di coscienza della chiesa cattolica alla luce dell’ideale di vita cattolico,mediante il rinnovamento interno, • l’affermazione di sé compiuta dalla Chiesa in lotta contro il protestantesimo, è una fase successiva caratterizzata da un atteggiamento dogmatico e repressivo. Altri ancora parano di “evangelismo” per indicare il bisogno di una vita religiosa più vicina agli insegnamenti di Cristo e degli apostoli. Le istanze di rinnovamento religioso furono avvertite anche in Italia, dove c’erano diversi stimoli in questa direzione: • circolavano ampiamente le opere di Erasmo, che venivano lette spesso in chiave luterana, cioè di alternativa globale al complesso di dogmi e istituzioni in cui si identificava la religione tradizionale. • Ondata di profezie e attese apocalittiche, alimentate dai predicatori (Savonarola a Firenze) e dalle sofferenze delle guerre d’Italia • L’anticlericalismo diffuso negli strati sia colti che popolari: critica alle preoccupazioni mondane e • svalutazione delle pratiche esteriori di devozione (per es culto ai santi e alle reliquie); accento sulle massime evangeliche • La suggestione esercitata da alcune figure ecclesiastiche e laiche dall’intensa spiritualità (cardinale Gasparo Contarini; Gian Matteo Giberti vescovo di Verona, Juan de Valdés a Napoli e Reginald Pole in Inghilterra); • Oratorî del divino amore, preghiera e opere di carità. • Paolo III Farnese (1534-49) alimenta le speranze di un’iniziativa dall’alto per la Riforma della Chiesa (sollecitata anche da Carlo V) e nomina cardinali diversi esponenti delle correnti riformatirici: Contarini, Giberti, Pole. Egli manifestò l’intenzione di convocare un nuovo Concilio ecumenico e costituì una commissione che aveva il compito di studiare e proporre rimedi ai mali della Chiesa. 50. I nuovi origini religiosi : i gesuiti Questo fervore si espresse anche nella nascita di nuovi ordini regolari o nella riforma dei vecchi: • ordine dei cappuccini → 1528, nuovo ramo dei francescani i quali all’ideale della povertà assoluta uniscono l’assistenza spirituale e materiale alla gente umilia. • Teatini, barbaniti, somaschi → sono formati da chierici regolari, ossia da preti che decidevano di vivere secondo una regola. I loro obiettivi erano : formazione del clero, evangelizzazione, insegnamento, assistenza a malati e orfani. • Compagnia di Gesù → fondata da Ignazio di Loyola, esponente degli hidalgos caratterizzati dalla vocazione delle armi e spirito di crociata. Egli decise di convertirsi ad una vita di preghiera e di penitenza e consacra la sua vita alla liberazione della terra Santa e al servizio alla Chiesa. Papa Paolo III nel 1540 approvò la Compagnia di Gesù, i gesuiti si caratterizzarono coma una milizia scelta al servizio del papa e della Controriforma ed aggiunsero ai tre voti di castità, povertà e obbedienza anche la fedeltà assoluta al pontefice. Fu grande il contributo dei gesuiti nell’attività missionaria, uno degli aspetti più significativi della Controriforma come ad esempio l’evangelizzazione e protezione degli indigeni in America, in India, Giappone e Cina. 51. Il concilio di Trento Nel 1541 a Ratisbona fallì l’ultimo tentativo di riconciliazionetra protestanti e cattolici nonostante la buona volontà di Contarini e Melantone. Nel 1542 venne creata a Roma, per dirigere e coordinare la repressione dell'eresia , la Congregazione del Santo Uffizio, o dell'Inquisizione. Per i protestanti italiani l’unica alternativa al nicodemismo → atteggiamento di chi si conformava esteriormente al culto ufficiale pur professando una fede diversa,era l’esilio volontario. Forti spostamenti verso Ginevra e Svizzera, o, se troppo soffocanti, verso Inghilterra ed Europa orientale. Nel 1542 ci fu la convocazione del Concilio ecumenico a Trento, ma a causa delle guerre tra Carlo V e la Francia il concilio si potè riunire solo nel 1545 Concilio di Trento. L’imperatore voleva che si affrontassero le questioni discilplinari ma invece ebbe la priorità la definizione dei punti dogmatici più controversi come gli effetti del peccato originale (cancellati dal battesimo) e il principio di giustificazione per sola fede , condannato come eretico. Paolo IV Carafa (1555-1559) estende i poteri dell’Inquisizione, sottopone a processo alcuni dei maggiori esponenti del partito riformatore (Pole e Morone) e promulgò nel 1559 il primo “Indice dei libri proibiti” in cui venne inserita l’opera di Erasmo. Papa Pio IV Medici (1559-65) rilancia il concilio e lo conclude a termine. Le decisioni del Concilio di Trento: • rafforzato il carattere monarchico della Chiesa cattolica, venne stabilita la superiorità del papa al Concilio e sua discrezionalità nell’applicarne le deliberazioni • riaffermazione del valore delle buone opere ai fini della salvezza • tradizione della Chiesa è fonte di verità, accanto alle scritture • natura dei sacramenti → eucarestia: trasformazione reale; e ordine: aureola sacrale al sacerdote per • sollevarlo al di sopra della massa dei fedeli. • Ribadire l’esistenza del purgatorio • La validità delle indulgenze, quindi legittimità del culto prestato ai Santi e alla Madonna. Per quanto riguarda la formazione e i doveri del clero: • istituzione di seminari, collegi appositi per la preparazione dei sacerdoti, • divieto del cumulo di cariche, • obbligo del vescovi di risiedere nella propria diocesi e di visitarla tutta ogni due anni, tenendo scrupolosamente registri di battesimi, matrimoni, sepolture. 52. La Chiesa e il papato nella seconda metà del Cinquecento Il concilio di Trento segna la ripresa della Chiesa cattolica con la conquista di una nuova compattezza cattolica e durezza contro protestantesimo e spinte eterodosse; affermazione di volontà di dominio spirituale, politico e sociale. Sisto V (1585-1590) diede: • un nuovo impulso all’attività missionaria e alla controriforma in Europa centro- settentrionale (Polonia) • Riorganizzazione della Curia romana: 70 cardinali, 15 congregazioni cardinalizie (9 per la Chiesa universale e 6 per affari interni dello Stato pontificio): il Collegio cardinalizio non è più un limite all’autorità del pontefice, ma un suo strumento. Lotta al brigantaggio anche sotto Clemente VIII. 53. L’egemonia spagnola in Italia La Spagna controllava quasi metà del territorio italiano → Regno di Napoli, Sicilia Sardegna e Ducato di Milano, solo Venezia era indipendente. In Italia dopo alle difficoltà e alle crisi dei primi decenni del secolo seguì un periodo lungo di ripresa demografica ed economica e ci fu un rafforzamento delle strutture istituzionali e di ricomposizione delle classi dirigenti conseguente alla vittoria del Soagna contro la Francia. L’autorità sovrana della Spagna era rappresentata in Italia da un viceré: Napoli, Palermo e Cagliari , o da un governatore: Milano e dai comandanti dell’esercito provenienti dall’alta nobiltà. Al monarca si riconosceva la suprema autorità legislativa e il diritto- dovere della difesa e gli organi di governo locali avevano il compito di applicare e interpretare le leggi e di ripartire e riscuotere le imposte. Nelle campagne meridionali rimase il peso economico e sociale della feudalità, ma il governo spagnolo ruscì a spezzare la forza politica e a limitare gli abusi con l’intervento della giustizia regia. In Toscana e in Piemonte ci fu un’evoluzione verso lo stato assoluto dove il principe agiva direttamente e non attraverso rappresentanti. Nel 1530 venne riconosciuto ai Medici il titolo ducale e successivamente quello di granduchi di Toscana e venne attuata una riforma costituzionale che sovrapponeva ad essi due consigli: il Consiglio dei duecento e il Consiglio dei quattrocento. Cosimo I (1537-74) sviluppò il regime in senso assolutistico governando attraverso i propri segretari. Lo Stato sabaudo, occupato dai francesi e spagnoli, venne riconosciuto al duca Emanuele Filiberto (1553-80) vincitore della battagli adi San Quintino alla pace di Cateau-Cambresis. A Genova nel 1575 ci furono gravi disordini fra nobiltà vecchia e nuova → i nobili vecchi abbandonano la città e gli strati popolari pretesero sgravi fiscali a favore delle arti dalla nobiltà nuova fino all’accordo del 1576 che modificava i meccanismi di elezione a sorteggio all’interno del sistema di governo genovese per cui ci fu una ricomposizione del ceto dei “magnifici” (nobili genovesi) → stratificazione orizzontale basata sui diversi livelli di ricchezza, invece delle precedenti alleanze verticali; ciò va di pari passo con la crisi delle attività manifatturiere e della dipendenza economica genovese dalla Spagna. L’incremento numerico del patriziato nel 400 e 500 si accompagnava ad una crescente differenziazione economica tra le famiglie ricche e la nobiltà povera: la concentrazione del potere nelle mani delle famiglie ricche si manifestò con il progressivo rafforzamento del consiglio dei dieci che nel 500 si impadronì delle leve della politica interna ed estera. 54. Filippo II e i regni iberici Tra il 1555 e il 1556 Carlo V abdicò a tutti i suoi titoli e divise il suo regno al fratello Ferdinando I, che divenne imperatore ed ereditò gli Stati ereditari asburgici e le due corone di Boemia ed Ungheria e a figlio Filippo II, che ebbe la corona della Spagna con le sue colonie americane e il Ducato di Milano, Regno di Napoli, Sicilia, Sardegna, Francia Cotea e Paesi Bassi. Enrico II (1547-1559) re di Francia tentò la sorte delle armi, ma sconfitto a San Quintino, deve firmare nel 1559 la pace di Cateau-Cambrésis, che assicurava alla Spagna l’Italia, la Franca Contea e i Paesi Bassi. Inoltre la Francia era notevolmente indebolita dalle lotte religiose, e ad Enrico succedettero una serie di sovrani incapaci o minori. Egli ereditò da Carlo V la totale dedizione al regno, la preoccupazione di rendere ai sudditi una giustizia imparziale, il senso di una missione da compiere di cui avrebbe dovuto rendere conto a Dio. Nato ed educato a Valladolid, si sentiva profondamente castigliano → gravità del portamento, austerità del costume, concezione esclusiva e gelosa del potere, senza deleghe, religiosità intensa ma angusta e intollerante. Nel 1558 morì Maria Tudor, seconda moglie di Filippo, spegnendo il sogno di ricondurre l’Inghilterra al cattolicesimo. Tra il 1558 e il 1560 venne rafforzata in Spagna l’Inquisizione → proibiti viaggi all’estero degli studenti e l’introduzione dei libri stranieri; condanne a morte delle comunità protestanti scoperte. Dieci anni dopo ci fu la repressione dei moriscos dell’Andalusia che, nonostante la loro conversione ufficiale al cattolicesimo, avevano mantenuto la loro lingua ed usanze. Le persecuzioni e la crisi I rapporti con la Spagna si ruppero quando Elisabetta decise di appoggiare la rivolta dei Paesi Bassi e quando avvenne l’esecuzione di Maria Stuart. Gli sopagnoli devcisero di rinunicare allo sbarco e di circumnavigare le isole britanniche. 60. Le guerre di religione in Francia Anche in Francia tra le cause dei conflitti interni ci fu il fattore religioso → alla morte di Enrico II salì al trono Caterina dè Medici. Intanto il calvinismo si stava estendendo nelle regioni del sud e dell’ovest, i calvinisti, detti in Francia ugonotti, erano circa un milione in tutto il paese. Vi erano tre casate nelle fazioni nobiliari della lotta: • I Guisa – capi naturali dei cattolici intransigenti • Borbone – esponenti del partito ugonotto • I Montmorency – Chatillon anch’essi calvinisti La guerra civile si concluse nel 1570 con la pace di San Germrmano che ribadiva ed allargava le concessioni agli ugonotti. Tra il 23 e il 24 agosto la notte di san Bartolomeo ci fu un massacro di più di 2mila ugonotti., molti calvinisti fuggirono all’estero. All’organizzazione protestante si oppose la Lega santa guidata dai Guisa e sostenuta dalla nobiltà cattolica. Guerra dei Tre Enrichi → Enrico di Borbone salì al trono dopo loa morte del duca d’Angiò. La Lega sostituì la propria autorità a quella del monarca (Enrico III) che nel 1588 attirò con un tranello il duca di Guisa e lo fece assassinare strinse un’alleanza con E. Borbone, dopo poco morì e scelse Borbone suo successore detto Enrico IV. Enrico Borbone non venne riconosciuto dai leghisti che gli contrapposero la candidatura della figlia di Filippo II di Spagna, Isabella. Enrico IV si presentò come il campione dell’unità e dell’indipendenza nazionale e trasformò la guerra civile in guerra contro lo straniero e contro i suoi alleati interni. Nel suo programma di pacificazione e di restaurazione dell’autorità monarchica ci fu il partito dei politiques → cattolici moderati che ponevano l’interesse dello stato al di sopra di quello religioso. Editto di Nantes → promulgato da Enrico IV sanciva la pace religiosa mantenendo al cattolicesimo il carattere di religione di stato e riconoscendo agli ugonotti il diritto di praticare il loro culto, tranne a Parigi e altri luoghi, e la facoltà di presidiare delle piazzeforti a garanzia della libertà religiosa. 61. Regno polacco-lituano Regno polacco-lituano → la Polonia era un insieme di fedi religiose in quanto oltre alla religione cattolica e greco-ortodossa vi era anche il luteranesimo, professato dalla minoranza tedesca, il calvinismo e l’ebraismo. Nel 1573 venne ribadito il principio della libertà religiosa. Questa complessità etnica e religiosa rendeva difficile l’affermazione in Polonia di una forte autorità statale, altro ostacolo era costituito dalla presenza di una nobiltà numerosa ed attaccata ai propri privilegi e alle proprie tradizioni militari. Cause : • Asservimento durissimo dei contadini costretti a lavorare gratuitamente nelle terre dei signori • Indebolimento della monarchia i cui poteri erano limitati dalla presenza di un senato e di una Camera dei deputati, entrambi espressioni della nobiltà. Nel 1572 re Jagellone Sigismondo II morì senza eredi per cui venne affermato il carattere elettivo e non ereditario della corona. La nobiltà polacca elesse i principi stranieri che non avevano basi nel paese e quindi dovevano appoggiarsi ad una fazione aristocratica. La Polonia era una repubblica aristocratica. 62. Russia moscovita Russia moscovita → le condizioni economico-sociali erano simili a quelle del regno polacco: territorio sconfinato e poco popolato, scarso sviluppo della vita cittadina in mano a stranieri. In ambito politico ci fu una concentrazione di tutti i poteri nelle mani del monarca, questo assolutismo era causato dalla minore forza numerica e compattezza della nobiltà russa, a differenza di quella polacca, e inoltre vi era un ruolo cruciale della Chiesa ortodossa rendendo sacra la figura dello zar. La Moscovia fu protagonista di una grande espansione territoriale con Ivan III il Grande e con Basilio III che posero le basi per l’associazione tra Chiesa e Stato e crearono una nuova noblità che assicurava alla corona il servizio militare e civile in cambio della concessione di terre. Ivan IV dopo essersi fatto incoronare zar, nel 1547 nella politica interna rafforzò il potere monarchico e nella politica estera instaurò rapporti commerciali con le potenze occidentali in particolar modo con l’Inghilterra. A Ivan IV succedette il figlio Fedor, debole e infermo di mente, ma il potere venne esercitato da Boris Godunov che continuò la politica antinobiliare, diede impulso all’esplorazione e alla colonizzazione della Serbia. Dopo la sua morte la Russia divenne uno stato di totale anarchia detta “epoca dei torbidi” che finì nel 1613. 63. L’Europa nella guerra dei trent’anni: il seicento - un secolo di crisi Dal punto di vista demografico: tra il 1620 e il 1650 ci fu un calo soprattutto nell’area tedesca a causa della guerra dei trent’anni e nei Paesi mediterranei a causa delle pestilenze. Si arresta la tendenza all’aumento dei prezzi che aveva caratterizzato il 500, questo è dovuto alla diminuzione della domanda e alla diminuzione dei quantitativi di argento importati dalle Americhe. L’industria e il commercio: la crisi delle manifatture tessili fiamminghe e italiane e la diminuzione del numero delle navi che transitavano per il canale di Sund collegando il mar di Nord con il Baltico. Ci furono anche aspetti positivi come la prosperità del centro laniero di Leida (Olanda) e il successo delle new draperies inglesi. Più che di crisi si può parlare di una redistribuzione delle risorse a vantaggio dei paesi affacciati sull’Atlantico a danno dell’Europa mediterranea e della Germania. Tecniche agricole: oltre alla rivoluzione agricola in inghilterra non ci furono grandi mutamenti in quanto proseguì la tendenza all’esproprio dei coltivatori da parte3 dei ceti urbani e si aggravò il peso della rendita fondiaria sui fittavoli e mezzadri (mezzadria = associazione fra un proprietario di terre e un colono per la coltivazione di un podere e la divisione degli utili). Nel Mezzogiorno d’Italia e in Spagna si ebbe un aumento dei gravami feudali per cui alcuni studiosi parlano di “rifeudalizzazione”. Dal punto di vista economico: oltre alla rendita feudale e al prelievo signorile ed ecclesiastico si aggiunsero le imposte statali che in Francia triplicò. L’aggravamento complessivo degli oneri annullò i benefici della diminuzione del prezzo del pane, solo in Olanda e Inghilterra si ebbe un mercato di massa. 64. Una rivoluzione scientifica e filosofica: Copernico e Vesalio Con Niccolò Copernico e Andrea Vesalio vennero fondate due scienze : l’astronomia moderna e l’anatomia. Copernico sostenendo che è la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa sconvolse la visione tradizionale. La teoria eliocentrica era in contrasto con il testo biblico e con gli insegnamenti della Chiesa finché Giovanni Keplero non formulò le sue leggi matematiche sulle orbite ellittiche dei pianeti e Galileo Galilei non fornì prove dell’esistenza di innumerevoli corpi celesti e della loro affinità sostanziale con il nostro pianeta. Alla visione aristotelico-scolastica di un universo finito, composto di sostanze e qualità differenti, si sostituì la concezione di un universo finito, composto di una sola materia e le cui parti interagiscono come i pezzi di un congegno meccanico. Alla deduzione astratta e al sillogismo si sostituirono l’osservazione diretta dei fenomeni naturali e la sperimentazione con nuovi strumenti: telescopio e microscopio. I due filosofi che più coerentemente interpretarono i nuovi indirizzi della scienza furono : Bacone → diede le regole per l’indagine della natura basate sull’osservazione spregiudicata della realtà, sulla classificazione dei fenomeni e sulla formulazione di ipotesi. Cartesio → distinse la conoscenza del mondo spirituale, basata sulla coscienza che ha l’uomo di sé, dalla conoscenza della realtà materiale concepita in termini meccanicistici. 65. La prosperità dell’Olanda Nel 1609 la Spagna riconobbe ai Paesi Bassi la loro indipendenza che erano la potenza marittima ed commerciale più importante d’Europa. I Paesi Bassi sono sempre stati una delle aree nevralgiche per i traffici e gli scambi in quanto sono situati allo sbocco di grandi vie fluviali. Nel 500 il ruolo di grande emporio e centro finanziario internazionale era esercitato da Anversa, ora invece passò ad Amsterdam. Fin dal XV secolo nei Paesi bassi si era sviluppata la pesca della aringhe in alto mare - > il pesce veniva salato e messo in barile e veniva esportato non solo nel Baltico ma anche nell’Europa meridionale, dove il pesce salato era un elemento importante della dieta delle classi popolari. Questa attività diede impulso all’industria cantieristica. Gli olandesi, con una flotta mercantile che superava quelle dell’Inghilterra, Francia, Spagna e Portogallo, divennero i “carrettieri del mare” ossia i padroni dei trasporti via acqua. Una delle rotte più frequentate era quella del Baltico dove i velieri olandesi portavano le spezie orientali, i vini, i manufatti dell’Europa occidentale per poi tornare carichi di cereali polacchi, legname, ferro, pellicce... provenienti dalla Russia. Penetrazione degli olandesi nei continenti extraeuropei → essi approfittarono della guerra con la Spagna per impadronirsi de Ceylon,dell’isola di Giava, delle Molucche, del territorio di Capo e delle coste del Brasile. Altra conquista degli olandesi fu Nuova Amsterdam che poi venne ribattezzata dagli inglesi New York. Le protagoniste di queste espansioni coloniali furono: la Compagnia delle Indie orientali (fondata nel 1602) e la Compagnia delle Indie occidentali (fondata nel 1621) → erano delle società per azione in quanto il loro capitale era sottoscritto da molti investitori che alla fine di ogni anno riscuotevano i dividendi sulle rispettive quote. Gli olandesi compirono due passi avanti: 1. Estesero il loro controllo alla produzione di alcune spezie con la schiavitù e costringendo a lavorare nelle piantagioni gli abitanti delle Molucche e delle isole di Banda 2. Praticarono il commercio dell’intermediazione tra le diverse aree dell’oceano indiano. Con i loro viaggi gli olandesi scoprirono la Nuova Zelanda e l’Australia. Gli agricoltori olandesi, con la facilità dei rifornimenti di cereali, si specializzarono nell’orticoltura, nella produzione di latticini e nella produzione di piante tintorie. Anche le manifatture ebbero un ruolo importante con il settore tessile dei pannilani e delle tele d’Olanda e con la lavorazione dei prodotti coloniali: zucchero e tabacco, le maioliche, la distillazione della birra, la produzione dei vetri, armi, carta. Le istituzioni finanziarie di Amsterdam → nel 1609 venne creata la banca, sul modello dei banchi pubblici italiani, che accettava depositi dai mercanti e gevolava i pagamenti mediante semplici trasferimenti di somme da un conto all’altro. La borsa er ail luogo adibito alle contrattazioni non solo di merci ma anche di titoli come ad esempio le azioni della Compagnia delle indie orientali. Per quanto riguarda la religione vi era un regime di relativa libertà si religiosa che civile nel Paesi Bassi anche se erano ufficialmente calvinisti , vi erano minoranze di cattolici, anabattisti e di ebrei. La repubblica aveva una struttura confederale → ciascuna delle sette province aveva i propri “stati” dominati dai rappresentanti delle città e presieduti da un Gran Pensionato. Gli Stati Generali che si riunivano all’Aia e che comprendevano i deputati delle sette province, avevano poteri limitati. 66. La monarchia francese da Enrico IV a Richelieu Durante il regno di Enrico IV la Francia riacquistò la sua posizione dominante. Al rifiorire delle attività economiche contribuirono gli sgravi fiscali, la soppressione di molti dazi e il programma di costruzioni stradali. Ai detentori di uffici venali, un ceto numeroso, venne riconosciuto nel 1604 il diritto di trasmettere ereditariamente la loro carica, dietro il pagamento di una tassa annua detta “paulette”. Le più alte cariche giudiziarie e finanziarie conferivano automaticamente la nobiltà per cui venne formata la nobiltà di toga contro la nobiltà di spada. Nel 1601 venne firmato il trattato di Lione dopo la guerra col Piemonte con cui Enrico IV ottenne la Bresse e il Bugey. Morto Enrico l’erede al trono fu Luigi III che era ancora un bambino di nove anni, per cui la reggenza fu assunta dalla vedova Maria de Medici che inaugurò una politica filospagnola. A causa dei contrasti tra Luigi e la madre il duca di Richelieu fece da mediatore e successivamente prese in mano le decisioni della politca francese interna ed estera. Al cardinale si presentarono due linee di condotta alternative: Quella sostenuta dalla madre di Luigi e dal partito dei devoti consisteva nell’appoggio alla politica di restaurazione cattolica degli Asburgo di Spagna e d’Austria per evitare impegni militari alla Francia e per consentire di concentrarsi sul risanamento delle finanze e sulle riforme. Contrapposizione al disegno egemonico degli Asburgo e subordinava a questo obiettivo ogni esigenza di politica interna. Fu questa la decisione scelta da Richelieu. Con una vera e propria guerra fu debellata l’organizzazione politico-militare degli ugonotti, ai protestanti venne concessa una pace di grazia che manteneva una libertà di culto ma nei limiti sancito dall’editto di Nantes togliendo le garanxzie politiche e militari compreso il possesso di piazzeforti. La compagna contro gli ugonotti e il coinvolgimento della Francia nella guerra tedesco-italiana portarono ad un aumento della pressione fiscale e in particolare della taglia che gravava sulle campagne → causa di rivolte popolari del 1625. Vennero estesi a tutto il paese dei commissari istituiti da Enrico IV chiamati determinato dalla guerra dei 30 anni. I 4 Parlamenti convocati da Giacomo I si rifiutavano di soddisfare le richieste finanziarie della corona e denunciarono i fenomeni di corruzione e gli sprechi presenti nella corte e nel governo → il problema finanziario divenne così un problema politico. 72. Il regno di Carlo I e lo sconto tra corona e Parlamento Il successore di Giacomo fu il figlio Carlo I (1625-49) , uomo di carattere debole che si vide negare il Parlamento. Egli, nel tentativo di guadagnare il sostegno dei puritani, dichiarò guerra alla Spagna e organizzò una spedizione navale per soccorrere gli ugonotti di La Rochelle → assediati dalle truppe del re di Francia. Nel 1628 venne convocato il Parlamento che presentò al re un documento in 4 punti chiamato “Petizione di diritto” che dichiarava illegali: • Le tasse imposte senza il consenso del Parlamento • Gli arresti arbitrari • Il ricorso alla legge marziale • L’acquartieramento forzato di soldati in case private. Carlo I, stanco delle manifestazioni popolari e dell’ostinazione del P. nell’attaccare la sua politica, sciolse definitivamente il Parlamento, fino al 1640 egli governò senza Parlamento appoggiandosi al consiglio privato della corona e all’azione del tribunali regi che giudicavano i reati di lesa maestà → la Camera Stellata in campo civile e la Corte di alta commissione in campo ecclesiastico ed elesse due consiglieri : Thomas Wentworth e William Laud. Carlo fece delle riforme che eliminarono le inefficienze e gli sprechi del regno di Giacomo I,alla fine degli anni 20, grazie anche alla pace con la Spagna e Francia, le spese vennero contenute e le entrate beneficarono l’amministrazione e anche il reperimenti di nuovi cespiti → venne estesa a tutto il paese la Ship money: tassa per le navi, un tributo per la costruzioni di navi da guerra. Laud riorganizzò la Chiesa dell’Inghilterra secondo linee gerarchiche e autoritarie → rimesse in onore pratiche di devozione e forme liturgiche proprie della Chiesa cattolica e perseguitati dai tribunali ecclesiastici i predicatori puritani. Le novitò religiosa di Laud portarono nel 1638 ad una rivolta nella Scozia presbiteriana. Falliti i tentativi di conciliazione Carlo I nel 1640 convocò un nuovo Parlamento per ottenere i mezzi necessari a condurre la guerra contro gli scozzesi. Il Parlamento venne chiamato “Breve Parlamento” inquanto Carlo lo sciolse dopo poche settimane. Il re trovandosi in difficoltà convocò nuovamente il Parlamento detto “Lungo Parlamento” perché rimase in carica fino al 1653 → nella Camera dei Comuni erano in maggioranza gli avversari della politica assolutistica del sovrano che seppero intimidire la Camera dei Lord e smantellarono tutti i capisaldi del potere regio : • Strafford e Laud accusati di tradimento e imprigionati. • Furono soppressi i tribunali sottoposti all’influenza del monarca • Dichiarate illegali e abolite le Ship money e le altre imposte introdotte • I vescovi vennero estromessi dalla Camera dei Lord • Il re venne privato del diritto di sciogliere il Parlamento. Nel 1641 scoppiò un’insurrezione cattolica in Irlanda portò al problema di chi dovesse condurre la repressione → prima di votare i sussidi per la costituzione di un esercito, il Parlamento costrinse il monarca di cedere il controllo delle forze armate. Nel 1642 Carlo si presentò in Parlamento con un drappello di armi per arrestare i capi dell’opposizione, ma il colpo andò a vuoto e il re lasciò la capitale. 73. La guerra civile. Cromwell e la vittoria del Parlamento La guerra civile iniziò nel 1642 e all’iniziò sembrò a favore del re che poteva contare su di una cavalleria composta da nobili ma in realtà era favorito il Parlamenti in quanto poteva contare sul sostegno finanziario di Londra e sulla maggior capacità contributiva delle contee sud-orientali e sull’alleanza con gli svizzeri. Il primo successo avvenne nel 1644 nel nord grazie alla cavalleria di Oliver Cromwell, di fede calvinista, che l’anno successivo costituì l’esercito di nuovo modello → New Model Army caratterizzato da una disciplina ferrea. Le vittorie ottenute sui realisti a Naseby e a Langport posero fine alla guerra civile, Carlo si arrese e lo consegnarono al Parlamento di Londra. Nel Parlamento la corrente presbiteriana voleva riorganizzare la Chiesa con un sistema di Consigli gerarchizzati e con la rigida imposizione del credo calvinista. A loro si contrapposero gli indipendenti sostenitori della tolleranza delle opinioni religiose (esclusi i cattolici) e dell’indipendenza delle singole congregazioni dei fedeli. Il clima di libertà creato dallo scontro tra Corona e Parlamento favorì la proliferazione di sette e conventicole religiose che mettevano in pericolo l’ordine sociale e i dogmi del cristianesimo. Negli anni 50 nacquero nuovi movimenti religiosi : • I quaccheri → coloro che tremano al cospetto di Dio • I battisti → uso di conferire il battesimo agli adulti. Vi erano legami tra queste tendenze eterodosse in campo religioso e il radicalismo politico che si espresse nel movimento dei livellatori → coloro che abbattevano le siepi e colmavano i fossati posti a difesa dei terreni recintati. Ma in realtà i livellatori non misero mai in discussione la proprietà privata come i zappatori che si insediavano su terreni incolti e li lavoravano mettendo in comune il prodotto. Invece i livellatori rivendicavano la sovranità popolare, chiedevano la soppressione di tutti i privilegi, la semplificazione delle leggi , un’istruzione per tutti ed esigevano un allargamento del diritto di voto a tutti i maschi adulti (esclusi i mendicanti e i servi). Carlo I venne condannato e giustiziato nel 1649. 74. Il decennio repubblicano : Cromwell al potere L’esecuzione del re fu seguita da un Consiglio di Stato che prese il posto del Consiglio privato della corona, dalla soppressione della Camera dei Lord e dalla proclamazione della Repubblica unita di Inghilterra, Scozia e Irlanda. Il primogenito di Carlo I Carlo II assunse il titolo regio ed era riconosciuto dagli scozzesi e dagli irlandesi. Egli fece arrestare i capi del movimento livellatore con conseguente ribellione sanguigna ad opera di Cromwell e che guidò la campagna contro gli insorti irlandesi. Nel 1651 venne proclamato l’Atto di navigazione che permetteva il commercio con le colonie nordafricane e ammetteva nei porti inglesi solo navi britanniche e dei Paesi da cui provenivano le merci → era un colpo diretto contro gli olandesi e così scoppiò la prima delle tre guerre navigali anglo-olandesi che sanciranno la superiorità marittima britannica. Nel 1655 l’Inghilterra entrò in guerra contro la Spagna alla quale strappò l’isola di Giamaica. Questi anni di interregno segnarono la ripresa dell’espansione marittima e commerciale e inaugurarono l’era dell’imperialismo britannico. Politica interna: nel 1653 venne sciolto il Lungo Parlamento e al suo posto venne insediata un’assemblea di 144 membri tutti scelti dai capi dell’esercito → Parlamento Barebone che durò 5 mesi ed una cartacostituzionale proclamò Oliver Cromwell Lord protettore del Commonwealth in Inghilterra, Scozia e Irlanda. Egli scelse i membri del Consiglio di stato quasi tutti capi dell’esercito per cui il potere militare si identificava col potere politico. Però la dittatura militare non rispondeva ai desideri della gentry che voleva per sé il potere ed era ostile al mantenimento di una forte pressione fiscale. Alla morte di Cromwell venne proclamato suo successore il figlio Richard che però si dimostrò incapace per cui dopo la sua abdicazione governò Carlo II Stuart. 75. La Francia a metà 600 : il governo di Mazzarino e la Fronda L’aumento della pressione fiscale imposto ai francesi dal governo di Richelieu aveva provocato rivolte popolari e la “Fronda” → strumento usato dai ragazzi per lanciare pietre, guidata dalle classi dirigenti. Alla morte di Luigi XIII e di Richelieu la reggenza di Luigi XIV venne assunta da Anna d’Austria che affidò la direzione degli affari al cardinale Giulio Mazzarino → si mantene fedele agli indirizzi politici di Richelieu. • Gli officiers → detentori di uffici venali, protestavano contro l’autorità concessa agli intendenti e contro la crezione di nuove cariche. • I rentiers → possessori di cartelle del debito pubblico, protestavano per i ritardi con cui venivano pagati gli interessi. Conclusa la guerra dei 30 anni si ebbero nuove misure fiscali come una trattativa di 4 anni sugli stipendi dei magistrati in cambio del rinnovo della paulette → la tassa che garantiva l’ereditarietà degli uffici venali per cui il Parlamento di Parigi prese la testa del movimento di opposizione e concertò con le altre corti sovrane un comune programma di riforme soppressione degli intendenti, diminuzione delle imposte e del rifiuto del sistema degli appalti invaliditò di ogni tassa che non avesse ottenuto l’assenso dei Parlamenti illegittimità degli arresti arbitrari Questo programma doveva bloccare l’assolutismo monarchico francese. La regina e Mazzarino fecero arrestare uno dei più autorevoli esponenti della magistratura: Pierre Broussel, ma il popolo si ribellò e a Parigi sorsero le barricate per cui la corte fu costretta a lasciare la capitale e ad accettare le richieste del Parlamento. Nel 1649 venne firmata la pace a Saint-Germain per chiudere la Fronda parlamentare. Ma nel 1650-53 avvenne la Fronda dei principi che, a differenza di quella parlamentare, non vi era un disegno politico organico attraverso le alleanze dei clan aristocratici, gli intrighi delle nobildonne, le fughe all’estero … A pagare il prezzo di questo rigurgito di anarchia feudale furono le campagne, i registri parocchiali mostrarono l’aumento di mortalità e le diminuzioni delle nascite. Il fallimento della Fronda dimostrò ai francesi che l’autorità monarchica era l’unica che poteva scongiurare l’anarchia. La guerra contro la Spagna era ancora aperta e Mazzarino riuscì ad imporre alla corte di Madrid la pace dei Pirenei → vennero assegnati alla Francia l’Artois, il Rossiglione e parte della Certagna e venne stipulato il matrimonio di Luigi XIV con la figlia di Filippo IV Maria Teresa. 76. Le rivolte nella penisola iberica La Catalogna si considerava una nazione distinta dalla Castiglia non solo per le istituzioni giuridiche e amministrative ma anche per la lingua e la cultura. Nel 1640 il conte di Olivers convocò le Cortes per effettuare delle modificazioni, la Catalogna insorse e chiese l’aiuto della Francia, l’anno dopo venne proclamata la sua unione alla monarchia dei Borbone. In Portoghello nel 1640 un insurrezione portò alla proclamazione dell’indipendenza e pose sul trono Giovanni I, il duca di Braganza. La riconquista della Catalogna fu possibile per il mutamento della situazione internazionale e per i timori dell’aristocrazia catalana di fronte al radicalizzarsi della lotta sociale. L’indipendenza del Portogallo venne formalmente riconosciuta nel 1668. 77. L’Italia del Seicento: la popolazione e le attività economiche La prosperità di molte città dell’Italia settentrionale si era basata sulla produzione di articoli di lusso soprattutto di tessuti e sulla loro esportazione verso mercati lontani in Europa e nel Levante. Il declino fu grave nel settore laniero e la situazione dell’industria serica → a Venezia, Milano e Genova la produzione calò drasticamente, invece a Firenza aumentò. Crollo totale delle economie urbane ma ci fu il mantenimento di un alto livello artigianale nella fabbricazione di alcuni articoli di lusso come le carrozze aq Milano e i vetri di Murano. A Venezia ci fu la riclassificazioni delle spezie come mercanzie “di Ponente” e non più “di Levante”, come ha scritto l’economico Carlo Maria Cipolla (da paese sviluppato importatore di materie prime ed esportatore di manufatti e servizi d’Italia, era diventato così un paese sottosviluppato importatore di manufatti ed esportatore di materie prime). Cause di questo mutamento: Le manifatture di Milano, Venezia, Firenze e Genova furono vittime della concorrenza dei produttori dell’Europa nord-occidentale in cui i prodotto erano meno costosi e più richiesti dal mercato internazionale, come le new draperies inglesi. A Venezia l’istituzione di un pesante dazio sull’introduzione dell’olio determinò il declino della fabbricazione del sapone. Altra causa erano gli effetti devastanti della guerra dei 30 anni. Particolarmente colpite dalle epidemie furono le città di Milano, Verona, Bologna, Napoli e Genova. L’agricoltura resse molto meglio dell’industria e del commercio in quanto la diminuzione della richiesta del grano, causata dal calo demografico, favorì la diffusione di colture come la vite, il riso e il gelso. Dal Vento cominciò a propagarsi il mais. La proliferazione del gelsi era legata all’allevamento del baco da seta. La gelsibachicoltura stimolò la lavorazione della preziosa materia prima → la trattura: il dipanamento della seta del bozzolo, e la torcitura del filo → questa attività si avvaleva di macchine, ossia i mulini da seta detti “alla bolognese” e mossi dalla forza idraulica. La seta grezza e la seta filata divennero la principale voce di esportazione degli stati del nord d’Italia. Anche la filitura e la tessitura del lino e della canapa, la produzione di tessuti di lana o di cotone e la fabbricazione di attrezzi di ferro e chiodi fecero notevoli progressi. Ma a questi sviluppi rimase escluso il Mezzogiorno. 78. La vita sociale e la cultura dinastia Q'ing destinata a regnare fino al 1911. I manciù imposero la propria superiorità di popolo ma il loro numero era troppo scarso per mantenere una distinzione etnica,perciò fu mantenuta la burocrazia cinese che era presente in precedenza;inoltre fu ripristinata la tradizione confuciana con l'editto sacro promulgato nel 1669 dall'imperatore K'ang-tsi (1622-1722). 84. Il Giappone nell'era Tokugawa Lo stato giapponese si era formato nel VII secolo sul modello di quello cinese,ma a differenza della Cina,l'autorità dei funzionari regi venne poco a poco eclissata da quella dei grandi signori feudali → daimyo che potevano contare su una classe di guerrieri professionisti → samurai o bushi. Accanto all'imperatore (Mikado) troviamo la figura del "generalissimo"(shogun) esponente di una delle maggiori casate feudali. Una guerra intestina portò al potere Tokugawa Ieyasu che inaugurò "l'era Tokugawa (dal nome della capitale Tokyo)" fino al 1867. Essa fu caratterizzata dalla presenza di strutture feudali e da un forte accentramento statale;altro carattere di questo periodo fu la chiusura delle frontiere verso l'esterno. Venne proibito ai giapponesi di recarsi all'estero e il commercio con paesi europei:questo isolamento però non impedì al paese nipponico di svilupparsi. Nelle campagne giapponesi erano presenti fiorenti colture di cotone,canapa,canna da zucchero,piante oleaginose, ortaggi e il tè. Perciò nel Giappone dell'era Tokugawa andava maturando il passaggio dal sistema feudale a quello capitalistico. 85. L'impero Moghul in India Il subcontinente indiano era un grande territorio popoloso e un crogiolo di lingue,razze e religioni diverse. A partire dall'VIII secolo si diffuse l'islamismo,ma tra il Quattro-Cinquecento il panorama religioso del subcontinente fu pervaso dal movimento sikh e dalla comparsa del cristianesimo portato da mercanti e missionari. Il precario equilibrio pacifico tra i popoli fu interrotto da un capo militare afghano, Babur (1486-1530) discendente di Tamerlano che tra il 1526 e il 1530 gettò le fondamenta dell'impero moghul. Il suo maggiore artefice però fu Akbar il Grande (1556-1605) che sottomise un inquadramento statale relativamente saldo favorendo l'integrazione di musulmani e indù,abolendo la tradizione imposta islamica agli infedeli. Notevole fu lo sviluppo manifatturiero,stimolato dallo sforzo della classe dirigente e in misura crescente anche dalla domanda europea. Il periodo di massimo splendore con il regno di Aurangzeh il quale unificò tutto il subcontinente indiano,ma dopo la sua morte l'impero cominciò a sfasciarsi. Nel 1736 la stessa Delhi fu presa e saccheggiata dal monarca persiano Nadir Shah e inglesi e francesi si facevano largo per i loro interessi commerciali. 86. La Persia e l'impero Ottomano A dividere la Persia era non solo la lunga frontiera montuosa ma anche la contrapposizione tra Islamismo sciita e sunnita. Lo scià Abbas il Grande ottenne importanti successi militari contro i Turchi riconquistando il Daghestan, la Georgia e l'Azerbaigian. Gran parte della popolazione, nonostante l'economia persiana era incoraggiata dai commerci manifatturieri,rimase nomade- pastorale e nel territorio si susseguì un lungo periodo di lotte interne. Proprio la preoccupazione delle fronte orientale costrinse l'impero ottomano a concludere la guerra contro gli austro-ungarici in Ungheria. La direzione del governo era affidata nelle mani di un Gran Visir (una specie di primo ministro) nominati dai membri reali della famiglia regnante (i Koprulu). Sul piano militare, la superiorità acquisita dagli occidentali fu una delle chiavi che spiegano le sconfitte subite dagli eserciti ottomani nei territori dell'Europa orientale. 87. Asia ed Europa Si può affermare con sicurezza che l'Asia diede molto di più all'Europa di quanto ricevette (nessun paese asiatico richiedeva merci europee di saldare in monete d'argento il divario tra importazioni ed esportazioni). Molto più limitata fu l'influenza dell'Occidente sull'Oriente:il Portogallo fu uno dei principali protagonisti della penetrazione economica in Asia. Nel continente non si può trascurare anche l'attività missionaria di alcuni ordini religiosi (come i gesuiti) che cercarono di diffondere il verbo cristiano e scontrandosi con realtà forti già presenti da secoli come l'islamismo,l'induismo e il confucianesimo. Non solo i portoghesi ma anche olandesi e francesi si dividevano diversi possedimenti (zone costiere e isole del Pacifico);via terra invece la Russia allargò a dismisura la sua già spaventosa immensità di territori,oltrepassando la Siberia e arrivando al fiume Amur, ricacciati poi indietro dai cinesi nel 1689. 88. Luigi XIV: "il mestiere di re" Luigi XIV,figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria aveva appena 5 anni quando ereditò la corona nel 1643; ne aveva 23 quando alla morte del cardinal Mazzarino assunse il potere. Egli preferì servirsi di ministri di nascita modesta,più docili ai suoi voleri;la direzione delle finanze fu presa da un mercante, Jean-Baptiste Colbert,che insieme al titolo di controllore delle finanze,assommerà quello di "superministro"dell'economia e degli affari interni. Il paese era suddiviso in generalitès, preposti a intendenti, a loro autonomia si estendeva nei settori più svariati:dalla giustizia alla fiscalità,dalle forniture militari ai lavori pubblici. Diverse le funzioni anche degli officièrs, cioè i detentori di uffici venali,ereditati o acquistati per denaro. Essenziale dunque era assicurarsi la fedeltà degli officièrs per il funzionamento del sistema anche perché il concetto di stato che il sovrano francese aveva in mente era "lo Stato sono io”. 89. La corte e il Paese sotto Luigi XIV A partire dagli anni Ottanta,Luigi XIV trasferì la sua corte nella splendida reggia di Versailles;lì vi regnava insieme alla sua famiglia e ad un esercito di persone intorno alla figura del re,costrette a sottostare a rigide regole. Fuori dal cerchio di Versailles si estendeva la Francia con più di venti milioni di abitanti. Oltre l'80% viveva di agricoltura → la coltura più importante era la vite,ma la scarsa produttività gravitava intorno alla struttura della proprietà terriera → estesi infatti erano i terreni di possesso nobiliare,borghese e ecclesiale. Insomma il feudalesimo era ancora forte e presente,perciò la rendita del contadino era scarsa anche perché era bissato di tasse e imposte da pagare (champart, corvées) non solo per l'agricoltura ma pure per la pesca e la caccia. 90. La direzione dell'economia di Colbert Assumendo il controllo delle finanze, Colbert si propose due obiettivi essenziali: rimediare al grave dissesto dei conti pubblici rilanciare l'economia francese. Una delle prime e più clamorose iniziative del regno di Luigi XIV fu la creazione di una Camera di giustizia straordinaria per indagare sugli arricchimenti illeciti di finanzieri,appaltatori e ricevitori di imposte;si diminuì così il debito pubblico. La visione mercantilista di Colbert prevedeva un risanamento finanziario per fornire interventi economici nelle campagne militari; si sfruttò quindi il lavoro manifatturiero per l'esportazione e sul commercio con l'estero per arricchire il paese. Per raggiungere questi traguardi, Colbert si pose questa strategia: controllo sulle qualità dei prodotti mediante l'introduzione di minuziosi regolamenti,ispezioni e marchi di fabbrica; • concessioni di sovvenzioni e privilegi agli imprenditori disposti a introdurre nuovi rami d'industria e creazioni d'imprese con capitale pubblico; • protezionismo doganale,cioè imposizione di dazi molto alti sui manufatti stranieri in modo da scoraggiare le importazioni; • costituzione di compagnie privilegiate per il commercio con le varie aree del globo (Compagnia delle indie occidentali e orientali, Compagnia del levante); • sviluppo marina mercantile e da guerra e potenziamento delle infrastrutture atte ad agevolare circolazioni di uomini e merci (strade,canali); • L'attività colbertiana non registrò un iniziale successo ma avrebbe a distanza di poco tempo avuto uno sviluppo favorevole sotto il regno di Luigi XV. 91. La direzione delle coscienze sotto il regno di Luigi XIV Il regno di Luigi XIV fu caratterizzato dallo sforzo di dettare regole valide per tutti nei gusti e nelle idee. In questo settore Luigi XIV si trovò ad affrontare 3 ordini di problemi: • la diffusione della corrente giansenista, • i contrasti con Roma • la questione ugonotta-calvinista. Roccaforte del movimento giansenista a Parigi era il monastero di Port-Royal (luogo dove si erano ritirati famosi intellettuali quali Blaise Pascal). La condanna definitiva fu pronunciata dalla santa sede con la bolla Unigenitus nel 1711 ma il giansenismo continuò a vivere e a diffondersi tra i ceti medio-bassi. Questione più grave riguardava la minoranza calvinista presente nel paese;le clausole dell'editto di Nantes cominciarono ad essere interpretate in modo restrittivo finchè nel 1685 venne emanato l'editto di Fontainebleu che annullava l'editto precedente (di Nantes) e faceva obbligo a tutti i francesi di riconoscere pienamente il culto cattolico. Oltre 200'000 furono gli ugonotti che si diedero all'esilio andando ad arricchire le capitali di paesi come la Prussia,Olanda,Inghilterra. Nella nazione francese il calvinismo sopravvisse clandestinamente. 92. La gloria militare: le guerre di Luigi XIV Nel pensiero di Luigi XIV c'era la coesione interna necessaria per l'attuazione di un disegno egemonico su larga scala reso possibile con la diplomazia e la guerra. Ingenti furono le spese per assicurasi l'alleanza dei principati tedeschi,degli stati baltici e del sovrano inglese Carlo II. L'esercito fu riorganizzato e i soldati regi furono messi alla prova in occasione della "guerra di devoluzione"contro la Spagna(così chiamata perchè basata sulla rivendicazione al trono del sovrano francese in nome di sua moglie,figlia del re Filippo IV. Le truppe francesi occuparono la parte sud dei Paesi Bassi (1667) ma ricevettero pressioni olandesi e inglesi per fermare l'avanzata militare: pace di Acquisgrana (1668) alla Francia riconosciuti i territori occupati nelle Fiandre. Quattro anni dopo Francia e Inghilterra insieme alla Svezia dichiararono guerra alle Province Unite;l'entrata in guerra di Spagna e Impero costrinsero la Francia alla pace di Nimega (1678), ma il sovrano non si diede per vinto e riprese la sua espansione ai danni di Strasburgo e Casale nel Monferrato italiano. Nel luglio 1686 venne stipulata una lega difensiva tra Spagna,Impero,Olanda e Svezia contro gli stessi francesi;nel corso dell'anno vi aderirono anche gli inglesi e il duca di Savoia Vittorio Amedeo II. Dopo iniziali successi gli eserciti francesi furono respinti nei Paesi Bassi e si firmò la pace di Ryswick nell'autunno 1697. 93. Il tramonto di Re Sole Le vicende militari a sfavore e una crescente opposizione nei confronti del Re Sole (sommosse popolari,contestazioni operaie e rivendicazioni nobiliari e aristocratiche) lo accompagnarono nei suoi ultimi anni di vita fino alla morte nel 1715. Il successore era un bambino, Luigi d'Angiò, secondo figlio del duca di Borgogna:per la nazione francese si prospettava perciò un'altra reggenza,la terza in poco più di un secolo. 94. La gloriosa rivoluzione e l'ascesa della potenza inglese In Inghilterra la monarchia Stuart era stata restaurata nel 1660 sulla base di un compromesso col parlamento. Nel 1673 quest'ultimo votò un test act che subordinava l'assunzione di cariche civili- militari a una professione di fede anglicana. Si crearono due schieramenti politici: 1. tories: fautori della monarchia di diritto divino 2. whigs: sostenitori del Parlamento. Salito al trono Giacomo II, si adoperò subito per il rafforzamento dell'esercito;le disposizioni del Test act vennero annullate nel 1687 da una dichiarazione d'indulgenza;nel frattempo nasce a Giacomo un figlio maschio dando così corpo ad un radicamento della dinastia cattolica. In questa situazione i maggiori esponenti whig e tory si accordarono per una rivolgere un appello allo Statolder olandese Guglielmo III che aveva sposato una figlia di Giacomo II, Maria Stuart. Il sovrano olandese organizzò una spedizione e il 15/11/1688 sbarcò a Torbay mentre il sovrano inglese vistosi isolato fuggì in Francia. La corona fu offerta a Guglielmo e Maria che s'impegnarono a osservare una Dichiarazione dei diritti da esso votata (1689).Seguì l'Atto di Tolleranza e poi il Triennal Act del 1694 che imponeva l'elezione di un Parlamento almeno ogni 3 anni insieme all'Acto of Settlement del 1701 chi fissava l'ordine di successione sul trono in modo da escluderne i cattolici. Molti filosofi e uomini politici operano in questo periodo (come J.Locke,T.Hobbes). Nel 1694 fu fondata la Banca d'Inghilterra,abilitata a emettere buoni che circolarono ben presto come carta moneta;l'amministrazione delle finanze,della flotta e dell'esercito richiese a sua volta la 100. L'evoluzione dell'agricoltura grazie alle importazioni dall'America Ancor prima della patata furono il mais o il granturco cereale degli alti rendimenti adottato in tutta l'Europa meridionale e il grano saraceno,a integrare l'alimentazione delle classi popolari a consentire il balzo della popolazione;rispetto ai secoli precedenti si allargano nel Settecento,le aree in cui pratica un'agricoltura più intensiva e produttiva (come la zona settentrionale dell'Italia). La fitta rete di fiumi,di canali,di rogge permette qui di disporre della quantità d'acqua necessarie per la coltivazione del riso e delle piante foraggere. Anche il fenomeno delle "recinzioni" → enclosures iniziato nell'Inghilterra dei Tudor e proseguito tutto il XVII secolo,conobbe il momento di maggiore intensità tra la metà del 700 e il 1815,grazie soprattutto ad uno speciale decreto di recinzione (enclosure act). Con ciò la piccola proprietà non scomparve subito ma i minori proprietari ne trassero maggior beneficio; fu questo il più rilevante contributo della rivoluzione agricola alla Rivoluzione Industriale,anche se non sono da trascurare la produzione di materie prime e l'aumento della domanda di manufatti. 101. Prezzi e salari, moneta, trasporti L'incremento della popolazione si risolse in molte aree in un processo di impoverimento e di proletarizzazione di vasti sociali;l'inglese Robert Malthus aveva ragione lanciando un grido d'allarme per una crescita demografica destinata a sopravanzare le risorse disponibili. Un altro fattore d'inflazione fu rappresentato dall'aumento della massa di metalli preziosi (argento e oro) in circolazione provenienti da Messico e Brasile. La diffusione dell'economia monetaria e la maggiore disponibilità di capitali sono attestate dalla discesa dei saggi d'interesse,anche se in questi anni era molto fluente la circolazione di denaro. Infine gli spostamenti e le comunicazioni divennero dovunque molto più rapidi grazie all'istituzione dei regolari servizi di posta che permettevano il cambio dei cavalli ogni stazione. 102. Il boom del commercio atlantico nel '700 Oramai il protagonista del commercio era decisamente l'Oceano Atlantico (che dava il contributo più importante con le colonie inglesi,francesi,spagnole e portoghesi) anche se nel 700 il Mar Mediterraneo conobbe una notevole ripresa che fece la fortuna di porti come Marsiglia,Livorno e Trieste. Nel nuovo continente a settentrione inglesi e francesi colonizzavano le coste insediandosi o immigrando;al centro erano due i padroni:spagnoli e portoghesi. I primi si estendevano dalla California e dal Texas fino alla cordigliera delle Ande;invece verso il Sud-America la presenza portoghese gravitò a lungo soprattutto in paesi promettenti come il Brasile dove l'impiego di manodopera africana era fluente. 103. Le origini della Rivoluzione industriale La Rivoluzione industriale è un complesso di trasformazioni nel modo di produrre che determinò un profondo e irreversibile mutamento nei consumi,nel modo di vita e nei rapporti sociali;di tali trasformazioni fanno la parte le macchine azionata da energia inanimata (la forza idraulica,il vapore), la concentrazione del lavoro nelle fabbriche. Termine "industria" che indicava un senso di operosità e ingegno pratico; termine "manifattura" indicava invece un insieme di produzione di filati,tessuti o altri oggetti che aveva luogo nelle case dei lavoranti e ricevevano la materia prima da mercanti imprenditori. Solo in Inghilterra questo settore insieme a quello del commercio verso l'estero e all'agricoltura era talmente unito da poter permettere un guadagno e una ricchezza che in Europa non era eguagliata. 104. Dall'età cotone all'età del ferro Nei primi decenni del Settecento,la manifattura di gran lunga più importante in Inghilterra rimaneva quella della lana,grazie all'allevamento ovino; era questa la più importante perché il cotone era stato vietato nel 1721 che poi venne abrogato nel 1774. A partire dagli anni ottanta si ebbe un decollo dell'economia inglese di cotonato e nei primi decenni dell'Ottocento la loro esportazione superò quella della lana. Le esigenze del settore tessile concorsero a determinare passi decisivi in altri campi:sviluppo della chimica,lavorazione del carbone fossile,l'impiego del coke fu sperimentato con successo ma stentò a diffondersi per varie cause tra cui la difficoltà a mantenere temperature elevate. Da paese importatore l'Inghilterra in questo periodo si era dunque trasformata in paese esportatore di ferro;non solo,ma venne largamente impiegata l'energia idraulica finchè l'invenzione di James Watt portò il brevetto di una macchina a vapore munita di un condensatore del vapore separato dal cilindro. La forza del vapore era oramai pronta per essere utilizzata nell'industria tessile e (più tardi) nella rivoluzione dei trasporti rappresentata dalla ferrovia e dal piroscafo. 105. Le ripercussioni sociali dell'industrializzazione In primo luogo si registra una grande affluenza nelle città,per via della nascita di industrie o dell'ingrandimento di centri urbani;questo flusso di persone si registrò poiché c'era esigenza di lavoro e di stabilità economica;gli imprenditori infatti non reclutavano solo uomini nelle fabbriche,ma anche donne e bambini (il più delle volte provenienti dagli orfanotrofi). Le ore di lavoro erano 13-14 al giorno per sei giorni settimanali e i ritmi imposti dai sorveglianti non ammettevano pause e distrazioni. Il proletariato inglese però reagì creando organizzazioni sindacali(trade unions)e non mancarono sollevazioni e sommosse che comunque non portarono risultati positivi. Il lato positivo della rivoluzione industriale è che la figura degli imprenditori,spesso uomini di modeste origini,erano saliti a grandi ricchezze grazie al fiuto per gli affari e per le capacità organizzative. 106. La civiltà dei lumi: Fede e Ragione La definizione d'Illuminismo più convincente è quella del filosofo I.Kant: "L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso". Il philosophe è uno spregiudicato indagatore del vero,in qualunque campo del sapere;l'unica verità per lui è quella che deriva da un'osservazione diretta dei fatti o da testimonianze superiori a ogni dubbio,da vagliare,gli uni e le altre,al "lume" della ragione. In quest'epoca si distinguono scrittori come Spinoza,Bayle,Locke (che si sforzò di conciliare fede e ragione,rendendo quest'ultima arbitra dei problemi morali). Anche personaggi come Voltaire ("Candido" 1759), Diderot insieme a d'Alembert autori dell'Enciclopedia e lo scienziato Lamarck (anticipatore della teoria evoluzionistica). 107. L'uomo e la natura Alcuni filosofi si spinsero fino ad un materialismo integrale,cioè alla riduzione di tutto ciò che esiste, compreso l'uomo e le sue facoltà mentali,a pura materia. Altri ancora come lo scozzese D. Hume svilupparono l'empirismo lockiano in una direzione diversa, che portava alla negazione del concetto di sostanza. La figura dominante però del panorama scientifico europeo è senza dubbio l'inglese Isaac Newton (1642- 1727) che impose un metodo scientifico basato sul rifiuto delle ipotesi astratte e sulla sintesi tra indagine sperimentale e procedimento matematico. L'autorità newtoniana rimase indiscussa per tutto il diciottesimo secolo; fecero passi avanti botanica e zoologia,come anche la chimica rinforzata dagli studi di Lavoisier (scopritore dell'ossigeno e della composizione dell'acqua). Vennero studiati i fenomeni elettrici da B.Franklin e dagli italiani Galvani e Volta. 108. La pubblica felicità In campo filosofico i vari orientamenti possono essere racchiusi in 3 nomi: Montesquieu,Voltaire e Rousseau. Il primo affermava che le leggi sono i rapporti necessari che derivano dalla natura delle cose;a lui premeva fornire i meccanismi e i princìpi che regolano i vari ordinamenti politici: dispotismo (paura), monarchia (senso d'onore), democrazia (virtù dei cittadini). Ciascuno delle tre forme si adatta meglio ad un determinato clima e territorio;tuttavia traspare che Montesquieu ammira il modello politico inglese basato sulle libertà individuali,divisione dei poteri (giudiziario, esecutivo, legislativo). Roussea invece è un convinto democratico; secondo il ginevrino,il passaggio dell'uomo dallo stato di natura allo stato sociale,aveva dato inizio ad un processo di degenerazione morale i cui sintomi erano le enormi disuguaglianze sociali,corruzione,raffinatezza delle arti e tecniche. Per uscire da questa situazione l'unica via è quella di una rifondazione della società,di un patto che trasformasse i sudditi in cittadini,gli schiavi in uomini liberi attraverso la cessione totale di tutti i propri diritti. L'unione delle volontà non limita la libertà dell'individuo,anzi la potenzia proteggendo la persona e i beni individuali. Lo stesso anno del Contratto sociale (1762), il filosofo pubblicò l'"Emilio" in cui si mostra come attraverso l'educazione sia possibile forgiare l'uomo nuovo. Nei paesi di lingua tedesca rimase viva la corrente del Giusnaturalismo che sosteneva l'esistenza di un diritto naturale comune a tutti gli uomini e anteriore al costituirsi delle società politiche. Di risonanza mondiale anche il trattato di C.Beccaria "Dei delitti e delle pene" in cui denunciava il carattere irrazionale e inumano delle procedure giudiziarie in uso. 109. Una nuova scienza nel 1700: l'economia Nella seconda metà del settecento soprattutto in Francia e Inghilterra si ebbe una nuova concezione della vita economica. Si diffuse la "fisiocrazia" → convinzione che l'agricoltura sia produttrice di ricchezza e che il surplus derivato dall'attività agricola costituisce la rendita verso i proprietari terrieri. Su queste premesse Quesnay elaborò il "Tableu Economique" di circolazione di ricchezze tra le classi economiche:"proprietaria","produttiva" e "sterile" (commercianti e artigiani). Invece in Inghilterra con il contributo di Adam Smith si diffuse il liberismo che introdusse la divisione del lavoro,riducendo il tempo totale dedicato alla manifattura giacchè per Smith la misura fondamentale del valore del prodotto è la quantità di lavoro in esso corporato. Nel prezzo entrano anche insieme al salario dei lavoratori,la remunerazione di capitali investito dagli imprenditori e la rendita dovuta ai proprietari del suolo. Le 3 classi di Smith non coincidono con quelle di Quesnay,ma in comune con i fisiocratici Smith ha la fede nell'esistenza di un ordine naturale benefico. 110. La circolazione delle idee nell'età dei lumi Due fenomeni dell'età dei lumi furono la circolazione delle idee e delle conoscenze in strati sociali molto più ampi che non per il passato e la formazione di un'opinione pubblica permeata dalla fede nella ragione e nel progresso. L'opinione delle persone colte e illuminate si forma attraverso la lettura di libri e giornali,la conversazione,gli scambi e le manifestazioni di socialità di cui il Settecento è colmo. Grande fortuna ebbero le opere di divulgazione,tra le quali si può far rientrare la celebre Enciclopedia;non solo ma anche i luoghi di aggregazione come salotti, accademie, logge massoniche (la Grande Loggia di Londra). 111. La Francia dalla reggenza al ministero Fleury Alla morte del Re Sole il pronipote Luigi XV aveva appena cinque anni e il parlamento francese proclamò reggente unico un nipote del defunto monarca,Filippo d'Orleans. Il periodo della reggenza fu contrassegnato da una relativa libertà di opinione e di critica,come dimostrano le "Lettere persane" di Montesquieu pubblicate nel 1721. Il problema più assillante per Filippo d'Orleans era quello finanziario;il debito pubblico aveva raggiunto cifre altissime;il reggente J.Law presentò una serie di arditi progetti di risanamento finanziario:aumento della massa dei mezzi di pagamento con l'emissione di carta moneta. Creò una banca che ottenne il diritto di emettere banconote e una Compagnia di commercio che assorbì tutte le compagnie privilegiate;denominò nel 1719 la Compagnia delle Indie. Ma tutto questo apparato crollò quando ci si accorse che essa on distribuiva i guadagni sperati; Law fu costretto a fuggire all'estero. Alla morte di Filippo d'Orleans il suo posto fu preso da un duca di Borbone per pochi anni fino a che Luigi XV ormai maggiorenne accordò la sua fiducia a A.H. Fleury. Il suo governò fermo e prudente assicurò un lungo periodo di pace interrotto solo da una vittoriosa campagna contro l'Austria nella guerra di Successione polacca che fruttò l'annessione della Lorena. Tuttavia verso gli anni 30' del '700 quando fu diffusa la Bolla Unigenitus si profilò un periodo di contrasti religiosi che avrebbero peggiorato il regno di Luigi XV. 112. La Gran Bretagna nell'età di Walpole Alla morte della regina Anna salì al trono l'elettore di Hannover Giorgio I;egli e il suo successore Giorgio II si interessavano tuttavia alle faccende del loro paese d'origine che alla politica inglese. Prese così forma un governo di gabinetto e l'estendersi della corruzione sotto gli Hannover,delle differenze ideologiche fra i partiti whig e tory in lotta per il potere. Tra il 1721 e il 1742 il ruolo di primo ministro fu ricoperto da R.Walpole,che mantenne buone relazioni con i francesi e si adoperò l'Ungheria,meno toccati dalle iniziative. A ciò si aggiunse l'enorme costo finanziario della guerra che Giuseppe II volle intraprendere nel 1787 a fianco dei russi contro il nemico turco. Paesi Bassi e Belgio approfittarono di questo momento di distrazione per insorgere e proclamarsi indipendenti nel 1787 e 1789; perfino l'Ungheria era sull'orlo di una rivolta quando morì Giuseppe II nel 1790. Gli succedette Pietro Leopoldo,granduca di Toscana,che fu costretto a elargire concezioni e privilegi ai nobili per salvare la situazione,e dopo la sua scomparsa prematura toccò a Francesco II che col suo operato chiuderà per sempre con il periodo di riforme in Austria inaugurato da Maria Teresa. Non si può però non citare Vienna,divenuta grande capitale,sede di una raffinata civiltà: intellettuale,musicale,artistica e crogiolo di diverse nazionalità. 117. La Russia di Caterina II L'eredità di Pietro il Grande era stata ben raccolta dalla figlia Elisabetta che ne proseguì gli indirizzi di modernizzazione culturale del Paese,di rafforzamento militare e di una più incisiva presenza in politica estera. Il successore Pietro III venne deposto nel 1762 in seguito a un colpo di stato organizzato dalla giovane moglie Caterina II; il suo lungo regno aprì le porte alla Russia all'influenza europea (e in particolare francese) dei philosophes illuminati. La prima mossa fu la riformazione della Chiesa Ortodossa;nel 1764 furono confiscate tutte le proprietà ecclesiastiche,le cui rendite servirono a risanare le finanze. La più clamorosa iniziativa della zarina fu la convocazione di una commissione legislativa composta da rappresentanti nobili,dei cittadini,dei contadini e anche delle nazionalità non russe. All'interno di essa insorsero aspre dispute e alla fine del 1768 Caterina la sciolse,col pretesto della guerra scoppiata contro l'impero ottomano. Il timore dell'anarchia indusse la sovrana ad abbandonare qualsiasi velleità d'intervento a favore delle masse rurali dei contadini:le loro condizioni peggiorarono anzi. Considerevoli furono i successi ottenuti in politica estera. La campagna contro l'impero ottomano fu contrassegnata dalla spettacolare azione di una squadra navale russa che circumnavigò l'Europa e a Chio distrusse la flotta ottomana. Il conflitto si risolse nel 1774 con condizioni vantaggiose per i russi che ottennero l'accesso al Mar Nero e un passaggio libero per il canale del Bosforo. La Russia annettè anche la Bielorussia e la metà orientale della Polonia;infine s'aggiunse anche la Crimea nel 1783. Anche per effetto di queste annessioni la popolazione soggetta a Caterina era cresciuta da 23 a circa 38 milioni di abitanti,diventando perciò il paese più popoloso d'Europa. 118. Le spartizioni della Polonia e le riforme in Scandinavia In Polonia lo sconvolgimento della "grande guerra del nord" aveva determinato un ulteriore regresso economico e demografico;il ricorso del "liberum veto" da parte dei nobili,rendeva inconcludenti tutte le riunioni del Parlamento e vanificava ogni tentativo in senso assolutistico. Alla morte di Augusto III di Sassonia,la Russia appoggiò l'elezione di Stanislao Poniatowski. Egli propose un programma di riforme che prevedeva la soppressione del "liberum veto"; ciò provocò l'intervento amato di Caterina II,cui si contrappose una schiera di nobili ostili all'influenza russa e alle riforme. Al termine di questo periodo di lotte,le grandi potenze confinanti si accordarono per smembrarla a proprio vantaggio;la Russia annettè la Bielorussia,l'Austria s'impadronì della Galizia e della Lodomiria e la Prussia ottenne la parte occidentale che le mancava per saldare i propri confini. pur indebolito,Stanislao continuò nella sua politica riformatrice;il Parlamento si lasciò convincere ad approvare una Costituzione che trasformava la monarchia Polacca da elettiva ad ereditaria e sopprimeva il liberum veto. Nuovamente le truppe zariste invasero i territori polacchi che furono dimezzati da una "seconda spartizione" a vantaggio di Russia e Prussia. Ciò che restava della Polonia sparì con la "terza spartizione" del 1795. L'esperienza illuminata dell'assolutismo questa volta aveva fallito comportando la cancellazione di uno stato dalla cartina geo-politica europea. Nella storia svedese che seguì la morte senza eredi di Carlo XII è noto come "era della libertà";il successore Federico I d'Assia-Cassel dovette impegnarsi a rispettare una Costituzione che attribuiva alla Dieta,composta dai quattro ceti (nobiliare, clericale, borghese, contadina). Le campagne militari contro la Russia e Prussia non portarono ad alcun vantaggio territoriale ma tuttavia non compromisero l'assetto interno del Paese e anzi possiamo dire che il progresso economico-civile del paese fu talmente importante che l'analfabetismo si poteva considerare scomparso. Nel 1772 Gustavo III attuò un colpo di stato che portò all'abnegazione del testo costituzionale e alla restaurazione dell'assolutismo monarchico. Il suo governo si distinse per una serie di mosse riformatrici in campo amministrativo e giudiziario che giunsero a togliere una serie di privilegi nobiliari. In Danimarca invece l'assolutismo era divenuto una legge fondamentale dello Stato a partire dal 1665. Qui Cristiano VII abolì la servitù, trasformò i coloni dipendenti in proprietari terrieri autonomi, grazie ad un programma che mirava ad un riscatto dei poderi;da ciò ne ricevettero impulso l'agricoltura e l'allevamento, facendo della Danimarca uno dei paesi più all'avanguardia in Europa. 119. La crisi del papato e i regni iberici nel 1700 A differenza delle confessioni protestanti,il cattolicesimo si presentava come una struttura sovranazionale sottoposta all'autorità assoluta del pontefice romano e della sua curia,a cui non solo dovevano obbedienza,ma anche i laici rientravano in questo progetto spirituale. Fu il clero regolare a divenire bersaglio degli attacchi sempre più violenti delle menti illuministe:sia perché soggetti direttamente a Roma e non a vescovi o arcivescovi locali sia perché lo si accusava di condurre una vita oziosa e parassitaria. Grande scalpore suscitò nel 1763 le tesi pubblicate dal vescovo di Treviri, Nikolaus Von Hantheim, che riconoscevano al papa romano solo un primato onorifico all'interno della Chiesa. I pontefici Clemente XII e Benedetto XIV parvero disponibili ad un compromesso con le nuove correnti politico-culturali ed espressione di questa tendenza conciliativa furono i concordati stipulati dalla santa sede con il Regno di Sardegna (1727,1740) Regno di Napoli (1741) e Spagna (1737 e 1753) che disciplinavano materie come la tassazione del clero e il conferimento dei benefici e del diritto d'asilo. Il rigido pontificato di Clemente XIII fece peggiorare i rapporti tra Chiesa e potenze cattoliche; conseguenza,gli stati cattolici s'impegnarono a cacciare i gesuiti dai loro territori (Francia, Portogallo, Spagna, Regno di Napoli, Ducato di Parma). La pressione aumentò fino a che Clemente XV decretò (1769-1774) lo scioglimento della compagnia di Gesù. Spagna e Portogallo erano in prima fila nella lotta contro i gesuiti. In Portogallo, la situazione cambiò radicalmente sotto il regno di Giuseppe I per opera dell'onnipotente ministro Sebastiao Josè de Carvalho e Mello, dal 1770 marchese di Pombal,protagonista della ricostruzione di Lisbona. Egli riformò gli studi, rafforzò l'esercito, promosse lo sfruttamento delle colonie e cercò di dare impulso alle manifatture e al commercio con la creazione di compagnie privilegiate. In Spagna l'ascesa dei Borbone con Filippo V aveva segnato una svolta in senso assolutistico. I tentativi di riforma cominciati con Ferdinando VII, si fecero più concreti con Carlo III che aveva fatto il suo apprendistato come Re di Napoli e che si circondò di ministri illuminati. La popolazione spagnola passò nel XVIII da 8 milioni a 11 e mezzo e notevoli segnali di risveglio economico si manifestarono nella periferia del regno. Anche il settore agricolo crebbe grazie all'abolizione di tecniche arretrate;uno sviluppo anche più rapido conobbero le colonie ispano-americane,dove gli sforzi della madrepatria di combattere la volontà d'autonomia creola furono vani,per via di una nascente e coesa classe dirigente spagnola in quei posti. 120. Il quadro politico e intellettuale nella prima metà del secolo XVIII Le riforme in Piemonte: Fin dal 176-1707 i domini spagnoli in Italia (Stato di Milano,Regno di Napoli,Sicilia e Sardegna) erano passati grazie ai successi imperiali agli Asburgo austriaci che alla pace di Rastatt (1714), pace successiva alla guerra di Successione spagnola (1701-1714) dovettero cedere la Sicilia col titolo regio ai Savoia. La guerra di successione polacca portò alla temporanea occupazione di Milano da parte del Re di Sardegna Carlo Emanuele III che alla fine dovette accontentarsi dell'acquisto delle due province di Novara e Tortona. La monarchia austriaca perse il regno napoletano e la Sicilia conquistati nel 1734 da Carlo di Borbone,figlio del sovrano spagnolo Filippo V;in compenso Carlo VI d'Asburgo ebbe Parma e Piacenza,senza contare che poi Francesco Stefano di Lorena ottenne il Granducato di Toscana alla morte dell'ultimo rappresentante della famiglia Medici. La guerra di Successione austriaca (1740-1748) spostò a est il confine tra stato sabaudo e Lombardia austriaca;da quest'ultima vennero staccate Parma e Piacenza che tornarono a formare un ducato indipendente amministrato dai Borbone (precisamente Filippo di Borbone,fratello minore del re di Napoli). Insieme al declino della potenza spagnola,si registrò in Italia l'indebolimento della Chiesa;nella controversia tra papato e impero non pochi furono i letterati che prese le parti dell'impero. L'anticurialismo e l'anticlericalismo divenne il terreno privilegiato d'incontro tra monarchia austriaca e ceto intellettuale del Mezzogiorno (molti intellettuali dell'Italia meridionale: G.Vico,P. Mattia Doria). Tra Sei e Settecento segnarono una ripresa e un rafforzamento degli scambi culturali tra Italia ed Europa e una presa di coscienza di arretratezza nei confronti nazioni come Francia,Inghilterra e Olanda. L'espansione territoriale del Piemonte coincise con una serie di riforme approvate da Vittorio Amedeo II: la promozione di un nuovo catasto delle proprietà fondiarie che portò ad una migliore distribuzione delle imposte e una sensibile riduzione delle immunità di cui godevano i beni feudali ed ecclesiastici. Venne rilanciata e riformata l'Università di Torino e creato per la prima volta nella penisola,un sistema statale di scuole secondarie. Con il successore Carlo Emanuele III proseguì il rafforzamento delle tendenze assolutistiche e nel 1771 si giunse all'abolizione della feudalità e l'inizio di provvedimenti atti a limitare il potere baronale e a ridurre i privilegi ecclesiastici,combattere il brigantaggio e l'analfabetismo. 121. Illuminismo e riforme nella Lombardia Austriaca Dopo la pace di Aquisgrana del 1748,la monarchia austriaca rimaneva in possesso dello Stato di Milano e del ducato di Mantova uniti sotto uno stesso governo a formare la Lombardia austriaca. Una prima ondata di riforme investì lo stato milanese tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta;nel 1749 fu riordinata l'amministrazione e abolita la vendita delle cariche che dovevano essere conferite a requisiti solo di capacità e merito. Le finanze furono risanate con i dazi di una "Ferma generale", l'istituzione di un banco per la gestione del debito pubblico e il graduale rimborso dei creditori dello stato. Il risultato più importante fu il conseguimento del catasto presieduto dal celebre giurista Pompeo Neri (sotto il regno di Carlo VI);contributi ideologici e culturali vennero da P.Verri, da C. Beccaria (nonno del Manzoni)e dal poeta G.Parini. Sotto Giuseppe II, si giunse nel 1786 alla soppressione del Senato e all'istituzione di un moderno sistema giudiziario;furono rinnovate le scuole superiori di Milano e Pavia. L'economia della regione trasse vantaggio oltrechè dalle riforme finanziarie già notata dal miglioramento delle vie di comunicazione e dall'accesso privilegiato al mercato austriaco. 122. La Toscana dalla reggenza a Pietro Leopoldo Il nuovo Granduca di Toscana Francesco Stefano,marito di Maria Teresa e dal 1745 anche imperatore del Sacro Romano Impero,risiedeva a Vienna e si faceva rappresentare a Firenze da un Consiglio di Reggenza composto da funzionari lorenesi. Una linea di fermezza e rigidità venne seguita nei rapporti con il mondo ecclesiastico;l'emanazione nel 1743 di una nuova legge sulla stampa rivendicò allo Stato il controllo sulla censura e una legge sulle manimorte(che subordinava l'autorizzazione del governo l'acquisto di nuove terre da parte degli enti ecclesiastici,venne promulgata nel 1751. Gli ultimi anni della reggenza lorenese in Toscana furono contristati da una carestia pesante che Pompeo Neri provò a sconfiggere favorendo la libera circolazione delle derrate affinchè si incoraggiasse la produzione e il commercio del grano. Fu poi la volta di Pietro Leopoldo che nel 1767 propose con una legge la compravendita dei cereali all'interno dello Stato e l'esportazione di essi finchè i prezzi fossero tornati al livello abituale. Altre iniziative furono avviate dal sovrano austriaco,quali la bonifica della Valdichiana e della Maremma senese,la decisione di "allivellare" le terre appartenenti alla corona e alle manimorte (anche se l'operazione non andò in porto,poichè questi appezzamenti finirono in mano ai nobili) Il documento più celebre fu il codice penale che per la prima volta in Europa aboliva la pena di morte. Per quanto riguarda i rapporti tra Stato e Chiesa,i propositi più radicali poterono essere realizzati; Scipione de' Ricci proponeva la superiorità del concilio sul papato,l'indipendenza dei vescovi da Roma e il cambiamento della lingua dal latino al volgare.Se questo piano fosse stato attuato,si sarebbe verificato uno scisma da Roma ma alla fine un'assemblea di vescovi e sommosse popolari impedirono l'attuamento di questi cambiamenti. 123. La società italiana alla fine del Settecento Solo marginalmente furono toccati dal movimento delle riforme statali pontificio e le Repubbliche oligarchiche di Venezia,Genova e Lucca. Roma rimaneva una grande capitale,meta di un flusso continuo di visitatori provenienti da tutta l'Europa e sotto il pontificato di Pio VI si affermarono nuovi indirizzi di politica economica, con l'eliminazione di dazi interni e il tentativo di Kentucky (1792), Tennessee (1796) e Ohio (1802); per quanto il governo si sforzasse di regolare l'assegnazione delle terre,fu impossibile evitare scontri e tensioni fra Stati;naturalmente di fronte all'inarrestabile espansione degli Stati Uniti d'America verso ovest,furono gli indiani a pagarne le conseguenze,espulsi dal loro territorio d'origine e uccisi a migliaia. Il primo presidente degli Stati Uniti fu George Washington eletto nel 1789 e rieletto anche il quadriennio successivo;la fama di generale vittorioso e la semplicità dei suoi modi assicurarono al governo federale l'autorità necessaria per l'adozione di misure spesso impopolari. Per fronteggiare i debiti di guerra,furono fatti pagare gli interessi ai speculatori che avevano incetta dei relativi titoli,s'istituirono dazi e imposte gravanti sulla popolazione e infine si creò una Banca degli Stati Uniti nel 1791. A partire dal 1791 stesso cominciò politicamente a delinearsi una lotta al potere di nuovi partiti nascenti,come quello repubblicano (che ebbe il suo esponente più noto in Thomas Jefferson) contrapposto a quello federalista. Le elezioni presidenziali del 1796 furono vinte da un altro federalista (J.Adams) ma quattro anni dopo riuscirono a spuntarla i repubblicani guidati prima dallo stesso Jefferson e poi da J.Madison. Con il governo repubblicano,si ridussero lo spese per la burocrazia,la diplomazia e l'esericito rilanciando l'economia americana che all'inizio del diciannovesimo secolo era pronta ad affacciarsi sullo scenario europeo sempre in fermento. 129. Economia e società in Francia al tramonto della monarchia L'avvento di Luigi XVI sul trono francese (1774) coincise con l'inizio di un periodo di difficoltà e malessere per l'economia del paese.I punti deboli di questo sviluppo erano la scarsità della produzione di carbone,il ritardo nella meccanizzazione dell'industria tessile, la mancanza di un'organizzazione creditizia efficiente e moderna e soprattutto il carattere arretrato dell'agricoltura;le terre della nazione erano del 10% per il clero,il 20% alla nobiltà,il 30-40% alla borghesia e il rimanente 30-40% ai contadini. La percentuale del suolo posseduta dai coltivatori diretti era più elevata in Francia che in Inghilterra,ma il suo frazionamento era tale che alla fine dell' "ancièn regime" solo una piccola minoranza poteva vivere del proprio ricavato agricolo. L'aumento dei prezzi agricoli non fece altro che aggravare le masse lavoratrici. Accanto alle cause oggettive di disagio economico,vi erano anche reazioni soggettive che minacciavano l'equilibrio sociale della nazione: • tendenza di molti signori e dei loro agenti a ripristinare i diritti feudali, • l'aumento delle imposte dopo il 1780, • la parziale attuazione di misure invocate dalla dottrina fisiocratica, • l'abolizione degli usi collettivi e l'accorpamento degli appezzamenti in grandi aziende. A questo tradizionalismo delle masse si mescolano echi confusi e distorti delle ideologie illuministe quali l'eguaglianza de diritti o la sovranità popolare anche se nella Francia di questo periodo non c'era un distacco accentuato tra borghesia e nobiltà. Più che divisione sociale,il paese era attraversato da molteplici linee di tensione che la crisi politica era destinata ad aggravare e a far esplodere. 130. La crisi finanziaria e politica della monarchia Tra il 1754 e il 1789 si succedettero in Francia ben 19 direttori delle finanze,a causa dei fallimenti derivati dai provvedimenti presi da questi politici. L'economia francese era in crisi per via dell'insufficienza delle entrate statali riguardo al carico delle spese pubbliche e l'unica via verso un risanamento finanziario era costringere o convincere i ceti privilegiati a contribuire in proporzione alle loro ricchezze. Due furono le strategie messe in atto per uscire dalla crisi: • la prima tentata da Turgot → consisteva nello spostare il peso maggiore delle imposte sulla proprietà terriera e nel puntare su un incremento delle entrate che sarebbe stato il naturale effetto dello sviluppo economico. • La seconda che mirava a una riduzione delle spese e degli sprechi,fu la via imboccata da J.Necker (banchiere di Ginevra)che venne posto al timone delle finanze francesi nell'ottobre 1776. Egli abolì molti uffici,ridusse le spese della corte,unificò varie casse,riformò e rese più redditizia l'amministrazione del demanio regio;evitò inoltre di inasprire le tasse e ricorse al credito caricando i bilanci futuri di nuovi aggravi per il pagamento degli interessi. Dopo il suo licenziamento e anni di immobilismo,il nuovo controllore generale Charles-Alexandre de Calonne, decise nel 1786 di porre il sovrano di fronte alla realtà:il deficit superava i 100 milioni e metà del bilancio era usato come pagamento per il sanamento del debito pubblico. L'unica soluzione era adottare riforme radicali,che prevedevano un'imposta fondiaria detta "sovvenzione territoriale", proporzionale alla rendita,pagabile in natura e gravante senza eccezioni su tutti i proprietari terrieri,nobili ed ecclesiastici compresi;prevedeva anche la liberalizzazione commerciale e l'eliminazione di dogane interne. Nel 1787 venne convocata a Versailles un'assemblea di notabili che si opposero al programma di riforme proposte da de Calonne. Il re dunque decise di sostituire de Calonne con l'arcivescovo di Tolosa de Brienne che mantenne la sovvenzione territoriale ideata dal precedente ministro,ma non evitò che l'assemblea si sciogliesse nel maggio dello stesso anno. Sciolta l'assemblea,fu il Parlamento parigino a prendere la guida dell'opposizione rifiutando le proposte dell'arcivescovo e nell'opinione pubblica oramai era costante il riferimento agli Stati Generali come all'unica istanza che poteva discutere riguardo al futuro economico del paese. Così il responsabile delle finanze convocò gli Stati Generali per il primo di maggio dell'anno successivo e poi si dimise,costringendo Luigi XVI a richiamare Necker. Il 25 settembre il Parlamento della capitale francese dichiarò le modalità che dovevano essere rispettate dall'assemblea come l'ultima volta che era stata convocata (nel 1614), con tutti i rappresentanti dei 3 ordini riuniti. 131. La rivoluzione in marcia: il 1789 Il grande effetto della mobilitazione psicologica che ebbe questa capillare consultazione popolare fu rilevante in tutta la nazione francese;in questo clima di agitazione e di attesa di cambiamenti epocali si riunirono a Versailles gli Stati Generali,il 5 maggio 1789. I deputati (in tutto 1165),erano divisi per metà in Terzo Stato e gli altri due ordini sommati insieme; tra il clero c'erano molti parroci solidali con le richieste del Terzo Stato e anche nel secondo ordine vi era un gruppo numeroso di nobili pronti a schierarsi con il Terzo Stato (tra i quali il marchese di La Fayette,reduce dalla partecipazione alla guerra d'indipendenza americana). I deputati del Terzo Stato proposero agli altri 2 ordini di riunirsi in un'unica assemblea,ma entrambi rifiutarono in un primo momento,poi alcune fazioni del clero cedettero di fronte alla fermezza del Terzo Stato. Luigi XVI solidale con il ceto nobiliare,chiuse la sala delle adunanze,ma i deputati del Terzo Stato si riunirono nella cosiddetta "sala della pallacorda" giurando il 20 giugno di non separarsi più e riunirsi dovunque le circostanze lo richiedessero. Alla fine del mese (giugno) il clero e la fazione più illuminata della nobiltà si erano unite al Terzo Stato e il 9 luglio l'Assemblea Nazionale s'intitolò "Costituente":di fronte a ciò la restante fazione che si opponeva alla costituente formò una milizia borghese,contrastata da alcune sommosse organizzate dal popolo minuto. Queste azioni sfociarono nell'episodio più importante della rivoluzione francese:il 14 luglio una folla composta in gran parte da artigiani e bottegai si presentò davanti alla fortezza della Bastiglia;il governatore di essa ordinò di fare fuoco sulla fola che però caricò i soldati di guardia massacrandoli. Luigi XVI ordinò la ritirata dei reggimenti stranieri (che aveva chiamato per reprimere le rivolte popolari) e richiamò come ministro Necker. Nel paese presero forma una serie di milizie volontarie che presero il nome di "Guardia Nazionale"; a ciò s'aggiunse una serie di disordini nelle campagne (periodo detto Grande Paura). Questi episodi si risolsero il 4 agosto con l'abolizione del regime e delle strutture feudali e il riscatto dei diritti reali,cioè aboliti solo dietro un pagamento di un rimborso ai titolari.Sull'onda dell'entusiasmo l'Assemblea Nazionale passò ad elaborare una "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" in 17 articolo,che fu approvata il 26 agosto 1789,rimasta nel tempo come la più solenne e completa affermazione delle libertà fondamentali,dell'eguaglianza dei cittadini. L'atteggiamento evasivo del re finirono col convincere i patrioti che un'altra prova di forza era inevitabile e che era necessario costringere la corte a trasferirsi a Parigi. Il fermento crebbe di più quando si seppe che il 1°ottobre in occasione di un banchetto tenuto nella reggia di Versailles,alcuni ufficiali avevano calpestato la coccarda tricolore,simbolo della rivoluzione; per evitare contrasti col popolo acconsentì a trasferirsi con la corte insieme anche all'Assemblea Nazionale. 132. La ricostruzione dell'unità nazionale francese dopo la rivoluzione Il primo responsabile del fallimento del nuovo ordine monarchico-costituzionale fu Luigi XVI stesso;scarsa era di conseguenza l'influenza degli aristocratici sostenitori dell'Assolutismo,perciò il sovrano non aveva possibilità di ribaltare la situazione. Intanto nello schieramento dell'Assemblea si stavano distinguendo alcuni personaggi come Arras, Maximilien e Robespierre; più popolare nel reclutamento e più radicale nelle opinioni era il club detto dei "cordiglieri" formatosi nel 1790 dei quali facevano parte Danton e Desmoulins,mentre sorgevano club e riunioni tenute in conventi di dominicani (jacobins). Nel maggio del 1790 Parigi venne divisa in 48 sezioni che costituirono la formazione di club popolari:prendeva forma la figura del "sanculotto"(vestito di pantaloni lunghi,non con calzoni attillati come era solito dei nobili), il popolano di parigi appartenente al mondo dell'artigianato e del piccolo commercio. Intanto si festeggiò l'anniversario della presa della Bastiglia e dopo l'abolizione del vecchio regime si cercava di svoltare politicamente con riforme amministrative-giudiziarie. Rimaneva però incompleto il problema finanziario,reso più serio dall'illusione che il rovesciamento delle vecchie tradizioni avessero portato una ventata di cambiamento economico. Alcune vecchie imposte furono sostituite,una contribuzione fondiaria proporzionale al valore della proprietà, un'imposta sulla ricchezza mobile e una patente per l'esercizio di professioni, arti e mestieri. In ambito economico gli orientamenti liberalisti s'espressero con la soppressione delle corporazioni di mestiere con la proclamazione della libertà iniziativa e con la legge del 14 giugno 1791 che proibiva associazioni operaie. Oltre a ciò s'aggiunse la discussione e l'approvazione da parte dell'Assemblea Nazionale di una "costituzione civile del clero" che portava una radicale riorganizzazione della Chiesa di Francia (diocesi episcopali ridisegnate a 83 dipartimenti,vescovi eletti dai cittadini come le altre autorità dipartimentali,mentre i parroci erano designati dalle assemblee elettorali distrettuali). In altre parole quasi tutti i vescovi e una metà circa dei parroci rifiutarono di prestarlo e furono sostituiti. 133. La caduta della monarchia La notte tra il 20-21 giugno 1791 Luigi XVI,con i suoi familiari e un piccolo seguito di servitori verso la frontiera orientale. Bloccata a Varennes, la comitiva fu obbligata a tornare indietro sotto scorta in mezzo ad una folla indignata e silenziosa. La fuga regia introdusse un'ulteriore divisione tra le forze rivoluzionarie;mentre Robespierre, Marat e altri chiedevano la deposizione del sovrano,la maggioranza finse di credere ad una versione fasulla di un rapimento. Nel frattempo erano stati terminati i lavori da parte dell'Assemblea Nazionale per la redazione della Costituzione; essa preceduta dalla Dichiarazione dei diritti,fu votata dopo lunghe discussioni il 4 settembre 1791. La costituzione del 1791 manteneva alla monarchia il potere esecutivo,che però consisteva quasi unicamente nelle facoltà di nominare ministri,diplomatici e generali;i poteri regi erano limitati perché il voto dell'Assemblea era sempre l'ultima istanza. In seguito essa fu sciolta,ma prima dello scioglimento votò una legge in base alla quale i suoi membri non potevano essere eletti a far parte dell'autorità dei circoli e delle società popolari;grazie a ciò la sinistra riuscì gradualmente la sua egemonia all'Assemblea per 3 ragioni;in primo luogo essa era meglio organizzata,disponeva di personaggi abili e popolari ed era appoggiata da club di giacobini dove Robespierre trionfava con la sua oratoria. In campo economico nel 1790 il raccolto era stato mediocre e al rincaro dei viveri si accompagnavano ora le conseguenze della svalutazione degli assegnati e dei prodotti coloniali. Col carovita le sommosse popolari tornarono soprattutto nella capitale,dove si misero in luce gli "arrabbiati";entrarono in questo contesto anche i "brissottini" guidati dallo stesso Brissot che faceva leva sull'orgoglio nazionale e alla fierezza rivoluzionaria contro le potenze straniere che sembravano minacciare la stabilità statale. Questa politica aveva l'appoggio della corte e nonostante gli avvertimenti di Robespierre si trascinò la grande maggioranza dell'Assemblea legislativa. Il re si lasciò convincere a dichiarare guerra al nuovo "re di Boemia e d'Ungheria",cioè all'imperatore Francesco I:la proposta fu accolta quasi all'unanimità. Ma il fallimento dell'impresa militare non fece che accrescere il malumore popolare arricchiti da contrasti all'interno dell'Assemblea e da accuse di tradimento di corte e aristocratici. Le Tuileries furono invase da una folla di manifestanti che sfilarono davanti al re obbligandolo a indossare il berretto frigio,simbolo rivoluzionario. La giornata del 10 agosto ebbe come momenti culminante la creazione di una nuova municipalità (Comune "insurrezionale") e l'assalto al palazzo reale. L'Assemblea legislativa votò la deposizione del re,riconobbe la Comune insurrezionale in attesa che si eleggesse una nuova assemblea (a suffragio però alcuni rimasero in armi,come Piemonte,Inghilterra e Austria. Per la Francia le frontiere su cui si combatteva erano confini naturali,su cui era impossibile rinunciarci e la guerra appariva l'unico strumento per difendere queste zone;se le armate francesi sul fronte tedesco arretravano gradualmente,in Italia grazie ai successi di un giovane generale (Napoleone Bonaparte) la Francia potè contare su numerosi successi. Napoleone Bonaparte,nato ad Ajaccio nel 1769 e di nobile famiglia,aveva potuto compiere ottimi studi grazie anche a borse di studio concessegli dal governo. Nel 1794 ebbe il comando dell'artiglieria nell'armata d'Italia e contribuì all'occupazione francese di Oneglia. Seguì poi il matrimonio con la bella Josèphine de Beauharnais e la nomina a generale in capo delle truppe di istanza in Italia;egli stipulò un accordo con Vittorio Amedeo III tramite l'armistizio di Cherasco. Bonaparte proseguì costringendo le truppe austriache a ripiegare fino alla vittoria di Lodi,aprendosi così la via per Milano.Tra il 1796 e il 1797 l'avanzata proseguì verso sud;Napoleone costrinse i governi di Parma,Roma e Napoli a firmare tregue onerose.Con Roma si firmò il trattato di Tolentino che sanciva la rinuncia dello stato pontificio a Bologna,Ferrara e alla Romagna.Non contento,valicò nuovamente le Alpi puntando su Vienna ma la diplomazia austriaca riuscì a bloccare i suoi intenti con la pace di Loeben il 18 aprile 1797. 138. Il triennio rivoluzionario in Italia - 1796-1797 A seguito delle conquiste napoleoniche,in Italia si formarono nuove realtà politiche:il 27 dicembre fu fondata la Repubblica Cispadana (Bologna, Ferrara , Modena e Reggio) a cui fu aggregata la Repubblica Cisalpina con i territori milanesi e veneti sottratti agli Asburgo; nel maggio del 1797 fu aggiunta anche la Repubblica di Genova, ribattezzata Repubblica Ligure. Venezia, libera dal domino austriaco,si liberò anche de patriziato che per secoli si era succeduto alla guida della città,cacciando l'ultimo doge nel maggio 1797,ma senza tener conto dei desideri delle popolazioni, Napoleone firmò con l'Austria il trattato di Campoformio,nel quale cedeva Venezia all'Austria in cambio del Riconoscimento della Repubblica Cisalpina. Questo amareggiò molto quegli italiani che vedevano in Napoleone il mezzo per la liberazione dell'Italia dallo straniero invasore. Il generale dopo aver insediato consigli legislativi della Repubblica Cisalpina,abbandonò l'Italia,ma l'anno dopo si ripresentò nella penisola e a causa di un incidente diplomatico,invase lo Stato pontificio, proclamando la Repubblica Romana; conquisto anche la Svizzera (nominata poi Repubblica Elvetica), annettè il Piemonte e con l'occupazione militare della Toscana tutta la penisola si ritrovò sotto il dominio napoleonico (a parte il Veneto, Ducati di Parma, Piacenza e il regno di Napoli in mano ai Borbone). A Milano, Genova. Roma, Lucca e Napoli,furono promulgate Costituzioni in linea francese del 1795 e il potere esecutivo fu affidato ad un collegio simile al Direttorio. Dovunque furono aboliti i titoli nobiliari e i privilegi feudali,incamerati i beni ecclesiastici e proclamata l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge,anche se in Italia,più che in Francia le vecchie tradizioni erano le più dure a morire (infatti le masse rurali si sollevarono non contro i proprietari terrieri,ma contro i francesi e gli odiati giacobini). Nella primavera del 1799 un esercito austro-russo occupò Milano e ciò fece scoppiare rivolte in Piemonte, Marche, Lazio, Umbria e Toscana. Delle Repubbliche "Giacobine" la prima a cadere fu quella Napoletana;un'armata "cristiana e reale comandata dal cardinale Fabrizio Ruffo e composta di contadini e briganti mosse dalla Calabria verso Napoli abbandonata dai francesi; il Ruffo entrò nel capoluogo campano ma il contrammiraglio Horatio Nelson impedì la ripartenza di questo esercito consegnandolo a Ferdinando IV di Borbone. 139. La seconda coalizione antifrancese e il colpo di Stato a Brumaio La pace di Campoformio lasciava in lizza contro la Francia solo l'Inghilterra, padrona indiscussa dei mari e dei commerci oceanici; Napoleone propose al Direttorio una spedizione in Egitto per colpire gli interessi britannici in India. Dopo essersi impadronito dell'isola di Malta,la flotta francese si presentò davanti al porto d'Alessandria:i mamelucchi(principale milizia egiziana)furono sconfitti nella battaglia delle Piramidi (12 luglio 1798) ma i francesi videro distrutta la loro flotta nella rada di Abukir il 1°agosto ad opera di Horatio Nelson. Contemporaneamente lo zar russo Paolo I accoglieva con piacere le proposte inglesi di un'alleanza antifrancese; ad essa aderirono poi l'Austria,desiderosa di riappropriarsi i territori perduti in Italia e l'Impero Ottomano. L'andamento bellico fu disastroso per i francesi che nel 1799 riuscirono a salvare solo Genova;sul fronte svizzero però riportarono successi a Zurigo,sbaragliando le truppe austro-russe come pure sul fronte belga dove gli inglesi vennero respinti. Le elezioni francesi del 1798 rinnovarono la fiducia ai "neogiacobini", ma anche questa volta il governo tentò di annullarne i risultati, poichè nuovi disordini si stavano ricreando:la destra monarchica si stava facendo sentire,il banditismo era all'ordine del giorno e il Direttorio (del quale era entrato a far parte Sieyès) era ostacolato nella sua azione dai Consigli. In questa situazione la notizia che Napoleone era sfuggito agli inglesi e sbarcato a Fréjus fece muovere i Consigli che si traferirono a Saint-Cloud sotto scorta;Bonaparte fu accolto con grida ostili dalle due camere ma con l'appoggio dell'esercito si arrivò ad una nomina di 3 consoli: Sieyès, Ducos e Bonaparte. 140. Napoleone primo console. Le basi del regime Fu progettata perciò una Costituzione dell'anno VIII da una specifica commissione ed essa entrò in vigore il 25 dicembre 1799; fu ristabilito inoltre il suffragio universale maschile. La Costituzione dell'anno VIII limitava dunque fortemente i poteri degli organi legislativi a vantaggio dell'esecutivo; a capo del governo come primo console era stato posto Bonaparte da cui dipendeva la nomina dei ministri,degli ambasciatori e dei giudici. Instaurando un potere monarchico,al svolta di brumaio veniva incontro al desiderio di autorità e potenza per cercare di ristabilire un equilibrio interno al paese che ormai mancava da un decennio. Questi elementi,uniti alla gloria personale di Napoleone,assicurarono a lui un larghissimo consenso e successo. Nel marzo 1804 fu anche promulgato un Codice civile di gran lustro ed esempio per tutti i governi europei;furono poi promulgati un Codice del commercio del 1807, i Codici di procedura civile e nominale e un Codice penale nel 1810. La riscossione di tributi fu affidata ad agenti statali preparati ed efficienti e con la creazione di una Banca di Francia (1800) si posero le basi per un consolidamento del debito pubblico al 5% d'interesse e nel 1803 fu creata una moneta nuova,il franco detto germinale destinato a mantenersi stabile fino al 1914. In campo militare la situazione si presentava sotto buoni auspici a causa del ritiro russo dalla coalizione antifrancese. Il progetto napoleonico era quello di battere gli austriaci per poi affrontare gli inglesi con più comodità;dopo aver ripreso Milano, Napoleone vinse a Marengo sugli Austriaci e l'Austria fu costretta a cedere firmando una pace a Lunéville il 9 febbraio 1801 (con le stesse clausole della pace di Campoformio di quattro anni prima). Dopo lunghe trattative il 25 marzo 1802 ad Amiens venne raggiunto un accordo anche con gli inglesi che sanciva la restituzione alla Francia delle sue colonie ai cavalieri di San Giovanni dell'isola di Malta,mentre l'Egitto tornava a essere possedimento turco. Per la prima volta dopo un decennio, la Francia non aveva più nemici;anche internamente si riacquistò tranquillità e nel luglio del 1801 il console strinse un concordato col pontefice di allora Pio VII, nel quale il cattolicesimo era riconosciuto come "religione della grande maggioranza dei francesi". 141. Dal consolato all'impero napoleonico Con il plebiscito del 2 agosto 1802 Napoleone fu dichiarato console a vita e pochi giorni dopo il Senato varò una riforma costituzionale che accresceva i suoi poteri. Il risultato inevitabile fu la nomina di Bonaparte a "imperatore dei francesi" decretata dal Senato il 4 aprile 1804. Il 2 dicembre nella cattedrale di Notre Dame fu incoronato dal pontefice dando così vita ad un nuovo dispotismo illuminato; quando Bonaparte fu intitolato imperatore, la Gran Bretagna preoccupata riprese le ostilità contro i francesi organizzando una "terza coalizione" composta da Inghilterra, Austria, Russia, Svezia e Regno di Napoli; a fianco dei francesi si schierò la Spagna. Il 21 ottobre la flotta franco-spagnola venne affrontata e distrutta da Nelson a Trafalgar, presso Cadice,da quella britannica;sul fronte terrestre però a causa del successo napoleonico di Austerlitz (in Moravia),Vienna dovette chiedere la pace, concessale il 26 dicembre 1805 a Presburgo.Condizioni del trattato erano la cessione austriaca del Regno d'Italia,del Veneto,dell'Istria e della Dalmazia. Nel 1806 invece un esercito francese s'impadronì senza colpo ferire del Regno di Napoli e sul trono di esso fu posto Giuseppe Bonaparte,fratello dell'imperatore francese;perciò fu anche creata a luglio di quell'anno una Confederazione del Reno,un'associazione di Stati tedeschi filofrancesi. Ciò impaurì il re prussiano Federico Guglielmo III , promotore della "quarta coalizione antifrancese", ma sul fronte terrestre le armate napoleoniche continuavano a dettar legge in seguito a due successi: Jena e Auerstadt. Fu firmata poi dopo la Campagna russa la tregua di Tilsit (1807) Le continue vittorie di Bonaparte erano frutto del suo genio militare;la strategia offensiva della grande armata che puntava sul movimento e sulla sorpresa era stata in qualche modo innovazione dello stesso generale. L'amalgama dei nuovi con i vecchi reggimenti aveva creato una ferrea disciplina alimentata anche da un entusiasmo rivoluzionario e da una mentalità offensiva dei giovani ufficiali. Nel settembre 1798 fu introdotto un sistema di coscrizione obbligatoria basato sulla formazione di tutti i maschi dai 20 ai 25 anni, all'interno delle quali, speciali commissioni arruolavano mediante sorteggio,i contingenti d'anno in anno stabiliti;accanto ad essi vi erano reggimenti di cavalleria e fanteria e le armi tecniche. 142. Il blocco continentale,la guerra di Spagna e la quinta coalizione Dopo la pace di Tilsir, l'unica potenza in guerra era la Gran Bretagna; ad essa fu posto uno stato di blocco, cioè che era proibito ai sudditi imperiali il commercio con le isole britanniche; per essere efficace questo blocco aveva necessità di essere sorvegliato continuamente e sebbene l'apparato militare napoleonico fosse infallibile, il contrabbando era diffusissimo. Pur essendo colpita da una grave crisi economica, l'Inghilterra resistette e poté respirare quando la penisola iberica insorse contro i francesi e quando i porti russi riaprirono alle esportazioni. Nel 1806 a ministro della guerra inglese fu nominato Robert Stewart visconte Castlereagh (poi degli esteri); fallito il tentativo di occupare il Portogallo, tradizionale alleato inglese, Napoleone s'impadronì della Spagna spodestando Carlo IV e proclamando re il fratello Giuseppe; nel 1808 Napoleone s'impossessa anche dello Stato pontificio e incarcera il pontefice che aveva osato scomunicarlo. Nonostante l'intervento diretto di Napoleone in Spagna, la guerriglia non cedette e rimase a costituire per i francesi una fastidiosa spina nel fianco. L'Austria invece,ansiosa di vendicare l'umiliazione subita col trattato di Presburgo e nell'aprile 1809 riorganizzata un'altra coalizione con l'Inghilterra, invase la Baviera; i francesi contrattaccarono e il 12 maggio entrarono per la seconda volta a Vienna. Il 6 luglio l'arciduca Carlo (Il miglior comandante austriaco) subì una decisiva sconfitta a Wagram;con la pace di Vienna (14 ottobre) l'Austria perdeva la Galizia,i territori di Istria,Dalmazia che entrarono a far parte dell'impero francese col nome di "province illiriche". Nel tentativo di ammorbidire il vincitore,il nuovo cancelliera austriaco offrì a Napoleone la mano della figlia di Francesco I, l'arciduchessa Maria Luigia. Da quest'unione nacque l'anno successivo il sospirato erede, Napoleone Francesco Carlo Giuseppe,che conseguì poi il titolo di "Re di Roma". 143. La società francese all'apogeo dell'impero napoleonico Con le annessioni del 1809-1810 l'impero francese raggiunse la sua massima espansione: comprendeva 130 dipartimenti, circa 44 milioni di abitanti senza contare anche gli stati vassalli. Bonaparte continuò imperterrito ad esercitare il potere,dando prova di una prodigiosa capacità di lavoro e di un'attenzione per ogni dettaglio dell'amministrazione. Il Tribunato venne soppresso nel 1807 e il Corpo legislativo,così come il Senato si immobilizzò nelle mani dell'imperatore;anche la stampa era sotto il suo controllo come anche i ministri che lui accuratamente nominava. Dal 1802 al 1806 fece alcune riforme come la creazione dei licei a fianco dei quali furono mantenute le scuole private,sotto l'autorità di un Gran Maestro;anche la religione fu riformata:venne imposto al clero un "catechismo imperiale" che inculcava il dovere della venerazione e della gratitudine nei confronti del sovrano. L'annessione allo stato pontificio e la deportazione di Pio VII,il rifiuto di riconoscere la consacrazione vescovile di nuova nomina,turbarono gli animi dei cattolici francesi danneggiando la popolarità dell'imperatore. Questa popolarità venne compromessa anche da una grave crisi economica che attanagliò la Francia tra il 1810 e il 1812. Anche le pubbliche finanze erano in una situazione critica; al malcontento suscitato dall'inasprimento di dazi e imposte,si aggiungeva quello determinato dalle continue leve da gettare nella fornace spagnola e poi nella spedizione russa. 144. La riorganizzazione politico-territoriale della penisola italiana da parte di Napoleone In seguito alle conquiste napoleoniche i Paesi Bassi, Italia, Spagna, Germania, Polonia entrarono a far parte del sistema continentale elaborato da Bonaparte con 3 situazioni diverse:Belgio,Olanda e parte dell'Italia centro-settentrionale (territori direttamente annessi alla Francia); Regno d'Italia (stati separati dalla Francia,ma sottoposti alla sovranità napoleonica); Spagna, Regno di Napoli, Vestfalia, Baviera e Sassonia (stati vassalli affidati a membri familiari o a sovrani amici). spingendo gli italiani a unirsi sotto un unico simbolo, ma la proposta non ebbe grande consenso e a nulla valse una Costituzione liberale; pochi giorni dopo un esercito napoletano firmava la convenzione di Casa Lanza che sanciva il ritorno di Ferdinando IV di Borbone. Rifugiatosi in Corsica,Gioacchino Murat tentò di nuovo uno sbarco in Calabria nell'ottobre seguente ma venne catturato e giustiziato. 148. Il Congresso di Vienna e la riorganizzazione dell'Europa Le potenze che avevano sconfitto Napoleone e abbattuto il suo impero si trovarono di fronte al gravoso compito di ridisegnare un ordine europeo,creando un equilibrio che scoraggiasse spinte egemoniche e garantisse pace. I governi di Austria,Russia,Prussia e Inghilterra ebbero la saggezza di associare anche la Francia,considerata vittima del marchio napoleonico. Le deliberazioni del Congresso di Vienna furono risultati di accordi presi tra queste cinque potenze: la Francia venne riconsegnata alla monarchia borbonica,le sue frontiere furono riportate al periodo del 1792 conservando però Savoia e Avignone; il Belgio venne unito all'Olanda (eretta dalla dinastia degli Orange); Vittorio Emanuele I di Savoia ottenne la repubblica genovese e la riva sinistra del Reno restava sotto controllo prussiano. Non venne resuscitato il Sacro Romano Impero,la Norvegia venne staccata dalla Danimarca e unita alla Svezia; il Regno di Polonia fu ricostruito dopo le spartizioni settecentesche,e venne posto sotto la sovranità dello zar russo che in un colpo solo annetté al suo impero anche Bielorussia, Lituania e Ucraina. L'Austria rinunciava al Belgio ma otteneva le vecchie province illiriche che Napoleone le aveva sottratto, infine Ferdinando III tornò al Granducato di Toscana e Francesco I nei ducati di Modena e Parma. Una relativa indipendenza fu riconosciuta al Regno di Napoli dove Ferdinando IV prese nel 1816 il nuovo titolo di Ferdinando I re delle Due Sicilie; gli inglesi ottennero maggiori vantaggi in campo marittimo e coloniale. Per garantire l'ordine restaurato a Vienna lo zar russo si fece promotore di una Santa Allenza di cui il 26 settembre 1815 entrarono a far parte Prussia, Austria e in seguito anche Francia ma non la Gran Bretagna. Quest'Ultima stipulò una Quadruplice alleanza con Russia, Prussia e Impero Austriaco,il cui scopo era quello di vigilare contro ogni attentato al nuovo ordine ristabilito. Questo sistema riuscì ad assicurare all'Europa qualche decennio di pace e stabilità, doveva inevitabilmente sacrificare le aspirazioni dei popoli alla libertà e all'indipendenza e quindi entrare in conflitto con le potenti forze storiche suscitate dai cambiamenti delle trasformazioni rivoluzionarie. 149. Il clima ideologico e culturale della Restaurazione Gli anni della restaurazione coincidono con il trionfo e la diffusione europea delle correnti romantiche; sul terreno filosofico ed etico esse si contrappongono agli orientamenti sensistici,razionalistici e utilitaristici propri dell'Illuminismo mentre in campo estetico hanno il loro avversario principale nel classicismo. Numerosi poeti, scrittori e artisti costellano questo periodo: Foscolo, Leopardi, Goethe, Hegel, i fratelli Grimm, Heine, Byron, Shelley, Schellig e Fichte. Quindi Illuminismo contrapposto a Romanticismo e Romanticismo contrapposto al Classicismo; in questi movimenti si riscontra un clima di liberismo connesso ad un costituzionalismo di fondo, determinato dal periodo delle concessioni di Costituzioni illuminate, della libertà di stampa,pensiero e associazione. 150. Sviluppo economico e questione sociale post-Napoleone La crescita della popolazione europea,frenata negli anni successivi al crollo del sistema napoleonico riprese a ritmo sostenuto a partire dal 1820 circa, nonostante la diffusione di morbi pesanti come il colera. Il significato di rivoluzione demografica apparirà chiaro se si tiene presente che fino al XVIII secolo il num. degli abitanti del pianeta s'era raddoppiato all'incirca ogni duemila anni. Cominciarono a diffondersi fertilizzanti chimici, le prime macchine agricole e altre tecniche a incrementare la produttività del terreno. In Inghilterra la Rivoluzione industriale avviata nella seconda metà del Settecento entrò in una fase nuova con l'applicazione su larga scala di nuove tecniche di lavorazione del ferro,la fusione e i processi di laminazione e puddellaggio; rapida fu anche l'espansione delle ferrovie (In Inghilterra stessa e negli Usa vi erano già costruiti all'inizio del secolo chilometri e chilometri di rotaie). Alla fine delle guerre napoleoniche la Gran Bretagna era veramente "l'officina del mondo" e il suo primato rimase indiscusso fino al 1870; tra le nazioni europee le prime a mettersi sulla via dell'industrializzazione con un secolo di ritardo rispetto agli inglesi furono i belgi, i tedeschi e i francesi. Anche questi paesi cominciarono ad ogni modo a conoscere i fenomeni sociali che s'accompagnavano alla crescita del settore industriale:migrazione di masse lavoratrici dalle campagne alle città, formazione di una classe operaia,ridotta in condizioni di vita spesso illuminante, impiego di massiccio di manodopera minorile e femminile. L'accresciuto peso del settore industriale si riflette anche sull'evoluzione del pensiero economico, dominato in Inghilterra dalle tendenze liberiste di Ricardo ma non solo; la preoccupazione per la questione sociale nelle industrie fu molto avvertita in Europa con il "socialismo utopico" coniato da K. Marx e altre teorie elaborate da Saint-Simon e Proudhon. 151. La questione nazionale e i primi moti per la libertà e l'indipendenza Fin dal medioevo era diffusa l'idea che esistessero pregi,difetti,caratteri e umori propri di ciascun popolo di ciascuna nazione;lo spagnolo austero e geloso,il tedesco rozzo e ubriacone, il francese leggero e volubile ecc. In paesi come la Francia e Inghilterra lo Stato precede la nazione e in una certa misura contribuisce a crearla in aree come Germania e Italia dove esisteva una nazione culturale e percepita come unitaria dai ceti intellettuali. Perché ciò avvenisse l'idea della nazione doveva essere vista come detentrice esclusiva della sovranità (es. lampante della rivoluzione americana e francese); l'aspirazione garantita dalla partecipazione dei cittadini al potere legislativo ma anche la valorizzazione delle tradizioni storiche dei vari popoli,la ricerca di un'anima nazionale attraverso studi linguistici e letterari (principali del movimento romantico). La complessità di creare una nazione fu evidenziata anche da scrittori celebri quale (per citarne uno su tutti) A. Manzoni. Uno dei primi segnali venne dalla Spagna,dove il re Ferdinando VII si era affrettato non solo a dare una Costituzione al paese ma ripristinare l'Inquisizione, il potere della nobiltà e del clero. Il malcontento suscitato da queste mosse converse nel 1 gennaio con la ribellione di alcuni reparti militari a Cadice; la rapida diffusione di movimenti in tutta la nazione costrinse il sovrano a ristabilire la Costituzione già varata nel 1812 e riconfermata nel 1820. Nonostante ciò però la vita sociale spagnola rimase divisa tra liberali e carlisti (nome iberico fautori della reazione) che alla morte di Ferdinando portarono una vera e propria guerra civile. L'equivalente portoghese del carlismo fu il miguelismo, chiamato così da don Miguel, secondogenito del re Giovanni VI. Un'altra area di tensioni e potenziali conflitti erano i Balcani che la decadenza dell'impero ottomano, ancora immenso sulla carta ma indebolito dalle ambizioni autonome dei vari Stati che ne facevano parte. Già Serbia e Montenegro avevano ottenuto tra Sette-Ottocento un'indipendenza di fatto da Istanbul e si governano con dinastie proprie. Ma una risonanza maggiore ebbe nell'opinione pubblica la questione della Grecia. L'insurrezione contro il dominio turco divampò in tutta la Grecia continentale nel 1821 e nel gennaio 1822 proclamò l'indipendenza nazionale. Le forze ottomane intervennero con successo grazie all'invio di un corpo di spedizione guidato Mehmet Alì ma i gesti di violenza gratuita a cui s'abbandonarono suscitarono indignazione in tutta Europa e (nel 1827) Francia, Inghilterra e Russia si unirono per fronteggiare i turchi e per liberare i greci. Il conflitto si risolse nel 1829 con la pace di Adrianopoli che sancì l'indipendenza greca benché ancora molte regioni settentrionali fossero sotto dominio ottomano. La Repubblica greca fu proclamata nel 1827 ma fu di breve durata poiché nel 1832 le 3 potenze vincitrici imposero l'elezione di un monarca bavarese come reggente della nazione greca:Ottone di Wittelsbach. 152. L'emancipazione delle colonie latino-americane e lo sviluppo degli Stati Uniti L'America Latina poteva contare all'inizio del XIX secolo venti milioni di abitanti dei quali 3 milioni erano creoli, cioè bianchi di origine spagnola nati nel nuovo mondo, due milioni erano schiavi neri e quattro-cinque milioni i meticci di sangue misto. L'invasione della penisola iberica da parte delle truppe napoleoniche nel 1808 aveva avuto come conseguenza la formazione di Giuente che si svincolarono di fatto dalla madrepatria; ciò favorì insurrezioni a sfondo radical-popolare e in questa confusione furono determinanti la ridotta capacità delle forze lealiste e le qualità militari di alcuni grandi personaggi carismatici come l'argentino Josè de San Martin e il venezuelano Simòn de Bolivar. Ma nonostante la buona volontà di queste compagini politiche,l'arretratezza economica,le enormi discrepanze sociali e una moltitudine di contadini e analfabeti dovevano rendere la vita di questi personaggi instabile e travagliata. In parte differente fu la vicenda brasiliana, la cui separazione dal Portogallo fu frutto dell'iniziativa della dinastia di Braganza, rifugiatosi oltreoceano nel 1807. Otto anni dopo Giovanni VI proclamò il Brasile regno autonomo e nel 1821 la reggenza fu affidata al primogenito don Pedro che prese il titolo di Pietro; egli promulgò una costituzione fortemente autoritaria che tese i rapporti tra governo e creoli. All'evoluzione del continente latino-americano guardavano con interesse non solo britannici ma anche statunitensi; grazie all'ingrossarsi del flusso migratorio dall'Europa, la popolazione statunitense quadruplicò in quarant'anni passando da sette milioni a trentuno; proseguì intanto l'espansione verso ovest che portò alla creazione di nuovi Stati che si aggiunsero a quelli già presenti; Michigan, Wisconsin, Florida, Louisiana, Texas e poi il Nuovo Messico, Arizona, Colorado e California (dopo una guerra apposta contro il Messico). La colonizzazione di queste terre acuì i contrasti tra sud agricolo e schiavista interessato ad acquisire nuove aree per estendere le coltivazioni di tabacco, cotone e sviluppare un'economia mercantile e industriale. Negli Stati Uniti intanto, l'egemonia del partito repubblicano continuò con il duplice mandato di J.Monroe (1817-1825) passato alla storia per il famoso manifesto del 2 dicembre 1820 (in cui si rivendicava il preminente interessa statunitense alle sorti della parte centro-meridionale del continente) con la formula "l'America agli Americani". A Monroe succedette Quincy Adams e poi A.Jackson, uno dei padri del partito democratico. Tra le mosse di quest'ultimo si ricordano l'istruzione elementare obbligatoria,l'allargamento del suffragio,il riconoscimento dei diritti sindacali e altri provvedimenti favorevoli ai lavoratori. Superata la difficile guerra civile tra Nord e Sud,gli Usa avrebbero ben presto affermato il diritto ad essere considerati una delle più grandi potenze economiche e politiche del mondo.
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