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Riassunto Storia moderna, Sintesi del corso di Storia Moderna

-L'ETÀ MODERNA -LO STATO MODERNO -Espansione europea nel mondo e nascita e sviluppo dei grandi imperi commerciali del 500-600 -LA RIFORMA LUTERANA -LA RIFORMA CALVINISTA - LA RIFORMA INGLESE -LA CONTRORIFORMA

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 09/01/2021

TeresaSatta
TeresaSatta 🇮🇹

4.9

(7)

7 documenti

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Scarica Riassunto Storia moderna e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! L'ETÀ MODERNA Quando si parla di età moderna si parla di una categoria della periodizzazione storiografica che ha un significato più o meno convenzionale. Dal punto di vista storico è abbastanza semplice individuare il terminus ad quem, ovvero il termine entro cui essa si sviluppa mentre è più complesso identificare il terminus a quo. Gli studiosi individuano la conclusione nella rivoluzione francese del 1789 in quanto costituisce la fine dell’ancient regime, un antico modello sociale basato sull’organizzazione per ordini. Gli ordini erano: - clero → insieme delle gerarchie ecclesiastiche; - nobiltà → diversi gradi di aristocrazia; - terzo stato → tutto ciò che non era clero o nobiltà. Non solo borghesi ma anche il più povero ed umile dei contadini → ceto estremamente diversificato all’interno. A ciascuno di questi corpi era assegnato un ruolo particolare. Il ruolo della nobiltà, che vantava un’antica origine guerriera, era proteggere, attraverso l’esercizio delle armi il resto della società cristiana. Il compito del clero era pregare, assistere le anime e aiutare i fedeli a trovare la strada del Paradiso. Il ruolo del terzo stato era lavorare per garantire la sussistenza di tutti e tre gli ordini. Non soltanto i ceti avevano un proprio ruolo ma ciascuno aveva le proprie leggi e propri tribunali. • La società di antico regime era caratterizzata da una visione organicistica, particolarismo giuridico, disuguaglianza giuridica e soggetti collettivi giurisdizionalmente riconosciuti. Ogni individuo apparteneva primariamente al proprio ordine e solo secondariamente alla società complessivamente intesa. • La società moderna era caratterizzata da uguaglianza giuridica (universalismo), flessibilità sociale (era possibile la scalata sociale) e solidarietà di nazione. La rivoluzione francese non riguarda solo la Francia ma essa fu esportata e con essa furono esportati i principi rivoluzionari attraverso le battaglie di Napoleone. Il terminus a quo è difficile da definire: 1. 1453 → conquista turca di Costantinopoli; 2. 1456 → invenzione stampa a caratteri nobili; 3. 1492 → scoperta dell'America; 4. 1494 → inizio delle guerre italiane; 5. 1517 → riforma di Lutero. 1. Implica una profonda trasformazione della società europea: 2. Nel 1456 Johannes Gutenberg stampò a Magonza il primo libro prodotto con il torchio a caratteri mobili: la "Bibbia dalle quarantadue righe” (nome dovuto alla sua impaginazione). Esisteva già la stampa dei libri chinoxilografici con matrice usa e getta ma questa nuova tecnologia ideata da Gutenberg consentì di velocizzare la produzione e abbattere i costi, dando il via alla mercificazione della cultura. Nasce l'epoca moderna della comunicazione sociale; non si comunica più tra individui ma, un individuo si rivolge ad un pubblico, una comunità senza più confini: siamo alle origini del villaggio globale. L’invenzione di Gutenberg è l’evento simbolo della grande rivoluzione culturale del rinascimento che fiorisce sull'impostazione filosofica scolastica impregnata del principio di autorità: ipse dixit. Non è più sufficiente che lo abbia detto Aristotele, Tertulliano, sant'Agostino o Tolomeo in quanto bisogna apprendere criticamente la verità dell'avvento di un nuovo metodo critico che viene propugnato dagli umanisti. Alcuni esempi: - Donazione di Costantino → documento che secondo la tradizione era stato scritto da Costantino e che per secoli aveva giustificato il potere temporale della Chiesa. Intorno al 1440 Lorenzo Valla si mise a studiare criticamente il documento iniziando a notare una serie di incongruenze ed anacronismi dimostrando che in realtà quel documento era stato scritto molti secoli dopo il regno di Costantino ed era dunque un apocrifo → Chiesa spogliata del fondamento di legittimità. - Vulgata geronimana → era la bibbia latina che per secoli tutti i cristiani avevano letto che era stata realizzata da San Girolamo intorno al 390 a.c. che, essendo uno dei più grandi padri della chiesa nessuno aveva messo in discussione. Nel 500 però l'umanista olandese Erasmo da Rotterdam iniziò a cercare tutte le parti della bibbia nelle lingue originali intraprendendo numerosi viaggi e ricostruendo la versione originaria dell'antico testamento dimostrando che, la bibbia geronimiana era ricca di falsità ed eventi che la bibbia originaria non presentava. - Geocentrismo della visione cosmologica aristotelico-tolomeica → per secoli la società europea si era convinta che il mondo fosse il centro dell'universo in quanto detto da Aristotele e presente nella bibbia e mai nessuno aveva osato criticare questo sistema sino al Rinascimento in cui, grazie allo sviluppo di una nuova scienza, critica, si ebbe il passaggio al sistema copernicano; 4. Le guerre italiane sono un ciclo di otto conflitti che dal 1494 si svolsero in Italia coinvolgendo per oltre mezzo secolo le principali potenze europee: Francia, Spagna e Austria. La causa principale fu la frammentazione politica dell'Italia costituita da una miriade di stati cittadini, molto vulnerabile e preda delle nuove monarchie. Ciò rappresenta il lascito di un passato gloriosissimo, nel Medioevo aveva conosciuto una fiorentissima civiltà comunale che aveva proiettato la società italiana ai vertici assoluti della società europea. Alla fine del 400 però di quella civiltà comunale era rimasta una pluralità di centri di potere tutti solidamente radicati nel proprio territorio, nessuno abbastanza forte da riuscire a prendere il sopravvento sugli altri. Non era una peculiarità italiana in quanto la società comunale si era diffusa in tutta la dorsale centrale europea: confederazione svizzera, il mondo germanico… Gli stati moderni, invece, si erano sviluppati sulle dorsali orientali e occidentali: Francia, penisola iberica, Polonia, Russia... Una causa strettamente italiana è la presenza dello Stato della Chiesa: presenza di un potere pontificio molto ingombrante per permettere ad una delle tante dinastie presenti di prendere il sopravvento. (Machiavelli → critica la chiesa, accusandolo di essere il principale responsabile della frammentazione politica dell’Italia) Le guerre italiane iniziarono con con la discesa di Carlo VIII di Valois nel 1494 e si conclusero con la pace di Cateau Cambresis del 1559. Questa pace è molto importante perché, oltre a portare a termine le guerre in italiana, stabilì un assetto particolarmente duraturo, inaugurando l'epoca dell'egemonia spagnola in Italia. L’egemonia spagnola in Italia sarà di due tipi: 1. dominazione diretta → regno di Sardegna, regno di Sicilia, regno di Napoli (già sotto dominazione spagnola prima della pace del 1559), Ducato di Milano (si era estinta la storica dinastia degli Sforza) 2. egemonia politica → il resto della società italiana, tra cui il ducato di Savoia e di Toscana, formalmente autonomi, sente il fiato sul collo in quanto anche laddove non governano direttamente, gli spagnoli sono egemoni. La chiave di questa egemonia, oltre la presenza diretta in alcuni stati, è il possesso spagnolo dello stato dei presidi, un sistema difensivo dislocato lungo la costa toscana. Si trattava di 7-8 fortezze con nessun significato economico ma un importante valore strategico, chi possedeva quelle fortezze controllava tutta la penisola, il Tirreno e il Mediterraneo. Proprio per questo lo stato dei presidi è stato definito come "manette d'Italia". Ci furono diverse fasi dell’egemonia spagnola in Italia: prima fase (1559-1610) L’Italia fu caratterizzata da un intenso sviluppo demografico (da 10 a 13 milioni di abitanti) e una crescita economica frutto di fattori esogeni, indotta dunque da sviluppi attraversati in quella fase dalla società spagnola. La società italiana trasse vantaggio dall’ingresso nell’orbita spagnola che si sta arricchendo grazie alle colonie americane. L’età moderna fu un epoca di crescita costante di prezzi dei beni di prima necessità grazie all’aumento demografico. Nonostante ciò questa crescita iniziò a rallentare sino a raggiungere la crisi nella seconda fase. seconda fase (1610-1713) Fu caratterizzata dal declino italiano a causa della decadenza della Spagna, dovuta dall'orientalizzazione e americanizzazione del commercio che comportò la marginalizzazione del mediterraneo. 1700-1713 → guerra di successione spagnola. LO STATO MODERNO Lo stato moderno è una nuova forma politica che iniziò ad emergere nella transazione del medioevo all'età moderna con tre caratteristiche fondamentali: 1. dimensione " nazionale" 2. requisito di sovranità 3. forma di governo monarchico assolutistico 1. dimensione " nazionale" - Aragona-Castiglia La Spagna moderna dal punto di vista della sua nuova base territoriale nasce al culmine di un lunghissimo processo storico, detto riconquista. Nel medioevo quest’ultima era un mosaico di stati, soltanto alcuni regni cristiani, altri califfati arabi, in seguito i regni cristiani avevano iniziato ad unirsi tra loro, non perché accomunati da una stessa identità nazionale ma da una stessa identità religiosa, che li spinge ad unirsi e respingere la presenza araba verso il mediterraneo. Nel 1492 la presenza araba è confinata al regno di Granada. Verso la metà del 400 si sono condensati 3 grandi nuclei politico territoriale, tre regni cristiani. • Ad occidente il complesso politico territoriale retto dalla corona portoghese; • Da occidente verso oriente il complesso politico territoriale retto dalla corona castigliana che non si limitava solo alla Castiglia ma anche i regni atlantici del Leon, della Galizia e delle Asturie, un complesso territoriale sempre più forte che aveva annesso, strappandoli agli arabi, anche l’estrema dura, la Mursia e l’Andalusia. • Ad oriente il complesso politico territoriale retto dalla corona aragonese. Insieme con l’Aragona comprendeva la Valencia e la catalogna oltre che il regno di Sardegna, di Napoli, di Sicilia e le Baleari. La corona aragonese aveva un impero mediterraneo. La Spagna moderna nasce in 20 anni (1469-1492) per effetto di due eventi importanti: • Matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia nel 1469; • Conquista di Granada, ultimo califfato aravo in terra spagnola nel 1492. I due complessi maggiori sconfiggono gli arabi espellendoli dalla penisola iberica. L’effetto del matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia ha portato la Spagna ad essere una nuova realtà politico territoriale che comincia a rispondere ai canoni dello stato moderno. C’è persino un momento nella storia della Spagna moderna in cui lo stesso Portogallo viene attratto all’interno dell’orbita spagnola, quando nel 1580, causa crisi dinastica, la corona portoghese finì per essere unita a quella spagnola. Resterà spagnolo per poco più di mezzo secolo, sino al 1640. Una penisola iberica tutta unita sotto uno stretto sovrano è una nuova realtà politica, territorialmente più estesa e compresa entro le frontiere naturali che sono il limite estremo non più valicabile: oceano Atlantico, mar Mediterraneo e Pirenei. Comincia per i territori iberici una storia comune, per esempio quella inquisizione spagnola istituita dai sovrani cattolici nel 1478 avrebbe sin dai suoi primi esordi iniziato ad operare in tutti i territori spagnoli. Nel 1492 furono esclusi tutti gli ebrei da tutti i territori spagnoli. La Spagna resta però uno stato mosaico, abbiamo una storia comune per due regni formalmente autonomi. Quell’unione matrimoniale fu un’unione personale e non politica. • Unione personale → due o più regni si uniscono soltanto nella persona del sovrano, le diverse componenti territoriali conservano ciascuna una propria identità politica, il proprio assetto istituzionale ecc. Le due corone sono cinte insieme da una stessa dinastia. Al di la della persona del sovrano tutto rimane ben distinto. Nella stragrande maggioranza dei casi nell’età moderna saranno unioni personali. • Unione politica → due o più regni si fondono insieme adottando leggi e istituzioni comuni Differenza dalla Francia: entrambi stati mosaici ma la Francia, per quanto disomogenea al proprio interno (culturale, istituzionale, linguistico) era comunque un regno unitario, una sola corona, la Spagna no. Oltre ad essere uno stato mosaico era una confederazione di regni uniti nella figura del sovrano e formalmente indipendenti. Differenze e analogie dal SRI La Spagna è molto simile al SRI. Come quest’ultimo era un soggetto di tipo confederativo. Un soggetto che abbracciava al suo interno un’estrema varietà di entità politico territoriali ciascuna dotata di un proprio assetto istituzionale. Mentre il SRI prevedeva un doppio livello di sovranità, in Spagna c’è un unico sovrano. Ciò faceva della Spagna una confederazione molto più coesa, solida. Successione asburgica 1516 Le corone spagnole finisco in mano ad un principe della casa d’Asburgo. L’imperatore Carlo V ereditò le corone spagnole perché oltre ad essere nipote di Massimiliano I d'Asburgo, era anche nipote dei re cattolici Ferdinando e Isabella. Alla morte di Ferdinando quelle corone finirono per essere cinte insieme da Carlo d’Asburgo. Nel giro di pochi anni si ritrovò alla guida di uno dei più vasti imperi mai conosciuti dalla storia (1516-1519). Sull’impero di Carlo V non tramontava mai il sole perché aveva possedimenti oltre oceano (corona castigliana) arcipelago delle filippine e colonie americane. In qualunque momento della giornata il sole avrebbe illuminato almeno una parte dell’impero Carolingio. Carlo V viene ricordato come ultimo imperatore medioevale, questo era dato dal fatto che egli decise di non stabilire la propria residenza in nessuno dei territori del suo vasto impero e di aprire la sua corte a figure provenienti dai diversi territori che componevano il suo impero, questo fu dunque un impero policentrico oltre che poli-nazionale. La sua corte fu una corte cosmopolita e itinerante. Questo per evitare che una di queste componenti potesse sentirsi centro o periferica. Il regno di Carlo terminò bruscamente nel 1555-1556 con la sua scelta sofferta di abdicare a seguito della sconfitta contro i tedeschi, egli dovette arrendersi e riconoscere uno Ius reformandi a favore della religione luterana. Carlo V aveva voluto un impero policentrico ma si era opposto alla rottura della Chiesa. L’imperatore non abdico in favore di un unico erede ma in favore del figlio e del fratello Ferdinando. A quest’ultimo lasciò l’eredità austriaca mentre al figlio Filippo l’eredità castigliana-aragonese e l’eredità borgognona. Dalla metà del 500 ci sono due rami della dinastia asburgica: • Ramo spagnolo → Filippo II • Ramo austriaco → Ferdinando I Per la Spagna questa successione segnò un cambiamento brusco del governo. Con l’ascesa al trono di Filippo II la monarchia spagnola abbandonò l’impostazione policentrica e intraprese un’azione politica finalizzata all'eliminazione delle differenze tra le diverse componenti politiche. Filippo II stabilì la sua corte a Madrid e da li pretese di poter governare la sua monarchia come se questa, ormai resa unicentrica, dovesse essere svuotata di tutte le diversità ed autonomie locali. Il regno di Filippo II fu un regno bellissimo che si protrasse per circa mezzo secolo, un regno durante il quale la Spagna perdette una parte dell’eredità borgognona che le era stata assegnata da Carlo V in quanto Filippo II riuscì ad accentrare e rafforzare le istituzioni unitarie tranne che nella piccola porzione dell’eredità borgognona, che nel 1596 si ribellò per sottrarsi a questo processo di svuotamento della sua autonomia rendendosi indipendente con la nascita della repubblica delle province unite. Altro momento significativo fu la famosa Union de Armas, proclamata da Filippo IV nel 1626. Siamo nella fase della guerra del 30anni in cui la corona spagnola impone a tutte le diverse componenti territoriali l’obbligo di contribuire, ciascuna proporzionalmente alle proprie ricchezze, alle spese militari. Filippo IV non accetta più di contrattare separatamente con le diverse componenti e impone questa regola. Un terzo momento molto significativo, agli inizi 18esimo secolo, è l’emanazione di un nuovo decreto: i decreti di nuova planata, una serie di provvedimenti che sanciscono l’unione politica tra le due componenti aragonesi e castigliane imponendo alla componente aragonese la lingua e le istituzioni castigliane. La dinastia Asburgo-Spagna si estingue nel 1700 con Carlo II, morto senza eredi, e la corona era passata al principe Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV. Questa successione portò alla guerra di successione spagnola dalla quale la Spagna uscì sconfitta (1700-1713). Ottenne la conferma della successione al trono di Filippo di Borbone, e dovette rinunciare ai possedimenti italiani che passarono all’Austria. Mutamenti dinastici: I periodo → castigliano aragonese: dal culmine della riconquista sino alla morte di Ferdinando nel 1516; II periodo → periodo asburgico: dalla morte di Ferdinando e dunque dalla salita al trono di Carlo V d’Asburgo sino alla guerra di successione spagnola, dunque alla morte di Carlo II con l’estinzione della dinastia d’Asburgo; III periodo → dalla guerra di successione spagnola sino ai giorni nostri. - Tudor L’Inghilterra aveva possedimenti nei territori francesi (Aquitania e uno spicchio della Normandia, re d’Inghilterra anche duca di Normandia) e nel corso del 15esimo secolo la presenza inglese sulla terra ferma si era ampliata. Verso il 1430 il territorio francese è per la maggior parte sotto dominio inglese, e l’Inghilterra è considerata un regno extra insulare e discontinuo. Nel 1450 vengono mandati via dall’Aquitania, nel 1453 dalla Normandia e alla fine della guerra dei cent’anni, verso la metà del 15esimo secolo, i possedimenti inglesi sono ridotti al solo porto fortificato di Calais sul canale della manica e alle isole del canale. Diversamente dalla Francia, dalla Spagna e dall’Austria moderne, l’Inghilterra moderna nasce per effetti di una riduzione territoriale che finisce per sorbire lo stesso effetto, cioè per fare dei territori retti della corona inglese una nuova realtà politica caratterizzata da una base territoriale meno estesa ma più continua e omogenea. L’Inghilterra moderna è uno stato insulare. Peculiarità inglese → lo stato moderno nasce non per un’estensione ma per una riduzione Altra peculiarità è che questi territori racchiusi da frontiere naturali presentano un livello di coesione e omogeneità politica e culturale che nessuno degli stati moderni precedenti potevano vantare di possedere. Ciò era un lascito della dominazione dei normanni che avevano conquistato l’Inghilterra nel 1066 ed erano riusciti ad imporre istituzioni centrali forti e capaci di imporsi su tutto il regno. Mutamenti dinastici: I fase → periodo Tudor, comincia nel 1485 con la salita al trono di Enrico VII e si concluderà nel 1603 con la morte di Elisabetta I che morì senza eredi diretti e trasmettendo la corona al nipote, figlio della sorella, Giacomo I Stuart. II fase → periodo Stuart, sovrani scozzesi, periodo di unione personale con la Scozia sino al 1707 quando nasce la Gran Bretagna. III fase → i due regni, attraverso l’Act of Union, nel 1707, si uniscono. Abbiamo l’unione politica, uno dei rarissimi casi di unioni politiche. IV fase → estinzione della dinastia degli Stuart con la morte di Anna Stuart e inizio dinastia Hannover con Giorgio I dovuto all’unione personale tra Gran Bretagna e Hannover. 2. requisito di sovranità La sovranità è definita come summa potestas, potestà suprema subordinata solo a Dio; potere originario, supremo ed indipendente in quanto non deriva da niente, è suprema su chiunque all'interno dei confini ed è indipendente da qualunque persona fisica o giuridica al di fuori dei confini. Questa convinzione si afferma mediante il rovesciamento della prospettiva medievale. Le forme politiche medievali non erano mai state formalmente indipendenti in quanto sempre soggette al papa e all'imperatore. Nella fase della transizione tra l'Età medioevale e l'Età moderna il vecchio universalismo medioevale si va disgregando e l'autorità pontificia viene fatta oggetto di pesanti attacchi da parte del potere regio perché viene intesa come intromissione. Una delle caratteristiche principali è il fenomeno dell'antiromanismo, che porta con se una tendenza alla territorializzazione della Chiesa: tendenza dei sovrani ad imporre maggiore subordinazione agli ecclesiastici locali. Le Chiese divennero sempre più autonome da Roma ma sempre più subordinate alle prerogative regie, non sempre nella stessa misura. In alcuni contesti europei questa territorializzazione sfocia in esperienze radicali quali lo scisma e riforma. Alcuni re si proclamarono «capo supremo» di una Chiesa ormai pienamente territorializzata (o «localizzata», o «nazionalizzata»). Proclamandosi capo supremo di una Chiesa «nazionalizzata» , il re affermava la propria indipendenza o «sovranità esterna» nei confronti del Papato (superiore recognoscens - esempio Il re d’Inghilterra Enrico VIII «schiaccia» papa Paolo III ). Questi sovrani non assunsero mai alcuna potestà sacramentale, ma monopolizzarono la potestà giurisdizionale. Nacquero nuove Chiese «nazionali» totalmente separate e indipendenti da Roma. Esempi più significativi:Svezia, Inghilterra e Danimarca. Ci furono esperienze meno radicali in cui il re continuava a riconoscere l’autorità spirituale del pontefice, limitandosi a rivendicare libertà d’azione su alcune particolari materie solo indirettamente connesse alla sfera spirituale. Nasce, quindi, una nuova Chiesa locale, parte integrante della Chiesa cattolica, ma svincolata da alcune delle prerogative giurisdizionali del Pontefice. Ci sono dei sovrani che pur rimanendo cattolici rivendicano dei diritti: • Il diritto di placet → controllo sulle nomine ecclesiastiche, se mi piace bene se no cambia • L’ exequatur → assenso regio alla pubblicazione degli atti dell'autorità ecclesiastica, perché una bolla pontificia deve per forza entrare in vigore se non mi piace... • Nella monarchia moderna, il re iniziò a reclamare il monopolio nell’amministrazione della giustizia. 2. Tuitio regni Difesa militare: • Nella monarchia medioevale, l’esercito era reclutato anche dai feudatari e i soldati erano personalmente fedeli al feudatario; • Nell’età moderna, l’aristocrazia fu smilitarizzata; • La monarchia moderna impose il monopolio delle forza fisica. 3. Fiscalità: • Nella monarchia medioevale, i tributi potevano essere imposti anche dal feudatario, o da altre autorità. Il re contrattava i tributi con le assemblee rappresentative dei diversi ordini del regno. Le assemblee sono antenati dei moderni parlamenti, erano i rappresentati dei sudditi di fronte al potere regio. Il compito loro essenziale era la legge finanziaria: quanto e in che misura ognuno di noi deve contribuire alla spesa pubblica e come quelle risorse che sono state recuperate mediante imposizione fiscale dovranno poi essere spese. • Do ut des (ti do affinché tu mi dia). • Nella monarchia moderna, il re iniziò a reclamare il monopolio della fiscalità. La corona iniziò a cercare di imporre i tributi unilateralmente, scavalcando il consenso delle assemblee rappresentative dei diversi ordini del regno, ma questo sistema entra in crisi in quanto il re è schiacciato sotto il peso di un urgenza, di una emergenza, il re non si può più permettere il lusso di contrattare ed esporsi alle rivendicazioni delle assemblea rappresentative. Questo è dovuto alla guerra, costosa dal punto di vista finanziario. Assemblee rappresentative: • Stati Generali francesi, 1614 • ZemskijSoborrusso, 1620 • Cortes spagnole, 1648 • Parlamento inglese, 1629-1640 Nessuna di questa assemblea viene disciolta, ma semplicemente non più convocata, ma passò il concetto che fossero scadute per prescrizione, cioè si estingue ed evapora un diritto che non viene più esercitato. ,  Stato medievale: pluralità di centri decisionali, spesso in competizione tra loro.  Stato moderno (assolutistico): un solo centro decisionale, da cui tendenzialmente s'irradiano tutti i poteri. «Stato guerriero», nesso tra guerra, fiscalità e consolidamento assolutistico. Esempi di accentramento assolutistico • La Spagna di Filippo II (1555-1598) • La Francia di Luigi XIV (1643-1715) • La Russia di Pietro il Grande (1682-1724) «Lo Stato moderno produsse la guerra , la guerra produsse lo Stato moderno» Charles Tilly Espansione europea nel mondo e nascita e sviluppo dei grandi imperi commerciali del 500 600 Ancora alla fine del 400 e agli inizi del 500 la conoscenza del mondo era estremamente limitata, limitata all’Europa, unica che era stata osservata e cartografata. Fuori dall’Europa l’uomo conosceva le regioni dell'Africa settentrionale dove si era insediato l’Impero romano e i territori che si trovavano lungo l’antica via della seta. L’Asia e l’Africa erano note agli europei, ma sconosciute erano la loro forma ed estensione. Delle Americhe e dell’Oceania si ignorava persino l’esistenza. Anche il traffico marittimo aveva il cuore pulsante nel Mediterraneo con alcune diramazioni oltre le colonne d’Ercole, una navigazione che si praticava per arrivare al mare del nord e al mare baltico. Nessun europeo si era mai avventurato negli oceani. Lo stretto di Gibilterra, dal punto di vista metaforico, veniva considerato come limite estremo della conoscenza umana. Planisfero di Heinrich Hammer (1490) Planisfero di Piero del Massaio (1462) «Mappa mundi» di Agatodemo (XIII sec.) Strabone (60-21 a.C.) Eratostene (276-195 a.C.) Ecateo di Mileto (550-480 a.C.) La visione tolemaica nell’antichità In tre secoli, dal 1480 al 1780, vi fu uno straordinario allargamento degli orizzonti geografici che produsse un impatto enorme sulla società e sulla civiltà europea. La costa africana e la costa asiatica furono studiate accuratamente e furono scoperti e parzialmente esplorati i continenti ancora sconosciuti (le Americhe e l’Oceania). Tutti i mari furono aperti al traffico europeo (a eccezione di quelli circumpolari, eternamente coperti dai ghiacci), si scoprì che tutti gli oceani erano collegati tra loro e che il commercio europeo poteva avvalersi di una straordinaria via di comunicazione capace di condurlo in tutti gli angoli del mondo e infine che le dimensioni del mondo erano più vaste di quanto ipotizzato dai geografi. Per esempio Fu grazie a questo allargamento degli orizzonti geografici che: • la dieta europea s’arricchì di nuove specie vegetali ad alto tasso nutritivo. Abbiamo l’introduzione in Europa di piante alimentari (il pomodoro, il mais, la patata, i fagioli, la manioca), che dovevano sostenere l’aumento demografico necessaria a consentire lo sviluppo della moderna civiltà industriale, e di prodotti voluttuari (il tabacco, il cacao, lo zucchero). • gli stili di vita si modificarono con la comparsa di gravi malattie sessualmente trasmissibili. All’indomani dei viaggi di Colombo la sifilide prese a manifestarsi nel Vecchio continente con un’intensità mai vista prima. La sifilide, una malattia endemica a decorso benigno nelle Antille, che trasportata in Europa dai marinai spagnoli iniziò a mietere un gran numero di vittime; questa malattia fece scoppiare, nel 1493, la prima epidemia in Italia a seguito della calata delle truppe del re francese Carlo VIII. Le autorità cittadine risposero immediatamente attraverso il «bando delle metrici», con la chiusura dei postriboli e con l’allontanamento delle prostitute dalle città. Ebbe uno straordinario impatto con la società europea la scoperta dell’alterità, la scoperta dell’altro da sé. Per millenni l’uomo europeo si era cullato dell’illusione della presenza di un'unica presenza umana. Presso altre popolazioni uomini e donne si accoppano liberamente scoperta della promiscuità sociale. Presso altre popolazioni era presente il cannibalismo. L’idea di una natura umana chiara e immutabile iniziò lentamente a sgretolarsi: dottrina monogenetica della discendenza di Noè. Inizialmente la cultura europea si sforzò di negare la diversità dell’amerindo e così di difendere un dettato biblico che attestava l'immutabilità e l'univocità della natura umana e dei valori morali. Ci sono due modi in cui gli europei negarono la diversità dell’amerindo: ▪ assimilazione; ▪ disconoscimento; • L’uomo europeo negò la diversità dell’amerindo attraverso l’assimilazione dell’amerindo all’europeo. Alcuni definirono gli indios come discendenti degli abitanti della mitica Atlantide raccontata da Platone. Secondo la Bibbia gli indios come discendenti di una delle dieci tribù di Israele che l’Antico Testamento dava per disperse e secondo le leggende medievali: gli indios come discendenti dei visigoti, dei gaelici o dei galli sbarcati in America sin dall’VIII secolo. Dunque gli indios non sono diversi ma sono in realtà discendenti di una stessa stirpe. • La maggior parte negavano la diversità attraverso i disconoscimenti della natura umana degli indios. Gli indios non si sono allontanati dalla stirpe, non sono esseri umani ma una “sottospecie” umana, «homuncoli» crudeli e antropofagi, destinati per volontà divina alla schiavitù. ATTENZIONE: papa Paolo III, nella bolla Sublimus Dei (1537), riconobbe gli indios come esseri umani titolari di diritti di natura. Ma il vero obiettivo della Chiesa era ritagliarsi uno spazio nelle colonie dove poter procedere alla cristianizzazione delle popolazioni indigene. La Sublimus Dei più un’affermazione dell’istituto missionario che una difesa dei diritti degli amerindi. Progressivamente la cultura europea si dovette arrendere all’evidenza e riconoscere la mutabilità e la pluralità della natura umana e dei valori morali con conseguenze importantissime. Una sola specie umana ma tante civiltà, tante popolazioni con i propri usi, costumi e sistemi. Una conseguenza fu il poligenismo: crisi del diritto di natura e rafforzamento del potere regio. Prima dell’invenzione del diritto scritto, esso era consuetudinario e si pensava esistesse un diritto di natura connaturato all’uomo in quanto tale che non avesse bisogno della prassi o della consuetudine: erano diritti naturali che preesistevano alla società politica che non doveva far altro che riconoscere, difendere e preservare. Questi diritti rappresentano, per il potere regio, un limite invalicabile. È natura dell’uomo avere quei diritti e poterli esibire anche nei confronti del sovrano. All’indomani dell’allargamento degli orizzonti geografici un giurista francese nel suo capolavoro Les six livres de la république (1576), scrisse: «I diritti naturali limitano la corona, ma il loro contenuto non è più certo». Importante fu la scoperta dell’alterità rispetto alla nascita della moderna utopia che acquista valore e credibilità. I resoconti dei primi spagnoli sbarcati nelle Antille riferivano non soltanto di “abitudini crudeli e spaventose” (come in particolare il cannibalismo): tante narrazioni decantavano viceversa la mitezza del clima, il rigoglio della vegetazione e il candore dei nativi (Montaigne e il mito del «buon selvaggio»). L’utopia, questo luogo ideale che magari concretamente non esiste acquista quasi un fondamento di credibilità. Questo stato di apparente “perfezione” ispirò coloro che ambivano a trovare rimedio ai mali del Vecchio continente. Non a caso Thomas More, nella sua Utopia (1516) presenta una mappa molto dettagliata di un’isola che di fatto non esiste ma che per la prima volta diventa per l’uomo europeo credibile. Nasceranno nelle Americhe delle missioni all’interno delle quali missionari, soprattutto gesuiti, proveranno a instaurare quel modello di società perfetta che Thomas More aveva ipotizzato: una società dove i mezzi di produzione sono condivisi, dove tutto viene condiviso e dove ogni forma di governo è su base rappresentativa. Alcuni missionari spagnoli cercarono di preservare l’originario stato di purezza, fondando comunità organizzate secondo i principi dell’Utopia di More: terra e beni posseduti in comune, lavoro collettivo, governo affidato a rappresentanti eletti, etc. Questo allargamento degli orizzonti geografici comincia soltanto alla fine del 400 per tre principali motivi: • La conquista turca di Costantinopoli (1453); • La rivoluzione culturale e scientifica del Rinascimento; • L’avvento dello Stato moderno. La conquista di Costantinopoli genera il bisogno di trovare una nuova via alternativa per le Indie orientali da dove provenivano beni di primaria necessità: seta e spezie. L’antica via della seta, era stata definitivamente chiusa a causa dell’assedio turco di Costantinopoli. Il 400 è un’epoca di avanzamento della cultura geografica con la fioritura di nuove ipotesi sulla conformazione e sulle dimensioni della Terra. Epoca di grandi invenzione/perfezionamento di strumenti necessari per la navigazione oceanica (bussola, sestante, caravella) e maturazione di nuove tecniche di navigazione basate sullo studio scientifico dei venti e delle correnti. Il • Impero commerciale Portoghese • Impero coloniale Spagnolo Non è un caso che abbiano due denominazioni, i due imperi furono sin dai loro esordi profondamente diversi tra loro, nella natura e nel loro sviluppo. Alla base di ciò c’è innanzitutto una ragione demografica. Agli inizi del 500 il Portogallo era una nazione molto meno estesa della Spagna con soli 1,7 milioni di abitanti rispetto ai 7 milioni spagnoli. La Spagna aveva concretamente la possibilità di conquistare, occupare militarmente e colonizzare l’altra sponda dell’oceano. Il Portogallo non aveva una popolazione sufficientemente ampia, né per conquista e occupare militarmente né per colonizzare. Buona parte dell’espansione portoghese si fondò sulla negoziazione diplomatica e sullo strumento dell’accordo bilaterali, si stipulano accordi. LA RIFORMA LUTERANA La riforma protestante, quel movimento che agli inizi del 500 provoca la rottura della chiesa occidentale è un movimento essenzialmente religioso che introdurrà una serie di effetti e ricadute in ambito politico e sociale. Essa si colloca agli inizi del 500, un epoca in cui la dimensione spirituale prevaleva su quella materiale. Lutero era un monaco agostiniano, un teologo, uno studioso della Bibbia. Ciò che comportò la ribellione di Lutero fu la vendita di indulgenze bandita da papa Leone X per finanziare la ricostruzione della basilica di San Pietro. Indulgenze: antico istituto del diritto canonico che prevedeva la remissione totale o parziale delle pene del purgatorio a coloro che si fossero dichiarati disposti a supplire una pensa nel mondo terreno (10 ave Maria, partecipa alla processione….) Nella fase di transizione dal Medioevo all'Età moderna anche la chiesa, diventata Stato, si era dovuta fornire degli strumenti di fiscalità. Questo processo di trasformazione di chiesa in stato aveva portato ad una venalizzazione delle indulgenze (indulgenze come strumento di fiscalità, invece di imporre tasse la Chiesa vendeva le indulgenze). Lutero pubblicò la sua protesta, le sue 85 tesi. Tesi nelle quali afferma la sua drastica opposizione nei confronti di questa consuetudine. Che papa Leone X mettesse le mani nelle tasche dei contadini tedeschi non gli interessava, l'opposizione non verteva sulla venalizzazione dell'indulgenza, ma l'indulgenza in quanto tale. Il principio stesso del indulgenza fosse un approccio sbagliato e perversi nella giustificazione.  Dottrina cristiana della salvezza: Dio creo l'uomo, ad Adamo ed Eva concesse la capacità di vivere in una condizione di assoluta letizia con il divieto di non mangiare la mela, loro lo fecero e per colpa loro le porte del paradiso si chiusero per lasciare l'uomo fuori per sempre. Condannando il genere umano a rimanere estromesso da quella condizione paradisiaca. Nel nuovo testamento grazie al sacrificio di Cristo Dio creatore apre le porte del paradiso ma non ciascuno di noi può farvi ritorno. Per fare ciò, per giustificarsi agli occhi di Dio cosa deve fare l'uomo? • ROMA: ciascuno di noi può giustificarsi agli occhi di Dio, il fedele è soggetto attivo della grazia è il fedele che attraverso le opere buone si conquista il paradiso, e la giustizia divina è retributiva e dunque ricompensa i meritevoli. • LUTERO: nessuno può giustificarsi agli occhi di Dio (riteneva non ci fosse niente che l'uomo potesse dire o pensare per valere il dono finale, l'uomo è un essere malvagio, non crede nel libero arbitrio). Il fedele è oggetto passivo della grazia, la giustizia divina è gratuita e immeritata. SOLA FIDE: per Lutero anche la fede è un dono immeritato che otteniamo dall'alto senza averla in alcun modo richiesta. Non possiamo scegliere o opporci alla fede, è Dio che ci dà la fede e che decide se noi dobbiamo essere salvato. La giustizia divina è totalmente trascendente. La giustificazione verso la fede, per Lutero è dunque Predestinazione, predestinati alla salvezza anche prima di nascere. La grazia divina è irresistibile. L'uomo non poteva fare niente ma solo aspettare di morire per sapere se è stato predestinato al paradiso. Se l'individuo non può fare niente per ricercare niente per modificare il verdetto finale, come può il papa poter intercedere per lui? Lutero svaluta il ruolo della Chiesa come intermediatrice tra Chiesa e uomo. Il fedele non doveva attribuire nessuna importanza agli insegnamenti della Chiesa ma doveva instaurare un rapporto diretto con dio. SOLA SCRIPTURA: non importa ciò che dice la Chiesa ma ciò che apprendi dalla Bibbia. Le Scritture come unica fonte di verità per il fedele. Non conta ciò che insegna la Chiesa ma ciò che è rilevato nella Bibbia. Gli evangelici iniziano a rifiutare il limbo, il purgatorio, culto delle reliquie che non sono scritte nella Bibbia. Lutero non riconosce neanche 5 dei 7 sacramenti. Riconosce solo il battesimo e l'Eucaristia. Il sacerdozio è universale, ognuno è sacerdote di sé stesso. Anche le chiese luterane creeranno in un secondo momento un clero. Nella chiesa cattolica clero e laici sono diversi, nella visione luterane no, esiste una differenza ma non in termine spirituale, solo di funzione. Il clericali assume responsabilità maggiori, spiegare e aiutare a capire la bibbia. Lutero tirò dritto per la sua strada grazie all'appoggio di una parte di principi tedeschi. Alcuni principi tra cui Maurizio, principe di Sassonia, offrono la protezione a Lutero. Grazie a ciò Lutero sconfessa la protesta dei contadini, per la prima volta riescono a leggere bibbia grazie alla traduzione in volgare: “date da mangiare agli affamati, agli assetati” gli ultimi saranno i primi” prendono molto sul serio la testimonianza dei vangeli e cominciano a prendere d’assalto le residenze signorili, i forni.. reclamando ciò di cui erano stati privati. ➢ 1524-25 La società tedesca è caratterizzata dal rovesciamento degli asseti sociali più consolidati. Cosi, per evitare di perdere l'appoggio dei principi tedeschi, Lutero, non soltanto condanna la ribellione dei contadini ma istiga i principi a soffocata e reprimerla nel sangue. Scrive “Contro le empie e scellerate bande dei contadini” definendo i contadini come strumento del diavolo. Formulando il nucleo teorico della sua visione politica: principio di obbedienza passiva → qualunque cosa il tuo principe ti ordini di fare, non devi domandare se sia giusto o sbagliato, devi solo fare ciò che dice perché è giusto in quanto posto li da dio. ➢ 1530 Un altro momento importante è l’adesione alla confessione Augustana → esso si confessionalizza molto rapidamente, dal 1530 si radicalizza velocemente; sei luterane soltanto se aderisci uno per uno a quegli articoli di fede contenuti nella confessione. Carlo V tentò di ricomporre quella frattura religiosa e ci furono diverse guerre sino ad arrivare al 1555 con la pace di Augusta che sigla la fine delle ostilità. Siamo in un epoca della moderna comunicazione sociale, anche i termini della pace diventano oggetti di discussione collettiva. Tre aspetti principali della pace di Augusta (prima volta che autori civili cercano una risoluzione della società religiosa, cristiana): 1. Ius reformandi Diritto di scegliere se rimanere cattolico o passare al luteranesimo. Questo diritto viene sancito ma riservato ad una categoria particolare di individui. Soltanto i principi territoriali possono scegliere se rimanere cattolici o convertirsi. Per tutti gli altri vale la regola del cuius regio eius religio. Carlo V sperava non accadesse. Per questo abdicò, a seguito del fallimento esistenziale della missione che si era dato: proteggere l'unità della chiesa cristiana occidentale. 2. Cuius regio eius religio Nei singoli stati tedeschi la religione del tuo principe sarà anche la tua: diritto di emigrare, Ius emigrandi, il suddito che decideva di andare via per non uniformarsi, doveva farlo nel giro di ventiquattro ore rinunciando a tutto ciò che venivano confiscati dal principe territoriali. 3. Reservatum ecclesiastici Le secolarizzazioni dei beni ecclesiastici erano confermate fino al 1552, da quell’anno, chi avesse voluto passare al luteranesimo avrebbe dovuto rinunciare ai propri possedimenti. LA RIFORMA INGLESE Si colloca successivamente alla riforma luterana e prima di quella calvinista. Nel 1534 il parlamento d'Inghilterra emana l'atto di supremazia per volontà del re Enrico VIII Tudor. La riforma inglese presenta due peculiarità che la distinguono e la separano dalle altre due riforme: ✔ Lutero era un monaco agostiniano, Calvino era un teologo, Enrico VIII era un re. Riforma imposta dall'alto per volontà della corona, due riforme transnazionali promosse dal basso su iniziativa di due teologi (le prime due); ✔ Il luteranesimo partì dal Sri e fu transnazionale, quella inglese fu una riforma nazionale. Enrico VIII non era un riformatore e si era sempre strenuamente opposto alla riforma luterana. Nel 1521 si era sentito in dovere di entrare nella questione e pubblicare una difesa dei 7 sacramenti messi in discussione da lutero con dedica a papa leone X che lo aveva proclamato defensor dei. Persino dopo l'atto di supremazia, 1534,Enrico VIII era così ostile alla riforma luterana che avrebbe continuato a perseguitare i luterana. Soltanto dal 1536 lutero inizia ad accostarsi al luteranesimo ma in vecchiaia si distacca da tutto e ripristina le idee tradizionali della chiesa. Pochi mesi prima di morire proibì la lettura privata della bibbia. All'origine della riforma inglese c'è una crisi politica gravissima che fa perno intorno alla questione del divorzio dal divorzio di Caterina d'Aragona. Non riuscivano ad avere un erede: ha solo una figlia Maria, gli altri muoiono. Enrico VIII aspira a dal liberarsi dal matrimonio ma Roma non ne voleva sapere, la principessa spagnola era la sorella della mamma di Carlo V per cui Roma non poteva offendere un imperatore impegnato a difendere l'autorità della chiesa cattolica. Enrico VIII decise di farsi proclamare capo della chiesa per annullare il proprio matrimonio. ● Non aspirava a nessuna potestà sacramentale ma diventava capo della chiesa come istituzione terrena. ● È uno scisma non una riforma. È una chiesa cattolica sia nella dottrina che nell'organizzazione. Scisma: divisione tra comunità religiose che continuando a processare la stessa fede Riforma: divisione tra comunità religiose che osservano diversa visione di dottrina e pratica liturgica.  Enrico VIII  Edoardo VI  Maria la sanguinaria (Caterina d'Aragona)  Elisabetta I (Anna Bolena) Edoardo VI era un convinto calvinista e provo a riformare la chiesa secondo l'insegnamento di Calvino introducendo molteplici innovazioni che non ebbero conseguenza in quanto morì giovane e salì al trono Maria, fanatica cattolica. Essa riporto la Chiesa nazionale inglese nell'alveo della chiesa cattolica romana in maniera violenta e sanguinosa. Gli anni del breve regno furono castellani da breve purghe inflitte ai protestanti di orientamento di filo calvinista e luterane. Anche Maria morì prematuramente lasciando via libera alla terza erede, Elisabetta. Durante il suo regno la chiesa di Inghilterra assume una fisionomia di natura compromissoria. Elisabetta ascende al trono decisa a chiudere qualsiasi varco e rafforzare le distanze da Roma e dai poteri cattolici. Sale al trono convinta di essere il bersaglio di un complotto internazionale cattolico che ha come unico obiettivo quella di detronizzarla. Non è una mania di persecuzione in quanto tantissimi episodi confermeranno i suoi timori. Già al momento stesso della sua ascesa al trono c’è in Inghilterra un clero filo-cattolico che cerca di fare resistenza. Lo stesso arcivescovo di York rifiutò di incoronarla in quanto contrario alla sua ascesa al trono. Un altro celebre episodio fu la scomunica pronunciata da papa Pio V nel 1570. Scomunicare un sovrano significava esporlo alle azioni violente dei sudditi che attraverso quella scomunica veniva sciolti da Roma da qualunque vincolo di lealtà ed obbedienza. L’episodio più eclatante di tutti fu l’attacco sferrato dalla Spagna di Filippo II che a seguito della morte di Maria (sua moglie) voleva reclamare la corona inglese. Nel 1588 tentò di conquistare l'Inghilterra ma ciò comportò il rafforzamento della determinazione di Elisabetta di essere il bersaglio di un complotto cattolico contro di lei e di prendere le distanze da Roma. Al tempo stesso non si fidava neanche delle idee e del modello calvinista introdotto dal fratellastro Edoardo VI. L'esempio presbiteriano scozzese era per lei una minaccia, avevano un'organizzazione di tipo parlamentarista: qualunque organo nella catena del governo ecclesiastico era un organo collegiale che derivava le proprie autorità e prerogative dal basso. Il Parlamentarismo ecclesiastico era una minaccia. Elisabetta era una sovrana carismatica, fortemente autocratica e tendenzialmente assolutistica che aspirava a governare senza un parlamento e aveva paura che quel parlamentarismo ecclesiastico avrebbe potuto influenzare anche l’ambito politico. Così si inventò una soluzione: un compromesso, una via di mezzo tra la vecchia matrice cattolica e il nuovo modello calvinista. Nel 1563 fece adottare una confessione di fede, i 39 articoli di fede, che da un lato conservavano la tradizione cattolica e dall’altro lato erano presenti tratti della confessione calvinista. Diviene una chiesa riformata seppure episcopale. Compromesso elisabettiano: Chiesa cattolica dal punto di vista dell'organizzazione ecclesiastica, dal punto di vista dei principi della fede accoglie tanti insegnamenti di Calvino. Inclusività: questo compromesso aumenta la capacità della Chiesa nazionale inglese di abbracciare diverse sensibilità religiose, alcune più tradizionaliste, altre più propense a seguire gli insegnamenti di Calvino. Cattolico: monocratico discendente: papa → vescovi → ministri del culto Presbiteriana: collegiale ascendente: fedeli → presbiterio → assemblea generale Inglese: Regina → vescovi o organi monocratici → clero LA CONTRORIFORMA La controriforma è l'insieme delle iniziative intraprese e dei provvedimenti assunti dalle autorità cattoliche allo scopo di contrastare il diffondersi della riforma. Le autorità cattoliche reagirono all'offensiva protestante prodigandosi per contrastare il diffondere delle idee riformatrici e parallelamente cercando di re-imporre il gruppo cattolico laddove i gruppi più o meno numerosi si erano convertiti ad un altra fede. Questa definizione restituisce un’immagine della Controriforma come fenomeno storico unilateralmente reazionario, il termine stesso «Controriforma» ha una connotazione intrinsecamente negativa. I nuovi strumenti di controllo delle opinioni religiose furono l’inquisizione e l’indice dei libri proibiti. - Inquisizione → Istituita da papa Paolo III con la bolla Licet ab initio aveva il compito di scovare gli eretici per reprimere sul nascere ogni opinione religiosa, scientifica o filosofica in contrasto con le dottrine religiose e con le pratiche liturgiche imposte da Roma. L’inquisizione era la sacra congregazione della romana e universale Inquisizione o sant'uffizio. Congregazione: è il governo che si articola riservando alcune particolari competenze a particolari ministeri che aveva il compito di scovare gli eretici. - Inquisizione medievale → mera procedura legale per l'istruzione di processi inquisitoriali ad hoc (corpus organico che consentiva alla chiesa di nominare inquisitore e istruire il processo inquisitoriali e pervenire alla condanna) e nessun tribunale permanente, nessuna magistratura professionale specializzata. Quando la Chiesa aveva necessità di reprimere un eresia il Papa mandava chi voleva per istruire il processo ed emetteva la sentenza. - Inquisizione romana → vi era un tribunale permanente e centralizzato con ramificazioni estese a tutta la società cattolica con un corpo di magistrati accuratamente selezionati, addestrati ed operanti sotto il controllo diretto della curia pontificia. Si era visto un tribunale di questi tipo in Spagna alla fine del 400 quando nel 1478 gli Aragona castilla avevano istituito l'inquisizione spagnola. Nella loro natura e giurisdizione le due Inquisizione romana e spagnola erano diverse. ● Spagnola: istituita per dare la caccia agli ebrei e ai moriscos, operante soltanto nei territori spagnoli e aveva giurisdizione solo sui sudditi del re di Spagna. Tribunale politico composto prevalentemente da magistrati laici. ● Romana: dare la caccia ai seguaci di lutero operante anche al di fuori dello stato della chiesa e aveva giurisdizione su tutti i battezzati con rito cattolico per i reati di eresia. Tribunale religioso composto prevalente da magistrati ecclesiastici.
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