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RIASSUNTO: Studying the Sociology of Journalists - Dickinson, Sintesi del corso di Sociologia Dei Media

Riassunto esaustivo del testo "Studying the Sociology of Journalists: The Journalistic Field and the News World." di Dickinson.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 25/01/2022

giorgialdi
giorgialdi 🇮🇹

4.2

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Scarica RIASSUNTO: Studying the Sociology of Journalists - Dickinson e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! Studying the Sociology of Journalists: The Journalistic Field and the News World. Dickinson RIASSUNTO Il testo di Dickinson si concentra sull’analisi di due teorie che si concentrano sullo studio del giornalismo e la sua rapida evoluzione. Si tratta di due approcci teorici: ❖ Teoria del campo, Bourdieu ❖ Teoria dei mondi sociali, Becker I due approcci paiono opposti; il claim di Dickinson è che qualcuno, a fronte di questa analisi, possa trovare il modo per unire entrambe le analisi e possa trovare un approccio che le vada a completare. INTRODUZIONE I sociologi sono interessati ai giornalisti per diverse ragioni: 1) Il giornalista racconta il mondo, le cose che altrimenti i cittadini non potrebbero sapere; teoricamente sono informazioni di interesse pubblico. Inoltre, i giornalisti sono uno dei modi in cui la società si racconta, come scienza, arte e letteratura. Tuttavia, racconta la realtà con un claim di obiettività, come la matematica (giornalismo = “pieno di verità”). 2) Il giornalista ha un ruolo speciale in società: hanno un ruolo politico, perché possono aiutare ad avere un’opinione sulla società tutta. Ciò: molto interessante per la sociologia. 3) Il giornalista è interessante perché è un lavoro, che dà da vivere. La sociologia studia l’area di consumo, ma per la società attuale è importante studiare anche la produzione, tratto rilevante della società post moderna capitalista. → Gli studi occupazionali del giornalismo (cioè come i giornalisti si comportano per occupare i loro ruoli lavorativi) sono tema forte della sociologia organizzativa degli anni 70’s. Dagli anni 80, il giornalismo è visto come varietà di lavoro, e si va verso analisi e teorie critiche e culturali dell’economia politica e degli studi culturali. Focus: rapporti tra: • Le strutture sociali di Media – istituzioni • Ideologia e rappresentazione Ad oggi la sociologia1 ha perso rilevanza rispetto ai media studies, attuale campo d’indagine attivo e sempre in aggiornamento. Il risultato: molte informazioni su ciò che accade ai giornalisti in certe situazioni e in contesti organizzativi, ma non come e perché i giornalisti agiscono. Comunque, la sociologia è sempre rilevante e 2 fattori stanno ravvivando l’interesse per l’indagine sul giornalismo: • Preoccupazioni teoriche della struttura sociale e dell’ideologia non riescono a dare empiricamente una risposta che combaci con pratiche di giornalismo quotidiano. • Il lavoro giornalistico sta cambiando con rapidità: grazie alle nuove tecnologie ci sono nuovi pattern e nuovi modelli di produzione informale. I giornalisti: sempre iper qualificati, multitasking, e sottoposti a grande pressione per la ricerca di un pubblico sempre più frammentato. Molti concetti sul lavoro del giornalista e come sia svolto sono da rimettere in discussione. ➔ Zelizer nota: non si può più usare la redazione come centro di focus, come nelle prime ricerche di pratica giornalistica, perché molti lavori giornalistici sono al di fuori di essa. Sono emerse nuove forme di giornalismo che sfidano l’ideale convenzionale del lavoro (cosa come e dove lo fanno). 1 Il passaggio teorico a strutture, processi e istituzioni sociali ha lasciato indietro la sociologia della pratica giornalistica. Per capire i cambiamenti che avvengono nelle organizzazioni mediali e le implicazioni che hanno anche dal P.O.V sociologico (tra cui il ruolo dell’informazione come inibitore o valorizzatore della discussione democratica) è necessario studiare le pratiche anche nel nuovo ambiente. ➔ Cottle propone una nuova ricerca etnografica informazionale, ma prima serve un quadro teorico che suggerisca: ❖ Modi di studiare la natura del giornalismo contemporaneo, pratiche e attori ❖ Modi che ne migliorino la comprensione tramite comparazione di ciò che succede nei tradizionali assetti giornalistici, considerando tuttavia più ampie strutture sociali e complessi responsabili per i nuovi assetti. Nell’articolo: due approcci che combinati potrebbero completare il sopracitato quadro. Field theory e l’approccio dei social worlds, P.O.V contrastante rispetto al primo, trascurato da coloro che studiavano la produzione di notizie. Insieme suggeriscono una via da seguire per effettuare quell’importante ricerca empirica del giornalismo che ci serve. BOURDIEU: il campo giornalistico Lavoro interessante per i sociologi di USA e UK interessati alla produzione mediale e culturale (come Hsmondhlagh e Negus) e la produzione giornalistica. I loro contributi ampliano la teoria di Bourdieu. La cornice di lavoro è la Teoria del campo di Bourdieu, che fa un’analisi dei mezzi di informazione. Secondo lo studioso: ➔ Sviluppo sociale dell’uomo: processo che crea sfere semi autonome di azione sociale, ovvero i campi. I campi sono regni di attività umana specializzata nonché sistemi strutturati di relazioni sociali e di lotta, in uno “spazio sociale nazionale”, nel quale gli uomini competono. ➔ Nello spazio sociale di qualsiasi nazione ci sono tanti luoghi di lotta: economici, politici, artistici, educativi, scientifici, giornalistici… e tra di loro possono essere fortemente o debolmente legati, in base alla potenza più o meno influente che esercitano l’un sull’altro. ➔ Nelle società capitalistiche: predominanza del campo economico, collocato nell’ampio campo di potere in cui forze commerciali competono con stato e istituzioni. ➔ Idea del campo concettualizza l’influenza del potere economico nella società in relazione ad altri poteri. ➔ Secondo H, Bourdieu dà un’idea della natura strutturata e delle regole nascoste della creazione di beni simbolici nell’ampio spazio della produzione culturale. E che tenda a “rivelare il modo in cui le pratiche sociali date per scontate tendano, in ultima analisi, a servire gli interessi della classe dominante”. ➔ Ogni campo ha regole interne, come quelle che regolano l’accesso, la progressione, e il premio. In general, hanno una struttura generale e hanno simili opposizioni interne. ➔ Essendo spazi di competizione, ci sono alleanze tra attori sociali, ma anche divisioni tra outsiders e insiders, élite e non. ➔ Il potere di un attore sociale e il suo posizionamento nel campo sono determinati da: ❖ capitale sociale (possesso di networks, connessioni sociali, amicizie con le “giuste” persone), ❖ capitale culturale (skills, conoscenze, background educativo), ❖ capitale economico (padronanza e disposizione di risorse economiche). NB) Modo in cui i campi sono internamente organizzati e connessi ad altri campi produce influenze di “effetti campo” su coloro che lavorano al loro interno e quindi sui risultati del loro lavoro. PROBLEMI E LIMITAZIONI Teoria del campo per l’analisi giornalistica è criticabile a diversi livelli: ❖ Troppa insistenza sul ruolo centrale delle forze economiche. Benché ovviamente le organizzazioni mediali siano radicate nel mercato, in alcuni contesti nazionali, come in UK, ci sono limitazioni all’influenza del mercato. Esistono contesti in cui l’istituzionalizzazione del giornalismo e il ruolo di servizio pubblico danno relativa autonomia. Variazione superiore a quella riscontrata da Bourdieu. Il sottolineare la centralità della dipendenza economica sottintende una sorta di omogeneità teorico sociale, sia nel campo giornalistico che negli altri, ma non si evince. ❖ Problema del posizionamento e della competizione tra giornalisti. Il conflitto è un concetto essenziale nella teoria del campo, visto come luogo di lotta, per lo sviluppo dei gruppi professionali. E sebbene possa essere una dinamica, la teoria del campo tende a omettere un’importante caratteristica del mondo giornalistico: la cooperazione, vista a tutti i livelli, talvolta necessaria per compiere il lavoro. Tant’è che tra i reporter vi è la derisa forma di pack journalism, in cui due giornalisti di testate rivali collaborano sulla stessa storia, nato dalla necessità di evitare conflitti tra direttori e usare le stesse interpretazione. ❖ La ricezione della produzione nella concezione di Bourdieu e co. Infatti, sostengono una corrispondenza che vede da una parte la classe sociale e dall’altra lo status gerarchico tra organizzazioni mediali, ovvero uno scambio tra i giornalisti che lavorano per loro -per queste organizzazioni- e le persone che consumano i loro prodotti -di giornalisti e organizzazioni. Nel Regno Unito, almeno, il contrasto tra classe sociale e status professionale di giornalisti e relative organizzazioni non è, e mai sarà, tanto netto. TEORIA DEI MONDI SOCIALI: produzione dell’informazione come comportamento collettivo ❖ Per Bourdieu: istituzioni della società, la struttura sociale di essa e le idee dominanti agiscono come forze esterne immutabili che colpiscono le persone. ❖ Per Becker: le strutture sociali, le forze sociali e le idee sono continuamente create e ricreate dagli esseri umani, soggette a cambiamenti e negoziazioni tramite interazione. ❖ Concetto™: essenza della società sono gli attori e le azioni umane, nella collaborazione tra agenti, le azioni di stampo collaborativo tramite interazione sociale. ❖ Per comprendere l’organizzazione dell’attività umana bisogna vedere gli individui come membri del mondo sociale. ❖ Le persone che producono notizie sono appartenenti al mondo delle notizie. ❖ In un mondo sociale, i gruppi di individui che interagiscono creano un’aggregazione relativamente stabile di relazioni, e queste relazioni aggregate = mondo sociale. (Gilmore) ❖ Concetto di mondo sociale: ha una storia lunga nella sociologia americana della scuola di Chicago. Le principali teorizzazioni appartengono a Simmel, Park e Hughes. Hughes lo usa come cornice analitica per gli studi di professione, per i quali i mondi sociali sono un’unità dell’organizzazione sociale. Altre definizioni per descriverli: subculture, cerchio sociale. Ma mondo sociale è più utile per comprendere che talvolta si creino “visioni del mondo” all’interno di essi che uniscono gli attori sociali in termini di pratiche, procedure e prospettive. ❖ Becker ha compiuto il lavoro più ampio e riconosciuto, nel contesto della produzione sociale dell’arte. Il mondo dell’arte è “una rete di persone la cui attività cooperativa, organizzata attraverso la loro comune conoscenza dei saperi necessari al creare cose, produce quel tipo di particolari lavori artistici per cui il mondo dell’arte è noto”. ❖ NB) Punto chiave: questi lavori artistici provengono dall’intero sistema che li produce, poiché la produzione artistica non si riduce al lavoro degli artisti, ma include un’ampia rete di persone che lavorano collaborando tra loro. ❖ Nel mondo sociale ci sono 4 tipi di coinvolgimento: o Sconosciuti (strangers): non fanno parte del mondo sociale in esame, ma sono presi in considerazione in quanto abitanti del mondo. Inclusi, anche se attori marginali, per i loro conosciuti punti di riferimento6. ▪ Nel mondo dell’informazione, gli sceneggiatori di fiction o registi potrebbero rientrare in questa categoria: esterni dal mondo sociale, ma punti di riferimento per coloro che sono coinvolti nel mondo di scrittura che ha come fine la diffusione di notizie. o Turisti (tourists): sono spettatori, non coinvolti nelle dinamiche lavorative del mondo sociale, ma vi sono associati in virtù della loro occasionale presenza in esso. ▪ Nel caso del mondo dell’informazione, includerebbe gli editorialisti che fanno “pezzi di opinione” o i collaboratori ai giornali, che tendenzialmente lavorano al di fuori del mondo dell’informazione: politici, accademici. o Regulars: partecipanti abituali integrati nelle costanti attività nel mondo sociale. ▪ Coloro che lavorativamente sono impegnati nei processi di lavoro informazionale, a qualsiasi livello di coinvolgimento nel mondo sociale. o Insiders: alto coinvolgimento nel mondo sociale, e un’intima conoscenza delle attività nel suo interno, di chi “controlla o determina la struttura e il comportamento dei mondi sociali e dei relativi sotto-mondi7”. Gli insiders non devono necessariamente avere uno status superiore a quello dei macro-mondi. ▪ Le singole testate si possono intendere come sottomondi del mondo delle notizie; in quest’ottica, gli insiders di un giornale nazionale UK avranno più status di quelli di un giornale locale. ▪ Concetto che teorizza nuove forme di distribuzione delle notizie, come i giornalisti cittadini o i blogger, che non sarebbero “soggetti problematici” bensì membri di sottomondi nonostante la loro non legittimazione istituzionale. ➔ Tutti i mondi sociali possono essere pensati come insieme di sottomondi sociali. Ciò implica che ci siano vari livelli e scale di analisi del mondo sociale. o Mondi Locali: situati in precisi spazi geografici. Es: il mondo delle notizie locali o Mondi Regionali: più dispersi, ma collocati in un determinato spazio geo. Es: in UK il sottomondo delle notizie della BBC è definito con i riferimenti geografici delle nazioni di appartenenza (Inghilterra, Scozia, Galles…) o Mondi Dispersi: non delimitati geograficamente. Conseguenza di internet, in cui ci sono sottomondi globali dispersi di blogging e citizen journalism. Internet comunque permette di essere strettamente “linkati” tramite tecnologie di syndication, o “mosaico di subworlds”. ❖ Sistemi del mondo: mondi sociali locali, regionali e dispersi tra loro linkati. Con ciò si possono scovare condizioni politiche e socioeconomiche che influenzano o limitano il coinvolgimento degli attori all’interno dei mondi sociali. 6 I musicisti country (appartenenti al mondo sociale della musica country), che prendono ispirazione- dei musicisti rock nel loro processo di composizione. 7 Unruh. riferimento a uno studio riguardante il mondo artistico di Chicago per illustrare: “mentre New York e Chicago dovrebbero essere considerati come sotto mondi di un più grande mondo artistico, la nozione di Insiders permette di concettualizzare il concetto che i sottomondi non siano necessariamente costituiti di status e forza uguali a quelli appartenenti ai macro mondi che li contengono”. Contrasti e affinità tra campi e mondi ❖ Mondi sociali: quotidiana interazione sociale tra coloro che li abitano. Le cose accadono in un mondo sociale perché le persone interagiscono tra loro. Possono competere e collaborare, perseguendo i propri interessi in relazione a ciò che fanno gli altri, adattandosi e riposizionandosi nella propria situazione sociale. → in contrasto col concetto di campo, che è luogo di lotta e competizione. ❖ Il compito dell’analisi sociologica è quello di comprendere come avvengono tali interazioni e adattamenti e quali risultati portano. ❖ Mondi sociali: enfatizza la collettiva e collaborativa natura dell’organizzazione sociale; sono ovunque ed illimitati. Chiunque fa ciò che deve essere fatto nel mondo sociale è parte di esso. Non ci sono barriere, o solo per alcuni mondi che richiedono “l’accozzo”, ma non sono mai permanentemente chiusi. Modo utile analiticamente e pure preciso, perché apre a ricerche empiriche. Le attività del mondo sono esse stesse oggetto di studio. → i campi presentano confini sorvegliati da coloro che sono all’interno, per una convenienza analitica. ❖ Nb) secondo gli interazionisti, il soggetto delle azioni che le persone fanno insieme è quello più appropriato, non è considerato solo “il fondamentale mondo naturale dell’esperienza quotidiana”: studiare i mondi necessita studiare le azioni delle persone, come base empirica per vederne i risultati. → Nella teoria del campo, l’analisi è su forze invisibili o su concetti astratti come l’habitus. ❖ Metafora mondo: non estesa, ma suggerisce spunti di riflessione sulla vita sociale empiricamente esplorabili. ≠ campi, in cui le forze sono invisibili. Tuttavia, anche i mondi sociali hanno forze sociali che contribuiscono all’operato delle persone. ▪ Concetto della convenzione: le persone sanno, spesso, come le cose sono state fatte in passato e le loro azioni sono guidate da conoscenze pregresse storico-esperienziali. Essa guida con forza la vita sociale, e le persone condividono le conoscenze convenzionali e la consapevolezza che “questo è il modo in cui le cose sono fatte qua attorno a me”. ▪ Le convenzioni sono più rigide e regolate da insiders che le impongono severamente, altre sono variabili. ▪ In genere, sono nascoste agli outsiders, ma ovvie se sfidate o non funzionano8. Importante: la questione della produzione sociale come realizzazione professionale riporta all’attenzione i processi microsociologici del giornalismo. Si necessita di focalizzarsi sulle interazioni e sulle interrelazioni che si verificano anche tra giornalisti, non solo tra redazioni e fuori da esse, tentando di comprendere come queste relazioni tra individui siano interpretate e vissute nella pratica. Ciò ci permetterebbe di riconnettere la nostra analisi alla natura, socialmente collocata, dell’azione umana, per poi comprenderla dalla prospettiva del giornalista coinvolto. 8 Nel mondo dell’informazione, i casi di Jayson Blair (reporter del New York Times caduto in disgrazia) e di Andrew Gilligan (un tempo corrispondente di difesa della BBC) illustrano bene questo caso.
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