Scarica RIASSUNTO SU BRANO INIZIALE DEI MALAVOGLIA e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! “LA PROVVIDENZA PARTI’ IL SABATO VERSO SERA” E’ il capitolo iniziale del romanzo, il quale contiene tutti i temi fondamentali della storia: l’etica familiare, la contrapposizione con il villaggio, la ribellione di N’toni, il tentativo di miglioramento delle condizioni economiche. La similitudine inziale, “come i sassi della strada vecchia di Trezza”, è di tono popolareggiante e fa riferimento a una caratteristica del posto che può essere nota solo agli abitanti del villaggio. E’ come se fosse uno di loro a pronunciarla. L’orizzonte culturale del narratore è definito dai proverbi, che si insinuano continuamente nel racconto. La famiglia dei Malavoglia è presentata mediante il ricorso a un proverbio, che permette di introdurre i personaggi seguendo il naturale ordine gerarchico. I loro tratti caratteriali, già indicativi dei rispettivi destini, non sono affidati a giudizi psicologici del narratore, ma a rapide notazioni che sembrano formulate all’interno della comunità del villaggio ( per esempio <non si sarebbe soffiato il naso se suo padre non gli avesse detto “soffiati il naso”>). La morale di padron N’toni è fondata sull’aiuto reciproco (idea espressa dall’immagine delle dita della mano) e sull’idea che è bene stare contenti della propria condizione, senza cedere all’ambizione di migliorarla. Proprio dall’infrazione di questa norma nasceranno le disgrazie dei Malavoglia. La parte centrale del capitolo riguarda la partenza di N’toni: egli è partito per il servizio militare e viene sedotto dalla vita cittadina. I notabili del paese intanto si mostrano sprezzanti nei confronti di padron N’toni, che ha chiesto loro aiuto nella speranza di far riformare il nipote, poiché le sue braccia sono necessarie per condurre la Provvidenza. Si delinea subito quindi il contrasto tra il villaggio, ipocrita ed egoista, e la famiglia Malavoglia, sincera e onesta. Quando questi cadranno in disgrazia, quasi tutti i compaesani volgeranno loro le spalle abbandonandoli al loro destino. Padron N’toni non conosce i rivolgimenti storici di quegli anni, per lui lo Stato è soltanto un’entità astratta e ostile, e detesta il re perché sottrae i figli giovani alle famiglie nel momento più adatto per “buscarsi il pane”. Dunque la partenza di un nipote, l’annata scarsa, la necessità di una dote per mena, convincono il capo famiglia a comprare a credito da un usuraio, lo Zio Crocifisso, con l’intento di rivenderli in un paese vicino. La scelta di farsi commercianti, benché dettata dalla necessità, si configura come il tentativo i migliorare le condizioni economiche della famiglia. Si costituisce quindi un’infrazione della morale fissata dai proverbi, che esorta invece a starsene contenti del proprio. Tale infrazione condurrà la famiglia alla rovina. Il capitolo si conclude con la partenza della barca di famiglia, la Provvidenza, con a bordo Bastianazzo e Menico. Alcuni passaggi si caricano di valori simbolici che lasciano presagire l’imminente sventura. L’ultima parola del capitolo risuona ambiguamente sinistra: “e questa fu l’ultima sua parola che si udì”. “TRISTE QUELLA CASA DOVE CI E’ LA VISITA PEL MARITO” Durante il traporto dei lupini, una violenta tempesta fa naufragare la Provvidenza. Bastianazzo e Menico, il figlio di una vicina, che erano sulla barca, annegano in mare. Restituito dalle onde, il corpo di Bastianazzo viene esposto in casa, per
