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Riassunto su Nietzche per quinto anno di liceo., Sintesi del corso di Filosofia

Riassunto da me usato per studiare Nietzche in modo completo ma efficace e chiaro, usato sia per le interrogazioni che per ripassare per la maturità, (Uscita con 100).

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 19/01/2022

evacelestini
evacelestini 🇮🇹

4.3

(19)

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Scarica Riassunto su Nietzche per quinto anno di liceo. e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! Friedrich W. Nietzsche Potremmo parlare dei “biglietti della follia”, ovvero le lettere che Nietzsche inviò a parenti ed amici, dove alterna sprazzi di lucidità ad affermazioni deliranti, spesso firmandosi come “il crocifisso” o “l'anticristo”. A questo periodo risale il definitivo crollo mentale e finanziario del filosofo che dovrà trascorrere un anno in ospedale, fin quando la madre decide di riportarlo a casa, dove insieme alla sorella se ne prenderà cura fino alla sua morte nel 1900. I periodi della produzione di Nietzsche. La produzione di Nietzsche viene convenzionalmente divisa in 4 periodi; non si tratta di fasi in cui ci sono cambiamenti radicali che le differenziano, ma per ciascuna possiamo individuare nuclei tematici ed aspetti stilistici peculiari. 1. periodo giovanile: qui il filosofo compone prevalentemente saggi come La nascita della tragedia, dove troviamo una sua ricerca filologica, ma soprattutto una sua riflessione sulle cause della decadenza del mondo occidentale. 2. periodo illuministico/ filosofia del mattino: es. La gaia scienza, in questo periodo c’è il passaggio da una forma saggistica a una forma aforistica e il tema principale è la distruzione delle illusioni della metafisica e della morale e una critica particolare è rivolta alla tradizione cristiana. 3. fase matura/filosofia del meriggio: es. Così parlò Zarathustra, dove tramite stile aforistico i temi principali sono eterno ritorno, figura del superuomo e concetto di volontà di potenza 4. Gli ultimi anni/filosofia del tramonto: c’è un ritorno ad una critica serrata della morale e della religione cristiana, un esempio è La genealogia della morale. Il periodo giovanile, la denuncia della decadenza occidentale. Il periodo giovanile è la prima fase della produzione del filosofo, dove si affronta una polemica nei confronti della civiltà occidentale, la quale secondo Nietzsche si trova in un profondo stato di decadenza intesa come allontanamento dell’essere umano dalla sua vera natura e riguarda in generale tutta la civiltà europea, ma in particolar modo quella tedesca, che non è consapevole del proprio stato e anzi si percepisce come una nazione avanzata. In questo quadro Nietzsche scrive “La nascita della tragedia dallo spirito della musica”, un saggio in cui c’è l’idea che l’immagine tradizionale della grecità, quindi equilibrio, perfezione e armonia, sia falsata, poiché elimina uno dei due elementi costitutivi della civiltà greca, per focalizzarsi solo sull’altro. Questi due elementi sono due impulsi dicotomici, che il filosofo chiama “dionisiaco” e “apollineo”. Il dionisiaco e l’apollineo. L'impulso/spirito dionisiaco prende il suo nome dal dio Dioniso, dio della musica e del vino; tale impulso si concretizza negli aspetti istintuali, irrazionali ed esoterici dell’essere umano, può provocare quindi anche violenza, dolore e morte ed in generale corrisponde alla vitalità, corporeità e caos; si esprime nella musica e nella poesia lirica. Dall'altra parte l'impulso o spirito apollineo prende il nome da Apollo, dio della luce e delle arti, e nasce come tentativo di contenere il caos, si esprime nel tentativo di organizzare e razionalizzare la realtà, per dare un significato agli eventi e all’esistenza; si manifesta nelle leggi, nella filosofia, nella poesia lirica e nelle arti figurative come scultura e architettura. La tragedia, il miracolo metafisico e il razionalismo socratico. Secondo Nietzsche, la tragedia è una delle produzioni artistiche più alte della cultura greca e bisogna riscoprire l’elemento dionisiaco da cui essa ha avuto origine, via via rimosso dai drammaturghi. Secondo il filosofo, la tragedia sarebbe nata dal ditirambo, un canto corale dedicato a Dionisio, e gradualmente sarebbero state inserite all’interno parti recitate. In seguito, l’arte greca avrebbe poi operato il “miracolo metafisico”, quindi far coesistere in perfetta armonia l’impulso dionisico e quello apollineo nelle opere. Armonia che avrebbe avuto breve durata perché il razionalismo socratico (ossia la convinzione che esista una verità ultima, che l’essere umano deve impegnarsi per trovare -e dunque che la realtà sia comprensibile tramite la ragione-) determinò la rimozione del diosniaco in favore dell’apollineo, determinando così la morte della tragedia greca e l’inizio della decadenza del mondo greco. Le conseguenze del razionalismo socratico. Con il razionalismo socratico sarebbe iniziato un processo di eccessiva valorizzazione della ragione e di occultamento della dimensione tragica dell’esistenza, processo sarebbe sviluppato ad esempio da Platone, proseguito ancora con l’illuminismo. Tuttavia, il fatto che Nietzsche avesse individuato una decadenza del mondo occidentale non era una condanna definitiva; al contrario, la comprensione delle cause di tale decadenza avrebbe portato all'uscita di tale situazione. Si trattava di dover recuperare l’eredità greca, in particolare l’impulso vitale dionisiaco. Già Kant e Shopenauer hanno abbandonato l’illusione socratica di poter arrivare a conoscere una verità assoluta/ la cosa in sé, celata dal cosiddetto velo di Maya; per Nietzche, con la musica di Wagner, si può ripetere il miracolo metafisico del mondo ellenico, in quanto fonde musica e danza perfettamente, metafora dell’unione ponderata in un’unica opera dei due impulsi opposti, dionisiaco e apollineo. La polemica contro lo storicismo. L’idea della decadenza occidentale viene sviluppata dal filosofo nell’opera “Considerazioni inattuali”; tra queste considerazioni, la più celebre è “Sull’utilità e il danno della storia per la vita”, in cui Nietzsche presenta la decadenza occidentale come esito di quella che il filosofo chiama “malattia storica”, ovvero lo storicismo. Per lui, l’eccesso di conoscenza storica tipica del XIX secolo, paralizza la capacità creativa degli uomini trasformandoli in enciclopedie ambulanti, nonostante asserisca che senza il ricordo del passato, la vita moderna degli uomini non sarebbe diversa da quella degli animali. Tuttavia è convinto che un eccesso porterebbe solo danni e il rimedio allo storicismo è l’oblio/“antistorico”: non si tratta di un invito a dimenticare la storia, ma piuttosto a liberarsi dall’eccesso di conoscenza storica e mettere la storia e il sapere a servizio della vita, per agire, creare ed innovare. I 3 atteggiamenti di fronte alla storia. Per il filosofo, sono tre i possibili atteggiamenti che l’uomo può adottare nei confronti della storia: 1. storia monumentale: l’atteggiamento di chi ricostruisce la storia basandosi sulle grandi opere e sui grandi personaggi dell’epoca; questo tipo di atteggiamento è utile a chi vuole modelli e maestri, che non può trovare nelle persone del suo presente. Tuttavia, questo atteggiamento può portare ad una sterile imitazione. 2. storia antiquaria: atteggiamento di chi guarda al passato con fedeltà, tutelando la tradizione, per comprendere le proprie radici; tuttavia questo atteggiamento può portare ad un semplice “collezionismo” di fatti storici, quindi ci si fermerebbe soltanto alla contemplazione della storia, senza trasformarla in qualcosa di utile per l’agire quotidiano. 3. storia critica: atteggiamento di chi guarda al passato condannandolo e giudicando ciò che ci offre, comprendendo che non bisogna soltanto imitare i modelli del passato ma che si può anche superarli. Tuttavia, questo atteggiamento può indurre all’idea che il passato non possa insegnarci nulla. La filosofia del mattino, l’illuminismo di Nietzsche. Nel periodo della filosofia del mattino, Nietzsche si impegna in un’opera di smascheramento dei pregiudizi e interessi per quanto riguarda ogni tipo di conoscenza e di sistema di valori, sia sul piano della morale che della metafisica. L’illuminismo di Nietzsche è la seconda fase del suo pensiero, così definita perché egli adotta uno stile critico e aforistico tipico degli autori illuministi del ‘700, con l’intento di distruggere le illusioni della morale e della metafisica, e smascherare gli inganni che si celano sotto ogni tipo di conoscenza, adottando un metodo sia critico (perchè non accetta passivamente ciò che la tradizione impone, bensì mette in discussione ogni certezza) sia storico (poiché considera ogni verità come il risultato di un contesto storico, sociale, politico, economico in cui è stata elaborata). Lo stile aforistico. L’illuminismo del filosofo è contraddistinto innanzitutto da un cambio di stile, poiché subentra sempre più frequentemente l’uso dell'aforisma, termine che indica un breve pensiero che sintetizza un’osservazione, cambiamento che riflette senz'altro i nuovi interessi del filosofo, poiché l'aforisma era la forma espressiva preferita dagli studiosi francesi del ‘600/’700, che in quegli anni Nietzsche legge assiduamente. Inoltre, l’uso dello stile aforistico sembra riflettere una convinzione che Nietzsche ha circa la funzione stessa della filosofia, che non deve descrivere oggettivamente bensì deve lasciar modo al lettore di riflettere ed interpretare. E’ per questo che possiamo definire la filosofia di Nietzsche anti-sistematica, poiché rifiuta il pensiero che la filosofia possa fornire una descrizione oggettiva e unica della realtà. L’allontanamento dall’arte. Gli anni illuministici sono anche quelli in cui Nietzsche si distacca sempre più dalla filosofia di Schopenhauer, e dall’arte di Wagner, poiché quest’ultimo aveva iniziato a produrre opere che andavano sempre più a favore degli interessi del grande pubblico; Wagner non era più una figura inattuale, ma al contrario si stava omologando e stava diventando un punto di riferimento per la cultura di massa, quindi simbolo della decadenza occidentale. Inoltre, in questi anni Nietzsche smette di vedere l’arte come un mezzo che possa rinnovare la società e possa porre fine alla decadenza dell’Occidente; essa può al massimo allontanare temporaneamente l’uomo dal dolore Egli inoltre si pone al di là del bene e al di là del male, sta a significare che le sue azioni e in generale la sua esistenza non sono sottomesse e non dipendono dai valori imposti dalla società, ma seguono un impulso vitale. Il superuomo, in più, è colui capace di accettare “la morte di dio” (quindi alla scomparsa del fondamento), credendo che l’unica realtà esistente sia quella terrena; accetta quindi la propria condizione e la propria natura mortale. Il superuomo, spiega Nietzsche, non deve però portare nuovi tipi di valori (altrimenti non ci sarebbe nessuna vera e propria morte di Dio), al contrario deve essere colui che è finalmente in grado di vivere senza valori e senza fondamento. la concezione nietzscheana del tempo, l’eterno ritorno dell’uguale La concezione dello spazio e della temporalità di Nietzsche è spiegata tramite la visione dell’eterno ritorno dell'uguale; espressione (radicalmente diversa da quella cristiana, che ha un a comcezopmne lineare del tempo) che spiega che tutto, ogni istante, ritorna infinite volte esattamente identico a se stesso, non c’è quindi una mèta ultima verso il quale il tempo scorre (Nietzsche ha infatti una visione circolare del tempo), c’è silon un'eterna ripetizione dell’uguale. Questa concezione del tempo e dello spazio sembra riproporre una concezione arcaica greca, del tempo come circolarità (es Emepdocle decsreive il cosmo come una sfwra che ciclicamente si crea e si distrugge), Tuttavia non si è ben capito se Nietzsche volesse offrire una teoria fi tipo cosmologico, basata sulle conoscenze scientifiche del suo tempo, o unas concezione da intendersi in senso metaforico, quindi come un invito a vivere il presente nel migliore dei modi, sapendo che dovrà ripetersi all’infinito. la volontà di potenza e l’amor fati: Un’altra delle caratteristiche peculiari del superuomo è la volontà di potenza, di cui è incarnazione. La volontà di potenza è la volontà umana di imporre i propri valori e la propria prospettiva sul mondo; essa è un istinto all’autoaffermazione. La volontà di potenza si esprime nell’uomo anche con la sua capacità di accettare il pensiero dell’eterno ritorno; se nella vita ogni istante è destinato a ripetersi, è ,logico pensare che non ci sarà nulla di nuovo che potrà accadere. Le conseguenze di questo pensiero sono una perdita di senso della vita, eppure il superuomo è in grado di affrontare positivamente questa condizione; egli non si limita ad accettare il proprio destino, bensì lo vuole. Questo atteggiamento è ciò che Nietzsche definisce “amor fati”, espressione che appunto indica la capacità di volere, desiderare il proprio destino. L’amor fati è anche il motivo per cui il superuomo riesce a redimere il tempo; con la sua capacità di accettare totalmente la vita e desiderare il proprio destino, il superuomo si libera dai vincoli del passato. Nietzsche e il nazismo. Il nazismo se4gnò una svolta nella diffusione del pensiero di Nietzsche,facendolo uscire dall'ambito filosofico e facendolo invece diventare un'ideologia di un progetto politico. Tra i nuclei tematici del pensiero di Nietzsche che sono stati usati maggirmente per kla propaganda nazista c’è prorpio la volontà di potrenza; questo perche il filosofo la descrisse anche come una forza di sopraffazione, una forza dominatrice, che si dimostra soltanto nei superuomini, mentre negli uomini deboli è nascosta. Inoltre c’è da dire che, pur non essendo il filosofo nazista (per motivi cronologici), in molti dei suoi testi compaiono ideali fortemente antidemocratici e antiegualitari; inoltre, la società ideale designata da Nietzsche non è assolutamente una società formata da un unica razza pura (anzi, per il filsofo la presenza di nazionalità diverse è una delle soliuzionmi per contrastree la decadenza di una civiltà), ma certamente c’è l’idea di una società elitista, aristocratica, in cui devono prevalere le caste più forti come quelle dei guerrieri. La sorella Elisabeth e la volontà di potenza: L’analisi dei m otivi che portarono alla nzificazione dei pensieri di Nietzsche è tutt’oggi motivo di dibattito. Tra i motivi che hanno ottenuto maggior approvazione ci sono le accuse rivolte ad Elisabeth, sorella di Nietzsche; si dice in una delle sue ultime lettere, il filosofo avesse lasciato intendere di aver completato un libro, chiamato “la volontà di potenza” (che però, come tale, non è mai esistito), ma i familiari trovarono solo libri e quaderni pieni di appunti, nessuna traccia dell’opera. Fu quindi Elizabeth con alcuni suoi collaboratori a ricostruire l’opera, e furono criticati non soltanto di aver manipolato gli scritti del filosofo, rendendoli compatibili con le ideologie naziste, ma anche di aver fatto credere “la volontà di potenza” fosse stata un’opera scritta da lui stesso. Inoltre, Elisabeth ed il marito crearono un progetto per cui si trasferirono (molti anni prima dell’accaduto) in Paraguay, con lo scopo di creare una nuova colonia tedesca ariana, la “Nueva Germania”; il progetto fallì, quindi tornarono in Germania. Qui, insieme alla madre, si prese cura del fratello malato, e nel frattempo si dedicò ad un'opera di promozione della sua filosofia, con lo scopo di creare una specie di mito intorno alla persona di Nietzsche
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