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Vita e Poesia di Giovanni Pascoli: Biografia e Poetica, Dispense di Italiano

La vita e la carriera poetica di giovanni pascoli, nato a san mauro di romagna nel 1855. Il testo tratta della sua infanzia, della morte del padre, dei suoi studi e della sua carriera da insegnante e poeta. Vengono inoltre analizzate le tematiche e le caratteristiche della sua poesia, tra cui la matrice positivistica, l'attenzione al fattore psicofisico e la presenza di simboli e riferimenti astronomici.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 02/11/2022

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saraaa2222 🇮🇹

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Scarica Vita e Poesia di Giovanni Pascoli: Biografia e Poetica e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! Vita di Pascoli Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna. Pascoli è una figura intima e presenta nelle sue composizioni una poetica degli oggetti che rimandano da un simbolo (riferimento al correlativo oggettivo). Egli nasce da una famiglia di piccola borghesia rurale: il padre Ruggero era amministratore della tenuta dei principi Torlonia. La mia famiglia di Pascoli era una famiglia numerosa (10 figli e Pascoli era il quarto). Un evento che sconvolge la vita della famiglia è l’uccisione del padre, assassinato a fucilate senza aver mai scoperto l’artefice. Si tratta del primo episodio di una serie di lutti dai quali sopravviveranno in 3. La morte del padre provocò la scomparsa del sostegno economico che provocò una crisi economica e obbligò il primo figlio ad andare a lavorare, mentre Giovanni andò al Collegio degli Scolpi di Urbino che si rivelò utile per i suoi studi. Era talmente brillante che, quando non poté permettersi di pagare gli studi, i suoi insegnanti si tassarono per pagarglieli. Pascoli inizia la sua carriera come insegnante di letteratura italiana e latina all’università di Bologna. Subì il fascino dell’ideologia socialista che lo fece partecipare a manifestazioni dove poi venne arrestato. Lo shock dell’arresto lo sconvolse così tanto che per questo decise di non toccare più politica. Quando andò a lavorare a Massa Carrara chiamò con sé le due sorelle rimaste (Ida e Maria). Dopodiché Ida viene considerata una traditrice perché si sposa e quindi lascia il nido (famiglia). Nel 1891 pubblica la prima raccolta lirica Myricae (un arbusto molto semplice e umile che fa riferimento al mondo della ruralità, alla classicità e alla modestia). È formata da 156 componimenti brevi di genere lirico e descrive episodi di vita campestre attraverso il gusto impressionistico (non episodi precisi e dettagliati, ma macchie di scene). Vi è la presenza di significati simbolici e l’evocazione al tema della morte. Affitta la casa di Castelvecchio dove vivrà fino alla morte della sorella Marilù (Maria). Sarà docente prima dell’università di Bologna, poi a quella di Messina ed infine succederà Carducci alla prestigiosissima università di Bologna. Nel 1897 scrive i Poemetti, nel 1903 scrive I Casti di Castelvecchio, nel 1904 scrive I Poemi conviviali. Con i poemi del risorgimento, i poemi italici e le canzoni di re Renzo, verrà definito “poeta di stato”. Muore il 6 Aprile 1912 per un cancro allo stomaco. Pensiero di Pascoli La poetica di Pascoli è connotata da una matrice positivistica che venne apprese negli ultimi anni dei suoi studi. Vi è precisione nell’utilizzo della nomenclatura ornitologica e botanica e nella frequente presenza di riferimenti astronomici. Affianco alla matrice positivistica troviamo la vera base del pensiero pascoliano ossia l’INTRASCEDENTE, lo scuro, il singolo. Nel suo pensiero si rispecchia la crisi della scienza che stava avvenendo (Decadentismo). In questo periodo l’anima dell’uomo si apre verso l’ignoto, il misterioso. A questa situazione Pascoli properrà per un profondo umanesimo non fortemente cristiano. Questo comprendere il fallimento della scienza come strumento per scoprire le verità dell’uomo, portano Pascoli ad un ragionamento soggettivo. Si rende conto che nel mondo del reale i vari oggetti sono legati tra loro con significati diversi. La sensibilità di Pascoli si descrive come decadente perché lui va alla scoperta dell’ignoto, del mistero e perché utilizza i simboli per il suo velato interesse nei confronti alla sessualità morbosa (morirà senza aver mai avuto un’esperienza amorosa). Pascoli pone attenzione al fattore psicofisico dell’uomo attraverso della poesia che si rifà a Freud. L’incapacità di Pascoli ad adattarsi alla società vivente provoca in lui un senso di inadeguatezza nei confronti della realtà rispetto al sogno. Pascoli incarna l’esemplare dell’immagine di piccolo borghese, appagato dalla vita e chiuso nella sfera degli oggetti domestici. Dalla sua famiglia e nella vita impara valori come: la proprietà, la famiglia, la devozione e la fedeltà ai morti, l’accontentarsi del poco, la pietà per i sofferenti e derelitti (ciò che rimane degli uomini, scolasticamente “il barbone”). Per Pascoli il nido, ossia la famiglia, diventa un’ossessione dopo l’uccisione del padre. Esso rappresenta sicurezza, fraternità, tutela, conforto e riparo da una realtà esterna minacciosa e paurosa. Pascoli individua in ognuno di noi un bambino che dà nuovi nomi alle cose, che si stupisce per le cose più semplici, le cui emozioni sono profonde, semplici e sincere. Il fanciullino rappresenta la parte più buona e ingenua di noi. I bambini infatti non odiano, non ne sono capaci. Loro sono in pace e non concernano la presenza di conflitti umani. Pascoli ha paura del nuovo ambiente politico che si sta creando a causa dei conflitti imperialistici tra le varie potenze, per questo si rifugia nella poesia del paesaggio agreste, del nido, degli affetti domestici, delle piccole cose che trasmettono sicurezza dalle orrendità del mondo esterno. Poetica di Pascoli La poesia di Pascoli è una poesia semplice, fatta di oggetti che hanno un significato nascosto che tende al mistero. Nel 1897 pubblica “Il Fanciullino” che è la rappresentazione di come il poeta Giovanni Pascoli vede il mondo. Pascoli sostiene che in ogni uomo, e in particolare nei poeti, è presente un fanciullino. Si tratta della visione del mondo di un bambino, che è completamente diversa da quella di un uomo. Questa p una visione nuova, più autentica, sincera, ingenua, più vicina alla natura. Parliamo della visione di un bambino che si stupisce e si meraviglia anche per le cose più
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