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Riassunto sul Cubismo, Pablo Picasso e Braque, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

In questo file vi si trova tutto ciò che c'è da sapere sul cubismo, prima vi si spiega cos'è il cubismo e poi si entra più nel dettaglio spiegando le quattro fasi del cubismo cioè Formativo, Analitico, sintetico e orfico. i vari periodi sono spiegati anche con delle opere) Vi si trova una breve spiegazione su Georges Braque e Vi si trova una spiegazione invece esaustiva sulla vita di Picasso, le opere e i periodi.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 31/12/2022

Otsot
Otsot 🇮🇹

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto sul Cubismo, Pablo Picasso e Braque e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! CUBISMO CHE COS’E’ IL CUBISMO? Il Cubismo, in particolare, fu una delle prime Avanguardie artistiche del Novecento, e il primo movimento moderno a porre in termini tecnico- scientifici il principio fondamentale dell’arte contemporanea: la coscienza, cioè, della sua dimensione intellettuale. Fu dunque un movimento “contestatario”, prima ancora che d’avanguardia. In nome della scoperta della quarta dimensione, legata al fattore tempo, i cubisti distrussero la visione pittorica tradizionale; adottarono le prospettive multiple e rovesciate degli artisti primitivi, opponendole alla prospettiva centrale; scoprirono ed imitarono la cosiddetta “arte negra”, ossia l’arte africana, e quella delle popolazioni indigene americane. I quadri cubisti sono davvero molto diversi da quelli che li avevano preceduti. Cercando una maniera nuova di rappresentare la realtà, i cubisti non si limitarono ad imitare quanto vedevano ma scomposero gli oggetti e lo spazio circostante, indagandone la struttura attraverso un processo prettamente intellettuale. «I sensi deformano, la mente forma», dichiarò Braque. «La verità è al di là di ogni realismo», rincarò il cubista Juan Gris, «e l’apparenza delle cose non va confusa con la loro essenza». Il Cubismo, infatti, si propose di rappresentare i soggetti da diversi punti di osservazione, attraverso la sovrapposizione di più vedute, un po’ come se un fotografo distratto avesse scattato molte foto consecutive senza aver fatto avanzare la pellicola. Le nature morte di Picasso e le tre fasi del Cubismo. Questo tipo di pittura mise in discussione le principali convenzioni artistiche della storia occidentale e permise un’esperienza del reale assoluta, ossia del tutto indipendente dallo spazio e dal tempo. A un primo impatto per il pubblico è certamente più facile superare la distanza dei trecentocinquanta anni che intercorrono tra Rinascimento e Impressionismo che non quella di soli cinquanta che separano Impressionismo e Cubismo: in effetti, un ritratto di Renoir e un nudo di Degas sono più vicini a un dipinto di Raffaello che a uno del Picasso cubista. LA NASCITA DEL CUBISMO La nascita del Cubismo è legata alla realizzazione nel 1907 del dipinto con Les demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso (1881-1973). Lo sviluppo vero e proprio del movimento cubista è tuttavia legato al sodalizio artistico strettosi tra l’artista spagnolo e un altro pittore, Georges Braque (1882-1963), qualche mese dopo la presentazione della tela rivoluzionaria. Dal 1907, infatti, Braque e Picasso cominciarono a dipingere insieme, quasi in simbiosi, tanto che i quadri prodotti dall’uno e dall’altro, almeno fino al 1913, sono profondamente simili. Il nome “Cubismo” fu coniato nel 1908: fu Matisse, amico-rivale di Picasso, il primo a dire (causticamente) che i paesaggi di Braque sembravano «fatti a cubetti». L’anno dopo, il critico Louis Vauxcelles, riferendosi al medesimo artista, parlò di «bizzarrie cubiste» e scrisse sulla rivista «Gil Blas»: «Braque maltratta le forme, riduce tutto, luoghi, figure, case, a schemi geometrici, a cubi». Da notare che Vauxcelles era già responsabile dell’uso in pittura del termine fauve, da cui derivò Fauvisme. In realtà, il termine “cubismo” è solo molto parzialmente calzante rispetto alla produzione di Braque e di Picasso, il quale, peraltro, osservò che “non ci sono cubi nel Cubismo”. Tuttavia, l’aggettivo “cubista”, riferito all’arte dei giovani pittori emuli di Picasso e Braque, avrebbe ugualmente fatto fortuna. LE QUATTRO FASI DEL CUBISMO Nonostante il Cubismo evochi oggi un’immagine unitaria, esso non generò mai un vero e proprio gruppo. Questo movimento non ebbe le caratteristiche di una “scuola”; si limitò a stimolare costantemente il dibattito artistico internazionale, senza porsi a priori alcun intento programmatico: ogni tentativo di connotarlo in termini sistematici è stato fatto, dunque, a posteriori, ad opere già eseguite. In ogni modo, la storia del Cubismo è segnata da tre fasi fondamentali: il Cubismo formativo (1907-1909) in cui gli oggetti sono mostrati da più punti di vista; il Cubismo analitico (1909-1911), dove le forme vengono scomposte e ricomposte sulla tela; il Cubismo sintetico (1911-1916), che fa uso del collage polimaterico; e il cubismo orfico (1910), con recupero del colore fine a se stesso e pittura anoggettiva. Tali fasi presentano aspetti comuni a quasi tutti gli artisti del gruppo; fra questi vanno citati, oltre a Picasso e Braque, anche Gris e Léger. IL CUBISMO FORMATIVO E' la fase che quasi precede il reale cubismo; i volumi e lo spazio sono semplificati e resi come fossero solidi geometrici. Si tratta del più breve dei periodi del cubismo. Gli artisti semplificano geometricamente le forme portandole a puri volumi, come spesso fa l'arte africana. Gli oggetti iniziano ad acquistare una forma cubica, con divaricazione netta tra soggetti in luce e soggetti in ombra. I soggetti in luce sono presenti in primo piano, ingranditi, assumendo un carattere macroscopico che tende ad annullare il valore dello sfondo. I temi di queste opere sono prevalentemente paesaggi, nature morte e figure. I colori sono caldi, tendenti al legno, utilizzati in gamme monocromatiche che variano da dipinto a dipinto. Il cubismo è l'applicazione degli studi e delle riflessioni di Cèsanne, che, senza mai dipingere da cubista, esprime l'esigenza di restituire solidità e sostanza agli oggetti. Il procedimento è caratterizzato da scomposizioni e ricomposizioni dell’oggetto, rompendo la convenzione dell’unicità del punto di vista. La risoluzione dell’immagine appare con l’inconfondibile trama di angoli e piani prospettici incrociati. L’osservazione del soggetto introduce un nuovo concetto: il tempo. La elementi chiaroscurali sono dati da luce ed ombra. Il colore infatti è visto come componente solo decorativa, come elemento di disturbo per l'artista quanto per lo spettatore, capace di distogliere entrambi dalla necessità di analizzare ed indagare la realtà. CHITARRA AUTORE: Pablo Picasso DATA: 1913 TECNICA: carboncino, matita, inchiostro e carta su tela DIMENSONI: 66,3x 49,5 UBICAZIONE: Museum of Modern art, New York Picasso ha sicuramente lavorato su schizzi preliminari: le linee di carboncino nero sono probabilmente i primi segni tracciati sulla carta blu trasparente. Alcune di queste linee sembrano essere state delimitate dalle strisce di carta e ripassate con un pastello di cera bianco. Le parti di cui si compone il quadro si identificano facilmente, sono: un rettangolo di carta blu trasparente, una serie di linee a carboncino, due rettangoli di inchiostro nero, della carta incollata e una serie di linee a cera bianca. La carta incollata può essere suddivisa in altre aree: due decorate con un motivo a foglia, quattro forme diverse di carta color avorio, una superficie bianca bordata a carboncino, un’area color ocra dai bordi più evidenti e infine tre ritagli di carta di giornale, due presi dal «El Diluvio» di Barcellona e il terzo che forma il taglio della chitarra. Questi semplici elementi, scelti e sistemati con maestria dall’artista, danno vita a una composizione perfettamente sintetica, che ispira non poche ipotesi sul significato dell’opera. Picasso amava suscitare la curiosità del pubblico e infondeva nei suoi quadri, humour e ironia. In «Chitarra» sono trattati con grande estro e abilità, gli elementi «maschile» e «femminile» dello strumento musicale Chitarra è un collage che unisce sapientemente tecnica ed espressività. Come si può vedere nella superficie di carta disegnata (particolare a lato), dove l’intrusione e l’interruzione della linea bianca, nel fglio di carta di giornale, creano l’idea di un piano. I diversi tipi di carta incollata, creano un’ alternanza in termini di struttura e di disegno. Il reticolato a carboncino (particolare al lato) rappresenta probabilmente i quadri di una tovaglia o l’intelaiatura di una sedia, ogni traccia di volume è stata eliminata dalla piattezza del materiale usato e dalla tendenza della linea ad estendersi oltre gli oggetti. L’arco nero di carboncino (nella metà sinistra del particolare), continua nella superficie ad inchiostro, con un tratto di cera bianca e questo motivo prepara il contesto per l’analisi delle forme che occupano il centro della composizione.Le forme della chitarra ricorrono spesso nei suoi quadri. Picasso era moltosensibile alle caratteristiche di questo strumento e alle possibilità che esso offredi usare giochi visivi. IL CUBISMO ORFICO Un'altra evoluzione del movimento cubista la troviamo nel Cubismo Orfico che concentra il suo interesse sul colore e i suoi ritmi astratti. I pittori più famosi di questo gruppo sono Fernand Léger, Robert e Sonia Delaunay. Altri pittori cubisti, sensibili all'dea dei possibili rapporti matematici applicabili alla pittura e alle capacità evocatrici delle forme, si riuniscono nel gruppo della Sezione d'Oro (dalla regola aurea della geometria). Il Cubismo, che è durato relativamente poco, visto che già all'inizio della Prima Guerra Mondiale sta per essere superato da nuove correnti dell'avanguardia, è stato un vero big-bang, dal quale esplosero innumerevoli contenuti innovativi per le arti figurative ed il pensiero artistico contemporaneo. CAMPO DI MARTE, CON TORRE ROSSA AUTORE: Robert Delaunay DATA: 1911-12 TECNICA: olio su tela UBICAZIONE: Guggenheim Museum, New York, La torre rossa, opera del 1911-12 conservata al Guggenheim Museum di New York, che non rappresenta altro che la torre Eiffel. Quest'ultima fu spesso oggetto delle ricerche di Delaunay in quanto era vista come un simbolo di modernità. Il senso del movimento è dato dal fatto che con questa particolare rappresentazione, Delaunay intende mostrare la torre Eiffel da diversi punti di vista nello stesso quadro: è per questo che ci appare così storta e sinuosa rispetto alle composizioni tipiche del cubismo "intellettuale". E a concorrere a questo senso di dinamismo dobbiamo anche aggiungere il fatto che non fu dipinta dal vero, ma fu realizzata quando il pittore non si trovava a Parigi. Inoltre in questo dipinto il colore non è più un elemento di decoro, ma è l'elemento che costruisce le forme: ognuno degli elementi che compone la torre ha infatti un proprio colore, proprio perché per il cubismo orfico la scomposizione degli elementi avviene anche sulla base del colore. GEORGES BRAQUE Georges Braque (1882-1963) è stato, con Pablo Picasso (1881-1973) l’iniziatore del Cubismo. Dopo aver trascorso la giovinezza a Le Havre, frequentando la locale Scuola di Belle Arti, nel 1899 si trasferì a Parigi per completare i suoi studi. La fase iniziale della sua carriera fu influenzata dai fauves, come dimostrano i colori brillanti e le composizioni libere delle sue prime opere. Il 1907 fu invece l’anno della svolta: una retrospettiva su Cézanne, presentata in occasione del Salon d’Automne, e l’amicizia con Picasso, che stava ultimando Les demoiselles d’Avignon, lo spinsero a rivedere le sue idee sull’arte. Con Picasso, Braque strinse uno dei più importanti sodalizi artistici della storia dell’arte del Novecento e creò il Cubismo, condividendone le tre fasi principali. La collaborazione tra Picasso e Braque si sarebbe interrotta definitivamente verso la fine della fase sintetica, nel 1914, quando questi sarebbe stato chiamato alle armi. Dopo la Grande Guerra, i due pittori avrebbero continuato la propria carriera autonomamente. CASE A L'ESTAQUE AUTORE: George Braque DATA: 1908 TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: 40,5 cmx32,5 cm UBICAZIONE: Museo d'arte moderna, contemporanea e outsider di Lille Métropole. L’incontro con Picasso e la fase primitiva A partire dal 1907, durante la fase del Cubismo primitivo, Braque sottopose le immagini a un processo di drastica semplificazione: le forme analizzate da più punti di vista, e la tavolozza venne ridotta alle sole tonalità del verde e del bruno. L’esordio cubista di Braque è legato alla pittura di paesaggio. Case a L’Estaque, del 1908, rappresenta un gruppo di case fra gli alberi. La scena, priva di un punto di vista unificante, non segue affatto gli insegnamenti degli antichi maestri: ogni casa, già mostrata senza porte e finestre, come un volume semplice e squadrato, è anche vista secondo una propria, autonoma prospettiva e lo sguardo dell’osservatore è costretto a muoversi da un punto all’altro del dipinto nel tentativo di cercare un riferimento visivo. Il senso delle proporzioni e delle profondità ne risulta come annullato e le case appaiono ammassate in primo piano. la cittadina di L’Estaque non è mostrata come può apparire ai nostri occhi, la sua immagine è filtrata dall’azione della memoria. L’opera è insomma il frutto di una pura operazione intellettuale. PICASSO è considerato il massimo artista del XX secolo e uno dei maggiori artisti di tutti i tempi. I motivi sono diversi. E' un artista dalle capacità tecniche straordinarie, particolarmente versatile. Non si dedica solo al disegno e alla pittura tradizionali, ma sperimenta metodi nuovi come il collage, Il Periodo blu non è solo una fase della produzione artistica di Picasso, ma un vero e proprio sentimento. Nelle tonalità profonde e tenebrose del blu l’artista spagnolo ha concentrato le esperienze vissute tra il 1901 e il 1904 a Parigi. Un periodo particolarmente difficile, a cui il pittore ha dato sfogo realizzando una serie di dipinti co un’atmosfera malinconica sui toni del blu e del blu-verde. Tristezza, malinconia, riflessione, isolamento. Queste le emozioni che tormentano l’artista e i personaggi che ritrae. Si tratta perlopiù di figure povere ed emarginate, la cui disperazione è sia sociale che mentale. Troviamo dunque carcerati, ciechi , anziani, famiglie in difficoltà ; ma anche mendicanti, girovaghi, disperati. E poi, ovviamente, Casagemas.Il dipinto più importante e simbolico del periodo blu è indubbiamente La vita. Nel 1901, dopo il trasferimento di Carlos Casagemas a Parigi, Picasso è costretto a rientrare a Barcellona a causa di una crisi depressiva dell’amico, dovuta ad un amore non corrisposto per Germaine Pichot. La crisi trova un tragico epilogo con il suicidio di Casagemas. sconvolto dall'evento, Picasso tenta di elaborare attraverso l’arte la perdita dell’amico, dedicandogli alcuni ritratti e un'altra importante opera dal titolo Evocazione (Il seppellimento di Casagemas), in cui prevale di gran lunga il colore blu. È l’inizio del cosiddetto periodo blu (1901-1904), una fase artistica in cui Picasso sceglie di limitare la sua tavolozza cromatica alle sole gradazioni del blu, colore che, secondo l’artista, era adeguato ad esprimere la malinconia e la tristezza che lo tormentavano in seguito al lutto subìto. LA VITA AUTORE: Pablo Picasso DATA: 1903 TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: 197x127,5 cm UBICAZIONE: Cleveland Museum of Art, Cleveland La vita è un dipinto realizzato nel maggio del 1903, momento culminante del periodo blu, è uno dei lavori più ambiziosi di Picasso, per le grandi dimensioni e per la pregnanza simbolica. L’opera è frutto di alcuni ripensamenti e modifiche da parte dell’artista, come rivela la presenza di due disegni preparatori, datati 1903 e conservati al Museu Picasso di Barcellona. In uno di questi disegni il personaggio maschile abbracciato alla donna aveva le sembianze di Picasso, nella versione finale viene, invece, trasfigurato nel defunto Carlos Casagemas. Sostituendo all’autoritratto l’immagine del suicida, tenta di esorcizzare, attraverso l’arte, la morte dell’amico. Il dipinto di Picasso La vita è un’opera non di immediata interpretazione. Infatti, critici l’hanno liquidato come un dipinto misterico. Vediamo a sinistra una coppia di amanti abbracciati: lei ha un voto stanco, mentre lui sembra apatico. Lui indica con la mano un bambino portato in braccio da una donna più anziana. La coppia potrebbe rappresentare l’amore carnale, il cui frutto è il bambino, il quale a sua volta è protetto dalla maternità in una veste sacra e severa. Amore carnale contrapposto alla responsabilità di crescere un figlio, con tutto ciò che comporta la difesa di un altro essere umano. Per questo la donna ha un volto stanco e l’uomo è assorto. Non c’è dunque per Picasso gioia nella vita di coppia e nella famiglia. Se osserviamo ancora il quadro vediamo attaccati al muro, dietro ai personaggi, due dipinti. (atelier). Nel dipinto a terra vediamo una donna triste, ripiegata su se stessa; nel dipinto più in alto invece vediamo due amanti abbracciati, sempre in una condizione di dolore. Questo è, dunque, un dipinto pessimista, triste, malinconico in cui amore carnale, vita, condivisione sono visti come cause di problemi e dilemmi. Il quadro potrebbe anche avere un significato biblico e i due amanti rappresentare Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso per aver commesso il peccato originale, e dunque aver condannato tutti gli uomini e tutte le donne alla sofferenza perpetua, così come all’amore impossibile. Forse per questo nel dipinto appare il volto triste, quasi ultraterreno dell’amico che è stato ucciso da un amore incompreso Periodo rosa Dal 1905 alla fine del 1906, Picasso schiarì la sua tavolozza e diede avvio al Periodo Rosa, caratterizzato da colori come il rosso, il rosa, l’ocra gialla e il beige. Le gradazioni, più calde rispetto a quelle utilizzate nel Periodo Blu, furono utili a descrivere un mondo più sereno e idillico. I suoi quadri si popolarono di agili acrobati, corpulenti clown e di fragili ballerine. A quell’epoca, Picasso viveva stabilmente a Parigi e frequentava un locale che accettava anche i dipinti come forma di pagamento, “Le lapin rouge”. Tra le mura di quel chiassoso locale, egli aveva modo di osservare la condizione umana e di trasporla poi nelle sue opere. Il circo e i suoi personaggi fu per l’artista un’occasione per dimostrare la sua grande conoscenza dell’arte antica e la perfetta padronanza del disegno. Nel Periodo Rosa giace un rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma nel quale la malinconia, per quanto temperata, è sempre presente. Quasi tutti i quadri rappresentano le persone del circo dietro le quinte, ma mai sul palco per far comprendere a tutti quanto sia difficile praticare quello stile di vita che è in netta contrapposizione con lo scopo del loro mestiere: far ridere. Non si è trattato però di una “folgorazione tematica”, tanto è vero che alcuni soggetti appaiono già nel 1901 ed altri verranno ripresi e reinterpretati più avanti, piuttosto ha rappresentato il tempo in cui è nata in lui la necessità di mostrare un nuovo “vitalismo” che nello spostamento tematico facesse da contrappunto ai poveri e diseredati, rappresentati nel periodo precedente. FAMIGLIA DI ACROBATI CON SCIMMIA AUTORE: Pablo Picasso DATA: 1905 TECNICA: gouache, acquerello, pastello ed inchiostro di china su cartoncino DIMENSIONI: 104x75 cm UBICAZIONE: Konstmuseum, Göteborg Famiglia di acrobati con scimmia è un'opera realizzata nel 1905 dal pittore spagnolo Pablo Picasso. Questa tela è realizzata con tecniche miste su cartoncino (gouache , acquerello, pastello ed inchiostro di china) e misura cm 104x75. È conservata a Göteborg al Konstmuseum. Nel 1905, comincia il periodo rosa di Picasso, durante il quale il pittore abbandona le cromie dell'azzurro per passare a quelle del rosa. Il quadro rappresenta un acrobata che indossa una tuta aderente che mette in risalto la sua magrezza. Egli è seduto vicino a quella che è con molta probabilità la sua compagna, la quale tiene in braccio il suo bambino in un momento di pausa dal lavoro del circo. In basso a destra troviamo una scimmia, che, così come l'uomo e la donna, guarda il bimbo sul quale è rivolta l'attenzione di tutti i personaggi dipinti. Per questo motivo, ed anche per la grande delicatezza e tenerezza che infonde nell'osservatore, il quadro ricorda il presepe. I colori sono prevalentemente sui toni del rosa, dell'arancio e del bianco; vi si aggiungono il blu-verde per una parte dello sfondo e il nero per la pelliccia della scimmia e le scarpette dell'acrobata. Un dettaglio interessante è costituito dal fatto che cappello dell'uomo non è stato dipinto, pertanto traspare il cartone sottostante, su cui l'opera è stata eseguita. Picasso sceglie i circensi come soggetto dell'opera perché sono bravi a esibirsi senza far vedere la fatica che stanno facendo. Inoltre fa partecipare la natura all'affetto di questa famiglia. - disintegrazione della distinzione tra figura e sfondo e annullamento della profondità prospettica; - geometrizzazione delle figure; - influenza dell'arte africana e primitva; - influenza dello stile di Paul Cézanne. Periodo Classico Tra il 1917 e il '24 Picasso si apre a una nuova svolta stilistica: è il Periodo classico, introduce temi classici, immagini sintetiche, forme solide e composizioni molto equilibrate DUE DONNE CHE CORRONO SULLA SPIAGGIA AUTORE: Pablo Picasso DATA: 1922 TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: 32,5x41,1cm UBICAZIONE: Museo Picasso, Parigi. Quest’opera mostra le chiare influenze del mondo classico al quale Pablo Picasso si avvicina in seguito ad un suo viaggio in Italia dove visita Roma, Napoli e Firenze. Egli rimane folgorato dalle opere dei pittori classici, tanto da riprendere caratteristiche del mondo classico come la tradizione figurativa. Pablo Picasso pone come uniche protagoniste le due donne che occupano l’intera scena tenendosi per mano e focalizzano l’attenzione nelle diverse direzioni grazie all’azione quasi danzante che attribuisce all’opera una forte carica dinamica.Chiara risulta la monumentalità delle figure, che paradossalmente trasmettono all’osservatore una sensazione di leggerezza enfatizzata dalle movenze armoniche delle donne e dallo sfondo blu del cielo e del mare. Nonostante i caratteri figurativi dei soggetti che mostrano nel dettaglio e nella loro complessità ogni parte del corpo e l’utilizzo del drappeggio rigido delle tuniche, le proporzio ne sono del tutto mancanti e palesi sono le incongruenze visive date dall’irregolarità della linea d’orizzonte. Sono proprio questi gli elementi che garantiscono la giusta mescolanza tra due mondi diametralmente opposti, ma che Picasso con il suo genio estroso è riuscito a generare, attribuendo una perfezione stilistica senza eguali. Questa fase pittorica di Picasso può essere definita il suo periodo “classico”. Picasso con Due donne che corrono sulla spiaggia fa un passo in avanti nella sua formazione artistica che vedrà il raggiungimento delle perfetta sintesi tra Classicismo e Cubismo con la realizzazione del Guernica nel 1937. GUERNICA AUTORE: Pablo Picasso DATA: 1937 TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: 349,3x776,6 cm UBICAZIONE: Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid Guernica, il più celebre capolavoro di Pablo Picasso fu dipinto nel 1937. Il titolo dell’opera deriva dal nome dell’omonima cittadina basca, che il 26 aprile del 1937 fu bombardata e rasa al suolo dall’aviazione nazista, un’operazione che uccise centinaia di civili, tra cui donne e bambini. Il centro del paese era, infatti, pieno di gente perché quello era un giorno di mercato. Un massacro ingiustificato, un puro atto intimidatorio, di cinica violenza. La strage suscitò enorme sdegno presso l’opinione pubblica mondiale. La giovane madre stringe a sé il figlioletto e urla al cielo, puntandovi una lingua aguzza come una lama; i suoi occhi hanno la forma di lacrime, Mentre quelli del bimbo sono privi di pupille. Seguono l’immagine imponente di un toro, dal corpo scuro e dalla testa bianca, quella di un guerriero caduto e smembrato, che tiene in pugno una spada spezzata e un fiore, e quella di un cavallo, illuminato da una lampada accesa e che, con gli occhi stravolti,nitrisce per la sofferenza. Esso è infatti ferito, in quanto trafitto da una lancia Tra il toro e il cavallo, all’altezza delle loro teste, si scorge a fatica l’immagine di una colomba, grigia come lo sfondo e quindi quasi invisibile, priva di un’ala (o meglio, con un’ala spezzata) e con il becco spalancato. Una figura femminile irrompe da destra tenendo un lume a petrolio con il suo lunghissimo braccio teso; concludono la scena altre due donne: una in fuga, l’altra che, con le bracciaalzate al cielo, si affaccia da un palazzo in fiamme Il quadro si può leggere anche da destra verso sinistra: d’altro canto le figure sono orientate verso questa direzione. Si nota che pur facendo riferimento a un drammatico evento di cronaca, nel dipinto sono assenti sia gli aerei sia le bombe: questo perché Picasso volle dare all’intera opera un significato puramente simbolico. Inoltre, nella scena i personaggi sono quasi tutti femminili. Questo perché al momento del bombardamento in città si trovavano pochi uomini, essendo gli altri impegnati a combattere nella guerra civile; ma, soprattutto, perché le donne e i bambini sono le vere vittime innocenti di ogni conflitto. Guernica è infatti un quadro dal significato universale, ricco di specifici simboli (non tutti facilmente interpretabili) che vogliono rimandare ai temi della violenza dell’uomo contro l’uomo, della guerra, della speranza e del desiderio di pace. Il toro potrebbe essere il simbolo della brutalità nazista mentre il cavallo simboleggerebbe il popolo spagnolo vittima di tale brutalità. -La colomba è normalmente simbolo di pace ma in questo caso, essendo priva di un’ala, vuole indicare che la pace è infranta. Ilfiore è simbolo di speranza in mezzo alla tragedia che si consuma. -La lampada elettrica, la cui presenza è del tutto incongrua in uno spazio aperto, ha la forma di un occhio: l’occhio di Dio che dall’alto giudica la miseria dell’umanità. Invece, la lampada a olio in mano alla donna potrebbe indicare la decadenza tecnologica e sociale cheogni guerra porta con sé insieme alla morte e alla distruzione. La composizione della tela è concepita in modo da richiamare l’impostazione di un trittico, secondo la tradizione dell’arte sacra gotica e rinascimentale in Europa. Due assi visivi (quelli del toro a sinistra e della figura con le mani alzate a destra) dividono lo spazio della scena facendo percepire all’osservatore la distinzione fra un pannello centrale e due ali laterali. Il gruppo di figure al centro (comprendente il guerriero caduto, il cavallo, la donna che fugge) è poi idealmente contenuto all’interno di una piramide. Un vago accenno di prospettiva si può cogliere nelle figure in primo piano, nello strombo della finestra, nei piani del fondo. Nella composizione di Guernica si coglie distintamente anche un ritmo crescente dei toni, che va dal gesto drammatico ed enfatico del caduto con la spada in pugno al nitrito lacerante del cavallo. Inoltre, si possono tracciare delle linee ideali che dalle donne e dal guerriero convergono verso la testa del toro. Gli elementi dell’opera sono composti in modo da creare anche una viva sensazione di movimento. Si colgono, seguendo i profili delle figure, alcune linee curve. Queste attraversano l’intera superficie della tela, rendono visibile l’onda di distruzione e di morte che investe la scena e, allostesso tempo, enfatizzano l’espressione del dolore che la pervade. Per dipingere Guernica Picasso scelse di adottare il linguaggio cubista, che aveva abbandonato alcuni anni prima. In questo grande quadro, infatti, lo spazio è annullato e consente la visione simultanea di singoli episodi. Tale particolare scelta artistica sottrae il racconto del bombardamento di Guernica alla dimensione della cronaca (che pure lo aveva ispirato) e lo eleva a simbolo di tutti gli atti di distruzione, compiuti da ogni guerra. La deformazione e lo smembramento dei corpi rendono visibili le urla disperate e laceranti, fanno percepire il dolore delle ferite e delle ustioni. La superficie del quadro è sui toni del grigio, del bianco e del nero (con qualche accenno di tinte viola, blu), tanto da apparire quasi monocroma. La motivazione di questa scelta è duplice: da una parte, il “bianco e nero” richiama i reportages fotografici da cui Picasso era partito per realizzare l’opera; dall’altra, esso si riveste di un significato metaforico che fa riferimento al tema del lutto. Il colore è espressione della vita: un dipinto che parla solo di morte non può che rinunciarvi.Guernica è, insomma, il simbolo internazionale della condanna emessa dal mondo dell’arte contro la violenza della guerra. È il risultato di un impegno personale, di una chiara presa di posizione. «Davanti a un conflitto che mette in gioco i più alti valori dell’umanità e della civiltà, l’artista che vive e opera con valori spirituali non può e non deve restare indifferente». Queste le parole di Picasso. Il quale, nel suo capolavoro, volle offrire l’esempio di una distruzione artistica non meno violenta e impietosa di quella provocata,
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