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Riassunto sull'800 - Dalla Riv. francese all'Età Giolittiana., Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Riassunti su alcuni argomenti dell'800. (Dalla Rivoluzione francese fino all'Età Giolittiana)

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica Riassunto sull'800 - Dalla Riv. francese all'Età Giolittiana. e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Riassunti sull’800 | Maria Cristina Cilia Rivoluzione Francese La Rivoluzione francese evento che pose fine alla monarchia e istituito la repubblica in Francia. Le concause che diedero inizio a questa rivoluzione furono principalmente di natura economica, di fatto durante il regno di Luigi XVI la Francia versava in una grave crisi economica dovuto al sostegno in funzione antinglese nel corso della guerra dei sette anni e alle eccessive spese di corte. Per risanare le casse dello Stato furono imposte continue tasse a discapito dei ceti meno abbienti. La società francese era divisa in tre stati: il clero, la nobiltà e la borghesia. L’incapacità monarchica di risanare i debiti pubblici porterà il re a dover convocare gli Stati generali (convocata l’ultima volta nel 1614), riconosciuta come un unico organo rappresentativo della Francia, presenta poteri decisionali nulli ma di funzione strettamente consultiva, costituita da tre classi: Nobiltà, clero e Terzo Stato, quest’ultimi portavoce della stragrande parte della popolazione. Durante l’Assemblea la borghesia si batté affinché il voto non fosse per ordine ma per testa, ovvero ogni voto doveva contare per il singolo individuo, questo andava contro gli interessi della nobiltà, che non era minimamente intenzionata ad abbandonare i privilegi di cui godeva tradizionalmente e di fronte al rifiuto del re, la borghesia decise di autoproclamarsi Assemblea Nazionale il cui scopo sarà quello di fornire al popolo francese una costituzione. Il re e gli altri due stati si oppongono e impediscono lo sviluppo dell’assemblea occupando la sala della pallacorda. Il popolo e la borghesia il 14 luglio del 1789 insorgono e assaltano la Bastiglia, simbolo dell’oppressione assolutista, dando vita quindi alla Rivoluzione francese. Presto il clima di tensione si espande e l’isteria collettiva si sparge per le campagne. I contadini, in rivolta dopo anni di tasse e sfruttamento, assaltano le abitazioni degli esattori delle tasse e dei proprietari terrieri. Ricordata come la “Grande paura”, questa insurrezione agraria causa la fuga di molti nobili dalle campagne. L’Assemblea Costituente reagisce abolendo una volta per tutte il feudalesimo (4 agosto 1789): era la fine di un ordine costituito ormai superato. Si vengono a creare delle fazioni politiche, ognuno con i rispettivi leader e dei veri propri organi di amministrazione e di controllo, tra questi la guardia nazionale guidata da la Fayette. Assemblea Costituente adotta la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. In questo modo i principi dell’Illuminismo, ispirati da pensatori politici come Jean-Jacques Rousseau, cambiavano in modo profondo ed irreversibile la cultura politica francese. Princìpi come le pari opportunità, la libertà di parola, la sovranità popolare ed il governo rappresentativo venivano finalmente riconosciuti, ed ispiravano ufficialmente i lavori dell’Assemblea Costituente. Il re rifiuta l’abolizione dei diritti feudali, la suddetta Dichiarazione dei diritti e di conseguenza la monarchia costituzionale ma la popolazione reagisce, si reca a Versailles per costringerlo a ratificare tali proposte. Iniziava tuttavia ad emergere l’insoddisfazione delle frange più radicali della Rivoluzione Francese, quelle che si riunivano nei club dei sanculotti, incarnate da pensatori come Robespierre e Danton, che ambivano ad una costituzione repubblicana, oltre che al processo pubblico di Luigi XVI. Il re tenta di fuggire da Parigi ma venne bloccato alla frontiera belga, la sua mossa sollevò preoccupazione generale, all’occhio del popolo visto come un traditore, fomentatore di guerre civili e alleato delle potenze stranieri. Il 30 settembre 1791 l'Assemblea Costituente si sciolse per lasciare il posto all'Assemblea Legislativa. L’Assemblea Legislativa, dichiarava guerra all’Austria e alla Prussia, colpevoli secondo i francesi di ospitare esuli che stavano organizzando una controrivoluzione. I membri più radicali dell’Assemblea, Giacobini e Cordiglieri, nutrivano la speranza di poter diffondere attraverso tutta l’Europa le idee della rivoluzione. Sul fronte interno, però, la crisi era aperta: il 1’ agosto del 1792 una rivolta popolare, comandata dai Giacobini più estremisti, assalta la residenza reale di Parigi ed arresta il re e tutta la sua famiglia. Per tutto il mese di agosto continueranno ad esserci ondate di violenza, in cui chiunque venisse anche soltanto sospettato di essere contrario alla Rivoluzione Francese poteva essere giustiziato. L’Assemblea Legislativa a questo punto viene rimpiazzata dalla Convenzione Nazionale, che proclama l’abolizione della monarchia. Il 25 settembre del 1792 viene proclamata la Repubblica Francese. Il 21 gennaio del 1793 Luigi XVI viene condannato a morte per alto tradimento: sia lui che sua moglie, Maria Antonietta, verranno ghigliottinati. i Giacobini assumono il controllo della Convenzione Nazionale, estromettendo i più moderati Girondini, ed istituendo una serie di misure radicali, ogni oppositore viene ghigliottinato. . Nel 1795 l’attività rivoluzionaria giacobina è soppiantata da un nuovo ordine esecutivo, il Direttorio. Il potere ritorna nelle mani della borghesia, ha inizio l’età Napoleonica perché di ritorno da una Riassunti sull’800 | Maria Cristina Cilia spedizione in Egitto, il generale Bonaparte scioglie con forza gli organismi istituzionali e sospende la costituzione, siamo nel 1799 e la Rivoluzione, nata 10 anni prima, è finita. Il periodo di Restaurazione ha avuto adito con Il Congresso di Vienna, quest’ultimo ha l’obiettivo di rimettere ordine negli equilibri europei subito dopo la sconfitta di Napoleone. Le potenze vincitrici: Inghilterra, Austria, Russia e Prussia devono ridisegnare politicamente l’Europa restaurando i vecchi regimi e le monarchie assolute spazzate via da Napoleone. A tenere il controllo sul congresso è il ministro austriaco Metternich. Si erge/basa su due principi: Il principio di legittimazione che richiede il ritorno dei sovrani ai loro legittimi troni e il principio di equilibrio, ogni stato deve ritornare al loro iniziale possessore, difatti le conseguenze sull’Italia del congresso di Vienna furono notevoli, il nord è frammentato in piccoli staterelli dipendenti tutti dall’Austria, il lombardo veneto annesso all’impero austriaco, i Savoia riebbero indietro il regno di Sardegna, ritorna lo stato della chiesa sotto Pio VII e il regno delle due Sicilie. Mentre in Francia con al trono Luigi XVIII viene ristabilita la vecchia dinastia borbonica, tra l’altro la Francia sostenuta dal ministro Tallyrand convinse i rappresentanti degli stati europei che era stata vittima e non responsabile della diffusione delle idee rivoluzionarie, a tal proposito non venne punita e mantenne la sua integrità territoriale. Dal Congresso di Vienna nasce la Santa Alleanza, trattato firmato tra Austria, Prussia e Russia, nel trattato i tre stati si promettono reciproca resistenza contro qualsiasi tentativo di rovesciare l’assetto stabilito, come strumento di oppressione nei confronti dei moti nazionalisti e liberali diffusi in tutta l'Europa. (L'alleanza mirò a limitare il liberalismo e il secolarismo in Europa alla luce delle devastanti guerre rivoluzionarie francesi). Nell’età della restaurazione bisognava chiedere l’indipendenza della patria o un governo democratico per questo le forze di opposizione furono costretti ad organizzarsi ad una società segreta. In Italia nel regno di Napoli nacque la “Carboneria” il nome è dovuto al fatto che la società utilizzava il linguaggio dei “Carbonari” c’è i venditori di carbone, per nascondere affiliati il senso dei loro discorsi. I membri delle società segrete provenivano dalla società cittadina ma numerosi erano anche professori, studenti e militari. La popolazione che abitava nelle campagne, rimase fuori dalle lotte. Sotto il congresso di Vienna la pace in Europa durò per circa 40 anni. Il Congresso di Vienna Il 1 Novembre 1814 ebbe inizio il congresso di Vienna, parteciparono tutti gli stati d’Europa si dovevano ristabilire l’ordine e la pace, in questo modo inizia l’ordine della restaurazione questo termine esprimeva la volontà delle potenze che avevano sconfitto Napoleone di un ritorno completo al passato. In pratica tutte le idee rivoluzionarie dovevano essere negate. Seguirono 2 principi: * Principio di legittimità: secondo cui era giusto che ogni stato ritornasse il proprio sovrano. Il maggior sostenitore fu Talleyrand. A Vienna egli convinse i rappresentanti degli stati europei che la Francia era stata vittima e non responsabile della diffusione delle idee rivoluzionarie. * Principio di equilibrio: nessuno stato doveva rafforzarsi troppo. L’impero di Napoleone fu diviso dalle potenze vincitrici. La Francia tornò dai Borboni con Luigi XVIII. L'Impero Austroungarico sotto Francesco I d’Asburgo sotto Francesco I d’Asburgo ottenne il controllo diretto perché alcuni stati erano controllati dall’impero asburgico, mentre quello indiretto no. I Savoia riebbero il regno di Sardegna. Tutta l’Italia meridionale fu riunita nel regno delle due Sicilie sotto Ferdinando di Borbone. Lo Stato della Chiesa comprendeva (Lazio, Emilia Romagna ed Umbria). Per mantenere la foce su Alessandro I (Austria, Prussia, Russia) costituirono la “Santa Alleanza” basata sul principio d’intervento. Tuttavia il ritorno al passato fu solo apparente, infatti troppi erano stati i cambiamenti introdotti dalla rivoluzione Francese prima dell’età Napoleonica. Nell’età della restaurazione bisognava chiedere l’indipendenza della patria o un governo democratico per questo le forze di opposizione furono costretti ad organizzarsi ad una società segreta. In Italia nel regno di Napoli nacque la “Carboneria” il nome è dovuto al fatto che la società utilizzava il linguaggio dei “Carbonari” c’è i venditori di carbone, per nascondere affiliati il senso dei loro discorsi. I membri delle società segrete provenivano dalla società cittadina ma numerosi erano anche professori, studenti e militari. La popolazione che abitava nelle campagne, rimase fuori dalle lotte. La restaurazione garantisce un periodo di pace tra le potenze europee per circa 30 anni, abolisce anche il trattato degli schiavi (nel 1817) Il primo ministro Austriaco del congresso di Vienna fu Metternich. Riassunti sull’800 | Maria Cristina Cilia un’utopia in scienza. ] All’inizio del ’48 Marx e Engels pubblicarono il manifesto dei comunisti con il quale gettarono le basi per un programma rivoluzionario. Successivamente negli anni in elisio Marx si dedicò allo studio dell’economia politica dove trova ampia espressione nella sua opera più importante “Il Capitale”, descriveva minuziosamente le leggi e i meccanismi su cui si fondava il modo di produzione capitalistico. Fondamento principale della costruzione di Marx era la teoria del valore- lavoro, secondo la quale il valore di scambio di una merce è dato dalla quantità di lavoro impiegato per produrla. La differenza fra il valore e il lavoro è il valore del prodotto (plusvalore). Col tempo il movimento operaio cominciò ad avvertire l’esigenza di esplicitarsi a livello internazionale. Così nel 1864, venne fondata la Prima Internazionale. Poco tempo dopo subentra al suo interno la figura di Bakunin, il quale a causa della sua corrente di pensiero provocherà una spaccatura in 2 tronconi , quello marxista e anarchico. Il Pensiero anarchico poneva al centro il singolo individuo, rivendica la libertà assoluta e l’eliminazione delle proprietà privata. Egli mirava inoltre ad abolire lo stato con la violenza e atti terroristici ma il dato rilevante, in forte contrasto con il pensiero marxista, era che la rivoluzione doveva essere condotta sia dai proletari che dai contadini più miseri (cosa impensabile per Marx, che li considerava corruttibili dal potere facilmente), questi forti contrasti tra le due correnti avrebbero presto condotto, nel 1876, alla sua dissociazione . [Negli stessi anni in cui il movimento operaio internazionale muoveva i primi passi, il mondo cattolico assunse un atteggiamento critico nei confronti di una civiltà laica e individualista che tendeva a relegare la religione nell’ambito delle credenze popolari. Per condannare maggiormente la cultura laica Pio IX pubblico “Il Sillabo”, un elenco di tutti gli errori del secolo.] Romanticismo – Moti del ’20 – Moti del ’30 – Mazzini – Moti del ‘48 In questo periodo di grandi conflitti politici cominciò ad affacciarsi una nuova cultura, il Romanticismo. Il Romanticismo non restò solo un fatto letterario e filosofico, ma ebbe una grande influenza su tutti i piani del comportamento umano. Nell'età del Romanticismo e della Restaurazione si avanzava una nuova concezione della storia che smentiva quella degli illuministi basata sulla capacità degli uomini di costruire e guidare la storia con la ragione. Il secolo dei lumi era infatti tramontato nelle stragi del Terrore e il sogno di libertà nella tirannide napoleonica che mirando alla realizzazione di un'Europa al di sopra delle singole nazioni aveva determinato invece la ribellione dei singoli popoli proprio in nome del loro sentimento di nazionalità . Mentre gli illuministi avevano propugnato un ideale di tipo cosmopolita, i romantici cercarono di dare un fondamento storico alla nuova idea di nazione. Moti del 20: Molti romantici entrarono nelle società segrete e parteciparono alle cospirazioni politiche e ai moti insurrezionali dei primi decenni dell’Ottocento con obiettivo in comune, ottenere l’indipendenza ed essere tutelati da una costituzione. L’ondata rivoluzionaria parte in Spagna dove il re è costretto a concedere le elezioni per la formazione di un regime liberale. Successivamente i moti scoppiano ne Regno delle due Sicilie, di Napoli e in Portogallo. Nel 1921 in Piemonte l’esercito, sotto esempio degli spagnoli, si ammutinò e costrinse il re Vittorio Emanuele I ad abdicare in favore del fratello, ma poiché era lontano dal regno se ne occupò il nipote Carlo Alberto, il quale prima concesse la Costituzione e successivamente sconfisse i rivoluzionari. Intervennero gli stati della Santa Alleanza: a Napoli restaurarono il potere di Ferdinando I, e in Piemonte condannarono i ribelli. I francesi si occuparono della Spagna. Risorgimento: In tutta Europa, nella prima metà dell’800, i popoli rivendicano la propria identità e la propria unità nazionale, desiderosi di un riscatto dalla condizione di servitù e di decadenza morale. Si pensava infatti che soltanto rendendo gli stati “nazionali” si sarebbe potuto davvero dar voce ai popoli. [moti del 30’] La “Rivoluzione di luglio” del 1830 in Francia, in difesa della monarchia costituzionale, ispirerà una serie di insurrezioni in tutta Europa. In Italia, all’inizio del 1831, l’insurrezione scoppierà nei Ducati di Modena e Parma ed in alcuni punti dello Stato pontificio. Ad essere coinvolto è anche Francesco IV, il duca di Modena. L’ambizione del duca era quella di Riassunti sull’800 | Maria Cristina Cilia cavalcare l’insurrezione per ottenere una corona, proprio come era accaduto in Francia a Luigi Filippo con la Rivoluzione di Luglio ma ,un momento dopo, si rese conto che l’Austria si sarebbe opposta a ogni mutamento dello status quo in Italia, così abbandonò ogni idea di cospirazione, ma al contempo tenne i contatti con i liberali per controllarli e infine arrestare i capi della congiura prima dell’inizio dell’insurrezione. Ma il progetto rivoluzionario era ormai stato avviato. Bloccata a Modena, la rivolta scoppiò a Bologna estendendosi alle Legazioni pontificie. I moti rivoluzionari del 20-21 e del 30- 31 non ebbero risultati positivi dal punto di vista militare perché tutti i rivoluzionari furono spenti dall'intervento della Santa Alleanza . I sovrani che in un primo momento avevano concesso le Costituzioni, in un secondo le ritirarono. Tuttavia i moti del 30 presentano novità rispetto a quelli del 20, si vede una partecipazione di massa come protagonisti i ceti borghesi appoggiati dall’aristocrazia liberale e da una mobilitazione popolare. Nonostante l’idea di unità è stata presa in considerazione nel medioevo con le figure di Machiavelli e Alfieri, l’ Italia ancora (diversamente da altri Stati come l’Ungheria e la Polonia) non era venuta alla conoscenza di un’identità nazionale. Il popolo necessitava di essere unito non solo territorialmente ma anche attraverso una lingua e una religione comune. Durante il periodo Napoleonico, l’Italia fu unificata solo nella parte settentrionale ma sempre rimasta dominata e controllata da Napoleone stesso. [Mazzini] I frequenti fallimenti scaturiti dai moti del ’20 e del ’30 spingerà i patrioti italiani del Risorgimento ad un ripensamento generale delle loro strategie. La fiducia nei sovrani (come Francesco IV) e nelle potenze straniere (come la Francia) si era rivelata fallimentare, e i ceti popolari non potevano più essere esclusi dalla lotta, come avevano fatto le società segrete. A capire queste cose prima di tutti è Giuseppe Mazzini (1805-1872), un Carbonaro esiliato in Francia che ripartirà da una profonda riflessione critica sulle società segrete. Influenzato dal Romanticismo, Mazzini ebbe la chiara visione di un’Italia unitaria, indipendente e repubblicana, libera dai due pilastri del vecchio ordine: Impero (l’Austria asburgica) e Chiesa (lo Stato pontificio). Una volta raggiunta l’indipendenza, le nazioni avrebbero dovuto cooperare per il bene dell’umanità. un’Italia Unita, il cui compito era quello di dare sostegno agli stati domanti dalle potenze straniere. Rifiutava la visione materialistica della storia e le divisioni fra classe sociali. In seguito a riflessioni fortemente critiche sulla Carboneria, nell’estate del 1831, a Marsiglia, Mazzini fonda la Giovine Italia. , che, a differenza della Carboneria, non era un’associazione segreta ma pubblica: Mazzini aveva infatti maturato la convinzione che proprio la segretezza, insieme con la mancanza di un programma ben definito, aveva impedito ai cospiratori degli anni Venti e Trenta di suscitare un vasto consenso, con il conseguente fallimento dei moti di quegli anni. Il simbolo era il vecchio tricolore, utilizzato per la prima volta durante i moti giacobini italiani alla fine del ‘700. L’associazione si proponeva di rendere l’Italia una repubblica democratica, fondata sui principi di libertà, indipendenza ed unità. L’identità degli iscritti restava segreta, ma i programmi erano diffusi attraverso un periodico. Legame imprescindibile tra teoria e prassi, fin da subito l’associazione fa proseliti nel Regno di Sardegna, dove la prima trama cospirativa della Giovine Italia viene scoperta nell’aprile del ‘33. Un secondo tentativo prevede un’insurrezione a Genova, che ancora una volta fallisce. È coinvolto anche un giovane Giuseppe Garibaldi. Nonostante gli arresti e le condanne a morte, Mazzini organizza altre insurrezioni fallimentari in Toscana e nel Lombardo-Veneto. Nel tempo aveva maturato anche il progetto di un’Europa unita, libera e affratellata, che si era tradotto nella fondazione della Giovine Europa, rimasto solo un atto simbolico. Nel 1835 pubblica un opuscolo ‘’Fede e avvenire’’ dove sostiene il suo progetto e il metodo insurrezionale. Esiliato in Gran Bretagna, nel 1840 rifonderà la Giovine Italia, questa volta auspicando una partecipazione popolare maggiore. Durante questa nuova fase, la Giovine Italia ispirerà nuovi tentativi di insurrezione. Il primo nel ‘43, presso le Legazioni pontificie, seguito dal famoso, tragico tentativo dei Fratelli Bandiera nel ‘44 in Calabria, e da un tentativo a Rimini nel 1845. I moderati di tutta Italia, pienamente inseriti nel dibattito del Risorgimento, iniziano in questi anni una dura critica delle strategie rivoluzionarie di Mazzini e dei repubblicani. Negli anni ‘40, dopo il fallimento delle cospirazioni di ispirazione mazziniana, emerge dalle riflessioni di molti intellettuali del Risorgimento un orientamento liberale moderato, favorevole al cambiamento ma contrario all’uso della violenza. Riassunti sull’800 | Maria Cristina Cilia Nel mondo cattolico, nonostante le condanne del papa, la storia d’Italia inizia ad essere letta in chiave patriottica. Nel papato viene riconosciuta un’istituzione che, secondo pensatori come Cesare Balbo, aveva difeso le libertà italiane nella storia. L’interesse di questa corrente per la storia medievale è alla base del nome con cui la identifichiamo: neoguelfa. Nel 1843 Vincenzo Gioberti, un sacerdote e importante filosofo nato a Torino, nonché uno dei pensatori più importanti del Risorgimento, riprenderà da Mazzini l’idea di una ‘missione’ storica degli italiani. Non si trattava però dell’unità nazionale, ma di una confederazione di Stati italiani sotto l’egida del papa (con Roma capitale), e guidati militarmente dai Savoia. Il papa dell’epoca era Gregorio XVI: quanto di più lontano da una possibile guida di un’Italia federale. Nonostante questo, il federalismo moderato e cattolico di Gioberti aveva un pregio: era progetto credibile, che poteva essere accettato anche dalla borghesia moderata. Altri pensatori, come Giacomo Durando e Cesare Balbo, proponevano altre varianti del federalismo. Il federalismo era una solida alternativa liberale al radicalismo repubblicano di Mazzini. Il più illustre critico di Mazzini sarà sicuramente Massimo d’Azeglio, che vedeva nel riformismo un’efficace alternativa ai moti insurrezionali, giudicati non soltanto inutili, ma anche controproducenti. Il federalismo non era esclusivo appannaggio di cattolici e moderati. Il lombardo Carlo Cattaneo, ad esempio, auspicava un federalismo di tipo repubblicano, sul modello degli Stati Uniti. Anche Cattaneo era contrario all’insurrezionalismo mazziniano: la sua visione puntava alla libertà economica ed superamento dell’assolutismo monarchico, fino ad arrivare agli Stati Uniti d’Europa. E sviluppo di correnti indipendentista che legavano la causa nazionale alla causa sociale dove il maggior rappresentante fu Giuseppe Ferrari. [Moti del 48] Nel 1848 l’Europa e l’Italia sono attraversate da un’ondata rivoluzionaria. La principali richieste consistono in un autodeterminazione e nel riconoscimento della costituzione da parte dei sovrani. Tra il 1846 e il 1847 l’Italia è caratterizzata da un fermento politico-liberale causato dall’insofferenza nei confronti del dominio dei sovrani. Gli stati dunque si ribellano per ottenere maggiori diritti. Il moto rivoluzionario ebbe origine in Francia, inizialmente fu condotta una protesta contro il Re Luigi Filippo D’Orleans attraverso dei banchetti in cui era manifestato lo scontento per la linea politica di quest’ultimo e dei suoi stretti collaboratori. il Re non si curò di questa singolare protesta, in seguito però, ostacolò l’ultimo banchetto. In questa data il Re ordinò alla Guardia Nazionale, di ostacolare in qualunque modo il raduno, tuttavia, gli organizzatori della manifestazione e i numerosi parigini che erano intervenuti, si ribellarono al Re rivendicando il diritto di potersi aggregare. Gli uomini della Guardia Nazionale riconobbero giusta la causa dei manifestanti e piuttosto che disperderli, sfilarono con loro appoggiando la rivolta. Il 24 Febbraio il Re fuggì da Parigi, la sera stessa fu designato un governo provvisorio con a capo il liberale Lamartine. Il nuovo governo attuò come prime disposizioni: l’impossibilità della pena di morte per crimini politici; l’abolizione della schiavitù nelle colonie francesi; e decretò, inoltre, la creazione di un’Assemblea Costituente eletta dal popolo con il sistema del suffragio universale maschile. Alle elezioni, Luigi Napoleone, attraverso un colpo di stato, riuscì ad essere imperatore con il nome di Napoleone III. Questa rivoluzione dopo scoppiò a Vienna. L'imperatore Ferdinando I fu costretto ad accettare le richieste: licenziamento di Metternich e convocazione di un'assemblea costituzionale. Dopo queste concessioni abdicò a favore del figlio Francesco Giuseppe. La rivoluzione di Vienna si propagò anche in Germania, dove fu convocata un'assemblea costituente con l'incarico di scrivere una costituzione. A questo scopo i rappresentanti di tutti gli stati tedeschi si riunirono a Francoforte. Questa costituzione non venne elaborata perché ci furono all'interno dell'assemblea pareri discordi. Alcuni sostenevano di formare la Grande Germania che prevedeva la formazione di uno stato confederale comprendente anche l'Austria; altri invece sostenevano la Piccola Germania che escludevano l'Austria. Prevalse la tesi finale e fu formata una confederazione tedesca con l'Austria esclusa. A capo fu la Prussia dell'imperatore Guglielmo I. La Prussia divenne lo stato leader per la realizzazione dell'unificazione Riassunti sull’800 | Maria Cristina Cilia  Francese: politica assimilazionist volta a imporre le proprie tradizioni (usi e costumi)  Vietnam, cuore del dominio francese Fine 800 periodo saliente in cui si ebbe la formazione dell’impero italiano e tedesco. De Pretis  penetrazione in Somalia e Eritrea (inglobati in un protettorato sotto il governo di Crispi e successivamente sotto il governo di Giolitti.) Imperialismo Durante la “grande depressione” (1873-1896), in Europa fu sempre più evidente la necessità di trovare nuovi mercati fuori dal vecchio continente, ma non solo, furono diversi i motivi che diedero avvio ad una vera corsa alle colonie:  sul piano politico nasce l’affermazione di una supremazia internazionale, il desiderio di un prestigio stato-nazione. Per ragioni sociali e culturali, la superiorità dell’uomo bianco spinto da una missione civilizzatrice sulle popolazioni indigene e tendenze ideologiche come l’acceso al nazionalismo. Inoltre si faceva sempre più pressante la richiesta europea di prodotti, che rendeva indispensabile trovare quelle materie prime necessarie alla produzione. Sii iniziarono quindi a cercare territori oltremare poco sfruttati per reperire le materie prime a basso costo, così che l’Europa potesse sostenere la produzione e innalzare il suo livello di produttività. L’Inghilterra puntò le proprie mire verso l’Egitto (estremamente importante dopo l’apertura del Canale di Suez), il Sudan e il Sudafrica (dove dopo la guerra anglo-boera del 1902, fondò l’Unione Sudafricana). La Francia mirò a creare un impero nel sud-est asiatico dove dette origine all’Indocina francese. La Germania occupò il Togo, il Camerun e ampie zone dell’Africa orientale e sud-occidentale. La Conferenza di Berlino stabilì i principi di spartizione dell’Africa riconoscendo il possesso dei territori a Belgio, Francia, Germania e Inghilterra. Primi anni del ‘900 potenze europee messe in crisi dall’affermazione e la crescita dei paesi extraeuropei, in particolare Giappone, Cina e Stati Uniti. Il Giappone avviò un’azione espansionistica in Asia, sconfiggendo Cina e Russia (1905) Gli Stati Uniti, dopo aver combattuto contro la Spagna in appoggio all’indipendenza di Cuba (1898), allargarono la loro influenza sull’ America Latina e Filippine. Per i pesi colonizzati dal punto di vista economico, in alcuni casi, fu un inizio di modernizzazione seppure finalizzata agli interessi dei dominatori. Su piano politico favorì la formazione di nazionalismi locali che avrebbero alimentato la lotta per l’indipendenza. Anche l’Italia, anni più avanti dopo che si sarà unificata, tenterà la conquista di nuove colonie. Destra Storica Dopo il 1861 il ruolo politico fu occupato da uomini che formarono la cosiddetta Destra Storica con lo scopo di ricostruire l’Italia. Venne favorito un governo centralizzato che aveva la sua espressione nelle potenze locali e nel prefetto, perfino i sindaci venivano nominati direttamente dal re. Fu esteso lo Statuto Albertino  Liberale  a tutti i cittadini sono concessi i diritti  Moderato  Censitario  poteva votare solo chi pagava un certo numero di tasse  C’è un sovrano ma anche un patto tra popolo (potere legislativo) e sovrano (potere esecutivo e nomina di senatori)  Sarà costituzione fino al 1948 Sotto la destra storica si ebbe l’annessione al Veneto nel 1866 e l’annessione allo Stato pontificio nel 1870. (nonostante la legge delle guarentigie che garantiva al pontefice il libero svolgimento del suo magistero il papa si proclamerà prigioniero dello Stato, totale rifiuto di trattare con il regno di Italia come dimostrato dal Non Expedit del 1874 dove proibiva i cattolici di esercitare il diritto di voto.) [Notevole era il divario economico e sociale che emergeva tra il nord e il sud, urgeva un’ampia riforma in senso egualitario, sostituite tutte le monete con un’unica valuta (lira) e viene uniformato il sistema di Riassunti sull’800 | Maria Cristina Cilia peso e di misura.] Alle antiche povertà della popolazione si aggiunse l’introduzione della leva obbligatoria. La politica della destra storica aveva contribuito in modo determinante alla creazione delle strutture necessarie ad uno stato unitari. Tuttavia questo tipo di trasformazioni richiedeva dei costi, l’Italia per incamerare denaro dovette aumentare le tasse, viene imposto un forte fiscalismo ricaduto soprattutto nelle classi meno abbiente, che con la tassa sul macinato del 1868 suscitò aspre proteste, ad incarnare il disagio del meridione fu il fenomeno del brigantaggio repressa attraverso la legge Pica. Inoltre, per attenuare il malcontento popolare vengono emanate diverse riforme. Una tra queste riguarda la Legge Casati estesa su tutto il regno, in seguito la legge Rattazzi, per ridisegnare la geografia amministrativa dello stato Sabaudo dopo l’acquisizione della Lombardia, per ultimo una legge che consentiva il diritto di voto ai ragazzi dai 25 anni e che sapessero leggere e scrivere. Il maggior prelievo avvenuto con la tassa sul macinato consentì al governo, sotto la direzione di Quintino Sella, di pareggiare il bilancio. (riesce a bilanciare le entrate e le uscite.) Il pareggio del bilancio avvenne nel 1876, stesso periodo in cui le elezioni furono vinte dalla sinistra storica Sinistra Storica [La sinistra storica si rifaceva ai democratici di ascendenza garibaldine e mazziniane. La sinistra da voce agli industriali, secondo gli industriali italiani bisognava proteggere l’industria italiana dalla concorrenza internazionale. La maggior parte degli italiani troppo povera, talmente povera da non permettersi di acquistare le merci prodotte dagli italiani stessi, costavano di più delle merci straniere. Gli industriali richiedevano di migliorare le condizioni dei lavoratori e di ridurre le tasse sui consumi, la sinistra inizia a varare una serie di riforme, inizialmente accontentano gli industriali.] il primo presidente del consiglio a capo di un governo solo della Sinistra storica fu Agostino Depretis, incaricato dal Re, pochi giorni dopo le dimissioni del Governo Minghetti II, ultimo esponente della destra storica . Il Governo e il parlamento prendono alcuni importanti provvedimenti in diversi campi. Sul punto di vista economico, Depretis dopo aver notato l’arretratezza dell’industria italiana rispetto a quelle estere prende la decisione di attuare una politica protezionistica e fornisce aiuti statali. Grazie a ciò nascono e si sviluppano nuove fabbriche e le merci stranieri che arrivano in Italia vengono gravate, ovvero, aumentano i loro prezzi a causa dei dazi elevati che le rendono più care, tutto questo a favore delle industrie settentrionali. Si occuperà, inoltre, di varare una serie di riforme sociali, uno dei primi interventi sarà la riforma sull’istituzione elementare, è la legge coppino del 1877 che richiede la frequenza obbligatoria fino ai 6 anni di età elevando il livello di alfabetizzazione del paese. In seguito abolisce la tassa sul macinato, avviando una politica fiscale particolarmente favorevole alla media borghesia, ultima ma non per questo meno importante amplia il suffragio elettorale che permetteva di poter votare coloro che avevano 21 anni di età e che avessero superato il corso finale delle elementari (saper leggere e scrivere.) Preso, tuttavia, si creò una sostanziale consonanza tra i due schieramenti poiché Depretis, salito al potere con un programma decisamente riformatore, ne ridimensionò poi la portata, preoccupandosi di far convergere sulle proprie posizioni anche parte degli avversari. A questa condotta venne attribuito il nome di Trasformismo. In politica estera venne sancita l’alleanza con Austria e Germania (Triplice Alleanza,1882) mentre si avviava un programma di espansione coloniale, sostenuto dai ceti industriali, dai militari e dalla corte. La prima colonia fu la baia di Assab, in Eritrea acquistata da Crispi da cui sarebbe partito il processo di colonizzazione e solo successivamente occupò Massua. Nel 1890 consolidò il suo insediamento in Eritrea, anni successivi anche la la Somalia, che divenne dapprima protettorato nel 1889 e poi colonia nel 1905. Crispi: Nel 1887 muore Depretis, gli succede il ministro degli interni Crispi, il quale ispira a rendere l’Italia una grande potenza militare e coloniale. Egli adotta una politica autoritaria e repressiva, portò ad una riorganizzazione dell’apparato statale. Attuò anch’egli una serie di riforme, la più nota riguarda il codice penale, il codice Zanardelli del 1890 con lo scopo di abolire la pena di morte e riconoscere il diritto di sciopero. Reprime alcuni moti popolari tra cui il moto dei fasci siciliani. Dopo le dimissioni del 91 ritorna a governare nel 93 dove principalmente si dedicherà ad una politica estera , puntò la sua Riassunti sull’800 | Maria Cristina Cilia attenzione all’Africa Orientale, dopo alcuni successi, portò alla disfatta di Adua del 1896, evento che portò alla fine della sua carriera politica. Il movimento operaio e contadino [L’anarchismo e il socialismo, pur condividendo lo stesso obiettivo, ovvero, la realizzazione di una società senza classe e stato, entrarono in contrasto. Gli anarchici vogliono realizzare una rivoluzione spontanea, anche attraverso l’uso di azioni terroristiche, mentre i socialisti rinviavano la rivoluzioni e preferivano risolvere con la richiesta di riforme. ]In Italia la lentezza dello sviluppo capitalistico fece si che un movimento operaio indipendente si sviluppasse con un certo ritardo rispetto ad altri paesi europei. L’internazionale socialista estese inizialmente la propria influenza in Italia grazie a Bakunin. L’anarchismo infatti incontrò il favore dei ceto meno abbienti e di alcuni intellettuali proprio perché portatore di un messaggio di immediata ribellione all’ordine costituito. Dopo il fallimento di alcune azioni sovversive, fu invece la corrente socialista a guadagnare un numero crescente di consensi fino alla fondazione del Partito operaio italiano (1882). Dieci anni dopo sarebbe nato il partito dei lavoratori italiani, divenuto poi Partito Socialista Italiano (1895) contemporaneamente all’affermazione dell’industria. Principali esponenti Andre Costa, Filippo Turati e Antonio Labriola. La questione sociale vengono affrontate anche dal movimento cattolico: cooperative agricole e artigianali. (istituzioni controllate dal clero.) Giolitti Per età giolittiana si intende il periodo che va dal 1901 al 1914 in Italia, quando la politica fu dominata dalla figura del liberale Giovanni Giolitti. Nello specifico dal 1901 al 1903 ricopre la funzione di ministro degli interni, successivamente dopo la breve parentesi del governo di Rudinì Giolitti salirà al governo come presidente del consiglio. L’italia ha conosciuto la figura di Giolitti già in passato nel 1892-93, quando il politico stette in carica solo per un anno e si dimise subito dopo lo scandalo della Banca di Roma. Egli promosse importanti riforme sociali per la neutralità nel campo dei conflitti di lavoro, infatti legittimava le organizzazioni dei lavoratori, lo stato doveva, secondo lui, rappresentare tutte le forze sociali e quindi cercare di pacificare ed eliminare le contese. Nel caso di manifestazioni o scioperi le forze dell’ordine dovevano intervenire solo se ci fossero state delle violazioni del codice penale. Legittimava infine l’ascesa delle classi lavoratrici e i miglioramenti salariali, necessari per lo sviluppo economico. Cercò di avvicinarsi ai socialisti ma senza schierarsi con loro, invita Filippo Turati ad una partecipazione al governo il quale rifiuta per evitare una reazione della parte rivoluzionaria. Giolitti attuò un governo riformista, numerose furono le riforme durante la sua ascesa al potere. I provvedimenti di maggiore importanza patrocinati dal nuovo esecutivo furono la riforma dell’istruzione elementare e l’introduzione del suffragio universale maschile. Durante il suo periodo vi fu un fortissimo decollo economico dovuto ad una serie di innovazioni, come l’intervento delle banche miste, lo sviluppo delle ferrovie, la nazionalizzazione dei servizi pubblici, la municipalizzazione di servizi quotidiani e le misure protezionistiche attuate. Ma ruolo fondamentale lo ebbero le commesse statali, mentre nel campo sindacale aveva luogo una rilevante aggregazione delle diverse organizzazioni con la nascita della Confederazione Generale del Lavoro (CGdL) . Contro la politica giolittiana si schierano: 1. Sidney Sonnino  rappresentante liberal-conservatori e contrario a collaborazione tra governo e parlamento 2. Socialismo massimalista 3. Nazionalismo Spinto da parte dell’opinione pubblica, il governo italiano dichiara guerra alla Libia nel 1911. I motivi che giustificano la ripresa della politica coloniale sono quelli di dare delle terre da coltivare ai ceto meno abbienti, debellando così il fenomeno emigratorio, e aumentare il prestigio internazionale dell’Italia. Nonostante la guerra durò e costò più del previsto l’Italia vinse il conflitto e fu riconosciuto il possesso. I movimenti che avevano contribuito a convincere il governo ne uscirono rafforzati, la linea rivoluzionaria dei socialisti prese il sopravvento, ma Giolitti venne indebolito e costretto a cercare nuove alleanze, come quella con i cattolici non intransigenti. Egli sigla un Patto con Gentiloni, nel 1913, per cercare di arginare il potere dei socialisti. I cattolici sono disponibili a dare il loro voto alle prossime elezioni, grazie anche all’apertura di Pio X, che attenuò il non-expedit. Infatti nelle elezioni Giolitti ottiene la maggioranza in parlamento. Nonostante ciò la spedizione in Libia indembolisce Giolitti che lo costringerà dimettersi nel 1914 cedendo il posto a Salandra.
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