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La Riforma protestante in Europa, Appunti di Storia

La Riforma protestante in Europa, partendo dalla riscoperta delle sacre scritture e della loro traduzione nelle lingue originali, fino alla diffusione del protestantesimo in Germania e in Europa. Si parla della critica di Lutero alle indulgenze, della sua condanna da parte della Chiesa e della sua traduzione della Bibbia in tedesco. Si descrive anche la diffusione del protestantesimo in Svizzera e in Inghilterra, con la figura di Calvino e di Enrico VIII. Si parla infine della pace di Augusta e del principio del cuius regio eius religio.

Tipologia: Appunti

2018/2019

In vendita dal 03/02/2024

saragalvani28
saragalvani28 🇮🇹

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Scarica La Riforma protestante in Europa e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Riforma protestante Durante l’umanesimo ci fu una riscoperta delle opere classiche, lo stesso avvenne anche per le sacre scritture e si cercò di riscoprire il testo biblico nelle lingue originali: in ebraico per quanto riguarda l’antico testamento e greco per il nuovo testamento. La riforma protestante, è stata una conseguenza di questa riscoperta del testo originale dei testi sacri, ma anche un ritorno alla purezza evangelica. La causa principale che scatenò la riforma fu la vendita delle indulgenze, ovvero un riconoscimento elargito dalla Chiesa in cambio di denaro, che prometteva la remissione dei peccati. La spesa per la nuova basilica di San Pietro aveva indotto il papa a concedere capacità speciali ai vescovi, quali l’acquisto di diocesi e la vendita, appunto, delle indulgenze. Il monaco agostiniano Martin Lutero, scrisse 95 tesi contro la pratica delle indulgenze e si racconta che il 31 ottobre 1517 egli le avesse affisse alla porta della chiesa di Wittemberg. La critica di Lutero nacque dalla convinzione che la salvezza umana risiedesse in Dio e che solo la fede conducesse alla giustificazione dell’anima. Il commercio delle indulgenze era dunque una pratica blasfema e la concessione stessa della grazia un riconoscimento inutile. Le tesi di Lutero divennero estremamente popolari, benché il monaco le avesse poste all’attenzione dei soli vescovi e dei teologi. La reazione di papa Leone X fu durissima: egli condannò le tesi luterane e riaffermò il potere della Chiesa. Ma Lutero, ebbe il tempo di raccogliere consensi, tra i principi tedeschi e i teologi che lo seguirono sulla strada dello scisma. La rottura definitiva tra la Chiesa e la dottrina luterana avvenne nel 1520 con i successivi scritti del monaco. Nel 1521 con la dieta di Worms, viene chiesto a Lutero di ritrattare e rinnegare le sue affermazioni contro la Chiesa, egli rifiutò, fu messo al bando da Carlo V e scomunicato dal papa. Lutero fu salvato dall’arresto dal principe tedesco Federico il Savio, e rifugiatosi presso di lui compì la traduzione in tedesco della Bibbia. L’atto fu un nuovo affronto per la Chiesa, poiché presupponeva una capacità spirituale dell’uomo all’infuori dell’autorità ecclesiastica. Traducendo la Bibbia in volgare ed adottando i nuovi metodi di stampa, Lutero diffuse facilmente la sua dottrina, che presto condizionò la spiritualità dell’intero continente. La riforma in Germania La Riforma luterana cominciò a diffondersi in Germania dal 1521 e trasse vantaggio dai mali remoti della chiesa. Nel territorio tedesco si distinsero piccole comunità religiose che abbracciarono il luteranesimo e preso la riforma prese piede in Austria, in Ungheria, in Olanda, in Svizzera e in Svezia. Molti principi dell’Impero germanico si ribellarono all’autorità imperiale sulla base del pretesto religioso: Lutero garantiva loro il pieno controllo sulle masse popolari purché ad ogni cristiano fosse riconosciuta la libertà di fede. Tuttavia, in Germania, la rivolta andò ben oltre i limiti previsti da Lutero. Fu il caso dei cavalieri e dei contadini, che rifacendosi sommariamente alla dottrina luterana, saccheggiarono città e monasteri. Condannati da Lutero stesso, furono soppressi dall’autorità monarchica. Lo scontro più acceso venne, però con l’aperto schieramento dei principi rispetto alla questione religiosa: si formò un’alleanza cattolica filo-imperiale e, in risposta ad essa, una coalizione dei principati favorevoli al luteranesimo (come il Ducato di Prussia, fondato dall’ordine teutonico). Questi ultimi si ribellarono all’editto di Worms, con cui Carlo V aveva condannato la Riforma luterana, e protestarono. Su invito del Papato, Carlo V cercò più volte di sconfiggere il movimento riformista, ma la guerra dei principi infine fu sfavorevole all’Impero. Con la pace di Augusta (1555) si sancì definitivamente l’esistenza del culto protestante in Germania e il principio del cuius regio eius religio, per cui ogni stato poteva assumere la religione del sovrano. La Riforma in Europa e l’anglicanesimo La diffusione del protestantesimo in Europa ebbe, oltre a Lutero, più protagonisti. In Svizzera fu portavoce della Riforma il parroco Huldreich Zwingli, che gettò le basi per l’adesione del paese al culto luterano. La rivolta svizzera fu in seguito promossa da Giovanni Calvino (di origini francesi), cui principi erano più estremisti. Secondo Calvino, Dio già dal momento della creazione ha stabilito la parte dell’umanità che si salverà e chi, invece, sarà dannato per sempre; questo è il concetto della predestinazione. La dottrina di Calvino, per quanto ispirata alla predicazioni di Lutero, si distinse da queste ultime ed ebbe una sua diffusione in Francia, Olanda, Scozia e Inghilterra. Il re inglese Enrico VIII, della dinastia dei Tudor, fu inizialmente un accanito sostenitore della Chiesa cattolica, tanto che fu definito “difensore della fede” dal Papa stesso.
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