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Ruolo e Strumenti dell'AS: Modelli Teorici-Operativi e Interventi, Appunti di Metodi E Tecniche Del Servizio Sociale

Il ruolo dell'assistente sociale (as) e le sue funzioni, strumenti e metodi di intervento. L'as è un professionista del servizio sociale professionale che si propone di intervenire nelle condizioni di bisogno e di disagio, utilizzando un metodo, dei modelli teorici-operativi e degli strumenti tipici della professione. L'as assume la cosiddetta ‘ottica trifocale’, che si rivolge sempre verso tre dimensioni: la persona, l'organizzazione di lavoro e la comunità. Una panoramica delle obiettivi e delle funzioni dell'as, dei modelli teorici-operativi utilizzati, dei modi di raccolta delle informazioni, del piano d'intervento, del contratto, dei verbali di riunione e del codice deontologico. Utile per chi vuole apprendere o studiare il ruolo dell'as e le sue funzioni, strumenti e metodi di intervento.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 06/05/2024

sofia_fricano
sofia_fricano 🇮🇹

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Scarica Ruolo e Strumenti dell'AS: Modelli Teorici-Operativi e Interventi e più Appunti in PDF di Metodi E Tecniche Del Servizio Sociale solo su Docsity! RUOLO, FUNZIONI, STRUMENTI E METODI DELL’AS  INTRODUZIONE L’AS è il professionista del Servizio Sociale Professionale, che pone come proprio destinatario l’uomo nel suo “essere sociale”; si propone, dunque, di intervenire nelle condizioni di bisogno avvalendosi del metodo, dei modelli teorici-operativi e degli strumenti tipici della professione. Il riconoscimento del ruolo professionale dell’AS viene affermato con la legge n. 14/1987, che per ha previsto il valore abilitante del diploma dell’Ass.Soc. Con la legge 84/1993 viene disciplinato il ruolo professionale dell’AS con relativa istituzione dell’albo professionale; questa riconosce l’AS come professionista con autonomia tecnica e di giudizio, impegnato nella prevenzione, nel sostegno e nel recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in condizioni di bisogno e di disagio. Inoltre, la legge dispone che per esercitare la professione bisogna aver conseguito il titolo, aver superato l’esame di abilitazione ed essere iscritti all’albo professionale. Nello svolgimento delle sue funzioni, l’AS assume la cosiddetta “ottica trifocale”, secondo la “tridimensionalità d’intervento”, per indicare l’ottica assunta dall’AS nell’esercizio della sua professione che si rivolge sempre verso tre dimensioni:  la persona;  l’organizzazione di lavoro;  la comunità. Quest’ultimo, infatti, nello svolgimento della sua professione è investito da tre mandati:  il MANDATO PROFESSIONALE che rappresenta l’insieme dei principi, dei valori e delle metodologie che caratterizzano la professione;  il MANDATO ISTITUZIONALE che costituisce l’insieme dei regolamenti, delle disposizioni e degli accorgimenti professionali che l’AS deve tenere in considerazione all’interno della propria organizzazione di lavoro;  il MANDATO SOCIALE, ossia l’insieme delle richieste, delle domande sociali che la comunità territoriali rivolge all’AS.  OBIETTIVI E FUNZIONI Gli obiettivi che si propone di perseguire l’AS, nello svolgimento della sua professione riguardano:  il cambiamento sociale;  la tutela e la protezione;  la garanzia del benessere sociale;  la condanna di ogni forma di discriminazione e la promozione di una cultura alla tolleranza;  la promozione delle politiche sociali in linea con i diritti costituzionali e con i valori ispiratori della professione. Allo scopo di realizzare gli obiettivi generali posti in essere dalla professione, l’AS svolge specifiche funzioni di:  contatto diretto con l’utenza: l’AS rappresenta, infatti, la porta di accesso ai servizi per i cittadini;  programmazione e pianificazione;  didattica e supervisione;  gestione del sistema informativo: con il decreto legislativo n. 147/2017 viene istituito il SIUSS (Sistema Unitario dei Servizi Sociali) per assicurare una puntuale conoscenza di tutti i servizi sociali e delle prestazioni erogate dal sistema integrato di interventi e prestazioni sociali.  advocacy. disponibili, presenti sia nella rete primaria, ovvero nella persona e nel suo ambiente familiare, sia nella rete secondaria, formale e informale, coinvolgendo tutti gli enti istituzionali, del terzo settore e di volontariato. 5. CONTRATTO La fase del contratto rappresenta un momento cruciale, poiché implica la sottoscrizione di un impegno reciproco, da parte sia della persona sia dell’AS, di rispettare le responsabilità previste all’interno del contratto. Inoltre, qui verranno individuati i tempi previsti poiché è indispensabile promuovere il messaggio che la presa in carico è solo momentanea ed è finalizzata al reinserimento della persona e all’acquisizione dell’autonomia. 6. VERIFICA E CONCLUSIONE In questa fase si assiste alla valutazione conclusiva del percorso effettuato, in cui ci si confronta sugli obiettivi raggiunti e no, e sul relativo perché. È inoltre importante sottolineare che la conclusione del procedimento può avvenire anche per cause di forza maggiore, ovvero per il rifiuto della persona o per il trasferimento dell’AS.  MODELLI TEORICI – OPERATIVI Nell’attuazione del procedimento metodologico, l’AS si serve di modelli teorici- operativi, ossia dei paradigmi concettuali che orientano l’analisi e lo studio di un fenomeno e orientano l’intervento e la valutazione dell’AS. I principali modelli teorici si differenziano tra: CASEWORK, ossia lavoro sul caso, GROUP WORK, lavoro sul gruppo e COMMUNITY WORK, lavoro con la comunità. Per quanto riguarda il CASEWORK possiamo individuare i seguenti modelli teorici:  MODELLO CLINICO= fondato sullo schema studio-diagnosi-trattamento e concepisce la persona come un malato da curare;  PROBLEM-SOLVING= fornire gli strumenti per rendere la persona capace di fronteggiare i suoi problemi, lavorando con l’ambiente;  MODELLO ESISTENZIALE= si basa sugli studi inerenti al ciclo di vita e sull’importanza dell’ambiente;  MODELLO SISTEMICO-RELAZIONALE;  MODELLO DI RETE= concepisce la persona come facente parte di un’interrelata rete di relazioni, distinguendo tra rete primaria e rete secondaria. Qui, l’AS lavora con e sulla rete, al fine di attivare tutte le reti funzionali e di incentivare i fattori di rischio per superare la condizione di fragilità. Per quanto riguarda, invece, il GROUP WORK, l’AS lavora con un gruppo di persone che condividono la medesima esperienza o il medesimo obiettivo. A tal proposito, esistono diverse tipologie di gruppo: auto-mutuo aiuto, formazione e informazione, animazione sociale etc. Il compito dell’AS è quello di definire gli obiettivi e il ruolo che occupa all’interno del gruppo, definire il metodo di lavoro e gli strumenti da utilizzare. Inoltre, programma un piano d’intervento sulla base degli obiettivi, verifica periodicamente e documenta tutti i momenti, lasciando sempre ai partecipanti ampia libertà di azione e di espressione. Nel LAVORO DI COMUNITA’ l’obiettivo è quello di aiutare le persone appartenenti ad una medesima comunità a raggiungere obiettivi finalizzati a determinare e ad incrementare il benessere dei suoi abitanti, favorendo inoltre delle misure di sostegno alle fasce più deboli. Qui, l’AS svolge una funzione di raccordo fra le diverse reti, di attivazione delle risorse interne ed esterne presenti e di superamento delle possibili difficoltà. Altresì, nei casi in cui sia necessario, assume la funzioni di advocacy, ossia diviene letteralmente portavoce di chi voce non ne ha, e dunque svolge la funzione di rappresentante verso tutte quelle categorie di persone connotate da fragilità che da sole non riescono a far valere i loro diritti e i loro bisogni, aiutandole a divenire soggetti attivi della comunità e ad esercitare pienamente tutte le risorse presenti nella comunità di riferimento per il superamento della propria condizione di fragilità. Nello specifico, le fasi del lavoro di comunità si articolano in:  fase esplorativa= l’AS analizza la realtà della comunità di riferimento, servendosi di strumenti quali il profilo di comunità, attraverso il quale riesce a conoscere la comunità nei suoi aspetti territoriali, demografici, istituzionali, culturali e di servizi;  fase di ascolto delle proposte;  fase di realizzazione dei progetti;  collaborazione con i servizi pubblici.  STRUMENTI  COLLOQUIO: È lo strumento privilegiato dell’AS poiché gli consente di entrare direttamente in contatto con la persona, nel corso del quale quest’ultima assume una posizione centrale in quanto soggetto attivo e non passivo fruitore di servizi. Durante il colloquio, infatti, è importante instaurare una relazione fondata su fiducia, empatia, una comunicazione chiara e diretta e assumere gli atteggiamenti professionali tipici della professione di accettazione e non giudicante. È importante sottolineare che il colloquio può avere diverse funzioni: informativa, valutativa, d’indagine etc. e che l’AS deve porre attenzione alla sua realizzazione. Nello specifico, nella realizzazione del colloquio è possibile riscontrare la:  fase iniziale= l’AS si propone di preparare un setting che sia più favorevole e accogliente possibile. Nel momento iniziale del colloquio, l’AS spiega chi è e quale ruolo svolge all’interno del servizio, la motivazione del colloquio e qual è il suo scopo;  corpo centrale= l’AS raccoglie tutte le informazioni che gli interessano, assumendo un approccio empatico e comunicativo chiaro, aperto e accogliente;  fase finale= l’AS compie una restituzione di quanto è stato affrontato nel corso del colloquio con la partecipazione attiva della persona e viene l’ambito di applicazione del suddetto Codice, che si rivolge a tutti i professionisti correttamente iscritti all’albo professionale e, quindi, autorizzati ad esercitare la professione. Ù Il Titolo II si occupa di definire i principi generali della professione ed in particolare: riconosce il valore della persona e ne riconosce i diritti (art. 5), conferendole centralità ed unicità in relazione al suo contesto di vita e di relazione (art. 8) e contrastando ogni forma di discriminazione perpetuata per sesso, genere, religione, estrazione sociale (art.9). Inoltre, riconosce le famiglie nelle sue diverse forme come luogo privilegiato per la realizzazione di relazioni significative (art. 10). Il Titolo III fa riferimento alle responsabilità generali dei professionisti e, in particolare, afferma che:  i dilemmi etici sono connaturati all’esercizio della professione, per cui l’AS deve porre attenzione al processo, evidenziando i principi in contrasto e formulando delle proposte progettuali in merito (art. 14);  l’AS deve ricercare la collaborazione con altri colleghi per una lettura multidimensionale dei problemi e dei bisogni (art. 16);  l’AS deve difendere e proteggere la propria autonomia tecnica e di giudizio (art. 18);  l’AS agisce in coerenza con i principi etici e i valori della persona anche nella propria vita personale e nell’utilizzo dei social network;  l’AS non sfrutta la sua posizione a proprio vantaggio;  l’AS è tenuto alla formazione continua (art. 25). Il Titolo IV è dedicato alle responsabilità dell’AS nei confronti della persona e si suddivide in due capi: il rispetto dei diritti della persona (capo I) e il segreto professionale (capo II).  Nel Capo I vengono individuati i diritti alla persona, tra cui l’autodeterminazione, il contrasto alla violenza, massima trasparenza e informazione sulle conseguenze degli interventi, segretezza e consenso agli interventi, riparazione all’errore.  Nel Capo II, invece, viene individuato il segreto professionale quale obbligo per il professionista e diritto della persona che deve essere sempre rispettato, salvo i casi previsti dalla legge. Il Titolo V definisce le responsabilità dell’AS nei confronti della società, ovvero:  sostenere le politiche sociali integrate per garantire un maggiore benessere sociale con riferimento alle persone esposte a situazioni di fragilità;  conoscere la realtà socio-territoriale della comunità di riferimento;  favorire l’accesso alle risorse;  mettere a disposizione le sue competenze nei casi di calamità naturali o di emergenza (art. 42). Il Titolo VI indica le responsabilità degli AS nei confronti dei colleghi e di altri professionisti, definendo l’importanza della lealtà, della collaborazione con i propri colleghi nonché il supporto ai nuovi professionisti. Il Titolo VII individua le responsabilità dell’AS nell’esercizio della professione e il Titolo VIII le responsabilità nei confronti della professione, individuando l’obbligo di mantenere un rapporto con l’ordine e all’obbligo dell’AS di adempiere a tutti gli obblighi previsti dal presente Codice. In particolare, nel Capo III vengono individuate le sanzioni disciplinari previste, ovvero:  ammonizione: consiste in un richiamo scritto comunicato all’interessato sull’osservanza dei suoi doveri e in un invito a non ripetere quanto commesso;  censura: consiste in una dichiarazione di biasimo resa pubblica;  sospensione dall’esercizio della professione: consiste nell’inibizione all’esercizio della professione, per una durata di due anni;  radiazione dall’albo: la radiazione consiste nella cancellazione dall’albo. La sanzione della radiazione dall’albo viene inflitta:  in caso di tre sospensioni maturate nell’arco di cinque anni ;  nei casi di violazione del codice deontologico e/o di comportamento non conforme al decoro e alla dignità della professione di gravità tali da rendere incompatibile la permanenza nell’albo;  nel caso di condanna con sentenza passata in giudicato a pena detentiva non inferiore a tre anni per fatti commessi nell’esercizio della professione;
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