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Riassunto terzo capitolo libro La salute prima di tutto. Art. 32, Schemi e mappe concettuali di Sociologia

Riassunto terzo capitolo del libro La salute prima di tutto. Art. 32 della Costituzione italiana.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 24/05/2022

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Scarica Riassunto terzo capitolo libro La salute prima di tutto. Art. 32 e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia solo su Docsity! 3. Salute e dibattito dell’ Art. 32. Analisi sociologica 3.1 L’evoluzione normativa della salute vista dal sociologo Nel 1948 l’OMS ha definito la salute, l’Italia lo ha fatto con l’articolo 32 della Costituzione, e sempre nel 1948, nasce in Inghilterra in National Health Service (NHS) caratterizzato dall’universalità e gratuità dell’assistenza pubblica come diritto sociale di tutti i cittadini. Il 10 dicembre 1948 le Nazioni Unite approvano la Dichiarazione universale dei diritti umani, l’articolo 25 stabilisce il diritto di ogni persona a un adeguato livello di vita che assicuri a lui e alla sua famiglia la salute e il benessere, inclusi il cibo, il vestiario, l’abitazione, l’assistenza medica e i servizi sociali necessari, e il diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, disabilità, vedovanza e vecchiaia. La carta di Ottawa, sottoscritta dagli Stati appartenenti all’OMS, definisce la promozione della salute come ‘il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla’.  oggi costituisce un documento di riferimento per lo sviluppo di politiche orientate alla salute e alla promozione della salute. La promozione della salute mira a raggiungere l’eguaglianza nelle condizioni di salute. I fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorirla così come possono lederla. Le diverse definizioni di salute sono di complessa interpretazione, in quanto variano al mutare delle caratteristiche dei soggetti e nei diversi contesti socioculturali. Ad esempio, per molto tempo, il comportamento del paziente è stato descritto come passivo, solo in risposta al comportamento del terapeuta: la salute era concepita come assenza di malattia, e la malattia come assenza di salute. L’ipotesi di un paziente ‘passivo’ si dimostrò troppo superficiale difronte alla complessità della realtà. Un esempio di visione che si oppone a quella semplicistica della salute e della malattia, è quella sviluppata da Freud. Un altro contributo fondamentale è quello di Parsons che ha proposto un modello riassumibile in tre punti: 1. La salute e la malattia non costituiscono due opposti, definibili ognuno tramite il proprio contrario; 2. La salute e la malattia non sono concetti assoluti, ma sono concretamente definiti rispetto ad una serie complessa di dimensioni; 3. La salute e la malattia non sono realtà astratte, ma vanno considerate dinamicamente nel loro carattere di ‘costruzioni sociali’, al di là delle semplici definizioni di carattere bio- medico. La salute deve essere considerata, quindi, con uno sguardo d’insieme che comprende stati fisici, psichici e relazionali tra ambienti e mondi vitali. Volgendo lo sguardo agli anni più recenti vi sono dimensioni e fattori che stanno complessificando il concetto di salute e ne stanno modificando anche i ruoli delle parti in causa: - Il sistema sanitario è chiamato a dare risposte e fornire servizi rispetto ad una domanda più partecipativa del processo di salute; - Il sistema sanitario è stato chiamato con le riforme degli anni ’90 alla necessità del decentramento e della competizione per far fronte all’evoluzione socio-demografica dell’invecchiamento della popolazione e della riduzione dei tassi di natalità con l’aumento progressivo dei costi sanitari. 3.2 Igiene, prevenzione, teoria del miglioramento, fiducia del paziente 3.2.1 Igiene, sanità pubblica e sistema sanitario La nostra società complessa e globalizzata, mentre evita certi rischi e patologie, produce altri tipi di rischi e patologie; si pensi alle modificazioni che connotano la nostra società post-moderna nei confronti dell’ambiente, della natura esterna (inquinamento ambientale, distruzione di riserve naturali..), e a quelle modificazioni indotte negli stili di vita. Le politiche di promozione della salute implicano la creazione di ambienti adeguati al perseguimento della salute negli ambienti di vita e di lavoro, attraverso condizioni di maggiore sicurezza e gratificazione, oltre il coinvolgimento della comunità con azioni co-partecipate. Anche gli individui e i gruppi possono diventare soggetti attivi nel perseguire uno stato di buona salute, quando sono in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l’ambiente e di adattarvisi. La promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario, ma anche dei settori che influiscono sulla salute ( = approccio intersettoriale ). L’approccio più comune nella sanità pubblica è quello orientato ai fattori di rischio individuali, teso alla ricerca delle cause sociali, comportamentali e biomediche della salute. Tale approccio, però, è stato considerato inadeguato. Putnam aveva individuato il determinante centrale nella qualità della vita nel capitale sociale, cioè quegli aspetti dell’organizzazione sociale come reti, norme e fiducia che facilitano il coordinamento e la cooperazione per il bene comune, dove ha valore la solidarietà e la partecipazione civica; mentre Wilkinson vedeva nella disuguaglianza in sé, più che nella povertà assoluta, una causa di malattia e di morte. Recenti studi hanno stimato l’impatto di alcuni fattori sulla longevità della comunità: i fattori socioeconomici e gli stili di vita contribuiscono per il 40-50% , lo stato e le condizioni dell’ambiente per il 20-33%, l’eredità genetica per un altro 20-30% e i servizi sanitari per il 10- 15%. Il superamento della medicina riduzionistica del filosofo Cartesio è avvenuto nel XIX secolo, quando Rudolf Virchow disse ‘La medicina è una scienza sociale e la politica non è altro che medicina su larga scala’ e come medico propose di superare la diffusione del tifo con una terapia basata su: istruzione, libertà e prosperità. Lo stesso medico sviluppò la tesi dell’origine multifattoriale delle malattie, sostenendo che erano le condizioni materiali della vita quotidiana delle persone la principale causa di malattia e di morte. Il dibattito costituente segue esattamente un secolo dopo la proposta della medicina sociale di Virchow (1848-1947). Sull’articolo 26 ha contribuito anche il cosiddetto gruppo dei medici. - Discorsi degli onorevoli Spallacci e Cavallorri (libro); il primo, nella seduta del 21 aprile 1947, descrive chiaramente la situazione sociale del paese. Emerge che la salute è un diritto sociale fondamentale dell’individuo, considerato sia come persona, sia come individuo appartenente ad un sistema organizzato in società. Lo stato deve attuare questo principio fondamentale come interesse generale di tutta la società.
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