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terzo parziale sociologia dei processi culturali, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

terzo parziale di sociologia dei processi culturali con il prof. Allodi. seminario sul narcisismo e riassunto de "la democrazia del narcisismo" di G. Orsina.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 20/03/2023

sofiiia28
sofiiia28 🇮🇹

4.4

(12)

30 documenti

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Scarica terzo parziale sociologia dei processi culturali e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Il narcisismo come riflessione su una patologia è un tema che è uscito dalla psicoanalisi ed è diventato un tema fondamentale della sociologia. Da patologia individuale è diventata una forma diffusa di patologia sociale, ossia di comportamenti diffusi nella società contemporanea. Alcuni grandi sociologi dei processi culturali si sono occupati di questo tema, tra cui christopher lasch. Il mito di narciso è considerato un archetipo fondante della nostra cultura, ossia un tema molto ricorrente, che si è definito alle origini del pensiero greco, della mitologia greca e poi ha accompagnato lo sviluppo della letteratura, della poesia, della musica, tutta la cultura occidentale fino ad oggi. Questo mito in realtà riesce a indagare un aspetto profondo della personalità umana. Il narcisismo è una dimensione che rischia di diventare tipica di una società, una cultura, ma anche una fase dell’evoluzione della personalità dell’uomo. Per Freud il narcisismo diventa una patologia nel momento in cui la personalità non supera questa fase. Il narcisismo caratterizza l'evoluzione di personalità di ciascuno di noi nelle prime fasi di vita, ma in alcuni casi questa fase non è superata e accompagna l'uomo come una patologia durante la sua vita. MITO DI NARCISO: È un mito di Ovidio. Narciso era figlio di una ninfa. Egli avrebbe avuto lunga vita a una sola condizione: non conoscere sé stesso. La sorte di narciso si incrocia però con quello della ninfa Eco, chiamata così perché può ripetere solo le ultime parole che le rivolgono. La ninfa incontra narciso e se ne innamora, ma narciso era preso da se stesso e quindi rifiuta queste attenzioni; gli dei vogliono punire narciso per la sua insensibilità. Per questo mandano la dea della vendetta Nemesi che fa in modo che narciso veda la sua immagine riflessa, circostanza che non sarebbe dovuta accadere perché se fosse accaduta il giovane avrebbe incontrato la morte. Quando vede l'immagine narciso si innamora di se stesso, e alla fine morirà anelando un’abbraccio dalla sua stessa immagine. Tema: giovane che si innamora inconsapevolmente della sua immagine. Narciso in quell’immagine non riconosce se stesso ma un’immagine bellissima di sé, il narcisismo è infatti una follia d’amore rivolta a se stesso. Anche Freud dedica un saggio al narcisismo nel 1914 intitolato "introduzione al narcisismo”. Qua egli teorizza che il narcisismo è quando una personalità non supera la fase narcisistica della sua evoluzione, allora il narcisismo diventa un disturbo di personalità, e Freud lo definisce come “L’amore che una persona prova della propria immagine e di se stesso”. il narcisismo come chiave interpretativa della nostra società industriale avanzata: Negli ultimi cento anni i sociologi culturali hanno ripetutamente tentato di cogliere l’essenza della società attuale, o almeno alcune delle sue più fondamentali tendenze prevalenti. Essi hanno quindi capito che la nostra è una società complessa e frammentata e la società occidentale ha sempre più assunto tratti di tipo narcisistico, e quindi il narcisismo diventa secondo alcuni autori una sorta di chiave interpretativa della nostra società (da individuale diventa collettivo). Questa categoria può essere applicata allo studio della società? Il trasferimento dalla psicoanalisi alla società stessa è una generalizzazione che possiamo fare o risulta una forzatura? Alcuni studiosi pensano che sia un importante categoria che aiuta a comprendere un aspetto essenziale della nostra vita sociale, secondo alcuni sociologi della cultura la società è narcisista in quanto gli uomini si interessano solo del proprio io e della loro vita privata eliminando tutto il resto. Si tratta di un’individualismo malato, poichè la sopravvivenza del proprio io diventa l'unico aspetto che conta. Ogni valore (valori nazionali, il bene comune, la religione, i valori politici) viene utilizzato per la sola finalità primaria di affermare se stessi. Egoismo, narcisismo, individualismo ⭑ EGOISMO→ è la tendenza naturale di ogni uomo che cerca di realizzare e difendere se stesso, ma all'interno di valori oggettivi che appartengono a tutti. (esempio. davanti a un voto di un compito se si è oggettivi si capisce che il compito ha un certo valore (valore oggettivo), oppure posso condividere o meno il valore dell’amicizia ma sono comunque in grado di capire se una persona si comporta come un amico. I valori oggettivi perciò si riconoscono al di là delle convinzioni personali. Il relativismo è la condizione che confonde queste due dimensioni, non riconosce una verità assoluta. ⭑ INDIVIDUALISMO→ è un complesso di valori culturali, una posizione culturale che nasce con locke, hobbes ecc. Nasce come difesa dell'individuo in nome di diritti naturali contro ogni tirannia religiosa o civile. È il rifiuto di ogni tribalismo e ogni schiavitù dei singoli nei confronti della collettività. L’individualismo eroico è quello che ha prodotto la civiltà in cui viviamo immersi nel capitalismo. L'individualismo è una difesa del privato che non esclude l'apertura al pubblico. È un insieme di valori che si possono definire “borghesi” (Weber). ⭑ NARCISISMO→ secondo morra il narcisismo è un individualismo stanco di chi non crede più né in se stesso né negli altri. Un ripiegamento sul proprio io, tipico delle società giunte in decadenza. Il narcisismo diventa una patologia quando non c’è un vero riconoscimento del proprio io, un amore, ma c’è un ripiegamento in se stesso, che è qualcosa di malato, ci si preoccupa in modo patologico di se ma ciò significa che in realtà non crediamo in noi, non ci amiamo davvero. Come si è arrivati in una società di questo tipo? Società in cui il narcisismo è diventato un fenomeno generale. Secondo diversi autori il 68 pur riconoscendo questo momento con grande importanza dal punto di vista dei riconoscimenti dei diritti (ad esempio per le donne), è stato anche una svolta di tipo narcisistico. Questo perché quella che doveva portare all'emancipazione dell'uomo e la donna, per come si è sviluppata non ha prodotto questo risultato di vera emancipazione, poiché in realtà in questa rivoluzione la donna diventa un oggetto di desiderio solo per aspetti estetici. Quindi, nonostante le iniziali buone intenzioni, secondo alcuni studiosi, la contestazione del ‘68 è stata il momento del passaggio dall’individualismo al narcisismo, che ha perso una visione oggettiva dei valori. In un libro di Marcuse occorre svoltare da una società che prima vedeva nel lavoro un valore centrale, a una società nella quale il vero valore non è il lavoro, ma il benessere, il piacere, la dimensione estetica. Marcuse teorizza questa svolta, pensa che essa implichi un’emancipazione dell’uomo. ma per alcuni questa svolta ha introdotto invece i germi che si sono sviluppati in senso narcisistico, il depotenziamento dell'individuo e non un suo rafforzamento. Marcuse dice che si deve passare all’ozio creativo, e distruggere l’ordine repressivo della sessualità procreativa, pensa che la sessualità vada vissuta distaccata dalla procreazione e debba essere vissuta solo in un senso edonistico e narcisistico. Il sesso è solo un bene terapeutico di consumo→ sessualità vissuta senza sentimenti né senso di responsabilità. Anti-istituzionalismo Il narcisista tende a rifiutare ogni istruzione. Rifiuta ogni struttura oggettiva della realtà (famiglia, lavoro, stato, scuola), considera ogni cosa solo per il significato che può avere nella difesa della propria sfera privata→ tutto ciò nel narcisista è vissuto come un aspetto che limita l'individuo. Ad esempio la famiglia implica responsabilità, quindi niente famiglia, lo stato implica un ridimensionamento della libertà, quindi niente stato. Così però non resta nulla, c’è un disinteresse totale e un’estraneità negativa verso tutto (deresponsabilizzazione). L'anti istituzionalismo ha rischiato di diventare un rifiuto che non implica alcuno sforzo di una proposta alternativa. LA RELIGIONE → La religione si trasforma in qualcosa di consolatorio, che non deve esigere nulla. Non c’è più infatti la religione che obbliga e impone i dieci comandamenti. C’è una religione alla quale ci si evolve in senso consultorio. Il narcisista cura solo se stesso, non più la natura. Agisce e si muove a partire dal fatto che ci si percepisce come esseri malati, e quindi c’è l'obiettivo di essere curati e salvati da qualcosa. Si assiste, oltre alla crisi della religione, alla fine delle ideologie politiche, della scienza, la fine dell’utopia. Un’epoca che diventa un’epoca della disillusione. il presente è l'unica dimensione temporale possibile, e quindi la memoria non c’è più. Le diverse antropologie della storia Non tutto nella nostra società però coincide con questa tendenza, in essa non mancano generosità e altruismo (fenomeno del volontariato). Secondo alcuni studiosi è possibile studiare le diverse antropologie che hanno definito in qualche modo la storia dell’occidente, ossia le diverse concezioni dell'uomo che sono prevalse in epoche differenti. 1. prima fase→ uomo greco: ragione e filosofia 2. all’uomo greco con la crisi del mondo classico subentra l’uomo cristiano: la religione. Ognuno di noi ha dentro di sé un maestro interiore. È l'antropologia che domina fino al medioevo. 3. borghese: l’azione e la trasformazione del mondo. È la concezione che concepisce l'uomo come l'essere che trasforma il mondo, segnato dal desiderio di trasformare il mondo stesso. La rivoluzione borghese dimentica ogni elemento di trascendenza dell’uomo. -il secondo rischio è che la democrazia crei una folla innumerevole di uomini simili ed uguali→ rischio della banalizzazione della libertà individuale. Le conseguenze sociologiche riguardano invece la tendenza all’autoisolamento, la mancanza di solidarietà reciproca. Eetti negativi del contesto democratico Secondo Tocqueville a causa del pluralismo che appunto si crea la realtà diventa qualcosa che non è più percepito con la chiarezza di un tempo. Tocqueville dice che la capacità riflessiva dell'uomo in un contesto democartico tende a ridursi. Quindi si possono individuare alcuni aspetti negativi della democrazia tra cui: 1. Il modo in cui si conosce la realtà→ si tende alla superficialità di giudizio, si vive in fretta e si privilegia la dimensione pragmatica dell’esistenza; la ricerca ossessiva del benessere materiale è d’ostacolo ad una vita di studio e di riflessione. Il cittadino democratico, tende a confidare unicamente nelle proprie opinioni, (presunzione di assoluta autonomia intellettuale) a chiudersi in sé stesso e pretende, da qui, di giudicare il mondo. 2. (natura psicologica) Sterilità spirituale, perseguimento di un benessere materiale mediocre→ gli individui diventano materialisti e quindi, spiritualmente sterili, infatti c’è un’assenza di vere e grandi passioni. C’è l’impossibilità di raggiungere un'uguaglianza assoluta e dalla mancata realizzazione di tale desiderio si creano forme di disagio e insoddisfazione. Viviamo in un’epoca di desocializzazione ed estraneità reciproca. L'uomo in un sistema democratico esiste solo per se stesso. 3. (natura sociologica) L’assetto sociale democratico tende a isolare gli uomini gli uni dagli altri. Crescente estraneità reciproca. Si tratta di un isolamento anche diacronico. Isolamento sincronico→ rispetto ai propri contemporanei Isolamento diacronico→ ha a che fare con la relazione che ciascuno ha con le generazioni passate a anche con la storia e la memoria. La trama dei tempi si rompe ad ogni istante (A. d. T.) L’uomo crede di vivere in una storia di cui egli è anche l’esito. Il senso di continuità tende a rompersi, gli studiosi dicono che oggi si tende a vivere in una sola dimensione della realtà che è quella dell’istantaneità, una dimensione che è spinta dalla rapidità del mutamento sociale e che tende a sottrarre all'esperienza temporale la dimensione del passato e del futuro. Orsina la chiama perdita di profondità temporale. C’è un’affievolirsi della solidarietà intergenerazionale e non c’è infatti capacità di relazione nelle famiglie. Contrappesi e rimedi Esistono tuttavia alcuni contrappesi alla democrazia: 1.religione (Tocqueville)→ secondo tocqueville è uno dei tipi di sapere che aiutano l'uomo a riportare al centro della sua esistenza le grandi questioni, ambizioni più alte, un senso vasto della solidarietà umana e la capacità di moderare la frustrazione. in sintesi, la religione riconduce l’attenzione dell’uomo verso le cose dello spirito. 2. partecipazione alla vita politica→ allargamento degli orizzonti sociali che mette gli individui più in più stretto contatto con la realtà 3.recupero della socialità→ avere il senso di un bene comune per il quale sapersi sacrificare. Mostrare ai singoli individui che la società funziona bene, così da indurli a limitare i comportamenti antisociali e ad adottarne di favorevoli alla collettività. In queste condizioni, si viene a creare il profilo del cittadino che permette la sopravvivenza della democrazia: un uomo che sia capace di autolimitarsi nonostante l’assoluta promessa di autodeterminazione democratica. Si costruisce un modello di cittadino che sia effettivamente ben integrabile in una democrazia, un individuo che resta anche aperto agli altri. L'AUTODETERMINAZIONE MORALE: «L’assenza di limiti esterni si regge sulla presenza di limiti interni, la promessa pubblica di autodeterminazione sulla capacità privata di autolimitazione» Un sistema democratico limita l'imposizione di norme morali. Questo non significa che non ci sia bisogno di una consapevolezza che la nostra vita ha dei limiti, ma essi devono nascere dall’interiorità. Secondo Tocqueville era la religione che faceva questo, poichè la consapevolezza etica non deriva dallo stato. Questo pone un problema alle democrazie, perché lo stato può imporre leggi ma non forme etiche e morali che sono ugualmente importanti nella democrazia. Questa autodeterminazione morale è al di là delle istituzioni. L’assenza di limiti esterni, dunque, si regge sulla presenza di quelli interni. La democrazia e l’uomo massa L'uomo di massa è l'uomo massificato, è l’esito della democrazia moderna, è l’uomo che fa parte di un mondo in cui sono tutti uguali, tutti concentrati su piccoli e banali piaceri che non hanno il senso della collettività. Chi non è come tutti, chi non pensa come tutti, rischia di essere eliminato. Secondo Ortega le ragioni dell'esistenza di questo uomo sono che nel 900 le contraddizioni della democrazia esplodono, perché con la prima guerra mondiale molti stati transitando da un sistema di antico regime a uno demoratico vedono tramontare gli antichi equilibri. Nel processo di democratizzazione viene meno un ordine che sussiste invece nei vecchi stati. Per comprendere il processo di massificazione secondo orsina sono importanti due guide: -ortega y gasset (filosofo) -huizinga (storico) Non sono due pensatori avversi alla modernità e alla libertà, anche se entrambi propongono un’analisi drammatica degli esiti dei processi di democratizzazione. La modernità per entrambi presenta due facce, ha dentro sé una contraddizione. La modernità presenta due facce - Emancipazione - nichilismo La civiltà occidentale ha smarrito i principi etici ma anche i parametri per distinguere il vero dal falso. L’individuo qualunque si trasforma in un uomo privo di qualifica, generico. crisi di civiltà, élites intellettuali, uomo- massa L’alfabetizzazione, la diffusione dell’istruzione e dell’informazione non coincide necessariamente con un innalzamento vero di civiltà e della cultura vera. L’istruzione, se non elaborata personalmente e profondamente “rende sotto- istruiti”. Ortega y Gasset parla di trasformazione dell’individuo in uomo-massa e divide l’umanità in due classi di creature: - quelle che esigono molto e accumulano sopra sé stesse difficoltà e doveri - quelle che non esigono nulla di speciale, se non che per esse vivere consiste nell’essere a ogni momento ciò che già sono, senza sforzo di perfezione su sé stesse. Diagnosi del nostro tempo È fondata sul concetto di uomo massa. L’uomo massa secondo ortega corrisponde a una svolta preparata già nel secolo precedente. Hegel, comte e nietzsche avevano previsto l’avvento di questo nuovo tipo umano: 1. Illimitata facilità materiale 2. Una vita priva di impedimenti 3.libera espansione dei desideri vitali 4.radicale ingratitudine verso quanto ha reso possibile la facilità della sua esistenza: viziare è non limitare i desideri 5.Al contrario di quanto si suole credere, è l’essere selezionato, e non la massa, a vivere in essenziale servitù. Non ha per lui senso la vita se non la fa consistere a servizio di qualcosa di trascendentale. Per questo non considera la necessità di servire come un’oppressione. Che cos’è cultura? La maggiore o minore cultura secondo ortega si misura dalla maggiore o minore precisione delle norme. Dove c’è poca cultura, queste regolano la vita soltanto grosso modo; dove ce n’è molta, le norme penetrano sin nei dettagli nell’esercizio di tutte le attività. Se tale definizione viene completamente ribaltata abbiamo una definizione di anomia ovvero un allentamento di tutte queste norme. Il 68 bene o male ha innescato un processo di deregolamentazione della vita collettiva, pagandone dopo le conseguenze. Per la prima volta la storia europea pare affidata alla decisione dell’uomo volgare in quanto tale. Ortega quindi constata una previsione già fatta da tocqueville ossia l'avvento dell'uomo massa, un uomo che detesta le regole, preferisce la violenza a qualsiasi tentativo di ridurre la forza a ultima ratio. Una responsabilità ce l’hanno le élite (di fare delle regole e farle rispettare), che non possono fare a meno di leadership, quando mancano è inevitabile che si lasci spazio all’uomo massa. la diserzione delle minoranze direttrici e contrappesi Il rovescio della ribellione delle masse è sempre la diserzione delle minoranze direttrici. secondo Orsina l’origine di questa ‘diserzione’ va ricercata nell’ottocento. dopo la seconda guerra mondiale, ritorna la democrazia liberale.→ debolezza etico-politica della democrazia nel dopoguerra. questa fragilità è compensata da tre fondamentali contrappesi: 1. chiara delimitazione tra sfera pubblica e le sfere del mercato e del privato: quale percezione degli anni cinquanta? Orsina lo considera come un decennio repressivo sui luoghi di lavoro, nella sfera familiare, personale e sessuale. repressivo per il prevalere ancora di valori tradizionali. l’irrigidirsi della disciplina nel privato e sui luoghi di lavoro per orsina ha contribuito a riconvertire l’uomo-massa in un cittadino funzionale alla democrazia. 2. un’opera di depoliticizzazione: il suo fine è salvaguardare il governo dalla sfera pubblica dai potenziali danni del conflitto politico democratico ovvero: limiti rigidi e costituzioni rigide. anche l’integrazione sovranazionale svolge questo compito, cioè nasce per limitare il tasso di democraticità del continente. Si tengono insieme le democrazie nazionali attraverso vincoli reciproci (europa). Si assiste inoltre ad un aumento del tasso tecnico dell’attività di governo, ossia tecnici al posto di politici. 3. contro l’iperdemocrazia: non un esercizio diretto, ma per delega e mediazioni. le tre nuove costituzioni in europa (italia, germania, francia) inseriscono istanze di mediazione tra elettore e luoghi della decisione. scoraggiano il ricorso a istituti di democrazia diretta ovvero limitano il ricorso al referendum. si hanno parlamenti bicamerali e non figure monocratiche elette direttamente dal popolo. è l’età dell’oro del partito politico. Nella sfera pubblica, in ogni caso, sono contrappesi all’iperdemocrazia organismi internazionali. La morale sessuale La rivoluzione sessuale è un processo di forte deregolamentazione della vita. Per quel che riguarda i comportamenti personali, i contestatori dei tardi anni Sessanta sbagliavano nel leggere il clima repressivo del dopoguerra come un segno di continuità col fascismo. Almeno in Germania, la morale sessuale degli anni Trenta, per quanto rigorosamente costretta dentro il perimetro dell’ideologia nazista, era significativamente più permissiva di quella di ventennio dopo. Un regime costruito su rigidi confini politici esterni, insomma, non aveva gran bisogno di confini morali interni – e viceversa. principio della delega versus iperdemocrazia Concetto di iperdemocrazia: è un’espressione dell’antipolitica. Quando cala la partecipazione, la razionalità, e la capacità di gestire bene i conflitti si sceglie facilmente la strada dell’iperdemocrazia, ma in questo modo si determinano delle conseguenze pesanti perché iperdemocrazia significa una democrazia senza mediazioni, senza partiti, dove vengono meno tutte quelle strutture di mediazione che invece consentono anche di inserire nelle richieste che la gente fa alla politica un filtro, una sorta di analisi razionale. Gli istituti referendari in tutti i paesi europei emergeranno pesantemente quando la politica entra in crisi; ad esempio ogni volta che si fa infatti ricorso al referendum si evidenzia che la politica non ha adempito ai suoi compiti. Un eccesso di utilizzo dell’istituto referendario è il sintomo, come sostiene Orsina, di crisi. la guerra fredda: sua funzione nel legittimare le gerarchie • Prima risposta: Momento storico che ha legittimato le gerarchie. ha avuto una funzione particolare nel legittimare la classe politica democratica del nostro paese. Essa è stata legittimata indirettamente perché di fatto vi è una guerra fredda in atto e quindi la classe politica godeva indirettamente di tale legittimazione. Era impossibile metterla in discussione in quanto era impegnata in un sistema di alleanze molto rigido e complicato. Cinque direttrici: Verso dove va la politica col 68 • ISTITUZIONI: rafforzamento dei meccanismi di democrazia diretta (regionalismo e federalismo); referendum • DIRITTI: Ampliamento dei diritti individuali. Aborto, diritti omosessuali, condizione femminile, discriminazioni fra i sessi; ampliamento del Welfare • GIUDICI E TECNOCRATI: Aumento del potere giudiziario (come luogo in cui si difendono le libertà personali; si combattono le discriminazioni di ogni genere; si viene difesi dallo Stato. Per quanto riguarda la tecnocrazia vi è un aumento della burocrazia. gli ambiti specialistici (giudiziario, amministrativo, tecnocratico) si ampliano e si autonomizzano → indebolendo la politica • DIMENSIONE INTERNAZIONALE E MERCATO: I processi di globalizzazione sottraggono potere agli stati nazionali. le regole di mercato implicano una crescita del senso di responsabilità. Il mercato implica la necessità di darsi delle regole rigide molte ferree. • Sinistra: adotta la cultura dei diritti, si identifica con questa idea. Successivamente aggiunge anche la logica di mercato. • Destra: reagisce politicamente innalzando la bandiera del mercato. Di conseguenza essa con il tempo si avvicina alla logica dei diritti. Nel giro di pochi anni si ha un ribaltamento: si attua una convergenza fra destra e sinistra. La sinistra verso il mercato, la destra verso i diritti. il capro espiatorio la politica è caduta in una trappola, si è fatta carico del progetto di emancipazione soggettiva; ha assecondato richieste impegnandosi a soddisfarle. non ha saputo arginare l’utopia di queste richieste e ha smarrito un principio del limite. la politica ne è risultata «stritolata». un circolo vizioso più avanzano processi di emancipazione individuale, più vi è una pressione insopportabile derivante dalla promessa di questa illimitata emancipazione: accettando questa missione impossibile la politica ha ridotto la sua autonomia. è diventata il capro espiatorio della mancata realizzazione di un progetto in realtà utopistico e quindi irrealizzabile. Capitolo 3, comprendere tangentopoli Il terzo capitolo tratta della crisi democratica italiana approfondendo il noto scandalo di Tangentopoli. In Italia infatti la crisi democratica si fa sentire in modo particolarmente forte, e porta al crollo del sistema partitico repubblicano negli anni 1992-1993 con lo Scandalo di Tangentopoli. Contrariamente, in paesi come Francia e Germania si è stati capaci di pacare il conflitto politico dando una modesta stabilizzazione costituzionale. In Italia però una serie di elementi, quali l’antifascismo alla base della Repubblica, l’esclusione dell’idea di un semipresidenzialismo e le carenze del sistema italiano, non avevano permesso un processo di stabilizzazione. Tre direzioni Orsina mette bene in evidenza come l’Italia si rivela carente in tre direzioni: innanzitutto a causa della privazione per Il Partito Comunista di andare al governo e conseguente i cittadini erano limitati nella loro libertà dell’elezione. Conseguentemente questa condizione allontana la democrazia italiana dall’ideale di autodeterminazione poiché i cittadini scivolano sotto il controllo dello stato. I cittadini italiani avvertono questo clima e lo percepiscono non come affermarsi di un principio di cittadinanza e di autodeterminazione ma di «sudditanza». In aggiunta, il sistema partitico perde la sua legittimazione ed è impossibilitato a creare una base solida dei valori liberaldemocratici. Un terzo modello di democrazia: l’ideale della democrazia partecipativa Nonostante ciò, nell’Italia repubblicana è in circolazione un terzo modello di democrazia che si basa sulla partecipazione attiva e diretta dei cittadini alla vita pubblica che si concluderà con la crisi del governo Parri. Questo ideale mette in crisi la repubblica dei partiti perché rimane la partitocrazia (abisso tra costituzione scritta e costituzione di fatto) e manca la legittimazione. La democrazia liberale quindi rimane tale, ma non può avere lunga durata dato che diventerà capro espiatorio per le sue frustrazioni. Il sistema politico italiano è attaccato su tre fronti: • troppo poco liberale • il PCI perché troppo poco inclusivo, • i movimenti sociali perché non sufficientemente partecipativi Giuseppe Maranini nei confronti della costituzione del 1948 che gli appariva poco più che "un catalogo di buoni propositi", egli vedeva riprodursi puntualmente nell'Italia repubblicana le stesse antinomie e gli stessi vizi che avevano funestato la vita dello Stato liberale. E fu anzitutto all'analisi e alla denuncia di questi vizi che egli dedicò l'intensissima attività scientifico-pubblicistica destinata a caratterizzare l'ultima parte della sua carriera. Fu anche alla luce di questa attrazione per il modello statunitense che egli si trovò, nel corso degli anni Sessanta, a rileggere in una diversa prospettiva la carta italiana del 1948. Quella carta, secondo M. è sabotata e stravolta dalle forze politiche dominanti, e sembrò ora offrirgli una serie di validi appigli per la costruzione di altrettanti contrappesi alla debordante autorità del Parlamento e dei partiti. Da questo tipo di umori nacque la nuova figura di "militante della costituzione", impegnato nella battaglia per la sua attuazione. deficit di legittimità della repubblica dei partiti: la sindrome di erisittone erisittone, empio re di tessaglia, viene condannato da demetra a una fame inesauribile e finisce per divorare sé stesso. sindrome di erisittone: quella in cui cade vittima la repubblica dei partiti, rinchiudendosi in un circolo vizioso dentro il quale la sua già fragile legittimità si indebolisce sempre di più. tre esempi: 1. attacco del partito radicale al sistema dei partiti 2. l’attacco del pci (che pure appartiene al sistema partitocratico). argomenti etici: serietà, onestà, sincerità. si evidenzia la questione morale e una crescente asprezza della critica del pci al sistema dei partiti. conseguenze→ collasso del pcs e difficoltà del pci italiano. 3. bettino craxi (terza forma della sindrome di erisittone): denuncia le insufficienze della democrazia dei partiti. Tangentopoli secondo elia Canetti La fine della guerra fredda priva i partiti dello strumento principale per conservare il consenso politico, ossia la Spesa Pubblica. inoltre, l'accelerazione dei processi di globalizzazione mette in crisi la capacità italiana di poter competere a livello internazionale. Gli italiani, spaventati da questi pericoli incombenti, capirono che bisognava fare un cambiamento politico radicale, che si espresse prevalentemente con atti di violenza e ostilità, iniziando a mostrare insoddisfazione nei politici e nella politica. Canetti parla nel suo libro “Masse e poteri” di Masse che si condensano in Cristalli che sono capaci di vivere in assenza di leadership ed inoltre sono opposte al potere. La massa e il potere sono due modi di sfuggire alla morte: la massa permette alla collettività di sopravvivere tutti insieme, mentre il potere permette all'individuo di sopravvivere anche se a discapito di altri. Masse aperte e masse chiuse La massa aperta: si può sintetizzare in un desiderio di stare stretti, uniti tutti insieme e le gerarchie e differenze sociali si dissolvono. La massa aperta non si pone limiti ma è anche estremamente molto fragile perché esiste finché cresce, se smette di crescere si disgrega. La massa chiusa: Dare confini e disciplinare la massa a intervalli regolari, chiuderla, per evitare la sua disgregazione e per stabilizzarla. Le masse virtuali, mediatiche: è un mix tra le due ed è la più spregevole, è stabile perchè non può disgregarsi Potere e metamorfosi Canetti ritiene che l'uomo sia dotato di straordinarie capacità di metamorfosi che gli permettono di dare il meglio di se stesso, ma il potere si oppone a questa dote e vuole controllare le metamorfosi altrui, diffida delle metamorfosi perché vuole solo sé stesso. L’unica forma di mutazione è la simulazione, ovvero una finzione atta ad ingannare. La natura umana è «metamorfica», mentre il potere «vuole stabilizzare questa natura umana, questa capacità di cambiamento». massa e democrazia: la crisi valutaria dell’estate 1992 La democrazia – osserva orsina – può essere immaginata come un sistema di rimozione periodica delle spine del comando. In questo modo le spine sono rimaste agli individui, in particolare quelle degli elettori dei partiti di governo, che erano costretti a votarli per cercare un modo di liberarsi dalle spine, ma in realtà ne acquisivano solo di nuove. L'unico modo per scaricare questo rancore era creare ostilità nei confronti dei partiti di maggioranza, che diventavano veri e propri nemici. la massa di rovesciamento→ crisi del 1992-1993: gli individui, ormai sommersi dalle spine ed impossibilitati a liberarsene, decidono di scagliarle contro coloro che ritengono responsabile di questa sofferenza (situazione difficilissima della finanza pubblica, fine del clientelismo, fine della guerra fredda, integrazione europea): • rancore verso il potere politico • in italia: crisi valutaria della lira rispetto al marco tedesco. suo deprezzamento e peso del debito pubblico. • aumento inarrestabile del debito pubblico • gli italiani cercano, senza riuscirci, di scaricare moralmente e materialmente il peso del debito pubblico sui politici e sui partiti. eliminazione di un “ceto politico” (funzione del capro espiatorio) la classe politica come capro espiatorio da sacrificare per ristabilire l’ordine pubblico. la violenza ha un importante ruolo in quanto si ha un numero elevato di suicidi e di attentati di matrice mafiosa. Ad esempio nel 1992 ci fu un’attentato a falcone e borsellino e altri attentati. l’obiettivo è l’espulsione definitiva del ceto di governo, nel suo complesso, dalla vita pubblica. RUOLO DEI «CRISTALLI DI MASSA»: la massa aperta come esplosione di animalità pura: cristalli di massa. sono piccoli e rigidi gruppi di uomini, ben distinti gli uni dagli altri. essi sono (più importanti): 1. i partiti dell’opposizione 2. i mass media 3. la magistratura il pool di mani pulite di milano (esempio di cristalli di massa) • il ruolo del magistrato antonio di pietro. “non sono i giudici che stanno processando questi partiti: sono i cittadini”→ i cittadini processano i partiti. Bersaglio è l’intero ceto di governo e non i singoli criminali • un sistema politico defunto dove muore la repubblica dei partiti. il 29 aprile 1993 si avrà il voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti di bettino craxi. • ambiguità del partito democratico. • nascita di un sistema bipolare e la sua crisi (lega e 5 stelle)
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