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RIASSUNTO TOTALITARISMO MUSSOLINI, Appunti di Storia

La nascita del totalitarismo in Europa negli anni '20 e '30 del XX secolo, con la salita al potere di regimi autoritari e totalitari come il Fascismo in Italia, il Nazismo in Germania e il Comunismo in Unione Sovietica. Inoltre, viene descritta la crisi economica e sociale che ha colpito l'Europa dopo la prima guerra mondiale e in particolare l'Italia, con la nascita di nuovi partiti politici come il Partito Popolare e il Partito Socialista.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 11/04/2023

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user234567 🇮🇹

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Scarica RIASSUNTO TOTALITARISMO MUSSOLINI e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! IL TOTALITARISMO Il TOTALITARISMO in Europa nasce principalmente negli anni '20 e '30 del XX secolo, con la salita al potere di regimi autoritari e totalitari come il FASCISMO in Italia, IL NAZISMO in Germania e il COMUNISMO in Unione Sovietica. Questi regimi erano caratterizzati da:  L’AFFERMARSI DI UN SOLO PARTITO POLITICO  IL POTERE DI UN SOLO UOMO DITTATORE  DALLA NEGAZIONE DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA’  ABOLIZIONE DEGLI ALTRI PARTITI POLITICI  USO DELLA VIOLENZA CONTRO CHI SI OPPONE AL REGIME L’intellettuale tedesca Hannah ARENDT considera nel suo libro dell’origini del totalitarismo regimi totalitari l’Unione Sovietica di STALIN e la Germania di HITLER. Mentre il FASCISMO di MUSSOLINI fu considerato una forma di AUTORITARISMO, contrastato dalla chiesa cattolica e dalla presenza della monarchia. CAP, 8 La prima guerra mondiale aveva lasciato l’Europa in una profonda crisi economia, sia per i debiti contratti con gli Stati Uniti che per i morti, le distruzioni e ciò provocava un malessere sociale. Anche n Italia, si ebbe una profonda crisi dopo la guerra:  durante la guerra, LE INDUSTRIE avevano prodotto per un’economia di guerra e ora faticavano a riconvertirsi per produrre beni di consumo. Gli italiani erano troppo poveri per comprare i beni prodotti dalle industrie e ciò causò il licenziamento di molti operai.  Anche le BANCHE ITALIANE erano in crisi perché avevano fatto dei grossi prestiti alle industrie e ora non riuscivano a recuperare il denaro per via della crisi delle industrie.  La crisi fu più forte nel 1921, quando fallirono alcuni TRUST, ovvero l’accorpamento di grossi colossi industriali (che si associavano per ridurre i costi e battere la concorrenza) come ILVA, complesso siderurgico, e ANSALDO, complesso meccanico. Questa crisi intaccò le BANCHE.  La crisi colpì anche L’AGRICOLTURA, perché gli uomini avevano abbandonato le campagne per andare in guerra. Al ritorno della guerra ora i circa sei milioni di exsoldati erano disoccupati e chiedevano un pezzo di terra da coltivare come gli era stato promesso. Ma non ci fu nessuna riforma agraria e nel Sud rimanevano i grossi latifondi nelle mani di pochi latifondisti.  Questa situazione creò sfiducia nel governo e nelle istituzioni, ci furono molti scioperi e proteste Anche i PARTITI POLITICI di allora andarono in crisi perché non seppero fronteggiare la situazione italiana. Questo favorì la nascita di 2 nuovi partiti: il PARTITO SOCIALISTA e il PARTITO POPOLARE di don LUIGI STURZO. . 1 PARTITO POPOLARE Questo partito nasce nel 1919 ad opera del prete don LUIGI STURZO e col consenso del papa BENEDETTO XV. Il suo programma prevedeva:  la RIFORMA AGRARIA  il SISTEMA ELETTORALE PROPORZIONALE  l’estensione del VOTO ALLE DONNE  AUTONOMIA LOCALE E REGIONALE Questo PARTITO POPOLARE di STURZO fu sostenuto dai contadini. PARTITO SOCIALISTA Il PARTITO SOCIALISTA, , viveva la spaccatura tra RIFORMISTI e RIVOLUZIONARI.  I RIFORMISTI, guidati da Filippo TURATI volevano le riforme  i RIVOLUZIONARI, guidati da Giacinto MENOTTI SERRATO volevano azioni di forza della classe operaia.  Si creò una terza corrente guidata da BORDIGA, GRAMSCI e TOGLIATTI, legata al giornale torinese L’ORDINE NUOVO, che proponeva un modello rivoluzionario come quello di Lenin in Russia, chiamato AVANGUARDIA OPERAIA, che voleva la lotta di classe armata. MUSSOLINI E I FASCI DI COMBATTIMENTO In questo clima di confusione ne approfittò MUSSOLINI, che prima militò nel partito socialista, ma poi fu espulso dal partito perché era interventista, come scriveva nel giornale che fondò “il popolo d’Italia”. Fondò un movimento tutto suo, I FASCI DI COMBATTIMENTO nel 1919. Il programma di questo movimento, chiamato di San Sepolcro (nome della piazza dove si riunivano) prevedeva:  il nazionalismo  il suffragio universale esteso anche alle donne  autonomia delle regioni e dei comuni  eliminazione del senato  eliminazione dei titoli nobiliari  pagamento dei debiti dello stato  dare le terre ai contadini  l’azione diretta, aggressiva, anche con l’uso della violenza Insomma accontentava tutti sia di Destra che di Sinistra. Il movimento cominciò a mostrare la vera sua identità il 15 aprile del 1919, quando in seguito ad uno sciopero generale a Milano, un gruppo di fascisti incendiò la sede del giornale socialista “Avanti”. 2 CAPITOLO 10 In Germania, dopo la sconfitta della prima guerra mondiale, ci fu una profonda crisi economica e sociale, tanto che si volle che il Kaiser GUGLIELMO II, responsabile della perdita della guerra, si dimettesse. Egli abdicò e fu proclamata la repubblica, guidata da Ebert.. Ma la situazione della Germania era delicata per diversi motivi, come la disoccupazione, gli operai, che perdevano il posto di lavoro si avvicinavano al Partito Comunista. Mentre gli altri ceti sociali, che avevano paura di una possibile rivoluzione, si avvicinavano ai nazionalisti di destra. Così ci fu una rivolta guidata dal Partito comunista tedesco (formato dalla Lega di Spartaco, e Rosa Luxemburg) chiamata rivolta di Berlino del 1919. Ma la rivolta fu repressa dal governo socialdemocratico, nella “settimana di sangue”, da corpi franchi. Furono indette le elezioni e fu proclamata la Repubblica di Weimar nel 1919 del partito socialdemocratico. Fu elaborata la Costituzione che entrò in vigore nel 1919. Il Parlamento (Reichstag) aveva il potere legislativo; il Cancelliere rispondeva del proprio operato al Parlamento. Nel 1920 l’estrema destra tentò un colpo di stato, ma fu impedito dalla borghesia e dai capi dell’esercito. Ma la situazione economica della Germania era disastrosa per diversi motivi:  la perdita delle colonie (divise tra le nazioni vincitrici)  la chiusura dei mercati  la perdita del bacino minerario della Saar (assegnato alla Francia)  il rifiuto di dilazionare i debiti di guerra  difficoltà a riconvertire le industrie, che portò  alla disoccupazione  inflazione della moneta tedesca, il marco, nei confronti del dollaro La popolazione era ormai ridotta alla fame, ma NON la borghesia e i ricchi. La Germania ormai non poteva piùpagare i debiti di guerra, così la Francia occupò il bacino minerario della RUHR, importante regione per l’economia, in pegno. Ciò esasperò ancora di più i partiti di destra. Di questa situazione di crisi ne approfittò il Partito dei lavoratori tedeschi di Adolf Hitler, che lo rinominò Partito nazionalsocialista dei lavoratori, ovvero Partito nazista, il cui simbolo fu la svastica e la camicia bruna. Tale partito usava la violenza e l’aggressione contro chi si opponeva. Hitler tentò anche un colpo di stato, detto putsch di Monaco, ma fallì. E allora fu messo in carcere per 5 anni. Intanto la Germania si stava riprendendo dalla crisi economica grazie all’aiuto degli Stati Uniti, con il piano Dawes. Così potè pagare i debiti di guerra. Così la Francia liberò la regione della Ruhr e migliorarono i rapporti tra Francia e Germania, con un patto a Locarno. Questo patto stabiliva che la Germania cedeva l’ALSAZIA e la LORENA. la Germania fu ammessa alla Società delle Nazioni. Poi fu firmato il piano Young, he riduceva i debiti e liberava dalle truppe franco-belghe la regione della Renania. M nel 1929, quando la crisi si ebbe in America con CROLLO DELLA BORSA DI WALL STREET, La Germania ne risentì molto e crollò nuovamente in crisi, con disoccupazione, crisi 5 delle attività industriali ed economiche. Si ebbe nuovamente il malcontento nei ceti poveri, che trovò appoggio nel nazionalismo della destra. Di questa situazione di crisi ne approfittò Hitler, uscito dal carcere dopo un anno. Ebbe l’appoggio della grande industria, dell’alta finanza e dell’esercito, che gli fornirono i mezzi economici per realizzare un regime autoritario. Alle elezioni del 1930 e del 1932 si ebbe il successo nazista e Hitler aumentò il suo potere. Così nel 1933 il presidente Hindenburg diede l’incarico a Hitler di formare il governo e lo nominò cancelliere. I nazisti divennero sempre più forti e per screditare il partito comunista incendiarono la sede del Parlamento a Berlino (incendio del Reichstag), accusandoli di essere stati loro. Così instaurarono la politica del terrore, limitando tutte le libertà con un decreto straordinario, avviandosi verso la dittatura. Hitler fece approvare una legge delega che gli concesse i pieni poteri per 4 anni, che gli permise di abolire gli altri partiti e istaurare il REGIME TOTALITARIO. Si fece chiamare Fuhrer, che significa condottiero, duce. Incaricò la polizia di Stato detta Gestapo e SS di uccidere senza pietà chi si fosse opposto al regime o portati nei campi di concentramento. Ordinò di bruciare tutti i libri per cancellare la cultura passata. All’interno del partito nazista, c’erano degli oppositori guidati da Rohm (che era uno stretto collaboratore di Hitler); Hitler li scoprì e nel 1934 li fece arrestare nella notte dei lunghi coltelli. Alla morte del presidente Hindenburg, Hitler ottenne il potere assoluto e creò il TERZO REICH. La Germania da stato federale divenne stato unitario. Usò la stampa di Goebbels per fare propaganda del nazismo. H. fece una politica interna di AUTARCHIA (una politica economica che si basa sull’autosufficienza e sfruttamento dei prodotti interni) in tutti i campi che risollevò il paese. In politica estera mirò ad espandersi, fece una politica militaristica, potenziò l’esercito, potenziò le industrie belliche. L’ideologia nazista si basava su due elementi fondamentali:  quello della assoluta superiorità della razza ariana, identificata con il popolo tedesco.  l'antisemitismo nazista: il popolo ebraico era considerato come l'origine di tutti i mali del mondo, come il liberalismo, la democrazia, il marxismo. Inoltre si riteneva che le comunità ebraiche fossero troppo potenti economicamente e perciò "non integrabili" nel progetto totalitario del nazismo. Iniziò così una vera e propria persecuzione, che divenne legalizzata con le leggi di Norimberga (settembre 1935), in base alle quali le persone di origine ebraica furono private della cittadinanza tedesca, fu loro vietato contrarre matrimoni con tedeschi. 6 CAPITOLO 11 Il fascismo diventò un regime forte e accentrato. Espressione dello strapotere del fascismo furono le "LEGGI FASCISTISSIME" (1925-1926) ispirate dal giurista Alfredo ROCCO. Erano leggi che limitarono ogni forma di libertà e autorizzava gli squadristi ad usare la violenza contro chi si opponeva al fascismo. Il primo ministro diveniva responsabile del suo governo solo di fronte al re e non più di fronte al Parlamento. Fu dato più potere ai Prefetti. Il sindaco del comune fu sostituito dal Podestà, che veniva scelto dal regime. A rafforzare la repressione fascista fu l’attentato a Mussolini a Bologna, attribuito a un ragazzo di 15 anni Anteo Zamboni, che linciato dalle camicie nere. Così furono abolite definitivamente tutte le libertà, soprattutto la libertà di stampa. Così la stampa fu fascistizzata, e venivano date solo le informazioni del governo. Fu ripristinata la pena di morte e creato un tribunale speciale per la difesa dello stato. Chi si opponeva al regime poteva essere mandato al confino, ovvero lontano dal proprio luogo. Mussolini trasformò così lo stato in senso totalitario, instaurando una dittatura personale, basata su un partito unico. Le elezioni divennero una pura formalità, in quanto si votava per una lista unica nazionale, scelta dal Gran consiglio del fascismo. Fu fatta una consultazione plebiscitaria che limitava a votare con un “si” o con un “no” l’unica lista. Il voto non era segreto ed era riconoscibile. In tal modo il Partito fascista vinse le elezioni del 1929, svuotando di potere il parlamento Addirittura la camera dei deputati fu soppressa e sostituita con la camera dei fasci e delle corporazioni. Per aumentare il potere del regime, Mussolini si fece chiamare duce, rifacendosi al condottiero della Roma antica. Usò una martellante propaganda, attuata attraverso un completo controllo della stampa e della radio. Anche la scuola, fu riformata con la riforma fascista da Giovanni Gentile, che dava un’impronta militaresca alla scuola. Fu creata l’Opera nazionale balilla che si occupava di istruzione sportiva dei bambini dai 6 anni ai 18 anni. I docenti universitari furono costretti a giurare fedeltà al regime, mentre gli studenti universitari furono inseriti nei gruppi universitari fascisti. Mussolini creò inoltre una polizia segreta, detta Ovra. Furono aboliti i sindacati e create invece le Corporazioni per categorie. FU rivalutata la LIRA per rinvigorire il mercato, ma ciò provocò un rallentamento della produzione e minori guadagni Mussolini fece una politica interna di AUTARCHIA (una politica economica che si basa sull’autosufficienza e sfruttamento dei prodotti interni). 7
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