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Riassunto "Trattato Sulla Natura Umana" (1739) David Hume (Enfasi Libri II-III), Sintesi del corso di Etica

Riassunto chiaro, dettagliato, schematico ed efficace del testo "Trattato Sulla Natura Umana" (1739) di David Hume. * Utilizzo di colori, simboli e suddivisione in paragrafi per facilitare la memorizzazione. * Estrema cura del linguaggio tecnico-filosofico. * Integrazione con "Hume" (2009) di F. Laudisa Il file è suddiviso in: 1) Introduzione al testo 2) Approfondimento completo e chiaro dei concetti chiave del Libro I 3) Trattazione dei Libri II e III, analizzati paragrafo per paragrafo

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

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Scarica Riassunto "Trattato Sulla Natura Umana" (1739) David Hume (Enfasi Libri II-III) e più Sintesi del corso in PDF di Etica solo su Docsity! Trattato sulla Natura Umana, David Hume 1. Analizzeremo principalmente il Libro Il (sulle passioni) e il Libro IIl (sulla morale) — Quella porzione del pensiero humeano valorizzata in seguito 2. Il Libro | (sull’intelletto) rappresenta la pars destruens (scetticismo filosofico e gnoseologico) del pensiero humeano: a. sulla base della radicalizzazione del dubbio metodologico cartesiano e dello scetticismo britannico... b. ...Hume afferma dell'impossibilità di una conoscenza dimostrativamente certa dei concetti di: i. mondo ii “io” ii. messo causale = possiamo però credere che esistano per avvalorare una pars construens fondata sull'analisi della natura umana, che valorizza: ® (a scapito dell'intelletto, attraverso cui non si arriva ad alcun assunto dimostrativamente certo) e ...la dimensione sentimentale, psicologica e immaginativa dell'umano — La percezione dell'io presupposta da Hume nei libri | e II, infatti, è passionale (non ci si può arrivare tramite l'intelletto) 3. Nelle coordinate introduttive ci appoggeremo ai primi due capitoli dell’introduzione a Hume di Federico Laudisa (carocci, 2009) 4. Adifferenza dell'introduzione di Lecaldano, qui stiamo per immergerci in una lettura del 700: vi sono termini, contesti e influssi teorici ben specifici: a. Libro I = Cartesio, Locke, Berkeley b. Libri II4Il = Hobbes, Mandeville, Hutcherson e Schesbury, Montaigne e Montesquieu, Rousseau c. Metodo filosofico = filosofi iniziatori del metodo scientifico sperimentale: Bacone e Newton premessa: il metodo di Hume Prima di approcciare al testo è importante attenzionare il metodo d’indagine sperimentale utilizzato da Hume: e il debito a Bacone e Newton è chiaro già dal titolo: un tentativo di introdurre il metodo sperimentale di ragionamento nelle tematiche morali: o Se Bacone e Newton hanno come oggetto di indagine la natura (gravitazione, fenomeni fisici ecc.)... o Humeusa lo stesso metodo per studiare un altro oggetto delle filosofia tout court: la natura umana: m intesa comel'essere umano e le sue capacità, i suoi aspetti psicologici e passionali... m ...nontanto come una biologia del corpo umano = Il metodo è lo stesso: a cambiare sono elementi osservazionali/sperimentali e l'oggetto di indagine. e Il metodo humeano è anche finalizzato a: o scardinare i dettami filosofici tradizionali... — incoerenti e inventati (es. il sommo bene, la morale legata a Dio): bisogna guardare il mondo e non la metafisica. o ... lontani dalla reale esperienza morale umana (valorizzata dalla nuova scena del pensiero ?’ ) di Hume. ?? pg. 13 Laudisa: è citato un passo della lettera autobiografica di Hume al medico che lo avrebbe aiutato a superare la crisi depressiva: “/ problema di hume era che la filosofia morale continua ad essere quella tramandata dai filosofi antichi e ne ereditava il difetto di essere interamente ipotetica e di dipendere più dall’invenzione che dall’esperienza”. l'oggetto di indagine L'oggetto di indagine del filosofo morale (così come Hume lo intende nel Trattato) è molto rigido e radicale = l'anatomia e il funzionamento della mente umana... e ...in ogni campo: conoscitivo, morale, approvazione e disapprovazione ecc. e ..al fine di comprendere: a. le sue caratteristiche e dinamiche b. come gli umani di conoscono, provano passioni, attuano il meccanismo della simpatia ecc. Libro I: sull’intelletto Qui Hume si dedica alla struttura base dell'anatomia e al funzionamento della mente umana: l'intelletto. Nei libri successivi saranno poi chiarite la capacità conoscitiva, gli aspetti pratici della condotta, gli aspetti passionali... Quanto detto sarà basato su esperienze e osservazioni a cui è possibile accedere individualmente (mediante INTROSPEZIONE). Integriamo quanto detto da Hume con il testo di Federico Laudisa. Attenzione: vi è una differenza tra: 1. Intelletto = facoltà che opera attraverso ragionamenti dimostrativi e probabilistici, unendo idee in maniera deduttiva, attraverso i nessi di causa 2. Immaginazione = stessa facoltà intellettiva che però opera in modo diverso, dunque unisce idee in maniera diversa. i fondamentali dell’intelletto: mente, percezioni e principi organizzativi Hume introduce in questo libro una serie di nozioni fondamentali: 1. La mente = luogo in cui il pensiero prende forma ricombinando materiali base detti percezioni attraverso una serie di principi di combinazione delle percezioni*. 2. Le percezioni = materiali base attraverso la cui ricombinazione secondo principi il pensiero prende forma. — Si suddividono sulla base del grado di vivacità in: i non si tratta di una facoltà assolutamente libera = deve rispettare i principi di combinazione | , osservabili e sperimentabili — Anche le idee più complesse es. mondi fictional privi di referente se de-stratificate risponderanno sempre i medesimi principi di combinazione. ii. è involontaria = la mente è bombardata dalle percezioni che si organizzano e agglutinano in maniera naturale, così come i gravi gravitano. — Esiste anche l'immaginazione volontaria, una capacità innata di agglutinamento delle idee su cui Hume non si focalizza particolarmente. 2. principi di combinazione = secondo cui le percezioni si organizzano e agglutinano naturalmente. a. rassomiglianza = è il più importante. Essendo impressioni e idee simili salvo il grado di vivacità... i un'impressione può inlanguidirsi e divenire idea ii. un'idea può ravvivarsi in un'impressione —Esso è: o Più immediato nelle idee semplici... 2° un'idea semplice è sempre accompagnata dall'impressione semplice corrispondente o ...meno immediato nelle idee complesse — es. possiamo avere un'idea complessa di una città inesistente, a cui non corrisponde alcuna impressione vivida b. contiguità nel tempo e nello spazio = vicinanza nel tempo e nello spazio c. causalità ?* Da qui Hume introdurrà una serie di nozioni della filosofia tout court es. anima, io e relazione di causa-effetto. Esse sono idee semplici che non hanno impressioni corrispondenti, dunque fanno nascere una serie di riflessioni che confluiranno nello scetticismo humeano. ?° Sono molte. ne proponiamo degli Es. 1. idee di sostanza = possiamo pensare che esistano l'oro, il legno, l'argento ecc. 2. idee dei modi = colori, malleabilità dell'oro ecc. 3. relazioni fra gli oggetti = identità, differenza ecc. — questo bacino di idee complesse sarà il materiale attraverso cui opererà la ragione = Concezione di “Teatro della mente” = mente rappresentazionale e associativa, un palcoscenico in cui: e entranoin gioco: 1. rappresentazione = di percezioni a contatto con i sensi 2. associazione tra tali rappresentazioni e L’'immaginazione edi principi d’associazione sanciscono i limiti di ciò che la mente può rappresentare (e dunque associare). — Attenzione: questi non sono universali privi di eccezioni, ma il risultato di un'osservazione sistematica nei limiti dell'osservabile. le idee astratte Analizzando introspettivamente le idee che caratterizzano la nostra mente le distinguiamo in semplici e complesse... ma esistono le idee astratte? e Daunlato: o sappiamo che le idee derivano dalle impressioni... o ...non potendo fare esperienza di impressioni derivanti da idee astratte penseremo che le idee sono sempre particolari. — E' impossibile pensare, ad es. al triangolo nella sua generalità. e Tuttavia l'astrazione è un processo mentale che usiamo quotidianamente: come si spiega? Anche stavolta attraverso l'individuazione di tendenze naturali = o l’astrazione non è altro che un'applicazione particolare del principio di rassomiglianza fra l'idea particolare e l’idea generale o così utilizziamo un'idea particolare (es. il triangolo equilatero) come idea astratta generale (IL triangolo). = Anche da qui emerge il superamento dello scetticismo: ® la mente non è solo ciò che (non) si raggiunge con l’intelletto... e ..ma l'insopprimibile tendenza naturale umana di superare tali limiti dell'intelletto (associazioni, abitudine, capacità di credere...) * In questo le idee astratte di tempo e spazio sono particolarmente peculiari = e nonsono: o innate o né complesse (sono idee particolari) né semplici (non hanno impressioni corrispondenti) e ma comunque le padroneggiamo in quanto abbiamo una tendenza naturale a cogliere le cose come momentanee (tempo) ed estese (spazio). Associando tale consapevolezza è come se avessimo un'idea generale e astratta di ciò che è il tempo e lo spazio. nessi di causa | nessi di causa sono parte degli elementi che Hume "spiega" superando l’assunto scettico: e E' qui impossibile sopprimere l'aspetto pratico dell’esistenza: la nostra mente proietta sul mondo esterno le stesse caratteristiche dell'interno (associazione, abitudine ecc.) e Così facendo vediamo il mondo in maniera causale = in verità è una tendenza psicologica che deriva dall’associazione sistematica di elementi che abitudinariamente, appunto, si susseguono "causalmente” fra loro nozione di anima Tema fondamentale molto ritrattato e ritematizzato (non a caso lo ritroviamo in Laudisa e Lecaldano) La nozione di anima immateriale rappresenta uno degli esemplari per antonomasia della nuova scena del pensiero humeana: è su di essa che si basa la morale metafisico-teligiosa che il Trattato vuole implicitamente programmaticamente scardinare. — Per Hume il teatro della mente è corporeo, fatto di carne e sangue. Dell'anima non abbiamo un'impressione. Dunque non possiamo fondare su di essa un'intera struttura morale. nozione di io Teoria dei fasci delle percezioni = l’idea di “io” ha un problema analogo a quella di anima immateriale: nel bombardamento di percezioni ricevute nella nostra mente, è assente la percezione di noi stessi. nr e Allora come facciamo a parlare dell’io? Come farà a parlare di “impressione intima di noi stessi sempre presente” nel libro II? ® Ancorauna volta superando lo scetticismo e le capacità dell’intelletto è possibile sentire la propria individualità nella dimensione passionale. + Atal proposito si delineano due linee interpretative: a. prima linea interpretativa scettica = non concepisce la costruzione alternativa alla via intellettiva e quindi questa costruzione appare come una contraddizione a. linea interpretativa sostenuta dagli anni ‘40 (Botti) = Hume parla di quell’impressione intima, di una percezione della propria identità che però non è un guadagno passionale e relazionale, è frutto dello stare in mezzo agli altri e far lavorare le proprie passioni. Non è una contraddizione perché questo percepirsi non si raggiunge per via intellettiva. Libro Il : su//e passioni Riflettendo su quanto assunto nel primo libro, sulla base di esperienza e introspezione, Hume sente l'esigenza di superare lo scetticismo, che confinerebbe l'essere umano in una grande dimensione di solitudine e sfiducia in contrasto con la vita e la natura umana stessa, con le sue tendenze psicologiche, che ci chiama e ci incuriosisce nuovamente portandoci a fare filosofia. = La riflessione sulla natura umana non può fermarsi all’intelletto, allo scetticismo, ma indagare più a fondo: e nella dimensione passionale (libro Il) e nella dimensione morale (libro III) e ..naturalmente tenendo conto dei limiti e del funzionamento della mente umana (libro 1) Qui Hume: e procede con la ricostruzione dei meccanismi caratteristici della natura umana, sulla base del medesimo metodo sperimentale di osservazione e riduzione a principi semplici... e ...dedicandosi a dimensione passionale (antropologia humeana) = gli esseri umani sono molto complessi. Non sono principalmente razionali ma: a. passionali b. relazionali = le passioni si danno in relazione all’altro — La teoria delle passioni e il delineamento dell’antropologia sono costanti della filosofia tout court, che determinano la particolarità della nuova scena del pensiero humeano = 1. Teoria delle passioni = Hume si ispira a Descartes e Spinoza ma se ne differenzia sia per metodo che per contenuto 2. Antropologia = Hume si allontana da Hobbes Qui verranno attenzionate: 1. la suddivisione fra passioni dirette e indirette 2. l'orgoglio e l'umiltà (prima parte) 3. l'amore e l'odio (seconda parte) ILI SEZIONE TERZA - DONDE DERIVANO QUESTI OGGETTI E CAUSE Da dove derivano gli oggetti e le cause delle passioni? 1. Perl'oggetto è più semplice = il legame fra io e orgoglio/umiltà è una connessione originaria, diretta, semplice, naturale: sono passioni che necessitano di riferirsi all’io per verificarsi. 2. Perle cause occorre fare un discorso più complesso: a. pur essendo diverse, la loro origine è la medesima ... # filosofi naturali, secondo cui cause diverse sono legate meccanismi diversi — Ciò sarebbe troppo complesso dal punto di vista pratico e della nostra reale esperienza (ci sarebbero troppi “principi orgoglifici” scatenanti), spesso valorizzato da Hume b. ..edè legata (non potrebbe essere altrimenti) a meccanismi di associazione e combinazione delle percezioni alla base della mente umana. SEZIONE QUARTA - RELAZIONI TRA IMPRESSIONI E IDEE + SEZIONE QUINTA - INFLUSSO DI QUESTE RELAZIONI SULL'ORGOGLIO E SULL'UMILTÀ Qui Hume: e re-introduce e alcuni elementi del Libro |: 1. principi di combinazione delle percezioni (rassomiglianza, contiguità e causalità) = secondo cui un'impressione piacevole/spiacevole può richiamare e attrarre a sé altre simili es. tristezza richiama invidia 2. Immaginazione e Eneattenzionail ruolo nella nella genesi di orgoglio e umiltà — Come sono associate, gravitazionalmente attratte, le percezioni permettendo lo sviluppo delle passioni (o impressioni di riflessione) di orgoglio e umiltà? = La genesi delle passioni di orgoglio e umiltà è una doppia associazione tra idee e impressioni. Tale associazione è una sorta di attrazione gravitazionale sviluppata, appunto, su due linee che si rafforzano a vicenda. Prendiamo in esempio “Sono orgoglioso della mia bella casa” idea A: "la mia bella casa” (qualità di idea B: jo/me (chiaramente correlata un oggetto) ” all'idea A) rapporto di produzione è pporto di pi SÙ . . . SS impressione A: piacere (provocato — È, impressione B: piacere specifico dell'orgoglio (poiché associato all'idea di j0) dalla qualità dell'oggetto: le cose belle —» generano piacere a prescindere dalla correlazione con noi stessi) Attenzione: 1. L'associazione tra idea A e idea B sarà tanto maggiore quanto i rapporti tra idee e impressioni sono forti e in grado di rafforzarsi a vicenda 2. L'impressione A si convertirà più facilmente in una B quanto più le somiglia (principio di somiglianza). P.s: ricordiamo che qui Hume esegue sempre supposizioni ipotetiche basate sul proprio metodo, su quanto osservabile individualmente a partire dall'esperienza, sull'introspezione. Dopotutto è sempre un'analisi sperimentale. — Dunque per dirla in termini più precisi: Hume individua una certa sistematicità nel ripresentarsi del rapporto di doppia associazione. Sulla base di ciò la sua tesi è posta come tale. ILI SEZION TA - LIMITAZIONI DI QUESTO SISTEMA Sulla base di quanto argomentato nella sezione sesta Hume fa dei chiarimenti e specificazioni importanti: 1. Il rapporto tra idea A e idea B (io) deve essere particolarmente stretto. Altrimenti vi è comunque la possibilità che si tratti di orgoglio (es. partecipare a un banchetto di successo) ma sono casi particolari. 2. Non sempre una caratteristica/oggetto/tratto piacevole e che ci appartiene ci rende orgogliosi, dipende dalla situazione: a. essere in buona salute # fonte di orgoglio b. avere il tratto del coraggio = fonte di orgoglio — Ciò è spiegabile attraverso il principio del confronto: più il tratto piacevole e che ci appartiene è raro, più ci inorgoglisce. Più ce l'hanno tutti, meno ci inorgoglisce. 3. Influenza fra orgoglio e opinione altrui = tanto più gli altri apprezzano una caratteristica/oggetto/tratto, quanto più ne siamo orgogliosi. — Legato alla simpatia 4. Riprendendo il punto 1 = nell’ambito della morale l'orgoglio è legato a qualcosa di particolarmente stretto e connesso con l’io: un tratto di fondo del carattere e non legato ad azioni passeggere. 5. Nell'ambito della genesi di orgoglio/umiltà vige la prevalenza della regola generale sull'eccezione = si reputano più probabili in casi di dubbio quelle associazioni naturali che si ripetono sistematicamente, finendo per significare come regole generali in realtà ottenute sulla base dell'esperienza e dell'induzione. A questo punto introdotta la tesi della generazione di orgoglio e umiltà e tenendo conto di queste specifiche Hume inizia a proporre una serie di esempi per avvalorare quanto detto. VIZIO E VIRTÙ - IL.I SEZIONE SETTIMA - IL VIZIO E LA VIRTÙ Il primo esempio è rappresentato da due particolari fonti di orgoglio e umiltà: 1. vizio = tratto del carattere disapprovato moralmente in quanto considerato vizioso 2. virtù = tratto del carattere approvato moralmente in quanto considerato virtuoso Come vizio e virtù rientrano nello schema della doppia associazione? 1. La moralità è artificiale , ovvero basata su: a. interesse = ciò che ci avvantaggia (provoca piacere) è considerato morale e ciò che non ci avvantaggia (provoca dolore) è considerato immorale b. educazione = capacità di indicare apprezzamento (piacere) di alcuni comportamenti o meno — # contro la concezione di naturale benevolenza e non-artificialità della morale, secondo cui una qualità morale solo a guardarla provoca piacere. 2. Vizio e virtù sono connessi rispettivamente a dolore e piacere, ergo a immoralità e moralità 3. Dunque vizio e virtù, essendo legati a dolore e piacere, hanno la possibilità di essere inseriti all'interno dello schema della doppia associazione se appartenenti a noi stessi “La vera essenza della virtù consiste nel produrre piacere, e quella del vizio nel procurare dolore” = tesi forte e radicale ripresa nel libro III che necessita di alcuni importanti distinguo. 1. Nonsitratta di una tesi egoistica = la virtù non produce piacere esclusivamente individuale 2. ...bensì l'essenza della virtù è quel piacere specifico che proviamo quando guardiamo le nostre azioni dal punto di vista fermo e generale Infine qui Hume muove una critica: 1. la filosofia scolastica e dei preti presibteriani = inculca l'idea che l'orgoglio sia un male e l'umiltà un bene + Denotano la mancanza di volgere lo sguardo alla natura umana 2. Nuova scena del pensiero = i funzionamenti psicologici e l'osservazione della natura umana mostrano una via totalmente distante da quella che i precedenti si ostinano a predicare MORE DELLA FAMA - IL.I SEZIONE UNDICE AIA 1. Hume chiude le osservazioni sperimentali e gli esempi tramite l'amore della fama (o reputazione): una causa indiretta (0 secondaria) di orgoglio. + Avevamo già anticipato nella sez. 8 che l'apprezzamento o il disprezzo da parte degli altri è causa di orgoglio o umiltà o fonte di rafforzamento delle stesse... 2. ma: a. essendola causa dell'orgoglio un apprezzamento che non sta nella nostra testa ma in quella di un'altro... b. ...come avverrà la doppia associazione di idee e impressioni? — Subentra in maniera più diretta il principio simpatetico (di primo livello o contagio emotivo), definito come: 1. Una notevole tendenza e propensione naturale a ricevere per comunicazione inclinazioni e sentimenti provati dall'altro che, anche se molto diversi dai nostri, arrivano a colpire la nostra mente. — Gli esseri umani sono notevolmente osmotici, contagiosi, nei loro stati mentali. 2. Un principio di trasmissione di: a. stati mentali, passioni e sentimenti (dunque di impressioni di riflessione o affezioni) = NON è un sentimento ( # compassione, pietà, amore e benevolenza) b. opinioni = anche in Lecaldano era emerso come l'essere umano è propenso all’uniformità di pensiero, a tendere verso le persone vicine. Come nasce un’affezione per simpatia? Hume non può che spiegarlo in termini di principi di combinazione e associazione delle percezioni: — L'amore e l'odio sono un nucleo di sensazioni e percezioni di cui abbiamo minore consapevolezza: hanno come oggetto ad altri esseri sensibili (umani e animali) fuori da noi. o causa= 1. anche in questo caso non può coincidere con l'oggetto (l’altro) altrimenti odio = amore. — E' la diversa causa a segnare il passaggio dalla passione positiva a quella negativa, che si può provare nei confronti di uno stesso oggetto 2. anche in questo caso si verifica il meccanismo di doppia associazione = amore/odio = qualità piacevole/spiacevole (es. tratto del carattere, possedimenti, capacità, fisico...) + relazione con l’altro (oggetto) — es. giovanni è coraggioso = qualità piacevole “coraggioso” + relazione con giovanni — piacere particolare d'amore/stima per giovanni IL.II SEZIONE SECONDA - ESPERIMENTI PER CONFERMARE QUESTO TEMA Hume avvalora l’ipotesi della connessione fra le due coppie orgoglio/umiltà e amore/odio attraverso una serie di articolazioni: 1. Intermini fenomenologico-esperienziali = a. l'essere umano quando orgoglioso tende tipicamente a mostrare la causa del suo orgoglio per conquistare la stima dell'altro... b. ...dunque la causa di stima e orgoglio deve essere la medesima = gli stessi tratti positivi genereranno in me orgoglio e nell'altro amore. 2. Il quadrato delle passioni mostra come le coppie di passioni si dispongano in una geometria di somiglianze (causa) e dissomiglianze (oggetto) in diverse situazioni in cui possono essere coinvolti sia l'io che l’altro: connesse dallo stesso ogg. (l'io) Of ----=-=- Um I I impressioni piacevoli per noi | | impressioni spiacevoli per noi I I AM -- Od connesse dallo stesso ogg. (l'altro) Hume continua elencando una serie di esperimenti in linea con il metodo sperimentale (sulla base di esperienza e introspezione) finalizzati ad analizzare le numerose declinazioni della relazione fra le due coppie di passioni: 1. Situazione in cui sono presenti: io, l’altro e un oggetto che non suscita alcuna passione es. un sasso + Assenza di entrambe le coppie di passioni 2. Situazione in cui sono presenti: io, l'altro e un oggetto che non suscita alcuna passione es. un sasso. L'oggetto appartiene a me. + Assenza di entrambe le coppie di passioni: al massimo può esserci la constatazione razionale che jo possiedo un sasso. 3. Situazione in cui sono presenti: io, l'altro e un oggetto che suscita piacere (es. un paese bellissimo, osservato da entrambi) — Assenza di entrambe le coppie di passioni: al massimo è presente la passione del desiderio. 4. Situazione in cui sono presenti: io, l'altro e un oggetto che causa piacere (es. un paese bellissimo). Se l'oggetto appartiene... a. ..ame= si scatena la passione dell'orgoglio b. ...all’altro = si scatena la passione dell'amore — come fa a scatenarsi? Non essendo occupati dalla vividezza pervasiva dell'impressione di noi stessi, la nostra impressione piacevole si lascia trasportare dalla naturale attrazione gravitazionale tipica delle passioni umane — Questi esempi/esperimenti sono molto lineari: esistono situazioni molto più complesse, che quasi sembrano contraddire i punti precedenti. Hume le illustra in quanto coinvolgono la genesi di altre passioni. 5. Situazione in cui sono presenti: io, l'altro e un oggetto che causa piacere (es. un paese bellissimo). L'oggetto appartiene all’altro, generando in me amore/stima. L'altro, però, è una persona a me vicina (es. familiare). — Si genera amore + orgoglio = c'è una connessione fra l'oggetto della passione ‘amorosa e il soggetto della passione dell'orgoglio: lo stimare una persona a me vicina mi rende orgoglioso 6. La situazione 5 non è reversibile: il mio orgoglio per me stesso non attrae naturalmente l'amore per l’altro seppur vicino a me. = La passione dell’orgoglio è pervasiva: inebria la mente che non è più libera di seguire l'attrazione gravitazionale che la coinvolge solitamente. — Tale pervasività è così forte che anche la simpatia è annullata dall’orgoglio e l'umiltà. La focalizzazione sull’io è così forte da non permettere altro. 7. L'amore attrae altro amore = se amiamo una persona relazionata a un’altra, l’amore tende ad estendersi anche verso l'altra. — es. amiamo il membro di una famiglia e per estensione amiamo tutta la famiglia indipendentemente dalle qualità degli altri. = Attenzione: tale estensione è più immediata “dal più grande al più piccolo” (o dal remoto al vicino) e non viceversa: a. es. se ami il padre (“dominante”) amerai anche i figli (‘non dominante”) ma non è detto viceversa — Ci vuole poca “quantità” di amore in più. b. E'con l'immaginazione che si passa dal remoto al vicino, in quanto associa le idee secondo la direzione opposta rispetto alle passioni. — La cosa interessante è che qui Hume dimostra l’esistenza di una dinamica passionale diversa da quella immaginativa, che serve per fare alcune associazioni specifiche ma non tutte. 8. L'amore di qualcuno può essere per noi oggetto di orgoglio, ma anche causa dell'amore per l’altro — Qui c'è una densa dinamica passionale che muove spesso gli esseri umani (tornerà nel terzo libro) IL.II SEZIONE TERZA - SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ gradevolezza e utilità Hume analizza le particolari cause dell'amore/odio di gradevolezza e utilità/sgradevolezza non-utilità. — Attenzione: e essesonole molle di molte delle dinamiche di interazione umana... e ...ma non le uniche = Hume non è un utilitarista. + Atal proposito, valorizza la gradevolezza: un piacere di tipo relazionale, spesso disinteressato, di stare in compagnia di noi o dell'altro Premessa: attribuiamo “gradevolezza” e “utilità” (e viceversa in negativo) a tratti piuttosto stabili, altrimenti da essi si genererebbe una passione troppo labile. Hume distingue tra: 1. Bene/male intenzionale = l'intenzionalità stabilizza la passione. — Se l’altro mi fa male intenzionalmente, dunque in maniera costante, la mia passione di odio è stabile in quanto la malvagità è un tratto stabile del carattere altrui. 2. Bene/male casuale = questo caso attenziona una questione particolare: ciò che si riconduce a una riflessione intellettiva è in realtà frutto del funzionamento del piacere riflessivo: a. es.mi passano il piede sul bus. Lì per lì insorge l'odio ma poi mi passa = l'odio non passa poichè mitigato da un ragionamento, ma poiché fra lo scontro della passione violenta momentanea dell'odio e quella della calma che scaturisce dalla comprensione della situazione vince la calma b. Possiamo fare un'ulteriore distinzione: i chi fa male intenzionalmente perché è malvagio ii. chi perché è costretto es. il dentista = in quel caso il nostro sentimento è indifferente: possiamo anche odiare il dentista In quel caso non proviamo collera, oppure la proviamo ma la blocchiamo. Odiamo il dentista ma ci andiamo comunque. = La natura umana non funziona solo per attrazione delle passioni ma anche per questo meccanismo e gioco di specchi, di riflessione MORE PER I CONGI! TI IL.II SEZIONE QUARTA - L' | miei parenti essendo miei generano un'associazione delle idee così forte che probabilmente me li fa amare. simpatia e relazionalità In Il.II SEZIONE QUINTA - LA NOSTRA STIMA PER | RICCHI E | POTENTI emergono alcune considerazioni importanti sulla simpatia a partire da questa domanda: Perché stimiamo i ricchi e i potenti anche se non fanno niente per noi? Possono essere anche molto avidi ed egoisti? Perché simpatizziamo con la loro soddisfazione: e laricchezza da soddisfazione al ricco, provocandogli un'impressione piacevole e per simpatia l'impressione piacevole ci viene trasmessa e ce ne facciamo un'idea che traduciamo nell'eguale impressione piacevole del ricco rispetto e disprezzo Passioni composte: 1. rispetto = amore + umiltà 2. disprezzo = odio + orgoglio ‘amore passionale/sessuale Passione composta da: 1. piacere per la bellezza/qualità della persona + 2. desiderio sessuale (passione diretta analizzata nella terza parte, un istinto al pari della fame) amore e odio negli animali prima sezione Anche qui in continuità con la prima parte del secondo libro troviamo un parallelismo con gli animali. Anche gli animali posseggono meccanismo simpatetico: 1. i cuccioli che giocano con gli altri usa quelle parti del corpo che potrebbero far male (denti zampe artigli) in modo delicato — il cane ha simpateticamente presente che se mordesse di più farebbe male all’altro cane 2. quando si caccia in gruppo ci si coordina per simpatia libro II, parte III la volontà e le passioni dirette Qui Hume attenziona: 1. Passione indiretta di volontà = a. legata alle passioni dirette b. spiega la nostra determinazione ad agire = importante per l'ambito della moralità 2. passioni dirette = es. desiderio, gioia, speranza (desiderio nel futuro), timore a. non sono frutto del meccanismo di doppia associazione come quelle indirette analizzate nella parte Il b. ma sorgono immediatamente dal bene (ciò che provoca piacere) e dal male (ciò che provoca dolore) SEZIONE PRIMA - LIBERTÀ E NECESSITÀ La volontà: e nonèuna facoltà mentale a sé, estraniabile dalle regole di generazione delle percezioni mentali e mauna specifica impressione di riflessione che avvertiamo intimamente quando diamo origine a qualche nuova percezione della mente e in particolare le passioni dirette. — Una passione indiretta da esaminare attentamente. E' inserita in questa parte in quanto legata alle passioni dirette presto analizzate. Per volontà si intende = impressione di riflessione interna (modo particolare di sentire) che avvertiamo quando coscientemente e consapevolmente: 1. muoviamo il nostro corpo 2. acquisiamo una nuova percezione. Qui Hume si esprime riguardo il tema dibatutissimo nella filosofia tout-court del libero arbitrio: la volontà è libera o necessitata? ® posizioni libertarie della filosofia tout court = il libero arbitrio è l'elemento di distinzione principale tra umani e animali = a. per gli animali il comportamento è necessitato da forze esterne e motivi di necessità b. gli umani sono dotati di un arbitrio libero nei termini di volontà che resiste ad agenti esterni ad essa e Humeda filosofo naturalista e anti-metafisico nega una posizione come quella precedente in quanto: a. presuppone una sorta di sostanza-altra di cui è fatta la volontà, libera a tal punto da sfuggire ai meccanismi di causa-effetto " e dal funzionamento regolare della mente umana... b. ...in totale contrapposizione con la descrizione finora intessuta del funzionamento dell'anatomia della mente umana Posizione peculiare di Hume di “libertà” della volontà (posizione compatibilista): e nonè presente una forza esterna che impedisce necessariamente di agire... e ...ma dobbiamo agire secondo i limiti di funzionamento della nostra mente = la libertà della volontà è necessitata dai limiti del funzionamento della nostra mente, poiché è parte di tale funzionamento e non ne è fuori = La volontà è quindi libera nei termini dell'opposizione fra libertà e costrizione: è libera quando è spontanea, dunque si crea per motivi interni e secondo le cause di generazione delle passioni, e non per coercizione/costrizione da parte dell’altro. — Siamo liberi: a. nei termini di dire “sento la fame ma mangio tra un'ora”... b. ...ma non in quelli di “non sento più la fame”, un'esigenza insita nel funzionamento di quello stesso sistema che gestisce anche passioni e volizioni. 31 Attenzione: ricordiamo che non possiamo affermare per certezza l’esistenza del nesso causale (libro 1), ma possiamo inferire una causalità dall'unione costante di due fenomeni che si presentano sempre congiuntamente nello stesso ordine e che l'abitudine ci porta a unire insieme anche nel futuro (inferenza). SEZIONE SECONDA - { CORA S! JLLO STESSO ARGOMENTO Qui risponde a diverse domande: 1. motivi della nostra azione sono riportabili alla nostra volontà, dunque alle passioni che generano le volizioni? Sì: le nostre volizioni sono generate dalle passioni (vedi sezione 3). = Atal proposito Hume valorizza la responsabilità: essa è possibile solo perché le azioni possono essere riportate a dei motivi scatenanti, a tratti del carattere (dottrina della necessità # dottrina della libertà) 2. perché nonostante l'evidenza morale (abbiamo motivi più o meno costanti che ci spingono ad agire, ovvero la ricerca del piacere e la fuga dal dolore) tutti i filosofi postulano un libero arbitrio? o Filosofia tout court (matrice religiosa) = per avvalorare la concezione del peccato occorre una concezione del libero arbitrio forte, che per definizione si può disattendere. — Ciò che distingue uomini dal creato è la capacità di peccare. o Humeinvece ha un io disgregato, non perfettamente definibile come nel caso precedente. Una libertà assoluta sarebbe incoerente. Motivi che influenzano la volontà SEZIONE TERZA - Qui risponde alla domanda: quali motivi scatenano la volizione, dunque ci spingono ad agire? Qui emerge la linea anti-razionalista di Hume = la ragione: 1. monhaun ruolo nella dimensione della volizione. Non è completamente eliminata, semplicemente passioni > ragione :) 2. è inserita in una visione naturalizzata più ampia in cui si relaziona con le passioni in modo rivoluzionario non-dualistico (nuova scena del pensiero) — le visioni metafisiche avevano invece bisogno di elevare gli uomini in qualche modo, mistificando la ragione 433-434: Gli uomini sono virtuosi solo nella misura in cui obbediscono ai suoi comandi. Si sostiene che ogni creatura razionale ha l'obbligo di regolare le proprie azioni secondo i dettami della ragione; e che nel caso in cui ci sia qualche altro motivo o principio che pretenda di determinare la sua condotta, deve opporsi a esso finché non sia completamente domato o almeno conciliato con quel principio superiore La maggior parte della filosofia morale, antica e moderna, sembra fondarsi su questo modo di pensare; e non c'è nulla che offra maggior spazio sia alle disquisizioni metafisiche, come alle declamazioni popolari, quanto questa presunta superiorità della ragione sulla passione. Si sono poste nella miglior luce l'eternità, l'invariabilità e l'origine divina della prima; mentre si è continuamente insistito sulla cecità, incostanza e falsità della seconda. 1. Filosofia tout court (antica e della modernità) = a. ciò che caratterizza per antonomasia l'essere umano ( # meri esseri senzienti) è la specifica capacità di razionalità (quasi di origine divina, rigorosa) b. la virtù consiste nel domare le passioni ed agire per operato razionale (altrimenti si agirebbe come gli animali) 2. Nuova scena del pensiero (visione naturalizzata) = così come per la dimensione epistemologica, tutto (anche il ruolo della ragione, e la dimensione della moralità) è legato = a. ricezione delle percezioni che arrivano a noi in maniera misteriosa. b. principi e dei meccanismi di associazione delle percezioni = Segue che: 1. la ragione da sola non può originare una volizione, dunque portare all'azione e determinare ad agire 2. la ragione non può contrapporsi all’origine della volizione, che è di matrice passionale Qui Hume illustra alcuni fenomeni particolari alla luce di quanto introdotto sulla nozione di immaginazione che da un lato facilita e dall'altro complica alcuni processi mentali: e Se naturalmente siamo mossi a preoccuparci vicino-piccolo > lontano-grande (es. specchio rotto a casa / incendio lontano)... ® ...l'immaginazione porta a: a. preoccuparci futuro > passato (segue la successione temporale) b. vicino nello spazio e lontano nel tempo > lontano nello spazio ma vicino nel tempo le passioni dirette - Sezione 9 In conclusione del secondo libro Hume approfondisce il tema delle passioni dirette, che sorgono direttamente dal bene e dal male per una sorta di principio ordinario (Hume non spiega molto questo punto). Le passioni dirette: 1. Interagiscono con quelle indirette 2. Si differenziano tra loro per il “grado” di certezza o incertezza connesso all'impressione piacevole/spiacevole ordinaria = es. a. Gioia/dolore = l'oggetto che provoca l'impressione piacevole/spiacevole è certo (o probabile) es. è davanti a noi b. Speranza/paura = l'oggetto è incerto — esse si originano con un meccanismo simile ad uno già descritto da Hume: i. tema della probabilità = oscillazione tra due punti di vista opposti ii. anche la mente umana oscilla fra emozioni opposte (gioia e dolore) in caso di incertezza = le impressioni si possono comporre, dunque la gioia e il dolore quando si compongono in casi di incertezza danno vita alla paura e alla speranza c. Desiderio/avversione = né certo né incerto: è la naturale conseguenza di ciò che provoca piacere (bene) e ciò che provoca dolore (male) — La mente tende naturalmente a ricercare bene/piacere e fuggire dal male/dolore A questo primo gruppo Hume aggiunge quelle passioni che producono il bene e il male come effetto (istinti/impulsi naturali): fame concupiscenza (desiderio sessuale) altri appetiti corporei vendetta = desiderio che i nostri nemici siano puniti / polo positivo = desiderio che i nostri amici siano felici. PONS libro HI: sulla morale Introduzione e premesse generali di Laudisa: 1. La morale è una dimensione fondamentale in Hume, nonostante non sia stata immediatamente quella più valorizzata dagli studiosi 2. La ricerca di Hume è una metaetica = descrizione dei meccanismi della mente finalizzata: a. a delineare l'origine delle distinzioni morali b. adavvalorare: m una matrice sentimentalista della morale (nuova scena del pensiero) = la capacità di distinzione tra bene e male è radicata in una dimensione di reattività emozionale — In questo Hume: e è stato preceduto dai sentimentalisti Shaftesbury e Hutcheson... e ...seppurcon differenze (sentimentalismo secolare e riflessivo) = Wittgenstein sostituisce all'idea di una benevolenza innata di matrice divina una serie di riflessioni più complesse e articolate a partire dai principi finora delineati m dicontroa quella razionalista (sia teologica che laica) Qui Wittgenstein approfondisce attraverso il proprio metodo sperimentale: 1. Il libro nasce dalla domanda: come si comportano gli esseri umani gli uni con gli altri? 2. Come distinguiamo vizio e virtù attraverso i principi di funzionamento che caratterizzano la nostra mente — naturalmente si terrà a mente della natura sentimentale e simpatetica umana Premessa: e Nell’etica contemporanea a Hume si parla di morale in termini di doveri, obblighi, diritti (anche ora) = qui ci si focalizza sull'azione del singolo che si distingue in giusta o sbagliata attraverso criteri solitamente rigidi e Humeriprende il vocabolario della riflessione morale della filosofia antica (Aristotele, Platone, ellenisti e romani) = questi termini rispecchiano la valorizzazione dei tratti del carattere (anziché delle singole azioni) caratteristica in Hume. — Il passaggio dalle due è stato segnato dal cristianesimo. Premessa: il sentimentalismo humeano come approccio all'etica si articola su due o tre possibili livelli/dimensioni, che costituiscono rispettivamente i diversi approcci presenti nell’etica contemporanea: 1. tema della motivazione (o di “prima persona”) = cosa muove il singolo ad agire moralmente — Solitamente le teorie sentimentaliste si focalizzano qui e quelle razionaliste sulla giustificazione. Hume fa il contrario. 2. problema della giustificazione (di “terza persona”) = tema dell’apprezzamento o del giudizio che diamo sulla base dell’osservazione della condotta altrui e di noi stessi come se ci vedessimo in terza persona — Su cui Hume si focalizza maggiormente tant'è che è più complessa 3. dimensione normativa (?) = cosa effettivamente le persone dovrebbero fare e quali sono i criteri del giusto e dell’ingiusto Parte prima: virtù e vizio in generale In questa breve prima parte, Hume: 1. Si distanzia dai predecessori = la sua non è una morale fondata sull’operare della ragione 2. Inizia a delineare, dunque, la sua impostazione sentimentalista Sezione 1: le distinzioni morali non derivano dalla ragione Qui Hume mostra che le distinzioni morali non derivano dalla ragione attraverso una serie di step: 1. Affermazioni molto generali = a. la capacità di distinguere bene e male è un'attività mentale b. se è un'attività mentale deve necessariamente prendere forma a partire dalle percezioni (come tutte le nostre attività mentali) — più precisamente dalle impressioni, legate notoriamente a una dimensione non-azionale 2. Critica alle tesi razionaliste = a. tesi razionaliste = bene e male sono elementi oggettivi comprensibili attraverso la ragione: uno sbaglio morale è un fraintendimento della ragione. b. Hume = la ragione non basta (libro precedente + avvaloranti) : i La ragione da sola non è in grado né di motivare ad agire, né di contrastare le nostre emozioni ii. La dimensione della verofalsità, vicina a quella razionale, non ha una rilevanza morale = una volontà non è vera o falsa: o la provo, o non la provo. = La verofalsità non può distinguere tra azioni e volizioni 3. La critica precedente è articolata nella confutazione della valenza morale di: a. ragionamento deduttivo astratto = qui la ragione indicherebbe in assoluto cosa è giusto o meno. — Incompatibile con la visione di Hume, che non riconosce una regola che associa volizioni e idee astratte (la volizione non concerne la dimensione di associazione delle idee) b. inferenza dai dati di fatto (conoscenza probabile) = qui: i è importante il paradigma della verofalsità (che non ha valore morale, punto ii) ii —la€moralità è una forma di conoscenza fattuale 4. Dal punto precedente emerge un argomento importante, complesso e controintuitivo della distinzione tra fatti e valori = a. permette di sistematizzare il ruolo della ragione come marginale nell'ambito della moralità... b. ...attraverso la distinzione ”° tra: i dimensione fattuale = rappresentare e descrizione dei fatti del mondo ii dimensione valoriale = attribuzione soggettiva di valore morale ai fatti del mondo — se guardiamo un omicidio dal punto di vista fattuale (descrizione oggettiva: l'assassino ha preso il coltello ecc.) non troveremo il male. Solo dal nella dimensione valoriale assume il valore di immorale in quanto provo (# piano epistemologico) una specifica ** impressione di riflessione che non ha niente a che fare con la descrizione fattuale. c. tale tesi è filosoficamente molto importante e confluirà nell'altrettanto importante passaggio dell’ “essere e dover essere" (o legge di Hume) #2 Senza di esso non potremmo distinguere la gravità fra un’'imputazione a morte e un gettare la mela fuori dal cestino. 3 Anticipando: In particolare le qualità secondarie delle azioni che definiamo poi virtuose o viziose sono legate alle percezioni salienti di piacere e dispiacere: consideriamo virtuoso ciò che provoca una percezione piacevole e dato che la mente umana tende naturalmente al piacere approviamo ciò che troviamo piacevole. = Prime conclusioni = — Hume si distacca dalla concezione secondo cui la natura è virtuosa e l'artificio è vizioso, una concezione presente nella filosofia tout court ma distante dai termini in cui Hume ha sempre posto la questione (fallacia naturalistica) Seconda e Terza parte del Terzo libro Qui Hume vuole analizzare anatomicamente il fenomeno della moralità (distinzione tra vizio e virtù, apprezzamento morale, natura del giudizio...) in termini metaetici, dunque delineando i principi e meccanismi di origine di tali fenomeni. — come facciamo a dire che qualcosa è "bene" o “male” # COSA E’ bene o male?) Attenzione: noi ci occupiamo solo delle virtù naturali ma ovviamente Hume prosegue l'indagine estendendola anche alle virtù artificiali. la giustizia e la domanda se la giustizia è una virtù naturale o artificiale distinzione tra virtù naturali e artificiali e virtù naturali = tratti del carattere, comportamenti, il cui apprezzamento è “naturale” (immediato): qualsiasi umano ben predisposto può apprezzare moralmente in qualsiasi cultura. — Hanno un effetto positivo immediato ed evidente sull’altro. e virtù artificiali = tratti del carattere non direttamente benefici, che necessitano di una mediazione culturale/educazionale per essere apprezzabili moralmente — es. Quando tutta la comunità mette in atto quel comportamento = se tutti paghiamo il biglietto dell'autobus e l'autobus esiste ed è utilizzato nella nostra società possiamo approvare il tratto della giustizia che si riflette nell'azione sistematica di pagare il biglietto (per motivo di giustizia). contrattualismo e Hume (convenzionalismo) Attenzione all'ambiguità del termine “artificiale”: 1. contrattualismo = momentanea organizzazione in cui attraverso la razionalità, per convenienza/necessità, si istituiscono attraverso un patto artificiale le istituzioni civili (sociali e morali). 2. #Hume=l “artificio” è frutto della lenta evoluzione e stabilizzazione delle convenzioni — essa non è razionale ma dettata da necessità e condizioni vissute dall'umanità, che porta a schemi di cooperazione più vantaggiosi. 5 # A tal proposito Hume spiegherà nella parte che non vedremo che: e finché gli umani hanno vissuto in comunità piccole determinate dai gradi di parentela, la per una cooperazione vantaggiosa era sufficiente la naturale socievolezza umana che: trova origine in desiderio della prole/desiderio sessuale si realizza nelle virtù naturali di altruismo, bontà, generosità — Come si può osservare ancora oggi tra i primati, l’altruismo va con la parentela. (Comunità come “stati di natura”) e Con l'evoluzione delle società in forme più complesse è necessario che gli individui si comportino secondo linee di comportamento più complesse, meno immediate (da qui nascono per necessità le virtù artificiali) Continuando il discorso è utile distinguere ulteriormente tra: 1. patto razionale (contrattualismo) = costituito da termini espliciti e decisi dai singoli partecipanti da cui si può uscire — esso è problematico in quanto bisogna giustificare il dovere verso il patto che è presente prima dell'istituzione del patto stesso in quanto finalizzato alla soddisfazione dello stesso. 2. convenzione = a. si determina tacitamente mentre i “partecipanti” alla convenzione vi si trovano all’interno senza poterne uscire — Definita come due persone che si accordano per trovare il giusto ritmo affiatato per remare assieme: si apprende tacitamente a furia di tentare, di eseguire movimenti,di calibrare forze ed energie ecc. b. si muovono per necessità = solo in date circostanze che spingono gli umani a convenzionalizzare qualcosa — Devono essere in acqua per remare Come nasce la disposizione ad agire per interesse generale? La analizziamo anche se è una virtù artificiale perché ci permette di ricollegarci alla simpatia. Hume vuole focalizzarsi sulle seguenti virtù artificiali: 1. gli schemi di cooperazione (es. nozione di proprietà, convenzione, istituzione, obblighi ecc. ) 2. la disposizione ad agire per l'interesse generale (giustizia) = come facciamo ad estendere il nostro interesse limitato ad una cerchia ristretta di persone a quello generale, considerando che l'essere umano non è dotato di benevolenza universale (# sentimentalismo scozzese)? a. Da un lato Hume sostiene la tesi dell'adattamento hobbesiano-egoistica secondo cui si sopravvive meglio in società. — Somiglianza con il contrattualismo = gli esseri umani si associano non perché buoni universalmente ma perché gli conviene b. Dall’altro la convenienza non deriva dalla ragione ma dall'evoluzione delle piccole comunità # = Le virtù artificiali non si sviluppano per ragionamento, ma per sentimento: l'apprezzamento “naturale” non è più sufficiente a stabilire la cooperazione interna della società (sicurezza, stabilità...). l'apprezzamento morale Entriamo nel vivo dell'argomentazione sull'apprezzamento morale. Hume procede per step. Premesse: 1. Hume chiarisce che l'apprezzamento morale è una specifica impressione di piacere che: a. scaturisce dall’apprezzamento di tratti stabili del carattere, che si riflettono nei motivi che portano all’azione... b. ...non dalle singole azioni, che sono momentanee e talvolta non riflettono il carattere = cambieremmo continuamente il nostro giudizio morale 1. Hume scardina il ragionamento circolare secondo i motivi sono il riflesso della virtù e la virtù si riflette nei motivi virtuosi. Occorre comprendere cosa si intende per virtù. 2. Quali sono i motivi che apprezziamo moralmente? 2. Hume ricorda e chiarisce l'apprezzamento morale riguarda motivi che: a. non giovano alla convenienza o l'interesse personale b. bensi che giovano all'interesse generale — Com'è possibile averlo se naturalmente/antropologicamente non abbiamo l’amore per l'umanità? 1) l'apprezzamento Per dar conto dell'apprezzamento morale, legato a un interesse generale non-naturale/non-immediato, Hume procede per step. Innanzitutto l'essere umano ha una capacità di apprezzamento in generale legata ai principi di piacere e dolore. Essi: 1. Muovono la volizione umana 2. Generano le impressioni dirette di: © provare piacere nel provare piacere = apprezzare il piacere > ricerca del piacere © provare dolore nel provare dolore = disprezzare il dolore > ripulsa del dolore 3. Quando in concomitanza con gli oggetti “altro” e “io” generano le passioni indirette di orgoglio/umiltà, amore/odio — Siamo già inconsapevolmente entrati in contatto con l'approvazione (pensiamo all'orgoglio come apprezzamento di un tratto piacevole di noi) = L'apprezzamento morale, dunque, è per ora: 1. Una specifica forma di apprezzamento simile alle passioni indirette di orgoglio/amore — sorge in seguito alla doppia associazione di idee e impressioni 2. Si fonda sul presupposto di piacere e dolore come motore della nostra volizione. 2) apprezzamento # apprezzamento morale Hume approfondisce questa tesi sulla base di quanto assunto negli step precedenti e di quei principi di funzionamento della mente umana finora sempre utilizzati. I meccanismi di approvazione sono simili ma hanno degli elementi di differenziazione (non tutte le approvazioni generali corrispondono ad approvazioni morali) — Spesso amiamo, ad esempio, persone che non apprezziamo moralmente. 1. approvazione generale (amore, orgoglio) = focalizzata su tratti apprezzabili da noi stessi 2. approvazione morale = focalizzata su tratti del carattere apprezzabili da: a. cerchia ristretta o collettività intera... b. ...indipendentemente dalla relazione con noi — Senza questi tre elementi non avremmo l'apprezzamento morale. — Invece alcuni sentimentalisti affermano che serve solo la simpatia, altri che serve solo la benevolenza universale ecc. apprezzamento alternativo I motivi da cui partiamo per apprezzare moralmente o meno un carattere: e nonsono desumibili da zero... e ...ma vanno colti attraverso i loro effetti: a. le azioni del giudicato b. gli effetti che esse hanno sulla cerchia ristretta di persone che circondano il giudicato 1. Cosa accade quando ci troviamo in situazioni in cui i tratti del nostro carattere non possono emergere attraverso i propri effetti? 2. In altri termini: come fa la simpatia ad agire quando non vediamo l’effetto del tratto del carattere che stiamo giudicando moralmente? = La simpatia estesa permette di apprezzare moralmente: 1. Simpatizzando con la cerchia ristretta colpita dagli effetti del carattere del giudicato © 2. Sulla base di una regola di associazione generale secondo cui il giudicato (sulla base di una consapevolezza pregressa dei suoi tratti del carattere) con il suo carattere potrebbe fare / farà qualcosa di apprezzabile (induciamo gli effetti dalla causa) — "La virtù anche se vestita di stracci rimane sempre virtù” 4) cos'è virtuoso? Cosa è definito come virtuoso dipende dall'epoca in cui ci si trova. Per Hume è più importante determinare il meccanismo analogo attraverso cui consideriamo qualcosa come virtuoso | Però Hume sta facendo comunque un trattato che parla di moralità, quindi chiarisce comunque cosa di fatto è approvabile, dunque secondo quali criteri effettivamente consideriamo qualcosa come virtuoso o vizioso. Ovviamente va per step: da quanto abbiamo visto cosa potrebbe essere virtuoso? 1. tratti del carattere con un impatto positivo (fanno il bene) della cerchia di persone relazionate al giudicato 2. tratti del carattere che permettono di svolgere correttamente il proprio ruolo nella società (facendo bene a chi entra in contatto con tale te-nel-ruolo) es. un buon padre, un buon figlio ecc. = L'approvazione infatti è tarata in base ai contesti in cui ci troviamo (posso essere una brava studentessa # brava figlia) 3. tratti del carattere che sono utili per se stessi (// moralità nella filosofia antica: perfezionare i tratti del carattere per se stessi, fare degli esercizi spirituali per allenare temperanza, operosità, frugalità ecc.) = approvati in quanto simpatizziamo+immaginiamo la cerchia di persone che sarà investita da quei tratti (es. persona che gode della frugalità di qualcuno: è piacevole stargli accanto anche se non si riceve nulla) = Sulla base di questo si distinguono 4 criteri: 1. utile: a. asé b. agli altri 2. gradevole: a. persé b. per gli altri Sezioni successive Qui Hume come da prassi dopo aver effettuato la sua ricostruzione ipotetica ne esegue una verifica sperimentalmente: e quali sono le virtù considerate tali nel suo tempo? e possonoessere apprezzabili moralmente sulla base della teoria ricostruita? grandezza d’animo Tratto del carattere che corrisponde ad un orgoglio motivato, ma proporzionato o ben modulato (espresso in un modo dissimulato): e essere consapevoli delle proprie capacità... ® ...manon vantarsene. E' gradevole per sé e per gli altri. E' utile per sé. educazione Un insieme di norme artificiali che servono a garantire la convivenza, al quale aderiamo in quanto abbiamo interesse all'opinione che hanno gli altri di noi. E' gradevole per gli altri. E' utile per sé. l'estensione di vizi e virtù per contagio Questione importante: 1. apprezziamo sì il carattere in modo distaccato... 2. ...ma teniamo conto anche che vizi e virtù si contagiano e si rafforzano a vicenda — più siamo virtuosi, più ameremo e apprezzeremo queste qualità negli altri e viceversa — Le passioni nella stessa direzione si rafforzano // vizi/virtù: e gruppo di persone di buona compagnia + elemento critico = emerge la buona compagnia l’involontarietà del carattere Aspetto peculiare della visione Humeana: 1. Tratti della persona quali intelligenza, irascibilità, doti fisiche... sono considerati comunemente involontari (indipendenti da scelte) 2. tratti volontari sono: a. valorizzati dai moralisti = la loro morale richiede libero arbitrio, volontà e responsabilità — # tratti involontari, di cui non si è responsabili b. considerati da Hume comunque involontari in quanto frutto di quelle stesse dinamiche passionali di cui siamo oggetti e non soggetti = Le nostre scelte riguardano i mezzi di ottenimento di azioni originate da input passionali. — Possiamo fare relativamente poco sul nostro carattere se singolarmente presi; possiamo influenzare il carattere delle generazioni successive, ma di l’autovalutazione Tema poco presente. pag 653: “Ma questo senso deve certamente acquistare nuova forza quando, riflettendo su se stesso, approva quei princìpi da cui deriva, e trova solo qualcosa di grande e di buono alla sua nascita e alla sua origine.” Il meccanismo descritto permette di: 1. apprezzare i singoli tratti virtuosi 2. apprezzare se stessi — sulla base del riconoscimento dei criteri per cui apprezzo il comportamento altrui posso costruire un “sistema morale teorico” che mi permette di apprezzare me stesso se mosso in concomitanza delle stesse virtù che apprezzo negli altri
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