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Riassunto "una figlia di Iside", Sintesi del corso di Storia dell'Educazione

Cultura arabaSociologia arabaFemminismo araboStoria araba

romanzo sulla condizione della donna nella società egiziana

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022
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Caricato il 13/05/2022

TobyTrupy
TobyTrupy 🇮🇹

4.3

(23)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto "una figlia di Iside" e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'Educazione solo su Docsity! NAVAL EL SADAWI Egiziana medica scrittrice di ispirazione marxista. Si definisce una socialista femminista scosse del femminismo occidentale tradizionale meno attento ai problemi del terzo mondo. Il padre era un funzionario governativo del ministero dell'educazione nazionale, prese parte alla lotta contro britannici nel 1919. Educò Nawal al rispetto di sé stessa e alla libertà d'espressione. Studiò medicina e divenne direttrice della sanità pubblica, dove incontrò il suo terzo marito. Fu poi allontanata a causa della sua attività politica, in seguito incarcerata perché ritenuta pericolosa per il governo egiziano e fu liberata alla morte del presidente Sadat nel 1997. Nel 1991 minacciata dai fondamentalisti islamici, si recò in California del nord e tornò in Egitto solo nel ‘96. Una figlia di Iside (2021) Il libro ci parla di una civiltà in cui le donne sono considerate una sfortuna in famiglia, subiscono la clitoridectomia e sono obbligate a sposarsi bambine. È un testo autobiografico. “La contrarietà alle donne è universali e non riguarda solo il mondo arabo. Penso al fronte cristiano ai cosiddetti “valori di famiglia” e il radicamento all'idea di verginità obbligatoria, le violenze fisiche e psicologiche…” CAP 1: Il dono Navale imparò a scrivere grazie alla madre Zainab “O dio se davvero sei giusto perché tratti mia madre e mio padre in modo diverso?” (il padre separò il nome di Naval da quello della madre) La madre Il rapporto con la madre ha determinato il corso della sua vita. La madre dedicò tutta la sua infanzia alla famiglia morì a 45 anni e insieme a lei scomparve anche il cognome, in quanto era una società patriarcale ed era diritto dell'uomo tramandare il cognome ai figli, la madre viene descritta come dono piena d'orgoglio che cammina a testa alta come una dea, come Iside. Il padre Il padre uomo giusto e mite non alzava mai la voce nei confronti della moglie, lavorava tutto il giorno e davo una mano in casa. Era oppositore del re, si schierò contro l'occupazione inglese dell’Egitto, ed era fedele al suo paese e al dono che aveva scelto. Entrambi i genitori avevano altri sogni, la madre voleva diventare musicista e andare a cavallo, il padre invece voleva diventare poeta o scrittore. Naval era orgogliosa dei suoi genitori e del suo paese nonostante la società - la madre era fedele ed aveva alcuni tratti di femminilità che non l’accomunavano a Naval, come morire in ordine per l'incontro con Dio - fu la nonna ad insegnarle i primi rudimenti di filosofia e i primi principi religiosi e politici “non siamo schiavi e Allah è giustizia” - Fratellastro del padre “bit” (cioè ragazzo in senso dispregiativo) è il tipico arabo che credeva che Dio permettesse di punire le donne. CAP 2: Le cose dimenticate A 28 anni improvvisamente Naval ricordo alcune cose della sua infanzia… scrisse una poesia - sesso argomento difficile soprattutto in lingua araba - critica letteraria nel paese arabo ristretta una cerchia di uomini e poche donne come loro, sostenevano che non esistevano questioni legate ai diritti femminili, ma i temi riguardavano le persone in generale - piaceri sessuali provati a cinque anni, ricordo che riemergeva sottoforma di incubo. - a sei anni le viene asportato il clitoride per volontà di Dio (daya= ostetrica) La mia vita in un libro Dopo tre o quattro anni ebbe la sua prima gravidanza, visse con Abash per 18 anni, senza aver avuto mai un letto d'onore, solo uno zerbino su cui diede alla luce 15 bambini, di cui solo quattro maschi, questo per Abash venne considerata una maledizione peggio della malattia di cui morì. Rimase vedova all'età di 28 anni e ringraziò Allah per averla liberata dal marito, guardando a sé stessa, nessun uomo le si sarebbe più avvicinato fino alla morte. Odiava tutti gli uomini. Riprende il racconto della nonna, descrivendo ancora una volta, il dolore provato fisicamente e psicologicamente e di quando la daya, la immobilizzò, ancora bambina, come un pollo per tagliarle il clitoride, dicendole che sarebbe arrivata pura e vergine al suo matrimonio. Descrive il sangue, il dolore, la paura della morte. Infine, descrive i sacrifici fatti dalla nonna per poter far andare suo padre al Cairo e studiare per poter diventare la persona più importante del paese. “Posso camminare a testa alta al pari di qualsiasi uomo” (cit. di sua nonna) CAP 6: Sia ringraziato Dio per la nostra disgrazia In questo paragrafo Nawal racconta della famiglia materna partendo dalla nonna, ricordando poco di lei, soltanto i suoi bulbi grigi senza rughe, non parlava se non per pregare e se sua figlia le chiedeva come stesse dopo il lavoro, rispondeva sempre: “Lo ringrazio figlia mia per le disgrazie che ci ha dato!” Spesso Nawal sentiva la nonna e la zia ringraziare qualcuno per le disgrazie date a loro, e chiese così chi fosse questo lui e le risposero: “Chi altro se non Dio?” la nonna smetteva di dare ordini alle domestiche solo quando il succhi boy ritornava a casa. La casa del nonno materno di Nawal, era a due piani, quando il nonno usciva, la nonna sospirava sollevata e la zia solo allora usciva dalla sua stanza con gli occhi gonfi di chi aveva pianto tutta la notte; un silenzio di morte riempiva quella casa per le litigate tra la zia e la nonna accomunate solo dal reciproco odio, tra le tante parole che si scambiavano Nawal non ne comprendeva due: “zitella” e “divorziata”, quando ne chiese il significato, le risposero sono due brutte parole. Quando il nonno di Nawal tornava dal lavoro, si ritiravano nelle loro stanze e la nonna aveva un'espressione di invidia consapevole di dover ancora condividere il letto con quello sconosciuto dopo 35 anni. Quando l'ho chiamata mi rispose di fare silenzio e in casa calò un brivido e comprese che tutto è andato aveva quattro anni e lui non aveva un certificato di matrimonio. Nawal da quella casa imparo tre cose, Dio era colui da cui provenivano tutte le disgrazie e alla parola disgrazia associava quella di matrimonio, ogni volta che suonava nell'aria lei impallidiva e aveva un'espressione di disprezzo, la madre si intristiva e la nonna smetteva di bisbigliare il Rosario e diceva: “sia lode Lui per le sofferenze che ci toccano”. CAP 7: In volo con le farfalle Nove mesi dopo la morte notte di nozze la madre di Naval diede alla luce il primo bambino, nacque il suo fratello maggiore, dicevano che avesse ereditato i tratti degli zii materni, la nonna paterna non era particolarmente felice, lo vedeva con la stessa carnagione annerita del figlio. Voleva che si chiamasse Maometto, ma il materno lo voleva chiamare come il suo trisavolo. il padre di Naval non volendo fare un torto a nessuno fece registrare entrambi i nomi. Il padre di Naval fu il primo uomo del villaggio a laurearsi, quando divenne ispettore del ministero dell'istruzione la madre ne fu più che orgogliosa, si sedeva sull’uscio di casa M Apriostrando le pantofole di pelle e se Naval si sedeva accanto a lei…. Le zie riportavano una sediolina perché non doveva sedersi per terra come una contadina. La nascita di Naval secondo il racconto della madre differentemente da quella del fratello era stata indolore e quando la nonna e la zia vi svegliavano una preghiera Dio per farla diventare maschio lei ricordava che la mattina si svegliava con il timore che Allah l'avrebbe potuta davvero trasformare in un maschio. Non voleva diventare come suo fratello, la picchiava gli tagliava la bambola, la prendeva in giro…Il papà era solito regalare a lei una bambola mentre a suo fratello un aeroplano, lei odiava le bambole ma allo zio lei diceva sempre che le brave bambine dovevano giocare con le bambole come quando suo fratello piangeva perché non volevo andare a scuola, il padre ripeteva spesso che le femminucce avrebbero dovuto piangere e la guardava quasi con odio. per questo lei voleva scappare da quella casa lontano giocare volare come un uccello nel vento. la madre la metteva di fronte ai fornelli per cucinare e il padre nel padre nel fratello misero mai piede in cucina: che vorrebbe stanno fu quello il luogo in cui conobbe l'umiliazione di essere donna. l'unica cosa che la salvava dalle mura domestiche era la scuola L'omicidio dello sposo Come da bambina si vergognava di essere povera nel momento in cui scrisse il lavoro si vergognava della vecchiaia, poi però raddrizzava la testa e affrontando la sua età andava a correre. Ha ripreso l’orgoglio della nonna e lei deve averlo ereditato da sua madre la donna di Gaza. Si amava Sitti-Haja ma la odiava quando diceva che un maschio vale almeno 15 femmine o che il destino delle donne e risposarsi navale ripeteva: “non mi sposerò mai!” Nei suoi incubi, spesso per ricorrenti, vi erano Dio e il marito ma che relazione c'era tra Dio, il marito e il matrimonio? giocavano spesso alle bambole con la sorella e nella storia lo sposo ammazzava di botte la sposa e per punirlo gli toglievo i pantaloni che giocava poi nel cercare l'organo genitale maschile lo togliamo e non con le forbici lo sposo era morto. In questo capitolo navale descrivere la differenza tra il suo paese e la città del Cairo persino il cielo era diverso le strade gli uomini bianchi pallidi; eppure, da bambina era ignara di una cosa nonostante le profonde differenze e restavano identici in una cosa navale era nata da donna in una società che accettava solo uomini. La figlia del mare giugno 1992: batti fuori la porta di nuovo dal settembre 1981, allora avevano ho fatto irruzione con i fucili, adesso invece suonavano il campanello, Naval la sua colpa, pensare sentire. qui navale descrive il ricordo di sua madre l'amore che prova per lei, gli insegnò a camminare lungo il mare, sentiva il suo cuore battere, il suo petto era soffice come la sabbia i loro cuori battevano insieme, ricordo il suo costume di prison che in una foto sbiadita dal tempo ma quella calligrafia della madre che riporta la data di quel giorno 18 giugno 1935. Si rivedere lei e la sorella accanto alla mamma e il fratello vicino al papà. aveva un bellissimo rapporto con la nonna il padre invece rimaneva sempre piuttosto distante e quando lei provava ad abbracciarlo lui non faceva altrettanto. un gigante che in tutta la sua vita non gli ha mai dato un bacio. evidenzia le differenze tra il suo costume che elasticizza gli stringeva petto e pancia e il padre che tranquillamente se ne stava a pancia scoperta. quando si scopriva le spalle la zia i gridava di vergognarsi, il fratello poteva anche perché era maschio, frase che l'ha tormentata da quando era piccola. Descrive il crescere della sua rabbia allora ancora immatura. “Lei doveva coprirsi perché il suo petto era una disgrazia, il padre parlava al fratello gli raccontava del corale e Allen diceva nulla. Da piccola ero arrivata a credere che il cielo e Dio appartenessero al padre e al fratello. mondo del Corano: questione di uomini. ascoltando le storie e senza la madre bagnava il letto e moriva di vergogna quando la zia lo gridava per tutta la casa. descrivere la differenza di spazio occupato dalla madre, la cucina, e quella del padre, il balcone a nord della casa, quello che dava sul vivaio di fiori. Descrive:
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