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Riassunto vita e opere Brancati, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto vita e opere brancati

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 25/11/2020

Requiem1
Requiem1 🇮🇹

4.7

(328)

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Scarica Riassunto vita e opere Brancati e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Brancati (1907-1954) Breve profilo letterario Intellettuale della piccola borghesia siciliana, si trasferisce da giovane a Roma e aderisce al Fascismo; connessa a questa scelta politica è una produzione letteraria che oscilla tra fantasie drammatiche personali, suggestionata dai racconti di viaggio, e la narrativa mondana, di costume: citiamo a titolo d’esempio il lavoro teatrale Everest. Mito in un atto (1932) e il romanzo L’amico del vincitore (1932). Nel tempo, Brancati si distacca dal Fascismo e, di pari passo, la sua poetica matura, adottando, nell’ambito di una scelta realistica, un tono amaro e disincantato. La pubblicazione di Anni perduti (1934-1936, pub 1941) segna questa evoluzione dell’autore; il romanzo è un ritratto impietoso dell’immobilismo e dell’apatia della società siciliana; la narrazione si svolge nell’immaginaria Nataca, dietro a cui è riconoscibile Catania. Nel 1941 esce Don Giovanni in Sicilia (1941), in cui si narra, secondo i modelli della narrativa ironica russa di costume (Cechov, Gogol), la vicenda di un catanese, Giovanni Percolla, trasferitosi con la moglie a Milano, dove però non riesce a integrarsi e presto ricade nell’inerzia e nell’assenza di volontà morale che caratterizzava, in Sicilia, la sua vita da scapolo. Brancati è autore anche di racconti, che sono raccolti ne Il vecchio con gli stivali (1945) e Sogno di un valzer e altri racconti (1982). Viene pubblicato postumo nel 1955 l’incompiuto Paolo il caldo , nel quale il siciliano Paolo Castorini “immigrato” sul continente, è ossessionato da morbose fantasie erotiche, dalle quali non è in grado di liberarsi neppure dopo aver sposato l’ingenua e dolce Caterina. Alla fine, abbandonato dalla moglie, resterà solo con le sue ossessioni. Il romanzo esprime una sfiducia assoluta: l’evasione alienante e autodistruttiva nel sesso è vista come l’unica relazione con una realtà sfuggente e incomprensibile. Il capolavoro: Il bell’Antonio Il romanzo fu pubblicato nel 1949 e riscosse un discreto successo. Il testo narra la vicenda, ambientata in Sicilia durante il Ventennio, di un uomo di straordinaria bellezza, Antonio Magnano, che è oggetto delle brame di tutta la gioventù femminile del proprio paese. Antonio sposa l’affascinante ereditiera Barbara, senza rivelare a essa né ad altri il difetto che lo affligge: l’impotenza sessuale. Dopo tre anni, durante i quali cerca di puntare sul candore di sua moglie per sostituire ai normali rapporti coniugali un legame amoroso idealizzato, la cosa viene scoperta dalla famiglia di lei, una salda e concreta stirpe di notai, che decide per l’annullamento del matrimonio. Questo getta nella disperazione il protagonista e il settantenne padre di Antonio, che riscatta, agli occhi della gente, l’onore familiare facendosi sorprendere da un bombardamento in una casa di tolleranza e lasciandoci la vita. In quest’opera l’autore affronta, adottando, in alcuni passi, toni caricaturali e sopra le righe, la questione del gallismo, ossia l’enfatizzazione, radicata nella cultura siciliana, della virilità del maschio, che si esprime in una goffa e volgare esaltazione della sessualità e dell’attitudine predatoria del conquistatore, del Don Giovanni di “farsi onore” con le donne, di dimostrare le proprie doti erotiche di grande amatore mediterraneo, Sul banco degli imputati troviamo anche il regime fascista, colpevole, secondo l’autore, di un’esasperata e abominevole retorica della maschilità, di un machismo tossico e a tratti ridicolo. L’impossibilità di Antonio di rispondere alle attese che si presentano all’uomo adulto determina per lui il fallimento esistenziale e l’emarginazione da una società pigra, sonnecchiante e sfaccendata, la cui principale attività è la caccia alla donna e la creazione di famiglie. Brancati è vicino a un’estetica realistica, in cui trasfonde una pesante critica alla società, soprattutto maschile, della sua isola; egli polemizza, oltre che con il gallismo, anche con la fiducia cieca e spietata nella famiglia, unica istituzione che i suoi corregionali sembrano rispettare,
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