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Riassunto Vittorio Alfieri, Sintesi del corso di Lingue e letterature classiche

Riassunto Vittorio Alfieri, vita e opere

Tipologia: Sintesi del corso

2023/2024

Caricato il 21/05/2024

gaetano-milano-2
gaetano-milano-2 🇮🇹

3 documenti

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Scarica Riassunto Vittorio Alfieri e più Sintesi del corso in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! La curva descritta con Vittorio Alfieri con la sua biografia e con la sua opera riassume un secolo, il 700, che vede compiersi l’ultimo atto della società dell’antico regime e il prologo di un’era nuova,l’era borghese. Viaggiando nell’europa di quell’antico regime che da lì a poco verrà ribaltato dai “ re plebei “ della rivoluzione e sviluppando un pensiero politico avverso a tutti i tipi di tirannide. I personaggi delle tragedie di Alfieri e la sua vita stessa sono attraversati da un perenne istinto di ribellione. Il bisogna di libertà da qualsiasi vincolo o condizionamento si esprime nel rifiuto di ogni costrizione morale e politica. Lo scrittore non mette in dubbio la legittimità del principio di autorità, ma è insofferente, per indole, ai confini che esso impone. Tirannide è per alfieri ogni sistema organizzato che annichilisce la libertà del singolo, generando paura e terrore. Ma la lotta del ppeta contro questo autoritarismo non può definirsi una battaglia politica. Nelle sue opere ci si muove tra idee assolute, contrapposizioni radicali, scelte eroiche, indipendentemente da qualsiasi rifeirmento alla realtà concreta. Il tiranno di cui parla Alfieri è una figura dell fantasia poetica, come incarnazione di un potere sospettoso e crudele. Quindi l’autore non conduce un’analisi sotria della tirannide ma una descrizione dell’oppressione accusando il tiranno ed esaltando il coraggio della ribellione e la libertà del singolo. Nasce ad Asti e intraprende i primi studi all’accadiemia reali di Torino. Sarà proprio a Torino che Alfieri entrarà in contatto per la prima volta con il teatro osservando il repertorio francese sia tragico che comico. Successivamente girerà l’italia, toccando Milano, Roma, Firenze e Napoli avendo la possibilità di conoscere i sovrani del luogo ripoertandone un’impressione di tirannia generalizzata. Si sposterà poi in Francia giungendo alla corte di Luigi 15 e successivamente in Inghilterra e Olanda di cui apprezza gli ordinamenti politici democratici. Questi però non sono viaggi appaganti, come quelli che soddisfano la curiosità dei tanti intellettuali illuministi, ma piuttosto fughe dettate dall’incapacità di stare fermo e da un senso di scontentezza di se e degli altri. Quando Alfieri torna a Torino, la prospettiva di condurre una vita simile a quella del giovin signore di Parini nel Giorno lo disgusta tremendamente; l’insofferenza per il potere e l’autorità lo spinge a rifugiarsi in se stesso. Il suo disprezzo per il denaro e per la ricchezza- in contrasto con la vita lussuosa che conduceva- lo avvicina alla letteratura. La sua prima opera, scritta in francese si intitola Abbozzo del giudizio universale ( esquisse de jujement universel ) ed è un testo satirico ce prende di mira i nobili e l’alta società torinese ( carlo emanuele 3 e la sua corte di Savoia) Dopo anni faticosi di apprendistato si compie la sua conversione letteraria. La ricerca della fama letteraria non è disgiunta dalla ricerca di una lingua, l’italiano; il ben dire deve quindi essrere ottenuto in lingua italian e non in francese. Egli introduce il metodo di lavoro dei 3 respiri: ideare, stendere, verseggiare. I protagonisti delle 19 tragedie alfieriane sono personaggi storici e mitologici che portano in scena il dramma irrisolvibile di una coscienza contrastata e il rapporto travagliato con gli altri e la ricerca di una libertà concreta. Nelle 2 tragedie più importanti, il saul e le mira, Alfieri descrive le drammatiche conseguenze di un io diviso tra il desiderio d’amore e la pulsione di morte, tra la passione e il senso di colpa. In Saul il soggetto non è tratto dalla storia o dal mito classico , ma dalla bibbia, anche se l’autre ne fa un dramma psicologico e non religioso . Il protagonista è l’anziano re di Israele saul, che dve fronteggiare un crescente perdita di fiducia da parte del popolo. Il profeta Samuele dopo che il re che risparmiato un nemico sconfitto reputa Saul ribelle al volere divino e consacra nuove re il più giovane David. Questo è una figura carismatica in cui saul vede il contraltare della propria decadenza e mancanza di forze. Così bandisce David dal regno ma allo steso cade prede di una paura e una follia che provengono dal suo stesso animi: tormentato da visioni, sogna congiure contro di lui. Decide così di riammettere David in patria ma poi lo caccia per la seconda volta. Rimasto completamente solo, abbandonato anche dalla fgilia, sposa di David, decide di togliersi la vita ritenendo questa l’unica soluzione per conservare la dignità di padre e di re. L’opera si allontana dal consueto schema della tragedie alfieriano in cui si contrappongono tiranni e vittime. Saul incarna entrambi i ruoli e vittima e tiranno di se stesso. La tragedia è povera di azione, essendo focalizzata sull’anilisi dell’animo del protagonista . Saul è un eroe moderno che anticipa grazie alla profondità psicologica che Algieri gli ha donato la complessità degli eori romantici, lacerati da contraddizioni, desideri inappagabili e paure. MIRRA Racconta la storia della fanciulla incestuosamente innamorata del padre Ciniro, riprendendo il modello delle metamorfosi di Ovidio. In quest’ultima però la protagonista è eloquente e risoluta nell’afforntare il suo terrbile dramma, percepisce l’orrore del proprio sentimento incestuoso che cerca con ofrza di allontanare. In Alfieri l’eloquenza di Mirra è sostituita da un muro di silenzio e reticenza chge non le permette di confidare a nassuno i suoi sentimenti. Il dramma esplode il giorno del matrimonio con Pereo, l’uomo che intende sposare per allontanare la sua ossessione. Quando il padre viene a spaere dell’amore di cui è oggetto , mirra si scaglia contro la spada del genitore e muore. Il dramma è completamente interiorizzato, tutto si svolge nella mente di Mirra. A scontrarsi non sono i personaggi in carne ed ossa ma le pulsioni che si danno battaglia nell’animo della protagonista preferendo infine la morte alla vergogna per il sentimento tanto riprovevole di cui non riusciva a liberarsi. Alfieri si accorge di avere un’affinità di temperamento con gli eroi tragici e sente una naturale predisposizione a teatralizzarne umori e stati d’animo. Il genere della tragedia corrisponde ad un’idea di arte elitaria che il nobile cortigiano ha sempre coltivato: la commedia e il romanzo erano da lui giudacati buoni ad intrattenere le masse, inferiori quindi alla letteratura aristocratica. L’interesse del poeta è quello di spettacolorizzare i conflitti interiori, fino a spingere i personaggi verso un destino ineluttabile in cui la morte è vista come salvezza e liberazione da una crisi irrisolvibile. Le tragedie di Alfieri tendono a ridurre le situazioni storiche e sociali a una lotta tra forze inconciliabili, in cui si scontrano libertà e tirannide, bene e male, rettitudine e corruzione morare. I personaggi manifestano subito una sensibilità alina d ogni compromesso che ne le forze della natura ne quelle divini riescono ad arginare. La ricerca di libetà quindi non si configura solo come lotto contro un tiranno ma come volonta di ribellione contro la natura e i limiti umani in generale. A livello strutturale la proprosta alfieriano di riforoma del teatro tragico si trova soprattutoto nella semplòificazione dell’impalcatura drammaturgica, utilizzo del monologo, riduzione del numero dei personaggi e nel rispetto delle 3 unità aristoteliche di tempo, luogo e azione.
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