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Sociologia della Disabilità: Lo Status Sociale e la Percezione della Disabilità, Guide, Progetti e Ricerche di Scienze Umane

La sociologia della disabilità, analizzando lo status sociale del soggetto disabile e la percezione sociale della disabilità. della differenza culturale nella comprensione della disabilità, il ruolo del lavoro e della scolarizzazione nella creazione di statuti specifici per le persone disabili, e la percezione sociale della disabilità e dei diversi disturbi mentali. una ricca panoramica storica e culturale della disabilità.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2021/2022

Caricato il 19/12/2022

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chiara-di-legge 🇮🇹

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Scarica Sociologia della Disabilità: Lo Status Sociale e la Percezione della Disabilità e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Scienze Umane solo su Docsity! LA SOCIOLOGIA DI FRONTE ALLA DISABILITÀ In quanto condizione personale e sociale, la sociologia ne fa l’oggetto della propria analisi da molteplici prospettive. Il sociologo è interessato a ricostruire lo status del soggetto disabile: si tratta di uno status ascritto, indipendente dalla volontà dell’individuo e reca con sé un complesso di caratteristiche e di aspettative sociali. La nostra generica idea di “disabilità” non trova riscontro in altre epoche storiche, che prevedevano una considerazione differenziata dei diversi tipi di menomazione. Culture diverse da quella occidentale danno una lettura della disabilità differente da quella cui siamo abituati. LA PERCEZIONE SOCIALE DELLA DISABILITÀ Al sociologo interessa il modo in cui la disabilità e il soggetto disabile vengono percepiti e rappresentati dall’opinione comune. Nell’assetto sociale e istituzionale, gli individui detengono una pluralità di status, però la percezione che spesso le persone hanno dell’individuo disabile, la pluralità di status viene dimenticata mentre la disabilità diventa la condizione predominante. Questo appiattisce la pluralità e ricchezza di ogni individuo, identificandolo sommariamente con una condizione, se pur importante, tra le molte che definiscono la sua esistenza.   Persistono inoltre luoghi comuni ampiamente smentiti dai fatti: molte persone sono convinte che i soggetti con la sindrome di Down siano simili tra loro, esteriormente e comportamento, e siano destinati a morire in giovane età. A tale percezione fa riscontro un atteggiamento generale di disagio: il 54% dichiara di provare “paura” di fronte al soggetto disabile, il 34,6% si sente in difficoltà temendo di poterlo offendere involontariamente in qualche modo. LA “STORIA” DEI DISTURBI MENTALI Il concetto di malattia mentale distingue le patologie mentali da altri tipi di malattie, ciò che caratterizza questa condizione è un’alterazione delle normali funzioni. Gli studi di psichiatria hanno rivelato che tra il pensiero “normale” e quello disturbato, o folle, vi è una relativa continuità.   Nell’antichità si pensava che la follia fosse la manifestazione di una forza di origine divina entrata nel corpo della persona colpita; in epoca medievale: prima si elaborò la concezione della follia come possessione diabolica; dopo il folle iniziò a essere considerato colpevole e passibile di punizione, la follia fu concepita come colpa; nei secoli XVII e XVIII le persone con disturbi mentali furono percepite come pericolose per la società e reclusi nelle prigioni nell’Ottocento: la follia iniziò ad essere intesa come malattia.
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