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Ricerca sulle sirene....................., Appunti di Storia

Ricerca sulle sirene.....................

Tipologia: Appunti

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Caricato il 20/02/2021

martass261105
martass261105 🇮🇹

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Scarica Ricerca sulle sirene..................... e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Le Sirene Alcuni miti greci identificano le Sirene come figlie del dio fluviale Acheloo e di Mnemosine, o della musa della danza Tersicore, o di Calliope, oppure di Sterope, lontana discendente di Zeus; altri testi le vogliono generate da alcune gocce di sangue di Acheloo o del suo corno spezzato, altri ancora ce ne restituiscono una storia che giustifica, in parte, la loro ferocia, indicandocele come vittime di punizioni esageratamente crudeli: così trasformate da Demetra, che le condannò per la loro incapacità di evitare il ratto della figlia Persefone da parte di Plutone: le vergini sirene chiesero agli dei, secondo Ovidio, di essere trasformate in uccelli per poter meglio cercare la perduta amica Persefone. O dalle Muse, come pegno per averle sfidate in una gara di canto che esse persero. Un’altra storia pure legata alla metamorfosi, le vede sanzionate da Afrodite, che le trasforma per metà donna e metà uccello per la loro scelta di allontanarsi dai piaceri carnali: la dea le rese metà pesci e le esiliò sull’isola di Antemoessa (che significa fiorita) corrispondente probabilmente a Ischia o a Capri, che ha un suo scoglio dedicato. Le Sirene erano infatti per meta donna e per metà uccello e non come ci si aspetterebbe per metà donna e metà pesce. Con tutta probabilità la trasformazione della Sirena da donna-uccello a donna-pesce avvenne nel corso del II secolo d.C. I motivi di questa mutazione sono presumibilmente due. Il primo motivo può derivare dal fatto che un amanuense del tempo, in qualche bestiario, sbagliò a scrivere la parola latina “pennis” scrivendo invece “pinnis” che significa pinna. Un altro motivo potrebbe derivare dalla diffusione del Cristianesimo che vedeva queste creature come esseri del male. Dato che solo gli angeli potevano avere attributi quali le ali, si decise di cambiarle in pinne. Le Sirene furono per molti secoli considerate creaute del maligno, malvagie e simbolo di perdizione. Solo con Omero la loro figura venne nobilitata arrivando ad essere creature caritatevoli e accompagnatrici di anime nel mondo dell’Aldilà. Dopo il periodo “buio” del Cristianesimo, considerate di nuovo ad esseri del male, le Sirene, con la favola di Andersen ritrovarono di nuovo la fama di esseri compassionevoli e simbolo dell’amore tragico. Nel dodicesimo capitolo dell’Odissea, Omero le descrive come “coloro che affascinano chiunque i lidi loro con la sua prova veleggiando tocca”. Le sirene incantavano, facendo poi morire, i marinai che incautamente sbarcavano. Le Sirene tentano Odisseo con l’invito “a sapere più cose”: l’invito alla conoscenza “onnisciente” che fa perdere i propri legami familiari e civili interrompendo il proprio viaggio nella vita; la loro isola mortifera era disseminata di cadaveri in putrefazione. Odisseo, seguendo il consiglio di Circe, riesce a resistere all’invito, salvandosi la vita. Secondo il racconto le due sirene che tentarono Odisseo si uccisero gettandosi in mare perché non erano riuscite a trattenere l’eroe. Una di esse era Partenope che si arenò sulla spiaggia di ciò che diverrà la città di Napoli, e a lei vennero dedicati giochi annuali, le Lampadedromie. Omero non descrisse l’aspetto fisico delle sirene e si pensa che ciò sia perchè sia il cantore che l’uditore conoscesse bene le forme di queste creature grazie ad altri racconti mitici. Come Odisseo anche Orfeo, nelle Argonautiche riportate da Apollonio Rodio, salva il suo equipaggio composto dagli Argonauti: arrivati nei pressi di Antemoessa, l’isola delle sirene, gli eroi avvistarono questi esseri “simili a fanciulle nel corpo ed in parte uccelli”. Il canto delle sirene stava spingendo gli eroi a gettare gli ormeggi; a quel punto Orfeo prese la cetra Bistonia e risvegliò dall’incantesimo i suoi compagni, intonando una canzone allegra e veloce, menre le sirene si gettarono nell’abisso del mare, mutando il loro corpo in pietra. Il rapporto tra le sirene e il mondo dell’Ade è presente in Euripide quando, nell’Elena, la protagonista invoca le “piumate vergini” affinché la consolino con la musica del flauto e della cetra. Questo canto è in relazione con il ruolo delle sirene nei culti funerari: esse stazionavano alle porte degli Inferi con il compito di consolare le anime dei defunti con il loro dolce canto e di accompagnarle nell’Ade. Questo stretto collegamento con il mondo dei morti, testimoniato dalla ricorrente presenza delle loro immagini nel corredo delle tombe, fa supporre ad alcuni autori che le sirene fossero in origine degli uccelli in cui trovavano dimora le anime dei defunti. Ciò senza contare il ruolo che gli uccelli avevano nell’antichità come tramite fra il mondo dei morti e quello dei vivi. Altre supposizioni vogliono la casa delle Sirene nelle regioni vicine allo Stretto di Messina, più precisamente a Scilla e Cariddi, o sotto l’Etna, in area limitrofa a Catania, al Capo Posidonio, dove si professava il culto della Sirena Leucosia,
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