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Riepilogo autori e correnti letterarie di italiano, Appunti di Italiano

Analisi specifica di tutti gli autori svolti durante l'anno, approfondimenti su alcuni componimenti letti, spiegazione dei vari testi e spiegazione delle varie correnti letterarie con riferimenti al contesto storico

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 19/06/2023

patriciabuga6
patriciabuga6 🇮🇹

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Scarica Riepilogo autori e correnti letterarie di italiano e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! PROGRAMMA DI ITALIANO-ESAME DI MATURITA’ GIACOMO LEOPARDI Nasce a Recanati il 29 giugno 1798 in una famiglia nobile di provincia. Rapporto con i genitori → padre, descritto come una figura buona che sostiene il suo studio ma al tempo stesso troppo severo e iperprotettivo. Leopardi infatti voleva ribellarsi al padre ma al tempo stesso era dipendente dalla sua approvazione e per stare bene doveva guardarlo negli occhi. → madre, descritta come una donna in continuo movimento, che prestava attenzione solamente ad impartire ordini. Una donna dura, insensibile, limitata nelle carezze e nei gesti affettuosi, più severa del padre ed esigente nell’educazione e nell’istruzione. Vita. Sin da piccolo si mostra predisposto allo studio, infatti già a dieci anni è in grado di scrivere in italiano, in latino e inoltre si dedica allo studio individuale del greco e dell’ebraico. Trascorse un periodo di studio matto e disperato dove l’autore forma un proprio pensiero a danno del suo fisico che ne risente particolarmente. 1816→ conversione letteraria dell’autore passaggio dalla fase di solo studio a quella della composizione creativa. 1817→ inizia lo scambio di lettere con Pietro Giordani e successivamente inizia a scrivere lo ZIBALDONE, opera che contiene riflessioni personali, filosofiche e morali. Tenta la fuga da Recanati per sottrarsi alla noia ma viene scoperto dal padre che glielo impedisce. Si aggravano le sue condizioni di salute. Si allontana dalla fede e avviene una conversione filosofica, quindi aderisce ad una concezione materialistica e che va contro ogni credo religioso. Si trasferisce a Roma dallo zio ma la sua permanenza è breve poiché rimane profondamente deluso dalla falsità e dalla corruzione della vita mondana. Tornato a Recanati si dedica alla prosa filosofica con la composizione delle OPERETTE MORALI. (...) Morì a Napoli il 14 giugno 1837. Pensiero e poetica. Il pensiero di Leopardi approda ad alcuni nuclei concettuali: la ricerca del piacere, le condizioni di felicità per l'uomo, il rapporto esseri viventi-natura, evoluzione della civiltà umana. Leopardi in una prima fase del suo pensiero affronta l'infelicità umana, la quale non dipende dalla natura, anzi la natura è considerata come "madre benigna" perché ha offerto agli uomini la capacità di immaginare. L'infelicità dell'uomo è, dunque, un dato storico, frutto di una condizione storica (pessimismo storico 1819-1824). Leopardi vede nel Cristianesimo il fattore principale che ha causato la decadenza della modernità. Intorno al 1822 la posizione di Leopardi cambia: la natura si trasforma da benigna in matrigna, indifferente alle sorti dell'uomo; inoltre, Leopardi inizia ad acquisire un punto di vista ispirato al meccanicismo settecentesco: la causa dell'infelicità umana è indicata nel rapporto tra il bisogno dell'uomo di raggiungere la felicità e le possibilità di soddisfacimento oggettivo. Il male appare connaturato all'ordine naturale, è un dato costitutivo, non sono più le condizioni storiche a essere Inoltre nelle opere veriste gli autori non devono mai commentare la realtà con i loro punti di vista personali ma devono solo limitarsi a descriverla. NATURALISMO E VERISMO, DIFFERENZE: Nonostante derivi dal naturalismo, il verismo presenta alcuni caratteri differenti. Tutte e due le correnti sono basate sul vero, e gli autori si propongono di raccontare la realtà così com’è senza abbellirla. Mentre nel naturalismo gli autori si occupano di descrivere le condizioni degli operai, il verismo si occupa dei contadini. Caratteristiche del verismo - Fotografia della realtà: gli scrittori devono descrivere la realtà così com’è, senza modificarla; - Il pessimismo: le opere dei veristi esprimono una concezione pessimista della vita; l’unità nazionale non ha cambiato le sorti delle classi più povere; - Impersonalità: gli autori non devono commentare la realtà e devono descriverla in modo oggettivo - Il linguaggio: viene utilizzato un linguaggio dialettale, semplice e diretto al pubblico perché i protagonisti delle opere appartengono a classi sociali povere, meno abbienti. GIOVANNI VERGA → verismo Nasce a Catania il 2 Settembre del 1840 in una famiglia di agiate condizione economiche e di origine nobiliare. I tipi di educazione ricevuta sono sul piano politico, patriottico e risorgimentale; sul piano letterario, sostanzialmente romantico. Fondamentali nella sua vita sono gli anni fiorentini (1865-72), dove avviene l'incontro con L. Capuana, con il quale inizia un rapporto d'amicizia e un sodalizio letterario. Più tardi si trasferisce a Milano, città in cui vivacissimi sono gli scambi letterari. La fase milanese coincide con la maturità dello scrittore e con la grande stagione dei capolavori. L'ultima fase della vita del Verga è caratterizzata dallo scambio epistolare con la contessa Dina di Sordevolo, conosciuta a Roma e amata per tutta la vita. Muore a Catania nel 1922. Il pensiero e la poetica La poetica verista elaborata da Verga rivela un'impostazione di tipo positivistico (la verità è oggettiva e scientifica); materialistico (il comportamento umano è assimilato a quello dell'uomo); deterministico(le scelte e i comportamenti dell'uomo sono determinati da impulsi naturali). Verga persegue una conoscenza il più possibile oggettiva del mondo che intende rappresentare; la psicologia dei personaggi può essere rappresentata solo dall'esterno; Nell'opera non trapela l'ideologia dell'autore (teoria dell'impersonalità); approfondisce la conoscenza della realtà da cui proviene (una Sicilia che all'epoca era oggetto di indagini relative alla cosiddetta "questione meridionale"). Il romanzo ha per Verga funzione di denuncia: è un testimone che fotografa la realtà e documenta ciò che vede, astenendosi da ogni giudizio; lascia che le persone e i luoghi si presentino da soli pian piano nel corso della narrazione sostituendo il proprio punto di vista con quello dei personaggi (il cosiddetto "artificio della regressione"). Il narratore diviene anonimo, si eclissa, diviene ogni volta diverso, si mimetizza; questo crea così un effetto di straniamento nel lettore che non riesce a identificarsi nella mentalità proposta. Per raggiungere questo effetto, Verga utilizza la tecnica del discorso indiretto libero, non ricorre all’uso dei due punti e la prospettiva linguistica e culturale dei personaggi rispecchia l’ambiente rappresentato nel romanzo. Verga, inoltre, attua una rivoluzione linguistica poiché esprime la popolarità siciliana dei contadini, pescatori, facendo emergere un parlato antiletterario che accoglie le sgrammaticature tipiche della lingua siciliana, proverbi e modi di dire. La prima opera verista è Vita dei campi i cui protagonisti sono personaggi emarginati, disadattati per motivi economici e sociali (ad esempio la "Lupa" è da tutti evitata e condannata per la spregiudicatezza delle proprie passioni). L'atteggiamento dell'autore nei confronti dei suoi personaggi disadattati non è quello di pietà: possibilità di riscatto e liberazione nei suoi personaggi non esistono, anzi, a modo loro i protagonisti sono eroi caratterizzati da una rassegnazione coraggiosa poiché il loro destino non può essere mutato; dunque, l'unica consolazione è l'attaccamento alla famiglia. Verga crede che le sue opere non debbano offrire consolazione, ma stimolare nel lettore la riflessione critica. I MALAVOGLIA (racconto storia) In questo romanzo sono presenti tutte le tecniche che caratterizzano la produzione della fase verista dell'autore: in primis il narratore è interno, anonimo, popolare e corale (tecnica dello straniamento), la voce narrante proviene dalla scena popolare, è la voce dei membri della comunità del villaggio, radicata nell'ottica del paese; la narrazione è maggiormente filtrata attraverso il discorso indiretto libero; la lingua utilizzata è una parlata dialettale nella struttura e nella sintassi, vale a dire nella particolare scelta delle metafore, delle similitudini e dei proverbi, dunque una sorta di italiano sicilianizzato (tecnica dell'impersonalità). → Ha inizio la sua carriera politica in parlamento poichè viene eletto come deputato della destra per poi schierarsi con la sinistra. → Si trasferisce in Toscana con Eleonora Duse ma sperpera tutto il suo patrimonio e per sfuggire ai debiti scappa in Francia. 1915→ D’Annunzio rientra in Italia a causa dello scoppio della PRIMA GUERRA MONDIALE. Lui è un interventista e si arruola come volontario ma rimane ferito all’occhio. Al termine della guerra, non soddisfatto della vittoria mutilata dell’Italia, decide di occupare la città di Fiume rivendicandola come città appartenente al regno d’Italia. L’occupazione finisce a Dicembre interrotta dall’esercito italiano. Muore nel 1938, in una villa sul lago di Garda. I grandi temi. 1) DIVO NARCISISTA E PUBBLICO DI MASSA ⇓⇓⇓ D’Annunzio è il primo intellettuale ad aver intuito la potenzialità dei mezzi di comunicazione di massa e anticipa le esigenze e gli interessi di un pubblico più vasto. Diventa un ottimo conoscitore dei gusti e delle tendenze del mercato e acquisisce la capacità di suscitare emozioni grazie alla funzione seducente del suo stile di vita e poetico. Definisce la poesia come valore assoluto, strumento di libertà attraverso il quale si può conoscere il mondo, e il poeta come un esteta raffinato. Mentre denuncia la massificazione dell’arte proclama il suo disgusto per l’uguaglianza e la democrazia, non si sottrae alle esigenze del mercato e la società volgare che tanto disprezza è e rimane il suo unico pubblico. D’Annunzio vede se stesso come un poeta vate , superiore agli altri, una sorta di SUPER UOMO capace di essere una guida e un profeta per il paese, che vive una vita originale, piena di emozioni e passioni in una dimensione estetica, in cui la virtù è collegata all'arte. Lui tende sempre a superare i propri limiti e motivo per cui suscita ispirazione ⇓ - D’ANNUNZIANESIMO vivere a pieno la propria vita sentendosi superiori. → Figura egocentrica alla continua ricerca del piacere Opere. 1) le LAUDI→ raccolta di poesie più importante. Divisa in 7 libri poetici che come titolo hanno i nome degli astri della costellazione delle pleadi. → alla fine ne compone solamente 5 2) ALCYONE= 3° libro del ciclo delle laudi (1903), coglie il paesaggio estivo e si concentra sul rapporto uomo-natura. Quest’opera è strutturata come un vero e proprio diario organico, in cui l’autore racconta esperienze realmente vissute nell’estate lungo la costa toscana. Lui intende celebrare l’estate nella sua evoluzione fine primavera —> inizio autunno. Il libro è diviso in 5 sezioni che corrispondono ai diversi momenti dell’estate 1) - Giugno = attesa dell’estate 2) - Primi di luglio = esplosione 3) - Fine luglio metà agosto = periodo più rigoglioso 4) - Fine agosto- inizi settembre = culmine e nostalgia dell’estate 5) - Settembre = lento declino Temi opera. 1) IL PANISMO→deriva dal greco “tutto” e corrisponde alla fusione dell’uomo con la natura ES: possiamo vedere come nella poesia “la pioggia nel pineto" i due personaggi che si fondono in una metamorfosi con la natura trasformandosi e diventando parte di essa. L’unione tra natura e uomo provoca gioia nell’autore, la metamorfosi in piante fiumi… genera in lui una straordinaria ebbrezza 2) L’ILLUSIONE ESTIVA→ questa illusione non può sempre realizzarsi e la fusione con la natura diventa un’ UTOPIA ⇓ il tentativo di purificare il proprio mondo interiore è reso più difficile dal passaggio dall’estate all’ autunno → simbolo del tempo che scorre → Il sogno di recuperare una dimensione innocente si scontra con la consapevolezza che non si può attuare e questo genera un forte SENSO DI STANCHEZZA E DI MORTE. Stile. In tutto il 1900 si scrivono poesie con versi liberi, tecnica riproposta anche da D’Annunzio che adotta un lessico ricco, ricercato e desueto contenente effetti fonosimbolici per dare musicalità alle sue poesie → onomatopee, rime, anafore, allitterazioni Differenza con Pascoli →P. simbolista, usa simboli e poesie profonde. →D. esteta, non usa simboli, le sue poesie sono musicali e scritte bene →P. tema morte, nido, fanciullino + uomo che teme la società →D. panismo, piacere + uomo che si esalta e vive al meglio la società MADRE →Custode degli affetti, luogo più protetto del nido e del campo santo. - Luogo di ricomposizione dell’ambiente familiare - Simboleggia la felicità dell’infanzia - Divinità la cui perdita è irreparabile *camposanto= luogo del culto dei morti in cui si può ripristinare un dialogo con ciò che si è perso Il simbolismo. Suoni, paesaggi, cose → sovrasenso simbolico colto solo abbandonando la logica ordinata e razionale Capire cosa voleva dire il poeta e ricercare il senso perduto è possibile tramite le associazioni suggerite di suoni →Fonosimbolismo Le cose raffigurate sono semplici, quotidiane, ma le vede con un “ottica rovesciata”, sembrano elementi legati alla realtà ma visti con gli occhi del cuore, dei sentimenti che li riportano all’ IO poetico. Myricae 1° edizione → 1891 ultima → 1911 ● Myricae →si rifà alla quarta bucolica di Virgilio e il termine allude ad arbusti e tamerici (piante delle zone mediterranee che necessitano di poche cure) che sono emblemi della poesia pastorale e dello stile dimesso che esprimono la semplice realtà della vita di campagna Temi opera. 1) NATURA “quadretti di campagna”. Natura come fonte di consolazione, luogo di memoria in cui poter rievocare il passato, ma anche sede di inquietudine e turbament 2) INFANZIA tema fondamentale. ⤷ bambini piangenti, tristi, poveri e malati (sofferenze del poeta stesso) 3) MISTERO circonda tutta la realtà. Ignoto = centro di una sofferta meditazione 4) IL MALE E LA FUGA NEL NIDO male e dolore insuperabili, ad accrescere le sofferenze c’è l’uomo sociale 5) MORTI sgomento e paura. Comunicazione affettiva con i morti della famiglia. Condizione intermedia tra la vita e il nulla Stile. - utilizza vocaboli tradizionali (quelli utilizzati anche da Dante) - linguaggio pregrammaticale (onomatopee) - linguaggio post-grammaticale (vocaboli tecnici e specifici) Sintassi: frasi ridotte all’essenziale, ricorsi alla lingua parlata, non utilizza verbi e congiunzioni. Ricorre l’uso delle ANALOGIE ovvero paragoni tra concetti che non hanno nulla in comune. FUTURISMO Dopo una lunga fase di depressione economica, nei primi anni del novecento l'Europa ebbe un grande sviluppo. La modernizzazione, quindi, sconvolge i rapporti tra le persone e il concetto di arte e di cultura subisce un profondo cambiamento. L'italia come tutti i paesi d'Europa, con le numerose scoperte scientifiche e tecnologiche, l'avvento delle macchine e il progresso delle comunicazioni, trasforma le sensibilità e i linguaggi. In Italia gli artisti e gli scrittori reagiscono in maniere differenti alla modernizzazione: rifiutandola o esaltandola. Nel 1909 sulla prima pagina del giornale francese Le Figaro il letterato italiano Filippo Tommaso Marinetti, nonché maggior esponente della nuova corrente letteraria, pubblica il manifesto di fondazione di un nuovo movimento artistico che si contrappone alla tradizione e ai suoi sostenitori che definisce passatisti, e si autoproclama avanguardia. Nasce così il futurismo. In letteratura la poetica dei futuristi è caratterizzata dalla celebrazione dei prodotti della scienza e della tecnica e da una proiezione totale dell'uomo verso il futuro. Il passato viene rinnegato in quanto espressione di ignoranza e di superstizione e, con esso, vengono rifiutate tutte le regole retoriche e stilistiche, proponendo una sorta di scrittura automatica, che mira appunto a sconvolgere la tradizionale organizzazione delle parole con le cosiddette parole in libertà. Tali sperimentazioni lessicali introdussero nelle poesie onomatopee, suoni senza senso e rumori. La poesia, liberata dal ritmo e dalle convenzioni grammaticali, adottò nuovi stili lessicali che ne esaltarono l'originalità e la suggestione. L'esaltazione per la novità e il pensiero distruttivo verso tutto ciò che era considerato vecchio e sorpassato, condussero anche ROMANZO DELL'OTTOCENTO: CARATTERISTICHE Il romanzo dell’ ‘800 ha una struttura chiusa, presenta un inizio e una fine chiari perché la realtà è conoscibile. La struttura è solida, chiusa. Possiamo seguire il personaggio nella sua evoluzione. Viene rappresentato il mondo reale perché il romanzo è imitazione della realtà storica. Per il romanticismo il mondo reale può essere presente o passato (sempre con atteggiamento di verosimiglianza), nel positivismo il mondo è solo la società presente, attuale. ROMANZO OTTOCENTESCO: NARRATORE, TEMPO, SPAZIO ● Narratore Esterno, onnisciente oppure nascosto (verismo). Verga: esterno, nascosto, non conosce tutto, si nasconde nei personaggi Manzoni: esterno onnisciente ● Tempo La storia ha una scansione cronologica, il tempo è lineare, la scansione è ordinata. Prevalgono le scene dialogate in modo che il tempo della storia sia uguale al tempo del racconto. Questo conferisce maggior realismo. I fatti sono regolati da rapporti di causa-effetto ben definiti. ● Spazio Gli spazi sono aperti: quando si sente di conoscere il mondo non si ha paura della natura, delle coordinate delle coordinate ampie. Manzoni: descrizioni di paesaggi. Visione equilibrata e serena. Il soggetto entra in rapporto organico con lo spazio senza autoannullarsi Verismo: spazio esteriore, descrizioni realistiche - Romanticismo (Manzoni): In lui si trovano personaggi a tutto tondo, conosciamo tutti i loro risvolti psicologici e ne seguiamo l’evoluzione. Non sono enigmatici, di loro non ci sfugge niente. - Positivismo: I personaggi sono tipi umani, rappresentano categorie sociali, sono un prodotto della società. Personaggi ben definiti. - Scrittore romantico italiano: Si considera il Vate della storia, è colui che guida il popolo verso la realizzazione di ideali, da voce ai desideri del popolo. - Scrittore verista e naturalista: Si considera sacerdote della scienza. Applica il metodo scientifico al mondo dei sentimenti. Scienza applicata all’irrazionalità. ROMANZO DEL NOVECENTO: CARATTERISTICHE La nuova realtà politico-sociale caratterizzata dalla crisi della società borghese e dei suoi valori orienta gli scrittori - da Pirandello , a Svevo e a Joyce ecc. – alla ricerca di nuove tecniche narrative, di nuove possibilità romanzesche. Diventano insufficienti le forme letterarie tradizionali per raccontare la frantumazione , il caos, e vengono sovvertiti i canoni del romanzo naturalista e, più in generale, della tradizione. Il nuovo romano presenta alcune caratteristiche, tematiche e formali, ricorrenti come la narrativa dell’io : l’interesse degli autori è rivolto al mondo soggettivo e anche la realtà è vissuta e misurata nelle sue risonanze interiori; non sono trascritti più i “fatti”, ma i moti e i flussi della coscienza, proprio perché della realtà si ha ora una visione frantumata non più certa. 1. Il Personaggio. I personaggi dei romanzi del Novecento riflettono una diversa rappresentazione dei conflitti che si sviluppano all’interno della società e tra gli individui che la compongono. Nel modello ottocentesco il conflitto era tra il personaggio ed il mondo circostante, cioè tra Io e Mondo, come ad esempio accade ne I promessi sposi di Manzoni che esprime una contrapposizione tra i protagonisti e la società che li circonda. Nel 900, invece, il personaggio è in contrasto con se stesso, riflettendo una crisi che investe l’individuo e la sua coscienza. Il conflitto da esterno diventa interno, si sposta all’interno della coscienza del protagonista. Dal conflitto tra l’ Io e il Mondo si passa al conflitto tra l’ Io e l’ Es seguendo la teoria Freudiana secondo la quale la psiche dell’uomo è divisa in tre istanze : 1) Es → forza caotica, matrice della psiche 2) Super Io → coscienza morale 3) Io→ parte organizzata della psiche; equilibra Es, Super Io, e realtà esterna. Stabilisce armonia tra gli impulsi. - Con lo scoppio della guerra la ditta viene requisita e Svevo può dedicarsi ai suoi studi. - 1923. Esce La coscienza di Zeno, che lo porta lentamente all’attenzione della critica e al successo in tutta Europa. - 1928. Morì a Motta di Livenza, in Veneto. Opere. UNA VITA Narrazione in terza persona del fallimento dell’intellettuale Alfonso Nitti che, venuto dalla campagna a Trieste, giunge al suicidio dopo molti tentativi falliti di superare la propria condizione e affermarsi nel mondo. Il confronto con il mondo borghese svuota di ogni valore il personaggio intellettuale e lo porta alla disperazione. Alfonso non si pone come modello positivo, perché reagisce con passività. I suoi propositi non sono mai perseguiti fino in fondo ed egli non riesce a comunicare con il prossimo. Questo antieroe moderno è immerso in una triste realtà quotidiana. ANALISI DEI MOLTI INTERIORI = novità Il protagonista soccombe alle pulsioni dell’inconscio e alla malattia della volontà che lo rende INCAPACE DI VIVERE. E’ sconfitto in partenza → si sottrae agli impegni ancor prima che inizino perchè non ha le capacità di agire, non è in grado di combattere. Il suicidio è un’azione codadrda, di un uomo incapace di agire alla propria inettitudine. Dal punto di vista stilistico la lingua è priva di abbellimenti e si adegua alla realtà tetra che descrive, fino all’asprezza e alla scorrettezza grammaticale: riprende molte strutture della lingua tedesca, molto usata a Trieste, e spesso si dimostra incerto sull’accordo dei verbi o sulle grafie di alcune parole. SENILITA’ Fu del tutto ignorato dalla critica e dal pubblico e riscoperto solo dopo il successo di La coscienza di Zeno. Emilio Brentani, impiegato fallito di soli 35 anni che conduce una vita da impiegato, non ha amici, solo la sorella Amalia e lo scultore Stefano, soffre di un senso di senilità che lo porta a sentirsi appunto, vecchio dentro. Per evadere da questa sensazione vuole iniziare una relazione con Angiolina, donna dai facili costumi poiché amoreggia con tutti, ma finisce per trasformarla in una creatura letteraria. Nel frattempo Amalia si infatua di don Giovanni Balli, ma vive questo suo sentimento con debolezza fino alla sua morte. Successivamente Emilio torna nella sua condizione di tristezza: Angiolina è lontana e la vita lo condanna una triste e senile saggezza. - La narrazione esprime il punto di vista SOGGETTIVO del protagonista che altera la realtà → Interferisce con la ricostruzione psicologica degli eventi: rivelano menzogne e giustificazioni. - Monologo interiore e discorso diretto libero Concezione della letteratura In una società concentrata su lavoro e profitto, la letteratura rivoluzionaria è vista come una distrazione. Scrivere equivale ad una trasgressione verso il mondo dei padri e l’educazione che ne deriva ● Scrittura= azione chiarificatrice → La penna permette di conoscere meglio se stessi, un’igiene interiore L’autobiografia di un uomo comune Non solo autobiografia, ma anche pretesto per analizzare i comportamenti dell’uomo in generale → solo in fondo a se stessi si è in grado di distinguere i connotati essenziali per riconoscerli anche negli altri→ studio dell’io molto presente nel romanzo naturalista Svevo respinge l’ottimismo e la fiducia nel progresso di stampo positivistico poiché non crede nella scienza come mezzo per conoscere la realtà. ● Indifferenza ideologica→ impedisce di coltivare utopie - Il socialismo lo spaventa - Il nazionalismo lo estranea - Il fascismo lo disturba Svevo è uno scettico il cui compito è quello di rappresentare il disfacimento di un'esistenza a cui appartiene e di cui accetta le assurdità. → MALE DI VIVERE→ riguarda l’intera comunità ⤷ E’ una malattia che non sopporta cure ● Dualismo tra vita e coscienza→ vita ad alti contrasti ● Rappresentazione dell’uomo comune senza qualità ed energie vitali LA COSCIENZA DI ZENO - Crisi delle proprie certezze e valori →Narrazione, struttura, tempo,soggetto ⇕ → libera interpretazione→ ambigua riflessione del soggetto che mescola verità e bugie secondo la propria coscienza ↳INDAGINE INTROSPETTIVA per illuminare i moti oscuri dell’ animo Elementi tipicamente psicoanalitici: - Atti gratuiti = azioni senza spiegazioni - Atti mancati = emerge un comportamento rimosso 2) SALUTE E MALATTIA Zeno ricerca figure “sane” che possano infondergli sicurezza → alla fine si rende conto che la malattia è una condizione universale e che solo questa consapevolezza aiuta a vivere Es: Guido, apparentemente sano si dimostra poi inadatto e diventa vittima La presunta “salute” può essere sinonimo di ottusità e stupidità. Zeno impara a convivere con la propria malattia riconoscendo che è meglio essere malati ed esserne a conoscenza pittosto che illudersi di essere sani. - Malattia come punto di forza - aiuta a capire meglio la realtà smascherando le menzogne - strumento di conoscenza e superiorità - Visione di Zeno provvisoria e inaffidabile, Svevo stesso da il beneficio del dubbio/ non si fida del personaggio ↳unica certezza DUBBIO = investigazione dell’ io come impresa improbabile e rischiosa 3) MENZOGNA = romanzo ricco di menzogne e bugie che però vengono smascherate → restano da individuare i motivi che spingono ad agire Es: Zeno entra in società non per altruismo, ma sperando che vada in rovina per godersi lo spettacolo → compenetrazione tra vero e falso pienamente funzionale per la struttura del racconto Stile e strutture narrative. - Originalità sul tempo narrativo, i fatti si sovrappongono tra loro e sono compresenti nella coscienza del protagonista
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