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Rifare la filosofia - John Dewey, Appunti di Filosofia della Scienza

appunti completi delle lezioni di R. Gronda su Rifare la Filosofia di John Dewey

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 05/01/2021

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matteo_codiglione 🇮🇹

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Scarica Rifare la filosofia - John Dewey e più Appunti in PDF di Filosofia della Scienza solo su Docsity! RIFARE LA FILOSOFIA– DEWEY INFLUENZE - Dewey è contemporaneo di Russel, come lui matura in ambiente idealistico. All’inizio degli anni 20 passarono insieme degli anni in cina. - Peirce, nascita del PRAGMATISMO. Come faccio a definire un concetto scientifico? o Prima modalità è la familiarità. Il significato del concetto è per noi ciò a cui lo associamo per familiarità d’uso. o Altra modalità di definizione è di stampo cartesiano, basato su chiarezza e distinzione, sulla scomposizione di concetti in concetti più semplici o Terza soluzione è quella di contemplare tutti gli effetti concepibili che possono seguire dal significato che assegno al concetto. - Peirce si rifà alla terza modalità. Il significato del concetto si assegna ora per via pratica, non teorica. È importante per determinare il significato di un concetto l’andare a vedere come esso operi concretamente nella pratica. PRAGMATISMO. - La filosofia di dewey ruota attorno al concetto di esperienza. Parlando di esperienza riferimento concettuale obbligato è l’empirismo. In Rifare la filosofia si cerca di affrontare il tema dell’esperienza tenendo ciò che l’empirismo di buono aveva fatto ma eliminando ciò che risulta essere ormai obsoleto. - Darwin considerato da dewey come spartiacque nella filosofia TRATTI DISTINTIVI DI DEWEY - Dewey rifiuta le dicotomie. Il suo pensiero rifiuta di impostare il discorso filosofico a partire da dicotomie concettuali. Si tratta di trasformare le dicotomie in distinzioni. Le distinzioni non sono mutuamente esclusive. Tutte le distinzioni concettuali che possediamo si sono formate gradualmente, svolgevano in culture passate una funzione determinata in contesti discorsivi ma si sono ora irrigidite nella pretesa di un fondamento metafisico a garantire la dicotomia. Le distinzioni vanno riportate al loro contesto di origine, per verificare la loro funzione. Si legge l’influenza di darwin nell’idea di evoluzione che si dipana nella storia. I concetti hanno in dewey natura di strumenti. - La scienza si è fatta sempre più pervasiva, era opinione comune che occorresse un ingresso della discussione morale in ambito scientifico. Siamo negli anni dopo la bomba atomica. All’epoca il tema del controllo dell’autorità morale sulle scienze era all’ordine del giorno. La posizione di dewey era opposta. Secondo lui il vero problema non era il prodotto tecnologico, ma le pratiche d’uso all’interno delle quali il prodotto viene adoperato. Non è un problema della scienza se la bomba atomica è stata utilizzata in una guerra. Secondo lui i contesti istituzionali sono ancora quelli dell’epoca prescientifica. Il problema non è la scienza, ma il fatto che le istituzioni siano rimaste inadeguate. Sono morale, politica e religione, ossia i campi che effettivamente decidono come adoperare la scienza, a costituire il problema. Il problema della scienza, in questo senso, è di aver prodotto enormi risultati senza modificare adeguatamente le istituzioni che vanno a decidere l’utilizzo di tali prodotti. La gestione del conflitto è ancora di stampo prescientifico (guerra). L’obiettivo di “rifare la filosofia” è quello di affermare la necessità di tale adeguamento. Esso si fonda sul progetto di fare della dicotomia tra mondo fisico e mondo morale una distinzione. Una volta posta questa dicotomia come distinzione si potrà applicare il metodo scientifico anche alla risoluzione dei conflitti. ⁃ Il problema che Dewey si pone leggendo Kant è: dal momento che noi abbiamo attività mentale di costruzione dell’oggetto, essendo questa attività precedente alla coscienza, tale attività di sintesi (costruzione) dell’oggetto fenomenico non risulta essere attività del soggetto cosciente. Rispetto a questa nozione di costruzione Dewey parla di ricostruzione. Qui sta il cuore del pensiero Deweyano. Egli pone grande attenzione all’attività pratica, per cui nella quotidianità nota di vedere oggetti già formati che non è cosciente di aver formato lui stesso. Però è cosciente del fatto che quando le sue categorie non funzionano più (un problema), ciò che fa è ragionare (facoltà che denomina come intelligenza) in modo da ricostruire l’oggetto modificando le categorie epistemologiche per ricostituire la situazione problematica in modo che non sia più tale. La nozione di problema è centrale nella teoria epistemologica di Dewey. Se una cosa mi dà problemi io inizio la mia attività di ricostruzione in modo da concepire la situazione secondo categorie che facciano sì che l’immagine non sia più problematica. Risolvere un problema significa ricostruire il significato che attribuisco agli oggetti, percependo i quali, le volte successive, sarò irriflessivamente cosciente delle possibilità di azione che ho scoperto con la precedente ricostruzione. Quando Dewey parla di situazione problematica intende una situazione realmente problematica, nel senso che noi non possediamo dei concetti che ci permettono di risolverla immediatamente applicando tali concetti. Se sappiamo aprire le porte solo con la chiave, e troviamo una porta che non si apre con la chiave, ci troviamo davanti a un problema. Il problema è definito dall’obiettivo che vogliamo raggiungere, ossia l’uscire. Allora noi riflettiamo e scopriamo che se diamo una spallata alla porta possiamo aprirla. Nel momento in cui scopro che questa soluzione funziona ho operato una ricostruzione dei concetti. ⁃ Vediamo che nel pensiero di Dewey, così come nel pragmatismo in generale, anche la conoscenza, tradizionalmente teoretica, viene legata strettamente al concetto di pratica, a sua volta strettamente legato al concetto di problema. Per Dewey questo tipo di concettualizzazione basato su ricostruzione e problema vale per ogni attività mentale, non solo per l’esempio fatto. In questo consta la ricostruzione della filosofia di cui parla Dewey. La filosofia ha sempre lavorato su certi presupposti. Dopo le due bombe atomiche le soluzioni che aveva portato la filosofia si sono rivelate inefficaci. La filosofia deve pertanto ricostruire le proprie categorie, dinnanzi ad una situazione problematica, ossia quella della sproporzione del tempo tra risultati dell’attività scientifica e approccio prescientifico di risolvere problemi morali e politici. L’esempio che avevamo fatto precedentemente della porta è dello tipo del problema che riguardava la filosofia nel suo insieme. Di fronte al problema suddetto della discrepanza tra progresso scientifico e arretratezza delle categorei con cui gli uomini si occupavano di morale e di politica, occorre ricercare una soluzione, che deve constare, come nel caso della porta, nel ricostruire le vecchie categorie concettuali per formarne di nuove, idonee alla situazione, affinché il problema non sia più tale. CAPITOLO 1 ⁃ La filosofia si sviluppa all’interno di un determinato ambiente sociale. Esistono dunque radici materiali (possibilità di otium, ecc) all’attività della filosofia. Essa sorge in determinate condizioni. Per molto tempo la filosofia occidentale si è data un autorappresentazione nei termini del cogliere entità metafisiche e immutabili, tendendo a disconoscere, per darsi legittimità, le sue radici materiali. Quello che dewey sta dicendo è che la filosofia è un’attività come tutte le altre storicamente determinata nei suoi presupposti e nei suoi obiettivi. La filosofia sorge perché ottempera ad una precisa funzione sociale. Tale funzione sarebbe quella di mediare tra il corpo dei valori tradizionali di una civiltà e il materiale empirico che quella civiltà produce nel momento in cui alcuni dei suoi rappresentanti si dedicano a lavori artigianali.
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