Scarica Riflessione su alcuni letture di bergdoll e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! What does Barry Bergdoll say about the impact of philosophical conceptions about human understanding on the design of landscape gardens? Alla luce della speculazione teorica di John Locke e del suo “Saggio sull’intelletto umano”, diventa centrale il rifiuto della concezione cartesiana, secondo cui la ragione è l’unico strumento attendibile per la conoscenza, per connotare e definire uno spazio. La chiarezza della scrittura e la concretezza dei concetti del filosofo, stimolano il pensiero degli empiristi britannici, cui riflettono sulla possibilità di una nuova estetica legata più alla sensorialità che alla razionalità. Fare esperienza del reale, quindi anche della natura paesaggistica, significa prescindere da qualsiasi tipo di preconcetto derivante dal proprio ambiente culturale. Le menti umane vengono concepite come “blank sheets”: tutti gli uomini sono visti con le stesse possibilità di percepire l’ambiente circostante, oltre che con uguali bisogni percettivi. Anche un giardino, poiché in relazione al “fare esperienza”, potrebbe dunque provocare forti emozioni, come paura e meraviglia. Queste sono alla base del concetto di “sublime”, elaborato da Edmund Burke nella sua “Indagine sull'origine delle nostre idee di sublime e di bello”. Talora non è la geometria dei giardini “alla francese” a configurarsi come “bello”, ma l’immagine pittoresca di una tenuta agreste inglese immersa nel verde che si propone come un’occasione sensoriale. Il visitatore osserva le irregolarità della natura e della sua “wilderness”, nella disposizione della vegetazione che può parzialmente occultare la vista di angoli e facciate di una residenza lì collocata, come nel caso della tenuta di Strawberry Hill di Horace Walpole. La tradizione architettonica inglese, di fine Settecento, nel pieno del classicismo neopalladiano, viene dunque interrotta dalla scelta di inusuali forme medievali gotiche: a prevalere è il gusto personale di Walpole e la sua attenzione verso l’importanza della “self-experience” spaziale. Prima ancora di Walpole, William Kent aveva promosso un nuovo “gardening approach” a Stowe e Rousham: qui era stato codificato un nuovo linguaggio architettonico del “verde”. Questo comprendeva: l’asimmetria della composizione; percorsi passeggiabili tortuosi; viste prospettiche godibili da più posizioni; nuove tecniche per eludere la possibile “artificiosità” di una composizione paesaggistica grazie alla fusione, ed equiparazione, tra arte e natura.