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Riflessione sul film "Il figlio di Saul" in onore della giornata della memoria, Appunti di Storia

Riflessione sul film con riflessioni personali e riferimenti storici.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 16/03/2022

Anna1234512345
Anna1234512345 🇮🇹

15 documenti

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Scarica Riflessione sul film "Il figlio di Saul" in onore della giornata della memoria e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Il figlio di Saul 27 gennaio Il film è un’ottima rappresentazione della vita in un campo di concentramento, offrendone però una visione inusuale. Le immagini sono molto forti e proprio per questo lasciano sentimenti “amari”, per così dire. Proprio per le poche parole espresse ed effettivamente comprensibili, ci si basa esclusivamente sulle immagini viste che lasciano poco all’immaginazione. Si mostra il punto di vista del protagonista, la sua routine nei campi di concentramento, il suo lavoro e il suo dolore. Ritrae l’episodio in cui il protagonista, credendo di aver visto suo figlio morire, decide di recuperare il suo cadavere per poter seppellirlo in modo dignitoso. Proprio per questo vengono presentate immagini dei forni crematori, con centinaia di cadaveri. Saul cerca così un rabbino, che possa accompagnare la sepoltura del figlio. Proprio qui il protagonista si troverà ad affrontare il tema della perdita di identità: all’interno dei campi di concentramento le persone diventavano semplici numeri, privati di ogni tipo di personalità. Dunque, la ricerca di un rabbino diventa complicata. Qualcosa che colpisce e che viene ben rappresentato è il comportamento dei soldati tedeschi. Il nazismo e la disumanità creatasi non è frutto del singolo pensiero di un solo individuo. Questo tipo di pensiero venne condiviso da moltissime persone, ed è proprio per questo che si diffuse in modo così ampio. Questa disumanità è espressa attraverso i soldati: in una scena in particolare i soldati si prendono gioco di Saul, una scena che davvero li disumanizza, “reificando” il protagonista. Mi ha lasciato sentimenti contrastanti tra loro: prima di tutto porta a chiedersi come sia stato possibile che così tante persone abbiano seguito una simile ideologia, diventando semplici burattini che seguono gli ordini di un superiore e possano essere rimasti impassibili di fronte ad una tale tragedia, senza mai chiedersi se fossero dalla “parte giusta”. Mi chiedo come sia stata possibile una tale alienazione e perdita di dignità: penso che tutti i seguaci e sostenitori delle leggi razziali, dei campi di concentramento, e lo sterminio di milioni di persone siano i veri artefici di questa disumana catastrofe. Il pensiero di un singolo individuo non può singolarmente provocare una tale reazione. Le persone che per paura, per interesse o per semplice mancanza di umanità hanno seguito il suo pensiero, rendendolo quello della categoria reggente di persone. Si pensi al caso Eichmann descritto da Hannah Arendt: Eichmann incarna un uomo comune, superficiale, privo di valori e quindi non in grado di giudicare i suoi atti. È proprio qui che si cela la cosiddetta “banalità del male”, essendo Eichmann, come altre migliaia di persone comuni e “rispettosi” e portati a compiere il male.
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