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Riforma Luterana (1517) e sua diffusione nel continente europeo, Dispense di Storia

La situazione religiosa nel mondo cristiano a inizio Cinquecento era terribile: la corruzione, la simonia e la vendita delle indulgenze erano all'ordine del giorno. Il Papa non era che un principe rinascimentale, ben lontano dal suo incarico di vicario di Cristo in terra. DI questo se ne accorse bene un monaco agostiniano tedesco, figlio di un banchiere di Wittenberg. Il suo nome? Martin Lutero...

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 12/04/2023

iacopo-bedini
iacopo-bedini 🇮🇹

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Scarica Riforma Luterana (1517) e sua diffusione nel continente europeo e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! APPUNTI DI STORIA- LA RIFORMA LUTERANA INTRODUZIONE Il Cinquecento è un secolo di grande fervore politico-religioso: se da un lato si sono da poco aperti i confini del mondo con l’invenzione della stampa e la scoperta dell’America (1492), dall’altro i due poteri universali che avevano caratterizzato l’intero Medioevo, il Papato e il Sacro Romano Impero, perdono la loro universalità, e nel primo Cinquecento l’influenza religiosa della Santa Sede sul Vecchio Continente vacilla come mai prima d’allora: merito è senza dubbio della protesta iniziata dal monaco agostiniano tedesco Martin Lutero. Chi era Martin Lutero? Figlio di un imprenditore minerario, studia Diritto ad Erfurt e sembra avviato alla carriera giuridica quando nel 1505 prende i voti a seguito dello shock provocato dalla caduta di un fulmine vicino a lui; entra dunque nel convento agostiniano di Erfurt, per poi laurearsi in Teologia a Wittenberg e diventare docente di Esegesi Biblica Il monaco tedesco identifica in Dio l’unico responsabile della salvezza dei peccatori e, al contempo, sente che il suo fervore religioso sia più autentico di quello dell’intera Chiesa di Roma. LA CHIESA CATTOLICA PRIMA DELLA RIFORMA La situazione della Santa Sede e del mondo cattolico nel primo Cinquecento è tragica: sono diffuse l’avidità, il concubinato, il nepotismo, la simonìa e la disobbedienza ai principi morali della religione. I Papi sono a tutti gli effetti dei principi rinascimentali: troppo occupati nella gestione del potere terreno e nella contemplazione delle arti figurative, spingono per fare Roma sempre più bella: emblematico è il caso della ricostruzione della Basilica di San Pietro, per il cui finanziamento si ricorre ad una pratica scandalosa: la vendita delle indulgenze. (indulgenza→ atto di remissione dei peccati concesso a un fedele previa confessione, qui concessa a seguito di un offerta; di solito in cambio di un offerta venivano scalati gli anni di Purgatorio che l’anima del contribuente o di un suo caro defunto avrebbe dovuto scontare prima di accedere al Regno dei Cieli) Si veda proverbio “Un soldo tintinna nella cassa e un’anima sale dal Purgatorio al regno dei cieli”. Ancora più scandaloso secondo il monaco tedesco è però ciò che accade nel 1517: Papa Leone X (al secolo Giovanni de’ Medici), proclama la concessione dell’indulgenza plenaria a tutti quelli che – previa confessione – donino alla Chiesa un’adeguata offerta. Questo sistema si diffonde in tutti i territori cristiani d’Europa. Nei territori della Sassonia, la vergognosa pratica è gestita da Alberto di Hohenzollern, fratello del principe elettore di Brandenburgo e già arcivescovo di Magdeburgo e vescovo di Halberstadt: il giovane ecclesiastico mira al titolo di Arcivescovo di Magonza, carica importante perché gli permetterebbe di entrare nella Dieta del Sacro Romano Impero (assieme agli arcivescovi di Colonia e Treviri), in qualità di presidente. Per raggiungere l’obiettivo servono soldi, una donazione da fare a Leone X per ottenere la dispensa a cumulare le tre cariche e la tassa di insediamento: per far fronte alla necessità di soldi chiede un prestito ai Függer (banca più importante d’Europa assieme ai Medici), offrendo in garanzia la commercializzazione dell’indulgenza plenaria, affidata dai banchieri a Johan Teztel. UNO SCANDALO SENZA PRECEDENTI TRAVOLGE LA CHIESA DI ROMA CHE COMINCIA A PERDERE UN NUMERO GRANDISSIMO DI FEDELI, DISGUSTATI DALLA SITUAZIONE. LUTERO CONTRO ROMA Non potendo più resistere agli obbrobri perpetrati dal Papa, il 31 ottobre 1517 Lutero affigge alla porta della Cattedrale di Wittenberg un documento polemico contro la Chiesa romana – noto come le 95 Tesi – per contestare duramente la traviazione del mondo ecclesiastico e la commercializzazione delle indulgenze. Le tesi si articolano si più livelli, contendo un ATTACCO NAZIONALISTA (l’ingiustizia del rastrellare soldi dei fedeli tedeschi per costruire la basilica di San Pietro), uno ISTITUZIONALE (dura critica contro i poteri del papa) e uno TEOLOGICO (proposta della “teologia della salvezza”). Il documento è originariamente scritto in latino, venendo poi tradotto in tedesco e stampato: con la stampa, si diffonde rapidamente in tutta l’area tedesca dell’Impero, ottenendo un successo insperato dallo stesso monaco. L’episodio causa una forte perdita di credibilità e in termini di fedeli al cattolicesimo e, quasi tre anni dopo l’inizio della Riforma, Leone X si decide ad agire emanando la bolla Exsurge Domine, nella quale condanna le 95 Tesi e impone a Lutero l’abiura (completa ritrattazione delle proprie teorie, sarà imposta anche a Galileo Galilei nel Seicento), pena la scomunica. Tuttavia, nel periodo tra il 1517 e il 1520, Lutero ha consolidato le proprie tesi con numerosi scritti: per prima cosa compatta i principi tedeschi affinché lo affianchino nella lotta contro la corruzione del Papato italiano e diano il loro contribuito alla riforma della Chiesa (Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca), poi si concentra sulla teologia, esponendo l’inutilità dell’intermediazione del sacerdote tra il fedele e Cristo (Libertà del cristiano) e la necessità del ridurre i sacramenti da 7 a 3 (Cattività babilonese della Chiesa). Lutero propone varie innovazioni teologiche tra cui: a) istituzione del sacerdozio universale dei credenti b) riduzione dei sacramenti da 7 a 3 (unici ammessi quelli contenuti nella Bibbia e cioè Battesimo, Eucaristia e Penitenza) c) abolizione del celibato dei preti d) adozione della teoria utraquista degli hussiti (eucaristia in forma sia di pane sia di vino) Ricevuta la bolla papale, Lutero la tratta come merita: il 10 dicembre dello stesso anno la brucia sulla piazza cittadina, obbligando il Papa a rendere effettiva la scomunica. Oltre alle conseguenze religiose, il monaco si trova ad affrontare anche le conseguenza politica: nello stesso anno è salito al potere Carlo V Asburgo, che vorrebbe rendere effettivo l’editto papale, tacciare Lutero di eresia e condannarlo al rogo. Fortunatamente per Lutero, Carlo V incontra la mediazione pro-luterana di Federico Il Savio: invece di procedere all’immediata condanna, il principe elettore di Sassonia suggerisce sia più prudente dare udienza al monaco presso la Dieta di Worms. L’udienza si terrà nell’aprile del 1521 a Worms: nonostante la Dieta gli intimi di abiurare, Lutero respinge ogni istanza di ritrattazione. Carlo V prende comunque una decisione: lui è fedele a Roma e Lutero è condannato come eretico, come stabilito nell’Editto di Worms (6 maggio 1521). Lutero deve presentarsi a Wittenberg per scontare la sentenza, ma non vi arriverà mai: viene infatti prelevato e messo al sicuro dai soldati dell’elettore di Sassonia, Federico Il Savio. Dunque questi si è convertito al luteranesimo? Non si direbbe, è altresì probabile che si voglia schierare contro lo strapotere di Carlo V, attirando l’appoggio dei molti seguaci di Lutero presenti in Sassonia (regione dove il monaco ha iniziato a predicare contro i cattolici corrotti). Nel frattempo la Riforma si diffonde, grazie anche all’operato di Carlostadio (1480-1541) e Melantone (1497-1560), e si iniziano a vedere i primi effetti, con la distribuzione dell’eucaristia in pane e vino, il matrimonio tra ecclesiastici e l’iconoclastia (distruzione di immagini sacre). A queste si aggiunge la traduzione in tedesco del Nuovo Testamento (1522) e poi dell’intera Bibbia, nel 1534, diffuse rapidamente in tutta la Germania grazie alla stampa. → siamo di fronte ad un cambiamento epocale: per la prima volta nella storia della cristianità, le Sacre Scritture sono accessibili anche al popolo e non solo agli ecclesiastici. (TEORIA DEL SACERDOZIO UNIVERSALE) Al fine di rendere fruibile a tutti la lettura delle Sacre Scritture, Lutero si impegna in una lotta contro l’analfabetismo, promuovendo l’istruzione tramite la creazione di scuole e l’educazione della lettura ai bambini. LE CONSEGUENZE SOCIALI DELLA RIFORMA A livello socio-politico, l’esperienza della Riforma luterana (1517) porta a una netta reazione e riscossa sociale da parte dei ceti svantaggiati, che fanno delle tesi luterane un pretesto per ottenere giustizia sociale (contadini) o semplicemente un riscatto politico ed economico (cavalieri). I primi a rivoltarsi contro l’ordine costituito sono i cavalieri, ceto sociale costituito da nobili impoveriti e frustrati dalla loro misera condizione economica e politica; questi trovano nelle parole di Lutero la base per pretendere come loro le proprietà ecclesiastiche del Palatinato (regione dove la rivolta ha origine). Riuniti attorno a Franz von Sickingen (1481-1523), nel 1522 i cavalieri tedeschi
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