Scarica Riforma protestante e la riforma della chiesa e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! LA RIFORMA PROTESTANTE E LA RIFORMA DELLA CHIESA • La riforma protestante rappresenta la fine dell’unità religiosa dell’Europa occidentale. • Il concilio di Trento, che per lungo tempo ha significato solo repressione, è uno degli evenI fondamentali della Chiesa CaJolica. A Trento, infaK, vengono delineaI i traK essenziali della Chiesa dal ‘500 ai giorni nostri. 2) SECONDO GLI STORICI PROTESTANTI: • I riformatori hanno voluto richiamare in vita il genuino e autentico senso del cristianesimo, da cui la Chiesa romana si era da tempo allontanata. • Lutero non voleva staccarsi dalla Chiesa ma rifiutava punti essenziali della dottrina cattolica (il primato del papa, la giustificazione intesa in senso tradizionale, il sacrificio della Messa), non voleva una riforma morale o amministrativa. LA RIFORMA PROTESTANTE: DIVERSI FATTORI • A) FaJori psicologici • B) Cause religiose • C) Cause poliIche • D) Cause Sociali A) FATTORI PSICOLOGICI • L. Febvre, studioso che ha esercitato un grande influsso nel pensiero storico, propone un nuovo faJore: l’inquietudine psicologica dell’uomo quaJrocentesco. • Nel QuaJrocento abbiamo una nuova religiosità, lontana dalla supersIzione del popolo e dalla aridità dei doJori scolasIci, purificata da ogni ipocrisia, ansiosa di certezze, che assicurasse una autenIca pace interiore. L’uomo quaJrocentesco mirava sopraJuJo a due cose: da una parte, la conoscenza direJa e immediata della parola di Dio, senza intermediari umani, dall’altra la consolazione di senIrsi e sapersi realmente perdonaI da Dio, cosa che la confessione auricolare non sembrava assicurare sufficientemente (sia per l’impossibilità di allontanare ogni dubbio sulla validità della confessione faJa, sia per l’eventualità di una morte improvvisa prima di una buona confessione). Questa sicurezza si poteva oJenere dalla doJrina della giusIficazione per fede. B) CAUSE RELIGIOSE: • -‐ 1) Tendenza anIpapale nata dalla diminuzione del presIgio del papa fin dall’inizio del Trecento e corruzione della Chiesa. • -‐ 2) Decadenza del pensiero scolasIco e tendenze intelleJuali dell’epoca. • -‐ 3) Evangelismo. • -‐ 4) Chiesa e Rinascimento 1) Diminuzione del presIgio del papa e corruzione della Chiesa. • Anche se tuK gli storici sono concordi nel ritenere che la causa immediata della rivoluzione protestante non debba cercarsi nella corruzione della Chiesa, è innegabile che questa reale corruzione abbia reso più facile la diffusione della rivolta. Perdita di presIgio dell’autorità papale • -‐ Il papato di Bonifacio VIII • -‐ Il papato ad Avignone • -‐ Lo scisma d’occidente IL PAPATO AD AVIGNONE (1309-‐1378) • Filippo il Bello fa eleggere il candidato francese CLEMENTE V (1305-‐1314), il quale si stabilisce ad Avignone. • FATTORI CHE RENDONO IL PAPATO AVIGNONESE INVISO: • 1) I pontefici risentono dell’afflusso del re di Francia, questo li rende invisi alle altre nazioni; • GIOVANNI XXII (1316-‐1334) si inserisce nello loJa tra i candidaI alla elezione imperiale: Ludovico il Bavaro e Federico d’Asburgo. • Non propende per nessuno dei due e si arroga il diriJo di nominare un terzo candidato a suo piacimento. • Ludovico non acceJa, e viene scomunicato dal papa. L’unico risultato fu di aKrarsi le anIpaIe di tuK i candidaI. • Le scomuniche, inoltre, erano date con leggerezza e per fini poliIci. Questo porta un ulteriore calo dell’autorevolezza papale. LO SCISMA D’OCCIDENTE. • Alla morte di Gregorio XI viene eleJo Urbano VI (1378-‐1389), al secolo Bartolomeo Prignano arcivescovo di Bari. • A quesI si contrappone Clemente VII che si stabilisce ad Avignone. • A ognuno dei due papi ne succedono altri, determinando la conInuazione dello scisma, il quale prosegue fino al CONCILIO DI COSTANZA 1414-‐1418. • L’assemblea depone gli altri papi ed elegge Odo Colonna con il nome di MARTINO V (1417-‐1431). CONSEGUENZE: • I 2 papi in loJa si contendono l’appoggio dei principi. • I sovrani ne approfiJano per avere molIssime concessioni accentuando la tendenza verso la formazione delle chiese nazionali. • In FRANCIA, con la PrammaIca Sanzione (1438) sono disposte norme volte a formare una chiesa indipendente da Roma e accentuare la dipendenza della Chiesa dallo stato (limitazioni alla Chiesa di Roma nella nomina degli uffici ecclesiasIci, divieto di appello a Roma come ulIma istanza). • In GERMANIA: i principi si comportano allo stesso modo, usurpano le giurisdizioni ecclesiasIche della chiesa, impongono le tasse sui beni della Chiesa e nominano gli uffici ecclesiasIci. ParIcolari malumori aveva provocato il tentaIvo di GIOVANNI XXII di detronizzare l’imperatore Ludovico il Bavaro. 2) DECADENZA DEL PENSIERO SCOLASTICO E TENDENZE INTELLETTUALI DELL’EPOCA. • -‐LE IDEE DI OCCAM hanno un notevole influsso nel pensiero di Lutero. • Dal ‘300, con la crisi del pensiero scolasIco si diffonde e si impone il pensiero di Guglielmo d’Occam. Occam, esaspera la potenza divina. Secondo Occam, infaK, la moralità delle azioni umane non dipende dalla loro natura intrinseca ma unicamente dalla volontà di Dio; Dio, quindi, nella sua potenza assoluta, potrebbe condannare all’inferno un uomo giusto mentre un peccatore può essere giusIficato non per un rinnovamento interiore reale ma per una sola acceJazione esterna. AgosInismo. • RispeJo all’epoca precedente torna in auge il pensiero agosIniano, del quale abbiamo traccia nelle considerazioni di Lutero. • ElemenI di pensiero agosIniano (estremizzato) nelle considerazioni di Lutero sono: • -‐ che tuJe le nostre opere sono caKve, o quanto meno insufficienI a giusIficarci. • -‐ che la concupiscenza non è ben disInta dal peccato (per Lutero la tentazione è essa stessa peccato). LE ERESIE TRECENTESCHE: WYCLEFF E HUS. • Anche se non c’è nessun rapporto dire2o tra le idee degli Hussi6 e dei Lollardi quelle di Lutero vi si assomigliano. • WYCLEFF († 1384): • -‐ sosIene che l’unica norma di fede è la scriJura; • -‐ solo i predesInaI sono membri della Chiesa, una società di invisibili (non è necessaria una gerarchia con poteri e struJure giuridiche) • -‐ contrario al primato romano • -‐ nega la transustanziazione (con la consacrazione del pane e del vino essi diventano il primo corpo di Cristo e il secondo il suo sangue). • -‐ nega il libero arbitrio • HUS († 1415), riprende le idee di Wycleff ma la sua ecclesiologia oscilla tra due concezioni opposte: tra una congrega0o fidelium (fondata sulla partecipazione ai sacramenI e sulla gerarchia) e una universitas predes0natorum (piccolo gruppo di eleK noto solo a Dio) in cui il potere dei sacerdoI è fortemente limitato. 4) CHIESA E RINASCIMENTO. • i) IL RINASCIMENTO • Come abbiamo deJo nella lezione precedente NELL’UOMO MEDIEVALE C’È LA TENDENZA A SUBORDINARE TUTTE LE ATTIVITÀ UMANE DIRETTAMENTE E IMMEDIATAMENTE ALLA RELIGIONE (Esempi: l’arte deve dare gloria a Dio e migliorare gli uomini, la filosofia è ancilla theologiae, nella storia si ricerca il disegno della divina provvidenza) • Il rinascimento riconosce la necessità di una effeKva autonomia delle aKvità umane (l’arte non educa l’uomo ma è soddisfacimento del senso esteIco, la filosofia si fonda rigorosamente sul principio dell’evidenza oggeKva, la storia cerca le cause immediate degli avvenimenI senza aJribuire tuJo a una causa trascendente). • È molto importante ricordare come portato dell’umanesimo l’applicazione della criIca filologica applicata anche a quesIoni riguardanI la Chiesa, coma la pretesa «donazione di CostanIno» (l’aJo con il quale l’imperatore CostanIno avrebbe concesso territori a papa Silvestro I), di cui Lorenzo Valla dimostrò la falsità • La criIca filologica è applicata allo stesso Nuovo Testamento. Erasmo da RoJerdam si impegnò, infaK, a ristabilire la versione originale (in greco), meJendo in luce i tanI errori presenI nella versione laIna di San Girolamo (questo poteva turbare la fede di alcuni). ii) CHIESA E RINASCIMENTO. • Era tradizione della Chiesa anIca e medievale di accogliere, indirizzare, e per così dire baJezzare le aspirazioni delle varie età che non fossero intrinsecamente caKve. • È uno dei compiI della Chiesa e uno dei suoi inevitabili rischi: influire sulla società del tempo, incarnandosi in essa, e resistere all’influsso eventualmente negaIvo che da questa deriva. • Nel rinascimento il papato tenta con largo successo di farsi guida del fiorente movimento arIsIco, di valorizzare al servizio della religione la passione per la bellezza, l’ideale dell’epoca. • NICCOLÒ V, per esempio, fonda la biblioteca vaIcana. • PIO II (Enea Silvio Piccolomini) era egli stesso un umanista (poeta e storico) ma non era esente da gravi colpe (aveva due figli) anche se si era gradualmente correJo. • Fino a PAOLO II compreso (1464-‐1471), i pontefici mantengono l’equilibrio tra mecenaIsmo e doveri religiosi. LA RESISTENZA CONTRO ROMA: • Abbiamo accennato alla presenza in Germania di un forte senImento anIromano causato dalla loJa tra Ludovico il Bavaro e Giovanni XXII (fautore di una poliIca anItedesca, dell’accentramento dei poteri e del fiscalismo della curia). • L’importanza di questo senImento ci è confermata dallo stesso Lutero il quale, nel 1545, nel prologo all’edizione completa delle sue opere unisce la propria causa con quella dell’indipendenza tedesca affermando: «i Tedeschi erano stanchi di sopportare i furI […] dei fannulloni romani […]». -‐ RESISTENZA CONTRO LA CENTRALIZZAZIONE PORTATA AVANTI DAGLI ASBURGO CONTRO LA NOBILTÀ • Nel ‘400 abbiamo i tentaIvi degli Asburgo di trasformare il potere imperiale in un potere effeKvo. L’imperatore per tradizione, convinzione e convenienza si proclamava difensore del caJolicesimo e pertanto ai principi tedeschi non restava che abbracciare il parIto opposto, quello contrario alla Chiesa di Roma. IL FERMENTO DELLE MASSE TEDESCHE, PRONTE AD UNA RIVOLUZIONE CHE MIGLIORASSE LA LORO SORTE: • Due classi soffrono essenzialmente per la crisi economica causata dalla scoperta dell’America: i contadini e i cavalieri (la piccola nobiltà). Saranno proprio quesI gruppi a rivoltarsi in un miscuglio di rivendicazioni sociali, economiche e religiose. PUNTI ESSENZIALI DEL PENSIERO DI LUTERO: • Sola scriptura; • Jus0fica0o sola fide; • Sola gra0a. Sola scriptura (Sola scriJura): • Lutero meJe al centro la sola scriJura ma in modo estremo. Essa, infaK, non ha bisogno di essere interpretata dalla Chiesa, si interpreta da se stessa. Jus0fica0o sola fide (giusIficazione per sola fede): • Per Lutero dopo il peccato originale la natura umana è intrinsecamente corroJa, l’uomo ha perso la sua libertà, ogni sua opera, anche buona, è necessariamente peccato. • Dio tuJavia, senza cancellare i peccaI e senza rinnovare interiormente chi crede in Lui e a Lui si affida, gli aJribuisce i meriI e la sanItà di Cristo, lo considera come se fosse rinnovato e giusto. • Le nostre opere buone non hanno alcun effeJo in questo processo. • La Chiesa caJolica insiste sulla necessità della opere buone (dolore, proposito, confessione…), anche se ammeJe che esse non sono causa efficiente della salvezza, ma ci preparano, ci dispongono alla salvezza, che resta un dono gratuito di Dio. • Per Lutero l’uomo una volta “giusto” compie opere giuste; ma le opere non sono un mezzo per arrivare a Dio. • Punto in comune: Lutero e i caJolici sono concordi nel ritenere la giusIficazione, la salvezza, come un gratuito dono divino. Diffusione della riforma protestante
MARE
DEL
NORD
ATLANTICO
[MI toterani (evangelici) "RM anglicani IMI hussiti (Fratelli boemi) - [] musulmani = gruppi protestanti in Italia e Spagna
regno 3 "r 5 — confini del Sacro | Re x P
DM calvinisti (riformati) [0] cattolici MM ortodossi Fotane impero vescovadi fondati da Enrico VIII dopo lo scisma
LA QUESTIONE DELLE INDULGENZE. • L’occasione esterna per manifestare le sue idee venne offerta con la predicazione delle indulgenze a WiJenberg. • Dal 1507 Giulio II aveva dato il via ai canIeri per la nuova basilica di San Pietro e aveva concesso un’indulgenza a modo di giubileo, a chi offriva elemosine per l’impresa. • Nel 1514 l’iniziaIva è ripresa da Leone X. • Nel 1517 la predicazione delle indulgenze si estende alla provincia del Magdeburgo, soJo l’autorità dell’Arcivescovo Alberto di Brandeburgo, ed è portata avanI dal Domenicano Johannes Tetzel che non sempre si mantenne nell’ortodossia: egli insegnava giustamente che l’indulgenza era la remissione della pena e non della colpa, ma, a proposito dell’abituale disInzione tra indulgenza per i vivi e per i defunI, affermò che lo stato di grazia, di confessione e il dolore per i peccaI sono necessari per conseguire l’indulgenza per se stessi, non per applicare l’indulgenza ai defunI. Risponde alle sue idee la frase: «Appena la moneta cade nella casseJa delle elemosine, l’anima è liberata dal Purgatorio». • Lutero reagisce agli abusi e invia le sue 95 tesi sulle indulgenze all’arcivescovo Alberto invitandolo a una discussione. Per frate MarIno l’indulgenza è soltanto la remissione della pena canonica infliJa dalla Chiesa, non della pena da scontarsi nella vita futura; non può essere applicata ai defunI; non esiste il tesoro della Chiesa risultante dai meriI del Cristo e dei SanI. • A seguito della grande diffusione delle tesi di Lutero, nel 1518 il cardinale Tommaso de Vio, per ordine papale interroga il frate ad Augusta. • Nel 1521 Leone X con la bolla Decet Romanum Pon0ficem scomunica Lutero. • Alla Dieta di Worms (1521) Lutero viene bandito dall’impero e i suoi scriK proibiI (poteva essere arrestato in qualsiasi momento). • Lutero, quindi, viene faJo portare dal principe Federico di Sassonia nel castello di Wartburg per proteggerlo. • Qui Lutero rimane per 10 mesi e si dedica alla traduzione della bibbia dal greco in tedesco. PERIODO DELLE LOTTE SOCIALI, 1522-‐1525. • Le doJrine elaborate da Lutero hanno una tale diffusione e un tale successo da causare una serie di rivolte, nelle quali si intrecciano rivendicazioni sociali e idee religiose. a) Rivoluzione dei cavalieri, 1521-‐1523 • I cavalieri (piccola nobiltà) spinI dal disagio sociale in cui si trovavano, insorge e invade con le armi il territorio del vescovo-‐principe di Treviri, “per aprire la strada alla parola di Dio”, cioè per impadronirsi dei beni ecclesiasIci. • L’alleanza dell’alta nobiltà renana soffoca la ribellione nel sangue. • Nel 1526, alla Dieta di Spira, viene stabilito che il decreto del 1521 era rimesso alla coscienza dei principi, era quindi lecito per le ciJà libere e per i principi abbracciare il protestantesimo. • Come mai l’imperatore Carlo V cerca un accordo con gli ereIci? • Perché i Turchi stavano avanzando verso Vienna, Francesco I di Francia gli aveva di nuovo dichiarato guerra e lo stesso papa Clemente VII si era alleato con i Francesi. Aveva bisogno dell’appoggio di tuK i principi tedeschi, anche di quelli protestanI. • 1529, Dieta di Spira. Carlo V proclama che gli staI diventaI protestanI potevano rimanere tali ma quelli caJolici non potevano abbracciare la riforma e questo fino a che non si fosse tenuto il concilio tanto aJeso e invocato da tuK. • Come mai questo cambiamento? • Carlo si trovava allora in migliori condizioni: Francesco I RE DI FRANCIA era stato sconfiJo e i Turchi erano staI respinI da Vienna. • Di fronte a queste decisioni 6 principi e 14 ciJà “protestarono” e da quel momento tuK i luterani furono indicaI con il nome di protestanI. • Nel 1530 alla dieta di Augusta, viene esaminata la CONFESSIONE AUGUSTANA, la professione di fede dei luterani: oltre a quanto già deJo, è proclamato il rifiuto del culto dei sanI, viene affermata la consustanziazione (presenza simultanea nell’EucaresIa del corpo e del sangue del Cristo con il pane e il vino) al posto della transustanziazione caJolica e la condanna della comunione soJo una sola specie. • Carlo V rifiuta la confessione e riafferma la condanna di Lutero. • SpaventaI dalla potenza imperiale, i protestanI si stringono in una lega militare (Lega di Smalcalda) e si alleano con Francia, Inghilterra e Danimarca. CALVINO (JEAN CAUVIN, 1509-‐1564). CALVINO (JEAN CAUVIN, 1509-‐1564). • Nato a Noyon in Piccardia nel 1509, non è un religioso, studia leJere e diriJo alla Sorbona. Calvino, converItosi al protestantesimo sopraJuJo per un ritorno alla Chiesa anIca, lascia Parigi e nel 1536, su invito di Guillaime Farel, si ferma a Ginevra per sostenere l’incipiente riforma. Dal 1541 vi si traKene fino alla morte. PUNTI ESSENZIALI DEL PENSIERO DI CALVINO: • Calvino non è un innovatore, dà una sistemazione organica alle tesi dei riformatori precedenI: • EucaresIa: ondeggia tra la consustanziazione (presenza simultanea nell’EucaresIa del corpo e del sangue del Cristo con il pane e il vino, che diverge dalla transustanziazione caJolica, ovverosia con la consacrazione del pane e del vino essi diventano il primo corpo di Cristo e il secondo il suo sangue) e il mero simbolismo. RAPPORTO TRA RELIGIONE E STATO • Lo Stato diventa uno strumento nelle mani della Chiesa. Se Lutero aJribuisce allo Stato il diriJo di riformare la Chiesa, Calvino riconosce alla Chiesa il diriJo di imporre allo Stato i suoi principi morali, le sue leggi e la sua organizzazione. • A Ginevra, libera ciJà in loJa contro le ambizioni territoriali del Duca di Savoia, sono introdoJe dal 1541 le “Ordinanze ecclesiasIche” di Calvino. Sono stabiliI 4 uffici ecclesiasIci: • i diaconi: addeK alle opere di carità • i doJori: preposI alle scuole • gli anziani: laici cui era affidata la sorveglianza sui costumi e sulla pietà. • I pastori, che predicavano e amministravano i sacramenI. • Ogni seKmana i pastori e gli anziani si riunivano nel concistoro, ascoltavano le denunce ed emanavano le sentenze: a seconda della gravità della colpa era stabilita una punizione (carcere, esclusione dalla cena che si celebrava 4 volte all’anno, pena di morte). • TuJo era controllato dagli anziani: le leJure, i giochi, i canI, i pranzi. Proibiscono il gioco delle carte, le danze, la leJura dei romanzi, controllano il taglio dei capelli. • TuK per amore o per forza dovevano praIcare le virtù. IL REGNO DI ENRICO VIII (1509-‐1547). • Enrico VIII (1509-‐1547), non avendo avuto un erede maschio dalla moglie Caterina d’Aragona, chiede al papa di dichiarare nullo il matrimonio in modo da poter sposare una dama di corte, Anna Bolena, di cui si era invaghito. • Ma Clemente VII, per non inimicarsi Carlo V, nipote di Caterina e ormai padrone d’Italia, si oppone. • Enrico rompe i legami con la Chiesa romana e nomina primate d’Inghilterra Thomas Cranmer, il quale celebra il matrimonio tra Enrico e Anna Bolena. • La risposta di Clemente VII non si fa aJendere e scomunica Enrico. • Nel 1534, in risposta alla scomunica, Enrico emana l’aJo di supremazia con il quale si proclama Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra. • In questa fase il nuovo regime ecclesiasIco manIene l’anIca fede: viene negato il primato papale ma vengono confermaI la transustanziazione, il celibato ecclesiasIco, la comunione soJo una specie, i voI monasIci ecc. • I convenI vengono soppressi e i loro beni incameraI dai nobili, i quali, ovviamente, si schierarono in massa con Enrico. IL REGNO DI EDOARDO VI (1547-‐1553). • Nel 1547 sale al trono il figlio di Enrico, Edoardo VI, figlio di Enrico e della sua terza moglie Jane Seymour. • Sale al trono ancora ragazzo, soJo la tutela dello zio, il quale introduce profonde modifiche religiose: si passa così dallo scisma all’eresia. • Nel 1549, viene pubblicato un nuovo rituale, il Book of common prayer, nel quale abbiamo: • la soppressione di ogni riferimento che alludesse al caraJere sacrificale della messa. • Introduzione della messa in volgare. • Nel 1553 viene pubblicato un nuovo “simbolo” in 42 arIcoli, di tendenze calviniste per quanto riguardava la doJrina eucarisIca. • Nel 1559 ElisabeJa promulga un nuovo ACo di Supremazia con il quale si proclama supremo governatore della Chiesa d’Inghilterra e viene imposto agli ecclesiasIci il giuramento di fedeltà alla corona. • TuK i vescovi, con una sola eccezione, rifiutarono il giuramento; fra il clero inferiore si ebbe l’adesione di circa un terzo dei membri. • Viene approvato anche un ACo di uniformità con il quale si approvava un BOOK OF COMMON PRAYER che voleva essere un compromesso tra le posizioni dei calvinisI più radicali e la tradizione liturgica caJolica: il tentaIvo, ovviamente, scontentò protestanI e caJolici. • Nel 1570 Pio V scomunica ElisabeJa e questo provoca la reazione della sovrana che esclude i caJolici da tuJe le cariche di governo e li priva di parte dei diriK civili in quanto potenziali cospiratori. RIFORMA CATTOLICA O CONTRORIFORMA? • Il rinnovamento della Chiesa nel XVI secolo è sorto come reazione alla rivoluzione protestante? • O è il fruJo di una tensione sempre in aJo all’interno della Chiesa? • SONO VERE ENTRAMBE LE AFFERMAZIONI. 1) Nascita di associazioni laiche caritaIve. • Si propongono un doppio fine: la carità verso i poveri e gli ammalaI, la pietà eucarisIca. Compagnie di laici che fondano ospedali per aiutare i malaI cronici e vi prestano servizio come volontari. 2) RIFORMA DEGLI ANTICHI ORDINI RELIGIOSI. • Si formano nel ‘3-‐‘400 i cosiddeK movimenI dell’Osservanza. • Sorgono convenI di streJa osservanza delle regole dei fondatori (perfeJa vita comune, osservanza della povertà, clausura, penitenza e lavoro…) che si riuniscono in congregazioni riformate. • Tale processo coinvolge domenicani, francescani (“FraI Minori dell’Osservanza”e “Cappuccini”), carmelitani , eremitani agosIniani e benedeKni. • La riforma coinvolge anche i Carmelitani a opera di Suor Teresa D’Avila e di San Giovanni della Croce, il quale da vita ai Carmelitani Scalzi . 3) La nascita di nuovi isItuI religiosi. • Sorgono sopraJuJo ordini di chierici regolari: TeaIni (1524), BarnabiI (1533), GesuiI (1540), Somaschi (1540), Camilliani (1582) e la Compagnia di Sant’Orsola. • Fra quesI i GesuiI portano ancora di più al centro l’apostolato perché nella Compagnia la sanIficazione dei suoi membri e dei altri è messa sullo stesso piano. Conseguenza di ciò è la freneIca aKvità missionaria in tuJo il globo (America, India, Cina e Giappone). • Il loro approccio è innovaIvo perché nella predicazione rispeJano le culture locali, cioè separano, per quanto possono, il crisIanesimo dal portato della civiltà occidentale. • La predicazione comporta, quindi, il rispeJo di quanto c’è di buono nei costumi dei popoli del “nuovo mondo” e dell’estremo oriente • I lavori del concilio sono molto travagliaI tanto da essere sospesi e ripresi più volte: • PRIMA FASE: 1545-‐1547. • SECONDA FASE: 1551-‐1552 • TERZA FASE 1561-‐1563. • DELIBERAZIONI RIGUARDANTI LA DOTTRINA: • Viene affermata la pari dignità della ScriJura e della Tradizione: la Rivelazione è contenuta nelle ScriJure e nella Tradizione. • AnIco e Nuovo Testamento sono autenIci dal punto di vista dogmaIco e non filologico. • La concupiscenza o tendenza al male, conseguenza del peccato originale, non cosItuisce peccato ma spinge verso il peccato. • Per la salvezza sono necessarie le opere e la fede. • Il libero arbitrio: capacità naturale dell’uomo di scegliere tra il bene e il male. • I sacramenI sono 7, compreso il matrimonio (sulla sua natura di sacramento c’erano sempre staI dei forIssimi dibaKI) e l’ordinazione. • I sacramenI hanno valore operaIvo, cioè salvano. • La messa ha natura sacrificale, non è solo un simbolo. DAL PUNTO DI VISTA DISCIPLINARE: • E’ vietato il cumulo dei benefici • Ogni vescovo doveva risiedere nella sua diocesi • Il clero doveva essere adeguatamente preparato frequentando scuole apposite (i seminari). • N. B.: prima i preI si formavano aJraverso l’apprendistato nelle varie parrocchie.