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ripasso pre maturità del programma intero di greco del 5 anno, Appunti di Greco

ripasso pre maturità del programma intero di greco del 5 anno classico

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 05/09/2022

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Scarica ripasso pre maturità del programma intero di greco del 5 anno e più Appunti in PDF di Greco solo su Docsity! GRECO ISOCRATE Isocrate nasce nel 436 a.C. nel demo ateniese di Erchia , è un logografo, nel 390 fonda una scuola di retorica; gli appartengono 21 orazioni (9giudiziarie, 14 epidittiche ) e 14 lettere. Nell’opera ”sull’antidosi” fa ricorso ad argomentazioni giuridiche, pedagogiche , filosofiche e politiche : il risultato è un’articolata retrospettiva sulla propria attività. “sull’antidosi” e “contro i sofisti” rappresentano una sentita difesa del suo ideale di paideia. È in contrasto con il relativismo sofistico poiché va contro all’episteme , tutta quella conoscenza astratta e secondo isocrate inutile; a tutto ciò il poeta contrappone la conoscenza concreta di quel che è utile all’uomo in quanto cittadino: la parola distingue l’uomo dagli animali ed è alla base della civiltà , perciò l’insegnamento della parola è anche l’insegnamento del buon ragionamento; così la paideia retorica è il fulcro dell’istruzione e il suo fine ultimo è quello di deliberare su ciò che è più utile o necessario in base alle circostanze mediante il possesso di una retta opinione sulla verità. TESTO A NICOCLE 5,9 (il logos civilizzatore) In questo testo Isocrate vuole superare l’impianto sofistico de “l’encomio di Elena “ di Gorgia. Inizialmente fa una semplice constatazione sull’uso della parola e dice appunto che il logos è la principale distinzione tra l’uomo e l’animale. La parola è manifestazione del pensiero e la paideia può migliorare l’uso di entrambi ai fini dell’uso in maniera corretta e orientata verso il bene, quale Nicocle (sovrano cipriota) è chiamato ad intraprendere. DEMOSTENE Demostene nasce ad Atene nel 384 a.C., intraprende una carriera da logografo. Scrive le prime orazione apertamente ostili alla politica Macedone dove auspica un rafforzamento militare e un’alleanza strategica con la Persia, si oppone al partito filomacedone di Eschine, Demade e Eubulo. Si muove su due contesti: quello giudiziario e quello politico , affacciandosi anche a cause private e discorsi assembleari; ricorre ad ironia , parenesi ed improvvisazione, lessico comune. TESTO: L’INERZIA POLITICA DI ATENE In questa prosa passionale è presente l’esaltazione dei meriti passati di Atene (tema onnipresente negli autori Greci). Vuole evidenziare i punti deboli di Filippo che aveva in mente di invadere tutta la Grecia, ma critica il comportamento degli ateniesi che tergiversano di fronte a questo pericolo, mette in contrapposizione l’attivismo del monarca macedone e la paralisi dei cittadini ateniesi che secondo lui sono in grado di fronteggiare i Persiani ma purtroppo hanno questo atteggiamento rinunciatario (in cui Demostene non si identifica) messo in evidenza nel testo. LISIA E L’ORATORIA GIUDIZIARIA: nell’oratoria giudiziaria troviamo tutti i discorsi pronunciati in tribunale , si tratta della forma più antica d’oratoria e tratta sia della difesa sia dell’accusa di un imputato ma anche degli interventi di terze parti. Gli ateniesi distinguevano due tipologie di procedimento giudiziario: quello del diritto privato (dike) e quello di carattere pubblico (grafè). PLATONE Nasce ad Atene nel 427 a.C. in una famiglia aristocratica e riceve un’educazione di ottimo livello . il corpus platonico è formato da 36 scritti suddivise in 9 tetralogie su base vagamente tematica. La critica individua tre fasi nella produzione di Platone: - La fase giovanile : fino al 387 a.C. “dialoghi socratici” in cui Socrate è l’assoluto protagonista e interroga i suoi interlocutori senza proporre alcuna tesi. “apologia”, “critone”, “protagora”, “gorgia” (dialoghi aporetici, senza soluzione) - La fase della maturità: dal 387 al 367 a.C.: “dialoghi di mezzo” dove Platone per bocca di Socrate presenta complesse costruzioni metafisiche “menone”, “fedone” , “ repubblica” , “simposio”, “fedro” - La fase della vecchiaia: tra il 367 e il 347 a.C. : Socrate abbandona il proprio ruolo centrale e Platone prende in esame altre teorie filosofiche. “teeto”, “parmenide” , “crizia” , “leggi”. Il compito del filosofo è quello di intervenire sulla realtà per eleverla gradualmente verso il massimo grado di perfezione possibile verso l’obiettivo principale: IL BENE inteso come principio assoluto che deve guidaare l’uomo. Due temi sono importanti nella filosofia platonica: la conoscenza e la moralità. Platone e il m ito: da una parte Platone diffida dai racconti menzogneri e mitologici degli altri poeti, dall’altra i suoi testi sono molto ricchi di miti e riferimenti mitologici. Il mito in Platone - si presenta in versione monologica è esposto senza interruzioni da un solo personaggio - sostituisce l’argomentazione con la narrazione - è un racconto di finzione che rappresenta dei personaggi , un’azione e il suo svolgimento - suggerisce un’ipotesi plausibile ma non veritiera - ha una funzione pedagogica e psicagogica - è in genere collocato all’inizio o alla fine di un’argomentazione dialettica. TESTO LA DISILLUSIONE DELLA POLITICA T15 Per Platone l’azione non è meno importante della riflessione ciò si manifesta nel pensiero che ha per oggetto la polis. Descrive la sua città ideale ma non ne fa un alla forma più perfetta di aggregazione che è la polis. Ma qual è la definizione di cittadino? È ciò che nella realtà dei fatti fa in modo che un individuo maschio adulto possa essere cittadino nella sua città statuale TESTO LE COSTITUZIONI RETTE E LE LORO DEGENERAZIONI T3 La teoria sulle tre forme di governo : monarchia, aristocrazia e democrazia e le loro degenerazioni: tirannide, oligarchia e oclocrazia. Aristotele individua nelle forme di governo un interesse comune mentre nelle degenerazioni un interesse privato dicendo che appunto un cittadino può mirare unicamente al benessere collettivo, in caso contrario decade automaticamente dall’appartenenza del corpo civico. TESTO LA DEFINIZIONE DI POLITEIA T4 Aristotele a differenza di altri poeti, definisce la democrazia come la degenerazione della politeia cioè del regime costituzionale per eccellenza che consiste in un compromesso tra oligarchia e democrazia (governo dei ricchi e governo dei poveri). TESTO L’AMICIZIA FONDATA SULL’UTILE T6 Aristotele distingue l’amicizia tra: accidentali e sostanziali. Quelle sostanziali sono fondate sull’apprezzamento dell’altro “in se” sono le uniche vere e stabili in quanto prodotto di un animo stabile e virtuoso; quelle accidentali si basano sull’interesse ossia sulla possibilità di ottenere qualcosa dall’altro; ma fa comunque una riflessione che caratterizza le amicizie per il contesto e il tempo cioè constatando che i rapporti umani cambiano in base a come mutano sia il soggetto che l’oggetto. TESTO I GIOVANI E L’AMICIZIA T7 Afferma che le amicizie fondate sul piacere caratterizzano principalmente i giovani perché più degli adulti sono inclini alla ricerca del piacere. Parla anche dell’amore come sentimento contraddittorio come il piacere ma può durare in eterno. TESTO UNA CELEBRE DEFINIZIONE T13 I concetti chiave all’apertura e alla chiusura sono: l’imitazione e la catarsi; la tragedia è un’opera mimetica e non realistica perché produce il possibile e non il reale ed ha una funzione curativa poiché le passioni che esso suscita sono strumento della purificazione, la tragedia è quindi un’imitazione narratologica del mito ma mettendo in gioco le passioni dello spettatore ci si immedesima e produce un controllo delle emozioni. LA DIFFERENZA TRA STORIOGRAFIA E POESIA T14 Aristotele parla del ruolo della storia a cui spetta il ruolo di fare il resoconto degli eventi in ordine cronologico mentre la poesia coglie e presenta i fatti nella loro probabilità sotto il profilo della necessità che lega le situazioni e nell’aspetto della verosimiglianza; la storia narra il particolare , cioè quello che capita ad un individuo, mentre la poesia ha un carattere universale, la poesia è superiore alla storia. TESTO TRAGEDIA ED EPICA A CONFRONTO T15 Aristotele parla della superiorità della tragedia rispetto all’epopea. La tragedia ha un’evidenza sia attraverso la lettura sia sulla scena produce piacere e si realizza in un piano inferiore che lo rende più piacevole. LA COMMEDIA DI MEZZO E LA COMMEDIA NUOVA: MENANDRO Menandro (342- 291 a.C.) è l'unico autore della Commedia Nuova di cui possediamo dei testi grazie ai ritrovamenti papiracei che hanno restituito sezioni di una ventina di commedie (le 108 commedie conosciute dagli antichi sono andate perdute tra i secc. VII-VIII d.C.). Tra queste, solo Il Misantropo ci è pervenuta integralmente; le altre, di cui possediamo solo delle sezioni, sono: La ragazza tosata, La donna di Samo, L'uomo di Sicione, L'odiato, lo Scudo e L'Arbitrato. Rispetto alla Commedia Antica, vi sono alcune novità: il prologo espositivo, sul modello introdotto da Euripide; l'assenza delle parti corali, sostituite da un intermezzo musicale (il choroù mèros); la creazione di intrecci complessi, giocati sull'utilizzo di meccanismi stereotipi e scene fisse, come quella del riconoscimento; l'ampio spazio lasciato per l'intervento della ty'che (il caso). I temi, di cui il principale è quello amoroso, si rifanno sempre a vicende private tratte dalla realtà quotidiana: in questa scelta sta il valore della commedia menandrea, ovvero nella capacità di “imitare la vita” creando caratteri dotati di credibilità psicologica e sentimentale. Per Menandro nel cuore dell'uomo c'è sempre un fondo di bontà: per questo lo sguardo sulla natura umana e sul mondo circostante è sempre benevolo e positivo. Il linguaggio adottato nelle commedie è vicino alla parlata della parte più colta del pubblico e si astiene da ogni eccesso (è appunto detto “stile medio”); il metro è il trimetro giambico. Nei personaggi di Menandro è fondamentale il rapporto solidale con gli altri individui, l’integrità morale e lo spirito di fratellanza sono la misura con cui valutare gli uomini TESTO IL PROLOGO DI PAN T1 Il dio pan informa gli spettatori che la vicenda si svolge a File e sulla scena compare la casa di Cnemone che vive con la figlia la quale è stata presa sotto protezioone dal dio che ha fatto innamorare di lei Sostrato un ricco di città. TESTO LA CONVERSIONE DI CNEMONE T4 Qui Cnemone ha appena scampato il pericolo di morte riflette sulle proprie scelte di vita. Si rende conto che l’ideale di autosufficienza è utopistico e che necessita qualcuno che lo supporti e gli stia vicino, ma la sua testardaggine non glielo fa accettare; alla fine riconosce il valore superiore della socialità. TESTO UN ESAME DI COSCIENZA T6 Carisio ha ascoltato una conversazione della moglie e del suocero dove parlavano della gravidanza frutto di una violenza, ma Carisio non sa che il figlio è suo, tuttavia l’amore che Panfile gli dimostra lo porta ad avere una dura autocritica. Carisio si pone sullo stesso piano della moglie e riconosce la sua innocenza , modernità TESTO IL PROLOGO DI TUKE T9 Questo testo presenta la prima scena della commedia dove un personaggio illustra al pubblico l’antefatto della vicenda : Davo annuncia addolorato la morte del padrone e l’elemento comico è introdotto dalle domande di Smicrine. Successivamente interviene la Fortuna che mira a correggere gli imprevisti del racconto L’ELLENISMO È un periodo che va dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. fino alla battaglia di Azio nel 31 a.C., quest’epoca si distingue in alto ellenismo ossia fino alla battaglia di Pidna nel 168 a.C. e il basso ellenismo che abbraccia le vicende del mondo greco sotto il dominio di Roma fino alla caduta dell’impero. Nel contesto ellenistico la cultura diviene espressione del potere centralee quindi strumento di controllo da parte dell’elite; c’era comunque un uso propagandistico dell’arte ma organizzato in modo diverso perché il nuovo tipo di realtà statale impone un’organizzazione sistematica anche dei doveri dell’intellettuale , il patronato diventa un’istituzione stabile. L’ellenismo è colmo di generi letterari molto diversi tra loro come : il giambo, l’epigramma, l’inno, l’encomio, abbiamo anche la nascita della prosa filosofica e il miglioramento della storiografia CALLIMACO TESTO IL PROEMIO DEGLI AITIA T1 Nei primi versi c’ la polemica contro gli avversari e i riferimenti a Mimnermo , la polemica cade anche sugli ambienti letterari del tempo; in questo proemio la polemica si risolve con l’accumunarsi delle figure retoriche che affermano il carattere della poesia callimachea TESTO ACONZIO E CIDIPPE T2-3 Aconzio si innamora di Cidippe , l’uomo per legarla per sempre a se scrive su una mela “giuro che sposerò Aconzio” e la giovane così quando ha raccolto il frutto e letto ad alta voce quelle parole sarà legata a lui inconsapevolmente per tutta la vita. TESTO LA CHIOMA DI BERENICE T4 TESTO PREMESSE METODOLOGICHE PER UNA STORIA UNIVERSALE T1 Si parla della concezione della storia e vuole trasmettere la ricchezza dell’esperienza con alcuni termini pregnati come : educazione , esercizio, correzione. La lettura di opere storiche costituisce un arricchimento superiore di quello che viene da altre discipline. L’autore ripete su cosa si fonda la storiografia: pedagogia , politica e etica. Ma perché un’opera storica posso incidere sulla vita di chi la legge bisogna scegliere un argomento cardine. TESTO L’EVOLUZIONE CICLICA DELLE COSTITUZIONI T6 Si parla della teoria dell’evlouzione ciclica delle costituzioni cioè L’ANAKUKLOSIS. Polibio parla di forme di governo ( regalità, aristocrazia e democrazia ) e le loro degenerazioni ( tirannide, oligarchia e oclocrazia); dice che ogni forma di governo compie un ciclo vitale di tipo organico che comprende la nascita , l’acme e il declino e nessuna costituzione può sottrarsene; TESTO IL LOGOS TRIPOLITIKOS T5 Durante il racconto dei primi anni della guerra Annibalica , Polibio si interrompe per parlare della costituzione romana. Prima di tutto parla della teoria delle costituzioni e critica quelle del mondo greco precedente e inserisce come forme di governo principali regalità, aristocrazia e democrazia e delle sue degenerazioni: tirannide , oligarchia e oclocrazia. TESTO LA COSTITUZIONE DI ROMA T8 Parla delle istituzioni romane come paradossali perché si presentano in forma mista come bilanciamento delle tre forme di governo , dice che nella magistratura si ha un aspetto diarchico, nel senato l’aspetto aristocratico e nei comizi quello democratico. ETA IMPERIALE Inizia quando viene dato a Ottaviano il nome Augustus che segna l’inizio del principato. In questi anni c’è un clima di equilibrio la l’impero romano e la Grecia poiché i greci hanno accettato l’autorità di Roma come garante della pace e come conservatrice della cultura ellenica ; si crea una convergenza di interessi culturali tra la cultura ellenica e quella latina grazie anche a degli imperatori filoellenci; roma diventa il centro di elaborazione della cultura greca. La retorica era nata nel 5° sec. a.C. per rispondere alle necessità storiche della πόλις democratica, in cui l’arte del parlare in pubblico costituiva un sapere fondamentale per il cittadino. La nozione di “retorica” nel mondo antico, però, andava a comprendere anche ambiti come l’oratoria, la critica letteraria, la teoria della comunicazione… La letteratura diventa molto variegata e comprende molti generi soprattutto della prosa che prevale sulla poesia: - la retorica - la critica letteraria - la storiografia - la biografia - la prosa filosofica - il romanzo - la letteratura erudita - la prosa tecnico-scientifica nel periodo ellenistico vi fu una grande fioritura della retorica e dell’oratoria; nelle scuole per preparare le future classi dirigenti cominciarono ad insegnare la retorica come strategia, poiché per comprendere la vita nelle poleis era necessaria. C’era molta simbiosi tra l’elite di Roma e gli intellettuali greci, ricordiamo ad esempio Dionigi D’Alicarnasso; egli individua nello stile di Demostene un modello privilegiato della prosa attica. Dionisio di Alicarnasso Fu maestro di retorica a Roma e ha scritto: Sugli antichi autori, in cui si trattava un’introduzione ad una trattazione della retorica attica; Sugli studi di Demostene; Sulla disposizione delle parole, incentrata sul tema del ritmo e della melodia della frase (importante, quest’opera, anche per la citazione di alcuni frammenti, come quelli di Saffo); Sull’imitazione, dove si teorizza il raggiungimento della perfezione stilistica attraverso l’imitazione degli autori attici (Dionisio prediligeva Demostene, mentre Cecilio di Calatte – ebreo di formazione greca che ha insegnato a Roma – prediligeva Lisia), e, sulle orme del peripatetico Teofrasto, voleva un ideale stilistico incentrato sulla medietas, ovvero uno stile che fosse medio tra l’umile e il sublime. Anonimo del Sublime Secondo solo alla Poetica di Aristotele, il trattato di critica letteraria Sul sublime (Περὶ Ὕψους) è composto in forma epistolare. Il suo autore è ignoto, ma l’intestazione riporta la scritta “Dionisio oppure Longino”. Tuttavia, nessuno dei possibili autori collegabili può essere ritenuto valido. L’opera prende spunto da un altro Περὶ Ὕψους di Cecilio di Calatte che si contrappone al suo e da questa confutazione noi conosciamo l’opera avversaria. Ma anche in questo caso, una discussione che ha una distanza di due secoli risulta molto discutibile. Tema della decadenza dell’eloquenza Dal punto di vista temporale, probabilmente il Περὶ Ὕψους è collocabile nella prima età imperiale, dove il tema della decadenza dell’eloquenza era di moda. Infatti era presente, per esempio, anche nel Dialogus de oratoribus di Tacito, per cui si tende a rintracciare due principali cause: posizione politica, secondo cui non c’è più oratoria perché non c’é più libertà di parola (παρρησία), tesi che viene spesso attribuita ad una persona loquens dato che non si vuole accogliere su di sé la responsabilità di quest’idea, sebbene sia quella che si pensa; corruzione morale, secondo cui la situazione è pace, ma Tacito riconosce che questa pace universale ha un costo, ovvero siamo corrotti dalle passioni, e questo a causa della corruzione delle istituzioni (la tesi della corruzione morale è un riproporre, in modo più pacato, la posizione politica). DIODORO SICULO E LA STORIOGRAFIA Diodoro fu originario di Agira, non ne conosciamo né la data di nascita né la data di morte, ma possiamo collocare la sua attività negli anni tra il 60 e il 30 a.C., è contemporaneo di Cesare e probabilmente visse all’epoca di AugustoLa sua opera si intitola “Biblioteca storica”, titolo che conosciamo in quanto riportato da Plinio, Eusebio e Fozio, ed è una storia universale in 40 libri; la caratteristica propria di Diodoro è di aver affrontato la narrazione di una storia dalle origini fino al tempo a lui contemporaneo, che era già nella cultura greca. Il suo obiettivo è quello di raccogliere e coordinare in una trattazione completa i materiali che negli storici precedenti risultavano parziali ; questo proposito porta al progetto di una storiografia universale tale da trattare dalle origini, le vicende di tutti i popoli entrati in contatto con la Grecia e con Roma. PLUTARCO Nasce a Cheronea nel 50 d.C. , soggiorna a roma in età flavia , potrebbe anche aver avuto delle cariche politiche in Grecia, diventa sacerdote del tempio di Delfi e svolge un ruolo importante nella formazione dei giovani . muore circa nel 120 d.C. Il corpus Plutarcheo dovrebbe aggirarsi intorno alle 250-260 opere ma ne rimangono solo 120; 48 di queste opere fanno parte del complesso delle biografie noto con il nome di “vite parallele” , il resto sono scritti di argomenti eterogenei dal nome di “moralia”. Le biografie che scrive sono una fonte storica importante ,l’aggettivo “parallelo” si riferisce a questo nuovo metodo narrativo dove le vicende degli uomini illustri vengono narrate perlopiù a coppie, uno romano e uno greco, poiché il principio stesso di accoppiamento fornisce di per se un’interpretazione di uno o dei due personaggi. I moralia invece sono una collezione di scritti di vario genere: brevi trattati, epistole, dialoghi, diatribe. invenzioni, consigliandogli di diffonderle presso il suo popolo, che ne avrebbe tratto grande giovamento. Le svariate arti che la divinità proponeva al re ricevevano molti commenti da parte di quest'ultimo, che o lodava o criticava le stesse. Quando Theuth propose a Thamus l'arte della scrittura, la divinità si espresse con queste parole: «Questa conoscenza, o re, renderà gli egiziani più sapienti e più capaci di ricordare, perché con essa si è ritrovato il farmaco della memoria e della sapienza» SOCRATE IL SILENO ,SIMPOSIO 215A-216C t13 Nel simposio Platone immagina che i partecipanti ad un banchetto in onore di Agatone prendano parola uno per volta per discutere dell’amore , memorabile è il discorso di Alcibiade: dice di premiare anche Socrate, paragonandolo alle statie dei Sileni, brutte all’esterno ma che all’interno celano un’immagine divina e inoltre come il Sileno è maestro nell’arte di affascinare con la musica, così Socrate lo è nell’ammaliare le anime grazie al suo eloquio. NON RICAMBIARE INGIUSTIZIA CON INGIUSTIZIA , CRITONE 54B-D Qui socrate ha appena avuto la sua condanna e pur se convinto du subire un’ingiustizia non si ribella davanti alle leggi , viene narrata nel testo la spregevolezza del fuggire dalla condanna facendo del male solo a stessi e ai propri compagni di vita. ARISTOTELE TESTO LE COSTITUZIONI RETTE E LE LORO DEGENERAZIONI T3 , POLITICA III 1279a La teoria sulle tre forme di governo : monarchia, aristocrazia e democrazia e le loro degenerazioni: tirannide, oligarchia e oclocrazia. Aristotele individua nelle forme di governo un interesse comune mentre nelle degenerazioni un interesse privato dicendo che appunto un cittadino può mirare unicamente al benessere collettivo, in caso contrario decade automaticamente dall’appartenenza del corpo civico. POLIBIO TESTO L’EVOLUZIONE CICLICA DELLE COSTITUZIONI T6 Si parla della teoria dell’evlouzione ciclica delle costituzioni cioè L’ANAKUKLOSIS. Polibio parla di forme di governo ( regalità, aristocrazia e democrazia ) e le loro degenerazioni ( tirannide, oligarchia e oclocrazia); dice che ogni forma di governo compie un ciclo vitale di tipo organico che comprende la nascita , l’acme e il declino e nessuna costituzione può sottrarsene; PLUTARCO VITA DI ALESSANDRO 1 (NON I FATTI MA L’UOMO) T1 Il testo si incentra sulla differenza dello scopo perseguito dalla biografia e dalla storia. La biografia non mira a narrare perfettamente tutti i fatti compiuti da un personaggio, ma di delineare gli aspetti del suo carattere, pertanto adotterà una trattazione dei temi sintetica e con battute scherzose ed ironiche. Plutarco scrive ciò all’inizio della biografia di Alessandro e Cesare e lo fa proprio perché vuole far notare come di storia riguardante questi personaggi ce ne sia già molta e per questo vuole soffermarsi sulle peculiarità del loro carattere. TESTO ASPIRAZIONI DEL GIOVANE ALESSANDRO T2 VITA DI ALESSANDRO 4,8-10;5,4-6 I tratti specifici del carattere di Alessandro , secondo Plutarco, sono: la capacità di non cedere mai ai piaceri del corpo e di goderne con moderazione e la brama di onori e gloria a cui si accompagna la grandezza dell’animo; il suo tratto più importante è l’ambizione, Plutarco riflette anche sulla storia implicitamente poiché strettamente collegata alle azioni degli uomini. ALEA IACTA EST, VITA DI CESARE 32,4-9 T5 Conclusa la gerra in Gallia Cesare sta pensando al suo ritorno glorioso in patria e si sta preparando per candidarsi al consolato per le elezione del 49 a.C.; ma il sento , che si era sempre più avvicinato a Pompeo , ordina a Cesare di congedare l’esercito e presentarsi nell’urbe come semplice cittadino; Cesare richiama dalla Gallia le sue legione e con la tredicesima varca il fiume Rubicone. Plutarco narra specificatamente il passaggio sul fiume , ma l’aspetto più particolare è l’intrspezione psicologica che fa sul carattere di Cesare, infatti narra della sua indecisione davanti alla scelta da prendere ( lato del carattere di Cesare sconosciuto ) , ma dopo essersi confrontato con degli amici porterà a termine l’azione in mondo fulmineo. È la prima volta che Cesare dubita tra una scelta istintiva e una ponderata. PER L’UCCISIONE DI ERATOSTENE LISIA RIASSUNTO Per l'uccisione di Eratòstene, o Apologia per l'uccisione di Eratostene (in greco antico: Ὑπὲρ τοῦ Ἐρατοσθένους φόνου ἀπολογία), conosciuta anche come In difesa di Eufileto per l'uccisione di Eratostene, è una celebre orazione di Lisia (la prima orazione del Corpus Lysiacum), pronunciata ad Atene davanti al Delfinio alla fine del V secolo a.C ,Scopo dell'opera è la difesa del cittadino ateniese Eufileto dall'accusa di omicidio premeditato, da parte dei parenti dell'ucciso, Eratostene di Oe. La strategia difensiva adottata dall'autore è semplice ed efficace: dimostrare la legittimità dell'omicidio, in quanto rientrante nel "φόνος δίκαιος" (phonos dikaios), ossia delitto d'onore, previsto dalla legge di Dracone, sostenendo che l'accusato abbia compiuto tale gesto a causa della relazione adulterina stretta da Eratostene con la moglie di Eufileto. Il contadino Eufileto descrive gli avvenimenti relativi al proprio matrimonio con la giovane moglie, nel periodo di poco precedente all'accaduto. Dopo la nascita del figlio, egli, ormai, si fida della consorte, credendo che tale fiducia potesse rafforzare il loro legame. Possedendo una casa a due piani, per agevolare l'allattamento del piccolo, accetta di trasferirsi al piano superiore, lasciando quello inferiore alle donne, fatto insolito nell'Atene del tempo. Un giorno, tornato in anticipo dai campi, si trova di fronte ad un comportamento insolito da parte della moglie: infatti, ella, dovendo allattare il figlio, che piangeva al piano di sotto, chiude il marito in camera, con la scusa essere gelosa delle avances del marito alla servetta. La stessa notte il contadino ode aprirsi l'uscio di casa; il mattino dopo la moglie dice di essersi dovuta recare a casa dei vicini quella notte, e, particolare a cui Eufileto non bada subito, ha il viso truccato, nonostante fosse in lutto per la perdita del fratello.Le cose continuano in questo modo per diverso tempo, finché Eufileto, avvicinato da una vecchia, viene a scoprire la verità: la donna che ha mandato la signora, vecchia amante di Eratostene, si è insospettita per le visite sempre meno frequenti dell'amante, ha mandato la serva ad indagare e, una volta scoperta la nuova relazione, spinta dalla gelosia, ha incaricato la serva di riferire tutto ad Eufileto Ques.t'ultimo, astutamente, fa credere alla propria serva di sapere tutti i particolari della sua complicità nell'adulterio della moglie, spingendola a confessare di essere complice della tresca fra Eratostene e la moglie di Eufileto. Così l'uomo organizza, con la complicità della donna e di quattro testimoni, un tranello nel quale Eratostene e la moglie cadono in pieno, venendo colti in flagrante. Eratostene viene così ucciso per la pubblica utilità dal marito tradito. SOFOCLE -> EDIPO RE
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