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Risorse naturali e rischi d'estinzione, Appunti di Economia Dello Sviluppo

economia dello sviluppo sostenibile appunti lezione

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 30/10/2019

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

6 documenti

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Scarica Risorse naturali e rischi d'estinzione e più Appunti in PDF di Economia Dello Sviluppo solo su Docsity! RISORSE NATURALI E RISCHI D’ESTINZIONE La scelta di un tasso di sfruttamento che permette di avere dei massimi benefici che non durano solo per il momento attuale ma tutto il flusso di benefici che si può ottenere per lo sfruttamento di una risorsa, perché in questo caso entrano anche in gioco gli effetti attuali delle scelte di sfruttamento sulle possibilità di sfruttamento future perché se l’uomo altera la dimensione, della risorsa si modifica anche il tasso di sfruttamento. Quale è il tasso di sfruttamento e la correlata dimensione da mantenere nel tempo per max il flusso dei benefici che si possono avere o trovare una soluzione attraverso un uso di strumenti di analisi abbastanza avanzata. La prima osservazione è che il prezzo della risorsa è cambiato, se l’obiettivo in ottica di sostenibilità è prendere un prezzo che non cambia nel tempo. Un possibile danno-vantaggio che può derivare dall’attesa dipende da quanto varia la capacità di riproduzione. Cambiando la dimensione cambia anche il tasso di sfruttamento associato ad essa. La variazione del tasso mantenibile può essere espressa con la sigla della derivata di F, F(x), dove F è la dimensione, x è la sua produzione e questa funzione non fa altro che indicare quanto varia F(x) nel tempo; questa è la variazione del raccolto e quindi la variazione nella resa è data dalla variazione del raccolto moltiplicata il prezzo della risorsa. L’attesa può anche premiere in termini di raccolto perché si osserva in generale che quasi tutte le sue risorse rappresenta una maggior facilità di accesso e quindi tanto più una risorsa è di dimensione maggiore, a parità di altri input di raccolto tanto più il raccolto sarà ampio e quindi i costi dello sfruttamento al crescere della dimensione in generale dovrebbero avere un andamento per i quali i costi si riducono al crescere della dimensione, quindi dovrebbe assumere un valore negativo. In un’ottica di equilibrio intertemporale efficiente si può scrivere che sfruttare oggi deve essere un equilibrio assolutamente rimanente ai benefici dell’attesa. La scelta migliore è arrivare dove c’è il massimo raccolto. Si ipotizza ora che il prezzo non vari e che i costi non dipendano dalla dimensione, dice che la dimensione a cui si deve tendere e il conseguente tasso di raccolto deve essere in un tratto in cui la derivata della funzione è uguale a r; essendo r positivo o al massimo nullo, la dimensione sarà tra X e I*, perché non conviene arrivare al massimo raccolto? Si investe nella risorsa e si guarda che risultato ottiene. Se i costi non dipendono dallo sfruttamento, la dimensione di equilibrio è sicuramente inferiore a I* perché nel tratto in cui l’inclinazione della tangente alla funzione è uguale al saggio di interesse. Un’altra ipotesi r=0, i prezzi non dipendono dal tempo sono costanti ma dipendono dalla dimensione. Ad esempio la FED non ha modificato i tassi di interesse l’ha fatto considerando l’economia americana e guardano ai suoi stimoli e anche considerando aspetti non economici. RISORSE NATURALI E RISCHI DI ESTINZIONE L’attività dell’uomo a prescindere dallo sfruttamento incide sulla riproduzione delle specie. Una risorsa si definisce estinta quando il numero di individui che compongono quella specie sono incapaci di riprodursi per garantire la vitalità della specie stessa. Ci sono i fattori biotici e i fattori di isolamento di alterazione dell’habitat. Nei fattori biotici è possibile distinguere la competizione, la prelazione e il parassitismo. C’è competizione quando le risorse che interagiscono tra di loro hanno delle interferenze tra di loro qualora ci sia una prevaricazione sull’altra risorsa in termini di habitat, cibo. Tuttavia, gli scienziati ritengono che la competizione esistente in natura non sia stata generalmente da sola una causa di estinzione. Tanto più un habitat è isolato tanto più è escluso dalla competizione. Lo spazio a disposizione per le capacità di riproduzione della specie stessa e quindi si osserva che lo spazio è assolutamente indispensabile per riprodursi e la competizione. Ad esempio nelle isole alcune specie possono estinguersi e non sopravvivere a causa dello spazio limitato. Come il caso dei gatti in Australia. In nature vige un equilibrio in quanto le diverse specie vivono in base a diversi fattori e ciò permette la convivenza. Per gli scienziati la prelazione non è la causa principale di estinzione anche perché è molto difficile che un predatore arrivi all’estinzione della sua preda perché nel momento in cui arriva l’estinzione della sua preda non ha poi più possibilità di vivere e quindi è un meccanismo per i predatori di imparare a nutrirsi in modo differente proprio per evitare l’estinzione. L’unica differenza sostanziale è l’uomo, che è un predatore ma le motivazioni che spingono l’uomo a predare sono molto diverse da quelle che spingono i predatori. Oggi la maggior parte dei problemi
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