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Risposte APERTE Letteratura Spagnola 3, Panieri di Letteratura Spagnola

Risposte APERTE Letteratura Spagnola 3

Tipologia: Panieri

2021/2022

Caricato il 25/05/2022

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Scarica Risposte APERTE Letteratura Spagnola 3 e più Panieri in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Lezione 2 Lo studente faccia una panoramica sul periodo del Siglo de Oro: caratteristiche principali e tendenze Il siglo de oro è un periodo storico vissuto in Spagna che va dall’epoca di Carlo V d’Asburgo, 1516, fino al ‘600 epoca del Barocco. La letteratura spagnola nel ‘500 attraversa un periodo di sviluppo durante il rinascimento che si protrae fino a metà del XVII secolo, quando evolvendosi nel Barocco, si apportano delle vere e proprie innovazioni su tutti i fronti letterari: prosa, lirica e teatro. Quest’ultimo in particolar modo, con la figura di Lope de La Vega e raggiunge il massimo splendore con Calderon de La Barca. Il ‘600 spagnolo, è caratterizzato dalle molteplici guerre portate avanti dalla corona contro le potenze inglesi e olandesi, mentre è fortissima l’influenza della sacra romana chiesa, tanto che il Barocco spagnolo viene inteso da molti critici come una conseguenza della Controriforma e del Concilio di Trento. Per molti aspetti questo periodo riporta a valori, ideali e attitudini medievali: naturale e soprannaturale tornano a mescolarsi, il popolo riprende il sopravvento sull’aristocrazia e i sudditi, religione e superstizione si intrecciano. Lezione 3 Lo studente analizzi le caratteristiche del teatro del Segundo Siglo de Oro Il periodo del ‘600 è comunemente definito “il segundo Siglo de oro”. In questa epoca, è il teatro l’arte che raggiunge il massimo splendore in Spagna. La cornice di questo teatro è la Spagna della decadenza e della Controriforma. Dal punto di vista letterario, attraverso il teatro gli autori dell’epoca rappresentano una concezione oscura della vita, enfatizzandone la caducità e l’incapacità dell’uomo di controllare il proprio destino. I sentimenti principali delle opere del periodo sono principalmente quelli di angoscia e insoddisfazione. Dunque all’inizio del XVI secolo il teatro comincia ad entrare nella scena letteraria spagnola con rappresentazioni di tipo religioso, di tipo popolare o dedicate all’aristocrazia. A differenza di quanto avveniva in Europa, il teatro spagnolo confronta e contamina due mondi, quello popolare e quello colto. Viene, infatti a mancare la diversificazione di questi due mondi che, in altre letterature europee caratterizzano due forme drammatiche distinte e spesso impenetrabili fra loro. Questo teatro è principalmente improntato sul realismo, è un teatro popolare, inteso non solo in quanto teatro ideato “per” il popolo, ma anche e soprattutto rappresentativo di tematiche elementari e inclini al gusto dell’intreccio e che porta in scena il dramma come massima rappresentazione. Lezione 4 Analizzare i dibattiti critici sulla Nueva Comedia Dietro allo sviluppo della Nueva Comedia, nel ‘600 vi furono ampi dibatitti e riflessioni tra commediografi per stabilire i canoni di questo nuovo modo di fare teatro. Il dibattito era incentrato in particolare sulla rottura delle regole aristoteliche e la giustificazione o l’attacco al canone lopesco. La contesa oppose da un lato i sostenitori della regolarità, e dall’altro chi proponeva, invece, il mancato rispetto delle norme. Furono soprattutto gli uomini di teatro propriamente detti ad appoggiare la novità di Lope, mentre, in generale, gli intellettuali si schierarono contro un teatro che abbandonava i precetti classici. Definire le caratteristiche della Nueva Comedia Il teatro del Segundo Siglo de Oro vede la nascita della COMEDIA, termine che delinea le composizioni teatrali in generali. Il “nuovo” teatro spagnolo vede tra le innovazioni principali la mescolanza tra comicità e tragicità, l’utilizzo di tecniche sceniche quali canto musica e danza, la connotazione psicologica dei personaggi e il definirsi di sterotipi sociali, di archetipi. Le innovazioni della Comedia vedono il superamento delle regole classiche nella forma, nella lingua e da un punto di vista tematico e contenutistico. Sia da un punto di vista contenutistico che strutturale, la nuova comedia spagnola unisce e utilizza forme e strutture compositive e temi di diverse epoche: il poema epico, il romanzo pastorale e le sacre rappresentazioni, vecchi e collaudati punti di riferimento, vengono rielaborati, “trasfigurati” e adattati alla scena barocca secondo la creatività e l’inventiva di ingegnosi autori dell’epoca. La forma di espressione teatrale d’eccellenza è il verso , attraverso il quale gli autori riescono a far divertire il pubblico, mantenendo al comtempo una certa raffinatezza e cura stilistica. Lezione 5 Lo studente schematizzi per tappe i momenti salienti che caratterizzarono la vita di Lope de Vega Lope de Vega nasce nel 1562 a Madrid. Studiò a all’Università gesuitica di Alcala de Henares senza però portarli a termine e partecipò a campagne militari per la conquista dell’isola di Terceira nel 1583. Al suo ritorno ebbe una storia d'amore con una donna a cui diede il nome poetico di “Filis”, storia che terminò con l’abbandono dell’amata per un uomo benestante, contro la cui famiglia benestante Lope scrisse scritti satirici e libelli furibondi, causa di una condanna di esilio per otto anni da Madrid e per due dal regno di Castiglia Trascorse gli anni di esilio prevalentemente a Valencia dove venne a contatto con un ambiente teatrale innovatore e creativo. Nel 1588 si sposò con Isabel de Alderete y Urbina dopo averla rapita e da cui ebbe due figli. La sua felicità e stabilità durò poco perché perse presto moglie e figli; rientrato a Madrid lavorò come segretario di vari nobili e conobbe Micaela Lujan da cui ebbe cinque figli. La sua attività teatrale non si fermò in questi anni se non fra il 1598 e il 1599 quando Filippo II decretò la chiusura dei teatri per la morte della figlia e successivamente per la morte del re. Nell’ultimo periodo della sua vita maturò in Lope una forte vocazione sacerdotale che ispirò la sua letteratura religiosa (Rimas sacras). Angustiato dai rimorsi e da gravi dolori, trascorse gli ultimi anni al servizio del duca di Sessa sempre dedito al teatro e alle lettere, sfogo e conforto di un'esistenza intensamente vissuta, goduta e sofferta Lezione 6 Lo studente analizzi le caratteristiche del teatro della produzione di Lope de Vega Lope de Vega si è dedicato a tutti i generi letterari, dalla prosa alla poesia. La sua poesia, può essere divisa in due filoni principali: poemi narrativi e poesia lirica. Nella sua prosa, sono presenti diverse metriche e componimenti: romances, poemi estesi, sonetti ed epistole. Nonostante una brillante produzione in prosa, la punta di diamante della produzione di Lope de Vega è il teatro. Di lui sono pervenute solo 426 commedie e 42 autos, anche se gli e ne sono state attribuite molte di più. Le migliori opere di Lope sono i drammi storici, in cui aderisce al conformismo ideologico, all’ortodossia controriformistica e al legittimismo monarchico. Le più belle commedie restano legate forse al genere storico detto de aldea, ambientato per lo più in villaggi spagnoli nell'epoca medievale. Egli divenne modello per altri drammaturghi già prima di presentare la sua nuova poetica nel breve trattato in versi “Arte Nueva de hacer comedias en este tiempo”. L’ innovazione di Lope è sintetizzabile in pochi elementi: l’organizzazione del testo in tre atti; l’ “unità” di due temi narrativi, il personaggio è un villano, che preservare l’onore della sua sposa arriva a compiere per gelosia un omicidio che gli costerà l'ira del re, per poi essere graziato. Nel suo caso, amore e onore si intrecciano. Il fatto che l’atangonista tenti sua moglie, offende il suo onore; lo stesso onore che ha consentito a Peribáñez di chiedere la mano della sua amata al padre. Lo stesso onore che gli ha consentito di autodenunciarsi a corte conquistando la grazia del Re. Nel secondo caso abbiamo Don Alonso che innamoratosi di Ines chiede auto al suo servo Tello per poter conquistare l’amore della donna. Tello a sua volta si rivolge ad una mezzana che farà da punto di unione tra i due amanti. In questo caso è chiaro il riferimento alla Celestina di Rojas. Don Alonso per rincorrere il suo amore andrà incontro ad un tragico destino per mano del rivale, promesso sposo di Ines. Lezione 14 Lo studente schematizzi per tappe i momenti salienti che caratterizzarono la vita di Calderòn Pedro Calderón nasce a Madrid in una famiglia di piccola nobiltà. A seguito di studi gesuitici, studiò prima ad Alcalá per poi studiare diritto a Salamanca. Contro la volontà paterna, a venti anni inizia la sua carriera di drammaturgo. Nel 1621 Pedro Calderón de la Barca viene accusato di aver ucciso un servo del duca di Frías: per evitare la cattura si rifugia presso l'ambasciatore di Germania. Torna a Madrid cinque anni più tardi, nel 1626, per prestare il suo servizio al duca di Frías ma tre anni dopo viene arrestato con l'accusa di aver attaccato un prete, il quale dal pulpito l'aveva rimproverato perché era entrato in un convento di clausura con l'obiettivo di catturare un commediante che aveva ferito il fratello. Alla morte di Lope de Vega gli fu incaricato da Felipe IV di portare avanti il Teatro de Palacio. Viene nominato cavaliere dell'ordine di Santiago nel 1636, e qualche anno più tardi prende parte ad una campagna in Francia (1638) e alla guerra di Catalogna (1640). Nel 1641 è nominato comandante di squadra; combatte a Lérida poi ottiene il congedo. A cinquanta anni scelse la strada religiosa facendosi sacerdote e ritirandosi a Toledo. Richiamato dal Re ritornò a Madrid come cappellano d’onore. Lezione 15 Lo studente analizzi tematiche e siginficati de La vida es un sueño “La vida es un sueño” è commedia incentrata sulla libertà dell’uomo, che vuole e deve riconquistare il diritto alla vita. Vida es sueño sia contraddistinto da un abbondante tessuto simbolico, che inaugura una serie di riferimenti e di tematiche che poi ritroviamo nel corso dell’opera. Si annunciano fin da subito alcuni temi centrali come quello, tipicamente barocco, del mondo inteso come un labirinto, in cui l’uomo si trova spaesato e perduto. Questo clima di mistero, di ambiguità e di confusione avvolge lo spettatore sin dalle prime battute, dall’avvio in medias res della vicenda. Il suo monologo iniziale è carico di riferimenti mitologici e di immagini metaforiche: un perfetto esempio di “estilo culto” (stile colto) tipicamente calderoniano. I versi iniziali indicano anche un’altra caratteristica che sarà di Segismundo: la privazione, l’assenza. Ciò è chiaramente evidenziato dai quattro sin (senza). Ma la serie di riferimenti tracciati da Calderón nell’immagine iniziale non si ferma a queste anticipazioni. Il destriero rimanda infatti anche alla protagonista femminile della pièce, Rosaura. La sfrenata corsa dell’animale allude alla scissione interna e all’instabilità della donna, che viene risolta solo nel finale. Lo studente sintetizzi la trama de La vida es un sueño Una profezia annuncia al re di Polonia che suo figlio Segismundo, erede al trono, durante la sua vita sarà artefice di gravi azioni. Per questo motivo il re decide di rinchiuderlo sin dall’infanzia in una torre, sotto la custodia del suo consigliere Clotaldo. Intanto giunge al castello Rosaura vestita da uomo e accompagnata dal suo servitore Clarin per vendicarsi di Astolfo, un principe che dopo averla corteggiata l’aveva abbandonata per Ertella, nipote di Basilio e aspirante al trono. La vita di Segismundo si complica quando il padre prova a metterlo alla prova portandolo a corte e lui, convinto di vivere un sogno inizia a essere violento manifestando la sua onnipotenza. Rinchiuso nuovamente nella torre Segismonde non riesce a scindere sogno da realtà e decide di comportarsi correttamente. Lezione 16 07. Lo studente analizzi in modo esaustivo la figura di Segismundo e le connotazioni con cui essa è presentata La vita di Segismundo si complica quando il padre prova a metterlo alla prova portandolo a corte e lui, convinto di vivere un sogno inizia a essere violento manifestando la sua onnipotenza. Rinchiuso nuovamente nella torre Segismonde non riesce a scindere sogno da realtà e decide di comportarsi correttamente. L’immagine iniziale evoca l’ippogrifo Anticipa così la condizione di Segismundo, segregato e reso una bestia, un animale senza ragione. Il mostro racchiude in sé i quattro elementi primordiali: il fuoco, l’aria dell’uccello, l’acqua del pesce e la terra degli animali senza coscienza, secondo la classificazione aristotelica. Anche la descrizione che Rosaura fa dell’ippogrifo è un'annunciazione della condizione di Segismundo, un essere cui mancano le qualità naturali. I versi iniziali indicano anche un’altra caratteristica che sarà di Segismundo: la privazione, l’assenza. Ciò è chiaramente evidenziato dai quattro sin. 08. Lo studente analizzi la figura del gracioso de La vida es un sueño Il gracioso ne la vida es un sueño è incarnato dalla figura di Clarín,ed è mosso da pulsioni terrene, e si fa portavoce dei sentimenti del pubblico, spaventato da una realtà tanto oscura e cangiante. Clarín mette in ridicolo le sentenziose parole della sua padrona. Lezione 22 Lo studente analizzi il concetto di autos L’auto trasmetteva un esplicito insegnamento morale ancora più che il teatro commerciale, e perciò aveva una grande importanza per le autorità civili e religiose. L’auto era in origine una rappresentazione teatrale di stampo religioso diffuso già nel Medioevo con il nome di misterios o moralidades. Fu Calderón de la Barca a dare a questo tipo di rappresentazione una forma definitiva dopo le sperimentazioni dei secoli precedenti. A partire dal XVI secolo gli spettacoli di questo tipo si fecero sempre meno narrativi, privilegiando l’aspetto allegorico e dottrinale. L’intensificazione degli elementi teologici ed edificanti avvenne soprattutto dopo il Concilio di Trento e la conseguente spinta ideologica dei sovrani spagnoli, che vedevano nell’arte un potente mezzo di diffusione delle tematiche devote. Combinava le componenti allegoriche delle processioni con aspetti dell’opera teatrale, sviluppando così un genere ibrido, che in età classica viene sempre più contaminato da altre esperienze artistiche, come la musica, la pittura, l’architettura. Il genere va man mano definendo i suoi caratteri così come personaggi e vicende si fanno sempre più astratti e simbolici. Lo studente analizzi le innvoazioni degli autos di Calderòn Calderón fu grande autore anche di autos sacramentales, genere che coltivò durante tutta la vita artistica e che contraddistinse in particolare la sua ultima produzione. L’auto era in origine una rappresentazione teatrale di stampo religioso diffuso già nel Medioevo con il nome di misterios o moralidades. Fu Calderón de la Barca a dare a questo tipo di rappresentazione una forma definitiva dopo le sperimentazioni dei secoli precedenti. Gli autos si basavano su argomenti piuttosto vari: potevano prendere spunto da avvenimenti della realtà contemporanea come da episodi mitologici o biblici. Nelle sue opere, crea una fusione totale di liturgia e di festa, grazie alle profonde conoscenze teologiche e all’uso di allegorie e simboli. Lezione 23 Lo studente analizzi la figura di Dio, cos' come viene trattata negli autos di Calderòn Calderón, si oppone al concetto di predestinazione della teologia protestante, secondo cui la salvezza dipende dall’iniziale giudizio di Dio emesso alla nascita, che non può essere modificato dalle opere dell’uomo sulla terra. Nell’auto il regista chiede agli attori la rappresentazione di un dramma dal titolo “Obrar bien, que Dios es Dios”. Costruisce poi una fitta serie di rimandi e apostrofi al mondo teatrale che si mantengono lungo tutta l’opera per esporre gli argomenti teologici. Dio diviene capocomico, ma anche ideatore del testo e, infine, spettatore principale. Lo studente analizzi personaggi e forme stilistiche introdotte nella produzione degli autos di Calderòn Gli autos di matrice calderoniana giunti fino ai giorni nostri sono circa 70, e possono essere divisi cronologicamente in tre tappe. La prima, fino al 1648, dove l’autore mostra grande padronanza dei canoni del tempo. I testi di questo periodo si basano su allegorie abbastanza semplici e di immediata comprensione per lo spettatore. Segue poi una tappa intermedia (collocabile tra il 1648 e il 1660) in cui Calderón perfeziona e personalizza le proprie composizioni. Costante degli autos è l’uso dell’allegoria, tecnica che permette la compresenza di diversi piani sulla scena e, di conseguenza, una lettura stratificata della composizione; Mentre la tendenza alla ricercatezza e all’elaborazione teorica giungono al culmine nell’ultima fase, che va dal 1660 fino alla morte dell’autore. I personaggi calderoniani vengono identificati in due gruppi: gli attori davanti al pubblico che sono l’autore e il mondo e gli attori che stanno al cospetto dell'Autore e del mondo che sono il re, a Bellezza, il Bambino, la Discrezione, il Ricco, il Contadino e il Povero. Le forme metriche utilizzate da Calderón sono molto varie, ma spicca l’uso del romance. Secondo i precetti lopeschi, la condizione sociale dei personaggi è evidenziata in primo luogo dal loro linguaggio. I personaggi degli autos hanno precise caratterizzazioni, e appartengono a riconoscibili tipologie senza particolari sfumature. Lezione 24 Lo studente analizzi la figura del gracioso nelle opere di Calderòn: ruolo e funzioni All’interno del linguaggio gongorino, il gracioso generalmente assume un ruolo di opposizione ai lunghi voli culterani di altri personaggi. Questa figura, può manifestare il suo disappunto con gesti di impazienza, con brusche interruzioni o con trasposizioni nel grottesco delle stesse tematiche affrontate dal personaggio alto. In qualche occasione troviamo allora l’ironia dello stesso autore verso la propria opera, che tesse un arazzo culterano per poi farlo distruggere. Le parole del gracioso possono avere anche una funzione esplicativa di ciò che è stato detto in termini oscuri e far comprendere e ripercorrere allo spettatore i passaggi più complessi Lo studente analizzi l'uso del linguaggio Gongorino nelle opere di Calderòn Il linguaggio gongorino è una forma espressionale che fa uso di un linguaggio colto, basato sull’utilizzo della metafora concettosa, di un gran numero di figure retoriche, di termini latineggianti costrutti e tematiche propri anche di altre tradizioni letterarie. Da ciò nasce un approfondimento psicologico, un’analisi più dettagliata dei caratteri dei personaggi, nuovi espedienti tecnici, la riduzione dei personaggi, il travestimento di donne in uomini o di gentiluomini in villani. Tirso supera il dato puramente intellettuale della controversia e incarna la problematica in vive e pulsanti figure di teatro, dalla psicologia complessa, sfuggente e contraddittoria. L’opera principale di De Molina, è il “Burlador de Sevilla”, che, ripreso da un tema popolare (del libertino e del convitato di pietra), inaugura la tradizione europea del Don Giovanni. Lezione 30 Lo studente analizzi le tematiche presenti ne El Burlador de Sevilla El burlador de Sevilla y convidado de piedra è un dramma teologico diviso in tre atti. A questa opera si deve la nascita del mito del Don Juan. Questa risulta essere l’opera primordiale di Tirso de Molina che, ripreso da due temi popolari: quello libertino e del convitato di pietra, inaugura i miti del don Giovanni e quello della profanazione del luogo sacro per motivi amorosi. Lo studente sintetizzi la trama de El Burlador de Sevilla El burlador de Sevilla y convidado de piedra è un dramma teologico diviso in tre atti. A questa opera si deve la nascita del mito del Don Juan ed e proprio sulle gesta di questo protagonista che viene modellata l’opera. Don Giovanni, donnaiolo promesso sposo di donna Anna, figlia di don Gonzalo de Ulloa. Il giovane seduce la duchessa Isabela, nobile napoletana, fingendosi il suo promesso sposo, il duca Ottavio. Fuggito da Napoli per salvare la pelle, approda in Spagna dove viene raccolto, dopo un naufragio, dalla pescatrice Tisbea, che cede al suo fascino. Il re Alfonso XI di Castiglia, però, dispone che don Giovanni sposi l'offesa Isabela, mentre Ottavio convolerà a nozze con donna Anna come risarcimento dell'onta subita. Donna Anna è, però, segretamente innamorata del marchese de la Mota. Don Giovanni, contrario alla costrizione del matrimonio, uccide don Gonzalo de Ulloa che voleva vendicare l'onore offeso di sua figlia e, dopo avventure con altre donne (tra cui Aminta), arriva a Siviglia dove urta contro la tomba di don Gonzalo, burlandosi del defunto e invitandolo a cena. La statua, imprevedibilmente, si presenta all'appuntamento ("il convitato di pietra") e, successivamente, a sua volta invita don Giovanni e Catalinón a cenare nella sua cappella. Don Giovanni accetta e il giorno dopo si presenta. Lì la statua lo trascina all'inferno per punirlo delle sue malefatte. Lo studente analizzi il personaggio del Don Juàn ne El Burlador de Sevilla Ciò che caratterizza il personaggio di don Giovanni di Tirso è la sua duplice natura di libertino e di cavaliere; di burlador e di hidalgo. Da questa complessità emerge la suggestione di un personaggio sfumato e non sintetizzabile a schemi prefissati. E’ una figura insolita in quel teatro barocco di cui conserva tuttavia ortodossamente certi requisiti esteriori. Tirso de Molina inventa un personaggio libertino, poliedrico, a tutto tondo, trasfigurato attraverso il gusto di epoche diversissime. Da una parte generoso e di condizione hidalga, dall’altra cinico ingannatore di donne. Don Juan è un ingannatore e un seduttore, si nasconde anche sotto false vesti ed è disposto a tutto pur di ricevere l’amore delle donne che incontra e che seduce, mosso, non tanto dal desiderio o dal piacere di conquista, bensì dal gusto cinico della beffa e dell’inganno. Lezione 32 Lo studente analizzi lo stile letterario di Graciàn Baltasar Gracián è uno dei maggiori interpreti dell’estetica barocca. Nelle sue opere più rappresentative, l’Agudeza y arte de ingenio e El Criticón,configura i gusti estetici della letteratura seicentesca e racchiude il pensiero filosofico del proprio tempo. Il suo stile letterario è composto da una prosa densa e concentrata retta da periodi brevi e sentenziosi, che richiede al lettore la massima attenzione e un continuo sforzo nel ricercare e comprendere tutte le sfumature, doppi sensi, costruzioni allegoriche che sono presenti nel sottotesto. Il risultato è un linguaggio laconico, capace però di esprimere una grande ricchezza di significati. Lezione 33 Lo studente analizzi tematiche e precetti dell'opera Agudeza y arte de ingenio L’opera nella sua seconda redazione, è un autentico manifesto del pensiero e dell’estetica barocca in Spagna. L’autore esprime la passione per le lettere, per la forma bella e ingegnosa. L'autore è sempre animato dalla ricerca della novità in campo artistico; coglie ed esalta il superamento delle precettistiche classiche e rinascimentali avvenute nel Seicento. Teorizza l’idea di “concetto” e di “acutezza” che deve stare alla base di ogni creazione letteraria e propone una nuova retorica basata sulla prassi barocca. L’autore moderno, per essere tale, deve distanziarsi dalla tradizione aristotelica della Poetica, imperniata sul concetto di arte come mera imitazione della natura. Lezione 35 06. Lo studente sintetizzi la vita e la produzione letteraria di Gòngora Luis de Góngora y Argote è il maggiore poeta dell’età barocca. Nella sua opera attraverso le estremizzazioni dei modelli di Petrarca e Tasso, supera i poeti spagnoli a lui precedenti come Garcilasco de la Vega. Nei suoi versi aumenta la raffinatezza della parola, e allo stesso tempo incrementa l’oscurità e la concettosità, rivoluzionando il modo di fare poesia. Nella concezione di Góngora la poesia si fa pratica elitaria, visto che la sua difficoltà stilistica e retorica, ricercata con ogni mezzo, impedisce a tutti di fruirne. La cosiddetta poesía nueva (così è denominata la lirica gongorina della maturità) era così destinata unicamente ad un lettore “culto”, in grado di apprezzare l’altezza di una lingua nobile e ricercata. Nel 1603 a Valladolid si trova a corte, dove incontra il poeta Francisco de Quevedo: inizia la loro inimicizia che si protrarrà per tutta la vita. Nel 1609 torna a Cordoba e comincia a accentuare la tensione estetica e il barocchismo dei suoi versi. Tra il 1610 e il 1611 scrive la Oda a la toma de Larache e nel 1613 il Polifemo, un poema in ottave che prende spunto da un passo mitologico delle Metamorfosi di Ovidio; Lo stesso anno Góngora divulga a corte il suo poema più ambizioso, i primi due libri delle Soledades. Dal punti di vista letterario la figura di Góngora andò acquisendo sempre maggiore prestigio fino al punto che Filippo III lo nominò cappellano reale nel 1617. Ma il suo successo poetico e, soprattutto, la sua tranquillità sociale, furono effimeri. Nel 1622 morirono tutti gli amici che avevano una qualche influenza a corte e che fino ad allora gli avevano garantito la stabilità economica. L’ultimo decennio di vita è così caratterizzato dalla costante preoccupazione per il sostentamento, che lo costringe a contraddire la propria vocazione di rifiuto dei potenti e di volontario isolamento. Questo cambiamento si riflette nella sua poesia, volta ormai essenzialmente a procacciarsi i favori dei nobili; i suoi versi si riempiono di encomi, le sue opere di dediche sfarzose. Lezione 36 03. Indicare le differenze sostanziali tra la produzione di Gòngora e quella di Quevedo Le produzioni di Gongora e quella di Quevedo hanno tanto dei punti di raccordo quanto dei punti di contrato. I contrasti nelle loro opere sono: innanzitutto nell’atteggiamento e nel gusto dei due, specchio, in primo luogo, di una diversità nella formazione personale e sociale. In Góngora la satira contro le persone è più superficiale, e non è dettata da un aristocratico e feudale disprezzo come in Quevedo. Nel poeta di Cordoba mancano anche gli attacchi ai giudei e alle donne, così frequenti, invece, nel rivale. Si può dire che anche in questo Góngora si dimostra più moderno del poeta toledano. Altre differenze si riscontrano nella teoria e nella prassi poetica: Quevedo i attiene al decoro, allo stile proprio di ogni composizione, rispettando scrupolosamente la chiamata “ruota virgiliana”, con la suddivisione in stile sublime, mediano e umile. Góngora invece, anche nelle composizioni di taglio giocoso e satirico non esita a mescolare linguaggio alto e basso, forme nobili ed espressioni realiste. Attacca così le norme costituite, configurando la rivoluzione poetica che si concretizzerà nelle opere maggiori. Góngora può anche permettersi, in questi anni, di prendere le distanze dal mondo dei potenti con estrema leggerezza, ponendosi nella privilegiata prospettiva del proprio isolamento provinciale Lezione 37 Lo studente analizzi dettagliatamente i contenuti dei poemi maggiori di Gòngora “Le Soledades” doveva essere un poema in quattro parti, ognuna corrispondente allegoricamente a un’età della vita umana e a una stagione dell’anno, anche se Góngora compose solo la primera e un frammento della segunda rispetto alle quattro previste. Nella prima Soledad il lettore si trova di fronte un racconto privo di coerenza narrativa e di unità, in cui la vicenda del naufrago in terra sembra poco più che un pretesto per dar mostra di una tecnica poetica rivoluzionaria. Nella seconda l’autore si addentra nella descrizione della vita di pescatori, con il racconto di alcuni episodi dal gusto “folclorico” come la caccia al falcone. Questa parte, in particolare, si inserisce nella tradizione bucolica, nel tema, ben diffuso in età classica e rinascimentale, del menosprecio de corte y alabanza de aldea, Góngora ribadisce ancora una volta il desiderio di vita semplice e appartata. Il Polifemo è composto in ottave italiane; si rievoca un episodio mitologico contenuto nel tredicesimo libro delle Metamorfosi, in cui si racconta l’amore impossibile del ciclope Polifemo per la ninfa Galatea, che lo rifiuta. Nel finale, Acis, il ragazzo fragile di cui è innamorata Galatea, viene schiacciato da un masso scagliato dal gigante e si trasforma in l’autore secentesco ripercorre fedelmente tutti gli elementi ormai consacrati nel genere. L’imitazione esteriore inizia già nella scelta del nome del personaggio, Pablos de Segovia, in cui si include, come nel Lazarillo, il luogo di nascita appartenente ad una misera realtà provinciale, come eco parodico degli altisonanti nomi degli eroi cavallereschi. Nel romanzo si succedono poi i fallimentari studi e tutto il “cursus honorum” parodico degno di un pícaro, impegnato a svolgere attività sempre più disparate per sopravvivere, fino alla “conversione finale”. Il romanzo è diviso in tre parti, che raccontano la crescita del protagonista: l’infanzia, l’adolescenza e la gioventù. Nella prima troviamo, come di consueto in questo filone, il racconto da parte del pícaro della propria genealogia infamante (la madre è una fattucchiera). Nella parte centrale si raccontano invece i viaggi del protagonista, che percorre Alcalá de Henares, Segovia, Madrid. Qui è attore di vicende che calcano da vicino quelle dei modelli precedenti e, soprattutto, è spettatore di figure grottesche che incontra lungo il suo cammino. Quevedo fa poi svolgere al proprio personaggio (in modo assolutamente artificioso) tutti i ruoli e i mestieri che si trovavano già nella letteratura picaresca: attore, poeta, amante, scroccone, truffatore Lezione 43 Lo studente analizzi le differenze e le analogie del Buscòn all'interno del romanzo picaresco Nel Buscòn di Quevedo la ricerca linguistica è una caratteristica essenziale, anche se il fenomeno era presente in altri romanzi picareschi, Quevedo compie un operazione più cosciente: l’autore barocco dedica una grande attenzione nell’imitare e parodiare i linguaggi letterari del tempo. Si può dire che l’intero romanzo sia incentrato sul linguaggio, sulla capacità della parola di creare “mondi altri”: l’autore sfrutta e spreme la lingua, facendola diventare fonte di “ingegno” e di comicità. Il tentativo di inquadrare il buscon all’intero di un preciso genere, porta ad un errore di interpretazione dell’opera, Più che un “libro de burlas” come i precedenti romanzi picareschi, invece, il Buscón va considerato “libro de ingenios”. Solo letto in quest’ottica, allora, se ne può apprezzare la grandezza. Le avventure del pícaro sono solo una cornice entro cui Quevedo esprime la propria abilità linguistica ed estetizzante. L’autore non è interessato alla coerenza o alla verosimiglianza, ma semplicemente all’eco letterario del tema. L’ingegno quevediano consiste allora nel forzare la natura delle cose in una descrizione che si fa volutamente caricata ed eccessiva. Ed è questa, in primo luogo, ad essere stravolta: il continuo utilizzo dei contrasti, delle accumulazioni, dei lazzi verbali allontana dalla rappresentazione rinascimentale. È il risultato della percezione del mondo di un’epoca di crisi, in cui ogni certezza si sgretola e la realtà non è univoca, ma costantemente deformata dalle molteplici apparenze Lezione 45 Lo studente si soffermi sul concetto di "oscurità" del XVII secolo L’oscurità stilistica nella Spagna del XVII secolo rimandava ad una passata tradizione letteraria. A cavallo tra i due secoli si era andato sempre più radicalizzando il contrasto non solo tra “chiarezza” e “oscurità”. Già nei secoli precedenti prima Petrarca e poi Tasso distinguevano tra un’oscurità condannabile e una invece giustificata dall’argomento. A cavallo dei due secoli si era andato sempre più radicalizzando il contrasto non solo tra “chiarezza” e “oscurità”, ma anche tra quest’ultima e la “difficoltà” della poesia. Con la prima si intendeva una degenerazione volontaria dello stile, prodotta dalla affettata ricercatezza e, in quanto tale, considerata inutile e dannosa. La “difficoltà” risiedeva invece nella res, nella dottrina espressa dal testo, e appariva agli occhi dei trattatisti secenteschi del tutto giustificabile. Anche questa antinomia aveva radici nel passato, già riscontrabile nel dualismo tra la perspicuitas e la obscuritas della retorica classica. La comparsa delle Soledades non fece che estremizzare la divergenza tra le due posizioni, spostando sulle opere del poeta cordobese il centro della contesa tra una “viziosa oscurità” e una “dotta difficoltà”. López Pinciano, non si allontanava troppo dai concetti già presenti in Petrarca, ma era molto preciso nell’individuare la “terza oscurità”, quella gratuita, costituita da vezzi stilistici (cultismi, iperbati, metafore, ornato retorico ecc…)
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